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Esercizio 1 Dimostrare le leggi di De Morgan: (A

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Academic year: 2021

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(1)

Esercizio 1

Dimostrare le leggi di De Morgan:

(A ∪ B)C = AC ∩ BC (A ∩ B)C = AC ∪ BC

Svolgimento. Siano A e B sottoinsiemi di un insieme ambiente X . Per provare che (A ∪ B)C = AC∩ BC, si dimostra che hanno gli stessi elementi. Sia infatti x ∈ X . Allora

x ∈ (A ∪ B)C ⇔ x /∈ A ∪ B ⇔ x /∈ A e x /∈ B ⇔

⇔ x ∈ AC e x ∈ BC ⇔ x ∈ AC∩ BC Similmente, per la seconda uguaglianza, dato x ∈ X :

x ∈ (A ∩ B)C ⇔ x /∈ A ∩ B ⇔ x /∈ A o x /∈ B ⇔

⇔ x ∈ AC o x ∈ BC ⇔ x ∈ AC∪ BC

(2)

Esercizio 2

Si consideri l’insieme X = Z × (Z \ {0}). Si dimostri che ∼ `e una relazione di equivalenza su X .

(a, b) ∼ (c, d ) ⇔ a · d = b · c

Svolgimento. Per verificare che ∼ `e una relazione d’equivalenze, si dimostra che `e riflessiva, transivita, simmetrica.

I Riflessivit`a:

Dato un qualunque elemento (a, b) ∈ X , si ha ab = ba. Quindi (a, b) ∼ (a, b).

(3)

Esercizio 2 (cont.)

I Transitivit`a:

Siano (a, b), (c, d ), (e, f ) elementi qualunque di X , e si assuma che (a, b) ∼ (c, d ) e (c, d ) ∼ (e, f ). Questo significa ad = bc e cf = de.

Moltiplicando la prima uguaglianza per f e la seconda per b, si ottengono le uguaglianze adf = bcf e bcf = bde, da cui adf = bde.

Poich´e d 6= 0, si pu`o dedurre af = be, cio`e (a, b) ∼ (e, f ).

I Simmetria:

Siano (a, b), (c, d ) elementi qualunque di X , e si assuma (a, b) ∼ (c, d ), cio`e ad = bc. Questo significa cb = da, ovvero (c, d ) ∼ (a, b).

(4)

Esercizio 3

Sia z ∈ C. Si dimostri che z = ¯z ⇔ Rez = z.

Svolgimento. Sia z = a + ib, con a, b ∈ R. Allora ¯z = a − ib.

Pertanto, se z = ¯z, si ha a + ib = a − ib, da cui b = 0, cio`e z = a = Rez.

Viceversa, se Rez = z, segue b = 0, cio`e z = ¯z.

(5)

Esercizio 4

Mettere in forma algebrica oppure in forma trigonometrica, e quando possibile in entrambe le forme, i seguenti numeri complessi:

(1)

z = 2 + i

i + 1 =(2 + i )(i − 1)

(i + 1)(i − 1) =−3 + i

−2 =3 2 −1

2i

Per provare a cercare la forma trigonometrica, si calcola anzitutto il modulo del numero:

|z| = 3 2 −1

2i

= r9

4 +1 4 =

√10 2 Quindi

z =

√10 2

 2

√10 3 2 − 2

√10 1 2i



=

=

√10 2

 3

√10− 1

√10i



=

√10

2 (cos θ + i sin θ)

(6)

Esercizio 4 (cont.)

dove

cos θ = 3

√10, sin θ = − 1

√10

(2) z = (1 −√ 3i )10:

|1 −√ 3i | =√

1 + 3 = 2 quindi, per ottenere la forma trigonometrica di z:

z =

"

2 1 2 −

√3 2 i

!#10

= 210

 cos5

3π + i sin5 3π

10

=

= 210

 cos50

3 π + i sin50 3 π



= 210

 cos2

3π + i sin2 3π



Partendo da quest’ultimo termine, si ottiene la forma algebrica:

(7)

Esercizio 4 (cont.)

z = 210 −1 2 +

√3 2 i

!

= −29+ 29√ 3i

(3)

z =(1−i )(1+i )76 = [(1+i )(1−i )](1−i )6(1−i )77 = (1−i )2713 =217

√2 cos74π + i sin74π13

=

=

2

27 cos914π + i sin914π = 272 cos34π + i sin34π =

=

2 27

−

2

2 +

2 2 i

= −217 +217i (4)

z = 

2

3−i+1i10

=2(3+i

3+1 − i10

= 12

3 +12i − i10

=

= 

3

212i10

= cos116π + i sin116π10

= cos553π + i sin553π =

= cos13π + i sin13π =

= 12+

3 2 i

(8)

Esercizio 4 (cont.)

(5)

z = (1 + i )5=√

2 cosπ4 + i sinπ45

= 4√

2 cos54π + i sin54π =

= 4√ 2

2 2 − i

2 2



= −4 − 4i (6)

z = (1 + i√

3)5· (i − 1)7=h 2

1 2+

3 2 ii5h√

2

12+i

2

i7

=

= 28

2 cosπ3 + i sinπ35

cos34π + i sin34π7

=

= 28

2 cos53π + i sin53π

cos214π + i sin214π =

= 28

2 cos53π + i sin53π

cos54π + i sin54π =

= 28

2 cos3512π + i sin3512π = 28

2 cos1112π + i sin1112π =

= 28

2 cos1112π + i 28

2 sin1112π

(9)

Esercizio 5

Stabilire se le seguenti affermazioni sono vere oppure false (z indica una variabile complessa):

(1) Se |z| = 1 allora z = ±1.

Risposta. Falso, perch´e anche |i | = 1.

(2) z `e immaginario puro se e solo se z2`e reale e negativo.

Risposta. Vero. Infatti

z `e immaginario puro ⇔ z 6= 0 e un’argomento di z `e π2 o 32π ⇔

⇔ z 6= 0 e un argomento di z2`e π ⇔

⇔ z `e reale negativo (3) i27 `e reale.

Risposta. Vero: i27 = −7.

(4) z4+ 4 ha i ± 1 come uniche radici non reali.

Risposta. Falso. Le radici di z4+ 4, cio`e i numeri z tali che z4= −4, hanno argomenti π4,4,4,4, si tratta dunque di quattro radici non reali.

(10)

Richiami sulle relazioni

Sia R una relazione binaria definita sull’insieme X . R `e:

I riflessiva se per ogni x ∈ X si ha xRx

I transitiva se per ogni x , y , z ∈ X tali che xRy e yRz si ha anche xRz

I simmetrica se per ogni x , y ∈ X tali che xRy si ha anche yRx

I antisimmetrica se per ogni x , y ∈ X tali che xRy e yRx si ha x = y ; in altre parole, se dati x , y ∈ X con x 6= y , non possono valere entrambe le relazioni xRy e yRx

(11)

Relazioni d’equivalenza e d’ordine

I Una relazione riflessiva, transivita e simmetrica si dice relazione d’equivalenza

I Una relazione riflessiva, transitiva e antisimmetrica si dice relazione d’ordine

I Un ordine R si dice totale se per ogni x , y ∈ X almeno una delle due relazioni xRy e yRx vale

I Se l’ordine non `e totale, si sottolinea (talvolta) dicendo che `e parziale Questo vuol dire che esistono almeno due elementi inconfrontabili rispetto al’ordine R, cio`e tali che non vale n`e xRy , n`e yRx Quando una relazione d’ordine `e denotata con un simbolo del tipo ≤, allora una notazione del tipo

x < y significa

x ≤ y e x 6= y

(12)

Esempi

Siano A, B due insiemi, e siano

IA relazione d’ordine su A

IB relazione d’ordine su B

Si definiscono due relazioni d’ordine sul prodotto cartesiano A × B:

l’ordine prodotto e l’ordine lessicografico.

(13)

L’ordine prodotto

L’ordine prodotto ≤A×B `e definito ponendo, per ogni (a, b), (a0, b0) ∈ A × B:

(a, b) ≤A×B (a0, b0) ⇔ a ≤Aa0 e b ≤B b0 Si tratta effettivamente di un ordine:

I riflessivit`a: dato un qualunque elemento (a, b) ∈ A × B si ha a ≤Aa e b ≤B b (perch´e ≤A e ≤B sono relazioni riflessive), e quindi (a, b) ≤A×B (a, b)

(14)

L’ordine prodotto

I transitivit`a: siano (a, b), (a0, b0), (a00, b00) ∈ A × B, e si assuma che (a, b) ≤A×B (a0, b0) e (a0, b0) ≤A×B (a00, b00) Questo vuol dire che:

a ≤Aa0, b ≤B b0, a0Aa00, b0B b00 Poich´e ≤A e ≤B sono relazioni transitive, segue che

a ≤A a00 e b ≤B b00 cio`e

(a, b) ≤A×B (a00, b00)

(15)

L’ordine prodotto

I antisimmetria: siano (a, b), (a0, b0) ∈ A × B tali che (a, b) ≤A×B (a0, b0) e (a0, b0) ≤A×B (a, b) ci`o che significa

a ≤A a0, b ≤B b0, a0Aa, b0B b Poich´e le relazioni ≤A e ≤B sono antisimmetriche, segue

a = a0, b = b0 cio`e

(a, b) = (a0, b0)

(16)

L’ordine prodotto

Se A e B hanno almeno due elementi, l’ordine ≤A×B non `e totale:

Presi due elementi distinti di A, per l’antisimmetria di ≤A non `e possibile che ognuno sia ≤A dell’altro. Quindi esistono a, a0∈ A tali che a Aa0. Similmente, esistono b, b0∈ B tali che b B b0. Di conseguenza

(a, b0) A×B (a0, b) e (a0, b) A×B (a, b0)

(17)

L’ordine lessicografico

L’ordine lessicografico ≤lex `e definito ponendo per ogni (a, b), (a0, b0) ∈ A × B:

(a, b) ≤lex (a0, b0) ⇔ a <Aa0; oppure a = a0 e b ≤B b0 Si tratta effettivamente di una relazione d’ordine.

I riflessivit`a: dato un qualunque elemento (a, b) ∈ A × B, si ha a = a e b ≤B b

per la riflessivit`a di ≤B. Allora

(a, b) ≤lex(a, b)

(18)

L’ordine lessicografico

I transitivit`a: Siano (a, b), (a0, b0), (a00, b00) ∈ A × B tali che (a, b) ≤lex (a0, b0) e (a0, b0) ≤lex(a00, b00) Ci`o significa che

[a <A a0 o (a = a0 e b ≤B b0)]

e

[a0<Aa00o (a0= a00 e b0B b00)]

Queste relazioni generano quattro casi da considerare:

1: a <Aa0<Aa00. Allora per la transitivit`a di ≤A segue a ≤Aa00. Inoltre a 6= a00, altrimenti a ≤Aa0Aa e dunque, sempre per la transitivit`a di ≤A, seguirebbe a = a0, contraddizione. Pertanto a <Aa00, da cui

(a, b) ≤lex (a00, b00)

(19)

L’ordine lessicografico

2: a <Aa0, a0= a00, b0B b00. Allora basta la disuguaglianza a <A a00 per concludere

(a, b) ≤lex (a00, b00)

3: a = a0, b ≤B b0, a0<Aa00. Allora basta la disuguaglianza a <Aa00 per concludere

(a, b) ≤lex (a00, b00)

4: a = a0, b ≤B b0, a0= a00, b0B b00. Da ci`o segue che a = a00 e, per la transitivit`a di ≤B, che b ≤B b00, e quindi ancora

(a, b) ≤lex (a00, b00)

(20)

L’ordine lessicografico

I antisimmetria: Siano (a, b), (a0, b0) ∈ X tali che (a, b) ≤lex (a0, b0) e (a0, b0) ≤lex (a, b) cio`e

[a <A a0 o (a = a0 e b ≤B b0)]

e

[a0 <A a o (a0= a e b0B b)]

Di nuovo, ci`o produce quattro casi:

1: a <Aa0 e a0<Aa. Questo caso `e impossibile, perch´e per l’antisimmetria di ≤A produrrebbe a = a0, una contraddizione.

2: a <Aa0, a0= a, b0B b. Anche questo caso `e impossibile: dalle prime due relazioni si ha a <Aa, contraddizione.

3: a = a0, b ≤B b0, a0<Aa. Anche questo caso `e impossibile, ottenendo di nuovo la contraddizione a <A a.

4: a = a0, b ≤B b0, a0= a, b0B b. Oltre a a = a0, dalla seconda e quarta relazione, per l’antisimmetria di ≤B, si ottiene anche b = b0, per cui

(a, b) = (a0, b0)

(21)

L’ordine lessicografico

Se entrambi ≤A e ≤B sono ordini totale, anche ≤lex risulta essere totale.

Si considerino infatti due elementi (a, b), (a0, b0) ∈ A × B. Poich´e ≤A `e totale, si ha

a ≤Aa0 o a0Aa e quindi

a <Aa0 o a = a0 o a0 <Aa

1: Se a <Aa0, allora (a, b) ≤lex (a0, b0)

2: Se a0 <A a, allora (a0, b0) ≤lex(a, b)

3: Resta il caso a = a0. Poich´e ≤B `e totale, si ha b ≤B b0 oppure b0B b. Nel primo caso (a, b) ≤lex (a0, b0), nel secondo caso (a0, b0) ≤lex (a, b).

In tutti i casi si `e dimostrato che (a, b) e (a0, b0) sono ≤lex-confrontabili, dunque ≤lex `e totale.

(22)

Osservazione

Se (a, b) ≤A×B (a0, b0), allora anche (a, b) ≤lex (a0, b0).

Infatti, (a, b) ≤A×B (a0, b0) significa a ≤A a0 e b ≤B b0, e si hanno due casi, a seconda se a <A a0 o a = a0. Nel primo caso si deduce subito che (a, b) ≤lex (a0, b0); nel secondo caso tale conclusione si ottiene usando il fatto che b ≤B b0.

Il viceversa invece non vale.

Per esempio, considerando su R l’usuale relazione d’ordine ≤, si ha in R × R:

(0, 1) ≤lex (1, 0), ma (0, 1) R×R(1, 0)

(23)

Relazioni d’equivalenza: un esempio

Sia X = R2\ {(0, 0)}. Su X si definisca una relazione ∼ ponendo

(x , y ) ∼ (x0, y0) ⇔

 x = x0 = 0 oppure

y x = yx00

∼ `e una relazione di equivalenza:

I riflessivit`a: Sia (x , y ) ∈ X . Allora:

1: se x = 0 segue (x , y ) ∼ (x , y ), dalla prima clausola della definizione di ∼

2: se x 6= 0, si ha yx = yx e quindi ancora (x , y ) ∼ (x , y ) dalla seconda clausola della definizione di ∼

(24)

Esempio (cont.)

I transitivit`a: Siano (x , y ), (x0, y0), (x00, y00) ∈ X tali che (x , y ) ∼ (x0, y0) e (x0, y0) ∼ (x00, y00).

Se x = 0, da (x , y ) ∼ (x0, y0) segue x0= 0, e allora da (x0, y0) ∼ (x00, y00) segue che anche x00= 0; pertanto

(x , y ) ∼ (x0, y0). Se invece x 6= 0, allora anche x0 6= 0 e inoltre

y

x = yx00; pertanto anche x006= 0 e xy00 = yx0000; di nuovo, (x , y ) ∼ (x00, y00).

I simmetria: Siano (x , y ), (x0, y0) ∈ X tali che (x , y ) ∼ (x0, y0). Se x = 0 segue che x0 = 0 e quindi anche (x0, y0) ∼ (x , y ); altrimenti,

y

x = yx00, e ancora (x0, y0) ∼ (x , y ).

(25)

Esempio (cont.)

Dato (x , y ) ∈ X la classe d’equivalenza di (x , y ) `e:

I se x = 0: l’insieme di tutti i punti (x0, y0) ∈ X tali che x0= 0, cio`e la retta verticale passante per l’origine, tranne l’origine (che non appartiene a X )

I se x 6= 0: l’insieme di tutti i punti (x0, y0) ∈ X tali che yx00 = yx, cio`e la retta per l’origine di coefficiente angolare yx, tranne l’origine Quindi le classi di equivalenza di ∼ sono tutte le rette passanti per l’origine, private dell’origine medesima (che non `e un elemento di X ) La circonferenza unitaria S di centro l’origine interseca ogni classe d’equivalenza di ∼ esattamente in un punto. I punti di S possono quindi essere presi come rappresentanti delle classi d’equivalenza di ∼: c’`e quindi una corrispondenza naturale tra l’insieme quoziente X /∼ (insieme delle rette per l’origine, a eccezione dell’origine medesima) e S (insieme dei punti che distano 1 dall’origine).

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