NEWSLETTER: Europa per le imprese - Luglio Agosto 2007 - n.51
12 Luglio 2007 Newsletter
"L’Europa supera lo stallo grazie alla leadership tedesca" di Andrea Moltrasio
IN PRIMO PIANO:
– Principali risultati del Consiglio europeo del 21-22 giugno – Le priorità della Presidenza portoghese dell’UE
– Principali risultati del Consiglio Ambiente del 28 giugno – Principali risultati del Consiglio Competitività del 25 giugno FOCUS SULLE PRIORITA’
– Comunicazione della Commissione europea sulla “flessicurezza”
– Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro: il Parlamento europeo adotta il suo parere – Incontro Confindustria sul mercato interno dell'energia
– Aggiornamento sul futuro della strategia sul brevetto AFFARI ECONOMICI:
– Proposte della Commissione volte a rafforzare il “braccio preventivo” del Patto di stabilità – Dichiarazione del commissario Almunia sul DPEF
RICERCA
– Conferenza Europea sulle Infrastrutture di Ricerca (ECRI 2007)
– La Commissione apre una consultazione pubblica sui nuovi mercati mondiali dell’ICT
– La commissione Industria del Parlamento vota il rapporto sull’European Institute of Technology AFFARI SOCIALI
– Proposta di direttiva sulla trasferibilità dei diritti a pensione complementare – Analisi congiunta delle sfide del mercato del lavoro
– Comunicazione sullo stato di attuazione della direttiva europea sul distacco dei lavoratori – Prima consultazione delle parti sociali sulla direttiva sui trasferimenti d’impresa transfrontalieri IMPRESE
– PMI Action Day “Thinking big!” BUSINESSEUROPE, Bruxelles 21 novembre 2007 – L’industria danese pubblica il « Global benchmark report 2007»
AMBIENTE ED ENERGIA
– Relazione sulle emissioni inquinanti dell’industria nell’UE
– Proposta dell’ONU per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio dei prodotti chimici – Efficienza energetica per le lampadine elettriche ed altri prodotti
– Verso una Carta europea dei diritti dei consumatori di energia
– Il Parlamento europeo vota il parere sul pacchetto liberalizzazione dei mercati dell’energia – La commissione parlamentare ITRE si esprime sulle rinnovabili
MERCATO INTERNO
– Procedimento d'infrazione nei confronti dell'Italia in materia di distribuzione di carburanti – Internal Market Scoreboard: Italia ancora indietro
MEDITERRANEO:
– Cooperazione nell’ambito dell’insegnamento superiore e della ricerca
– Primo rapporto statistico sulle relazioni tra UE e sponda sud del Mediterraneo AIUTI DI STATO:
– La Commissione europea apre un’indagine sulle tariffe regolamentate dell’elettricità in Francia – Il quadro di valutazione analizza gli effetti negativi degli aiuti illegali.
– Aperta indagine della Commissione sulla proroga del credito d’imposta della Finanziaria 2001 CONCORRENZA
– La Commissione approva la prevista acquisizione di Endesa da parte di Enel e Acciona FISCALITA’
– Riduzione dell’IVA: lanciato un dibattito sulla semplificazione della legislazione comunitaria – IVA: la Commissione deferisce l'Italia alla Corte di Giustizia
ALLARGAMENTO
– Progressi di Bulgaria e Romania progrediscono, ma molto rimane da fare TRASPORTI:
– Approvazione del terzo pacchetto ferroviario
– Tariffe più care per i TIR che attraversano la Svizzera GAZZETTA UFFICIALE
"L’Europa supera lo stallo grazie alla leadership tedesca" di Andrea Moltrasio
Il 21 e 22 giugno il Consiglio europeo è riuscito a porre fine alla crisi istituzionale aperta con il “no” di Francia ed Olanda al progetto di Trattato costituzionale ed a delineare un percorso “blindato” per la elaborazione di un nuovo trattato da adottare già durante la prossima presidenza portoghese. Si aprirà cosi’ il 23 luglio una nuova Conferenza Intergovernativa che dovrà concludere i lavori in occasione del Consiglio europeo del 18-19 ottobre 2007.
Numerosi politici ed esperti in materie europee hanno commentato ampiamente l’accordo finale raggiunto: in via generale, il giudizio è positivo per chi guarda con realismo alla costruzione europea, e di delusione per chi - fedele ad una idea di europea federale - considera il compromesso un passo indietro.
Come imprenditore non è semplice valutare tra tutti questi aspetti giuridici e istituzionali l’esito di questo complesso negoziato. Certo abbiamo perso un Trattato costituzionale, la bandiera e l’inno europeo e forse, cosa più grave, abbiamo rimandato al 2014 ed oltre l’entrata in vigore del nuovo sistema di voto in seno al Consiglio che avrebbe finalmente potuto facilitare il processo decisionale comunitario.
Ma è anche vero che, come chiesto anche dall’industria, avremo una Presidenza del Consiglio più stabile, avremo un Rappresentante per la politica estera, avremo un’estensione del voto alla maggioranza qualificata in diversi settori importanti (cooperazione giudiziaria e di polizia, educazione, politica economica) ed avremo una cooperazione strutturata nel settore della difesa.
Per quanto riguarda la concorrenza, la rinuncia a mantenere nel preambolo del futuro Trattato un riferimento, tra gli obiettivi comuni dell’UE, ad una concorrenza libera e non falsata sembra più una “vittoria di Pirro” da parte della Francia che non un reale risultato dal momento che - ci dicono gli esperti a bassa voce per non sminuire i risultati francesi - questo riferimento non esiste negli attuali trattati e pur rappresentando un risultato politico non da poco, non cambia in sostanza lo status quo e non incide sulle regole che disciplinano la materia della concorrenza previste dal Trattato.
Lasciando alla sensibilità europeista di ciascuno il giudizio finale su quanto deciso, mi limiterei da imprenditore a due considerazioni. La Presidenza tedesca ha dimostrato in questi mesi che - pur con fatica - chi è in grado di avere leadership è in grado di portare l’Europa verso scelte concrete. L’ambizioso pacchetto sul cambiamento climatico e sull’energia, le conclusioni sul Trattato, il rilancio delle relazioni transatlantiche con gli Stati Uniti testimonia l’importanza di avere in Europa delle figure di leader in grado di costruire alleanze vincenti e maggioritarie.
L’Europa ha di fronte a se delle scelte che avranno un impatto importante per le imprese: il progetto Galileo ed il suo emblematico problema di finanziamento, la revisione delle prospettive finanziarie, la gestione della politica economica e finanziaria sono forse gli esempi più concreti. Queste sfide dovranno essere affrontate prima dell’entrata in vigore del nuovo Trattato, quindi con gli strumenti attuali.
Mi auguro di conseguenza che rispetto a queste sfide, l’Europa possa comunque andare avanti con realismo e pragmatismo e sappia trovare le leadership in grado di trascinare in modo costruttivo ed inclusivo tutti i suoi membri.
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Principali risultati del Consiglio europeo del 21-22 giugno 2007
Riforma dei Trattati
I Capi di Stato e di Governo, riuniti a Bruxelles il 20 e 21 giugno 2007, hanno convenuto di convocare una Conferenza Intergovernativa entro luglio, ed invita la futura Presidenza a elaborare un progetto di testo del trattato e a sottoporlo alla Conferenza Intergovernativa (CIG) non appena questa sia stata avviata. La CIG concluderà i lavori il più presto possibile, e in ogni caso entro il 2007, al fine di concedere tempo sufficiente perché il trattato risultante possa essere ratificato prima delle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2009.
Ecco i principali elementi del mandato della CIG:
– il futuro trattato emenderà i due trattati esistenti (trattato sull’Unione europea e trattato che istituisce la Comunità europea) dando all’Unione personalità giuridica;
– la Carta dei diritti fondamentali anche se non sarà inclusa nel trattato avrà valore vincolante per gli Stati membri (tranne per il Regno unito);
– il voto a maggioranza qualificata in Consiglio sarà esteso a numerosi campi tra cui cooperazione giudiziaria e di polizia, educazione, politica economica. L’unanimità resta per la politica estera, per la sicurezza sociale, per la fiscalità e per la cultura.
– la Presidenza dell’UE sarà estesa a due anni e mezzo;
– il ruolo di Ministro degli esteri europeo previsto dal trattato costituzionale è stato soppresso lasciando invece quello di Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza (che sarà anche Commissario europeo per le relazioni esterne);
– la procedura di codecisione con il Parlamento europeo sarà applicata ad un numero maggiore di settori tra i quali la giustizia e gli affari interni;
– sarà mantenuto il potere di controllo da parte dei Parlamenti nazionali sulle iniziative comunitarie non conformi al principio di sussidiarietà;
– infine nel nuovo Trattato saranno inseriti riferimenti specifici sul cambiamento climatico e sulla sicurezza energetica.
Sicurezza e affari interni
Il Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di proseguire l'esecuzione dei programmi di Tampere e dell'Aia sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e di rafforzare ulteriormente la sicurezza interna dell'Europa, nonché le libertà ed i diritti fondamentali dei cittadini. Il Consiglio europeo ha ribadito anche l'importanza di una più stretta collaborazione con i paesi terzi nella gestione dei flussi migratori. È infatti necessario migliorare la capacità dell'Unione di contribuire alla gestione delle frontiere esterne degli Stati membri rafforzando la capacità dell'agenzia FRONTEX.
Politica marittima
Il Consiglio europeo si è compiaciuto dell'ampio dibattito svoltosi in Europa sulla futura politica marittima, in particolare nella conferenza di Brema del maggio 2007, e ha invitato la Commissione ad elaborare un piano d'azione europeo da presentare in ottobre. Tale piano d'azione dovrebbe esplorare appieno le potenzialità dell'attività economica marittima in maniera ecologicamente sostenibile.
Euro
Il Consiglio europeo ha accolto la proposta della Commissione che prevede che Cipro e Malta adottino l'Euro il 1º gennaio 2008, infatti grazie a politiche economiche e fiscali solide entrambi i paesi hanno soddisfatto i criteri di convergenza.
Maggiori informazioni su:
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=DOC/07/2&format=HTML&aged=0&language=IT&gui Language=en
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Le priorità della Presidenza portoghese dell’UE
Il Governo portoghese, che ha assunto la Presidenza dell’UE dal primo di Luglio, ha presentato le proprie priorità per il secondo semestre del 2007 .
L’obiettivo politico più importante della Presidenza sarà inevitabilmente il lancio della conferenza
intergovernativa (CIG) e la negoziazione dei nuovi Trattati sulla base del compromesso adottato al Consiglio europeo di giugno.
Per quanto riguarda le tematiche economiche, il dibattito centrale verterà sulla necessità di modernizzare l’economia europea pur mantenendo il modello sociale europeo e si concretizzerà con due conclusioni politiche estremamente importanti per l’industria: da un lato la revisione delle linee guida di Lisbona, dall’altro
l’importante discussione aperta con la Comunicazione della Commissione sulla flexisicurezza .
Nel settore dell’ambiente, la Presidenza rappresenterà l’UE al summit mondiale sul cambiamento climatico a Bali cercando di portare avanti i progressi compiuti al recente G8. Inoltre lancerà delle iniziative su industria e biodiversità con l’obiettivo di coniugare sostenibilità e sviluppo industriale in questo campo.
Nel settore energetico, i portoghesi puntano a raggiungere un accordo politico sulle proposte di direttive relative al mercato interno dell’elettricità e del gas, la cui adozione da parte della Commissione è prevista per fine settembre. La Presidenza non avrà invece il tempo per poter lavorare al futuro pacchetto rinnovabili/Kyoto visto che le proposte della Commissione arriveranno solo verso fine anno. La definizione del burdensharing sulle rinnovabili sta attualmente procedendo con una negoziazione bilaterale tra Commissione e Stati membri, ma c’è da aspettarsi un ruolo indiretto della Presidenza, visto che qualsiasi decisione finale dovrà essere adottata all’unanimità in sede di Consiglio.
Un ’attenzione particolare verrà data alle tematiche relative all’immigrazione con la convocazione di un Consiglio speciale (Jumbo) tra i Ministri degli affari sociali e quelli del Consiglio giustizia e affari interni.
Per quanto riguarda infine il mercato interno, i portoghesi intendono adottare conclusioni sulla prevista comunicazione della commissione sulla revisione della strategia mercato interno. Non sembra invece esserci molto ottimismo sulla possibilità di sbloccare la situazione sul tema del brevetto comunitario, anche se la Presidenza ha dichiarato che farà del suo meglio per far avanzare questo spinoso , quanto urgente dossier.
Maggiori informazioni su:
http://www.eu2007.pt/NR/rdonlyres/6C297B28-6A54-4C76-9E70- DDFD4C1B1B21/0/CadernoPrioridades_Ingles.pdf
http://www.ue2007.pt/UE/vPT/
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Principali risultati del Consiglio Ambiente del 28 giugno
Direttiva rifiuti
Dopo una difficile negoziazione, la Presidenza tedesca è riuscita a concludere una accordo politico sulla revisione della direttiva rifiuti, in occasione del Consiglio Ambiente del 28 giugno. Il compromesso finale prevede:
– l’obbligo per gli Stati membri di elaborare dei programmi di prevenzione con obiettivi minimi qualitativi e quantitativi di prevenzione;
– norme minime per il trattamento dei rifiuti al fine di evitare fenomeni di dumping ambientale.
Sulla spinosa questione dell’incenerimento dei rifiuti introduce due distinzioni:
– incenerimento ai fini dell’eliminazione dei rifiuti;
– incenerimento come operazione di valorizzazione negli impianti che utilizzano i rifiuti come combustibile, con criteri di efficienza stabiliti a 65% per i nuovi impianti e 60% per quelli esistenti. E’ stata inserita in questo contesto una clausola aggiuntiva che prevede deroghe che tengano conto delle condizioni climatiche locali.
Il testo prevede, inoltre, delle deroghe che permetteranno ai paesi di limitare l’importazione e l’esportazione dei rifiuti destinati all’incenerimento nel rispetto di alcune condizioni fra le quali: uno Stato Membro potrà opporsi all’importazione di rifiuti se dimostra che questi vanno ad aggiungersi a quelli nazionali eliminati in discarica (proposta danese), o se non possono essere trattati in linea con i piani nazionali di prevenzione dei rifiuti (proposta suggerita dalla delegazione ceca). Questa condizione è stata introdotta per rassicurare i paesi confinanti con la Germania (Austria, Danimarca, Repubblica ceca, Slovacchia, Italia) che temevano la saturazione dei loro impianti di trattamento.
Per quanto riguarda le esportazioni, si applicheranno in questo caso le regole attualmente già in vigore in materia di spedizione dei rifiuti. Cioè gli Stati Membri possono opporsi solo per motivi ambientali (in caso di rischio per l’ambiente o se le norme del paese esportatore sono più stringenti di quelle del paese di
destinazione). Da sottolineare che la delegazione governativa italiana che ha approvato il compromesso informale raggiunto , ha dichiarato che si asterrà dal voto quando la posizione comune verrà ufficialmente adottata al prossimo Consiglio.
Obiettivo di 120g/km al 2012 per le emissioni dei veicoli
Il Consiglio ambiente ha espresso all’unanimità pieno sostegno alla strategia proposta dalla Commissione di ridurre le emissioni medie dei veicoli nuovi a 120 grammi per chilometro a fine 2012: 130 grammi tramite miglioramenti nella tecnologia delle auto, e 10 grammi tramite misure addizionali che non sono pero’ state precisate. Nelle conclusioni, il Consiglio sottolinea che qualsiasi proposta legislativa dovrà essere accompagnata da uno studio dell’impatto sociale ed economico e specifica che le condizioni di concorrenza tra produttori dovranno essere rispettate .
Spetta ora alla Commissione tradurre queste indicazioni in proposte legislative concrete entro fine anno.
Conclusioni del Consiglio sulla revisione della direttiva emissions trading
Adottando le conclusioni sulla revisione della direttiva emissions trading, il Consiglio ha dato alcune indicazioni di base su come la Commissione dovrà procedere per la revisione della direttiva 2003/87, prevista per fine anno . Gli elementi più importanti riguardano:
– estensione del campo di applicazione e possibilità di esclusione dei piccoli impianti;
– armonizzazione dei metodi di allocazione;
– più forte conformità ed implementazione;
– rafforzamento dei legami con altri sistemi di emissions trading e coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo ed in transizione.
La revisione dovrà prevedere un aumento del livello di allocazione delle quote a pagamento. Metodi di allocazione differenziati per settore dovranno inoltre essere considerati tenendo anche conto del grado di concorrenza globale a cui il settore é sottoposto. Il Consiglio invita infine la Commissione a migliorare alcune definizioni al fine di garantire un’implementazione più coerente della direttiva ed a suggerire criteri chiave per l’inclusione di nuovi settori e gas nel sistema.
Acque di superficie
I ministri per l’Ambiente sono giunti ad un accordo politico sulla proposta di direttiva volta a regolare la qualità delle acque di superficie. Il testo approvato, che non si distacca troppo dalla proposta iniziale della
Commissione, va a completare la direttiva quadro sull’acqua (2000/60/CE), il cui scopo è di ottenere una buona qualità delle acque marittime e dolci all’orizzonte del 2015. L’accordo stabilisce dei valori limite di
concentrazione nell’acqua per 41 sostanze chimiche definite “prioritarie” perché pericolose per la salute umana e per l’ambiente. Il testo approvato in prima lettura dal Parlamento includeva 27 sostanze in più, il
compromesso raggiunto dal Consiglio prevede invece controlli non solo in superficie ma anche su flora, fauna e sedimenti.
L’Italia si è felicitata che nell’accordo compaia, come richiesto, che l’analisi della qualità avvenga sulla base delle proprietà fisico-chimiche delle sostanze, ma dall’altro lato ha sottolineato la mancanza di coerenza con la direttiva quadro, che fa dei criteri tossicologici un elemento molto importante per la definizione delle norme.
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Principali risultati del Consiglio Competitività del 25 giugno 2007
Istituto europeo per la tecnologia (EIT): il Consiglio ha raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento che istituisce l’EIT. Sulla base della bozza della Presidenza e con l’intento di raggiungere un accordo finale in prima lettura, il Consiglio ha stabilito che il Governing board sarà l’organo esecutivo dell’EIT e sarà composto da 15 membri della comunità scientifica ed industriale per 6 anni nominati dalla Commissione e da 4 membri
"rappresentativi" nominati tra le Knowledge Innovation Communities (KICs) s la comunità scientifica. Il Governing Board deciderà le strategie dell'EIT - in una Strategic Innovation Agenda - per 3 anni, gestirà il budget iniziale di 300 milioni di euro, deciderà i temi delle KICs e assicurerà una continua valutazione delle attività dell'EIT
Inizialmente verranno create due o tre KICs e che le altre verranno avviate in un secondo periodo sulla base di una accurata valutazione della attività dell’EIT. Per le prime KICs si terrà conto delle priorità politiche europee quali le energie rinnovabili ed il cambiamento climatico;
Area europea della ricerca (ERA) e trasferimento della conoscenza: il Consiglio ha discusso sulle prospettive della ERA in particolare sugli aspetti relativi al rafforzamento degli enti di ricerca, alla condivisione della conoscenza e alla collaborazione internazionale. I Ministri della ricerca hanno accolto positivamente la comunicazione della Commissione contenente alcune misure su come migliorare il trasferimento della conoscenza tra università e imprese. In particolare sono state apprezzate le misure volte a sostenere lo sfruttamento dei risultati della ricerca pubblica – anche attraverso una Carta europea sulla proprietà intellettuale - ed a rafforzare la collaborazione tra industria e mondo accademico.
Coordinamento dei programmi comunitari a sostegno della ricerca: il Consiglio sulla base del rapporto del CREST (European Union Scientific and Technical Research Committee) ha di recente approvato un rapporto sull’implementazione di un metodo di coordinamento aperto nel campo della ricerca e dell’innovazione, in particolare nel contesto dell’obiettivo del 3% del PIL comunitario investito in ricerca. Il Consiglio, prendendo spunto dalle raccomandazioni del rapporto e dealle conclusioni del Consiglio europeo di primavera, ha sottolineato che le sei priorità a livello europeo sono: no si capisce a che cosa si riferisocno le priorità?
– sviluppare strategie e rafforzare la governance nella ricerca e nell’innovazione;
– rafforzare e sviluppare la base della ricerca e dell’innovazione;
– rafforzare l’eccellenza;
– migliorare la cooperazione a livello europeo e internazionale;
– incrementare lo sfruttamento e la valorizzazione economica e sociale della ricerca e dell’innovazione;
– migliorare la comunicazione e l’informazione.
Roaming: il Consiglio ha adottato il regolamento sul roaming sulle reti mobili che entrerà in vigore a partire dal 30 giugno 2007. Il regolamento permetterà agli utenti europei di non pagare prezzi eccessivi per le chiamate da e verso l’estero.Il regolamento dell'UE limiterà le tariffe del roaming internazionale sia tra gli operatori della telefonia mobile che per i consumatori, promovendo nel contempo la concorrenza al di sotto dei massimali tariffari stabiliti. Tali massimali, o Eurotariffe, saranno ulteriormente ridotti nel 2008 e nel 2009.
Puoi aggiungere qualcosa
Salute e sicurezza sul lavoro: il Consiglio ha adottato una risoluzione sulla strategia comunitaria sulle salute e sulla sicurezza sul lavoro per il periodo 2007-2013. Il Consiglio ritiene che – sulla base della proposta della Commissione – sia necessario:
– enfatizzare l’implementazione della legislazione comunitaria e premiare chi la applica (in particolare in settori ad alto rischio);
– adattare e semplificare il quadro regolamentare;
– promuovere lo sviluppo di strategie nazionali in particolare sviluppando best practices, migliorando la formazione e la prevenzione, instaurando un sistema di incentivi;
– creare una cultura della salute e della prevenzione dei rischi;
– identificare metodi e criteri di identificazione e valutazione del rischio;
– implementare la strategia comunitaria;
– promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro a livello internazionale.
Dogane: il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sul regolamento che modernizza il codice doganale comunitario. Le modifiche al codice del 1992 riguardano soprattutto le necessità dettate dalla transazioni elettroniche, la semplificazione delle regole sia per gli utenti sia per le istituzioni ed il cambiamento delle competenze delle Autorità doganali.
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Comunicazione della Commissione europea sulla “flessicurezza”
Il 27 giugno la Commissione europea ha adottato una comunicazione con la quale propone la definizione di una serie di principi comuni sul tema della “flessicurezza”, al fine di assicurare una migliore conciliazione tra le esigenze di flessibilità e di sicurezza tanto delle imprese quanto dei lavoratori.
Le proposte riguardanti gli otto principi comuni in tema di flessicurezza sui quali gli Stati membri dovrebbero concordare includono:
– rafforzare l'attuazione della strategia UE per la crescita e l'occupazione ed il modello sociale europeo;
– trovare un equilibrio tra diritti e responsabilità;
– adattare la flessicurezza alle circostanze, esigenze e sfide diverse che gli Stati membri si trovano ad affrontare;
– ridurre il divario tra coloro che hanno un'occupazione atipica, a volte precaria (i cosiddetti "outsider") da un lato e coloro che hanno un'occupazione permanente (gli "insider");
– sviluppare la flessicurezza interna e esterna;
– sostenere la parità dei generi e promuovere le pari opportunità per tutti;
– promuovere strategie politiche equilibrate ed alimentare un clima di fiducia tra le parti sociali, le autorità pubbliche e gli altri soggetti interessati;
– assicurare un'equa distribuzione dei costi e benefici derivanti dalle politiche di flessicurezza e contribuire a politiche finanziarie valide ed economicamente sostenibili.
La comunicazione presenta inoltre quattro modelli “tipici” ai quali gli Stati membri potrebbero ispirarsi per elaborare le proprie strategie nazionali in materia di flessicurezza. Tali modelli sono stati identificati sulla base di un’approfondita analisi delle esperienze e strategie sperimentate in alcuni Stati membri, svolta da un gruppo di esperti sulla flessicurezza. Viste le differenze che caratterizzano i mercati del lavoro dei paesi membri dell’UE, la Commissione riconosce che non esiste un modello unico che vada bene per tutti i paesi. BUSINESSEUROPE sostiene con particolare favore un approccio basato sul concetto di “flessicurezza” quale condizione essenziale per creare le condizioni più adeguate per correggere le debolezze strutturali dei mercati del lavoro e per contribuire alla crescita e alla creazione di nuovi posti di lavoro. BUSINESSEUROPE ritiene pertanto che la comunicazione presentata dalla Commissione ponga le basi per un importante dibattito sulla modernizzazione dei mercati del lavoro in Europa.
Per il testo integrale della comunicazione:
http://ec.europa.eu/employment_social/news/2007/jun/flexicurity_en.pdf
Per la relazione del gruppo di esperti che presenta una serie di esempi di “flessicurezza”:
http://ec.europa.eu/employment_social/employment_strategy/flex_meaning_en.htm
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Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro: parere del Parlamento europeo
Lo scorso 11 luglio, il Parlamento europeo ha adottato il proprio parere sul Libro verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro. Nonostante l’elevatissimo numero di emendamenti presentati al progetto del relatore e le difficoltà incontrate nel raggiungimento di soluzioni di compromesso, il Parlamento ha approvato il testo con 479 voti a favore, 61 contrari e 54 astensioni.
Il parere riflette le diversità di posizioni espresse durante il dibattito parlamentare svoltosi nelle scorse
settimane: mentre, infatti, alcune parti del rapporto tendono ad esprimere una visione liberista del mercato del lavoro incentrata su una maggiore flessibilità, altre parti sottendono approcci orientati a garantire una maggiore tutela e sicurezza dei lavoratori.
Ad esempio, da un lato il rapporto indica che il diritto del lavoro dovrebbe assicurare maggiormente la sicurezza dell’occupazione lungo tutto l’arco della vita piuttosto che la protezione di singoli posti di lavoro; si pronuncia poi a favore di politiche attive dell’occupazione che consentano un più facile accesso al mercato del lavoro ed una più rapida transizione da un impiego ad un altro; sottolinea che le disposizioni riguardanti l’orario di lavoro dovrebbero essere sufficientemente flessibili per rispondere alle esigenze delle imprese e dei lavoratori.
Dall’altro, il parere precisa che i contratti a durata indeterminata dovrebbero continuare a rappresentare la regola nelle forme di assunzione, mentre tutte le altre forme contrattuali, spesso viste come fonte di precarietà e insicurezza per i lavoratori, dovrebbero essere corredate delle stesse tutele.
Con riferimento all’azione di lobby svolta dalla Delegazione nei confronti di alcuni dei membri italiani della commissione affari sociali del PE, sono stati accolti alcuni dei concetti inclusi negli emendamenti presentati e, in particolare: 1) l’importanza di promuovere un diritto del lavoro flessibile attraverso politiche attive che
consentano al lavoratore che deve reinserirsi nel mercato del lavoro di fare affidamento su forme di sostegno al reddito per il periodo strettamente necessario allo sviluppo di una maggiore occupabilità, accompagnate da appropriate esperienze di formazione e riqualificazione; 2) la necessità di tenere conto delle enormi differenze nelle tradizioni e nelle realtà del mercato del lavoro dei vari Stati membri e di assicurare una corretta
attuazione ed applicazione in sede nazionale della legislazione esistente.
BUSINESSEUOPE ha accolto con favore il fatto che con l’adozione del parere il Parlamento europeo abbia espresso il proprio sostegno alle riforme del mercato del lavoro e auspica che questo sostegno possa influenzare positivamente il dibattito sulla “flessicurezza” lanciato con la Comunicazione presentata dalla Commissione europea lo scorso 27 giugno.
Per il testo del parere (che sarà ora trasmesso alla Commissione europea quale contributo alla consultazione avviata con il Libro Verde), si rinvia al seguente link:
http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2004_2009/documents/pr/659/659979/659979it.pdf Torna al sommario
Incontro Confindustria sul mercato interno dell'energia - Parlamento europeo, 25 giugno
Si è svolto lunedì 25 giugno presso il Parlamento europeo a Bruxelles il primo di una serie di tre incontri tematici in materia di energia che la Delegazione di Confindustria organizza in vista delle proposte legislative che la Commissione europea presenterà dopo l'estate.
L'incontro del 25 giugno è stato dedicato al tema "Concorrenza e reciprocità nel mercato interno dell'energia: le nuove proposte per la liberalizzazione dei mercati". Il prof. Massimo Beccarello, responsabile del progetto energia di Confindustria, ha presentato ai partecipanti le osservazioni in merito.
L'industria italiana ha interesse al completamento del mercato interno dell'energia e allo sviluppo della concorrenza in questo settore cruciale ma considera altresì che vadano assolutamente evitate le vistose
asimmetrie nell'attuazione della normativa Ue, registrate finora tra i diversi Stati membri, e chiede pertanto che le nuove regole rispettino il principio di reciprocità.
Sono stati affrontati in particolare quattro tematiche che saranno al centro delle prossime iniziative Ue: la separazione (unbundling) dei gestori delle reti, le autorità di regolamentazione (aspetti nazionali e transfrontalieri), gli scambi transfrontalieri (infrastrutture e regolamentazione), la trasparenza.
Il prossimo incontro tematico presso il Parlamento europeo si svolgerà il 16 luglio e avrà per tema "Le industrie ad alta intensità energetica nel mercato liberalizzato: strumenti di tutela compatibili con il mercato".
In settembre è invece previsto un terzo incontro, che riguarderà la promozione delle energie rinnovabili.
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Aggiornamento sul dibattito sul futuro della strategia sul Brevetto
Il dibattito sul brevetto comunitario e il meccanismo di risoluzione delle controversie, ad esso strettamente collegato, rimane concentrato in Consiglio, dove la Presidenza tedesca ha presentato un documento riassuntivo con l’intento di fare il punto su quanto fin qui concordato e sulle questioni ancora aperte, in vista del passaggio delle consegne alla presidenza portoghese (1 luglio p.v.).
Gli Stati membri concordano sull’opportunità di un sistema a due livelli: il primo grado di giudizio decentrato e un grado d’appello centralizzato, sulla necessità di disporre di giudici tecnici e sul fatto che al momento l’EPLA costituisce la sola opzione completamente articolata, il cui funzionamento potrebbe essere preso come modello per un possibile sistema comunitario.
I nodi principali da sciogliere sono di carattere legale: non è chiaro, infatti, se l’Unione europea abbia la competenza necessaria per negoziare ed aderire all’EPLA, e se è possibile per gli Stati membri delegare alla Corte di Giustizia delle Comunità europee la giurisdizione sui brevetti europei. Il servizio legale del Consiglio è stato incaricato di rispondere a questi quesiti. Durante la Presidenza portoghese verranno date le risposte.
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Affari economici: proposte della Commissione volte a rafforzare l’efficacia del “braccio preventivo”
del Patto di stabilità e crescita
Il 13 giugno u.s. la Commissione ha adottato una comunicazione sulle modalità per assicurare l'efficacia del
"braccio preventivo" del Patto di stabilità e crescita che mira ad evitare disavanzi eccessivi tramite una solida programmazione ed esecuzione del bilancio a medio termine. Il numero di paesi che presentano disavanzi eccessivi, grazie ad una favorevole congiuntura economica, si sta riducendo; ma a politiche invariate solo 10 dei 27 paesi dell'UE raggiungeranno il rispettivo obiettivo di bilancio a medio termine (OMT) nel 2008, nonostante tre anni consecutivi di crescita economica superiore al tasso tendenziale. Pertanto, per migliorare il
funzionamento del "braccio preventivo" del Patto di stabilità e crescita, e conseguire l’obiettivo di finanze pubbliche sane e sostenibili, la Commissione ha presentato una serie di proposte basate sulla riforma del 2005 del Patto. Le proposte mirano soprattutto ad estendere la sorveglianza di bilancio dell'UE, a rafforzare la titolarità nazionale degli obiettivi di bilancio fissati nei programmi di stabilità e di convergenza, ed inoltre a rafforzare l'affidabilità e la credibilità degli obiettivi di bilancio a medio termine. L’ultimo gruppo di proposte riguarda l'obiettivo generale del “braccio preventivo” del patto, ossia conseguire posizioni di bilancio sostenibili a medio termine. Lo scopo è realizzare politiche di bilancio sostenibili che favoriscano la crescita e
l'occupazione.
La relazione e la comunicazione sono disponibili all'indirizzo Internet:
http://ec.europa.eu/economy_finance/news/hotissues/2007/public-finance-report/main_en.htm Torna al sommario
Affari economici: dichiarazione del commissario Almunia sul DPEF
Il 29 giugno u.s. il commissario per gli Affari economici Joaquin Almunia ha fatto alcune osservazioni preliminari sul Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) che riceverà nei prossimi giorni dal governo italiano. Il commissario prende nota del fatto che il governo intenda abbassare il disavanzo dal 4.4% del PIL registrato nel 2006 al di sotto del 3% per il 2007: ciò è visto come un miglioramento nel saldo strutturale.
Non mancano però i motivi di preoccupazione: il risanamento limitato per il 2008 e gli anni successivi non rispetta gli orientamenti dell’Eurogruppo. Questo rallenterà la riduzione del debito pubblico, tutt’ora
ampiamente superiore al 100% del PIL italiano: gli interessi per il 2006 corrispondono a 68 miliardi di euro, pari a 5 punti di PIL ed al doppio della quota di investimento pubblico. Infine Almunia ha rilevato l’incertezza che persiste circa il sistema pensionistico, sottolineando l’importanza che qualsiasi cambiamento sia neutrale sui bilanci di medio e lungo periodo, non peggiorando la sostenibilità delle finanze pubbliche.
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Conferenza Europea sulle Infrastrutture di Ricerca (ECRI 2007)
Il 5 e 6 giugno u.s. si è tenuta ad Amburgo la Conferenza Europea sulle Infrastrutture di Ricerca, durante la quale è stata ampiamente illustrata la tabella di marcia pubblicata nell’ottobre 2006 dal Forum strategico europeo per le infrastrutture di ricerca (ESFRI), nella quale sono indicate 35 infrastrutture europee prioritarie considerate necessarie in alcuni settori scientifici chiave.
La Commissione europea già ha stanziato delle risorse all’interno del settimo Programma Quadro per finanziare in particolare la realizzazione di alcune infrastrutture di ricerca e la “fase preparatoria” di altre. I delegati hanno precisato inoltre che lo sviluppo di piani d’azione nazionali è un requisito fondamentale per l’esecuzione della tabella di marcia di ESFRI, e che bisogna prestare una particolare attenzione agli aspetti internazionali delle infrastrutture e al loro sviluppo.
Maggiori informazioni nel sito Web dell’ECRI:
http://www.ecri2007.de
Maggiori informazioni sul fondo per le infrastrutture all’interno del 7PQ al link:
http://cordis.europa.eu/fp7/capacities/research-infrastructures_en.html
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La Commissione apre una consultazione pubblica sui nuovi mercati mondiali per l'industria europea dell’ICT
Il 2 luglio u.s. la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere le opinioni dei soggetti
interessati in merito all'accesso al mercato e a questioni normative per mettere a punto la strategia comunitaria per la cooperazione internazionale in materia di ICT.
La Commissione intende infatti formulare una strategia comunitaria internazionale più ambiziosa e mirata per le ICT, che esplori nuovi mercati per le industrie dell'UE, migliori la competitività del settore europeo delle ICT sui mercati globali e promuova gli interessi dell'UE a livello mondiale. In particolare la Commissione chiede di collaborare a formulare una strategia internazionale (che sarà pubblicata nella prima metà del 2008) fornendo contributi in tre settori:
– questioni riguardanti la regolamentazione, l'accesso al mercato, il commercio, la cooperazione a livello di regolamentazione, norme, diritti di proprietà intellettuale, accesso allo spettro radio ed etichette radio intelligenti (RFID);
– ricerca e innovazione, concentrando l'attenzione sulla collaborazione per la ricerca nel settore delle TIC, l'infrastruttura di ricerca e il ruolo delle ICT nelle sfide globali fra cui l'efficienza energetica, l'invecchiamento della popolazione, l'assistenza sanitaria, ecc.;
– aspetti sociali, come la sicurezza delle reti e delle informazioni, la gestione di internet, il divario digitale fra paesi ricchi e paesi poveri e le azioni per migliorare gli accordi bilaterali esistenti con i paesi extracomunitari.
Il documento riguardante la consultazione pubblica può essere consultato all'indirizzo web seguente:
http://ec.europa.eu/information_society/newsroom/cf/itemlongdetail.cfm?item_id=3475 Torna al sommario
La commissione Industria del Parlamento vota il rapporto sull’European Institute of Technology
Il 9 luglio u.s. la commissione Industria del Parlamento europeo ha votato il rapporto dell’On. Paasilina sulla proposta della Commissione di creare un Istituto Europeo di Tecnologia (European Institute of Technology - EIT) sostanzialmente appoggiando l’idea della Commissione apportando pero’ alcune modifiche. I Deputati infatti vogliono che il nome dell’Istituto includa il termine “Innovazione” diventando “European Institute of Innovation and Technology”, al fine di riflettere quello che è il suo obiettivo primario: sostenere l’innovazione e la ricerca tecnologica a livello europeo.
Per quel che concerne la struttura, il Governing Board - formato da persone provenienti dall’industria e dal mondo accademico - avrà il compito gestire l’EIT e di scegliere le tematiche delle “Knowledge and Innovation Communities” - KICs (Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione) che dovranno essere – secondo gli eurodeputati - legalmente autonome dall’EIT.
I Membri della commissione Industria chiedono inoltre che l’Istituto venga fondato solo dopo una prima “fase pilota” in cui alcune KICs porteranno avanti alcuni progetti in aree particolarmente importanti per l’Unione europea quali il cambiamento climatico, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica.
I Deputati hanno anche richiesto che il Consiglio negozi con il Parlamento il finanziamento dell’Istituto: il totale del budget è stato stimato in 2,4 miliardi di euro per i primi sei anni, che dovrebbero venire finanziati da una combinazione fra pubblico e privato. La commissione parlamentare concorda con la Commissione ed il Consiglio che 308,7 milioni di euro dovrebbero pervenire dal budget comunitario, ma un accordo finale potrà essere raggiunto solo con una modifica delle prospettive finanziarie 2007-2013 da parte delle autorità budgetarie (il Parlamento ed il Consiglio). I parlamentari hanno proposto l’utilizzo dei fondi comunitari inutilizzati in altri programmi (che dovrebbero essere restituiti agli Stati membri) o il ricorso a prestiti e contributi da parte della Banca Europea per gli Investimenti (EIB).
Il dossier ora passa la voto in Plenaria previsto per la fine di settembre 2007.
http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/057-8889-190-07-28-909-20070706IPR08888-
09-07-2007-2007-false/default_en.htm Torna al sommario
Proposta di direttiva sulla trasferibilità dei diritti a pensione complementare
In occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo del 18 giugno, è stato adottato il parere di prima lettura sulla proposta di direttiva volta a migliorare la trasferibilità dei diritti a pensione complementare. Il testo emendato mira a chiarire il campo d'applicazione e le condizioni di acquisizione dei diritti ed a garantire un trattamento equo ai lavoratori che cessino un lavoro prima di aver maturato il diritto alla pensione
complementare.
Scopo della proposta è ridurre gli ostacoli - sia alla libera circolazione tra Stati membri che alla mobilità
all'interno di uno Stato membro - dovuti a certe disposizioni dei regimi pensionistici complementari. Tali ostacoli riguardano: le condizioni d'acquisizione dei diritti a pensione, le condizioni di salvaguardia dei diritti a pensione in sospeso e la trasferibilità dei diritti acquisiti. La proposta mira inoltre a migliorare le informazioni fornite ai lavoratori sulle conseguenze della mobilità sui loro diritti a pensione complementare.
Il tentativo di giungere ad un compromesso con il Consiglio già in prima lettura è fallito a causa del veto posto dalla delegazione ministeriale olandese sulla proposta. I Paesi Bassi dubitano che la direttiva consenta di raggiungere l'obiettivo di rafforzare la mobilità del lavoro. Ritengono infatti che, nonostante la proposta sia stata oggetto di 18 mesi di intensi lavori, il risultato è un testo molto annacquato con un lungo elenco di esclusioni che restringono ulteriormente il già limitato campo di applicazione.
Rilevano inoltre che non è chiaro quanti regimi pensionistici siano interessati e sostengono che l'impatto della direttiva sugli Stati membri sarebbe, in ogni caso, estremamente diseguale, dato che alcuni Stati membri non ne sono pressoché interessati. Hanno anche espresso il timore che, per motivi di incertezza giuridica, la direttiva possa portare a ricorsi dinanzi alla Corte di giustizia europea.
Non è quindi ancora chiaro il seguito che sarà dato a questa proposta di direttiva visto che, nel campo della sicurezza sociale, il Consiglio ha bisogno dell'unanimità per deliberare.
Per più ampi dettagli sui contenuti del testo adottato dal Parlamento si rinvia a:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?Type=TA&Reference=P6-TA-2007-0269&language=IT Torna al sommario
Analisi congiunta delle sfide del mercato del lavoro
Il programma di lavoro 2006-2008 del dialogo sociale europeo stabilisce che, al fine di contribuire ad un rafforzamento dell’occupazione e della crescita in Europa, le parti sociali europee intraprenderanno un’analisi congiunta delle sfide chiave alle quali sono confrontati i mercati del lavoro europei. L’analisi costituirà la base sulla quale saranno intraprese altre iniziative iscritte nel programma di lavoro (tra cui: individuazione di raccomandazioni congiunte da rivolgere alle istituzioni europee e nazionali, definizione delle priorità da integrare in un quadro d’azione sull’occupazione, negoziazione di un accordo autonomo o sull’integrazione dei gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro o sull’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita). In questo contesto, lo scorso anno le parti sociali (BUSINESSEUROPE, UEAPME e CEEP da un lato e CESE dall’altro) hanno avviato i lavori diretti all’elaborazione dell’analisi congiunta.
In occasione della riunione del Comitato del Dialogo Sociale – chiamato ad approvare formalmente il testo – svoltasi a Bruxelles lo scorso 20 giugno, non é stato possibile procedere all’adozione dell’analisi congiunta, a causa della richiesta dei sindacati di poter disporre di altro tempo per esaminare il testo e per completarlo con
la parte comprendente le raccomandazioni all’UE e agli Stati membri e le priorità d’azione per il futuro. In generale, il giudizio espresso dalla CESE sul documento è stato comunque positivo e la volontà è quella di preservare quanto più possibile il testo attuale; salve piccole modifiche di natura redazionale, si vuole evitare di introdurre cambiamenti radicali al fine di non dover riaprire le discussioni su aspetti sostanziali.
Il fronte datoriale ha accettato la richiesta dei sindacati di rinviare l’adozione del testo a settembre, ottobre al più tardi, rinunciando quindi a chiudere definitivamente le discussioni sul testo e rinviando a dopo la pausa estiva l’elaborazione della parte mancante (raccomandazioni + priorità). Nel corso del Social Affaire Committee che si è svolto il giorno prima, nonché della riunione preparatoria alla plenaria del Comitato del Dialogo Sociale, il documento ha raccolto l’ampio consenso di tutte le federazioni aderenti a Business Europe. Sebbene il testo contenga infatti alcuni riferimenti, espressioni o termini di non particolare gradimento da parte datoriale, tutti hanno concordato sul fatto che l’analisi rappresenti un testo equilibrato e soddisfacente e che, stanti le forti sensibilità sui temi trattati, sia il miglior risultato raggiungibile nel quadro di un negoziato con i sindacati. In termini di procedura le prossime tappe prevedono: l’elaborazione congiunta dell’ultima parte del documento – quella contenente le raccomandazioni e le priorità – e l’adozione dell’analisi congiunta al più tardi tra fine settembre e prima metà di ottobre.
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Comunicazione sullo stato di attuazione a livello nazionale della direttiva europea sul distacco dei lavoratori
Lo scorso 13 giugno la Commissione ha presentato la propria valutazione delle disposizioni nazionali di attuazione della direttiva sul distacco dei lavoratori, nonché dello stato in cui versa la cooperazione amministrativa. La direttiva sui lavoratori distaccati mira a far sí che le imprese che prestano servizi
distaccando i propri lavoratori in un altro paese UE non siano confrontate ad ostacoli inutili e che, allo stesso tempo, i paesi ospitanti dispongano di adeguate misure di controllo contro l’occupazione illegale e a tutela dei lavoratori.
La comunicazione rappresenta il seguito dato ad una prima comunicazione presentata nel 2006 che forniva una serie di orientamenti per la corretta applicazione della direttiva sui lavoratori distaccati, anche alla luce delle pertinenti sentenze della Corte.
Esaminata accuratamente la situazione in tutti gli Stati membri, la Commissione sostiene la necessità di iniziative urgenti per migliorare la cooperazione amministrativa, invitando gli Stati membri a rivedere una serie di misure di controllo. Per la Commissione, è incontestabile che le autorità nazionali possano controllare, in caso di necessità, anche attraverso ispezioni, che i fornitori di servizi obbediscano alle norme nazionali; tuttavia alcune misure appaiono eccessive in quanto vanno ben oltre la tutela dei lavoratori distaccati, ostacolando in modo ingiustificato la libera circolazione dei servizi nel mercato interno. L’assenza di una cooperazione
amministrativa tra paese d’origine e paese ospitante, l’accesso non ancora soddisfacente all’informazione e una serie di problemi d’attuazione transfrontalieri possono aver contribuito a determinare questa situazione. La comunicazione invita pertanto gli Stati membri a migliorare la cooperazione sia reciproca che con la Commissione e formula una serie di proposte dirette a migliorare l’applicazione della direttiva:
– promuovere l’uso del sistema di informazione del mercato interno (IMI) che, grazie a uno scambio sicuro e veloce di dati, permette la collaborazione tra Stati membri nonostante barriere amministrative, strutturali e linguistiche;
– istituire un Comitato ad alto livello di esperti per aiutare lo scambio di pratiche esemplari;
– garantire piena conformità al diritto comunitario e ad avviare, eventualmente, procedure d’infrazione contro gli Stati membri che non rispettino le libertà fondamentali dell’UE, nei modi interpretati dalla Corte di giustizia europea;
– continuare a controllare i dispositivi di recepimento degli Stati membri e la loro applicazione in tutti i campi relativi ai lavoratori distaccati;
– impegnarsi con le parti sociali e gli Stati membri in un esame approfondito dei problemi sollevati
dall’attuazione transfrontaliera (multe, sanzioni, ecc.) e del ruolo che l’UE può assumere nell’affrontare tali problemi.
Per scaricare il testo della comunicazione:
http://ec.europa.eu/employment_social/news/2007/jun/communication_en.pdf Allegato alla nuova comunicazione :
http://ec.europa.eu/employment_social/news/2007/jun/annex_en.pdf Torna al sommario
Prima fase di consultazione delle parti sociali sulla revisione della direttiva sui trasferimenti d’impresa transfrontalieri
Il 20 giugno la Commissione europea ha avviato la prima fase di consultazione delle parti sociali europee sul tema dei trasferimenti d’impresa transfrontalieri. Nel documento di consultazione si chiede alle parti sociali quali siano le loro opinioni riguardo all’analisi svolta dalla Commissione sullo stato di attuazione della direttiva negli Stati membri e all’eventuale necessità di introdurre delle modifiche alla direttiva e/o di intraprendere altri tipi di iniziative a livello UE sul tema dei trasferimenti transfrontalieri.
BUSINESSEUROPE ha invitato tutte le confindustrie nazionali ad inviare entro fine agosto i propri commenti sulle domande poste nel documento di consultazione in modo da poter predisporre in tempo utile una risposta alla Commissione.
Per il testo della consultazione:
http://ec.europa.eu/employment_social/social_dialogue/consultations_en.htm Torna al sommario
PMI Action Day “Thinking big!” organizzato da BUSINESSEUROPE, Bruxelles 21 novembre 2007
Il 21 novembre p.v. si terrà a Bruxelles un evento organizzato da BUSINESSEUROPE, espressamente incentrato sulle tematiche di più diretto interesse per le piccole e medie imprese. Riconoscendo il ruolo che le PMI
ricoprono come componenti fondamentali dell’economia europea, BUSINESSEUROPE si è fatta promotrice di un Action Day dedicato alle PMI dal titolo “Thinking big!”; l’evento, al quale parteciperanno rappresentanti di alto livello delle istituzioni comunitarie (tra cui il commissario Verheugen, responsabile per le politiche d’impresa e il commissario Dimas, responsabile delle politiche per l’ambiente), nonché CEOs di imprese di diversi paesi membri dell’UE, costituirà un’occasione per procedere ad uno scambio delle migliori prassi e ad un dibattito sui percorsi di successo che possano consentire ad una PMI di diventare un attore forte in grado di operare in un mondo gloabilizzato.
Il programma dei lavori della giornata è disponibile al seguente indirizzo Internet:
http://www.businesseurope.eu/Content/Default.asp?PageID=497 Per le iscrizioni, aperte a partire del 20 giugno:
http://businesseurope.e-
subscribe.eu/page.php?id=46&cid=5737&check=b4f72738ea9602e37fce8d0f65fafc2df9d02f43 Torna al sommario
L’industria danese pubblica il « Global benchmark report 2007»
La DI (Confindustria danese) ha pubblicato per il terzo anno consecutivo un documento che valuta come gli stati dell’OCSE stanno affrontando le sfide globali. Il Global benchmark report 2007 mette in evidenza i punti di forza e le debolezze in un mondo globale, fornendo una fotografia di come ciascuno Stato stia affrontando le
sfide e le opportunità della globalizzazione.
Il documento mette a confronto le performance dei 29 membri dell’OCSE e del loro tessuto industriale basandosi su 86 indicatori divisi in sei sezioni principali: conoscenza e competenze, flessibilità del business, impresa, costi e tasse, internazionalizzazione e apertura, competitività, crescita e sviluppo. Per quanto riguarda l’Italia, in nessun indicatore figura tra i primi tre paesi e si classifica particolarmente male in termini di
internazionalizzazione e apertura.
Oltre al benchmarking internazionale, il rapporto include due capitoli speciali che sono particolarmente importanti per l’industria: la futura strategia energetica e l’accesso al mercato.
Il documento completo è disponibile su:
http://www.di.dk/english/Shop/Productpage/?productid=5744 Torna al sommario
Relazione sulle emissioni inquinanti dell’industria nell’Ue
Il 7 giugno u.s. la Commissione europea e l’Agenzia europea dell’ambiente hanno pubblicato la seconda
relazione generale del Registro europeo delle emissioni inquinanti (EPER). Questa seconda relazione offre per la prima volta una panoramica completa delle emissioni all’interno dell’UE, fornendo i dati relativi alle emissioni di più di 50 sostanze inquinanti di origine industriale nell'Ue allargata ed in Norvegia. Il risultati della relazione rivelano una diminuzione delle emissioni per quanto riguarda circa i due terzi delle sostanze esaminate, in particolare delle sostanze azotate versate nell'acqua (-14,5 %), dei vari tipi di fosforo (-12 %) e delle diossine emesse nell'atmosfera (-22,5 %); si osserva però una tendenza in aumento delle emissioni di alcune sostanze quali il biossido di carbonio, che sono aumentate del 5,7% tra 2001 e 2004.
La relazione è consultabile sul sito internet del Registro europeo delle emissioni inquinanti:
www.eper.ec.europa.eu Torna al sommario
Proposta per adottare la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio dei prodotti chimici delle Nazioni Unite
Il 25 giugno u.s. la Commissione ha proposto di adottare l’attuale sistema europeo di classificazione delle sostanze chimiche al Sistema Globale Armonizzato delle Nazioni Unite (GHS). I criteri di classificazione armonizzati internazionalmente accettati e le misure previste per l’etichettatura saranno integrate in un nuovo regolamento europeo, che rimpiazzerà l’attuale classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze chimiche (Direttiva 67/548/EEC). Saranno inoltre introdotti nuovi criteri di classificazione, simboli di pericolo (pittogrammi) e frasi sull’etichetta, tenendo però conto di alcuni elementi che fanno parte dell’attuale legislazione europea.
Maggiori informazioni su:
http://ec.europa.eu/enterprise/reach/ghs_en.htm Torna al sommario
Efficienza energetica per le lampadine elettriche ed altri prodotti
Il 22 giugno u.s. si è tenuta a Bruxelles la prima riunione del Forum di consultazione europeo, un organo che sostiene la Commissione in previsione dell'instaurazione di soglie d'efficienza energetica e di esigenze ambientali applicabili ai prodotti utilizzatori d'energia. I rappresentanti degli Stati membri, delle ONG, dell'industria e delle associazioni, delle PMI, degli organismi di normalizzazione e le altre parti interessate comunicheranno i loro pareri a riguardo delle misure previste nel quadro della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia per migliorare l'efficienza energetica delle lampadine e degli altri prodotti. La Commissione lancerà a breve un nuovo studio sull'illuminazione domestica che potrebbe condurre, al termine del processo decisionale, alla soppressione progressiva delle lampade ad incandescenza dopo il 2009.
Maggiori informazioni sulla pianificazione degli studi, le misure d'attuazione e gli indirizzi dei siti Internet che presentano gli studi nel settore sono disponibili alla pagina Web:
http://ec.europa.eu/energy/demand/legislation/eco_design_en.htm Torna al sommario
Verso una Carta europea dei diritti dei consumatori di energia
Il 5 luglio u.s. la Commissione europea ha lanciato una nuova iniziativa volta a rafforzare i diritti dei
consumatori europei di energia: una Carta europea. Lo scopo è di definire i diritti dei consumatori nel settore dell’energia elettrica e del gas in materia di contratti, informazioni, prezzi, composizione delle controversie e tutela in caso di pratiche commerciali sleali. Questi diritti saranno riportati in un unico documento che servirà ai consumatori per capire come esercitare i propri diritti nei mercati dell’elettricità e del gas, che dal 1° luglio 2007 sono aperti alla concorrenza.
La Commissione ha individuato quattro grandi obiettivi sui quali la futura carta dovrebbe basarsi: protezione più efficace dei cittadini vulnerabili; migliore informazione dei consumatori; meno pratiche amministrative per cambiare fornitore; tutela dei consumatori dalle pratiche commerciali sleali.
Per maggiori informazioni sulla “Carta dei diritti dei consumatori di energia”:
http://ec.europa.eu/energy/energy_policy/consumers/index_en.htm Per maggiori informazioni sulla politica energetica dell'UE
http://ec.europa.eu/energy/energy_policy/documents_en.htm
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Il Parlamento europeo vota il parere sul pacchetto liberalizzazione dei mercati dell’energia
In vista del prossimo pacchetto sulla liberalizzazione dei mercati dell'energia, il Parlamento ha adottato la relazione di Alejo VIDAL-QUADRAS ROCA (PPE/DE, ES) che sottolinea la necessità di incrementare gli sforzi per istituire una politica energetica comune «basata su una visione più ampia dell'interesse comune europeo nel settore energetico, rispettando le caratteristiche nazionali e consentendo agli Stati membri di mantenere i loro mix energetici per diversificare il più possibile le fonti e i produttori di energia».
Il Parlamento chiede agli Stati membri la rapida attuazione delle norme UE sulla liberalizzazione dei mercati di elettricità e gas e di non promuovere i campioni nazionali.
Per quanto rigarda l’unbundling, la relazione sottolinea che la proprietà pubblica riduce il gioco della
concorrenza nei mercati e la trasparenza per i potenziali investitori, e sollecita la separazione propirtaria della rete di trasmissione e l'aumento degli investimenti sulle infrastrutture, nonché l'eliminazione delle tariffe regolamentate e degli aiuti alle fonti non rinnovabili.
Trattamento a parte viene richesto per il settore del gas, dove il PE chiede la messa a punto di soluzioni specifiche «che consentano la realizzazione del mercato interno del gas, tenendo conto delle differenze tra i mercati a monte e i mercati a valle».
Sempre in relazione all’unbundling, i deputati invitano in partcolare la Commissione a presentare un'analisi in cui siano dimostrati il costo della separazione della proprietà e dell'ISO per gli Stati membri, gli effetti previsti sugli investimenti in materia di reti e i benefici per il mercato interno e i consumatori. Tale analisi, a loro parere, dovrebbe anche esaminare quali vantaggi si otterrebbero adottando l'impostazione di separazione della
proprietà rispetto all'approccio dell'operatore indipendente del mercato regionale.
Il Parlamento, d'altra parte, chiede alla Commissione di presentare una proposta equilibrata che consenta alle imprese di gas dell'UE di utilizzare gli investimenti in nuovi gasdotti a monte e contratti a lungo termine per aumentare il loro peso negoziale rispetto a paesi terzi. Insiste, tuttavia, sull'opportunità di non permettere ad alcuna impresa di un paese terzo di acquisire infrastrutture energetiche a meno che esista reciprocità con detto paese.
La relazione chiede infine che siano consentiti i contratti bilaterali di lungo termine a valle, in quanto forniscono un'opportunità per le industrie ad elevato utilizzo energetico di negoziare prezzi più contenuti e stabili per l'energia con i fornitori di loro scelta, sempreché non occupino una quota di mercato troppo importante e non impediscano ai clienti di cambiare fornitore.
I deputati accolgono con favore la proposta della Commissione di migliorare la cooperazione tra le autorità nazionali di regolamentazione a livello comunitario, attraverso un organismo UE. Sottolineano peraltro che i regolatori nazionali «dovrebbero rimanere l'unica autorità competente per le decisioni che interessano esclusivamente il loro mercato nazionale». Tali autorità, inoltre, devono essere «indipendenti, forti e dotate di competenze ben definite», al fine di garantire la piena applicazione e il rispetto della normativa da parte degli operatori del mercato e la creazione delle condizioni necessarie per adeguati livelli d'investimento e di
trasparenza.
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La commissione parlamentare ITRE si esprime sulle rinnovabili
La Commissione Industria, Energia e Ricerca (ITRE) del Parlamento europeo ha approvato, lunedì 9 luglio, il progetto di relazione presentato dall’on. Thomsen (Danimarca, gruppo socialista) sulle energie rinnovabili.
Prima del voto, quattro gruppi politici (popolari, socialisti, liberal-democrativi e verdi) hanno raggiunto un accordo su una serie di emendamenti di compromesso che hanno consentito un consenso molto ampio sulla relazione.
Tra i punti principali, si segnalano:
– la richiesta di prendere quale indicatore (per il raggiungimento dell’obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il 2020) i consumi finali di energia (e non i consumi primari);
– la richiesta di armonizzare e velocizzare le procedure di autorizzazione in materia di rinnovabili;
– la richiesta di fissare obiettivi settoriali vincolanti nei tre principali settori (generazione elettrica, trasporti, riscaldamento e raffreddamento);
– la richiesta di fissare, quale obiettivo a lungo termine, l’armonizzazione dei sistemi nazionali d’incentivazione delle rinnovabili (tuttavia, tali sistemi nazionali dovrebbero essere conservati in un primo tempo).
L’adozione della relazione in plenaria è prevista in settembre. La proposta legislativa della Commissione europea dovrebbe invece essere presentata in dicembre prossimo.
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Procedimento d'infrazione nei confronti dell'Italia in materia di distribuzione di carburanti
In data 27 giugno u.s. la Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all’Italia di modificare le norme relative all’installazione di stazioni di servizio. La richiesta è in forma di “parere motivato”: il secondo passo nella procedura di infrazione. Entro due mesi l’Italia dovrà fornire una risposta per non essere portata davanti alla Corte di Giustizia.
Il procedimento nei confronti dell'Italia verte sulle norme vigenti a livello statale e regionale nel settore della commercializzazione di carburanti che, attraverso una serie di limitazioni, rendono impossibile o estremamente difficile l'ingresso nel mercato italiano di nuovi concorrenti provenienti da altri Stati membri dell'UE. La
Commissione contesta le limitazioni previste da vari regolamenti vigenti a diversi livelli, in particolare: le condizioni da soddisfare, i requisiti strutturali imposti, le distanze minime, i requisiti in materia di orario d’apertura e “l’autocertificazione” del progetto.
I procedimenti d’infrazione agli Stati membri possono essere trovati all’indirizzo:
http://ec.europa.eu/community_law/eulaw/index_fr.htm
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Internal Market Scoreboard: Italia ancora indietro
Secondo l’Internal Market scoreboard, che la Commissione ha pubblicato il 2 luglio u.s., la percentuale di direttive sul mercato interno non recepite a livello nazionale è salito rispetto ai dati di gennaio 2007. Infatti il valore rilevato è del 1.6% rispetto al 1.2% di inizio 2007, ancora lontano dall’obiettivo dell’1% fissato dall’ultimo Consiglio europeo di Primavera. La Commissione interpreta comunque in maniera positiva questi risultati considerato che la maggior parte degli Stati membri sono sulla buona strada e che già nove Stati membri hanno raggiunto l’obiettivo del 1%. In questo contesto l’Italia resta ancora indietro con un deficit di recepimento del 2.7%. Per quanto riguarda le procedure di infrazione aperte siamo tra gli ultimi Paesi.
Il rapporto completo è disponile sul sito:
http://ec.europa.eu/internal_market/score/index_en.htm Torna al sommario
Cooperazione nell’ambito dell’insegnamento superiore e della ricerca
Il 18 giugno u.s. si è tenuta al Cairo la prima Conferenza sull’insegnamento superiore e sulla ricerca scientifica alla quale hanno partecipato i ministri dei Paesi della zona Euromed. La conferenza ha adottato una
dichiarazione che traccia la via da intraprendere per una cooperazione comune in questi campi, giudicati essenziali per l’avvenire dei Paesi del Mediterraneo. L’incontro ha evidenziato che la cooperazione nei Paesi mediterranei non riceve un’attenzione sufficiente in questi settori.
La dichiarazione adottata alla fine dell’evento stabilisce come priorità l’educazione superiore per la creazione di uno spazio comune, e l’intensificazione degli scambi universitari. Nella dichiarazione del Cairo i ministri si sono impegnati ad integrare i paesi partner del Mediterraneo nello Spazio europeo della ricerca (SER), promuovendo la creazione di collegamenti tra i centri di eccellenza della regione Euromed ed incoraggiando la partecipazione di questi paesi al Settimo programma quadro (7PQ). Il Comitato di monitoraggio per la cooperazione Euro- Mediterranea nella ricerca e nello sviluppo tecnologico presenterà i suoi risultati al Comitato Euromed nel 2008.
Maggiori informazioni al link:
http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=IT_NEWS&ACTION=D&SESSION=&RCN=27883 Torna al sommario
Primo rapporto statistico sulle relazioni tra Ue e sponda sud del Mediterraneo
Il 5 giugno u.s. Medstat, cellula di raccolta e di analisi di dati statistici dello spazio Euromediterraneo, creata da Eurostat sotto l'egida di EuropAid, ha pubblicato la sua prima relazione sugli scambi tra i Paesi della regione. Il rapporto, che riguarda gli anni 1999 - 2005, non riporta alcuna analisi ma solamente dei dati quantitativi ed evidenzia che l’ancoraggio del Mediterraneo all’Europa è una realtà tangibile. Il rapporto riporta ugualmente dati rappresentativi delle caratteristiche economiche, finanziarie e sociali di tutti i Paesi del Mediterraneo.
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La Commissione europea apre un’indagine sulle tariffe regolamentate dell’elettricità in Francia Il 13 giugno u.s. la Commissione europea ha avviato una procedura formale d'esame, ai sensi delle regole sugli
aiuti di Stato del Trattato Ce, sugli aiuti concessi a favore di grandi e medie imprese in Francia sotto forma di tariffe industriali regolamentate dell'elettricità artificiosamente basse, finanziate direttamente o indirettamente dallo Stato. La Commissione esaminerà se tali tariffe regolamentate costituiscono sovvenzioni pubbliche alle grandi e medie imprese e, in caso affermativo, se questi aiuti sono causa di distorsioni della concorrenza all’interno del mercato unico dell'Unione europea. I consumatori francesi possono infatti comperare la loro elettricità sia sul mercato liberalizzato, sia sul mercato regolamentato. Su quest'ultimo, comperano l'elettricità dai distributori designati dallo Stato francese, a prezzi regolamentati che attualmente sono nettamente inferiori a quelli dell'elettricità sul mercato liberalizzato. L'indagine aperta dalla Commissione sugli aiuti di Stato non riguarda tuttavia le tariffe regolamentate applicabili ai consumatori residenziali ed alle piccole imprese. Le parti interessate potranno presentare le loro osservazioni alla Commissione.
Maggiori informazioni nel sito Web:
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/07/815&format=PDF&aged=0&language=FR&guiL anguage=en
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Il quadro di valutazione analizza gli effetti negativi degli aiuti illegali.
Il 28 giugno u.s. la Commissione europea ha adottato l’aggiornamento di primavera 2007 del quadro di valutazione degli aiuti di Stato che approfondisce il tema degli aiuti illegali. Un aiuto di Stato viene considerato illegale quando vi è stata data esecuzione da uno Stato membro senza previa notifica alla Commissione o prima che questa assumesse una decisione a riguardo.
L’analisi, condotta su seicento decisioni prese dalla Commissione negli ultimi sette anni, dimostra che gli aiuti illegali costituiscono un problema specialmente nei grandi Stati membri: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna rappresentano il 73% dei casi.
Il quadro di valutazione evidenzia inoltre che l’importo di aiuti illegali effettivamente recuperato è aumentato in maniera significativa in questi anni. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi per garantire alle decisioni di recupero un’immediata ed effettiva esecuzione.
L'ultimo quadro di valutazione degli aiuti di Stato è disponibile all’indirizzo:
http://ec.europa.eu/comm/competition/state_aid/studies_reports/studies_reports.html Torna al sommario
Aperta indagine della Commissione sulla proroga del credito d’imposta della Finanziaria 2001
La Commissione europea, il 10 luglio scorso, ha aperto un’indagine approfondita sulla proroga del credito d’imposta previsto dalla Finanziaria 2001.
L’articolo 8 della legge finanziaria 2001 ha istituito un credito d’imposta per agevolare nuovi investimenti nelle aree svantaggiate del Paese. Gli investimenti agevolabili dovevano essere realizzati entro il 31 dicembre 2006, così come previsto anche dalla decisione della Commissione europea che ha autorizzato tale regime di aiuti di Stato.
La legge 17/2006 di conversione del decreto “milleproroghe” ha invece portato il termine per il completamento degli investimenti, per le imprese che hanno ottenuto il riconoscimento del credito d’imposta negli anni 2005 e 2006, rispettivamente al 31 dicembre 2007 e al 31 dicembre 2008.
Nelle prossime settimane un avviso sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue che illustrerà in sintesi il caso, le