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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.755, 21 ottobre

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(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI PRIVATI

Anno

XV

- Voi.

XIX

Domenica 21 Ottobre 1888

N. 755

LA FINANZA ITALIANA

Da notizie attendibili che ci giunsero in questi (dorai abbiam o motivo di credere che fo n . Maglioni abbia già fissato il suo piano di battaglia per le pros­ sime lotte intorno alla finanza dello Stalo. — Non sarebbe vero, quanto assicurarono alcuni periodici che il M inistro tra rrà argom ento dal rifiuto dei m inistri della g uerra e della m arina di acconsentire ad eco­ n o m ie 'n e i loro bilanci per ritir a r s i; e non sarebbe vero nem m eno che I’ on. Magliaro si presenterebbe alla Cam era con un program m a nuovo e schietto, nel quale sarebbe confessata la situazione alquanto difficile e sarebbero dom andati nuovi sacrifici ai con­ tribuenti.

Se, com e abbiam o fondato m otivo di ritenere, le nostre inform azioni sono esatte I’ on. Magliani in­ traprenderà alla Cam era la dim ostrazione dei seguenti punti :

1. ° Che la situazione finanziaria dello Stato è molto m igliore di quella che egli stesso on. Magliani non avesse preveduto nelle precedenti esposizioni, poiché, di fronte alle m aggiori spese, il disavanzo non è così forte come potevasi tem ere ;

2 . ® che lo stesso odierno disavanzo, il quale si aggira intorno a 60 milioni, è prodotto da cause straordinarie, le quali non si ripeteranno senza nuovi voti della C am era e quindi senza consenso del Go­ verno, e perciò la differenza tra le entrate e le spese essendo transitoria, non può destare alcuna preoccupazione ;

3 . ® che conseguentem ente non vi è alcuna ra­ gione per dom andare ai contribuenti nuovi sacrifizi inquantochè, se anche, nella peggiore ipotesi I’ equi­ librio perfetto del bilancio non si raggiungesse nel- l’ esercizio 1 8 8 8 -8 9 , si raggiungerà certam ente in quello 1 8 8 9 -9 0 .

A sostenere poi questa tesi, ed a giustificare le condizioni della finanza meno buone certam ente di quelle degli esercizi 1 8 8 0 -8 3 , l’ on. Magliani farà la esposizione di tutte le cose che da quattro anni a questa parte il G overno ha fatte, rico rd erà com e sieno state im piegate le maggiori entrate e di quanta urgenza fossero le maggiori spese ; riverserà la r e ­ sponsabilità di molti fatti sui m inistri della g u erra, della m arina e dei lavori pubblici, accennerà che uno dei fattori principali della finanza è l’ indirizzo politico del Governo, e concluderà dicendo che chi si sollevasse, contro l’ operato del M inistro delle F i­ nanze si solleverebbe contro la politica del G abinetto, politica che ebbe sem pre la approvazione delle due Camere.

Q ueste sarebbero adunque, le linee fondam entali che 1’ on. Magliani avrebbe tracciate per rispondere a possibili attacchi, od anche per esporre sem plice- m ente il concetto finanziario del G overno. Di rip ri­ stino del m acinato, di aum ento del prezzo del sale, di reim posizione dei decim i della imposta fondiaria, non solo non parlerebbe il M inistro, ma, se siam o bene inform ati, tali quistioui non sarebbero nem m eno mai state discusse dal Consiglio dei M inistri, e sarebbe poi m eno che mai esatto che I’ on. Crispi abbia in alcuna di quelle ufficiali adunanze esposti criteri di­ versi da quelli dell’ on. Magliani,

R isulterebbe adunque da ciò, che 1’ on. M inistro delle F inanze continuerebbe nello stesso sistem a da lai adottato già da parecchi anni : — afferm are re ­ cisam ente che la finanza dello Stato non desta preoc­ cupazioni ; — dire che il Tesoro può benissim o sostenere il peso del disavanzo di quest’ esercizio ed eventualm ente di quello dell’ esercizio p ro ssim o ; — d ichiarare che lo squilibrio esistente è transitorio, poiché sono strao rd in arie e transitorie le cause che lo hanno prodotto.

Se ne avessim o desiderio, potrem m o benissim o ri­ portare qui brani interi delle ultim e quattro o cinque esposizioni finanziarie dell’ on. M agliani, per provare che quello che, a quanto si afferm a, egli dirà pros­ sim am ente alla C am era, non è altro che la r ip e ti­ zione di quanto ha già detto per quattro o ‘ cinque anni consecutivi, afferm ando sem pre che trattavasi di cause straordinarie, prim a per supplire colla alie­ nazione delle obbligazioni ecclesiastiche ai disavanzi, poi, quando di obbligazioni non ne ebbe più, per riv ersare su! Tesoro l’am m ontare del disavanzo.

O rm ai abbiam o in tante occasioni dim ostrato in che consista l’e rro re dell’on. M agliani e quali sieno i punti deboli del suo program m a, che in verità non vale la pena di rito rn are a rip etere le stesse cose, recrim inando sul suo operato. Piuttosto a noi p are opportuno dire una parola sul futuro, e dirla colla usata franchezza.

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690 L ’ E C O N O M I S T A 21 ottobre 1888 quali risorse può disporre lo Stato per lenirla o per

guidarne il corso così che rechi il m inor num ero possibile di danni?

Questo, noi crediam o, ò il punto essenziale della situazione presente. Che il bilancio abbia un deficit di 60 milioni, e che questo deficit sia o no transi­ torio, è questione fino ad un certo punto secondaria, poiché se le previsioni dell’on. M agliani saranno e r­ rate, verrà poi qualche altro a riordinare la situa­ zione. Ma se, come tutto fa tem ere, la crise agri­ cola si inasprisse, quella industriale vi si aggiun­ gesse, se gli espedienti p er scongiurare la 'crise edilizia non fossero più bastanti (poiché le piastre borboniche non sono in quantità, infinita), se le difficoltà m onetarie continuassero ad essere m i­ nacciose, se infine la dim inuzione del traffico inter­ nazionale persistesse così dolorosa com e durante q u e­ sti prim i otto m esi, noi ci dom andiam o che cosa potrà fare lo Stato per venire in aiuto della pub­ blica economia.

Com prendiam o benissim o che 1* on. Magliani ci risponderà che se si verificheranno tutti i nostri se vorrà dire che una forza m aggiore sarà intervenuta a scom paginare i suoi piani: — noi gli risponde­ rem o però che la nazione ha diritto di dom andargli stretto conto di quella, se non splendida, alm eno buona situazione che aveva il bilancio 1882 e 1883, e deplorare che in quelli anni relativam ente prosperi non abbia saputo m antenere quella invidiabile situa­ zione finanziaria p er usarne a vantaggio degli anni cattivi i quali avrebbero senza dubbio seguito i buoni. Il paese può dire all’ on. M agliani: — daechè mi annunciaste l’avanzo di 50 m ilioni, io vi ho dato m eglio che 500 m ilioni di m aggiori entrate ; oggi che sono travagliato da tante sciagure, in parte dal G overno stesso create, in qual modo potete venire in mio aiu to ?

Se non erriam o, è sotto questo aspetto che si pre­ senta gravissim a nell’esercizio presente la situazione finanziaria, giacché oggi non è più. il bilancio con­ siderato in sé, ma il rapporto tra il bilancio e la situazione econom ica del paese che bisogna diseutere.

IL SOFISMA DELL’INDIPENDENZA ECONOMICA

I protezionisti sentono il bisogno di nobilitare la loro causa. Essi, volenti o nolenti, sono sotto la pres­ sura di u n sentim ento che li spinge a cercare degli argom enti a difesa della loro causa nell’arsenale del patriottism o. G iustam ente tacciati di cercare soltanto la tutela dei loro interessi, di anteporre anzi questi a quelli generali del p ae se , di sacrificare il m e­ glio della situazione econom ica del paese sull’altare delle loro industrie, essi si sono dati a proclam are il nuovissim o verbo che l’ Italia deve rendersi eco­ nom icam ente indipendente, com e si è resa già poli­ ticam ente. Q uesta tesi è stata ed è sostenuta nelle colonne di alcuni giornali che, od hanno incoraggiato il G overno a tenere la condotta che ha tenuto nelle trattative con la F ran cia, o hanno a lungo desiderato e poi caldam ente approvato l’ indirizzo decisam ente protezionista che il G overno ha adottato.

Y i sono degli assurdi e dei sofismi che è quasi ozioso cercare di denudare e confutare. Il buon senso del pubblico, anche, di quello meno dotto, riesce ad

afferrarne tutto il significato o m eglio com prende tosto che essi, non ostante le parvenze che assumono, non sono altro che abusi di logica, erro ri di fatto, falsi apprezzam enti. Di diversa indole ma egualm ente dannoso è l’argom ento della indipendenza economica di un paese, offerto a giustificazione di un indi­ rizzo protezionista. Esso riveste infatti un carat­ tere che basta da sé solo a farlo passare presso molti p er un argom ento di grande im portanza e quasi po­ trebbe dirsi indiscutibile. L’ Italia, si dice da quei grandi patriotti dei protezionisti, deve dirigere ogni suo sforzo a sottrarsi dalla dipendenza dell’ estero, deve provvedere da sé stessa ai suoi bisogni ; deve liberarsi dalla invasione dei prodotti esteri, in una parola deve fare da sé.

L'Italia farà da sè, tale fu il grido dell’Italia quando volle redim ersi dallo straniero e quello dev’ essere il m otto che f Italia economica ha da proporsi. Le con­ seguenze, secondo i banditori di questo program m a, nell’ordine economico sarebbero varie e tutte, non occorrerebbe dirlo, favorevoli alla prosperità m ate­ riale del paese. L ’ errore che qui si annida non ci pare difficile a provare. Se si parla di indipendenza politica siamo naturalm ente tutti d’accordo. Un paese ha o deve avere il diritto di reggersi a form a po­ litica com e m eglio gli conviene; nelle faccende do­ m estiche ogni nazione deve potersi regolare a suo talento e nulla di più giusto che la pertinacia del proposito di voler essere politicam ente indipendenti. Questa form a di indipendenza è essenziale per uno stato in quanto all’ infuori di essa non vi è che sog­ gezione, infiacchim ento della fibra m orale, rilassa­ m ento di ogni virtù. Essa non è però incom patibile con le relazioni cogli altri paesi; anzi è dalla indi- pendenza politica che sono sorte le relazioni diplo­ m atiche, e da essa che hanno derivato la loro ragione d ’essere tanti trattati internazionali.

O ltre l’ indipendenza politica possiamo im m aginare quella finanziaria. Un paese può avere, m ediante l’esercizio continuato delle v irtù previdenti, accum u­ lato tanti risparm i da poter dar vita a num erose im prese, senza bisogno di rico rrere all’estero. In tal caso, e in queste condizioni si trova da un pezzo l’ Inghilterra, il paese può dirsi senza dubbio, anche finanziariam ente indipendente. È la prerogativa dei paesi ricchi, i quali non solo hanno i capitali n eces­ sari allo svolgim ento della propria econom ia, ma possono prestarli ad altri paesi a condizioni più o m eno favorevoli. Q uesta specie di indipendenza non può essere conseguita da un giorno all’altro, ma è certo sem pre m eno lontana a m ano a m ano che procede l’ increm ento della ricchezza. Q uando l’Italia avrà ac­ cum ulali tanti risparm i, avrà accresciuto il suo stock di capitali, in guisa da poter far a m eno di ricor­ rere al capitale estero essa potrà dirsi sotto un certo aspetto finanziariam ente indipendente. E diciam o peti satam ente sotto un certo aspetto, perché non occorre ram m entare che l’ indipendenza assoluta, quella che si confonderebbe coll’isolam ento, non può esistere. I m ercati finanziarii sono solidali tra loro e, lo vo ­ gliano o no, un intim o nesso di dipendenza li lega lutti. La bufera che si addensa e si scatena sopra uno non lascia quasi mai incolum e l’ altro e per questo sarebbe assurdo cercare la indipendenza finan­ ziaria assoluta d ’un paese. Vi è un fatto m ateriale che non lo consente.

(3)

21 ottobre 1888 L’ E C O N O M I S T A 691 sogna, e in tal caso non sarebbe certo finanziaria­

m ente dipendente. S enonchè mai vi perverrà cor­ rendo dietro alle fisime di una indipendenza econo­ mica che non si potrebbe concepire all’ infuori del più perfetto isolamento. La storia econom ica, quella storia cbe i nostri patriottici protezionisti non do­ vrebbero considerare con tanto disdegno, non ci offre un solo esempio di un paese cbe abbia potuto p ro ­ sperare isolandosi dal resto del mondo p er ottenere la sua indipendenza. T utti gli Stali se hanno voluto guadagnare e accrescere quindi la loro ricchezza, hanno dovuto cercare di com perare e vendere quanto più era loro possibile. Questo non ha im pedito m ai di prom uovere lo sviluppo industriale con m ille mezzi, alcuni buoni, altri no, secondo i tempi e i luoghi, ma niuuo ha mai creduto possibile di otte­ nere la prosperità coll’ isolam ento. E p p u re quelli che vanno predicando nelle colonne dei giornali che il nostro paese deve m ettersi ora all’opera per con­ quistarsi la indipendenza econom ica, com e si è con­ quistato quella politica, se fossero coerenti, se avessero una chiara idea del sofisma che patrocinano d o vreb­ bero propórre addirittura l’isolamento economico. In tal caso non p iù im portazioni, ma neanche esportazioni, non più m arina m ercantile, non più proventi doga­ nali. L 'Italia faccia da se, dicono i protezionisti, e soprattutto non im porti m erci, perchè queste vo ­ gliamo produrre n o ia qualunque prezzo,non im porta, per im piegare i nostri e gli altri capitali al più forte interesse, salvo invece a lesinare sui salari degli operai, cui ad ogni m odo riserbiam o l’ inestim abile vantaggio di far aum entare il prezzo dei prodotti che essi consum ano. E vorrebbero im precare, se u n po’ di pudore non esistesse ancora, contro il Dio del bùon m ercato che gli econom isti liberali, special­ m ente per reazione alle esorbitanze dei sistemi do­ ganali del passato, hanno non senza ragione tanto esaltato.

Noi dom andiam o ai protezionisti qual’ è il paese che secondo il loro linguaggio possa oggi chiam arsi indipendente. Tutti im portano ed esportano ; chi più chi meno, tutti com m erciano e, strano a dirsi, quelli che stanno meglio sono precisam ente i paesi che hanno il com m ercio più notevole, che sono nel gergo protezionista i m eno indipendenti. Non diamo cifre perchè invero ci pare superfluo e dèi resto ognuno ha modo facilm ente di convincersene. Q ue­ sta m aschera del patriottism o cbe hanno adottato ora i protezionisti per far passare davanti alla folla il loro parto infelice della tariffa generale e dei dazi differenziali per la F rancia, ci pare una di quelle enorm ità che il buon senso non può tardare a con­ dannare. L ’indipendenza economica non può consi­ stere nel non vendere i nostri prodotti agricoli per fabbricare in casa quelli industriali, ma sta nel com ­ prare e vendere molto, perchè oggi è con la grande quantità degli affari che si hanno i più cospicui guadagni. E com e l’uomo è portato necessariam ente a scam biare i suoi prodotti contro quelli degli altri uom ini, così gli Stati, per quella grande legge di di­ stribuzione territoriale del lavoro che i protezionisti disconoscono, devono necessariam ente com perare e vendere, cioè scam biare. Nè I’ uno nè gli altri non sono per questo meno indipendenti e il giuoco dei protezionisti che fanno credere agli italiani dover essi ancora conquistarsi la indipendenza econom ica, è un fare a fidanza con una grande ingenuità, è un voler abusare della pazienza del paese già messa a

d are prova con questa politica di g u erra di tariffe. Noi non insisterem o a provare la fallacia d ell'a r­ gom ento con tanta com piacenza usato dai protezio­ nisti della neo-scuola patriottica. A noi è bastato m ettere in guardia i lettori contro u n m odo di r a ­ gionare che può presentare parvenza di verità se esam inato superficialm ente, ma che crolla alla p iù sem plice analisi. Q uanto ai protezionisti che si ser­ vono della indipendenza econom ica com e etichetta per le loro cupidigie, siamo persuasi che il paese non decreterà loro nessuna m edaglia e nessun m a u ­ soleo per siffatta specie di patriottism o che vuol rie m ­ pire le tasche per fas et nefas.

Il commercio italiano nel 1887

i.

Lo spazio non ci ha perm esso di pubblicare prim a alcune note sul volum e che la D irezione G enerale delle G abelle colla usala solerzia ha pubblicato in ­ torno al m ovim ento del nostro com m ercio in te rn a­ zionale d urante l’anno 1887.

Il valore delle m erci im portate nel 1887 (com ­ m ercio speciale) fu di L. 1 ,6 8 9 ,7 5 3 ,3 7 3 e quello delle m erci esportate di L. 1 ,1 0 9 ,5 8 1 .7 6 2 , quindi una eccedenza della esportazione di L. ,580,371,611. — La im portazione durante il quinquennio 1 8 8 2 -8 6 aveva dato una m edia di L. 1 ,4 3 1 ,1 2 9 ,1 9 5 p er cui il 1887 dava in più della m edia L . 2 5 8 ,6 2 4 ,1 7 8 ; la esportazione diede una m edia quinquennale di L . 1 ,1 3 2 ,5 1 9 ,9 8 6 e quindi il 1887 una differenza in m eno di L . 2 3 ,1 3 8 ,2 2 4 . T utte le categorie m eno tre diedero nel 1887 aum ento nella im portazione rispetto alla m edia del quinquennio 1 8 8 2 - 8 6 ; e le tre che diedero dim inuzione furono la prim a (spiriti, bevande ed oli) per 14 milioni, la quinta (canapa, lino, iuta ecc.) p er un m ilione e mezzo, e la decim aprim a (pelli) per oltre 13 milioni e mezzo ; così che le dim inu­ zioni furono per circa 29 m ilioni e mezzo e gli

aum enti, per 288 m ilioni.

In quanto alla esportazione, solo quattro cate­ gorie diedero aum ento in paragone della m edia del quinquennio 1 8 8 2 -8 6 e furono la prim a (spiriti, be­ vande ed olii) per oltre 38 m ilioni, la terza (p ro ­ dotti chim ici ecc.) p er 2 m ilioni, la ottava (seta) per 8 9 4 mila lire, la decim a seconda (m inerali e m etalli) per 46 m ilioni. 11 totale degli aum enti della esportazione sulla m edia dell’ anzidetto quinquennio fu di quasi 87 milioni e mezzo, il totale delle di­ m inuzioni di H O m ilioni e mezzo.

Il m ovim ento del nostro com m ercio dal 18 6 2 ad oggi ebbe, com e è facile im m aginare, varie vicissi­ tudini le quali si riepilogano nel seguente quadro che in m ilioni dà la im portazione e i a esportazione, dedotti i m etalli preziosi, e le differenze •*

A nn i Im portazione E sp o rta zio n e D ifferenza(mil. di lire) (mil. di lire)

(4)

692 L ’ E C O N O M I S T A 21 ottobre 1888 A nni Im portazione E sp o rta zio n e Differenza

•— (mil. di lire) (mil. di lire)

1869 935 791 + 143 1870 894 755 + 139 1871 961 1074 — 113 1872 1182 1162 -ì 20 1873 1261 1131 4- 129 1874 1295 978 -1- 317 1875 1207 1022 + 184 1876 1307 1208 4- 98 1877 1141 934 + 207 1878 1059 998 4- 60 1879 1247 1071 -f- 175 1880 1186 1103 4- 82 1881 1238 1164 4- 74 1882 1226 1149 - f 76 1883 1286 1181 4- 104 1884 1317 1065 + 252 1885 1457 945 + 511 1886 1454 1020 4- 433 1887 1600 999 4-601

Specialm ente negli ultimi anni è chiara la ten­ denza all’um ento della im portazione ed alla staziona­ rietà della esportazione. Però nel periodo dei 26 anni \ 8 6 2 -1 8 8 7 il totale del com m ercio ascese da 14 0 6 mi­ lioni a 2599, e dal 1871 al i 887, cioè da quando tutte le attuali provincia fanno parte del Regno, da 203 6 a 2599 quindi sono oltre 550 milioni di au­ m ento, cioè circa del 27 per cento.

Il m ovim ento dei metalli preziosi ha dato durante il periodo sopra indicato le seguenti cifre:

A nn i Im portazion e E sportazion e 1862 154,702 1,046,970 1863 209,595 ' 402,416 1864 154,430 189,762 1865 34,465 793,440 1866 1,364,170 4,691,000 1867 1,481,877 7,753,740 1868 1,457,665 1,473,710 1869 1,512,700 157,040 1870 1,350,610 974,559 1871 2,242,415 10,870,041 1872 4,101,706 4,938,420 1873 25,482,131 1,765,770 1874 9,347,410 7,269,926 1875 8,389,584 11,391,681 1876 20,142,915 8,356,348 1877 14,687,630 19,221,108 1878 11,687,630 46,702,810 1879 14,612, 920 35,161,350 1880 39,471,505 28,814,890 1881 93,299,070 27,075,410 1882 119,416,150 6,259,530 1883 94,083,025 18,319,630 1884 26,085,400 31,010,225 1885 117,470,805 188,502,780 1886 56,337,420 55,153,200 1887 89,002,040 110,507,080

D urante il lungo periodo adunque

4887 1’ Italia im portò dall'estero, se

D ifferenza 892,268 192,821 35,332 758,985 3,326,830 5,271,863 15,045 1,355,660 376,051 8,627,626 836,714 23,716,361 2,077,484 3,002,097 11,786,567 4,498,730 35,015,180 20,538,430 10,556,615 66,223,660 + 113,156,620 75,763,395 4,924,825 71,031,935 2,184,220 21,505,040 dal 18 6 2 al + + + + + + +

stiche com m erciali, meglio di 750 milioni e mezzo di m etalli preziosi, m entre la sua esportazione per I’ estero fu di 628 m ilioni, e quindi la differenza è di oltre 1 2 4 milioni in favore della im portazione. È noto però che, specialm ente sull’argom ento dei m etalli p re­ ziosi, le cifre delle statistiche doganali sono scarsam ente attendibili ; tuttavia supponendo che gli erro ri si trovino in egual m isura così nella entrata com e nella uscita, è utile vedere le anzidette cifre p er q u in

-quenni, e si ha:

Im portazione E sp o rta zio n e D ifferenza

1 8 6 2-6 6. . . . 1 8 6 7-7 1. . . . 1 8 7 2-7 6. . . . 1 8 7 7-8 1. . . , 1 8 8 1 - 8 6____ 1 8 8 7... 1,914,000 8,045. 000 67,464, 000 173,803,000 413, 393,000 89002.000 7,123,000 21.229.000 33.723.000 156.975.000 299.245.000 110.507.000 628,802,000 T o t a le ... 753,621,000 5-209,000 13,184,000 -+ • 33,741,000 -+• 16,828,000 + 114,148,000 21,505,000

Quando si tenga conto della principale perturba­ zione quella prodotta dal prestito per l’ abolizione del corso forzato, apparirà evidente la tendenza al- I’ aum ento così nella entrata com e nella uscita dei metalli preziosi con crescente prevalenza della espor­ tazione, specie negli ultim i anni.

P rim a di lasciare questo argom ento dei metalli preziosi diam o notizia sulla loro provenienza e sulla loro destinazione nel 1887.

Degli 89 milioni entrati in quell’ anno ve ne erano circa 7 milioni e mezzo d’ oro ed 81 e mezzo d’ar­ gento. L ’ oro greggio in verghe, in polvere e rottam i rappresentava L. 5,59 5 ,2 0 0 e quello in monete L. 2,17 9 ,3 0 0 e le provenienze erano le seg u en ti: p er le verghe, la polvere ed i rottam i

dalla Svizzera... L. 4,375,800 » F rancia... » 964,600

» Gran Brettagna » 226,200

» Germ ania... » 28,600

L .5,595,200

per le m onete d’ oro invece si hanno due sole pro­ venienze : — dalla F rancia per L. 1,1 7 1 ,8 0 0 , dal­ l’ A ustria L. 1,0 0 7 ,5 0 0 .

In quanto all’argento, la entrata fu di L. 4,195,940 p er le verghe, la polvere o i rottam i colle se­ guenti provenienze :

dalla Svizzera...L. 2,134,020 dall’A u stria... » 650,020 dalla G e r m a n ia ...» 370,720

dalla Confederaz, Argentina . » 392,560

dai possed. inglesi dell’Asia . » 280,000

dall’U r u g u a y ...» 229,040 Dalla F ra n c ia ... » 139,580

Le m onete d’argento entrarono per la somm a di L. 7 7 ,0 3 1 ,6 0 0 e di queste L . 5 7 4 ,8 0 0 dall’A ustria e L. 7 6 ,4 5 6 ,8 0 0 dalla F ran cia.

La esportazione dell’ oro fu di L . 24,380,600, delle quali in rottam i verghe e polvere per L. 5 04,100, quasi tutte per la F rancia, cioè per L. 46 8 ,0 0 0 ed il rim anente L. 3 6 ,600 per la Svizzera.

Le m onete d’oro che uscirono per L. 2 3 ,876,200 ebbero le seguenti destinazioni :

per la Francia. . . . L. 17,149,200 per la Svizzera. . . . » 4,801,900

per l’Austria...» 1,925,100

Rispetto all’argento la com plessiva esportazione fu di L. 8 6 ,1 2 6 ,4 8 0 di cui L. 8 2 ,8 6 4 ,4 0 0 in monete e L. 3 ,2 6 2 ,0 8 0 in verghe, polvere e rottam i, q u e­ s tu i tinta cifra era destinata in F rancia p er L. 1,882,400, nei possedim enti inglesi dell’Asia per L. 1 ,3 7 5 ,5 2 0 e infine nella Svizzera per L. 4,160.

Le m onete d’argento uscirono destinate :

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21 ottobre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 693

Rivista Bibliografica

Victor Modeste. — La Vie. — Étude d'économie po-litique. — Paris, Guillaumin, 1888, pag. 423

« C ercare l’unità delle cose sotto la diversità delle apparenze — scrive T A utore — rico n d u rre tutti i fenomeni a un fenomeno elem entare, tutte le leggi a una legge, è 1’ eterna aspirazione del pensiero, e il voto suprem o delle scienze. A lcune hanno rag ­ giunto lo scopo, altre lo intravedono.... Lo scopo di questo libro è di com piere uno sforzo in questo senso per la scienza di cui tr a t ta , cioè T economia politica.

« Suo oggetto infatti è di dare la prova, da una parte che il fondo di tutti i fatti econom ici, e per così dire la loro sostanza necessaria, è la vita; non la vita in generale, ma espressam ente la vita um ana e d’altra parte, che le condizioni in apparenza m ol­ teplici che la reggono, si risolvono in una sola legge analoga a quella che si denom ina in m eccanica, il principio della m inore aziono o l’ economia della forza, legge la quale si form ulerebbe così per la m ec­ canica sociale : produrre la m aggior somm a possibile di vita al prezzo della m inore spesa possibile di vita. » Abbiamo voluto rife rire con le parole stesse del­ l’A utore l’intento che si propone questo libro, perchè, a dir vero, dalla lettura che ne abbiam o fatta non ci siam o form ati un concetto esatto dello scopo suo.

Il signor Modeste ha portato all’ esagerazione una idea giusta e un principio scientifico che può avere in economia politica una adeguata e utile applicazione. Collegare i fenomeni econom ici alle leggi della vita, non dell’uom o solo, come fa l’A utore, ma anche delle società um ane, è com pito a rd u o , ma certo tale da allettare lo scrittore che vuol andare per vie poco battute.

Che il nostro A utore vi sia riuscito, ne dubitiam o fortem ente. Il suo libro si divide in cinque parli. Nella prim a dà le nozioni generali sul m ondo m ate­ riale, sulla vita e sui due m ovim enti delia vita, uno interiore, m ediante il quale la vita attinge dalle cose gli elem enti che conservano e accrescono la vita stessa, l’altro esteriore col quale la vita si proietta, si espande sulle cose. Ciascuno di questi due m ovi­ menti della vita sono studiati in apposite sezioni o parti del libro. Nella seconda parte il Modeste esa­ mina quindi la dom anda, noi direm m o le esigenze, i bisogni della vita, vale a dire il soggetto e poscia l’ og g etto , ossia il m ondo ed il suo contributo alla v ita ; studia com e si opera il m antenim ento della vita m ediaute le cose, nonché la lotta per la vita, la quale, dice 1’ A utore, « è un capitolo di m eccanica sociale, com e la m eccanica sociale è un libro della m ecca­ nica universale. » Nella parte terza il sig. Modeste tratta del secondo m ovim ento della vita, vale a dire, della trasfusione della vita nelle cose e p e rc iò co n ­ sidera le cose nelle quali può essere im piegata la vita, il modo del suo im piego, la lotta per codesto impiego, le form e della vita proiettata sulle cose, ecc. Argom ento delle ultim e due parti del libro è il com ­ m ercio della vita, e cioè le transazioni sociali, che l’A utore distingue in lecite e illegittim e, e di cui tratta appunto separatam ente. Esam ina anzitutto le condi­ zioni della cessione della vita e cioè la proprietà ed il contratto, poi gli oggetti che possono form are m ateria di transazioni lecite : la v o ro , c o s e , agenti

naturali. Quanto alle transazioni illegittim e , si oc­ cupa della proprietà del suolo, delle spoliazioni, della protezione doganale, della moneta fiduciaria, del c r e ­ dito, del prestito a interesse, e infine della lotta, del­ l’ economia e della estensione della vita nel c o m ­ m ercio della vita. Q uesta ultim a parte è certo la più discutibile dal punto di vista econom ico, perchè l’A u­ tore accetta e sostiene alcune eresie econom iche ; com e quella che nega la legittimità d ell'in teresse e l’altra che considera l’em issione di biglietti di banca in rappresentanza di effetti com m erciali com e un atto finanziario illegittimo.

Ad ogni modo, a parte le questioni che si rife ri­ scono a quelle che l’A utore chiam a transazioni ille­ gittim e nel com m ercio della vita, dobbiam o dire che se il libro fa prova di u a certo ingegno nell’A utore, esso però ci è sem brato assolutam ente sbagliato. In fondo, non ostante le pretese scientifiche della sua opera, il Modeste ci pare un metafisico che ha fatto un libro di fantasia, nel quale non m ancano tuttavia le osservazioni acute e le vedute qualche volta o ri­ ginali. Ma temiamo mollo che la pazienza dei lettori di questo libro non sia tanta quanta è necessaria per andare fino in fondo ; lo stile am polloso , un gusto per la rettorica assolutam ente fuor di luogo e so­ pratutto la monotonia che deriva dalla ripetizione continua dei m iracoli di quel Deus ex machina che è la vita, tem iam o debbano finire per stancare il let­ tore e p er disanim arlo dal condurre a term ine uno sim ile fatica.

Moreton Frewen. — The Economie Crisis. — London, Kegan Paul, Trench and Co, 1888, pag. 194.

L ’ A utore di questo scritto sulla crise economica non si distingue nè per una grande stim a della scienza econom ica, nè per un vivo am ore alle dottrine li­ berali. Egli si occupa principalm ente della grande controversia tra il bim etallism o e il monom etallism o e i vari argom enti sono trattati relativi alla questione m onetaria, e tutti con grande superficialità e con pre­ concetti troppo evidenti.

Il F re w e n è un credente nella virtù curativa del bim etallism o e cerca di confutare le opinioni soste­ n u te da vari scrittori, dal W ells tra gli altri, sulle cause della crise econom ica che dura da alcuni anni. P er lui adunque tutto il m ale, che si può com pen­ diare nel ribasso dei prezzi, deriva dall’opera legi­ slativa che ha proscritto l’argento e conseguentem ente egli vorrebbe che l’ argento fosse dichiarato valuta legale {legai tender) al suo valore reale in oro, che sarebbe come a dire secondo il rapporto 1 a 21 circa, anziché 1 a 15 1 /2 com e v o rrebbe il C ernuschi, e in generale la scuola bim etallista. P erò il F re w e n crede che una volta dichiarato l’ argento m oneta legale al suo valore in oro e di libera coniazione, si tornerebbe presto al rapporto 1 a 15 1/2 per la ac­ cresciuta richiesta del m etallo bianco.

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com-694 L ’ E C O N O M I S T A 21 ottobre 1888 plesso il volum e del F re w e n non ha nessuua im ­

portanza teorica, e solo come scritto di polemica può rieseire interessante a chi si occupa della questione m onetaria e della crise econom ica.

Annuaire de l’ Economie politique et de la Statistique, 1 8 8 8 , par M. M aurice Block et M. M.

T urquan, J. De Boisjoslin, J. Lefort, Renaudin e V ictor Y ot. - 4 5 e anneé. — P aris, G uillaum in et C.ie 1888, pag. 1182.

La libreria G uillaum in, tanto benem erita degli studi economici, al cui progresso coopera con num e­ rose e pregevoli pubblicazioni, ha pubblicato in q u e ­ sti giorni il solito Annuario di Economia politica

e di statìstica. D iciamo il solito, perchè esso conta or­ mai 45 anni di vita ed è entrato nelle abitudini degli studiosi; ma il volum e testé uscito contiene, come se m ­ pre, dei notevoli m iglioram enti a paragone degli A nnuari già pubblicati. La parte prim a dedicala alla F rancia è ricchissim a e la m ateria, assai più copiosa dell’A n­

nuario precedente è ordinata anche meglio. Vi ab­

biam o notato delle interessantissim e m onografìe sulle Casse di risparm io, sulle Società di m utuo soccorso, sulla pesca costiera ecc.

L a seconda parte è riservata alla città di P arigi, la terza all’ A lgeria e alle Colonie, la quarta ai paesi esteri e la quinta alle varietà. Anche in q u este di­ verse parti dell’ Annuario abbiamo potuto notare notevoli m iglioram enti; raccom andiam o soltanto agli egregi com pilatori di dare m aggior svolgim ento alla statistica com parata, com e quella che presenta una grande utilità per gli studiosi.

L’ Annuario edito dalla Gasa G uillaum in è del

rim anente cosi favorevolm ente noto che basta un sem plice annuncio per farlo conoscere ai lettori dell’ Economista.

Notizie. — N uove pubblicazioni pervenuteci :

Dalla Unione tipografico-editrice di Torino sono state pubblicate tre nuove dispense della Biblioteca dell'Economista, cioè le dispense 10 e 41 del v o ­ lum e X III, seguito del M anuale dello Schonberg e la dispensa 4 a del vol. IX - parte 5% seguito del­ l’opera Progresso e libertà di Enrico George.

La stessa casa editrice ha pubblicato la 9 2 a di­ dispensa del Digesto italiano contenente la continua­ zione della voce « Alto tradim ento ».

La Pétite Bibliothèque économique française et étrangère, diretta da J. Chailley, si è arricchita di un nuovo volum e dedicato a G. B. Say, contenente alcuni brani tolti dal Manuale di economia politica, e l’E pitom e. La raccolta è stata ordinata da H. Bau- d rillart, il quale ha premesso agli scritti del Say una ottim a prefazione, in cui espone lo stato della scienza econom ica prim a del S ay, fa la biografia di questi e ne espone succintam ente le idee.

Alberto Errera. — Istituzioni industriali popo­

lari (Motori per le piccole industrie, m achine, uten­ sili, p re v e n tiv i, dettagli economici e te c n ic i, istitu ­ zioni popolari, opere pie e piccole industrie, scuole industriali, case operaie, ecc.') - T orino, P aravia, 1888 pag. 277.

Prof. Carlo Menger. — Z u r T héorie des Capi­

t a l . — S ep aratab d ru ck aus deu « Jah rbiichern far N ationaloekonom ie u n d Statistik » — Jena F ischer, 1888, pag. 49.

Giovanni Marchese. — La trasform azione agraria

in pratica. Fascicolo prim o — Milano, 1888, pag. 63.

Dott. Icilio Vanni. — P rim e linee di un p ro g ram ­

m a critico di Sociologia. — P e ru g ia , tipografia San­ tucci, 1888.

Richmond Mayo Smith. — W age Statistics and

thè n e x t census of thè U nited States. — Boston, Ellis, 1888, pag. 29.

E. Masè-Dari. — Sciopero e coalizione di operai. -

Studio - T orino, P aravia, 1887, pag. 327.

Direzione Generale della Statistica. — Statistica

giudiziaria civile e com m erciale per l’anno 1 8 8 6 .- lntrnduzione. - Rom a, Tipografia E redi Botta, 1.888, pag. CX X IV.

Idem. — Statistica giudiziaria penale per l’anno

1886. — Introduzione. - Rom a - B o tta , 1 8 8 8 , pag. CXC1X.

Idem. — A nnali di Statistica — Statistica in d u ­

striale. Fascicolo X III. Notizie sulle condizioni indu­ striali delle provinole di F o rlì e di Ravenna, con una carta stradale industriale. - Roma , B o tta , 1888, pag. 119.

Alexander Doni. — E x p o rt-C o m p ass, 1888. —

Com m ercielles Jahrbuch für die Interessenten des österreichisch-ungarischen A usfuhr-H andels. - W ien, 1888, pag. 335.

Il Digesto italiano. — Enciclopedia m etodica e

alfabetica di Legislazione, dottrina e giurisprudenza. - Dispensa 93 (Sanità pubblica) e dispensa 9 4 (Dazi consum o), Torino Unione Tipografico-editrice.

ß ivista (Economica

L e f i n a n z e d e l l e g r a n d i c i t t àL ’a u m e n t o e l a d i ­ m in u z i o n e d e l l e f a m i g l i e in F r a n c i a .L e p r o p o s t e d e l l a C o m m is s io n e d’i n c h i e s t a f r a n c e s e s u l r e g i m e d e g l i a l c o o l s .

Le Bulletin annuel des Finances des grandes villes contiene dati alquanto interessanti sulla situa­ zione finanziaria, rendite e spese delie città più im ­ portanti d’ E uropa.

I dati contenuti in questa pubblicazione che fu fatta sotto gli auspici della Com missione perm anente del Congresso internazionale di statistica, sono in te­ ram ente officiali, essendo stali forniti dalle am m ini­ strazioni stesse delle città a cui si riferiscono, e da essi ne toglierem o alcuni dei più interessanti, deplo­ rando che essa non contenga indicazioni su di altre grandi città, quali L ondra, P ietroburgo, Rom a e M adrid.

P er im portanza di rendite e di spese la città di Parigi ha la suprem azia su tutte le altre con un totale di 2 6 4 ,4 2 1 ,1 0 2 fr. di rendite e 311,5 0 6 ,9 3 8 franchi di spese.

Viene dopo Berlino con 5 4 ,4 4 7 ,7 8 4 franchi di rendita e 5 1 ,5 3 8 ,5 9 5 di spese, e poi V ienna con 4 8 ,6 2 4 ,2 1 0 franchi di rendile e 5 4 ,7 8 2 ,1 3 6 franchi di spese.

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21 ottobre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 695 Budapest 5 7 .8 1 ; B erlino 4 5 .2 6 ; Copenhaguen 4 5 .4 8 ,

Torino 3 8 .3 3 ; Milano 3 1 .7 0 ; M osca 16.96. Quanto alle spese la media per testa è la seguente : Parigi fr. 135.55 ; Monaco 1 2 7 .8 1 ; Stockolm a 8 8 ,4 9 ; A m sterdam 7 8 .3 5 : V ienna 7 5 .0 7 ; Budapest 5 9 ,3 5 ; Berlino 4 2 .8 4 , Copenaghen 4 2 .7 2 ; Torino 3 8 ,6 5 ; Milano 31.25.

R elativam ente allo stato di fortuna, Parigi è la città che possiede annualm ente l’ attivo il più forte che ascende a un m iliardo e 629,005,031 franchi, sebbene i debiti lo sorpassino per la som m a di 233,0 2 6 ,4 1 0 franchi. La città di Milano ha un d e ­ bito che raggiunge la cifra di 4 8 ,668,527 franchi. Le città il cui attivo è il più ragguardevole sono le seguenti : Mosca con fr. 4 6 ,9 2 7 ,4 5 8 ; Copeuahaguen con 3 5 ,9 7 5 ,3 0 8 ; V ienna con 5 5 ,8 4 4 ,8 7 5 ; Monaco con 15,557,277.

Ecco adesso la cifre del passivo in debiti conso­ lidati o no. La media del debito m unicipale per in ­ dividuo è a Parigi di fr. 8 1 0 .2 4 ; a Stockolm a di 2 3 2 .7 6 ; a Milano di 2 1 9 .5 0 ; a Monaco di 200.-12; a V ienna di 198.67; a Berlino di 1 50.19 e a Copena­ ghen di 1 1 8.89 e a B udapest di fr. 104,66.

— Le vicende delle famiglie nobili o borghesi hanno attirato spesso I’ attenzione dei dem ografi e degli scienziati in genere, perchè il loro spegnersi, più o meno lento ha sem pre interessato com e uno dei fatti più curiosi che presenti la storia civile. È stato notato più volte ad esempio che la m aggior parte delle fam iglie nobili o borghesi cessavano di p e r­ petuarsi dopo qualche secolo di esistenza e scom pa­ rivano abbastanza prontam ente. A. de Candolle, Be- noiston de C hàteauneuf, H. Passy, L ittré, hanno tra gli altri dem ografi sostenuto quella tesi e L ainé nel 1846 dice di non avere trovato che 12 discen­ denti di 314 famiglie del X II secolo ; 380 fam iglie nobili secondo Benoiston de C hàteauneuf avrebbero avuto una durata lim itata a 300 anni.

11 doti. Lagneau ha fatto recentem ente una in ­ chiesta analoga per un piccolo com une di circa 8 0 0 abitanti avvicinando i nomi portati sopra un reg i­ stro del 15 5 5 coi nomi inscritti attualm ente sulle liste elettorali ed ha constatato che non ne sussistono più che 14, ossia 1 .7 p e r -100. L e famiglie di operai decrescono dunque come le famiglie nobili o borghesi.

Ecco com e il dott. Lagneau ha spiegato questa dim inuzione delle fam iglie all’ ultim a seduta dell’A c­ cadem ia di m edicina di P arigi. P artendo del fatto che al principio di questo secolo si contavano 4 figli (4,14) per m atrim onio e che alttualm ente non se ne contano che 5 (2,97) l’ autore ha cercato di valutare ¡’aum ento o la dim inuzione delle famiglie secondo eh’ esse hanno una media di 4 o di 5 figli. A questo seopo egli ha tenuto conto successivam ente della durata media di una generazione dalla nascita del padre fino a quella del figlio, ossia circa 51 anni; dalla frequenza dei m atrim oni sterili in rapporto al m atrim onio in generale, ossia un m inim o di 13 so ­ pra 100, della proporzione dei sessi dei figli ossia 105 m aschi per 100 fem m ine e finalm ente dal r a p ­ porto dei figli superiori ai 28 anni m orti senza es­ sersi sposati, ossia 6 decessi sopra 100 nati. Egli ha potuto constatare così che 100 famiglie aventi 4 0 0 figli, ossia 4 per m atrim onio, all’ ottava, nona e quindicesim a generazione dopo 217, 541 e 4 3 4 anni hanno rispettivam ente due, quasi tre e quattro volte un num ero di figli contraenti m atrim onio su ­ periore a quello della prim a generazione e cioè

2 0 1 ,2 9 5 e 392 figli coniugati in luogo di 100 alla prim a generazione.

Al contrario per le famiglie non aventi che tre figli la decrescenza della discendenza m aschile è r a ­ pidissim a. Così sopra a 100 fam iglie aventi 300 figli alla quinta generazione dopo 124 anni, più della m età non hanno più discendenza m aschile, 49 figli soltanto ccntraendo m atrim onio. Al settim a gen era­ zione dopo 186 anni quasi due terzi di queste 100 fam iglie non hanno più discendenza m aschile, 34 soltanto contraendo m atrim onio ; alla nona g en e ra­ zione dopo 248 anni i discendenti m aschi trasm ettenti il nom e paterno non rappresentano più che il quarto, 25 sopra 100 delle famiglie prim itive. F inalm ente alla quinta generazione, dopo 4 3 4 anni i nove d e ­ cim i, in 100 famiglie non ’hanno più discendenza m aschile.

Tale sarebbe secondo il L agneau la rapida dim i­ nuzione delle fam iglie aventi in m edia tre figli che è la proporzione attuale della natalità legittim a in F ran cia.

— I lettori ricorderanno certam ente che in F rancia qualche tem po fa è stata nom inata una Com missione di inchiesta estra -p arlam en ta re per lo studio del re ­ gim e degli alcools. Noi abbiam o già riferito som m a­ riam ente il rapporto di L eon S ay, presidente della Com m issione di inchiesta (V . L’Economista n. 741) Ora è uscita l’ ultim a parte della relazione che si occupa del lato igienico della questione. Ci lim itiam o per ora a riportare le conclusioni della pregevole relazione di Leon S a y , indirizzata al M inistro delle finanze.

« La Com missione convinta che i progressi del- l’ alcoolismo sono dovuti a un tempo all’ eccesso di consum o e alla cattiva qualità degli alcools consu­ m ati, raccom anda all’ attenzione del M inistro le con­ clusioni generali che seguono :

Essa dom anda che sian p reparate leggi e regola­ m enti tali da perm ettere :

1° Di sorvegliare la rettificazione degli alcools industriali e di proscrivere lo spaccio degli alcools il cui grado di im purità eccedesse un m assim o di tolleranza determ inata dall’ am m inistrazione.

2° Di sorvegliare lo spaccio [mise en venie) di tutte le bevande alcooliche, acquavite, liquori, vini ecc., e di estendere alle bevande spiritose nocive alla salute pubblica le disposizioni della legge del 1855, sulle falsificazioni le miscele (les mixtures et les me- langes).

5° Di esigere delle dichiarazioni preventive da tutte le distillerie industriali, agricole od altro.

41° Di abolire il privilegio dei bouilleurs de cru, ossia dei proprietari che distillano sul proprio fondo, per quanto riguarda la sorveglianza e di non accor­ d ar loro la franchigia dall’ imposta, se m ai, che per una quantità di alcools di 10 litri al più.

5° Di sorvegliare la fabbricazione, la vendita e l’ impiego degli alam bicchi ed altri apparecchi propri alla distillazione.

6° Di stabilire T imposta sui vini secondo la forza alcoolica tassandoli proporzionatam ente al grado.

7° Di perm ettere il vinage fino a concorrenza di 3 0 /o e fino al lim ite di 15 gradi nella m isura della tassa del grado alcoolico nel vino.

8° Di rinforzare la tassa delle licenze nel cal­ colo della parità tra la base del nuovo diritto per grado e le tasse diverse che ora esistono.

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690 L ’ E C O N O M I S T A 21 ottobre 1888 attuali dei diritti sulP alcool e il vino modificati come

è proposto più sopra nel loro modo di riscossione e nella base im ponibile per aum entare la m isura dell’ imposta tanto dal punto di vista delle nuove entrate che vi si potrebbero trovare, quanto da quello del freno da m ettersi all’ abuso dell’ alcool.

Le condizioni economiche della provincia di Bologna

La Cam era di com m ercio di Bologna ha p u b b li­ cato una interessante relazione sulle condizioni in­ dustriali e com m erciali del suo distretto cam erale. La relazione peraltro non si limita a parlare soltanto delle industrie e dei com m erci della provincia di Bo­ logna, ma si occupa altresì del movim ento della po­ polazione, della produzione agricola , delle banche, delle poste, ecc., in sostanza di tutto quello che sotto il punto di vista econom ico, può interessare la p ro ­ vincia. Nel ren d e r conto di questo esteso lavoro li­ m iterem o le nostre ricerch e all’agricoltura e alle in­ dustrie.

La provincia di Bologna è essenzialm ente agricola. Essa ha una superficie arabile del 65 per cento della superficie totale, e boschiva del 15 per cento. I suoi prodotti principali sono il fru m e n to , la canapa, il granturco, il risone, l’uva e le patate. La produzione norm ale di questi articoli ha dato nel periodo 4 8 6 3 - 1886 i seguenti estrem i:

Grano quint. 1,000,662 nel 1864 e 978,659 nel 1886

Canape » 266,400 » 1870-74 e 103,565 » 1884

Grantur. » 507,489 » 1884 e 386,987 » 1885

Risone » 186,392 » 1886 e 209,916 » 1870-74

Uva ettol. 708,420 » 1886 e 269,330 » 1884

Patate qnint. 109,109 » 1879-83 e 82,416 » 1870-74

Come si vede da questo prospetto il grano e la canapa sono i prodotti agricoli più im portanti della provincia bolognese e i prezzi estrem i ottenuti da essi nel periodo 1 8 6 3 -1 8 8 7 furono i se g u en ti:

FrnmentoL. 43,88 il qnint. nel 1° som. 1874 eL. 21,12 nil2°sem. 1887

Canape. » 110,23 » » 1873 » 74,96 » 1883

O ltre questi prodotti della terra la provincia di Bologna trae buon partito dall’allevam ento del be­ stiam e, e dalla produzione della seta. P er il bestiam e la produzione estrem a nel periodo 1 8 8 1 -8 7 ha dato i seguenti resu ltati:

1 88 1 1887 Manzi e manze . N. 277l57 30,671 Vitelli e vitelle . » 32,865 44,390 B uoi... * 31,132 30,050 Vacche... » 26,960 31,672 Pecore... » 70,646 84,926 Agnelli... » 30,851 8,600 M aiali... 2> 31,030 34,471 Asini... » 10,549 11,094

Anche l’allevam ento del bestiam e segna un in cre­ m ento nella m aggior parte delle specie.

Il raccolto dei bozzoli nel decennio dal 1878 a tutto il 1887 dette un movim ento di chil. 3 5 8 ,4 1 8 nel 188 7 e un m inim o di 232,919 nel 1879.

Passiam o adesso alle industrie.

L ’industria siderurgica non ha nessuna im portanza, inquantochè la provincia di Bologna è assai povera di

m iniere. Si sono fatti dei tentativi per estra rre del ram e e della lignite, ma con poco successo.

Nell’industria laterizia la più im portante è quella della produzione dei m a tto n i, che ascende annual­ m ente a circa 36 milioni di pezzi in 1 3 5 fornaci. In molte di queste fornaci dopo la fabbricazione dei m attoni, tegole, ecc., si fabbricano anche stoviglie di infima qualità, che vengono quasi tutte consum ate nella provincia.

Nelle industrie m etallurgiche e m eccaniche prevale la produzione di m acchine agrarie, di altri utensili p er uso degli agricoltori, e quella degli oggetti in ghisa per usi dom estici. La produzione com plessiva delle officine m eccaniche, tenuto conto delle m inori, si calcola in m edia a L. 2,2 5 0 ,0 0 0 . O ltre queste in ­ dustrie tiene u n posto im portante quella dei letti di ferro, degli spilli e degli spilloni.

F ra le industrie chim iche prim eggiano quelle della cera, delle candele steariche, dell’ acqua di Felsina, con una produzione di 150 quintali all’anno, e quello della terra Cattù in 196,000 scatolette rappresentanti in tutto un 14 quintali circa di produzione.

Nelle industrie alim entari è sviluppatissim a nella provincia la m acinazione dei cereali che si esercita in 100 m olini, dei quali undici, oltre che dalla forza idraulica, sono mossi da m acchine a vapore. A nche la produzione delle paste, per la massim a parte tortel­ lini, è abbastanza sviluppata, ma quella per cui, nelle industrie alim entari va rinom ata la provincia bolo­ gnese è la produzione dei salam i. Essa occupa più di 1000 persone, che in gran parte, per alcuni mesi dell’ anno vengono dall’A ppennino M odenese. Sono settanta gli stabilim enti che attendono alla lavora­ zione dei suini, i cui prodotti si m andano non solo in E uropa, ma in tutte le altre parti del m ondo.

F ra le industrie tessili la lavorazione delle canape tiene un posto notevole nel m ovim ento economico della provincia bolognese, m a è però quasi esclusi­ vam ente lim itata a quella prim a operazione che con­ siste nel rid u rre le canape greggie a gargioli. Oltre gli stabilim enti di gargioleria vi sono fabbriche di corde, e di filatura delle canape.

Confrontando il lavoro della filatura e la sua espor-tazione nel 4863

sultati :

e 4887 si hanno i seguenti re -Canape E sportazione V alore la v o r a te d ei filati d ell’esp ortazione

1863 quint. 7,658 quint. 6,475 L. 1,463,700 1887 » 4 4 ,300 )) 44,800 » 1 ,5 5 0 ,0 0 0 O ltre l’industria delle canape vi sono stabilim enti ove si fabbricano tessuti di lana , cotone e m isti. L ’industria della filatura della seta è in forte d ecre­ m ento non rim anendo nella provincia che due filande, una a Bologna con 76 bacinelle, e 1’ altra a Imola con 16.

La concia delle pelli è altra fra le industrie p rin ­ cipali della provincia. Le concie sono 42 mosse parte a vapore e parte a m otore idraulico, e il pro­ dotto principale è il coram e da suola.

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21 ottobre 1888 L’ E C O N O M I S T A 697

II comercio del Brasile nel quinquennio 1882-87

Le cifre che onderem o più sotto espónendo dim o­ strano che la produzione del Brasile è andata sem ­ pre a u m en ta n d o , e che il suo co m m ercio , se si è risentito della crise che attraversa da quattro anni, non ha per questo cessato di progredire in p ropor­ zioni, che fanno bene au gurare del suo avvenire. Ecco adesso i resultati nel quinquennio tanto della im portazione che della esportazione.

Importazione 1882- 1883... 190,263,850,000 reis 1883- 1884... 194,432,074,000 » 1884- 1885... 178,431,015,000 » 1885- 1886... 197,501,530,000 » 1886- 1887... 209,406,694,000 s» Totale . . . . 970,035,163,000 reis Esportazione 1882- 1883 ... 197,032,536,000 reis 1883- 1884 ... 216,014,500,000 » 1884- 1885 ... 226,269,654,000 » 1885- 1 8 8 6 ... 194,961,619,000 » 1886- 1887 ... 263,519,593,000 » Totale . . . . 1,097,797,902,000 reis

Come lo dim ostrano gli specchietti sopra rip ro ­ dotti, l’eccedenza della esportazione sulla im portazione durante i cinque esercizi è stato di 1 2 7 ,7 6 2 ,7 3 9 ,0 0 0 reis, ossia in cifra tonda di 25,532 mila per esercizio.

L ’im portazione e l’esportazione hanno subito una di­ m inuzione abbastanza sensibile nell’esercizio 1885-86 in conseguenza del ribasso del caffè che paralizzò l’im portazione, giacché è necessario osservare che gli im portatori brasiliani, più prudenti degli altri im p o r­ tatori dell'A m erica del S ud, hanno cura di m oderare le loro richieste in E uropa, allorché suppongono che il valore della esportazione debba dim inuire.

I principali articoli di esportazione sono il caffè, lo zucchero, il cotone, il caotchouc , il tabacco, i cuoj g r e g g i, il c a c a o , le castagne del P erù , e l’acquavite di canna.

Nel quinquennio 1 8 8 2 -8 7 le quantità esportate furono le seguenti :

Caffè... chil. 1,785,110,219 contos 716,875

Zucchero . . . ¡> 1,120,751,154 » 115,323 Cotone. . . . » 128,889,099 » 57,681 Caoutchouc . . » 41,189,322 » 58,305 Tabacco . . . > 104,776,199 » 29,938 Cuoj greggi. . » 58,754,620 » 27,275 Cacao . . . . » 20,166,625 » 11,316

Castagne del Perù » 17,954,753 » 6,455

Acquav. di canna litri 6,262,089 » 740

L’esportazione dei diam anti, d urante i cinque e s e r­ cizi suddetti, ha raggiunto la cifra di 2 ,4 3 8 contos; quella dell’ oro in polvere e in verghe, la cifra di 6,573 contos.

Non è dunque vero quanto si è scritto da alcuni giornali, che la produzione del caffè sia rim asta sta­ zionaria nel Brasile, poiché l’esportazione di q u e ­ st’articolo durante l’ esercizio 1 8 8 6 -4 8 8 7 oltrepassa di quasi 54 milioni di chilogram m i quella m edia dei quattro esercizi precedenti.

In quanto al cotone, se si è verificata una d im i­ nuzione, ciò si deve attrib u ire al m aggior consum o che l’industria locale fa di tale articolo, industria la quale fabbrica adesso m olti tessuti ordinari, che pos­ sono sostenere vittoriosam ente la concorrenza dei pro­

dotti sim ilari esteri. P er ciò che ha rapporto allo zuc­ chero e all’alcool, occorre che la fabbricazione ne sia m igliorata, se vuole lottare contro la concorrenza della barbabietola.

Il B rasile ha finito col com prendere che non do­ veva limitarsi alle sole coltivazioni dette di esporta­ zione, e che il suo territorio potendo p ro d u rre ogni altra cosa, esso doveva chiederli tutto ciò di cui ab­ bisognava. P ur non ostante non fu tralasciata la col­ tivazione del caffè, e ciò dim ostrano le cifre date più avanti.

In conclusione, il bilancio com m erciale del Brasile non è affatto sconsolante, una volta che d u ran te il periodo della trasform azione del lavoro libero, esso presenta un ’ eccedenza dell’ esportazione rispetto al­ l’im portazione di oltre 395 milioni di franchi per 5 esercizi.

Camera di Commercio di Siena e Grosseto.—

Nella tornata del 27 settem bre dietro invito fattole dalla Cam era di com m ercio di Bologna si occupava della questione del ribasso dello sconto, a proposito del quale la Cam era Bolognese aveva rivolto istanza al G overno, affinchè fosse fatta una riduzione sul tasso dello sconto ufficiale. Dopo lunga discussione sul punto di vista dal quale debba essere considerata la dim inuzione dello sconto, sui vataggi che essa può arrecare al ceto com m erciale, sul disequilibrio che una dim inuzione dello sconto potrebbe arrec are nell’economia generale, sulla lim itazione di circola­ zione imposta alle banche, sui recenti aum enti negli sconti messi in pratica da altre nazioni europee, sul tim ore di vedere andare all’estero la m oneta m etal­ lica, e sull’alternativa per il com m erciante o di non trovare il danaro necessario, o di averlo ad un saggio m aggiore : la Cam era apprezzando le ragioni esposte dal relatore deliberò non essere opportuno richiedere per il m om ento al Governo una dim inuzione dello sconto.

Notizie. — La Camera di commercio di Bologna

ha inviato una m em oria al M inistero di agricoltura e com m ercio che approva le note rim ostranze fatte dalla Cam era di com m ercio di F irenze circa la redazione ed applicazione delle leggi riguardanti gli interessi economici del paese. Da' ' quella m em oria stralciam o alcune delle osservazioni più rilevanti fatte dalla Cam era bolognese:

Il prim o inconveniente è che l’incertezza della in ­ terpretazione per quanto rig u ard a le leggi di finanza è resa m aggiore e più penosa dal metodo di riscos­ sione m ediante im piegati ad aggio: perchè essendo essi cointeressati, al m utar dei ricevitore m uta il criterio di interpretazione, non parendo che essi si ritengano vincolati uè da circolari interpretative, nè da ordini del m inistero o dell’intendenza, ed esigendo vcbe p er ogni singola contestazione si ricorra, anziché riconoscere l’ autorità di precedenti interpretazioni, siano esse date dalle autorità am m inistrative, o dalle giudiziario.

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698 L ’ E C O N O M I S T A 21 ottobre 1888 si presentano a richiedere informazioni su provvedi­

m enti annunciati dai giornali e ignorati dagli uffici, cui per prim i spetterebbe darne l’ annuncio.

E sim ile inconveniente si è ripetuto e si ripete anche per molte circolari che partono dal m inistero di a g ri­ coltura, industria e com m ercio.

Un’ultim a cosa sulla quale conviene richiam are l’attenzione, è l’apparente poco conto in cui sem bra tenuto il Consiglio dell’industria e com m ercio.

Non deve n eppur tacersi che alle Cam ere è quasi reso im possibile lo studio dei principali progetti di legge, non avendo esse altro mezzo di procurarseli che l’abbonam ento agli atti del P arlam ento, col qual mezzo quasi sem pre il progetto e la relazione si hanno a discussione com inciata.

Mercato monetario e Banche di emissione

La situazione del m ercato m onetario ha continuato a m igliorare a L ondra, sia p er l’ im portazione di danaro, sia perchè sono cessate le esportazioni per l’ A m erica del S ud. A questo ha contribuito anche la recente decisione del G overno argentino di m o­ dificare la legge sulle banche, la quale autorizza la em issione dei biglietti contro rendita 4 1/2 m ediante il deposito del valore m etallico della rendita alla Banca nazionale dove 1’ oro consegnato per questo titolo deve restare fino al 1° gennaio 1890, data fissata per ram m ortam ento del debito esterno. Q ue­ sta legge è stata m odificata in modo da rim ettere in circolazione 1’ oro accum ulato alla Banca im pie­ gandolo nell’ am m ortam ento del debito interno invece d ’ aspettare il 1° gennaio 1 8 9 0 , data del rim borso del debito estero.

Dalle provincie poi, come di solito, in quest’ epoca dell’ anno, hanno refluito a Londra biglietti e mo­ neta m etallica, sicché la situazione della Banca di Inghilterra ne ha avuto un sonsibile sollievo.

I cambi hanno alquanto declinato, e i saggi dello sconto e delle anticipazioni sono pure dim inuiti.

Lo sconto libero è a 5 1/2 O/o e i prestiti brevi sono contrattati a 2 e 2 1/2 O/o, e si parla di una riduzione del saggio m inim o officiale al 4 O/o, ma stante i bisogni della Scozia e altre esigenze pros­ sime non pare probabile una im m ediata riduzione dello sconto.

Sono attese dall’A ustralia 2 5 0 ,0 0 0 sterline circa ; m a dagli altri paesi non si ritiene debbano avvenire ora rilevanti esportazioni per l’ Inghilterra stante l’ alto prezzo del danaro sulle piazze del continente. L’ oro è sem pre assai ricercato a Londra e il suo prezzo è ora a 77 scellini e 10 1 /4 denari per oncia.

L a Banca di Inghilterra al 18 corrente aveva l’ in­ casso di 2 0 ,532,000 sterline in aum ento di 203,000; la riserva era pure aum entata di 538,000 ed i de­ positi privati di 1,26 3 ,0 0 0 ste rlin e ; il portafoglio era scem ato di 402 ,0 0 0 sterline e la circolazione di 335,000.

II m ercato francese non ha subito alcuna varia­ zione in meglio e il saggio dello sconto sul m ercato libero si m antiene alto. La Banca di F rancia ha continuato a dare oro e il suo incasso aureo è sce­ mato di quasi 14 m ilioni. Quello di argento è però aum entato di 5 milioni ; il portafoglio crebbe di

31 m ilioni, la circolazione di 30 m ilioni, le an­ ticipazioni di quasi 5 m ilio n i; dim inuirono i depo­ siti privati di 20 milioni.

Il cambio su Londra è declinato sensibilm ente ed è ora a 2 5 .3 6 . La perdita del cam bio sull’ Italia è a l 1/4. O/o, e lo sconto è a 3 7 /8

0/o-II m ercato am ericano conserva la sua buona si­ tuazione. I saggi dei prestiti e delle anticipazioni sono tra 2 e 4 O/o. Il cam bio su L ondra è salito a 4,8 4 , quello su Parigi è a 5,23 3 /4 .

Le Banche associate di Nuova Y ork al 13 cor­ ren te avevano I’ incasso a 8 5 ,1 0 0 ,0 0 0 dollari in aum ento di 20 0 ,0 0 0 dollari, erano aum entati i de­ positi di 1 ,7 0 0 ,0 0 0 e gli sconti e le anticipazioni di 1,600,000.

La riserva eccedente saliva a 1 0 ,3 7 5 ,0 0 0 contro 1 1 ,4 0 0 ,0 0 0 nella settim ana precedente. Le spedi­ zioni di m oneta am m ontarono a 5 1 8 ,4 4 2 doli, in oro e 16 4 ,3 0 0 in argento.

A Berlino lo sconto resta al 3 O/o e le disponi­ bilità sono abbondanti. Però la situazione della Beichs- bank al 15 corr. indica u n a nuova dim inuzione all’incasso di 6 m ilioni e mezzo di m a rc h i; il por­ tafoglio era dim inuito di 135 m ilioni, la circolazione di 40 milioni.

La Banca nazionale del Belgio ha portato lo sconto dal 3 1 |2 al 4 0 |0 .

I m ercati italiani sono nuovam ente sotto il peso del cam bio altissim o ; lo chèque su P arigi è salito a 101,15, il cam bio a tre mesi su L ondra è a 25,33 su Berlino a 123,85.

Situazioni delle Banche di emissione italiane

Banca Toscana di Credito

Passivo Attivo Passivo 30 settem bre

S

Cassa e r i s e r v a ...L . 5 ,396,031P ortafoglio...» 5,14% 536 A n t ic ip a z io n i...» 5 ,7 3 9 ,2 7 0 Oro e A rgento. ... » 5,0 6 9 ,6 0 0 Capitale v e r s a t o ...» 5 ,000,000 Ma-^sa di r is p e t t o ... » 485.000 C ir c o la z io n e ...> 13,443, 220 Conti cor. e a ltr i d eb iti a vista* 5,959

Banca Romana

15 ottobre Cassa e r is e r v a ...L . 25,412.612 *■ Portafoglio... » 36,520,925 -A n ticip a zio n i... » 65,483 Oro e a rg en to ...* 20,679,158 ■ C apitale v er sa to ...» 15,000,000 Massa di risp e tto ... » 4 ,436,978 i C ir c o la z io n e ...» 65,848,874 -, C onti cor. e a ltr i debiti a v ista » Banco di Napoli1,193,067

-Attivo Passivo? Attivo Passivo 30 settem bre C assa e rise rv a ... L . 103,998,065 P ortafoglio... » 148,052,086 A n tic ip a z io n i... * 42, 288,038 Oro e a r g e n t o ... ... » 9 5 ,161,048 f C a p ita le ...* 48,750,000 M assa di risp etto... » 20,950.000 C ir c o la z io n e ... .. 237,085,086 ^ Conti cor. e a ltr i d eb iti. 46,293,819

Banco di Sicilia Cassa e r is e r v a ... 30 settem bre L . 34,125.538 -i-Portafoglio... .» 3 5 ,8 70,784 A n tic ip a z io n i... .» 6,8 7 1 ,2 5 5 N um erario... ... .» 31,028,659 C a p ita le ... ..

Massa di risp etto ... C ircolazione...

.» 12,000,000 .* 5,0 0 0 .0 0 0 .» 4 8 ,6 69,954 4 -C onti cor. a ltr i d eb iti a v ista. .» 21,786,990

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