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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani

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Infrastrutture, si alza il velo sulle opere con commissario, ecco il testo

di Massimo Frontera

Il Mit: i nomi solo dopo l'intesa con le Regioni. Schema trasmesso al Parlamento, parere entro il 27 gennaio

Mentre il governo sta navigando in acque particolarmente agitate, approda ufficialmente in Parlamento lo schema di Dpcm messo a punto dal Mit con la lista delle opere da commissariare.

Dopo varie indiscrezioni e bozze, il testo esce per la prima volta dall'ombra e consente di affrontare il tema chiave dell'accelerazione delle grandi opere, secondo l'input dato dal Dl Sblocca cantieri. Il testo è stato ricevuto il 7 dicembre, come si ricava dal protocollo (ma inizia la discussione solo un mese più tardi). La relazione illustrativa del procedimento è approdata in Parlamento pochi giorni dopo, porta infatti la data del 16 dicembre. La lista finale delle opere è contenuta in un allegato che porta la data del 30 novembre e che - come si evince dal testo del decreto - è stato inviato, oltre che condiviso con il Mef, il 1° dicembre (con nota del capo di gabinetto del Mit n.46933). L'annuncio all'Assemblea della Camera è di ieri, 7 gennaio 2021. Il parere è affidato sia alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti, che alla commissione Bilancio.

Il parere della Camera, non obbligatorio, va reso entro il prossimo 27 gennaio. Stessa scadenza per il Senato, dove il testo è stato assegnato alla commissione Lavori pubblici.

Lo schema che si legge nell'atto parlamentare n.236 elenca le opere - con il dettaglio descrittivo, la quantificazione del costo (necessario e finanziato) e i codici amministrativi - ma non indica i nomi dei commissari. Informazione, quest'ultima, non necessaria perché non prevista dalla norma istitutiva, ma che tuttavia era stata chiesta al governo dal presidente della Camera, Roberto Fico, per dare seguito al parere. Che sui nomi (o la mancanza dei nomi) ci sia stata una dialettica serrata tra governo e Parlamento si capisce anche dalla relazione di accompagnamento dello schema di Dpcm, che chiarisce la scelta del governo di posticipare la fase degli "abbinamenti" tra opere e commissari. Sulla scelta delle opere, dice in sostanza il governo, è giusto tener conto del parere del Parlamento prima di avviare il dialogo con le Regioni per l'intesa sul testo. La scelta dei commissari, invece, non deve essere oggetto di negoziazione con le Regioni, anche se è giusto tener conto del parere del Parlamento. Per questo motivo, i nomi dei commissari saranno indicati

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negli schemi dei singoli Dpcm di nomina del commissario all'opera commissariata, che saranno sottoposti al parere del Parlamento prima del loro perfezionamento.

«In sostanza - si legge nella relazione - la fase procedurale in sede parlamentare è stata considerata propedeutica all'acquisizione delle intese con i presidenti delle regioni, al fine di evitare di intraprendere interlocuzioni non suffragate da una condivisione, da parte del Parlamento, della scelta delle opere proposte dal Governo. Per le stesse ragioni non sono state avviate le attività di individuazione dei commissari da nominare, considerato che anche su questo fronte è fondamentale avere una reale contezza delle opere da commissariare prima di procedere alla scelta della professionalità adeguata da nominare. Si ritiene che la disposizione normativa determini vincoli procedurali e di rispetto delle prerogative costituzionali e dei ruoli istituzionali che sono salvaguardati, provvedendo ad acquisire l'intesa con i presidenti delle Regioni prima dell'adozione del Dpcm di individuazione delle opere. Con riferimento invece ai singoli Dpcm di nomina de commissari sulle opere individuate, su cui non è richiesta l'intesa con le regioni, i relativi schemi saranno sottoposti al previo parere delle competenti Commissioni parlamentari prima di essere adottati».

La lista delle opere

L'elenco riportato nello schema conta 58 interventi, dai maxi cantieri stradali e ferroviari fino alle infrastrutture puntuali, come per esempio la diga fornea di Genova di cui è stato annunciato in questi giorni l'avvio del dibattito pubblico, fino ad arrivare ai normali interventi di edilizia statale a servizio dell'amministrazione della giustizia. Si tratta ancora di una lista ampia, non toccata dalla revisione al ribasso, secondo le intenzioni del presidente del Consiglio, secondo indiscrezioni circolate nel dicembre scorso proprio nei giorni in cui lista veniva inviata in Parlamento.

Le opere stradali

La lista di 58 interventi si apre con le opere stradali, e con in testa la Statale 106 Ionica, dal costo complessivo indicato in 3.073 milioni di euro e finanziamenti per quasi 900 milioni, tra fondi Anas e Fsc. «Oltre al megalotto 3, in fase di realizzazione per 1.335 milioni di euro e interventi in corso di messa in sicurezza per circa 29 milioni di euro - si legge nel testo - il contratto di programma 2016-2020 prevede n.11 interventi per 1.888 Meuro, finanziati per 874,6 Meuro). È allo studio l'ipotesi di itinerario in variante su nuova sede tra Catanzaro e Crotone (importo 1.185 Meuro)». L'intervento per il «collegamento viario tra lo svincolo della SS 514 "di Chiaramonte"

con la SS 115 e lo Svincolo della SS 194 "Ragusana"»vale 754 milioni di euro ed è suddiviso in otto lotti funzionali. Punta a «dotare il settore sud-orientale della Sicilia di un collegamento stradale funzionalmente adeguato lungo l'itinerario Ragusa-Catania». Il tratto sarà lungo 69 km con due corsi per senso di marcia.

L'intervento SS 675 Umbro-Laziale «consentirà di completare l'itinerario Civitavecchia-Orte e quindi collegare, tramite un'infrastruttura a 4 corsie, il Porto di Civitavecchia» con la rete autostradale nazionale a cominciare dalla A1 Milano-Napoli. Costo 466,7 milioni. La tratta da realizzare conta 18 km con due svincoli (Monte Romano e Aurelia) per la connessione anche con l'Autostrada Tirrenica.

Il collegamento stradale Cisterna-Valmontone (incluso nell'architettura della futura autostrada Roma-Latina) ha un costo indicato in 655,6 milioni di euro (finanziato con 300 mln) prevede una doppia connessione, con la Roma-Latina (svincolo Campoverde) e con la A1 (in corrispondenza di Labico).

Rilevante anche l'importo per trasformare la Statale 4 Salaria che va da Roma ad Ascoli Piceno (1.110 milioni) in una superstrada. L'intervento include una quota di adeguamenti della attuale sede e interventi di nuova realizzazione di tratti a quattro corsie. «Nel Lazio gli interventi riguardano i Tratti Gra-Passo Corese, Passo Corese-Rieti, Rieti-Confine regionale», poi c'è la

"Smart Road Salaria" (totale regionale 715,3 milioni di euro). «Nelle Marche gli interventi riguardano i tratti confine regionale-Acquasanta Terme, Acquasanta Terme-Ascoli Piceno»

(totale regionale 395,2 milioni di euro).

Vale oltre due miliardi (esattamente 2.026 milioni) la E78 Grosseto-Fano, trasversale appenninica inserita nelle reti Ten. Il collegamento conta 270 km in totale, di cui 171 «ultimati e

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in esercizio». L'intervento del commissario dovrebbe concentrarsi sul lotto 4 da 105 milioni di euro «attualmente in fase di gara d'appalto», sul lotto 9 da 180 milioni «in fase autorizzativa sul progetto esecutivo». Rilevanti anche i 14 lotti per 84 chilometri che valgono oltre 1,7 miliardi di euro.

La SS 20 del Colle di Tenda ha un costo 139,6 milioni ed è in parte finanziato dal governo francese.

L'intervento consiste nello scavo di una nuova galleria a canna unica di 3,3 chilometri in direzione Italia-Francia, contestualmente all'ampliamento dell'attuale tunnel.

L'intervento sulla Statale 45 "della Val Trebbia" tra Rivergaro e la località Cernusca nel comune di Travo - dal costo di 149 milioni di euro - include la realizzazione del ponte provvisorio sul Trebbia, nel territorio del comune di Corte Brugnatella (Pc) dopo il crollo del ponte Lenzino.

L'opera d'arte di maggior rilievo è il viadotto di 180 metri a tre campate sul Rio Cernusca. La Statale siciliana 640 "Strada degli Scrittori" - dal costo di quasi un miliardo di euro (990 mln) - consiste nell'adeguamento a quattro corsie della strada esistente nei territori tra Enna e Caltanissetta.

L'intervento sulla SS 647 "Fondo Valle del Biferno" (177 milioni) consiste essenzialmente in opere di adeguamento sull'infrastruttura esistente in territorio molisano (impermeabilizzazione, consolidamenti, barriere di protezione). Anche l'intervento da 130 milioni di euro sulla SS 17 dell'Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico ricade in territorio molisano. Prevede vari interventi di adeguamento e la realizzazione di opere d'arte, come svincoli, gallerie e viadotti.

Chiudono l'elenco tre interventi al Sud per un importo di quasi 1,4 miliardi: la SS 16 Adriatica (247 milioni), la SS 89 Garganica (922 milioni) e la SS 212 della Val Fortore (207 milioni) che includono opere di adeguamento e nuovi tracciati in variante. Non figura più in elenco, invece, il collegamento Tarquinia-San Pietro in Palazzi della A12, cioè il tratto di 187 chilometri dell'autostrada Tirrenica.

Opere ferroviarie

Importi rilevanti anche per alcune delle infrastrutture ferroviarie, come la realizzazione asse AV/AC Palermo-Catania-Messina (8.769 mln) per ottimizzare il collegamento tra queste tre aree metropolitane, «migliorando altresì l'accessibilità dei principali centri del versante ionico e delle province di Enna e Caltanissetta». L'intervento è articolato in due lotti funzionali: Palermo Catania (7 lotti per un costo di 5,608 mld) e raddoppio Fiumefreddo-Gianpilieri (per 2,3 mld).

L'alta velocità/alta capacità Brescia-Verona-Padova (8.644 milioni) prevede interventi su quattro tratte. Anche il potenziamento Linea Fortezza-Verona (4.927 mln + ulteriori costi per i tre lotti 5- 7 in fase di project review) individua al momento quattro tratte.

Il potenziamento della linea Venezia-Trieste (1.800 milioni) include adeguamenti e potenziamento tecnologico accanto a interventi più impegnativi perché di nuova realizzazione come la variante di tracciato a Portogruaro, Latisana e Ronchi-Aurisina, oltre alla realizzazione di un nuovo ponte sull'Isonzo. Il completamento del raddoppio linea Genova-Ventimiglia con potenziamento tecnologico (1.540 milioni), prevede sia la realizzazione di nuove opere d'arte e nuove stazioni e fermate (anche in galleria), come Albenga, Alassio, Borghetto-Ceriale-Loano e Pietra Ligure, sia anche la dismissione di impianti esistenti.

Il completamento raddoppio Pescara-Bari (700 mln) è suddiviso in tre lotti funzionali: Ripalta- Lesina; Termoli-Campomarino; Campomarino-Ripalta. Poi c'è la Roma-Pescara, dal costo totale di 1,906 miliardi, che include una serie di nuove opere (per 602 milioni) e potenziamento della linea esistente (1,304 mld). Il potenziamento della Orte-Falconara - che impegna 3,753 miliardi di euro - si compone di 7 fasi. L'intervento di maggiore importo è il raddoppio della Foligno- Fabriano (1,919 miliardi). La realizzazione nuova linea Ferrandina-Matera La Martella vale 365 milioni di euro ha lo scopo di «collegare Mater con il sistema AV e potenziar l'offerta di trasporto pubblico locale sul territorio in termini di frequenza e qualità».

Il potenziamento della direttrice Salerno-Reggio Calabria (2.085 mln) si compone di due fasi:

quadruplicamento della Salerno-Battipaglia e adeguamento tecnologico e infrastrutturale della Battipaglia-Reggio Calabria. In Sicilia, la linea Palermo-Trapani via Milo (144 milioni) consiste nel ripristino di una linea previo potenziamento e adeguamento del tracciato (con modifiche). Il

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potenziamento della direttrice ferroviaria Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia - costo 1,477 miliardi - è suddiviso in tre fasi. Il raddoppio Codogno-Cremona-Mantova (1,32o miliardi) prevede, in una delle due fasi in cui diviso l'intervento, anche la realizzazione di una tratta in variante al tracciato esistente. La chiusura dell'Anello ferroviario di Roma vale 547 milioni.

Prevede il raddoppio della tratta Valle Aurelia-Vigna Clara, il nuovo tracciato Vigna Clara-Val d'Ala (con nuova stazione Tor di Quinto) e l'interconnessione con la Roma-Grosseto.

Il completamento del raddoppio della Pontremolese vale 2,304 miliardi ed è suddiviso in due fasi.

Non manca all'appello anche il nuovo tracciato della ferroviaria Napoli-Bari (5.887 mln). Sei le fasi indicate: Cancello-Napoli, Cancello-Frasso Telesino, raddoppio e velocizzazione Frasso Telesino-Vitulano, raddoppio Apice-Orsara, raddoppio Orsara-Bovino, raddoppio Cervaro- Bovino. Sul fronte del Tpl c'è la Metropolitana di Roma - Linea C (5.832 mln). Dal testo si ricava che «è disponibile il progetto definitivo della stazione Piazza Venezia nonché lo studio preliminare della tratta T2 da Piazza Venezia a Clodio/Mazzini».

Infrastrutture idriche

La messa in sicurezza del sistema acquedottistico del Peschiera è l'intervento di maggiore importo tra le infrastrutture idriche. Vale 600 milioni di euro e prevede il raddoppio del tronco superiore

«dalle sorgenti del Peschiera a Salisano che allo stato attuale ha più di 80 anni di vita ed è in funzione ininterrottamente sin dalla sua realizzazione, stante l'impossibilità di metterlo fuori servizio, per poterne verificare lo stato di conservazione». La messa in sicurezza traversa del Lago d'Idro vale 61 milioni di euro. Seguono una serie di interventi sulle dighe in Sardegna. Il completamento dell'ampliamento della Diga di Maccheronis (Nu) vale 6,5 milioni ed è separato dal ben più nutrito e impegnativo gruppo delle dighe di Monti Nieddu (Ca), di Medau Aingiu (Ca), di Cumbidanovu (Nu), di Pietrarossa (En-Ct); messa in sicurezza delle dighe Cantoniera sul fiume Tirso (Or), sul Rio Olai (Nu), sul Rio Govossai (Nu), sul Rio Mannu di Pattada a Monte Lerno (Ss), di Monte Pranu sul rio Palmas (Or). In tutto il costo è pari a 484,2 milioni di euro.

Infrastrutture portuali

Il capitolo porti include la Darsena Europa Livorno, la Diga Foranea di Genova e gli interventi a Palermo finalizzati al rilancio del polo della cantieristica navale nel porto della città. L'intervento di maggiore importo è quello toscano, che vale 860 milioni di euro e prevede la «realizzazione delle opere foranee di protezione e della nuova imboccatura portuale con approfondimento dei fondali e realizzazione del terminal contenitori». L'obiettivo della diga foranea di Genova - dal costo indicato in 700 milioni - è di «consentire l'operatività portuale dei terminali del bacino di Sampierdarena in condizioni di sicurezza in relazione all'accesso delle grandi navi portacontenitori». Tra gli interventi previsti a Palermo - per un costo di 155 milioni - c'è anche «la sistemazione de waterfront portuale» per aumentare la permeabilità tra porto e città.

Opere statali

Chiude l'elenco una serie di opere di edilizia statale, in varie città (Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Roma, Bologna, Genova, Torino e Milano). L'eventuale commissario - ammesso che venga confermata l'ipotesi di realizzare questi interventi con i "superpoteri"

commissariali - si dovrebbe occupare essenzialmente di ristrutturare caserme e commissariati per le Forze dell'ordine. L'importo complessivo stimato è di 528,4 milioni di euro.

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Il grave illecito professionale conta per

l'esclusione dalla gara solo se nel triennio

di Susy Simonetti

L'arco temporale decorre dalla data di adozione della determinazione amministrativa di risoluzione unilaterale

La risoluzione per inadempimento di un precedente contratto di appalto è irrilevante, per la qualificazione del grave illecito professionale con portata escludente dalla procedura di gara, se anteriore al triennio, decorrente dalla data di adozione della determinazione amministrativa di risoluzione unilaterale; la stazione appaltante è tenuta ,quindi, a una valutazione accurata del pregresso errore professionale in cui è incorso l'operatore economico , solo entro il limite temporale del triennio e con contezza di ogni comportamento scorretto idoneo a incidere sulla sua affidabilità. É questa la pronuncia del Consiglio di Stato, sezione III, con la sentenza n.7730/2020.

Un operatore economico ha presentato appello, per la riforma del giudizio di primo grado, perché escluso dalla procedura di gara indetta da una stazione appaltante per l'affidamento di un servizio sociale, con riferimento a due risoluzioni contrattuali che hanno integrato la causa di esclusione dell'articolo 80, comma 5, lettera c-ter) del codice degli appalti.

L'appellante , a supporto dell'impugnativa, ha contestato la violazione del principio di proporzionalità perché la stazione appaltante non ha ponderato e bilanciato la gravità delle risoluzioni contrattuali con le caratteristiche e la natura del servizio da rendere, e non ha tenuto conto di altri documenti prodotti a comprova della propria capacità professionale.

I giudici di Palazzo Spada non hanno accolto le censure e hanno operato una analitica ricostruzione della normativa applicabile, evidenziando che l'articolo 80 , comma 5, lettera c-ter del codice degli appalti, che dispone l'esclusione di un operatore economico che ha dimostrato significative o persistenti carenze nell'esecuzione di un precedente contratto di appalto, con

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conseguente risoluzione per inadempimento o con condanna al risarcimento dal danno, deve essere letta e interpretata in connessione con il successivo comma 10-bis , inserito dal Dl 32/2019, che delimita in tre anni il periodo entro cui un illecito professionale ha rilevanza escludente.

In sostanza laddove il legislatore utilizza l'espressione «durata dell'esclusione» e fa riferimento ai

«casi di cui al comma 5», è come se dicesse «la durata del periodo in cui è possibile disporre l'esclusione in base al medesimo fatto rilevante ai sensi del comma 5» corrisponde al triennio (CdS, sezione IV, n.4937/2020).

Per queste ragioni, una risoluzione per inadempimento di un precedente contratto è apprezzata dalla stazione appaltante, ai fini della valutazione di affidabilità e integrità dell'operatore economico, se intervenuta entro il triennio dal fatto pregiudizievole.

L'elemento fattuale che integra l'illecito può essere valutato, quindi, qualora maturato nel lasso temporale del triennio, che decorre dal momento del provvedimento di risoluzione, ovvero, se contestato in giudizio, dalla data di passaggio in giudicato della sentenza.

Nel caso di specie, l'esclusione dell'operatore economico, operata dalla stazione appaltante, è legittima perché le risoluzioni contrattuali sono intervenute entro l'intervallo temporale indicato dalla norma, conseguentemente, le stesse hanno formato oggetto di valutazione discrezionale, da parte dell'ente , circa l'incidenza sull'affidabilità professionale , in relazione alla fattispecie contrattuale, sia sotto il profilo della pertinenza che della rilevanza, con codificazione finale del grave illecito professionale .

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Edilizia scolastica fuori dal programma dei lavori pubblici

Confermati per quest'anno i poteri commissariali di sindaci e presidenti

Non si applicano per tutto il 2021 le disposizioni relative al programma triennale dei lavori pubblici e relativi aggiornamenti annuali per le opere di edilizia scolastica. Il comma 812 della Legge di bilancio 2021 modifica l’articolo 7-ter del Dl 22/2020 con cui erano state introdotte misure urgenti per incentivare gli interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica. Per garantire la rapida esecuzione dei lavori, anche in relazione all’emergenza da Covid-19, viene inoltre prorogato di un anno il termine per l’utilizzo dei poteri commissariali da parte di sindaci e presidenti delle province, ai quali è peraltro concesso di derogare a una serie di disposizioni del Codice dei contratti pubblici.

L’articolo 21 del Codice dei contratti (Dl 50/2016) stabilisce, a carico delle amministrazioni aggiudicatrici, l’obbligo di adozione del programma biennale degli acquisti di beni e servizi e del programma triennale dei lavori pubblici e relativi aggiornamenti annuali, nel rispetto dei documenti programmatori e in coerenza con il bilancio di previsione, secondo le norme che disciplinano la programmazione economico-finanziaria degli enti locali. I documenti di programmazione settoriale, tra i quali i programmi dei lavori pubblici e delle forniture, si considerano approvati senza necessità di ulteriori deliberazioni, in quanto contenuti nel Dup (decreto Mef del 18 maggio 2018).

L’atto presentato al Consiglio da parte della giunta entro il 31 luglio assolve dunque all’obbligo di adozione anche del programma dei lavori e del programma delle forniture. Questi documenti assumeranno la versione definitiva con l’approvazione degli strumenti di programmazione 2021/23. L’iter procedurale per l’adozione del programma triennale ed elenco annuale prevede la possibilità di presentazione di eventuali osservazioni da parte dei soggetti interessati nei 30 giorni decorrenti dalla sua pubblicazione sul sito dell’ente. L’approvazione definitiva del programma triennale, con l’elenco annuale dei lavori e gli eventuali aggiornamenti, avviene entro i successivi 30 giorni dalla scadenza delle consultazioni o comunque, in assenza di queste, entro 60 giorni dalla pubblicazione (articolo 5, comma 5, decreto 14/2018). La redazione del programma triennale dei lavori pubblici compete al soggetto referente, da individuare all’interno dell’ente, che riceve le proposte, i dati e le informazioni fornite dai responsabile unico del procedimento.

Questo soggetto è, di norma, il referente unico dell’amministrazione per la Bdap. Sono compresi

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nel programma triennale le opere pubbliche incompiute, i lavori realizzabili attraverso contratti di concessione o di partenariato pubblico privato o tramite cessione del diritto di proprietà o altro titolo di godimento di beni immobili. L’elenco annuale deve dare conto della previsione in bilancio della copertura finanziaria, della data prevista per l’avvio della procedura di affidamento nel corso della prima annualità del programma, del rispetto dei livelli di progettazione minimi e della conformità dei lavori agli strumenti urbanistici.

Il programma biennale di forniture e servizi e i relativi aggiornamenti annuali contengono gli acquisti di beni e di servizi di importo unitario stimato pari o superiore a 40mila euro. Nell’ambito del programma, le amministrazioni aggiudicatrici individuano i bisogni che possono essere soddisfatti con capitali privati.

Per garantire l’efficacia delle misure di sostegno pubblico al settore scolastico e maggiore celerità nell’esecuzione dei relativi lavori, viene ora sospesa l’applicazione degli articoli 21 e 27 del Dlgs 50/2016, in tema di atti di programmazione e procedure di approvazione dei progetti relativi agli interventi di edilizia scolastica. Nessun obbligo, almeno per un anno, di adottare il piano biennale degli acquisti e forniture ed il programma triennale dei lavori pubblici e relativi aggiornamenti annuali.

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Cantieri, 50 miliardi di Recovery ma sui commissari tempi lunghi

Crescono i fondi destinati ai settori dell'edilizia e degli investimenti pubblici. Conte manda in Parlamento l'elenco di opere da accelerare per 60 miliardi ma non ci sono i nomi

Il governo prova a spingere sulle grandi opere. Aumenta notevolmente le risorse del Recovery Plan destinate a infrastrutture, edilizia e rigenerazione urbana sfondando il muro dei 50 miliardi e manda in Parlamento un elenco di opere strategiche per 60 miliardi da accelerare tramite i commissari. L'invio di questo schema di Dpcm produce, però, più polemiche che apprezzamenti per due ragioni. La prima è che il governo se l'è presa assai comoda e ci ha messo sei mesi solo per dare il via al lungo iter di attuazione del decreto legge nato proprio per ridurre i tempi autorizzativi delle grandi opere. La seconda è che in Parlamento non sono stati mandati i nomi dei commissari, opera per opera. Quindi di fatto siamo fermi agli elenchi, largamenti concordati nella maggioranza, che vengono pubblicati sui giornali da mesi. Certo, ora l'elenco è ufficiale e rispetto alle precedenti ipotesi qualche opera entra e qualcuna esce . Tra quelle escluse dall'elenco (ma sostanzialmente perché sono state commissariate per altre vie) ci sono opere storiche come il Terzo Valico, l'Autostrada dei Parchi, la rete viaria in Sicilia e Sardegna e ricostruzione del fiume Magra.

Fuori anche l'Autostrada tirrenica che però non esiste più come progetto autostradale. Fra quelle entrate nell'elenco ci sono il Colle di Tenda, la Val Trebbia, la strada degli scrittori, la valle del Biferno, la Ss 17,la Ss 16 Adriatica, la Ss 89 Garganica, la metro C di Roma, il porto di Palermo e l'Alta velocità Brescia-Padova. Ma pur con queste modifiche la sostanza cambia di poco. E poi l'una e l'altra cosa messe insieme fanno sì che per mettere concretamente i commissari al lavoro passerà probabilmente un anno dal varo del decreto semplificazioni. Oltre alla nomina dei singoli commissari, manca infatti l'accordo con le Regioni sulle opere. Oltre, ovviamente al parere parlamentare sullo schema di Dpcm. Ma vediamo l'aumento dei fondi del Recovery plan che al ministero delle Infrastrutture sono stati accolti con soddisfazione. Il balzo più grande dell'intero piano lo ha fatto la missione 3 sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile che balzano da 27,8 a 31,98 miliardi, facendo posto soprattutto a un piano di potenziamento delle ferrovie locali (in gran parte nel Sud). Restano a 7,55 miliardi i trasporti locali sostenibili ma per l'edilizia possiamo considerare circa 3,5 miliardi (0,6 alle ciclovie e 2,9 alle metropolitane e tranvie) perché il resto va al piano di rinnovamento degli autobus.

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Una piccola quota (mezzo miliardo) andrà ai trasporti ferroviari e su gomma Idrogeno anche del capitolo Idrogeno.Restano 3,5 miliardi per il settore idrico, 2 miliardi per l'efficientamento energetico e sismico delle abitazioni pubbliche e private, mentre salgono a 6,5 miliardi le risorse per la rigenerazione urbana e l'housing sociale. Circa 2,5 miliardi dovrebbero andare al bando"qualità dell'abitare". L'elenco crescerebbe se si sommassero ancora le risorse per il Superbonus che però sono in gran parte sostitutive e comunque non spostano la scadenza già fissata a metà 2022. Fuori delle poste del ministero delle Infrastrutture c'è il dissesto idrogeologico che vale 3,97 miliardi. Il totale per l'edilizia supera i 52 miliardi.

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