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(1)

prof. Francesco Ragusa Università di Milano

Interazioni Elettrodeboli

Lezione n. 18

30.11.2020

Decadimento τ → π ν τ

Proprietà isotopiche della corrente adronica Fattori di forma

CVC e decadimento π → π 0 e ν e

(2)

Il decadimento del leptone τ: τ → π ν τ

y Mostriamo come il formalismo fin qui sviluppato può essere utilizzato anche per il calcolo della frazione di decadimento del leptone τ

y Osserviamo prima di tutto che per il calcolo della vita media o della larghezza totale occorrerebbe calcolare tutte le larghezze parziali

y Troppo lavoro ….

y Calcoliamo solo la larghezza del decadimento in π

ν

τ

e confrontiamola con la larghezza totale

y La larghezza totale può essere derivata dalla vita media y Dal risultato sperimentale τ = 290.6u10

−15

s ricaviamo

y Calcoliamo adesso la larghezza del decadimento π

ν

τ

y Il calcolo è identico a quello fatto per il decadimento del pione

y Si utilizza l’Hamiltoniana

(3)

Il decadimento del leptone τ: τ → π ν τ

y La corrente leptonica J

μ

adesso contiene anche un termine per il leptone τ y Lo stato iniziale e lo stato finale sono rispettivamente

y Notiamo in particolare che per quel che riguarda gli adroni si passa dallo stato vuoto allo stato con un pione

y La situazione opposta a quella del decadimento del pione y Scriviamo pertanto l’ampiezza di decadimento

y L’elemento di matrice della parte adronica è il complesso coniugato di quello che avevamo nel decadimento del pione

y Dato che era reale sono uguali

(4)

Il decadimento del leptone τ: τ → π ν τ

y L’elemento di matrice della parte leptonica è

y Per finire l’ampiezza è

y Sostituendo

y Con la solita tecnica troviamo

y Dalla cinematica otteniamo

(5)

Il decadimento del leptone τ: τ → π ν τ

y Mettendo insieme i vari pezzi otteniamo

y Notiamo il fattore ½ introdotto prima dell’elemento di matrice y Questa volta il leptone è nello stato iniziale

y Bisogna mediare statisticamente fra le due polarizzazioni possibili y Introduciamo i valori delle costanti e delle masse

y Otteniamo

media sulle polariz-

zazioni iniziali

(6)

Il decadimento del leptone τ: τ → π ν τ

y Ricordando la larghezza totale ottenuta dalla vita media

y Otteniamo la frazione di decadimento

y Da confrontare con il valore sperimentale

(7)

Polarizzazione del leptone τ

y Calcoliamo adesso la larghezza di decadimento nel caso in cui il leptone τ sia polarizzato. L’ampiezza mediata

y Diventa

y Adesso mettiamoci nel sistema di riposo del leptone

(8)

Polarizzazione del leptone τ

y Si ottiene infine la distribuzione angolare dei pioni nel sistema di riposo del leptone τ

y Nel rapporto i termini costanti dello spazio delle fasi si elidono e pertanto possiamo semplicemente fare il rapporto fra i quadrati delle ampiezze

y Osserviamo infine che il segno di fronte al prodotto ξ˜k

ν

dipende dal segno della massa nell’espressione

y La massa compare con questo segno perchè nell’ampiezza era presente lo spinore u del τ

(particella)

y Se invece ci fosse stato un τ

+

(antiparticella) allora ci sarebbe

(9)

La misura della polarizzazione del τ

y A LEP coppie di leptoni τ sono prodotti nelle collisioni e

+

e

all’energia del centro di massa pari a M

Z

y I due leptoni hanno momento opposto (uguale in modulo) e energia E = M

Z

/2 y I leptoni sono prodotti con una polarizzazione ℘ che dipende dagli

accoppiamenti della Z

0

ai leptoni (lo vedremo)

y Dalla misura della polarizzazione si possono misurare gli accoppiamenti

y Nel sistema di riposo del leptone τ, il π e il neutrino sono prodotti ad un angolo θ

rispetto alla direzione di volo del τ

y Nel piano contenente i due mesoni e la direzione di volo del τ

y

y Il momento e l’energia del pione sono

θ

β

τ

π

ν

τ

(10)

La misura della polarizzazione del τ

y La massa del τ è m

τ

= 1776.99 MeV e per i nostri scopi è possibile approssimare a zero la massa del pione

y Nel laboratorio, l’energia di un pione emesso ad un angolo θ

nel c.m. è

y γ e β sono i fattori relativistici del leptone τ

y L’energia del pione è pertanto

y Al variare di cos θ

l’energia del pione nel sistema di laboratorio varia fra y Il valore massimo M

Z

/2 che si raggiunge per cos θ

= 1

y il valore minimo 0 che si raggiunge per cos θ

= 1

y Se non si trascura la massa del leptone l'intervallo è ridotto

(11)

La misura della polarizzazione del τ

y Abbiamo visto che nel sistema di riposo del τ l’angolo di emissione del pione ha una distribuzione

y Nel sistema di laboratorio avremo pertanto

y Dai calcoli cinematici precedenti

y Mettendo insieme i vari pezzi

y Si ottiene

e inoltre

La misura fatta a LEP

Introduciamo la variabile

(12)

Decadimenti deboli

y Abbiamo visto che l’interazione di Fermi (interazione corrente-corrente) può essere utilizzata con successo per descrivere i decadimenti deboli

y Assumendo l’universalità l’Hamiltoniana può essere scritta come

y La corrente J

α

(x) è fatta da due pezzi: J

α

(x) = l

α

(x) + h

α

(x)

y La corrente leptonica l

α

(x) contiene i campi delle tre famiglie di leptoni

y I leptoni sono soggetti solo all’interazione elettrodebole e la loro descrizione mediante campi liberi di Dirac è adeguata

y Notiamo che la presenza nell’Hamiltoniana sia della corrente J che della corrente J

permette di descrivere processi “coniugati”

y Ad esempio

richiede i campi

richiede i campi

(13)

La corrente adronica

y La corrente adronica h

α

(x) è più complicata

y Non può essere scritta in termini di campi liberi

y Deve descrivere fenomeni per un gran numero di decadimenti di adroni y Decadimenti di bosoni ad esempio decadimento dei mesoni π o K

y Decadimenti di fermioni, ad esempio del neutrone n o della Λ

y Nel seguito dedurremo alcune proprietà e parametrizzazioni della corrente adronica utilizzando le sue simmetrie dedotte dai dati sperimentali

y Innanzitutto ricordiamo che l’interazione debole viola la parità y La corrente è la somma di due termini: h

α

(x) = V

α

(x) − A

α

(x)

y Una componente vettoriale-polare V

α

(x) y Una componente vettoriale-assiale A

α

(x)

y Inoltre i decadimenti deboli adronici sono classificabili in due grandi famiglie y Decadimenti adronici senza violazione di stranezza per i quali ΔS = 0

y Ad esempio i decadimenti

y Decadimenti adronici con violazione di stranezza per i quali ΔS ≠ 0

y Ad esempio i decadimenti

(14)

La corrente adronica

y La corrente adronica contiene pertanto y Un termine che conserva la stranezza

y Un termine che viola la conservazione della stranezza

y Studiamo dapprima le proprietà della corrente , la parte ΔS = 0

y I processi deboli studiati fino ad ora hanno tutti la proprietà che la carica elettrica dello stato adronico (o leptonico) cambia di una unità: ΔQ = ±1 y Questa proprietà fissa delle regole di commutazione fra le correnti e

l’operatore carica elettrica Q

y Infatti dati due stati |i> e |f>

y Verifichiamo che la regola di commutazione implica che ΔQ = ±1

y Pertanto, se l’elemento di matrice è diverso da zero y Analogamente per la corrente J

α

abbiamo

y Pertanto le interazioni deboli (correnti cariche) hanno la regola di selezione

(15)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y Sappiamo che l’isospin è una simmetria delle interazioni forti

y Ad esempio per nucleoni e pioni se si trascurano le differenze di massa y Anche se l’interazione debole viola la conservazione dell’isospin tuttavia lo

utilizziamo per descrivere gli stati adronici iniziali e finali

y Introduciamo pertanto il formalismo dell’isospin per i campi del protone e del neutrone

y Se utilizziamo il formalismo dell’isospin il protone e il neutrone sono un’unica particella di Isospin T = ½ con due stati caratterizzati da T

3

= ± ½

y Il campo Ψ del nucleone è un isospinore

y Il campo Ψ è una quantità a due componenti

y Ciascuna delle due componenti è a sua volta uno spinore di Dirac a 4 componenti

y La Lagrangiana del nucleone si riscrive tramite il campo Ψ

y Espandendo la notazione compatta

(16)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y La simmetria dell’isospin si introduce richiedendo l’invarianza (globale) della Lagrangiana rispetto al gruppo SU(2) nello spazio isospinoriale

y Una trasformazione di SU(2) è funzione di 4 parametri (α, Λ

1

, Λ

2

, Λ

3

) y Si può scrivere

y La trasformazione che si ottiene per Λ = 0 è l’invarianza per trasformazioni globali di fase già vista

y L’applicazione del teorema di Noether porta alla corrente conservata

y La carica conservata associata è

y La conservazione di questa carica esprime la

τ

i

matrici di Pauli

(17)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y L’invarianza rispetto ad una trasformazione con Λ ≠ 0 porta alla corrente (di Isospin) conservata

y La corrente definita è un oggetto complicato

y È un operatore vettoriale (nel senso di Lorentz) rispetto all’indice μ y È un operatore vettoriale (nello spazio dell’isospin) rispetto

all’indice i degli operatori di Pauli τ

i

y J μ è conservata: per ogni componente i si definiscono le cariche isotopiche

y Gli operatori T

i

appena definiti

y Sono operatori come gli operatori di campo Ψ

y Agiscono sugli stati dello spazio di Fock (in particolare sul vuoto) y Gli stati hanno adesso anche il grado di libertà isospin

y T

i

possono essere espressi tramite operatori di creazione e distruzione

y Si possono verificare le seguenti regole di commutazione

(18)

y Consideriamo adesso la corrente di isospin

y Dall’ultima relazione della diapositiva precedente si può ricavare

y In analogia a quanto si fa nella teoria del momento angolare (o dello spin isotopico) si possono definire gli operatori

y Utilizzando le regole di commutazione precedenti si ottiene

y Notiamo che le ultime relazioni trovate sono formalmente identiche a quelle della diapositiva

y La differenza è la sostituzione dell’operatore carica elettrica Q con l’operatore T

3

y Questa circostanza suggerisce una relazione fra la corrente debole carica J

462

1798

Proprietà isotopiche della corrente adronica

(19)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y Gli operatori dello spazio isotopico sono classificati secondo le loro proprietà di trasformazione sotto l’azione di un operatore U di SU(2 )

y Operatori isoscalari: ad esempio il numero barionico y Infatti

y Operatori isospinoriali: ad esempio il campo Ψ

y Si può dimostrare che Ψ si trasforma come un isospinore

y Operatori isovettoriali: ad esempio la corrente

y La verifica che sia un isovettore è più complicata

y Si può verificare

che per Λ infinitesimo

(20)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y Discutiamo adesso l’importante relazione

y Consideriamo l’operatore B

y Consideriamo adesso l’operatore T

3

(21)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y Per finire possiamo definire la carica elettrica del sistema (in unità di e) come il numero di protoni

y Abbiamo utilizzato le seguenti matrici 2×2

y Ovviamente si ha

y Utilizzando la relazione precedente si trova

(22)

Proprietà isotopiche della corrente adronica

y Ritorniamo adesso alle considerazioni fatte nella diapositiva y Avevamo visto le regole di commutazione

y Abbiamo appena visto che

y Dato che la corrente conserva il numero barionico, B commuta con la corrente e quindi possiamo sostituire Q a T

3

nelle regole di commutazione

y Tutto ciò ci permette di dire che la corrente adronica carica J

†α

ha evidenti somiglianze con un operatore nello spazio di isospin con le proprietà di un operatore di innalzamento o di abbassamento

y La corrente che induce, ad esempio, transizioni n → p y La corrente che induce, ad esempio, transizioni p → n

y Assumiamo pertanto che gli stati iniziale e finale siano elementi di un spazio isotopico

466

1802

Confrontare con

diapositiva 466

(23)

La corrente adronica

y Studiamo ora il comportamento generale della corrente adronica in relazione alle sue proprietà di trasformazione per il gruppo di Lorentz

y Consideriamo un elemento di matrice della corrente fra uno stato iniziale e uno stato finale |i> ed |f>

y Ad esempio nel decadimento β del neutrone i = n f = p y Oppure nel decadimento β del pione i = π

f = π

0

y Innanzitutto la teoria deve essere invariante per traslazioni

y L’invarianza per traslazioni (P

μ

generatori delle traslazioni) implica che si possa scrivere

y Consideriamo adesso l’elemento di matrice

y Abbiamo già notato che ha una componente polare e una assiale

(24)

La corrente adronica: Fattori di Forma

y Nella trattazione del decadimento β abbiamo utilizzato il risultato (diap. )

y Questo risultato vale solo per particelle puntiformi (senza struttura) y Non è adeguato per calcoli precisi con adroni

y Nel caso degli adroni occorre ricorrere a parametrizzazioni che superino la nostra incapacità di calcolare esattamente gli elementi di matrice in

presenza dell’interazione forte

y Sulla base di considerazioni di invarianza relativistica si può scrivere la forma più generale che devono avere gli elementi di matrice

y Nel caso di fermioni (ad esempio neutrone → protone)

y Le quantità g

X

, f

X

, h

X

sono funzioni scalari dell’unica quantità cinematica scalare non banale: q

2

= ( p

f

− p

i

)

2

n p

p

i

p

f

291

1348

(25)

La corrente adronica: Fattori di Forma

y I fattori di forma possono essere estratti da misure di decadimenti deboli in funzione del momento trasferito

y In particolare abbiamo già visto alcuni risultati per il decadimento β del n y Data la piccola differenza di massa fra neutrone e protone il momento

trasferito è limitato a valori molto piccoli: q

2

≈ 0

y Nel limite di bassi momenti trasferiti sopravvivono solo i Fattori di Forma g

X

y Confrontando con risultati ottenuti da transizioni di Fermi 0

+

→ 0

+

y Utilizzando per G il valore ottenuto G

μ

dalla vita media del muone y Supponendo G = G

μ

otteniamo

y Dagli studi di transizioni di Gamov−Teller si ottiene

(26)

La corrente adronica vettoriale

y La cosa più interessante del risultato precedente è che g

V

(0) è praticamente 1 y Significa che a basso momento trasferito la parte vettoriale della corrente

adronica si comporta come la corrente vettoriale del muone y L’interazione forte non modifica il decadimento debole y Questa affermazione merita dei commenti

y Per il decadimento del neutrone abbiamo calcolato y Poichè esiste il decadimento

y Dovremmo considerare anche contributi tipo y Il fatto che f

V

(0) = 1 significa che il secondo

diagramma non modifica il primo che risulta uguale a quello del decadimento del leptone μ

y Questa circostanza è analoga a quanto succede alle proprietà elettro- magnetiche del protone a basso momento trasferito

y L’interazione elettromagnetica del protone è descritta dal diagramma

y È identica a quella dell’elettrone (puntiforme) y Non è modificata da effetti del tipo indicato

n p

p p

n p p

π

π

0

p n p

π

+

μ

ν

μ

(27)

Digressione: la corrente elettromagnetica

y Nel caso dello scattering elastico elettrone – protone il processo è descritto dall’interazione di due correnti tramite un fotone

y L’elemento di matrice della corrente leptonica si può calcolare esattamente perché si possono usare

i campi liberi

y Per l’elemento di matrice della corrente adronica bisogna utilizzare una parametrizzazione simile a quanto fatto per l’interazione debole

y Che l’interazione elettromagnetica a basso momento trasferito non sia sensibile alle interazioni forti è espresso dal fatto che

y La cancellazione degli effetti dovuti ai diagrammi di ordine superiore nella ridefinizione della carica elettrica (escluso la polarizzazione del vuoto) è una conseguenza della conservazione della corrente elettromagnetica

k

i

e

e

k

f

p

i

p

f

γ

p p

(28)

Digressione: la corrente elettromagnetica

y La conservazione della corrente elettromagnetica implica che F

3

= 0 y Imponendo questa condizione sulla parametrizzazione

y Osserviamo che

y Il primo termine diventa pertanto

y Il secondo termine è nullo per l’antisimmetria di σ

μν

y Otteniamo in definitiva

y L’elemento di matrice della corrente elettromagnetica del protone è pertanto

y Gli esperimenti di scattering elastico e p → e p permettono di misurare i

fattori di forma F e F in funzione del momento trasferito q

2

(29)

Digressione: la corrente elettromagnetica

y Per una particella puntiforme che obbedisce all’equazione di Dirac

y Il Fattore di Forma F

1

è costante (non dipende da q

2

) ed è uguale a 1 y Il Fattore di Forma F

2

è sempre nullo

y Occorre tenere presente che il fattore F

2

rappresenta una interazione di momento magnetico aggiuntiva

y La corrente vettoriale contiene già una interazione di tipo magnetico y Lo abbiamo visto nel limite di bassa energia

y Lo si può vedere esplicitamente con la Scomposizione di Gordon della corrente vettoriale

y Dal momento che F

2

descrive una interazione di momento magnetico aggiuntiva viene detta “Momento Magnetico Anomalo”

y In particolare il suo valore a momento trasferito nullo κ = F

2

(0)

y In alcuni articoli o testi si fa la sostituzione F

2

→ κF

2

con F

2

(0) = 1 e

(30)

Scomposizione di Gordon

y La scomposizione di Gordon mette in evidenza i due termini di interazione di una particella di Dirac

y L’interazione di una particella senza spin y L’interazione dovuta al momento magnetico

y Per dimostrare la relazione sviluppiamo il secondo termine

y Dalle regole di commutazione delle matrici γ

μ

y Utilizzando la relazione per i due termini otteniamo

(31)

Scomposizione di Gordon

y Applicando ancora una volta l’equazione di Dirac otteniamo

y Ridisponendo i termini otteniamo la scomposizione di Gordon della corrente

vettoriale

(32)

I Fattori di Forma del protone

y Ritorniamo ai fattori di forma elettromagnetici

y Le figure riportano i due fattori di forma del protone

κ

misure di NMR

F

1

(0) = 1

(33)

I Fattori di Forma del protone

y Una analisi analoga può essere fatta per il neutrone

y Le figure mostrano i risultati di esperimenti e n → e n che permettono di misurare i fattori di forma in funzione del momento trasferito q

2

y Misure dei Fattori di Forma del neutrone mostrano una complessa struttura di cariche e correnti

y Il neutrone si comporta come se avesse un nucleo positivo e una superficie

(34)

Corrente elettromagnetica e isospin

y Il formalismo precedente può essere unificato utilizzando gli isospinori Ψ per descrivere protoni e neutroni

y Per il protone possiamo scrivere la corrente vettoriale come

y La matrice 2×2 può essere riscritta utilizzando le matrici di Pauli τ y Otteniamo pertanto

y Occorre tenere presente che gli operatori γ

μ

e (1 + τ

3

)/2 operano in spazi differenti e quindi la loro posizione relativa non è essenziale

y Pertanto, nello spazio dell’isospin, la corrente del protone è la somma di due termini

y La corrente è un isoscalare

(35)

Corrente elettromagnetica e isospin

y Analogamente per il neutrone

y Per tutte le correnti introdotte possiamo introdurre i fattori di forma

y A seconda dei casi la corrente J

X

, gli spinori u e la matrice T sono y Per X = n, p

y La corrente J

X

è un operatore nello spazio degli spinori u y La matrice T non è presente

y Per X = S, V

y La corrente J

X

è anche un operatore nello spazio degli isospinori u y La matrice T è o 1 (S) o τ

3

(V)

y Si hanno ovviamente le seguenti relazioni

(36)

Il Fattore di Forma del π ±

y Richiamiamo alcuni risultati relativi al campo complesso φ soluzione della equazione di Klein-Gordon

y Descrive una particella puntiforme di spin zero s

±

y La corrente elettromagnetica è data da

y Consideriamo adesso gli stati di particella singola

y Utilizzando l’espansione in operatori di creazione e distruzione per il campo φ è facile calcolare l’elemento di matrice della corrente elettromagnetica

y Anche nel caso del mesone π l’interazione forte modifica l’elemento di matrice y Considerazioni di invarianza relativistica portano a concludere che

y L’elemento di matrice può dipendere solo dai 4-vettori p

i

e p

f

y L’elemento di matrice contiene funzioni scalari (invarianti) della variabile q

2

y Invece che i due 4-vettori p

i

e p

f

è conveniente utilizzare la loro somma e

la loro differenza

(37)

Il Fattore di Forma del π ±

y Pertanto l’elemento di matrice si può scrivere

y Una ulteriore semplificazione deriva dalla conservazione della corrente elettromagnetica

y Osserviamo che l’elemento di matrice dipende da x solo attraverso l’esponenziale e pertanto

y Sostituendo

y Si verifica facilmente che q

μ

P

μ

= 0 e quindi y In definitiva otteniamo

y La funzione F

π

(q

2

) è il fattore di forma elettromagnetico del pione

y Per una particella scalare puntiforme F (q

2

) = 1

(38)

Il Fattore di Forma del π ±

y Il fattore di forma del π

+

si può misurare in vari modi y Mediante la fotoproduzione di pioni con fotoni

reali o virtuali

y Mediante lo scattering di pioni su elettroni y Calcoliamo il momento trasferito q

2

y In queste reazioni il momento trasferito è sempre negativo

y Si dice che q

2

è space-like

y Il valore massimo q

2

= 0 si ha per

y La figura mostra la compilazione dei dati di due esperimenti

y I risultati sono compatibili con

k

i

π

π

k

f

p

i

p

f

γ

e

e

k

i

e

e

k

f

p

i

p

f

γ

p n

π

+

π

(39)

La corrente debole adronica

y Da quanto fin qui esposto, in particolare richiamiamo la diapositiva , risulta evidente che la componente vettoriale della corrente debole adronica ha molte analogie con la componente isovettoriale della corrente elettromagnetica

y Entrambe le correnti sono “insensibili” alle correzioni radiative forti y Il fattore di forma relativo tende a 1 per q

2

→ 0

y È possibile che anche la componente vettoriale della corrente debole sia conservata

y Queste analogie risultano implicite se si fanno le seguenti assunzioni y Il nucleone è descritto da un campo isospinoriale

y La teoria è invariante per trasformazioni globali di isospin SU(2) y Esistono 3 correnti conservate J

1

, J

2

, J

3

y Alle 3 correnti corrispondono 3 cariche T

1

, T

2

, T

3

y La componente isovettoriale della corrente

adronica elettromagnetica è la corrente J

3

y La componente vettoriale della corrente debole adronica è la corrente J

1

+ iJ

2

y Questa ipotesi fu proposta da Gell-Mann e prende il nome di

474

1810

(40)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Come applicazione della ipotesi CVC calcoliamo la larghezza del decadimento

y È un decadimento raro dato il piccolo volume dello spazio delle fasi dovuto al piccolo Q valore del decadimento

y È tuttavia molto interessante perché consente una verifica della CVC y L’ampiezza del decadimento è data da

y Dobbiamo calcolare l’elemento di matrice adronico

y Innanzitutto, per l’invarianza relativistica, l’elemento di matrice può dipendere solo dai 4-vettori p

i

e p

f

y Sappiamo inoltre che la corrente ha una parte polare e una assiale

(41)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Dimostriamo adesso che solo la parte vettoriale V

+

della corrente contribuisce all’elemento di matrice

y Consideriamo le proprietà di trasformazione per inversione spaziale P (ricordiamo che P

−1

= P e P|π,p> = −|π,−p>)

y Per la componente temporale abbiamo

y Per la componente spaziale

y In modo analogo per la parte assiale dell’elemento di matrice si ottiene

y Nella diapositiva precedente abbiamo visto che per motivi di invarianza

y Solo l’elemento di matrice vettoriale si comporta come un 4-vettore

(42)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Utilizziamo adesso l’ipotesi CVC per calcolare l’elemento di matrice

y L’ipotesi CVC consiste nell’assumere che le correnti deboli cariche e la corrente elettromagnetica siano correnti di isospin V

1

, V

2

, V

3

y In particolare

y La componente isovettoriale della corrente elettromagnetica è V

3

y Per la corrente debole V

+

= V

1

+ i V

2

(V

= V

1

− i V

2

)

y Nella diapositiva (con l’identificazione J = V ) abbiamo visto che le cariche J e le correnti V

i

soddisfano le seguenti regole di commutazione y In particolare

y Dalle due relazioni precedenti si ottiene y In conclusione

466

1802

(43)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Questa regola ci permette di trovare una relazione fra y L’elemento di matrice del decadimento β del π

y L’elemento di matrice della corrente elettromagnetica del π

y Il π

e il π

0

sono due autostati |T, T

3

> dell’isospin

y Otteniamo pertanto

y Sfruttiamo le proprietà degli operatori di innalzamento e abbassamento

y Introducendo nell’elemento di matrice

(44)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Utilizzando l’ipotesi CVC abbiamo pertanto ottenuto

y Ricordiamo inoltre che l’ipotesi CVC identifica V

3

con la corrente elettromagnetica j

em

y Un’ultima semplificazione si ottiene dalla proprietà della corrente elettro- magnetica rispetto all’operatore di coniugazione di carica C = C

−1

= C

y Questa relazione dice semplicemente che il segno del campo elettromagnetico dipende dal segno della carica elettrica della particella

y Inoltre il π

0

è un autostato di C con autovalore +1 C|π

0

> = +|π

0

>

y Otteniamo pertanto y Da cui

y Pertanto l’elemento di matrice del decadimento β del π

è k

i

π

π

k

f

γ

(45)

Il decadimento “β” del pione carico π

y Pertanto che l’elemento di matrice adronico della corrente debole può essere calcolato a partire dall’elemento di matrice della corrente elettromagnetica y Il Q valore del decadimento è molto piccolo

y La massima quantità di moto è di appena 4 MeV y Introducendo i valori numerici vediamo che

y È possibile pertanto trascurare la dipendenza da q

2

e assumere F

π

(q

2

) = 1 y Pertanto

y Il calcolo è a questo punto semplice ed è lasciato come esercizio da confrontare con

p

i

= 0

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