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(1)

I parapettI dI sommItà deI ponteggI

deI ponteggI

possibile impiego come protezione collettiva per lo svolgimento delle attività in copertura

2017

Inail - direzione centrale pianificazione e comunicazione piazzale giulio pastore, 6 - 00144 roma

edizione 2017

(2)

I PARAPETTI DI SOMMITÀ DEI PONTEGGI

Possibile impiego come protezione collettiva per lo svolgimento delle attività in copertura

2017

(3)

Inail

Dipartimento innovazioni tecnologiche

e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici

Coordinamento scientifico Luigi Cortis

Luca Rossi

Autori

Francesca Maria Fabiani Luigi Cortis

Luca Rossi

Davide Geoffrey Svampa

Collaboratori Carlo Ratti Calogero Vitale

Operatore tecnico Ivano Bevilacqua

per informazioni Inail

Dipartimento innovazioni tecnologiche

e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici Via Roberto Ferruzzi 38/40

00143 Roma dit@inail.it www.inail.it

© 2017 Inail

ISBN 978-88-7484-580-4

Gli autori hanno la piena responsabilità delle opinioni espresse nella pubblicazione, che non vanno intese come posizioni ufficiali dell’Inail.

Distribuita gratuitamente. Vietata la vendita e la riproduzione con qualsiasi mezzo.

(4)

Premessa

Le attività che si svolgono sulle copertura degli edifici espongono i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare al rischio di caduta dall’alto. La percentuale di infortuni mortali imputabile a cadute oltre il bordo non protetto della copertura è difatti molto elevata.

TaIi lavori, che si svolgono nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili, devono essere eseguiti in condizioni di sicurezza rispettando le misure generali di tutela previste dall’art.15 del d.lgs. 81/08. I rischi vanno eliminati e, ove ciò non sia possibile, ridotti alla fonte (comma 1, lettera e).

Per permetterne l’esecuzione in sicurezza è indispensabile la determinazione preliminare della natura e della entità dei rischi, la pianificazione delle attività, l’adozione di idonee metodologie di lavoro insieme alla scelta delle attrezzature, delle opere provvisionali e dei dispositivi di protezione collettiva e dei dispositivi di protezione individuale più idonei.

Il d.lgs. 81/08 considera l’adozione dei dispositivi di protezione collettiva come prioritaria rispetto quelli individuali (DPI), concetto che viene espresso nell’ambito delle misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro (art.15) e negli articoli 75 e 111.

I DPI devono essere impiegati solamente quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione quali i mezzi di protezione collettiva, le misure, i metodi o i procedimenti di riorganizzazione del lavoro (art.75).

In particolare il comma 5 dell’articolo 111 prevede che “Il datore di lavoro in relazione al tipo di attrezzature di lavoro adottate (…), individua le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle attrezzature in questione, prevedendo, ove necessario, l'installazione di dispositivi di protezione contro le cadute. I predetti dispositivi devono presentare una configurazione ed una resistenza tali da evitare o da arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori. I dispositivi di protezione collettiva contro le cadute possono presentare interruzioni soltanto nei punti in cui sono presenti scale a pioli o a gradini”.

Il comma 6 inoltre indica che “Il datore di lavoro nel caso in cui l'esecuzione di un lavoro di natura particolare richiede l'eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, adotta misure di sicurezza equivalenti ed efficaci. Il lavoro è eseguito previa adozione di tali misure. Una volta terminato definitivamente o temporaneamente detto lavoro di natura particolare, i dispositivi di protezione collettiva contro le cadute devono essere ripristinati”.

Per lo specifico settore si può fare riferimento anche all’art.122 “Nei lavori che sono eseguiti ad un'altezza superiore ai due metri, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose (…).”.

Il presente studio si propone di individuare “precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose” che possano essere impiegate nei lavori su copertura.

I parapetti di sommità dei ponteggi che soddisfano determinati requisiti prestazionali e geometrici possono essere utilizzati a questo scopo.

Carlo De Petris

Direttore del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti,

prodotti e insediamenti antropici

(5)
(6)

Indice

Premessa 3

Introduzione 7

1 Definizioni 9

2 Riferimenti 10

3 Requisiti 12

3.1 Requisiti prestazionali 12

3.2 Requisiti geometrici e limiti di posizionamento 12

4 Prove sperimentali 15

4.1 Obiettivi 15

4.2 Disposizione e procedimento di prova 15

4.2.1 Configurazioni di prova 16

4.2.1.1 Schema CD 17

4.2.1.2 Schemi CS 18

4.2.1.3 Schema CSR 19

4.2.2 Attrezzature e apparecchiature di prova 20

4.2.2.1 Struttura metallica rigida 20

4.2.2.2 Sacco sferoconico 21

4.2.2.3 Rullo cilindrico 21

4.2.2.4 Sistemi di sollevamento e sgancio 21

4.2.2.5 Sistema di misura dei dati 22

4.2.2.6 Sistema di acquisizione, registrazione ed analisi dei dati 25

4.2.2.7 Convenzioni 26

4.2.3 Descrizione delle prove con sacco sferoconico 26

4.2.3.1 Prove sul montante di sommità 26

4.2.3.2 Prova sui correnti 28

4.2.3.3 Prova sulla tavola fermapiede 30

4.2.3.4 Prova sulla protezione continua (rete) 30

4.2.4 Descrizione delle prove con rullo cilindrico 32

4.2.4.1 Prova sul montante di sommità 32

4.2.4.2 Prova sul traverso 33

4.2.4.3 Prova sul corrente intermedio 35

4.2.4.4 Prova sulla tavola fermapiede 36

4.2.4.5 Prova sulla protezione continua (rete) 37

4.3 Risultati 39

4.3.1 Risultati delle prove con il sacco sferoconico 39

4.3.1.1 Prove sul montante di sommità 39

4.3.1.2 Prove sui correnti 53

4.3.1.3 Prove sulla tavola fermapiede 77

4.3.1.4 Prove sulla protezione continua 89

4.3.2 Risultati delle prove con rullo cilindrico 109

4.3.2.1 Prove sul montante di sommità 109

4.3.2.2 Prove sul traverso 117

4.3.2.3 Prove sul corrente intermedio 128

4.3.2.4 Prove sulla tavola fermapiede 139

4.3.2.5 Prove sulla protezione continua 149

5 Conclusioni 163

Bibliografia 165

(7)
(8)

Introduzione

La circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 29/2010 ha chiarito la possibilità di impiegare i ponteggi come protezione collettiva per i lavoratori che svolgono la loro attività sulle coperture e quindi in posizione diversa dall’ultimo impalcato del ponteggio.

“… è possibile l’impiego di ponteggi di che trattasi come protezione collettiva per i lavoratori che svolgono la loro attivita sulle coperture e quindi anche in posizione diversa dall’ultimo impalcato del ponteggio, a condizione che per ogni singola realizzazione ed a seguito di adeguata valutazione dei rischi venga eseguito uno specifico progetto.

Da tale progetto, eseguito nel rispetto del già citato articolo 133 e quindi firmato da ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione, deve tra l’altro risultare quanto occorre per definire lo specifico schema di ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni, del montaggio e dell’esecuzione, naturalmente tenendo conto della presenza di lavoratori che operano, oltre che sul ponteggio, anche in copertura.”

In [1] partendo dall’analisi della circolare, si evidenzia che la scelta di utilizzare un ponteggio (già autorizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali) anche come dispositivo di protezione per i lavoratori che svolgono la loro attività su coperture deve essere sempre motivata da una adeguata valutazione dei rischi.

La corretta valutazione dei rischi è la premessa per l’individuazione dei requisiti prestazionali che il ponteggio deve possedere per tale utilizzo, non previsto nel libretto. Tali requisiti devono essere verificati in sede di progetto.

La valutazione dei requisiti geometrici e delle azioni da considerare in sede di progetto del ponteggio utilizzato anche con questo scopo non è cosa semplice ed è a discrezione del progettista in base alle specifiche caratteristiche del cantiere [1].

D’altra parte le norme tecniche riguardanti i ponteggi escludono il caso di impiego degli stessi come protezione per i lavori su coperture (UNI EN 12811-1:2004).

La UNI EN 13374:2013, norma tecnica che riguarda i sistemi temporanei di protezione dei bordi è considerata in [1] valido riferimento tecnico per il progettista del ponteggio, sia per quanto riguarda la geometria del parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi, sia per la valutazione delle azioni in gioco, sia soprattutto nel ritenere fondamentali le prove sperimentali per la valutazione dell’efficacia del dispositivo di protezione nei casi di caduta e/o scivolamento da una superficie inclinata. Prove sperimentali da eseguire tenendo in conto anche il sistema di fissaggio e la struttura di supporto (materiale base).

Nel presente studio, prendendo spunto dalla UNI EN 13374 e come osservato in [1], vengono dapprima definiti i requisiti prestazionali del ponteggio utilizzato come dispositivo di protezione collettiva (DPC) per i lavoratori che svolgono la loro attività in copertura; successivamente definiti i requisiti geometrici del parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi sia per quanto riguarda gli elementi costituenti sia le principali distanze fra il ponteggio e l’opera da servire.

Inoltre vengono eseguiti dei test di impatto su campioni di ponteggio ad altezza ridotta per la valutazione della loro efficacia nei confronti dell’arresto di cose e/o persone che cadano o scivolino lungo una superficie inclinata. L’esecuzione di prove sperimentali secondo tale procedura ha avuto anche lo scopo di misurare le azioni sui montanti e sugli ancoraggi del ponteggio durante l’impatto, utili per una successiva valutazione dell’intero ponteggio da realizzare.

Nel presente studio con parapetto di sommità si intende il parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi.

(9)
(10)

I parapetti di sommità dei ponteggi

1 Definizioni

Altezza di caduta, hF: distanza verticale fra il punto in cui una persona sta in piedi e il punto più basso della protezione utilizzata per arrestare la caduta (vedere Figura 3.2.1 - 1)

Ancoraggio: insieme comprendente la struttura di supporto (materiale base), l’ancorante e l’elemento da fissare a cui può essere collegato il ponteggio

Corrente: elemento strutturale prefabbricato di ponteggio utilizzato per la realizzazione dei collegamenti orizzontali tra le stilate del ponteggio

Corrente intermedio: corrente collocato fra il corrente principale l’impalcato

Corrente principale o corrente superiore: corrente che forma la parte superiore di un parapetto Elemento di impalcato: elemento (prefabbricato o di altro tipo) che sostiene il carico per conto proprio e che forma l’impalcato o parte dell’impalcato e può costituire una parte strutturale del ponteggio di servizio (UNI EN 12811-1)

Energia cinetica, Ec: energia cinetica del dispositivo d’impatto utilizzato nelle prove sperimentali all’istante dell’urto contro il sistema di protezione dei bordi

Filo esterno della copertura: limite esterno della copertura che costituisce il riferimento per il posizionamento del ponteggio, del corrente superiore e per l’altezza del montante di sommità, nel caso di utilizzo come sistema di protezione dei bordi

Impalcato: uno o più elementi di impalcato su un livello all’interno di un campo (UNI EN 12811-1).

Montante: elemento verticale di un ponteggio (UNI EN 12811-1)

Montante di sommità: montante di un ponteggio disposto oltre l’ultimo impalcato dello stesso, in corrispondenza di ogni stilata

Parapetto: protezione laterale del ponteggio costituita da un corrente superiore, da un corrente intermedio e da una tavola fermapiede

Parapetto di sommità: parapetto dell’ultimo impalcato del ponteggio e fissato a due montanti di sommità. Può avere anche funzione di sistema di protezione dei bordi di una copertura se possiede i requisiti prestazionali e geometrici idonei

Piano di lavoro: superficie della copertura sulla quale il lavoratore esegue l’attività

Protezione continua: barriera (per esempio rete di sicurezza) posta fra il corrente superiore e l’impalcato del ponteggio

Sistema di protezione dei bordi: serie di componenti destinati a proteggere gli operatori dalla caduta ad un livello sottostante e per trattenere materiali

Sistema temporaneo di protezione dei bordi UNI EN 13374 o parapetto provvisorio: Sistema di protezione dei bordi costituito da almeno due montanti, un corrente superiore, un corrente intermedio o protezione contiunua ed una tavola fermapiede. Esso viene fissato alla struttura.

Tavola fermapiede: fascia continua poggiante sull’impalcato ed alta almeno 15 centimetri

Telaio: elemento strutturale prefabbricato costituito da due montanti stabilmente collegati da uno o più traversi, utilizzato per la realizzazione delle stilate di ponteggio

(11)

2 Riferimenti

La UNI EN 13374:2013 è la norma tecnica che riguarda i sistemi temporanei di protezione dei bordi, comunemente denominati parapetti provvisori e non si applica ai sistemi di protezione laterale sui ponteggi come esplicitamente espresso al primo paragrafo della stessa.

Tale norma classifica i parapetti provvisori in base ai requisiti prestazionali da soddisfare, che sono quelli di:

 sostenere una persona che si appoggi alla protezione e fornire un appiglio mentre si cammina di fianco alla protezione;

 arrestare una persona che stia camminando o cadendo verso la protezione

 arrestare una persona che stia scivolando o cadendo lungo una superficie inclinata;

 arrestare una persona che stia scivolando o cadendo lungo una superficie molto inclinata.

Il parapetto è di classe A se garantisce il soddisfacimento dei primi due requisiti; è di classe B se garantisce anche il terzo; è di classe C se garantisce il quarto.

Inoltre la UNI EN 13374:2013:

 individua delle classi minime di utilizzo dei parapetti in funzione dell’altezza di caduta e dell’inclinazione della copertura (Allegato A della UNI EN 13374:2013);

 stabilisce per ogni classe dei requisiti minimi geometrici per l’altezza del montante e dello spazio libero fra i correnti del parapetto;

 individua per ogni classe i carichi statici e/o dinamici da considerare nel progetto:

 le classi A e B, devono fornire resistenza a carichi statici verticali e orizzontali perpendicolari e paralleli al parapetto; la verifica può essere effettuata attraverso calcoli o prove sperimentali di tipo statico;

 la classe B, deve fornire resistenza anche ad azioni dinamiche moderate;

 la classe C, deve fornire resistenza ad elevate forze dinamiche.

La verifica della resistenza alle azioni dinamiche (classi B e C) deve avvenire attraverso prove sperimentali di tipo dinamico, nelle quali deve essere considerato il metodo di fissaggio alla struttura e il materiale base previsti dal fabbricante.

Le prove sperimentali risultano fondamentali per la verifica della capacità di assorbimento dell’energia cinetica dovuta alla caduta e quindi della efficacia del dispositivo nei confronti dell’arresto caduta. Verifica che risulterebbe notevolmente complessa da effettuare solo con il calcolo, a causa dei molti fattori da tenere in conto in un sistema articolato, quali ad esempio rigidezza e resistenza dei componenti, attriti, giochi etc. [1].

Per i parapetti provvisori di classe B (moderata azione dinamica) e di classe C (elevata azione dinamica), la UNI EN 13374 impone di eseguire dei test di impatto su prototipi assemblati e fissati alla struttura di supporto secondo le istruzioni del fabbricante, riproducendo nella prova anche il materiale base (muratura, calcestruzzo, etc.) su cui è previsto il fissaggio. In questo modo viene sperimentata l’efficacia dell’intero sistema costituito dal parapetto, dal sistema di fissaggio alla struttura e dal materiale base.

Seppur la norma UNI EN 13374 non si applichi ai sistemi di protezione laterale sui ponteggi come esplicitamente espresso al primo paragrafo della stessa, può fornire al progettista dei riferimenti tecnici per la progettazione del ponteggio utilizzato anche come dispositivo di protezione per lavori su coperture [1].

Infatti, sono gli stessi i requisiti prestazionali del ponteggio utilizzato anche come protezione per i lavori su coperture rispetto a quelli definiti nella UNI EN 13374 per i sistemi di protezione dei bordi.

(12)

I parapetti di sommità dei ponteggi

Sulla base di tale osservazione, è ragionevole far riferimento alla UNI EN 13374 per:

- la definizione dei requisiti geometrici minimi riguardo allo spazio fra i correnti e all’altezza della protezione rispetto al bordo della copertura da proteggere;

- la valutazione dell’entità dei carichi statici e dinamici da considerare nel progetto come azioni aggiuntive per il particolare utilizzo del ponteggio ed opportunamente combinate con i carichi già considerati nell’autorizzazione ministeriale;

- la definizione delle prove sperimentali da eseguire per la verifica della resistenza alle azioni dinamiche dovute al possibile impatto del lavoratore.

Analogamente ai sistemi temporanei di protezione dei bordi UNI EN 13374, per i ponteggi utilizzati anche come dispositivi di protezione per i lavoratori che svolgono la loro attivita sulle coperture, la problematica della verifica dell’efficacia nei confronti dell’arresto caduta rimane la stessa e i test di impatto risultano fondamentali [1].

In questo caso, seguendo la corretta logica della UNI EN 13374, dovrebbero essere sottoposti a prova dei prototipi di ponteggio assemblati e ancorati alla struttura secondo lo schema previsto dal fabbricante. Per ovviare alla difficoltà di eseguire i test di impatto a quote elevate, è ragionevole utilizzare dei prototipi di ponteggio ad altezza ridotta e misurare le azioni che vengono trasferite alla struttura sottostante (attraverso i montanti) e agli ancoraggi durante l’impatto. In questo modo si potrebbe ottenere sia la verifica dell’efficacia del parapetto ad arrestare la caduta, sia la stima delle azioni da applicare all’intero ponteggio per le ulteriori verifiche necessarie [1].

(13)

3 Requisiti

Si riportano di seguito i requisiti prestazionali e geometrici per i parapetti di sommità di un ponteggio destinato alla protezione dei lavoratori che lavorino sulla copertura degli edifici.

Tali requisiti vengono definiti prendendo spunto dalla norma tecnica UNI EN 13374:2013.

3.1 Requisiti prestazionali

Un ponteggio utilizzato come sistema di protezione per lavoratori che svolgono la loro attività in copertura deve essere in grado di:

- resistere alle azioni di progetto dovute al consueto utilizzo come ponteggio;

- evitare la caduta dal ponteggio di persone e/o cose che cadano o scivolino dalla copertura verso la protezione utilizzata (arresto caduta);

- assorbire l’energia cinetica di persone e/o cose che cadano o scivolino dalla copertura, all’istante dell’urto contro la protezione.

- resistere alle combinazioni di azioni che tengano conto del duplice utilizzo.

Per la verifica dei requisiti relativi all’efficacia nei confronti dell’arresto caduta e alla capacità di assorbimento dell’energia cinetica, nel presente studio il sistema viene sottoposto a prove di tipo dinamico (vedi capitolo 4) nelle quali è generata l’energia cinetica attesa, in base alla valutazione dei rischi effettuata per ogni specifica realizzazione.

3.2 Requisiti geometrici e limiti di posizionamento

Un ponteggio utilizzato come sistema di protezione per lavoratori che svolgono la loro attività in copertura deve comprendere, all’ultimo piano, almeno i seguenti elementi:

- un montante di sommità per ogni stilata di ponteggio

- un numero di correnti sufficiente a impedire il passaggio di persone e cose; in alternativa ai correnti, una protezione continua

- una tavola fermapiede per ogni campo di ponteggio - un impalcato

- un ancoraggio all’opera servita per ogni stilata di ponteggio, in corrispondenza dell’ultimo impalcato, raddoppiato in basso lungo il montante

Il montaggio del ponteggio in relazione dell’opera da servire deve avvenire controllando i limiti per i seguenti parametri come di seguito definiti:

- posizione del montante interno - posizione dell’ultimo impalcato - larghezza utile dell’ultimo impalcato - posizione del corrente superiore

Posizione del montante interno

Il montante interno del ponteggio deve essere posizionato oltre il filo esterno della copertura verso l’opera servita.

(14)

I parapetti di sommità dei ponteggi

Posizione dell’ultimo impalcato

La posizione dell’ultimo impalcato rispetto al filo esterno della copertura deve essere tale che hp

(figura 3.2.1 - 1) sia minore o uguale a 50 cm1. Larghezza utile dell’ultimo impalcato

L’ultimo impalcato deve avere una larghezza utile wf (Figura 3.2.1 - 1) almeno pari a 60 cm.

Tavola fermapiede

Il bordo superiore della tavola fermapiede deve avere una distanza di almeno 150 mm rispetto all’ultimo impalcato e installata in modo da evitare aperture tra la stessa e l’impalcato.

Posizione del corrente superiore

La quota hlp del corrente superiore rispetto al filo esterno della copertura, misurata lungo la normale alla copertura deve essere pari ad almeno 1 m (Figura 3.2.1 - 1). Ad esempio per coperture con inclinazione uguale a 45°, la quota hlv del corrente superiore rispetto al filo esterno della copertura, misurata verticalmente dovrà risultare almeno pari a 1,41 m (=√2 ).

Distanza fra i correnti

I correnti deveno essere distanziati in modo che i vuoti fra essi impediscano il passaggio di persone e cose sulla base della valutazione dei rischi eseguita per ogni specifica attività e in relazione alle caratteristiche della copertura. In ogni caso la distanza fra i correnti, o fra il corrente più in basso e la tavola fermapiede, non deve essere superiore a 250 mm.

1 Art.146 c. 3 d.lgs 81/08 e s.m.i.

(15)

Figura 3.2.1 – 1 Limiti di posizionamento del ponteggio in relazione dell’opera da servire

(16)

I parapetti di sommità dei ponteggi

4 Prove sperimentali

4.1 Obiettivi

L’obiettivo della sperimentazione è quello di eseguire dei test di impatto per la valutazione della efficacia dei ponteggi utilizzati come sistemi di protezione nei lavori su copertura nei confronti dell’arresto di persone e/o cose che cadano o scivolino lungo una superficie inclinata.

Per tale scopo sono stati utilizzati prototipi di ponteggio ad altezza ridotta opportunamente ancorati ad una struttura rigida.

Con riferimento alla UNI EN 13374, è stata verificata la capacità dei prototipi di assorbire diversi livelli di energia cinetica in diversi punti del sistema attraverso prove di impatto.

Ulteriore obiettivo è quello di misurare le azioni al piede dei montanti e agli ancoraggi dei prototipi durante l’impatto, oltre agli spostamenti degli elementi nei punti di impatto, utili per una successiva valutazione del ponteggio ad altezza reale.

4.2 Disposizione e procedimento di prova

Sono state previste diverse tipologie di prove di impatto, per diversi livelli di energia cinetica da ottenere e per la verifica dei diversi elementi del sistema nelle condizioni considerate più sfavorevoli.

In base all’energia cinetica da ottenere, si possono distinguere le prove, identificandole col dispositivo di impatto utilizzato, in:

- Prove con sacco sferoconico, con Ec = 500J, 1100J;

- Prove con rullo cilindrico, con Ec = 3185J.

In base all’elemento del sistema da verificare, si possono distinguere le prove in:

- Prove sul montante

- Prove sul corrente superiore - Prove sul corrente inferiore - Prove sul traverso

- Prove sulla protezione continua (rete) - Prove sulla tavola fermapiede

- Prove sull’impalcato

Nel presente studio le prove sull’impalcato non sono riportate in quanto effettuate in una precedente sperimentazione. Esse avevano già dimostrato che gli elementi d’impalcato a disposizione per la presente campagna non soddisfano i requisiti prestazionali richiesti.

Per la verifica degli elementi (con l’utilizzo del sacco e/o del rullo) sono state predisposte quattro configurazioni geometriche di prova (schemi) e individuati più punti di impatto.

La tabella seguente fornisce una sintesi dei tipi di prove eseguite.

(17)

Schema

Impatto

Prove con sacco Prove con rullo

Elementi da verificare Elementi da verificare

Punto Ec (J) Mont. Corr. Ferm Rete Mont. Corr. Ferm. Rete Trav.

CD

1 500 x

2 1100 x

3185 x

12 3185

x

13 3185

x

CS1

3 500

x

4 1100

x

5 1100 x

3185 x

6 1100

x

7 500

x

8 3185

x

CS2 8 3185

x

CSR

3 500

x

6 1100

x

7 500

x

10 1100 x

3185 x

11 3185

x

Tabella 4.2 - 1 Sintesi delle prove eseguite

Per ogni test è stato registrato l’esito in termini di capacità di arresto del dispositivo di impatto utilizzato da parte della configurazione in prova.

Inoltre sono state misurate le azioni trasmesse agli ancoraggi ed ai montanti e la freccia istantanea massima all’altezza del punto d’impatto.

Nel paragrafo 4.2.1 vengono descritte le configurazioni di prova utilizzate; nel paragrafo 4.2.2, le attrezzature e apparecchiature di prova.

Nei paragrafi 4.2.3 e 4.2.4 vengono rispettivamente descritte le prove con sacco sferoconico e le prove con rullo cilindrico.

4.2.1 Configurazioni di prova

Il sistema sottoposto a prova è costituito da un parapetto di sommità, fissato a montanti di sommità, e da un impalcato montati su telai prefabbricati ad altezza ridotta che poggiano su

(18)

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ti a . ate izza ons ontin

mpo CD, ell’a e a . oni

l sis oni mod ola è sta

nta vers

ue t Figu aio “ a s

anti a co tto tto etto e r

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nua osto

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“pa son

(p on r

co co o co

rete

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oriz el li ad tire a u

o d S1 ezz st lizz

ema el s che

rma a im

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4.2 arap no

rov rullo

n c n c on p

e;

e, i olo zzat ibre d e l’i

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a pr iste la apie mpo

gie:

2.1.

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va c o) corr corr pro pro

n le o n

ti d etto

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ura ttur e.

rev ema

dis ede osta

: 2 – to” e ate

con ren ren otez

ova

egn elle al o de

c ens ato tela R; a a d ra

vede a.

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– 1, e re

pr

n sa ti p ti p zion a c

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e il

nza sul ari a

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a:

I p

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n a ve tero nteg

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ara ni p sizi ova

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para

ra 4 etal ost

e p a dis a dis ntin ullo

acc rig o d ggi bbri e d che ape per ione a m

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i es ri a

apet

4.2.

llica te

prov sta sta nua o p

ciaio gua

el l o u can dei ema etto”

lo s e p med

tto

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tti d

1.2 a – qua

va anza anza a (p

per

o e arda

lavo utili nte co a C

” a sch per dia

di s

fos 9 c

di so

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con a p a p prov

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2) gura ro

n ru pari pari va c ete

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pa per

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ullo a 2 a 1 con e

alte a s

de , i sso

ne app

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ari a r ta

à de

.2.1 nfig

o) e 20 10 n sa

ta

ezz stes lle mo o p

egli pres

to s S2.

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re

a 2 avo

ei po

1.3 gura

e d cm cm acc avo

ze p ssa

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par i sc sen sul

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eali

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onte

– 1 azi

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e de ma

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cm.

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eggi

1) oni

ri a non che i di ndo emi un ale

elle di

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15

i

i

a n e i o i n e

e i

o

5

(19)

4.2 Gl rea I c

Ne pe co pe La

2.1 i s aliz corr

- - ello er t orre er la a qu - - - -

.2 sch zza ren - - o sc

avo ente a ta uota

1 1 1 1

Sc em ato c

ti s 20 10 che ola e pi avo a d 115 135 105 135

che mi C con sono 0 cm 0 cm ema

da iù i ola d dell’

5 cm 5 cm 5 cm 5 cm em CS n co

o s m n m n a C a 1 n b da

’im m, m, m, m,

mi C so orre stat

ello ello CS1

5 c bass

20 pal

pe pe pe pe

CS ono ent i di o sc o sc lo cm so cm cat r le r la r la r la

o c ti.

spo che che sp e e la m.

to r e pr a pr a pr a pr

cos ost ema ema paz

par a ta risp rove rova rova rova

titu i in a C a C io t ri a avo pett

e c a c a c a c

uiti mo CS1 CS2 tra a 24 ola

to a on on on on

da odo 1 (f 2 (f il c 4 c fer al p il s il r il r il r

Fig

a u o ch

igu igu corr cm ma pavi sac rullo rullo rullo

gura

na he

ra ra ren pe apie ime co o su o su o su

a 4.2

ca la d 4.2 4.2 te p er la ede ento

ul t ul c ulla

2.1

am dist 2.1.

2.1.

più a ta e ris

o è rav corr a ta

.1 –

pat tan .2 – .2 – in avo sult è sta

vers ren avo

– 1

ta.

nza – 1) – 2) ba ola ta p ata so nte

la f Sc

Il fra ) ) asso

da pari a im

inte ferm che

sis a di

o e a 20

i a mpo

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ma

stem es

e la 0 c 17 osta

med pie

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ma ssi f

tav cm.

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dio de

D

a p fos

vol N m pe

ari a rev se

a fe ello er t a:

ved pa

erm o s tav

de ri a

map che ola

il p a:

pied em a da

par

de a C a 15 rap

risu CS2 5 c

etto

ulta 2 lo m e

o d

a pa o s e p di

ari spa ari

som

a 2 azio

a 1 mm

29 o tra

12 mità

cm a il cm à

m l m

(20)

4.2 Lo co La filo La

2.1 o sc on t a re

o 4 a qu - - -

.3 che

ela ete mm uota

1 1 1

Sc ema aio

uti m.

a d 115 105 135

che a C

par lizz dell’

5 cm 5 cm 5 cm em CSR

rap zata

’im m, m, m,

ma C R è petto

a è pal pe pe pe

CSR co o e è in

cat r le r la r la

R stit e re ac to r e pr a pr a pr

tuito ete

ccia risp rove rova rova

o d me aio, pett e c a c a c

a u etal

ve to a on on on

F

F

una lica erni al p il s il r il r

Figu

Figu

a ca a (p icia pavi sac rullo rullo

ura

ura

amp para ata,

ime co o su o su

4.2

4.2

pat ape

co ento

ulla ulla

2.1.

2.1.

ta.

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o è a pr a ta

2 –

2 –

Il s o co

dim è sta rote avo

– 1

– 2

iste on p men

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la f Sch

Sch

ema pro nsio a im one ferm

hem

hem

a p otez one mpo e co map

ma

ma

prev zion e de osta

ont pie

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CS

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S1

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l pa ntin mag

a:

I p

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mità e sp

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i

o l

(21)

4.2 Pe

4.2 La co Es me

2.2 er la

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A a e

u u u d u u

S .1 trut ent a è ant

Att esec

una un un due un un

Str ttur te l’

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’es visa rullo

zza zion

trut cco lo c iste stem stem

tura me ecu a in o c

atur ne d ttur o sf cilin emi ma ma

a m etall

uzio du cilin

re e del ra m fero ndr

di di di a

met lica one ue z dric

e a le p met oco ico

so mis acq

alli a ri

e d zon

co.

pp pro talli onic llev sura quis

ica gid i pr ne d

I d are ove ica co vam

a d sizi

a rig da,

rove dov disp

ecc so rig

men dei d

ion

gid rea e d ve p pos

F

chia ono gida

nto dat e, r

a aliz dina pot sitiv

Figu

atu sta a

e s ti reg

zza ami er e vi pe

ura

ure ate

sga gistr

ta che effe er l

4.2

di uti

anc raz

in e m ettu

’im 2.1.3

pro lizz

cio zion

ca med

uare mpa

3 –

ova zate

ne e

rpe dian e le tto

1

a e le

ed a

ente nte e p

so Sch

e se

ana

eria sa rov no

hem

egu

alis

a m acco ve c qu

ma C

uen

si de

meta o sf con elli

CS

nti a

ei d

alli fero n il

i pr R

attre

dat

ca oco

sac revi

ezz

i.

co onic

cco isti

zatu

ostit co o sf ne

ure

tuit e ru fero

lla e e

a d ullo oco UN

ap

da o ci onic NI E

par

tra lind co e EN

rec

avi dric e i t 13

chi

e co.

tes 374

atu

pila st d

4.

ure:

astr i im :

ri H mpa

HE, atto , o

(22)

4.2 Il s rea

4.2 Il 13

4.2 I s lib Ne alt cin mo Il un L’e arg di Un 4.2 ca ma sfe

2.2 sac aliz

2.2 rull 337

2.2 sist bera

ella tezz net

odo sis n’ele

elet gan pro no

2.2 arru ass ero

S .2 cco zza

R .3 o c 74 e

S .4 em a de a p

za ica o da stem ettr ttro no otez

sch .4- uco sim ocon

Sac o sf ato

Ru cilin ed è

Sis mi d ella rim tal . U a o ma roc oca e s zio hem

1.

la C o d nico

cco fero in t

llo ndr

è ri

stem di s

a m ma t

e c n s otte

ch ala lam suc

ne.

ma Il s C1 di ±

o e o sf oco tess

cil ico ves

mi olle mass tipo che sist ner he amit mita cces

. de sac , im

± 5°

e la fer onic

sut

ind in stito

di s eva

sa olog e al

em re d

co ta a vi

ssiv el s cco mpa

° ri ve

Fi

roco co d o in

dric ac o in

sol ame

sen gia l’ist ma d dive ons

ch ien vam sist

sfe atta

spe ertic

igur

on da n g

co ccia n go

llev ento nza

di tan di p ers ent e e s men

em ero a l’e

etto cale

ra 4

ico 50 rad

aio om

vam o e a ap

i te nte pule si liv te

vie soll nte ma d

oco ele o la e do

4.2.

o 0 kg do d

da ma

men e d

ppr est de egg vell il s ene eva e sg

di s nic me a ve

ovr 2.1

g d di r

a 75 a ed

nto i sg rezz il ll’u ge e

i di sol a ata gan sol co, ento

erti rà e

– 1

da u resi

5 k d è

o e gan zab sac rto e ca i en lev gga in ncia

lev sos o in cal ess

1 A

util ste

kg d se

sg ncio bile

cco co arr nerg

am anc qu ata

am spe n p

le.

ere Attre

izz ere

da enza

an o ra e ve o s ontr uco gia men ciat uota

pe men eso rov L’a e in

ezz

are ag

util a b

cio api eloc

fero ro i ole a cin

to ta a s

r p to o tr va c ang

fer atu

e pe li im

lizz bord

o do cità oco

l si pe net e al solid

erm e s ram

con golo riore

ura d

er mpa

zare di ta

co à in onic

iste erm

tica lo sa dal met sga mite

n la o α e a

di p

le atti

e p agl

onse izia co ema

ette a.

sg acco

me tter anc un a fu tra a 65

prov

pro .

per ien

ent ale.

vie a d e il gan

o, ente

re l’

cio na une a la 5°.

va: s

ove

le nti.

ton ene di p so ncio da e a

’az de fun e ch a fu

stru

e d’

pro

o i e s prot ollev o d a u al s ion l sa ne

he une

uttu

imp

ove

l po olle tezi

vam del una

acc ne d acc di

al ne

ra m

pat

e d’

osiz eva ione men sa

fu co dina co

sol mo ella

met

tto

’im

zio ato e a nto acco

une fino am

sfe llev ome a po

I p

talli

è c

pat

nam e abb o de o s e m

o a ica eroc vam ent osiz

para

ca

con

tto

me fat bia el s sfer met all’a a de con men to d zion

apet

rigi

nfor

è c

ento tto

una sacc roc talli alte el s nico nto dell ne

tti d

ida

rme

con

o in ca a d co con ca ezza

sac o è F1 l’im di

di so

e a

nfor

n q der dete

a d ico

e a s co illu 1, p mpa

pa

omm

alla

rme

uot re erm dive è

da tab co ust pas atto rten

mità

EN

e a

ta e da mina

erse co a u bilita ntro rato ssa

è nza

à de

N 5

alla

e la op ata e a ost un a m o il o i nte

inc a d

ei po

596

UN

a c ppo a en altez itui

ar med

sis n F e su clin

el s

onte

6 ed

NI

cadu ortu ner

zze to rgan

dian stem Figu

u u ata sac

eggi

d è

EN

uta una gia e in da no.

nte ma ura una a al cco

i

è

N

a a a n a . e a a a l o

(23)

1 = sistema in prova 2 = rullo cilindrico L = corsa del rullo

α = 60°







1 = sistema in prova

2 = dispositivo di sgancio rapido α = 65° (massimo)

C1 = carrucola di sollevamento C2 = carrucola di posizionamento

hF = altezza di caduta F1 = fune di sollevamento F2 = fune di posizionamento

Ne do Il so ag ru dis rot

4.2 Pe

ella opo rul ollev gga

llo spo

tola

2.2 er la

 a se o av lo vam anci

fin osit ame

.5 a m

q d

eco verl cili men

iate no a

ivi, ent

Si misu

qua due

ond o fa ind nto e a alla pe to l

iste ura attr e ce

a ti atto rico o e

l ru a s er

ung

em azio ro tr elle

ipo o ro o v sg ullo som

imp go

ma d one

ras e di

log oto vien

gan . Le mmi

ped la r

di m de sdut ca

F

gia lare ne ncio

e fu tà dirn

ram

mis elle ttor aric

Figu

di t e p

po o c uni

de ne l mpa

Fi sura

for ri a o L

ura

tes er 5 orta

cos , c ello

la a.

igur a d rze filo Lea

4.2

t il 5 m ato

stitu he sc cad

ra 4 dei

e d o C ane

2.2.4

rul m lu

in uito si civo

dut

4.2.

dat deg Cele CB

4-1

lo c ung

qu d avv olo

a.

2.4 ti gli s esc BES

Si

cilin go u uota a u volg do Su

4-2

spo o M S d

iste

ndr una a e un gon ove

cce

Sis

osta MT2 da 1

ema

rico a ra e r ar no vi ess

stem

ame 2 15.0

a di

o vi amp

recu rga

sul ien siva

ma

ent

000 pro

ene pa i

upe no ll’ar e a ame

di p

ti d

0 kg ova

e fa inc erat

do rga agg ent

prov

ura

g co

atto lina to otat ano

gan te i

va c

ante n sa

o im ata

do to , p ncia

l ru

con

e le acc

mpa di opo

di erm ato

ullo

n ru

e pr co s

atta 60°

l’i du met me o v

llo c

rov sfero

are

°.

mp ue

tton ecc ien

cilin

e d oco

co patt fun no can

e s

ndri

di im onic

ntro to m ni m

il s nica

sga

co

mpa co

o il me me olle ame anc

atto sis edia etal

eva ent ciat

o so ste ante

lich ame e, o p

ono ma e u he

ent me per

o st a di

un ch o in edia pe

tati pr sis e v n q ant erm

uti ote stem

ven quo

te i mett

lizz ezio

ma ngo ta ido tere

zati one

di ono del nei e il

i:

e i o l i l

(24)

I parapetti di sommità dei ponteggi

I trasduttori a filo sono stati posizionati in corrispondenza dei punti d’impatto per misurare gli spostamenti istantanei e residui del sistema in prova.

Figura 4.2.2.5-1 Trasduttore a filo tipo CELESCO MT2

Le celle di carico di tipo Leane CBES da 15.000 kg sono state rese solidali alle basette dei montanti, mentre le celle di carico di tipo Leane DSCC da 100 kN sono stati posizionati fra i tubi che permettono l’ancoraggio del sistema in prova alla struttura.

Le celle di carico alla base dei montanti permettono la misura delle sole compressioni mentre quelle lungo gli ancoraggi, sia le compressioni che le trazioni.

L’azzeramento del sistema di misura è stato effettuato dopo il montaggio e l’ancoraggio del sistema in prova.

Figura 4.2.2.5-2 Cella di carico tipo Leane CBES 15.000 kg

(25)

Figura 4.2.2.5-3 Cella di carico tipo Leane DSCC 100kN

Le webcam permettono la ripresa delle prove da due posizioni differenti e contribuiscono alla analisi degli stessi.

A titolo di esempio, di seguito viene illustrato il posizionamento delle celle di carico per lo schema CD costituito da due campate.

Figura 4.2.2.5-4 Sistema di misura dei dati – Posizionamento delle celle di carico nello schema CD Vista frontale

(26)

4.2 Il s ott co ing Es La De vis De av e me

I d un co in

F

2.2 sist to i olleg

gre ssa a ce

ewe sua ewe vvie

la em

dati n is onse tem

Figu

S .6 tem

ng gat essi a co ent eSo alizz eSo ene

vi oriz

pr stog ent mpo

ura

Sis ma res ti i t att ons

rali oft zar oft e m sua zza

rove gra ton o re

4.2

stem di a ssi d tras trav ent na X2 re,

X2 edi aliz ati.

eni amm

o a eale

2.2.

ma acq dig sdu ver te l vie 2 c me 2 h iant zzaz

ent ma attra

e.

5-5

di quis ital utto rso

’ac ene che emo ha

te h zio

ti d . I ave

5 S

ac sizi li d ori a

ult cqu e co e c

oriz due har

ne

F

dai l s erso

iste

cqu one a e a fl

erio isiz olle cons zza

e m rdw

de

igu

sen soft

o u ema

uisi e è enc lo, ori zion ega

sen re e mod ware ei

ra 4

nso twa una

a di

zio è co code

le mo ne a ata

nte ed dal e m

ris

4.2.

ori v are a sp

mis

one omp

er 3 cel odu a 2 ad di esp ità men ulta

.2.6

ven è pec

sur

e, re pos 32 lle uli.

24 b un i e por di ntre ati

6-1

ngo do cific

a d

egi sto bit di c bit, n co effet rtar

fu e l'a po

Ce

ono ota ca f

ei d

str da , R car sin omp

ttua re i unz ana oss

entr

o m to funz

dati V

raz a un RPM rico ncro put are da ion alisi ono

ralin

ost di zio

– P Vis

ion n ce M, c o e ona ter e la ati.

nam at o a

na D

trat re ne

Pos sta l

ne e ent cou le a, d po a c men ttrav

avv

DEW

ti a egis

un sizio

ate

ed tral unte

we i tu rtat con nto:

ver ven

WE

ttra stra na f

ona erale

an ina er, ebca utti

tile figu in rso nire

E 43

ave ator faci

ame e

alis a De 2 p am i ca

su ura n a un e d

3° e

erso re ile

ento

si d ew port m. L ana ul q azio

cqu n file ura

so

o un gra ed

o de

dei e 4 te C La c

ali f ual one uisi e m ante

ftwa

n c afic im

elle

da 43A CA cen fino le è e d

izio mem

e l

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ntra o a è in

ei one

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e DE

ssic e edia

I p

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d o full alina

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X2

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an a q ibil ana twa re si. L

ora o

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ges uisiz uisi e de

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D

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o o che tati

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