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IDI MARTINO, segretario, dà lettura del CCCLXXIX SEDUTA. v e n e r d ì 15 GENNAIO 197

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(1)

Resoconti P a r l a m e n t a r i — 5 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I Le g is l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 Ge n n a io 1971

C C C L X X I X S E D U T A

v e n e r d ì 15 G E N N A I O 197

Presidenza del V ice Presidente NIGRO indi

del Vice P residente GRASSO NICOLOSI

I N D I C E

C o n g e d i ...

Elezione del Presidente regionale:

P R E S I D E N T E ...

( V o t a z i o n e s e g r e t a ) ...

( R is u lta to d e l l a v o t a z i o n e ) ...

D E P A S Q U A L E ...

C O R A L L O - ...

G R A M M A T I C O ...

( V o t a z i o n e d i b a l l o t t a g g i o ) ...

( R is u lt a t o d e l l a v o t a z i o n e ) ...

P R E S ID E N T E . . . . . . . .

l o m b a r d o ...

Disegni di legge:

« E sercizio p r o v v is o r io d e l b il a n c i o d e l i a R eg io n e s ic ilia n a p e r l ’a n n o f in a n z ia r i o 1 9 7 1 » (6 9 8 /A ) :

p r e s i d e n t e...

GIUMMARRA. Presidente della CommissioTie e

r e l a t o r e ... ... . CORALLO * ...

t e p e d i n o...

l o m b a r d o * ...

P A S Q U A L E * ...

D I S T E F A N O ...

IN T E R D O N A T O = 5 ^ ...

c a p r i a * ...

(Votazione p e r .ap p e llo n o m in a le (R isultato d ella v o tazio n e) . .

19

8 8 11 12 12 17 18 18

20 20

La seduta è aperta alle ore 18,05.

I

DI MARTINO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, c , non sorgendo osservazioni, si intende app^o nato.

Congedo.

PRESIDENTE. Comunico che l’Assessore per il turismo, le comunicazioni e i trasporti, onorevole Natoli, ha chiesto sei giorni di con­

gedo, a decorrere da oggi, per motivi di salute.

Non sorgendo osservazioni, il congedo si intende accordato.

Elezione del Presidente regionale.

PRESIDENTE. Si passa al punto I dell’or­

dine del giorno : « Elezione del Presidente regionale ».

Ricordo all’Assemblea che, non avendo le votazioni svolte nella seduta precedente dato esito positivo, si procederà nella odierna se­

duta a nuova votazione, secondo quanto di­

sposto dal terzo e quarto comma dell’arti­

colo 9 del decreto legislativo del Capo provAd- sorio dello Stato 25 marzo 1947, numero 204, di cui do lettura:

« Quando nessun candidato abbia ottenuto la maggioranza assoluta predetta, l’elezione è rinviata ad altra seduta, da tenersi entro il termine di otto giorni, nella quale si procede a nuova votazione qualunque sia il numero dei votanti.

Ove nessuno ottenga la maggioranza asso­

luta dei voti, sì procede nella stessa seduta ad una votazione di ballottaggio, ed è pro­

clamato eletto chi ha conseguito il maggior numero dei voti ».

La votazione per il Presidente regionale si

Resoconti, f, 2

(3 0 0 )

(2)

R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a '

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X I X S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

effettua a norma dell’articolo 10 bis del Re­

golamento interno mediante segno preferen­

ziale su schede recanti a stampa il cognome e il nome di tu tti i deputati.

N uova votazione segreta.

PRESIDENTE. Indico la votazione a scru­

tinio segreto per l’elezione del Presidente re­

gionale.

Nomino la Commissione di scrutinio, che è composta dagli onorevoli Canepa, Romano e Scalorino.

Si consegnino le schede alla Commissione di scrutinio.

Dichiaro aperta la votazione.

Invito il deputato segretario a fare l’ap­

pello,

DI MARTINO, segretario, fa l’appello.

Prendono parte alla votazione: Attardi, Avola, Bombonati, Bonfiglio, Bosco, Buttafuo­

co, Cagnes, Canepa, Capria, Carbone, Carfì, Carollo Luigi, Celi, Corallo, D’Acquisto, D’Alia, De Pasquale, Di Martino, Fagone, Fusco, Germana, Giacalone Diego, Giacalone Vito, Giubilato, Giummarra, Grammatico, Grasso Nicolosi, Grillo, Interdonato, locola- no, La Duca, Dentini, Lo Magro, Lombardo, Marilli, Marino Francesco, Marino Giovanni, M attarella, Messina, Mongelli, Muccioli, Mu­

ratore, Nigro, Occhipinti, Pantaleone, Parisi, Rindone, Romano, Russo Michele, Sammarco, Sardo, Scalorino, Scaturro, Traina, Trincana­

to, Zappala.

E’ in congedo: Natoli.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Invito la Commissione di scrutinio a proce­

dere allo spoglio delle schede.

(Gli scrutatori procedono allo spoglio delle schede)

R isultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione;

Presenti e votanti . . 56

Maggioranza . . . . 29

Hanno ottenuto voti i deputati; L o m b a r d o ...26

De Pasquale . . . . 16

Marino Giovanni . . . 5

Capria ... 4

C o r a l l o ... 3

In te rd o n a to ...1

T e p e d in o ... 1

Nessun deputato ha ottemito la maggioranza assoluta prescritta.

DE PASQUALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PASQUALE. Signor Presidente, onore­

voli colleghi, per protesta contro il sistema di conduzione dell’attuale crisi della Regione, profilandosi già, dai risultati di questa prima votazione, la elezione di un Presidente civetta, cioè l’elezione di un deputato che- si dimet­

terà immediatamente; rinnovandosi, in que­

sta Assemblea im atto gravemente lesivo della dignità e del prestigio dell’organo legislativo e in previsione, quindi, del prosieguo di una situazione che compromette quasi definitiva­

mente la vita di questa legislatura, i deputati comunisti comunicano, a mio nome, che non parteciperanno, per protesta, alla votazione di ballottaggio.

CORALLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CORALLO. Signor Presidente, i deputati del Partito socialista di unità proletaria non intendono essere coinvolti in una procedura farsesca alla quale si è dato vita e nella quale si vuole irresponsabilmente persistere. Noi sia­

mo di fronte a quattro partiti che hanno co­

municato di avere la intenzione di dare vita a un governo basato sulla vecchia formula quadripartita. C’è una parte dell’Assemblea che è estranea a tali accordi e decisioni. Se c’è una maggioranza si manifesti; ma non e possibile che tale maggioranza dichiari di es­

sere maggioranza, si ritiri nel suo privato ostello a discutere non sappiamo bene di che cosa; dopodiché si chiama l’Assemblea e si vuole che assista impotente, a questo g^oco assai poco simpatico e responsabile.

(3)

R esoconti P a r l a m e n t a r i — 7 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n k t a i o 1971

Per queste ragioni, per sottolineare l’asso­

luta estraneità nostra in tutto ciò che avviene, a questo processo di macerazione e di avvili­

mento deir Assemblea, dell’autonomia e degli interessi della Regione, i deputati del Partito socialista italiano di unità proletaria dichia­

rano di non partecipare alla votazione, inten­

dendo con questo gesto significare la loro indi­

gnata protesta per i metodi e per il tipo di azione che sta svolgendo la cosiddettta mag­

gioranza dichiarata che non riesce però a con­

cretarsi in un governo.

GRAMMATICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAMMATICO. Onorevole Presidente, noi del gruppo del Movimento sociale italiano, pur non prendendo, in occasione delle votazioni, alcuna iniziativa, riteniamo di dovere prote­

stare per il modo come vengono condotte le trattative e soprattutto per il fatto che alla distanza di più di un mese e mezzo ancora non viene dato aUa Sicilia un governo. Mentre, d’altra parte, è noto a tu tti quanto drammatica sia dal punto di vista economico e sociale la situazione del popolo siciliano.

Nel protestare, noi intendiamo dirhnere le nostre dalle responsabilità precise che hanno i raggruppamenti politici della coalizione di centro-sinistra.

V otazione dì ballottaggio.

PRESIDENTE. Indico la votazione di bal­

lottaggio per l’elezione del Presidente regio­

nale fra i deputati Lombardo e De Pasquale, che hanno ottenuto, nella precedente vota­

zione, il maggior numero di voti.

La Commissione di scrutinio sarà formata dagli onorevoli Giummarra, D’Alia e Marino Giovanni.

Dichiaro aperta la votazione.

Invito il deputato segretario a fare l’appello.

DI MARTINO, segretario, fa l’appello.

Prendono parte alla votazione: Avola, Bom­

bonati, Bonfìglio, Buttafuoco, Canepa, Capria,

^eh, D’Acquisto, D’Alia, Di Benedetto, Di Martino, Fagone, Fasino, Fusco, Germanà, Giacalone Diego, Giummarra, Grammatico,

Grillo, Interdonato, locolano, Dentini, Lom­

bardo, Marmino, Marino Francesco, Marino Giovanni, Mattarella, Mazzaglia, MongeUi, Mongiovì, Muccioli, Muratore, Nicoletti, Ni- gro, Occhipinti, Ojeni, Pantaleone, Parisi, Russo Giuseppe, Sammarco-, Sardo, Scalorino, Seminara, Tepedino, Traina, Trincanato, Zap- palà.

E’ in congedo: Natoli.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazio­

ne. Prego i deputati scrutatori di procedere alle operazioni di scrutinio.

(I deputati scrutatori procedono alle opera­

zioni di scrutinio)

Risultato della votazione.

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti e votanti . . 47 Hanno ottenuto voti i deputati:

L o m b a r d o ... 32

De Pasquale 1

Avendo il deputato onorevole Lombardo ottenuto il maggior numero di voti, lo procla­

mo eletto Presidente regionale.

LOMBARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO. Onorevole Presidente, persì­

stendo le stesse condizioni politiche di cui alla mia precedente elezione, dichiaro di non ac­

cettare l’incarico.

PRESIDENTE. L ’Assemblea ne prende atto.

E’ indetta la conferenza dei capi-gruppo nel­

l’ufficio del Presidente dell’Assemblea.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19,05, è ripresa alle ore 20,00)

Presidenza del V ice Presidente GRASSO NICOLOSI La seduta è ripresa.

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

D iscussione del disegno di legge: « Esercizio provvisorio del bilancio della R egione sici­

liana per Fanno finanziario 1971» (698/A ).

PRESIDENTE. Si passa al punto III dello ordine del giorno; Discussione del disegno di legge: « Esercizio provvisorio del bilancio della Regione siciliana per l’anno finanziario

1971» (698/A).

Ha facoltà di parlare il relatore onorevole Giummarra.

GIUMMARRiV, Presidente della Commis­

sione e relatore. Onorevole Presidente, onore­

voli colleghi, il protrarsi della crisi ha consi­

gliato al Governo della Regione la presenta­

zione del disegno di legge sull’esercizio prov­

visorio del bilancio della Regione siciliana per l’anno finanziario 1971, che avrebbe do­

vuto essere autorizzato, secondo la proposta iniziale, sino al 28 febbraio. Essendo però in- ter\-enuto un accordo tra i capi-gruppo per, la limitazione al 31 gennaio 1971, la Giunta del bilancio presenta un emendamento con il qua­

le si propone di sostituire le parole: « non oltre il 28 febbraio 1971 », con le altre: « non oltre il 31 gennaio 1971 ».

Le ragioni e le finalità deiresercizio prov­

visorio non hanno bisogno di essere illustrate;

si tratta di assicurare la continuità ammini­

strativa della Regione siciliana. La limitazione al 31 gennaio può essere un invito ed uno sti­

molo ai partiti e ai diversi settori politici per adoperarsi prontam ente e con più concreto impegno per la risoluzione della crisi entro tale data, in modo che l’Assemblea regionale siciliana possa varare il nuovo Governo, al quale spetterà il compito di presentare il nuo­

vo bilancio e, quanto meno, di seguire la di­

scussione in Assemblea del bilancio dell’eser­

cizio 1971.

PRESIDENTE. Onorevole Giummarra, la prego di fare pervenire l’emendamento.

Chi chiede di intervenire nella discussione generale?

CORALLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CORALLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io vorrei preavvertire, molto leal­

mente, che per noi questa discussione gene­

rale non è un fatto formale. Lo dico ai colleghi che fossero impazienti o che premeditassero partenze anticipate. Mi dispiace di non potere usare alcuna cortesia ai colleghi che avevano in animo di lasciare Palermo questa sera, ma non ci sentiamo sinceramente di fa r passare come un atto di ordinaria amministrazione quello che noi riteniam o un fatto eccezional­

mente grave, un atto pericoloso, una dimo­

strazione di insensibilità e di irresponsabilità.

E’ vero che, allorché fu presentato in Giunta di bilancio il disegno di legge suU’esercizio provvisorio, noi non ci scandalizzammo. Già altre volte noi abbiamo autorizzato l’esercizio provvisorio. Ma debbo dire con franchezza che, nel momento in cui il governo dimissio­

nario chiese la concessione dell’esercizio prov­

visorio, la situazione si presentava in termini del tutto diversi; cioè, ci veniva preannun­

ciata una imminente soluzione della crisi.

Sicché la concessione deU’esercizio provviso­

rio avrebbe finito col coincidere con la nascita del nuovo governo ed avrebbe avuto soltanto un significato tecnico, cioè quello di consen­

tire al governo neo-eletto di provvedere rapi­

damente alle esigenze della spesa.

Purtroppo, però, la situazione si é andata modificando perchè l’ottimismo dell’onorevole Lombardo, che ha ripetutam ente, in sede di riunione di capi-gruppo, chiesto la fissazione di una data che sarebbe stata largam ente ba­

stevole alle esigenze del quadripartito, in real­

tà non è servito assolutamente a niente. Qui siamo, partiti da una crisi di governo che sembrava una crisi profondamente politica, che nasceva da una tensione morale di alto livello... (commenti dell’onorevole Lombardo)

Io vorrei pregare fraternam ente il collega Lombardo di essere un pochino più c o r r e t t o

nei miei confronti.

Dicevo che questa crisi, nata come crisi po­

litica, come crisi morale, come scontro fra due concezioni della vita politica, si é rapidamente deteriorata. Come se nulla fosse accaduto, nel giro di poche settimane noi abbiamo a v u t o

l’annuncio che non era successo niente, che si ridarà vita al quadripartito, che la crisi e un incidente di poco conto che non inciderà sul futuro della Regione siciliana. Il caso Ciancimino, le vicende • deU’Amministrazione comunale di Palermo, tutto questo non forma oggetto della discussione politica di oggi- quanto ci risulta dai giornali, il quadripartito è impegnato in tu tt’altro discorso; è impegnato

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 9 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 Gen n a io 1971

a discutere di enti regionali, di spartizione di fette di potere, di presidenze di enti, di con­

sigli di amministrazione. P er la verità si dice che non è vero del tu tto che i problemi della Amministrazione comunale e di quella pro­

vinciale di Palermo non siano presenti; ma sono presenti in m aniera ben diversa da quelle che erano le nostre attese. Sembra, cioè, che il Partito socialista italiano abbia deciso di u ti­

lizzare la crisi regionale, il prolungarsi della crisi regionale, al fine di imporre la sua par­

tecipazione airAmministrazione comunale ed airAmministrazione provinciale di Palermo.

Cioè siamo tornati all’antico tipo di crisi; non una crisi politica, non un dissenso morale, ma una diatriba sulla spartizione del potere e sulla presenza in tu tti i livelli del potere.

A questo punto la crisi non ci interessa più.

Se questa è la crisi, se questo è l’oggetto del contendere, la crisi non ci interessa. Sotto questo profilo abbiamo detto che, a questo punto, invitavamo i colleghi della maggio­

ranza almeno a fare presto. Se la tragedia era diventata farsa, almeno questa farsa fatela durare il meno possibile.

Ed invece no; invece si rinvia di settimana in settimana, come se non esistesse alcun pro­

blema, come se non si sapesse che siamo agli sgoccioli della legislatura, come se non si sa­

pesse che abbiamo ancora davanti a noi poche settimane di lavoro, come se non si sapesse che ci sono due grossi impegni ai quali l’As- serablea ha — sul suo onore — dichiarato di volere rapidamente assolvere. Uno è quello di votare la legge per la riforma burocratica.

Questo impegno abbiamo assunto tutti, ono­

revoli colleghi; lo hanno assunto tu tti i gruppi parlamentari, e lo ha assunto il Governo della Regione. Ma è questa legge che forse non si

^ o le ; sicché il sospetto che si voglia prolun- p r e la crisi per farci arrivare al punto in cui la soluzione della crisi significhi soltanto ave- J’e il tempo per discutere il bilancio e chiudere la legislatura affossando definitivamente e la riforma urbanistica e la riform a burocratica, questo sospetto non ci appare più campato in aria. Abbiamo motivo di ritenere che qual­

cuno stia puntando decisamente su una pro­

spettiva di questo genere. Siamo di fronte ad una maggioranza che si spacca, poi si ricuce,

^on dice su che cosa si è ricucita, non dice

^ e cosa impedisce, dopo il ricucimento, di J governo, si chiude nella sua torre

orio del grattacielo, non dice nulla, non

informa l’Assemblea, tiene l’Assemblea estra­

nea a questo travaglio, poi convoca l’Assem- blea a pretendere che i gruppi di opposizione, che sono estranei a tu tta questa vicenda, ven­

gano qui a reggere il moccolo, partecipando a votazioni-burla, per essere coinvolti nel di­

scredito generale che la pubblica opinione rivolge a questo tipo di attività onanistica, cui è costretta l’Assemblea; poi ci chiede l’esercizio provvisorio. E che cosa vuol dire chiederci l’esercizio provvisorio? Vuol dire chiedere a noi, chiedere ai colleghi comunisti, chiedere agli altri gruppi di opposizione di garbatamente concedere tempo e comodità alla maggioranza perchè continui per questa strada. Si vuole che noi, con il nostro voto, con il nostro consenso, con la nostra parteci­

pazione, si dica all’opinione pubblica siciliana;

ma certo! natm-ale! hanno ragione! l’eserci­

zio provvisorio, in modo che tutto possa an­

dare avanti tranquillamente! Garantiamo la ordinaria amministrazione, garantiamo al Go­

verno della Regione la possibilità di spesa, che è quello che interessa e il resto può continuare a dormire! L ’attività legislativa può continua­

re a dormire! Andiamo avanti così; poi chiu­

diamo la legislatura e tu tti siamo compromessi nell’avere seppellito la riforma burocratica, nell’avere seppellito la riforma urbanisttica, nell’avere arrestato bruscamente, traum atica­

mente, l’attività legislativa.

Questo non potete pretenderlo da noi; non potete avere la faccia tosta di pretendere que-.

sto da noi. Noi diciamo no all’esercizio prov­

visorio. Noi diciamo che voteremo contro lo esercizio provvisorio. E vorrei, in questo, chia­

rire un punto che così come è stato enunciato dall’onorevole Giummarra potrebbe indurre in errore. L’onorevole Giummarra ha detto che c’è stato un accordo dei capi-gruppo per ridurre da due mesi ad un mese l’esercizio provvisorio. Io non mi ritengo partecipe di un accordo di questo genere. Noi abbiamo detto che il chiederlo per due mesi rendeva ancora più grave la pretesa del Governo; che la no­

stra opposizione sarebbe stata ancora più fer­

ma e ancora più forte se ci fossimo tro­

vati dì fronte ad una richiesta di esercizio provvisorio per due mesi; che la richiesta di esercizio provvisorio per due mesi autorizza a pensare che nelle intenzioni della maggio­

ranza ci sia proprio quella di trascinarci ad una data non definìbile nel tempo.

La maggioranza sì è convinta dì questa no­

(6)

R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 10 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X I X S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

stra argomentazione, cioè ha avvertito la de­

bolezza della richiesta di due mesi, conviene sulla opportunità di ridurre ad un mese questa ricliiesta. Ci troviamo di fronte ad una richie­

sta che lascia sperare che la maggioranza abbia accolto questa nostra protesta; l’abbia accolta nella convinzione di potere, nel giro di qualche settimana, comporre i suoi proble­

mi, i suoi guai, i suoi dissensi.

Ma, onorevoh colleghi, sia pure così ridi­

mensionato, il problema resta un problema politico grave. Resta il problema di u n ’As- semblea regionale siciliana che viene para­

lizzata dall’esterno, che viene messa in con­

dizione di non funzionare in un momento particolarmente delicato della sua vita, nel momento in cui si avvia alla conclusione della legislatura; una legislatura, onorevoli colle­

glli, della quale, credo, nessuno dì noi potrà andare un giorno orgoglioso. Credo che nes­

suno dì noi potrà dure, con una venatura di orgoglio nella voce, ai nipoti: « Anch’io fui tra quelli » ; perchè è stata una delle peggiori, credo senz’altro la peggiore legislatura della Assemblea regionale siciliana. E c’era un ten­

tativo, sembrava si manifestasse una volontà concorde dì salvare il salvabile, dì qualificare in qualche modo questa legislatura, dì darle un senso, un contenuto, un significato politico.

Questo contenuto lo si voleva dare ,appunto, con alcune leggi qualificanti quah quella sulla riforma urbanistica e quella sulla riforma burocratica. In questi giorni, invece, ci stiamo giocando tutto. Noi non possiamo assistere cosi, passivamente, allo svolgersi di questo disegno distruttivo, a questa manifestazione di irresponsabilità, a questo attentato gra\ds- simo all’autonomia siciliana.

Ecco il senso del nostro discorso, onorevoli colleghi. Ecco il perchè del nostro no all’eser­

cizio provvisorio, che non deriva —■ questo vorrei che fosse chiaro — dalla meschina preoccupazione di legare le mani al Governo, di vincolare la spesa. Onorevoli colleghi, se fosse questo, se oggi noi avessimo avuto una maggioranza capace di esprimere un Governo che ci avesse detto: « signori, invece di affron­

ta re subito il bilancio, utilizziamo queste set­

timane per l’attività legislativa, per fare le riforme, dateci l’esercizio provvisorio per quattro mesi e poi, prima di chiudere la le­

gislatura, faremo il bilancio », onorevoli col­

leghi, noi non avremmo esitato un minuto ad accettare una richiesta di questo genere:

quattro mesi di esercizio provvisorio pur di sgombrare il terreno da ogni intralcio, pur di impegnare subito l’Assemblea nell’attività le­

gislativa.

Ma quando venite a chiederci l’esercizio provvisorio per dire all’Assemblea: « liberaci le mani, poi ti mandiamo in vacanza, noi tor­

niamo al grattacielo, alle nostre alte discus­

sioni, poi, tra quindici giorni, tra venti giorni, vi faremo sapere se siamo comodi o se non siamo comodi », noi a questo discorso ci ri­

belliamo, noi per questo discorso protestia­

mo; protestiamo non in nome nostro, ma in nome degli interessi generali che voi state calpestando ed umiliando, in nome degli inte­

ressi della Sicilia che voi state ignorando to­

talmente, presi solo dalle vostre beghe me­

schine, dai vostri giochi di correnti, di sotto- correnti, dalle vostre risse tra i partiti e all’in- terno di ciascun partito.

Ebbene, noi assentandoci dalla votazione, abbiamo voluto sottolineare il distacco totale nostro da tu tta questa vicenda, vogliamo sot­

tolineare tale distacco ancora una volta in sede di votazione dell’esercizio provvisorio, perchè sia chiara aU’opinione pubblica la re­

sponsabilità di ciascuno, perchè sia chiara la nostra assoluta estraneità ad una vicenda che non ha certam ente alcuna origine in noi, una vicenda che riteniamo veram ente triste, che vorremmo veder chiusa al più presto.

Noi non crediamo, onorevoli colleghi, al qua­

dripartito, non crediamo al centro-sinistra, non crediamo alla vostra capacità di Governo.

Siete lin’accozzaglia eterogenea di partiti, di correnti, di sottocorrenti, di gruppi. Ancora ieri sera, registrando alla televisione la tri­

buna regionale che andrà in onda domani, ancora ieri sera abbiamo avuto la polemica tra i partiti di governo; polemica politica, po­

lemica e rivalità di potere, abbiamo avuto questo quadro, certo non incoraggiante. Siete tu tti arroccati nel dire ; « Il potere non lo mol­

liamo, al governo ci restiamo e ci restiamo \ tutti! Che Ciancimino, crisi comimale di Va- | lermo! nessuno si muove, tu tti allineati e co- perti! ».

Allora, se questa è la vostra statura poli;

tica, se siete arrivati a queste c o n c lu s io n i,

almeno abbiate il pudore di fare presto; a lm e ­

no abbiate il pudore di non dare s p e t t a c o lo

delle vostre meschinità interne, almeno chiu­

dete rapidamente questa triste vicenda, r im e t­

teteci almeno i n condizioni di fare f u n z i o n a l e

(7)

R esoconti P a r l a m e n t a r i — 11 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

l’Assemblea, rim etteteci almeno in condizione di dare alla Sicilia quello che voi non sapete dare, ma che l’Assemblea nel suo insieme, al di fuori degli schemi del centro-sinistra, può ancora dare grazie all’azione di stimolo, di presenza, che noi non abbiamo mai cessato di esercitare.

Questo, onorevoli collegM, il senso della no­

stra posizione di questa sera, che abbiamo voluto rendere pubblica, aperta, perchè sia sconfitto il disegno, il gioco di chi, nel mo­

mento di tenere il governo, rivendica il mo­

nopolio, ma poi, quando viene il momento delle responsabilità, cerca di coinvolgere tutti, come l’onorevole Tepedino che parla non di

« maggioranza responsabile », ma di « classe politica responsabile ». Al momento delle re­

sponsabilità c’è la « classe politica », ci siamo tutti; al momento del governo c’è il quadri- partito, loro, il monopolio, chiuso a discutere, chiuso a comporre le basse beghe di potere.

No, onorevole Tepedino, qui non c’è una classe politica; qui ci sono dei partiti politici, ognu­

no col suo volto, con la sua fisionomia, con la sua politica. E noi, col suo permesso, non intendiamo che l’opinione pubblica neppure per un solo istante possa confonderci col suo partito, con la sua politica, con la politica che il suo gruppo fa alla Regione, al Comune di Palermo, alla Provincia di Palermo, al Go­

verno nazionale.

E’ in base a questa volontà di distinzione chiara e netta che noi questa sera voteremo contro la richiesta di esercizio provvisorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’ono­

revole Tepedino. Ne ha facoltà.

Te p e d i n o. Onorevoli colleghi, sono perfet­

tamente d’accordo con l’onorevole Corallo. Ci sono partiti che sono all’opposizione e partiti cne sono al Governo. Sotto questo profilo io capisco anche l’amarezza di questa constata­

zione fatta dal collega Corallo. E’ il gioco democratico.

Noi stasera siamo qui per decidere l’appro- dell’esercizio provvisorio. Non è con 0 aisfazione che lo facciamo, onorevoli colle- bln ^ un’amara necessità. La Regione è vato*^^ P^’^chè il bilancio non è stato appro- si n ’ possono pagare gli impiegati, non per ^ pagamenti che sono dovuti cessit'^P' ^ ’®®®^cizio provvisorio è una ne-

a tecnica, una necessità amministrativa

e come tale noi siamo qui per votarlo. Abbia­

mo accettato tranquillam ente la scadenza a fine mese, perchè siamo persuasi che entro la fine del mese si potrà concludere la crisi e il Governo della Regione potrà essere rico­

stituito. Ne siamo persuasi, e la prova della nostra convinzione sta nell’accettazione della scadenza di im mese. Tuttavia, questo non può esimerci dal dire che la lentezza nella rico­

stituzione del nuovo governo è motivo per noi di palese insoddisfazione.

GRAMMATICO. Chi è il responsabile?

TEPEDINO. E ’ il gioco della democrazia;

sono i tempi lunghi della democrazia. P u r­

troppo — capisco la sua amarezza — non mi può capire perchè lei è in una posizione no­

tevolmente, chilometricamente distante da questo gioco democratico.

GRAMMATICO. Dei quattro partiti, chi è il responsabile?

TEPEDINO. Dico purtroppo, perchè è im aspetto negativo; nessuno se ne può rallegra­

re. Noi auspichiamo che questo iter, che dura ormai da parecchio, possa essere avviato a so­

luzione rapidamente, entro il mese. E ciò per­

chè, onorevoli colleghi, noi non possiamo ac­

cettare l’insinuazione dell’onorevole Corallo, il quale dice che la crisi si potrae perchè non vogliamo le riforme. Onorevoli colleghi, per la parte che riguarda il mio gruppo, io dico invece che noi ci sentiamo impegnati a por­

tare avanti la riforma burocratica, che poi ha già superato il primo stadio del dibattito; noi ci sentiamo impegnati per l’approvazione del­

la legge sulla riforma burocratica così come ci sentiamo impegnati a portare avanti la leg­

ge sulla riforma urbanistica, preoccupati co­

me siamo — e quindi vorrei riferirm i ancora all’onorevole Corallo, perchè sono stato pro­

prio io, nella stessa occasione, a citare questo argomento — preoccupati come siamo, dicevo, dell’imminenza di una crisi edilizia gTave, di vaste proporzioni, crisi edilizia imminente su tutto il territorio della nazione, ma che a noi dà una particolare possibilità di soluzione, perchè noi abbiamo competenza legislativa su questa materia.

Per questo, onorevoli colleghi, noi votere­

mo l’esercizio provvisorio.

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 12 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

LOMBARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO. Onorevole Presidente, ono­

revoli colleglli, ho chiesto la parola per mo­

tivare il nostro voto favorevole alFesercizio provvisorio che si voterà stasera, ma soprat­

tutto per motivare la nostra posizione poli­

tica in questa particolare e delicata fase di trattative per la formazionedi un nuovo go­

verno di centro-sinistra. E’ ben vero — lo ha ricordato molto bene il collega Tepedino — che la maggioranza si trova sempre in una situazione di notevole imbarazzo. Spetta alla maggioranza dare un governo alla Sicilia; ed è inevitabile che i tempi piuttosto lunghi della sua formazione, della conclusione del suo iter, ricadano sulle sue spalle. Tuttavia, noi, aldilà delle considerazioni critiche che ovviamente la opposizione non può non fare, dobbiamo dire con lealtà, con aderenza alla realtà, che questo lungo periodo non è pas­

sato inutilmente, non è passato invano, anche se l’opposizione ha interesse di dare una in­

terpretazione piuttosto empirica e piuttosto negativa alle discussioni, alle trattative, alla impostazione stessa deU’iter di formazione di un governo. Anche noi, onorevole Corallo, e glielo posso assicurare, anche se con una m^otivazione diversa, ci troviamo in una situa­

zione di notevole imbarazzo; e anche noi come lei, ci creda, abbiamo l’interesse e la volontà politica di portare avanti determinati problemi e di risolverli.

CORALLO. Lo credo bene!

LOMBARDO. E siamo anche noi convinti che un ulteriore ritardo nella soluzione della crisi può anche comportare la rinuncia allo esame e all’approvazione di leggi fondamen­

tali, con le quali si potrebbe chiudere in te r­

mini meno negativi l’attuale legislatura. An­

che lei, onorevole Corallo, in altri tempi, ha fatto parte di una maggioranza. Anche se quella maggioranza non era un’accozzaglia, come lei definisce la maggioranza di oggi, non c’è dubbio che era una maggioranza che ha sofferto, come lei ben ricorderà, di crisi in­

terne, di contrasti e di difficoltà nella com­

posizione degli accordi politici.

CORALLO. Mai si è sceso in basso come questa volta.

LOMBARDO. Dovremmo allora rimembra­

re alla sua memoria alcune note negative di quel periodo. Ma a che serve aggiungere note negative del passato alle note negative di oggi? Noi possiamo dire stasera che esiste la volontà precisa della Democrazia cristiana e ritengo anche degli altri partiti democratici del centro-sipistra, di pervenire, con solleci­

tudine, entro brevissimi termini, alla forma­

zione del governo entro term ini che ovvia­

mente non possono andare al di là della sca­

denza del mese di gennaio.

Quindi, in questo senso, noi riteniamo di potere assumere un impegno politico nei con­

fronti dell’Assemblea e nei confronti della opinione pubblica. E’ in questa prospettiva e con questa motivazione generale, che noi riteniamo di poter dare il nostro voto favo­

revole alla concessione dell’esercizio provvi­

sorio per un mese. Del resto, anche nói ab­

biamo accettato la riduzione del periodo ad un mese, appunto perchè riteniamo che in questo tempo il governo può essere compo­

sto, può presentarsi all’Assemblea e può con­

tinuare nella sua attività politica, consentendo altresì all’Assemblea regionale di esaminare e di approvare alcune leggi fondamentali che, come quelle rigxiardanti la riform a burocra­

tica e la riforma urbanistica, costituiscono indubbiamente tappe di notevole importanza verso la chiusura dell’attuale legislatura.

DE PASQUALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne h a facoltà.

DE PASQUALE. Signor Presidente, ono­

revoli colleghi, davanti alla estrema g r a v it à

nella quale i quattro partiti della c o s i d d e t t a

maggioranza di centro-sinistra, la Democra­

zia cristiana, il Partito socialdemocratico, il P artito repubblicano e il P artito socialista, hanno posto la Regione in questa fase finale della vita della legislatura, il direttivo del nostro gruppo parlam entare stamane ha preso una posizione dalla quale è scaturita s u c c e s s i ­

vamente la discussione che noi stiamo f a c e n d o

adesso, in occasione dell’esame del disegno legge sull’esercizio provvisorio. Desidero leg' gere all’Assemblea il deliberato d e l direttivo

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 13 A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

del nostro gruppo. Eccone il testo: « Il diret­

tivo del gruppo comunista, esaminata la situa­

zione politica, deplora l’irresponsabile atteg­

giamento della Democrazia cristiana, del P ar­

tito socialdemocratico ed anche del Partito socialista italiano che, a soli due mesi di di­

stanza dalla fine della legislatura, continuano a paralizzare la vita della Regione, fingendo di riunirsi e discutendo di tutto tranne che della sostanza vera dei problemi aperti. Urge intanto la necessità di varare la riforma urba­

nistica e quella burocratica, nonché altre im­

portanti leggi; e l’atteggiamento dei quattro partiti del centro-sinistra appare ormai chia­

ramente ostruzionistico nei confronti di questi provvedimenti. In tali condizioni i deputati comunisti non possono concedere il loro con­

senso all’esame in Aula dell’esercizio provvi­

sorio del bilancio, giacché esso suonerebbe come avallo ad un comportamento che é in­

vece intollerabile sotto ogni punto di vista.

A meno che non vengano m utati radicalmente tutti i metodi di conduzione della crisi e non si apra in Assemblea un dibattito politico in cui ciascuno sia costretto ad assumere in mo­

do pubblico e inequivoco le proprie respon­

sabilità. Non si deve più fare ricorso in nessun caso all’espediente del Presidente civetta che avvilisce e svaluta l’Assemblea ».

Onorevoli colleghi, noi abbiamo preso que­

sta posizione responsabilmente, proprio perché abbiamo voluto provocare questo dibattito e non provocare un dibattito generico, cioè a dire un dibattito in cui, prendendo spunto dall’esame dell’esercizio provAàsorio, i vari esponenti politici venissero qui (e tante volte , non sono neanche intervenuti in occasioni co-

questa) a dire genericamente e superfi­

cialmente qualche cosa, in modo che poi si facesse l’esercizio provvisorio e tutto ritor­

nasse come prima. Noi abbiamo voluto pren­

dere questa posizione per smuovere la situa- zwne. E il punto politico grave della situa­

zione, così come è stato detto dall’onorevole Corallo, era proprio questo: la paralisi della Assemblea, la bruciatura in Assemblea, senza

^otivazione alcuna, delle varie votazioni sca­

denzate nel tempo, secondo le decisioni del Presidente, da una parte, e dall’altra le co­

siddette trattative da parte dei quattro par­

ici che componevano il passato Governo. Si

|J^tendeva procedere in questo modo; si inten- eva procedere senza un minimo di assunzione 'responsabilità da parte di nessuno, mentre

i problemi urgevano e m entre intanto il dise­

gno di sciogliere l’Assemblea, di far finire la legislatura magari dopo l’esercizio provviso­

rio, senza il mantenimento degli impegni as­

sunti dall’Assemblea, si profilava sempre più concretamente, a mano a mano che i giorni e le settimane passavano. Perchè la caratte­

ristica di questa crisi é proprio questa. La caratteristica di questa crisi non è tanto il problema relativo a difficoltà di trattativ e tra i vari partiti che si arrogano di fare ima determinata maggioranza. Non è più questo il problema. Siamo davanti ad una crisi par­

ticolare, ad una crisi che é stata provocata dalle dimissioni della Giimta alla vigilia della, scadenza della legislatura; e quindi ogni gior­

no, ogni settimana assume un significato poli­

tico del tutto diverso dai giorni e dalle setti­

mane che passavano in altre epoche, in altri anni, in altre situazioni, nelle quali comunque l’Assemblea aveva davanti un determinato periodo di tempo per poter procedere ai suoi lavori e per poter assicurare la vita demo­

cratica dell’istituto, la vita democratica delle istituzioni. La situazione é profondamente di­

versa e quindi profondamente diversa é la iresponsabilità di tutte queste forze, di tu tti questi partiti i quali hanno non solo provo­

cato la crisi, ma, dopo aver provocato la crisi, hanno imposto una paralisi deU’Assemblea di quasi due mesi ormai, due mesi preziosi, senza dare alcuna prospettiva, senza dare al­

cuno impegno per quanto riguarda la solu­

zione delle loro trattative, in vista di soli altri due mesi di vita della legislatura. Per cui, se le settimane passano in questo modo, evidentemente la legislatura é definitivamente compromessa in tutto quello che si sarebbe dovuto fare e che si dovrebbe regolarmente fare, secondo gli impegni che sono stati as­

sunti.

Onorevoli colleghi, non si può certamente condividere l’opinione che qui é stata espressa dall’onorevole Lombardo, e cioè a dire che questo periodo sarebbe stato un periodo utile alla vita dell’Assemblea. Questa può essere tu tt’alpiù una battuta, una boutade, un modo di dire che non ha nessima giustificazione. In realtà, la crisi da cosa è stata provocata? La crisi è stata una manifestazione, la più pro­

fonda delle manifestazioni, della crisi dell’as­

setto quadripartitico del centro-sinistra. Que­

sto è stata. La crisi si è provocata, attraverso le dimissioni della Giunta per una profonda

conti, f. 3 (500)

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 14 A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a :

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

frattura, aperta, chiara, manifestatasi dentro questa Assemblea e dentro altri consessi im­

portanti, democratici, della Regione siciliana, quali sono il Comune di Palermo e la Pro-

\ància di Palermo; una profonda frattu ra su problemi decisivi dell’assetto politico, cioè su tentativo di arretram ento ulteriore dell’assetto politico nella nostra Isola su que­

sti problemi fondamentali. Tutti hanno rico­

nosciuto, particolarmente certe forze interne al centro-sinistra, che su questo si è provo­

cata la crisi. Una profonda frattura, in primo luogo dentro la Democrazia cristiana, dentro il partito della Democrazia cristiana, nel quale componenti fondamentali, come la corrente di Impegno democratico e la corrente di Forze nuove, hamio preso un atteggiamento com­

pletamente diverso, favorevole a quella che era la possibilità dell’intervento della Re­

gione contro una situazione malsana, quale si era creata nel Comune di Palermo, e in contrasto aperto e netto con il gruppo domi­

nante della Democrazia cristiana della Re­

gione siciliana, che è composto dai fanfaniani e dai dorotei con i loro supporti socialdemo­

cratici e repubblicani.

Questo è stato uno dei motivi fondamentali della crisi. L’altro è stato il dissidio su queste questioni tra uno dei più im portanti partiti della coalizione di centro-sinistra — il Partito socialista italiano — e questo raggruppamento di destra che aveva dato inizio ad una deter­

minata operazione. Da qui è nata la crisi ed è nata sulla base di ima fuga da parte delle forze dominanti del quadripartito, una fuga davanti ad un voto, il quale avrebbe visto, su questioni definitive di grande importanza, una diversa articolazione delle forze politiche e quindi ima diversa maggioranza da quella del quadripartito, su queste questioni fonda- mentali ed essenziali. Questa è la crisi.

Questa questione, come avrebbe dovuto es­

sere risolta? O sul piano anche del quadri- partito, ma sulla base di una vittoria, di un prevalere di quelli che erano gli indirizzi giu­

stamente sostenuti, neU’occasione, dalla nostra mozione, da una parte consistente del quadri- partito e da una parte consistente della De­

mocrazia cristiana e quindi con una soluzione positiva in questa direzione, che superasse in concreto quei contrasti, che quindi facesse avanzare il quadro politico della complessiva situazione siciliana; oppure sulla base di una

sanzione della fine del quadripartito, sulla- base di un ’assunzione di responsabilità di schieramenti diversi: o lo schieramento di destra, reazionario, quale si è profilato al Co­

mune di Palermo, attraverso la elezione di Ciancimino e quale si è raffigurato qui, dentro l ’Assemblea, attraverso l’iniziativa delle di­

missioni e della crisi, o u n ’altra maggioranza,, un altro schieramento, un’altra coalizione.

Questo doveva essere il centro della discus­

sione della crisi. Ma questa discussione non, si è fatta; non si è fatta pubblicamente, non si è fatta fuori di quest’Aula, non 'si è fatta dentro quest’Aula, non si è fatta nel dibattito delle forze politiche. Il problema è rimasto sospeso e, sotto l’incubo di questo problema, noi abbiamo assistito ad u n ’ulteriore degra­

dazione •— ha ragione in questo l’onorevole Corallo — del metodo di conduzione di questa crisi che è arrivata ad un punto intollerabile, onorevoli colleghi. Noi era­

vamo abituati ad assistere alla elezione dei presidenti-civetta, cioè a dire a questa umi­

liazione dell’Assemblea regionale, che fissava una data per eleggere il Presidente e non lo eleggeva sulla base di un ancora mancato accordo da parte dei quattro partiti. Questa è stata, purtroppo, storia nera della nostra As­

semblea: i presidenti-civetta, le lungaggini su questa base. Ma ora c’è una novità. Oggi, oltre ai presidenti-civetta, ci sono le trattative- civetta, cioè a dire, anche nelle sedi laddove la discussione dovrebbe essere concreta, cioè all’interno del grattacielo, dove si dovrebbero risolvere tu tti i problemi politici ed economici della Sicilia, si fa la burla, si fa la civetta, non si affrontano le questioni. Si dice che si fanno altre cose, altri programmi, altre di­

scussioni. E tutto questo ha portato, nella de­

licatezza della situazione politica nella quale ci troviamo, ad una ulteriore degradazione della vita dell’Assemblea. Con u n ’aggravante ancora: che non c’è più pudicizia, non c’è più il minimo rispetto neanche delle form alità, se è vero che, per la prim a volta, si è verificato che alle trattative per la formazione di un governo quadripartito non partecipano sol­

tanto i segretari dei p artiti o i responsabili dei gruppi parlam entari dei partiti che trat­

tano, ma anche i responsabili degli enti pub' blici.

Noi desideriamo, onorevoli colleghi, elevare una vibrata protesta contro questo metodo.

responsabile di un ente pubblico — si chiami

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Resoconti P a r l a m e n t a r i 15 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 Ge n n a io 1971

Verzotto, si chiami Ganazzoli, si chiami come sia — rende conto ad un governo,, rende conto ad Un’Assemblea, rende conto agli organi co­

stituzionali. Non può, in nessun caso, il pre­

sidente di un ente, cioè a dire un braccio ese­

cutivo della Regione, prendere parte alle tra t­

tative per la formazione di un governo. Non può sul piano formale e non può neanche su’

piano sostanziale, se sappiamo noi che cosa sono questi enti e quale marcio hanno portato nella vita della Regione. Ma non solo: siamo andati al di là. Abbiamo letto, per esempio, che l’ex magistrato Vigneri, segretario parti­

colare o assistente ,particolafre del senatore Verzotto, questo impiegato dell’Ente minera­

rio, partecipa (è scritto sul giornale) alle tra t­

tative per la formazione del governo quadri- partito. Noi potremo arrivare persino al mo­

mento in cui l’usciere dell’onorevole Fasino, parteciperà, in rappresentanza di qualche co­

sa, alle trattativ e quadripartite, per la forma­

zione del governo, m entre l’Assemblea resta chiusa e resta paralizzata.

Questa è la situazione di degradazione alla quale, alla fine di questa legislatura, voi del quadripartito s ie te . giunti. E questo d’altra parte è un dato della situazione, è un por­

tato inevitabile di una situazione come que­

sta, cioè a dire del tentativo di rim ettere in piedi un quadripartito che non esiste più, che non esiste più sostanzialmente, come forza capace di aggregare intorno a sè possi­

bilità di soluzione e di intervento nella situa­

zione politica ed economica. Questo noi lo ab­

biamo visto in mille occasioni. Il quadripartito come vero governo, cioè a dire, come governo capace di affrontare con autosufficienza i pro­

blemi che ci sono davanti, non ha cessato di esiste più da tempo. Basti ricordare la re­

cimino e della fuga dell’onorevole Fasino e dei suoi colleghi; questo quadripartito non esiste più da tempo; basti ricordare la re­

sponsabilità che le forze dell’opposizione di sinistra hanno assunto in questa Assem- blea, in mille occasioni; l’ultima è stata quella del disegno di legge sull’articolo 38. La incapacità di assumersi la responsabilità di intervenire positivamente nella situazione, di inandare avanti la discussione delle leggi, mette sempre più in evidenza la crisi di un centro-sinistra, il quale, quando deve trattare formazione del governo non può che

^1 ursi ad un’accolta di persone che discutono

° anto di questioni di potere, di questioni

di distribuzione di potere, perchè non può in nessun caso discutere di altre cose dato che politicamente e sostanzialmente questo centro- sinistra non esiste.

Questa contraddizione, questo contrasto fra i calcoli di potere che si fanno per la form a­

zione di un governo e la realtà politica e sociale davanti alla quale noi siamo, che im­

pone un diverso orientamento, che impone diversi schieramenti, questa è la crisi del cen­

tro-sinistra. Io vorrei che a questo proposito, dato che hanno parlato un rappresentante del­

la Democrazia cristiana e uno del Partito re- pubblicano, parlasse anche un rappresentante del Partito socialista. I socialisti, in fondo, si sono resi corresponsabili di questa situazione.

Essi hanno taciuto dopo quello che è avvenuto;

non hanno sviluppato in niente, neanche nelle formulazioni, quelli che sono i presupposti in base ai quali hanno assunto determinate posi­

zioni in questa Assemblea; si sono arresi ad una situazione di calcolo, ad una situazione di potere, dicono loro, ad una situazione di inevi­

tabilità della riformazione di un quadripartito;

ma si sono arresi ad una situazione superata, sorpassata, che però dovrebbe prevalere nella vita di questa Assemblea, inquinando la vita dell’Assemblea stessa fino alla sua fine.

Questa è la responsabilità davanti alla quale si trovano sia i socialisti, come la sinistra della Democrazia sristiana, e comunque tu tte quelle componenti della Democrazia cristiana le qua­

li, ad un certo momento della vita della nostra Assemblea, della vita politica complessiva del­

la Sicilia, hanno assunto determ inate posizioni ed hanno stabilito determinati contrasti allo interno dello stesso quadripartito.

Tutto questo è certamente grave. Davanti a una posizione di resa, davanti a una posi­

zione di cedimento ad una formula politica che non esiste più e che non ha più nessuna forza intrinseca, davanti a tutto questo, da­

vanti alla insistenza nel continuare le tra tta ­ tive per rifare il quadripartito, emerge l’inte­

resse primario, che' è interesse anche delle opposizioni, e comunque della vita democra­

tica dell’Assemblea, di vedere funzionanti gli organi della Regione, di avere funzionanti le sedi dello scontro e della lotta politica intorno a questioni concrete. Questo diventa essenzia­

le; e lo diventa davanti all’atteggiamento pre­

so di quelle forze politiche che dovrebbero rendersi conto che la situazione politica va cambiata completamente nella sua direzione.

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R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i 16 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a -

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

In tale situazione, il problema che prevale è quello del funzionamento degli organi della autonomia. A ltrimenti dobbiamo dire a voi, compagni socialisti, che quello che noi abbia­

mo chiamato il partito della crisi (che è una realtà politica del nostro paese e nel quale voi non siete certamente, ma che esiste e che tenta in tu tti i modi di paralizzare la vita de­

mocratica) il partito della crisi e della paralisi, siete tutti; praticamente, voi siete coinvolti in una situazione nella quale, anche non volendo, siete corresponsabili di una paralisi reale ed effettiva della vita dell’Assemblea e quindi delle difficoltà crescenti, di fronte ai problemi che dobbiamo affrontare.

L’onorevole Lombardo ha detto qui che il suo partito vuole la riforma burocra­

tica e la riforma urbanistica entro que­

sta legislatura. Ma, al di là delle buone inten­

zioni personali di Tizio o di Caio, il problema politico che viene fuori è quello dell’atteggia- mento che deve essere assunto, della pressione che deve essere fatta all’interno della vita po­

litica perchè queste cose vengano approvate;

perchè altrim enti alla fine, quando prevarrà il disegno del partito della crisi e della paralisi, del partito deiraffossamento dell’Assemblea regionale siciliana, quando tutto questo pre­

varrà, sarà facile -— o sarà anche difficile, ma comunque sarà tentato da parte di tante forze

— l’alibi, la giustificazione col fatto che non c’è stato il tempo. Noi sappiamo come vanno a finire certi rinvii.

Davanti a tutto questo, onorevoli colleghi, l’esercizio provvisorio che cosa rappresenta?

Nelle intenzioni di chi l’ha presentato rappre­

sentava indubbiamente quello che noi abbiamo detto, cioè a dire rappresentava la possibilità (siccome con due mesi di esercizio provvisorio si possono utilizzare tre mesi) di arrivare ad una determinata scadenza, ad un determinato giorno in cui fosse ormai impossibile, sotto tu tti gli aspetti, affrontare problemi urgenti, ma anche complessi, che comportino un deter­

minato lavoro da parte dell’Assemblea, come sono quelli della riforma burocratica e della riforma urbanistica, e come sono altre leggi che devono essere aiìrontate; vedi, per esem­

pio, la situazione degli enti, non nel modo co­

me viene discussa al grattacielo, ma nel modo in cui avrebbe dovuto essere affrontata dentro L’Assemblea legislativa.

Dire che i p artiti discutono sugli enti da giorni e giorni è falso, o è vero soltanto per quanto riguarda la distribuzione dei posti e

delle prebende. La discussione sugli enti, sulla loro ristrutturazione, sul loro rinnovamento,, era cominciata nella Commissione industria e poteva essere proseguita in quella sede. Ed è responsabilità dell’onorevole Celi, Presiden­

te della Commissione (anch’egli componente della corrente fanfaniana) l’avere interrotto le discussioni della Commissione industria, non avere utilizzato questo tempo durante il quale si poteva contimiare ad esaminare il problema degli enti; è responsabilità certa­

mente sua e del suo partito non avere più voluto convocare la Commissione industria e quindi avere delegato al grattacielo la possi­

bilità di discutere tu tte queste questioni. Noi abbiamo detto che, senza un minimo di assun­

zione di responsabilità da parte di coloro che stanno trattando per la formazione del go­

verno, ci opporremo all’esercizio provviso­

rio. Solo per avere noi detto questo, è stata provocata questa dichiarazione da parte del capo gruppo della Democrazia cristiana, at­

traverso la quale questa coalizione di partiti si impegna entro il mese a risolvere la crisi.

Onorevoli colleghi, è evidente che se nasce­

rà un governo quadripartito, anche quando nascerà, sarà un governo ancora più debole di quello di prima, sarà un governo incapace di fare delle riforme. Noi pressiamo affinchè la paralisi dell’Assemblea finisca, ma non cre­

diamo che ci sia un minimo di possibilità che il governo quadripartito abbia la forza di im­

postare le riforme; noi pressiamo affinchè la paralisi dell’Assemblea finisca, perchè ritenia­

mo che dietro l’Assemblea, neU’incontro fra forze politiche profondamente diverse da quel­

lo che è l’assetto quadripartito, esista una maggioranza ed esistano le possibilità di fare le riforme. E ’ per questo che noi pressiamo, per eliminare quello che è l’ultimo appiglio delle forze della paralisi e della crisi, che e appunto quello di non fare avanzare la situa­

zione e di tenere chiusi i batttenti di questa ■ Assemblea.

Noi abbiamo suggerito l’abbreviazione^ a un mese del term ine richiesto, ma sia­

mo contro l’esercizio provvisorio, sia e s s o

per due mesi, per un mese o per un giorno;

e ciò perchè esso si riferisce ad un bilancio al quale noi siamo contrari e perchè, comun­

que, rappresenta una manifestazione di q u e s ta

crisi, voluta dalle forze di destra per paraliZ' zare l’Assemblea. Abbiamo detto un mese e non due mesi, appunto perchè anche q u i ®

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Resoconti P a r l a m e n t a r i 17 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a

V I L e g i s l a t u r a C C C L X X IX S E D U T A 15 G e n n a i o 1971

necessario m ettere in chiaro quali sono le re­

sponsabilità dei partiti della cosidetta mag­

gioranza; sono le responsabilità che vengono assunte in dichiarazioni che vengono fatte qui ma che sono facilmente smentibili.

E’ evidente, tuttavia, che il problema del pagamento degli stipendi, del funzionamento finanziario della Regione, è un problema ormai del tutto secondario rispetto alle leggi che de­

vono essere fatte. Si rileva che i dipendenti regionali resterebbero senza stipendio. Ma ormai il problema non è più quello dei dipen­

denti regionali che restano senza stipendio;

ormai il problema è che i dipendenti regio­

nali restano senza riforma se, attraverso la manovra dell’esercizio provvisorio, si arriva a paralizzare la legislatura. Quindi il problema è totalmente diverso. Un mese di esercizio provvisorio rappresenta un term ine che corri­

sponde a quello che, nella loro autonomia, i rappresentanti dei quattro partiti che trattano hanno detto, per quanto riguarda l’impegno per la soluzione della crisi e quindi per la fine della paralisi dell’Assemblea e per la possi­

bilità di far fare ingresso in Aula ai provve­

dimenti di riforma.

Noi riteniamo, onorevoli colleghi, di avere raggiunto il risultato di uscire dall’equivoco e di fare assumere determinate responsabi­

lità; responsabilità certamente negative, ma comunque responsabilità per quanto riguarda la possibilità ulteriore di fare funzionare l’As- semblea e di concludere questa legislatura nel modo migliore possìbile.

DI STEFANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DI STEFANO. Onorevole Pi'esidente, ono- l'evoli colleghi, non vedo perchè il capo gruppo comunista se la piglia, ogni qualvolta viene su quésta tribuna, con la destra, come se la crisi del governo regionale fosse stata provo­

cata da destra.

d e PASQUALE. Non mi riferivo a voi.

DI STEFANO. Essendo piccola cosa io a

®stra, non vedo per quale ragione ogni qual­

volta si parla di crisi, si parla di destra. La

“ isi è stata creata dai partiti del centro-sini- dal -Dartitn r>hp credo che abbia

, iju c ia iis t a c iie u x cu u

icazione politica a sinistra. Quindi lasciamo

andare la destra. La destra non c’entra affatto.

Per quel che mi riguarda, dichiaro che a destra siamo contrari a questo stato di cose.

Dichiaro anche di votare contro l’eserci­

zio provvisorio poiché è il quadripartito che ha determinato e voluto la crisi in tu tte le sue componenti. L ’hanno voluta i socialisti, i democratici cristiani, i repubblicani e i so­

cialdemocratici per il noto apprezzamento sul­

la Giunta comunale di Palermo, su Ciancimino e compagni. Sono loro che devono risolvere la crisi e che hanno la responsabilità di tutto quello che è accaduto. Nelle riunioni che gli uomini del quadripartito hanno fatto, non solo

—• come bene diceva, su questo punto, l’ono­

revole De Pasquale •— non hanno affrontato il problema di fondo, che è quello delle giunte e del quadripartito medesimo, ma non sono arrivati ad altro che a trattare sugli enti go­

vernativi regionali per spartirsi meglio quelle che sono le ricchezze o le povertà della Re­

gione siciliana.

Quindi io ritengo che non si possa che vo­

tare contro l’esercizio provvisorio e che non si possa chiedere, da parte dell’onorevole Tepe- dino, da parte di altri del centro sinistra, al­

cuna solidarietà agli altri settori dell’Assem- blea che sono stati e sono all’opposizione, ap­

punto perchè comprensione e solidarietà non meritano coloro i quali stanno a scherzare, a giocare sulla pelle della Regione siciliana.

Sono consapevole del fatto che solo l’esercizio del potere interessa a certi uomini ed a certi gruppi e quindi non voglio condividere le loro gravose responsabilità politiche nè avallare un malcostume intollerabile, come è quello di trattare con comodo, camuffando la rissa fu ­ riosa per l’accaparramento dei posti di coman­

do e delle leve di potere sotto lo specioso pre­

testo di meglio studiare i problemi degli enti regionali, in dispregio alle precise norme sta­

tutarie e di legge che impongono l’elezione degli organi governativi entro determ inati tempi, beffandosi della legge, turlupinando il popolo siciliano e rendendo oggetto di scherno e di ludibrio quello che è l’ordinamento poli­

tico della Regione.

I partiti del centro sinistra devono venire qua a rispondere delle loro malefatte; loro vogliono l’esercizio provvisorio, loro se lo vo­

tino, loro provvedano a governare ed ammi­

nistrare gli impiegati e tutto quanto concerne la Regione 'siciliana. Essi hanno la responsa­

bilità ed essi devono fare fronte a quelli che

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