Introduzione
Annalisa Cesaroni, Paola Mannucci e Alvise Sommariva
Universit`a degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica
18 ottobre 2016
Insiemi
Uninsieme`e una collezione di oggetti detti elementi.
Usualmente gliinsiemisi denotano con lettere maiuscolecome ad esempio A, B o X mentre gli elementi con lettere
minuscolecome ad esempio a, b o x .
La scrittura a ∈ A significa che l’elemento a appartiene
Insiemi
Un insieme pu`o essere rappresentato in manieradescrittiva
come ad esempio
A = {a, b, c}
cio`e l’insieme A contiene esclusivamente gli elementi a, b, c, oppure
N = {0, 1, 2, . . .}
cio`e l’insieme dei numeri 0, 1, 2, eccetera (ovvero l’insieme dei numerinaturali,
oppure comepredicato, come ad esempio D = {n ∈ N, n dispari}
cio`e l’insieme dei numeri naturali dispari, e quindi equivalente a
D = {1, 3, 5, 7, . . .}
Insiemi
L’insieme dei numeri naturali dispari pu`o essere rappresentato ovviamente in vari modi. Ad esempio:
D = {n ∈ N : ∃k ∈ N : n = 2k + 1}.
Si legge che D `e l’insieme dei numeri naturali n per cui esiste un numero naturale k tale che n = 2 · k + 1.
Infatti
Alcuni simboli e notazioni
a ∈ A: l’elemento a appartiene all’insieme A;
∀: per ogni; ∃: esiste; @: non esiste; ∃!: esiste ed `e unico; ⇒: implica; ⇔: se e solo se; ∈: appartiene; / ∈: non appartiene; =:: definizione; :: tale che; ∅: insieme vuoto.
Quale esempio, due insiemi A e B si dicono uguali, cio`e A = B se contengono gli stessi elementi. Con notazione matematica,
∀x ∈ A ⇒ x ∈ B e ∀x ∈ B ⇒ x ∈ A.
Alcuni simboli e notazioni.
A ⊆ B: A `e sottinsieme di B, cio`e ∀x ∈ A ⇒ x ∈ B; A ⊂ B: A `e sottinsieme strettodi B, cio`e
∀x ∈ A ⇒ x ∈ B e ∃x ∈ B : x /∈ A.
Esempio
Operazioni insiemistiche.
A ∩ B := {x : x ∈ A e x ∈ B};
Figura : Intersezione di due insiemi A, B. .
Operazioni insiemistiche.
A ∪ B := {x : x ∈ A o x ∈ B};
Operazioni insiemistiche.
{X(A) = X \A := {x : x ∈ X e non x ∈ A};
∅: insieme vuoto, privo di elementi; ovviamente, qualsiasi sia l’insieme A, ∅ ⊆ A;
P(X ) := {sottinsiemi di X}: insieme delle parti di X . Esempio: X = {a, b, c}, allora
P(X ) = {∅, X , {a}, {b}, {c }, {a, b}, {a, c }, {b, c }}. Nel nostro caso X ha 3 elementi e P(X ) ha 23 elementi. In generale se X ha n elementi allora P(X ) ha 2nelementi.
Insiemi numerici.
N := {0, 1, 2, . . .}: numeri naturali;
Z := {0, 1, −1, −2, 2, . . .}: numeri interi (relativi); Q := {mn, m, n ∈ Z, n 6= 0}: numeri razionali (frazioni); si possono scrivere in forma decimale e avere uno
p, α1α2. . . αn sviluppo decimale finito
oppure, posto α∗n un numero finito di cifre,
p, α1α2. . . α∗n sviluppo decimale periodico.
R: numeri reali, con sviluppo decimale generico, anche infinito.
Ovviamente:
Insiemi numerici.
Esempio Il numero 3.98534 ` e un numero razionale. Il numero 3.3453476767676767676... ` e un numero razionale.Il numero π = 3.141592653589793 . . . `e un numero reale, ma non razionale.
Prodotto cartesiano.
Siano A, B due insiemi. L’insieme
A × B := {(a, b) : a ∈ A, b ∈ B)} si chiamaprodotto cartesiano.
Ha per elementi le coppie ordinate (a, b).
Ovviamente se a ∈ A, b ∈ B, allora (a, b) ∈ A × B mentre (b, a) /∈ A × B a meno che b ∈ A e a ∈ B.
Esempio di prodotto cartesiano.
Siano A = {0, 1}, B = {2, 3}. Allora A × B = {(0, 2), (0, 3), (1, 2), (1, 3)} B × A = {(2, 0), (2, 1), (3, 0), (3, 1)} e quindi A × B 6= B × A.Se A = B allora si scrive A2 := A × A. Cos`ı , ad esempio:
R2 := R × R = {(x, y ) : x, y ∈ R)}.
Esempio di prodotto cartesiano.
Pi`u in generale si possono definire insiemi del tipo
A1× . . . × An= {(a1, . . . , an) : a1∈ A1, . . . , an∈ An}
come ad esempio
R3:= R × R × R = {(x, y , z) : x, y , z ∈ R)} o pi`u in generale
Operazioni su insiemi numerici.
Dato un insieme X , un’operazione ⊕ in X associa a ogni coppia ordinata (x , y ) ∈ X × X uno e un solo elemento di X . Un esempio su N, Z, Q, R sono le operazioni di somma + e prodotto ∗. Scriveremo con⊕ : X × X → X l’operazione in questione. Vediamo alcune possibili propriet`a.
Per ogni (x , y ) ∈ X × X si ha x ⊕ y = y ⊕ x (propriet`a commutativa);
Per ogni x , y ∈ X × X si ha (x ⊕ y ) ⊕ z = x ⊕ (y ⊕ z) (propriet`a associativa);
Esiste un unico elemento detto zero tale che x ∈ X si ha x ⊕ 0 = x (propriet`a elemento neutro);
Per ogni x ∈ X × X esiste un unico elemento detto opposto, indicato con −x , tale che x ⊕ (−x ) = 0 (propriet`a inverso).
Operazioni su insiemi numerici.
Se in X sono definite due operazioni, diciamo ⊕ e ⊗ si dice che esse sono sono legate dallapropriet`a distributiva se
Operazioni su insiemi numerici: esempio.
Esempio
Relativamente all’operazione di somma + in Q:
Per ogni (x , y ) ∈ Q × Q si ha x + y = y + x (propriet`a commutativa);
Per ogni x , y ∈ Q × Q si ha (x + y ) + z = x + (y + z) (propriet`a associativa);
Esiste un unico elemento detto zero tale che x ∈ Q si ha x + 0 = x (propriet`a elemento neutro);
Per ogni x ∈ Q × Q esiste un unico elemento detto opposto, indicato con −x , tale che x + (−x ) = 0 (propriet`a inverso).
Operazioni su insiemi numerici: esempio.
Esempio
Similmente, relativamente al prodotto · in Q:
Per ogni x , y ∈ Q si ha x · y = y · x (propriet`a commutativa); Per ogni x , y ∈ Q si ha (x · y ) · z = x · (y · z) (propriet`a associativa);
Esiste un unico elemento detto unit`a e indicato con 1 tale che x ∈ Q si ha x · 1 = x (propriet`a elemento neutro); Per ogni x ∈ Q, x 6= 0 esiste un unico elemento detto reciproco, indicato con x−1, tale che x · x−1= 1 (propriet`a inverso).
Le operazioni di somma e prodotto in Q sono legate dallapropriet`a distributiva
Propriet`
a delle operazioni su insiemi.
Esempio (importante)
Se Y `e un insieme, dotiamo l’insieme dei suoi sottinsiemi X = P(Y ) di unione ∪,
intersezione ∩, complementare {XA.
Valgono le seguenti propriet`a.
A ∩ B = B ∩ A (simmetrica intersezione);
A ∩ (B ∩ C ) = (A ∩ B) ∩ C (associativa intersezione); A ∪ B = B ∪ A (simmetrica unione);
A ∪ (B ∪ C ) = (A ∪ B) ∪ C (associativa unione);
A ∩ (B ∪ C ) = (A ∩ B) ∪ (A ∩ C ) (distributiva, intersezione e unione); A ∪ (B ∩ C ) = (A ∪ B) ∩ (A ∪ C ) (distributiva, intersezione e unione); {X(A ∪ B) = {XA ∩ {XB
{X({XA) = A
Campi.
Definizione (Campo)
Un insieme si dicecampo se:
esistono due operazioni (che chiameremo in generale somma e prodotto);
sono verificate le propriet`a commutativa, associativa per ogni operazione;
vale la propriet`a distributiva; esiste l’elemento neutro;
esiste l’inverso di ogni elemento (ad eccezione dell’elemento neutro del prodotto).
Campi ordinati.
Definizione (Relazione d’ordine)
Sia X un insieme. Si dice che su X `e definita una relazione d’ordine ≤ tra elementi di X se vale la propriet`a
riflessiva (cio`e a ≤ a);
antisimmetrica (cio`e se a 6= b, a ≤ b implica che non `e vero che b ≤ a);
transitiva (cio`e se a ≤ b e b ≤ c allora a ≤ c).
Definizione (Insieme totalmente ordinato)
Un insieme X dotato di relazione d’ordine ≤ `etotalmente ordinato
se
∀a, b ∈ X , a ≤ b o b ≤ a.
I campi con relazione d’ordine si dicono ordinati.
Campi ordinati.
Esempio (1)
Si verifica facilmente che, relativamente alla classica relazione d’ordine, Q, R sonocampi ordinati e che anzi sono perfino
totalmente ordinaticio`e
Propriet`
a delle operazioni su insiemi.
Esempio (2)
Sia l’insieme R2= R × R e definiamo la relazione d’ordine ≤∗ col significato
(x1, y1)≤∗(x2, y2) se e solo se x1 ≤ x2, y1 ≤ y2
dove ≤ `e la classica relazione d’ordine di R.
Si verifica subito che ≤∗ `e una relazione d’ordine in R2, ma che relativamente a ≤∗, l’insieme R2 non `e totalmente ordinato, in quanto non sono paragonabili
(10, 35), (5, 137).
Logica elementare.
Nella maggior parte del corso discuteremo di proposizioni,
dimostrazioni e negazioni di proposizioni. Torna comodo discutere di notazioni.
Un esempio:
∀x ∈ A, p(x) ⇒ q(x)
dice che
Logica elementare.
Esempio
Verificare che
∀n ∈ N, n dispari ⇒ n2 dispari Con riferimento a quanto detto nell’esempio
∀x ∈ A, p(x) ⇒ q(x) si ha x ≡ n; A ≡ N; p(n) ≡ n dispari; q(n) ≡ n2 dispari.
Usualmente si definisce la parte a sinistra di ⇒ comeipotesi, quella a destra cometesi.
Logica elementare.
Vogliamo mostrare che
∀n ∈ N, n dispari ⇒ n2 dispari
Dimostrazione
Essendo n un numero naturale dispari, sappiamo che n = 2 · k + 1 per un certo k ∈ N. Ma allora da (a + b)2 = a2+ 2ab + b2 si ha
n2 = (2k + 1)2 = 4k2+ 4k + 1
= 2(2k2+ 2k) + 1 (1)
Osserviamo che 2(2k2+ 2k) `e pari e quindi necessariamente
Procedimento per assurdo.
Osserviamo che:
∀x ∈ A, p(x) ⇒ q(x) `e equivalente a
∀x ∈ A, non q(x) ⇒ non p(x) Quindi invece che provare l’asserto
∀x ∈ A, p(x) ⇒ q(x) si prova equivalentemente che
∀x ∈ A, non q(x) ⇒ non p(x) spesso detto informalmente per assurdo.
Nell’esempio precedente, quindi per provare che ∀n ∈ N, n dispari ⇒ n2 dispari
bastava provare, essendo non dispari equivalente a dire pari ∀n ∈ N, n2 pari ⇒ n pari.
Nota (facoltativa)
Nota.
Dimostrare che
∀n ∈ N, n2 pari ⇒ n pari `e pi`u complicato che provare
∀n ∈ N, n dispari ⇒ n2 dispari. Essenzialmente se si fattorizza n in fattori primi
p1< p2< . . . < pm
allora
n = p1k1· . . . · pmkm ⇒ n2= p12k1· . . . · pm2km.
Ma se n2`e pari, si vede facilmente che da n = 2 · k per qualche k, necessariamente p1= 2 (vista l’unicit`a della fattorizzazione) e quindi
n = 2k1· . . . · p
mkm
Procedimento per assurdo: esempio.
Teorema (Euclide)
Non esiste r ∈ Q tale che r2 = 2.
Dimostrazione.
Se per assurdo fosse vero esistesse r ∈ Q tale che r2 = 2, visto che si pu`o scrivere tale r come
r = n
m, n, m ∈ Z, m 6= 0, con n, m primi tra loro allora da r2 =n m 2 = n 2 m2 = 2,
avremo che n2 sarebbe pari in quanto n2 = 2m2.
Procedimento per assurdo: esempio.
Per quanto visto prima, se n2 `e pari abbiamo che pure n `e pari, e quindi esiste un k ∈ Z per cui n = 2k. Ma ricordiamo che
n2= 2m2 per cui semplificando
4k2= (2k)2= n2 = 2m2⇒ m2= 2k2
Controesempi.
I controesempi si usano per dimostrare la falsit`a di una implicazione del tipo
∀x ∈ A, p(x) ⇒ q(x).
Se trovo x ∈ A per cui vale p(x ) ma non vale q(x ), ho dimostrato la falsit`a dell’implicazione.
L’asserto
∀n ∈ N, n primo ⇒ n `e dispari
`e falso in quanto per x = 2 si ha che x = 2 `e primo ma non dispari. L’elemento x = 2 rappresenta un controesempio.
Negazione delle proposizioni.
La negazione della proposizione
∀x vale p(x) si scrive
∃x : non vale p(x). La negazione della proposizione
∀x vale p(x) e q(x) si scrive
Insiemi limitati.
Sia X un insieme totalmente ordinato (come ad esempio Q). Il sottoinsieme E ⊆ X `e limitato superiormentese esiste M ∈ X tale che x ≤ M per ogni x ∈ E . Tale M si dice
maggiorante.
Il sottoinsieme E ⊆ X `e limitato inferiormentese esiste m ∈ X tale che m ≤ x per ogni x ∈ E . Tale m si dice minorante. L’insieme E `e limitatose `e limitato superiormente e inferiormente cio`e
∃m, M : m ≤ x ≤ M, ∀x ∈ E .
Massimi e minimi.
Vediamo alcuni esempi
Esempio
E = {x ∈ Q : x < 5} `e superiormente limitato da 5.
Esempio
E = {x ∈ Q : −27 < x < 1} `e inferiormente e superiormente limitato risp. da −27 e 1 e quindi limitato.
Esempio
Massimi e minimi.
Definizione (Massimo)
Sia E ⊆ X , con X totalmente ordinato. L’elemento x `e massimo per E se
x ∈ E ;
x ≤ x per ogni x ∈ E .
Definizione (Minimo)
Sia E ⊆ X , con X totalmente ordinato. L’elemento x `e minimo per E se
x ∈ E ;
x ≤ x per ogni x ∈ E .
Massimi e minimi: esempi.
Esempio
E = [0, 1] = {x ∈ R, 0≤x≤1} ⊆ R ha massimo in x = 1 e minimo in x = 0. Esempio
E = (0, 1] = {x ∈ R, 0<x≤1} ⊆ R ha massimo in x = 1 ed `e limitato inferiormente ma non ha minimo.
Esempio
E = {x ∈ Q, x < −5} ⊆ R `e limitato superiormente ma non ha massimo e non `e limitato inferiormente.
Nota.
Osserviamo che
Se esiste il massimo di E allora E `e limitato superiormente;
Massimi e minimi.
Teorema (Unicit`a del massimo)
Sia E totalmente ordinato. Se esiste il massimo di E , questo `e unico.
Dimostrazione.
Supponiamo che per assurdo esistano due massimi di E, siano M1
e M2 con M16= M2. Dalle loro definizioni,
M1≤ M2 e M2≤ M1
il che, per la propriet`a antisimmetrica della relazione d’ordine ≤, implica M1= M2.
Teorema (Unicit`a del minimo)
Sia E totalmente ordinato. Se esiste il minimo di E , questo `e unico.
La dimostrazione `e analoga a quella del massimo.
Estremo superiore e inferiore.
Definizione (Maggiorante ed estremo superiore)
Sia E ⊆ X con X totalmente ordinato. Un elemento k ∈ X si dicemaggiorante di E, se x ≤ k per ogni x ∈ E . Si definisceestremo superioredi E (in X ), e lo si indica con sup(E ), il minimo dei maggioranti di E in X (se esiste).
Definizione (Minorante ed estremo inferiore)
Sia E ⊆ X con X totalmente ordinato. Un elemento k ∈ X si diceminorantedi E, se k ≤ x per ogni x ∈ E . Si definisceestremo inferioredi E (in X ), e lo si indica con inf(E ), il massimo dei minoranti di E in X (se esiste).
Nota.
Osserviamo che
Estremo superiore e inferiore: esempio 1.
Esempio
Si consideri E = [0, 1]. Evidentemente max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) = 0 = inf(E );
Estremo superiore e inferiore: esempio 2.
Esempio
Si consideri E = (0, 1]. Evidentemente max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) non esiste;
inf(E ) = 0: i minoranti sono tutti i numeri x ≤ 0 e ovviamente il loro massimo, che `e inf(E ), `e x = 0.
Esempio
Si consideri E = {x ∈ Q : x < 5}. Evidentemente max(E ) non esiste;
min(E ) non esiste;
Estremo superiore e inferiore: esempio.
Esempio
Si consideri E = (0, 1]. Evidentemente max(E ) = 1 = sup(E );
min(E ) non esiste;
inf(E ) = 0: i minoranti sono tutti i numeri x ≤ 0 e ovviamente il loro massimo, che `e inf(E ), `e x = 0.
Esempio
Si consideri E = {x ∈ Q : x ≥ 0, x2 < 2}. Evidentemente max(E ) non esiste;
min(E ) = inf(E ) = 0;
sup(E ): non appartiene a Q ma esiste in R.
Facoltativo. Estremo superiore e inferiore.
L’insieme X ha lapropriet`a dell’estremo superiore se per ogni E ⊆ X , non vuoto e limitato superiormente, questo possiede sup in X .
Nota.
Facoltativo. Campo ordinato.
Teorema
L’insieme R `e un campo ordinato che ha la propriet`a dell’estremo superiore.
Facoltativo.
Si dimostra che in questo caso, la propriet`a dell’estremo superiore `e equivalente a dire che per ognisezione {A, B} di R, cio`e A, B tali che
A, B 6= ∅; A ∩ B = ∅; A ∪ B = R;
se a ∈ A, b ∈ B allora a < b,
esiste unico l’elemento separatore s (cio`e tale che a ≤ s ≤ b per ogni a ∈ A, b ∈ B).
Facoltativo. Campo ordinato: R.
Esempio Siano A = {x ∈ R : x2< 2} e B = {x ∈ R : x2 ≥ 2}.Facoltativo. Campo ordinato.
Proposizione.
Sia E ⊆ R limitato superiormente. Sia L = sup (E ) il minimo dei maggioranti. Si ha che L = sup (E ) ⇔ i ) x ≤ L, ∀x ∈ E ii ) ∀ > 0∃x ∈ E tale che x > L −
La condizione ii ) dice che L + non`e maggiorante di E.
Facoltativo. Campo ordinato.
Proposizione.
Sia E ⊆ R limitato inferiormente. Sia l = inf (E ) il massimo dei minoranti. Si ha che l = inf (E ) ⇔ i ) x ≥ l , ∀x ∈ E ii ) ∀ > 0 ∃x ∈ E t.c. x < l +
Facoltativo. Alcuni esercizi.
Esempio (Facoltativo)
Si consideri
E = {x ∈ R : x = 1
n, n ∈ N, n 6= 0}. Si mostri che E `e limitato.
Dimostrazione.
Non `e difficile mostrare che max (E ) = 1. Infatti
1
n ≤ 1 per ogni n ∈ N, n 6= 0;
1 ∈ E in quanto per n = 1 si ha 1n = 1.
Facoltativo. Alcuni esercizi.
Mostriamo ora che inf (E ) = 0. Infatti
1
n > 0 per ogni n ∈ N, n 6= 0;
Per ogni > 0 esiste > 0 tale che x < . Infatti se n > 1 allora n1 < .
Di conseguenza l’insieme
E = {x ∈ R : x = 1
Facoltativo. Esercizio per casa.
Sia
A = {x ∈ R : x = n
n + 1, n ∈ N}. Vediamo alcuni valori:
n = 0: x = n+1n = 0+10 = 0; n = 1: x = n+1n = 1+11 = 12 = 0.5; n = 2: x = n+1n = 23 = 0.6666 . . .; n = 3: x = n+1n = 3+13 = 0.75; n = 4: x = n+1n = 4+14 = 0.8; n = 100000: x = n+1n = 100000+1100000 = 0.9999900000999991 . . .; Si capisce intuitivamente che il valore di x = n+1n `e positivo, cresce al crescere di n e tende a 1 pur essendo inferiore poich`e
n < n + 1 ⇒ n
n + 1 < 1.
Facoltativo. Esercizio per casa.
Esercizio (Facoltativo)
Dimostrare che
1 min(A) = inf(A) = 0 2 sup(A) = 1.
Facoltativo. Esercizio su max, min, sup, inf.
Esercizio (Facoltativo) Sia A = {x ∈ R : x = (−1) n n , n ∈ N, n 6= 0}. Determinare max e min.Esercizio Sia A = {x ∈ R : x = 1 n + (−1) n , n ∈ N, n 6= 0}. Determinare max e min (se esistono), inf e sup (se esistono).
Valore assoluto (o modulo).
Definizione (Valore assoluto)
Sia a ∈ R. Si definiscevalore assoluto (o modulo), la quantit`a
|a| :=
a, se a ≥ 0 −a, se a < 0
Si mostra facilmente che |a| ≥ 0;
Valore assoluto (o modulo).
Teorema (Studio |x | ≤ b)
Sia b ∈ R.
1 Se b < 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x| ≤ b; 2 Se b ≥ 0 allora |x | ≤ b se e solo se
−b ≤ x ≤ b.
Nota. (Studio |x | < b)
Dal precedente si vede in modo analogo che se b ∈ R allora
1 se b ≤ 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x| < b; 2 se b > 0 allora |x | < b se e solo se
−b < x < b.
Valore assoluto (o modulo).
Svolgimento.
Se b < 0 allora non esiste x ∈ R tale che |x| ≤ b in quanto 0 ≤ |x | per ogni x ∈ R e quindi se fosse |x| ≤ b sarebbe
0 ≤ |x | ≤ b < 0 il che non `e possibile;
Se b ≥ 0 allora
Se x ≥ 0, allora |x | = x e quindi |x | ≤ b se e solo se x = |x | ≤ b;
Se x < 0, allora |x | = −x e quindi |x | ≤ b se e solo se −x = |x| ≤ b (cio`e x ≥ −b).
Raccogliendo i risultati si ha che per b ≥ 0 si ha
Valore assoluto (o modulo).
Teorema (Studio |x | ≥ b)
Sia b ∈ R.
1 Se b < 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x| ≥ b; 2 Se b ≥ 0 allora |x| ≥ b se e solo se
x ≤ −b oppure x ≥ b.
Nota. (Studio |x | > b)
Dal precedente si vede in modo analogo che se b ∈ R allora
1 se b < 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x| > b.
2 se b = 0 allora per ogni x ∈ R si ha che |x| > b = 0 per ogni x ∈ R eccetto x = 0.
3 se b > 0 allora|x| > bse e solo se x < −b oppure
x > b.
Valore assoluto (o modulo).
Svolgimento.
Se b < 0 allora |x | ≥ b `e sempre verificato in quanto |x| ≥ 0 > b per ogni x ∈ R;
Se b ≥ 0 allora
Se x ≥ 0, allora |x | = x e quindi |x | ≥ b se e solo se x ≥ b; Se x < 0, allora |x | = −x e quindi |x | ≥ b se e solo se −x ≥ b (cio`e x ≤ −b).
Dai risultati, per b ≥ 0 si ha che |x | ≥ b se e solo se
1 x ≥ b oppure 2 x ≤ −b
cio`e se e solo se
Valore assoluto (o modulo): disuguaglianza triangolare.
Teorema (Disuguaglianza triangolare)
Per ogni x , y ∈ R si ha che
|x + y | ≤ |x| + |y |.
Dimostrazione.
Per quanto visto, per ogni x , y ∈ R
−|x| ≤ x ≤ |x|, −|y | ≤ y ≤ |y | e quindi −|x| − |y | ≤ x + y ≤ |x| + |y |. Ora poniamob = |x | + |y | ≥ 0ez = x + y; osserviamo che −|x | − |y | = −(|x | + |y |) = −b.
Di conseguenza ci`o equivale a dire −b ≤ z ≤ b cio`e |z| ≤ b ovvero |x + y | = |z| ≤ b = |x| + |y |.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio
Fissato il parametro α ∈ R determinare quando |x + 3| < α. Svolgimento.
Se α ≤ 0, essendo 0 ≤ |x + 3|, ci`o non si realizza mai altrimenti 0 ≤ |x + 3| < α ≤ 0
che `e assurdo.
Se α > 0, da |y | < α se e solo se −α < y < α abbiamo pery = x + 3 −α < x + 3 < α
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio
Fissato il parametro α ∈ R determiniamo quando |x + 3| > α. Svolgimento.
Se α < 0, essendo 0 ≤ |x + 3|, ci`o si realizza sempre in quanto α < 0 ≤ |x + 3|;
Se α > 0, da |y | > α se e solo y > α o y < −α abbiamo per y = x + 3 che ci`o si realizza se e solo
x + 3 > αoppureα < −(x + 3) da cui evidenziando il termine x
x > α − 3oppurex < −3 − α.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio (|f (x )| ≤ g (x ))
Se f , g sono due funzioni, vediamo quando |f (x )| ≤ g (x ) se g (x ) < 0, |f (x )| ≤ g (x ) non `e verificata; se g (x ) ≥ 0, |f (x )| ≤ g (x ) `e verificata se e solo se −g (x ) ≤ f (x ) ≤ g (x ); 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 −0.5 0 0.5 1 1.5
Figura : Grafico di f (x ) = sin (x ) − 0.5 (pois nero), g (x ) = x3− 2x + 0.75 (rosso), |f (x)| (verde), in [0, 1.6].
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esercizio
Determinare per quali x vale la disuguaglianza |6x2− 13x − 15| ≤ 3 − x. −3 −2 −1 0 1 2 3 4 −10 0 10 20 30 40 50 60 70 80
Figura : Grafico di f (x ) = |6x2− 13x − 15| (nero), g (x) = 3 − x (rosso).
.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Svolgimento.
Posto f (x ) := 6x2− 13x − 15, g (x) := 3 − x, per quanto visto se g (x ) < 0, allora |f (x )| ≤ g (x ) non `e verificata. Nel nostro caso g (x ) < 0 se e solo se 3 − x < 0, cio`e
x > 3.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
se g (x ) ≥ 0, |f (x )| ≤ g (x ) `e verificata se e solo se −g (x) ≤ f (x) ≤ g (x)
.
Nel nostro caso g (x ) ≥ 0 se e solo se x ≤ 3 ed in tal caso la disuguaglianza `e verificata se e solo se
−(3 − x) = −g (x) ≤ f (x) = 6x2− 13x − 15 ≤ g (x) = 3 − x
ossia
−(3 − x) ≤ 6x2− 13x − 15
6x2− 13x − 15 ≤ 3 − x
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Visto che
−(3 − x) ≤ 6x2− 13x − 15⇔ 6x2− 14x − 12 ≥ 0 ⇔3x2− 7x − 6 ≥ 0 e
6x2− 13x − 15 ≤ 3 − x⇔ 6x2− 12x − 18 ≤ 0 ⇔x2− 2x − 3 ≤ 0.
basta sia verificato il sistema di disequazioni quadratiche
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Osserviamo che per risolvere
3x2− 7x − 6 ≥ 0
basta calcolare gli zeri dell’equazione di secondo grado 3x2− 7x − 6 = 0
che sono x1 = −2/3 e x2 = 3, e osservare che la parabola
3x2− 7x − 6 assume valori non negativi per x ≤ −2/3 e x ≥ 3.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Similmente, osserviamo che per risolvere x2− 2x − 3 ≤ 0
basta calcolare gli zeri dell’equazione di secondo grado x2− 2x − 3 = 0
che tramite la ben nota formula sono x1,2 = 1 ±
√
1 + 3 = 1 ± 2
cio`e x1 = −1, x2= 3 e osservare che esclusivamente tra x1 e x2 la
parabola x2− 2x − 3 assume valori negativi, per dedurre che x2− 2x − 3 ≤ 0 se e solo se −1 ≤ x ≤ 3.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Raccogliendo i risultati, per x ≤ 3, la disuguaglianza |6x2− 13x − 15| ≤ 3 − x
`e verificata per i valori di x per cui contemporaneamente −1 ≤ x ≤ 3
e
x ≤ −2/3 oppure x ≥ 3.
Visto che si supponeva x ≤ 3, e −2/3 = 0.6666 . . ., la disuguaglianza risulta verificata per
−1 ≤ x ≤ −2/3 oppurex = 3.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esempio (|f (x )| ≥ g (x ))
Se f , g sono due funzioni, studiamo quando |f (x )| ≥ g (x ): se g (x ) < 0, |f (x )| ≥ g (x ) `e sempre verificata;
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Esercizio
Determinare per quali x ∈ R si ha |x2− 3x + 1| ≥ 2x − 2.
Svolgimento.
Definiti f (x ) := x2− 3x + 1, g (x) := 2x − 2, si tratta di vedere quando |f (x )| ≥ g (x ).
Osserviamo che g (x ) < 0 se e solo se 2x − 2 < 0, cio`e x < 1. In questo caso la disugualianza `e sempre verificata.
Dal punto precedente se x ≥ 1 allora g (x ) ≥ 0 e l’asserto `e verificato qualora f (x ) ≤ −g (x ) oppure g (x ) ≤ f (x ) cio`e vale almeno una delle seguenti
x2− 3x + 1 ≤ −(2x − 2) cio`ex2− 5x + 3 ≥ 0,
x2− 3x + 1 ≥ 2x − 2 cio`e x2− x − 1 ≤ 0.
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
Con facili conti si vede che x2− 5x + 3 = 0 ha radici x1,2 = 52± √ 13 2 , cio`e x1 ≈ 0.6972 e x2 ≈ 4.3028. Di conseguenza x2− 5x + 3 ≥ 0 se e solo se x < 5 2 − √ 13 2 oppure x > 5 2 + √ 13 2 .
Similmente si vede che x2− x − 1 ≤ 0 ha radici x1,2∗ = 12 ±
√ 5 2 , cio`e x1∗ ≈ 0.6180 e x2∗≈ 1.6180. Di conseguenza x2− x − 1 ≤ 0 se e solo se 12 − √ 5 2 ≤ x ≤ 1 2 + √ 5 2 .
Assemblando questi risultati, si vede facilmente che f (x ) ≤ −g (x ) oppure g (x ) ≤ f (x ) se e solo se x non appartiene a
(12+ √ 5 2 , 5 2 + √ 13
2 ). Ricordando che deve pure essere x ≥ 1,
concludiamo dicendo che l’asserto `e verificato nella regione
Valore assoluto (o modulo): alcuni esempi.
In conclusione:
se x < 1 l’asserto |x2− 3x + 1| ≥ 2x − 2 `e sempre verificato; se x ≥ 1, l’asserto |x2− 3x + 1| ≥ 2x − 2 `e verificato se e solo se x ∈ [1,12+ √ 5 2 ] ∪ [ 5 2+ √ 13 2 , +∞). −2 −1 0 1 2 3 4 5 6 −10 −5 0 5 10 15 20
Figura : Grafico di |x2− 3x + 1| (in verde) e 2x − 2 (in rosso). Risolvere il problema |x2− 3x + 1| ≥ 2x − 2 `e equivalente a vedere quando il grafico della funzione in verde `e sopra quello della funzione in rosso.
Principio per induzione: esempi.
Il principio per induzione viene utilizzato quale tecnica per dimostrare asserti del tipo
∀n ∈ N, n ≥ n0 vale la propriet`a p(n).
Esempio
Per ogni n ∈ N, si dimostri che se n `e pari allora n2 `e pari. In questo casop(n)sta per se n `e pari allora n2 `e pari.
Esempio
Per ogni n ∈ N, si dimostri che 2n> n.
Principio per induzione.
Sia n0 ∈ N e supponiamo di dover dimostrare che p(n) `e verificata
per ogni n ≥ n0. Se si dimostra che 1 p(n) `e vera per n = n0 (primo passo),
2 supponendo che p(n) allora p(n + 1) `e vera (passo induttivo),
allora p(n) `e vera per ogni n ≥ n0.
Principio per induzione: esempio risolto.
Teorema
Per ogni n ∈ N, si dimostri che
1 + 2 + . . . + n = n X k=1 k = n(n + 1) 2 Dimostrazione.
In questo caso p(n) sta per 1 + 2 + . . . + n =Pn
k=1k = n(n+1) 2 . n = 0: per definizioneP0 k=1k = 0 ed facilmente 0(0+1) 2 = 0,
Principio per induzione: esercizi.
supponiamo che sia per un certo n valga p(n)
1 + 2 + . . . + n = n X k=1 k = n(n + 1) 2
e dobbiamo dimostrare che vale pure p(n + 1) cio`e
1 + 2 + . . . + n + (n + 1) = n+1 X k=1 k = (n + 1)((n + 1) + 1) 2 = (n + 1)(n + 2) 2 . (4)
Principio per induzione: esercizi.
Esercizio
Per ogni n ∈ N si ha che n2+ n `e pari.
Esercizio
Per ogni n ∈ N, n ≥ 3 si ha che 2n + 1 < n2.
Principio per induzione: disuguaglianza di Bernoulli.
Teorema (Bernoulli)
Per ogni x > −1, x ∈ R, n ∈ N si ha (1 + x )n≥ 1 + xn.
Dimostrazione.
Nel nostro caso la proposizione p(M) consiste in
per ogni x > 1 si ha (1 + x )M ≥ 1 + xM.
Proviamo l’asserto per induzione, osservando che l’induzione `e in n (e non in x ).
Principio per induzione: disuguaglianza di Bernoulli.
supponiamo valga l’ipotesi induttiva p(n) (1 + x )n≥ 1 + xn e mostriamo che vale pure p(n + 1) cio`e
(1 + x )n+1≥ 1 + x(n + 1). In effetti, essendo 1 + x > 0, dall’ipotesi induttiva
(1 + x )n≥ (1 + xn) ⇔(1 + x )(1 + x )n≥ (1 + x)(1 + xn) e da x2n ≥ 0
(1 + x )n+1 = (1 + x )(1 + x )n≥ (1 + x)(1 + xn)
= 1 + xn + x + x2n ≥ 1 + xn + x = 1 + x (n + 1).
Sommatorie.
Per fare la somma di molti numeri, spesso si usa il simboloP. Cos`ı
n
X
i =n0
ai := an0+ an0+1+ an0+2+ . . . + an
In questo caso, i si dice indice di sommatoria. Se n < n0 si
suppone che la sommatoria sia nulla.
Progressione geometrica.
Definizione (Progressione geometrica) La sommatoria
n
X
k=0
qk= 1 + q + . . . + qn `e nota comeprogressione geometricadi ragione q. Esempio n X k=0 3k= 1 + 3 + 32+ . . . + 3n. Teorema
Per q 6= 1 (attenzione al denominatore a secondo membro!)
n X k=0 qk= 1 + q + . . . + qn=q n+1− 1 q − 1 , altrimenti n X k=0 1k= 1 + 1 + . . . + 1n= n + 1.
Sommatorie e coefficienti binomiali.
Per esempio, nel caso q = 3 si ha che da
Sommatorie e coefficienti binomiali.
Teorema Per q 6= 1 si ha che n X k=0 qk = 1 + q + . . . + qn= q n+1− 1 q − 1 = 1 − qn+1 1 − q Dimostrazione. Osserviamo che (1 − q)(1 + q + . . . + qn) = 1 + q + q2+ . . . + qn −q − q2− . . . − qn+1 = 1 − qn+1 (5) abbiamo (1 − q)(1 + q + . . . + qn) = 1 − qn+1 da cui l’asserto, osservando chePnk=0qk = 1 + q + . . . + qn e
dividendo ambo i membri per 1 − q 6= 0.
Coefficienti binomiali e binomio di Newton.
L’intenzione `e quella di calcolare, fissati a, b, n, la quantit`a (a + b)n.
Esempi:
n = 0: (a + b)0= 1; n = 1: (a + b)1= a + b;
Fattoriale.
Definizione (Fattoriale)
Si definisce il fattoriale di n ∈ N, la quantit`a n! := 1 · 2 · . . . · n Esempio 0! = 0 (per definizione); 1! = 1; 2! = 1 · 2; 3! = 1 · 2 · 3 = 6; 8! = 1 · 2 · . . . · 8 = 40320; 10! = 1 · 2 · . . . · 10 = 3628800.
Fattoriale.
Teorema
Il fattoriale corrisponde al numero di permutazioni di n oggetti distinti.
Siano a, b, c e consideriamo le loro permutazioni:
1 (a, b, c); 2 (a, c, b); 3 (b, a, c); 4 (b, c, a); 5 (c, a, b); 6 (c, b, a).
Coefficienti binomiali.
Siano n, k ∈ N, con k ≤ n.
Si definisce coefficiente binomiale Cn,k di n e k, la quantit`a
Cn,k = n k = n! k!(n − k)! Alcuni esempi, ricordando che 0! = 1, 1! = 1, 2! = 2:
C2,1= 2 1 = 2! 1!(2−1)! = 2! 1!1!= 2; C0,0= 0 0 = 0! 0!(0−0)! = 0! 0!0!= 1; Cn,0= n 0 = n! 0!(n−0)! = n! 0!n! = 1; Cn,n= n n = n! n!(n−n)! = n! n!0! = 1; Cn,n−1= n n = n! (n−1)!(n−(n−1))! = n! (n−1)!1!= (n−1)!n (n−1)! = n.
Formula del binomio di Newton.
Teorema (Binomio di Newton)
Definito con Cn,k = n k = n! k!(n − k)! si ha per n ∈ N (a + b)n= (a + b) · . . . · (a + b) | {z } nvolte = n X k=0 Cn,kakbn−k
Per esempio, nel caso n = 2, essendo C2,0 = 1, C2,1= 2, C2,2 = 1,
Triangolo di Tartaglia.
I coefficienti Cn,k = k!(n−k)!n! si calcolano col Triangolo di Tartaglia.
1 1 1 1 2 1 1 3 3 1 1 4 6 4 1 1 5 10 10 5 1
Il valore Cn,k `e il (k + 1)-simo elemento della (n + 1)-sima riga.
Cos`ı, dalla formula del binomio di Newton
(a + b)5 = a5+ 5a4b + 10a3b2+ 10a2b3+ 5ab4+ b5.
Potenze e radici n-sime.
Teorema
Siano y ∈ R, y ≥ 0, n ∈ N, n ≥ 1. Allora esiste un unico x ≥ 0, x ∈ R tale che xn= y
Usualmente tale x si denota con y1/n oppure √ny e si chiama
radice n-sima di y ;
Potenze e radici n-sime.
Esempio √ 4 = 2 Esempio Per ogni x ∈ R si ha √ x2 = |x |.in generale √ny = x `e definita solo se y ≥ 0;
se n `e dispari e y < 0, √ny = −√n−y . Esempio:
−2 =√3
−8 = −p−(−8) = −3 √3
8
Potenze a esponente razionale.
Definizione Supposto r =mn ∈ Q, y ∈ R, y > 0, si definisce yr = ymn = (ym) 1 n Nota.Alcune propriet`
a delle potenze.
Si supponga a, b ∈ R, a, b > 0, r , s ∈ Q ar +s = ar · as; (ab)r = ar · br; (a)r ·s = (ar)s; a−r = a1r; ar > 0; ar > 1 se a > 1, r > 0; ar > 1 se a < 1, r < 0; ar < 1 se a < 1, r > 0; ar < 1 se a > 1, r < 0; r < s ⇒ ar < as se a > 1; ar > as se a < 1; 0 < a < b ⇒ ar < br se r > 0; ar > br se r < 0; ∀a 6= 1, ar = as ⇒ r = s.Alcune propriet`
a delle potenze (facoltativa).
Nota.
Per ogni a > 1 r ∈ R, si supponga che sia (in decimali) r = p, α1. . . αn. . .
con p ∈ Z e αk ∈ {0, 1, . . . , 9} per ogni n ∈ N Si definisce
ar := asup {p,α1...αn,n∈N}.
Logaritmo.
Definizione (Logaritmo)
Sia a > 0, a 6= 1, y > 0. Esiste un solo x ∈ R tale che ax = y . Tale x si chiamalogaritmoin base a di y e si scrive x := logay Dalla definizione, se x = logay necessariamente
alogay = ax = y .
Logaritmo: propriet`
a.
Si supponga a, b, x , y ∈ R, a, b, x, y > 0, a 6= 1, b 6= 1 alogax = x ;
logaxy = logax + logay ; logax1 = − logax ;
logaxy = logax − logay ;
logaxγ = γ logax per ogni γ ∈ R; logax = log1 xa = − log1ax ; logax = logbx logba; x > y > 0 ⇒ logax > logay se a > 1; logax < logay se 0 < a < 1; loga1 = 0; logaa = 1; loga 1a = −1;
Per ogni γ ∈ R, γ 6= 1, si ha
1 ∀x 6= 0 : logax2= 2 log
a|x|;
Logaritmo: propriet`
a.
Esempio
Mostrare che logax = log1
xa = − log1ax . Dimostrazione. Se β = logax e γ = log1 xa, dalla definizione aβ = x exγ= a implica che x = aβ = (xγ)β = xβγ
e quindi βγ = 1 da cui β = 1γ. Essendo per definizione, β = logax ,
γ = log1
xa
concludiamo che logax = log1
xa.
Logaritmo: propriet`
a.
Similmente, dalle definizioni se τ = log1 ax allora ( 1 a) τ = x, se φ = logxa allora xφ= a, da cui, essendo x = 1 a τ = a−τ si ricava x = a−τ = (xφ)−τ = x−φτ
e quindi −φτ = 1 ovvero −τ =φ1 per cui, dalle definizioni 1
logxa = 1
Funzioni.
Definizione (Funzione)
Siano A, B insiemi. Lafunzionef `e una legge che ad ogni elemento di A associauno e uno solo elemento di B, e si scrive f : A → B.
Usualmente si dice f `e definita da A a B;
Se x ∈ A, con f (x ) si indica il valore di B associato a x mediante f .
A volte si scrive f : x → f (x ) ∈ B. La variabile x si chiama
variabile indipendente.
L’insieme A si chiama dominio di f , mentre l’insieme B si chiama codominio di f .
Funzioni: esempi.
Esempio
Sia X = {1, 2, 3} e Y = {a, b, c, d , e}. Sia f : X → Y la funzione per cui f (1) = a, f (2) = c, f (3) = d . Osserviamo che non tutti gli elementi del codominio sono funzione di qualche elemento del dominio.
Funzioni: esempi.
Esempio
Sia f : R → R, definita da f (x) = x4. In questo caso, il dominio `e R e il codominio R.
Esempio
Sia A = {1, 2, 3, 4, 5}, B = {2, 3, 4, 5, 6, 7} e sia f : A → B definita da f (x ) = x + 1.
Esempio
Sia R+= {x ∈ R, x > 0}. Sia f : R+→ R definita da f (x ) = log10(x ).
Funzioni: immagine.
Definizione (Immagine)
Sia f : A → B. Si diceimmaginedi A attraverso f , il sottinsieme di B definito da
f (A) = Im(f ) = {y ∈ B : ∃x ∈ A : y = f (x )}.
Esempio
Sia f : R → R, definita da f (x) = x4. In questo caso, il dominio `e R e il codominio R. L’immagine di f `e R+.
Esempio
Funzioni: immagine e grafico.
Esempio
Sia f : R2→ R, definita da f (x, y) = x + y. In questo caso, il dominio `e R2 e il codominio R. L’immagine di f `e R.
Esempio
Sia f : R → R2, definita da f (x ) = (x , 2 · x ). In questo caso, il
dominio `e R e il codominio R2. L’immagine di f `e una retta di R2 (cio`e y = 2 · x ).
D’ora in poi, qualora non detto esplicitamente, sar`a f : A ⊆ R → R.
Definizione (Grafico)
Sia f : A ⊆ R → R. Si dicegrafico di f , il sottinsieme di R2 graf(f ) = {(x , y ) ∈ R2 : y = f (x ), x ∈ A}.
Funzioni: grafico.
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1Funzioni: grafico.
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1Figura : Un esempio che non `e grafico di funzione da [0, 1] ⊂ R in R. Ad esempio in 0 assume due valori, −1 e +1
.
Funzioni: sul dominio.
Di seguito consideremo, a meno di specificazioni, f : D ⊆ R → R con D dominio naturale di f , ci`e tutti gli x per i quali ha senso scrivere f (x ).
Esempio
Sia f (x ) =√x . Allora D = {x ∈ R : x ≥ 0}.
Esempio
Funzioni: sul dominio.
Le funzioni si possono rappresentare con pi`u formule.
Esempio Sia f (x ) = x se x > 0 −x se x ≤ 0 Che funzione nota `e f ?
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5
Figura : Grafico di f nell’intervallo −5 e +5.
Funzioni: sul dominio.
Le funzioni si possono rappresentare con pi`u formule.
Esempio Sia f (x ) = 1 se x ∈ Q 0 se x ∈ R\Q
Funzioni: successioni.
Definizione (Successione)
Si dicesuccessione ogni funzione f in cui il dominio `e N. In particolare ogni funzione f : N → R si chiamasuccessione reale.
Esempio
La funzione f : N → R definita da
f (n) := fn:=
n − 1 n + 1
`e una successione. In particolare f0 = −1, f1= 0, f2 = 1/3, etc. Si
verifica facilmente che fn< fn+1 essendo n−1n+1 < n+2n (risolvere una
disequazione di secondo grado!).
Funzioni: limitate superiormente.
Definizione (Funzione limitata superiormente)
Sia f : D ⊆ R → R. Tale funzione `elimitata superiormente se esiste M ∈ R tale che
f (x ) ≤ M, ∀x ∈ D. o equivalentemente
Definizione (Funzione limitata superiormente)
Sia f : D ⊆ R → R. Tale funzione `elimitata superiormente se l’insieme immagine Im(f ) di f `e limitato superiormente.
Esempio
Funzioni: limitate superiormente.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 −100 −90 −80 −70 −60 −50 −40 −30 −20 −10 0Figura : Grafico di f (x ) = −x2nell’intervallo −10 e +10 .
Funzioni: limitate inferiormente.
Definizione (Funzione limitata inferiormente)
Sia f : D ⊆ R → R. Tale funzione `elimitata inferiormente se esiste m ∈ R tale che
f (x ) ≥ m, ∀x ∈ D. o equivalentemente
Definizione (Funzione limitata inferiormente)
Sia f : D ⊆ R → R. Tale funzione `elimitata inferiormente se l’insieme immagine Im(f ) di f `e limitato inferiormente.
Esempio
La funzione f (x ) = x2 ha il grafico che consiste in una parabola ed assume esclusivamente valori positivi. In questo caso si pu`o
Funzioni: limitate inferiormente.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100Figura : Grafico di f (x ) = x2nell’intervallo −10 e +10 .
Funzioni: limitate.
Definizione (Funzione limitata)
Sia f : D ⊆ R → R. Tale funzione `elimitata se `e limitata superiormente e inferiormente, cio`e esistono m, M ∈ R tali che
m ≤ f (x ) ≤ M, ∀x ∈ D che `e equivalente a dire che esiste k ∈ R tale che
Funzioni: limitate, esempi.
Esempio
Sia f (x ) = x3, f : R → R. Si vede subito che Im(f ) = R e quindi la funzione non `e limitata n`e inferiormente, n`e superiormente.
−100 −80 −60 −40 −20 0 20 40 60 80 100 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1x 10 6
Figura : Grafico di f (x ) = x3 nell’intervallo −100 e +100. Attenzione
che `e in scala 1 milione sull’asse y ! .
Funzioni: limitate, esempi.
Esempio
Sia f (x ) = 1+x1 2, f : R → R. Si vede subito che Im(f ) = (0, 1] e
quindi la funzione `e limitata (scegliere m = 0 e M = 1 nella definizione). −100 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Figura : Grafico della funzione di Runge f (x ) = 1+x12 nell’intervallo −10
Funzioni: simmetriche.
Definizione (Funzione pari)
Sia f : D ⊆ R → R con D dominio simmetrico rispetto a 0. La funzione f si dicepari se
f (x ) = f (−x ) −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 0 20 40 60 80 100 120
Figura : Grafico della funzione pari f (x ) = x4+x1+x2+1002 in [−10, +10].
Funzioni: simmetriche.
Definizione (Funzione dispari)
Sia f : D ⊆ R → R con D dominio simmetrico rispetto a 0. La funzione f si dicedisparise
f (x ) = −f (−x ) −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 −20 −15 −10 −5 0 5 10 15 20
Funzioni: simmetriche, esempio.
Proposizione. (Rapporto di funzioni dispari con funzioni pari)
Sia f : D ⊆ R → R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Se F (x) =f (x )g (x )
con f , g : D ⊆ R → R, f pari e g dispari (mai nulla!) allora F `e dispari. Dimostrazione.
Ricordando le definizioni, sappiamo che f (x ) = −f (−x ), ovvero f (−x ) = −f (x ), g (x ) = g (−x ), e di conseguenza F (−x ) = f (−x ) g (−x ) = −f (x) g (x ) = − f (x ) g (x )= −F (x ), cio`e F `e dispari in quanto F (x ) = −F (−x ).
Di conseguenza, la funzione f (x ) =3x5−1000x3
1000+10x4 `e un esempio di funzione dispari,
in quanto il numeratore `e una funzione dispari e il denominatore `e una funzione pari.
Funzioni: simmetriche, esempi.
Con dimostrazione simile alla precedente, di vede facilmente che
Proposizione. (Rapporto di funzioni pari con funzioni pari)
Sia f : D ⊆ R → R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Se F (x ) =g (x )f (x ) con f , g : D ⊆ R → R, f pari e g pari (mai nulla!) allora F `e pari.
Nota. (Facoltativo)
Sia f : D ⊆ R → R con D dominio simmetrico rispetto a 0. Se f : D ⊆ R → R, `e dispari allora f (0) = 0. Infatti, da
Funzioni: simmetriche, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) = x2 `e pari. Infatti
f (−x ) = (−x )2 = x2 = f (x ).
Esempio
La funzione f (x ) = x3 `e dispari. Infatti
f (−x ) = (−x )3 = −x3 = −f (x ). Esempio La funzione f (x ) = xn, n ∈ N `e dispari se n `e dispari pari se n `e pari
Funzioni: simmetriche, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) = x − x3− x17 `e dispari.
Esempio
La funzione f (x ) = x − x3+ 1 non `e n`e pari n`e dispari. Ad esempio f (2) = −5, f (−2) = 7 6= ±5 = ±f (2).
Nota.
Osserviamo che una funzione
pari ha un grafico simmetrico rispetto l’asse y ;
Funzioni: monotone.
Sia f : D ⊆ R → R.
Definizione (Monotona crescente)
La funzione f `e monotona crescentese
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) ≤ f (x2).
Definizione (Monotona strettamente crescente)
La funzione f `e monotona strettamente crescente se ∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) < f (x2).
Funzioni: monotone.
Definizione (Monotona decrescente)
La funzione f `e monotona decrescentese
∀x1, x2 ∈ D, se x1 < x2 allora f (x1) ≥ f (x2).
Definizione (Monotona strettamente decrescente)
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) = x3, f : R → R, `e strettamente crescente.
Esempio
La funzione f (x ) = 1, f : R → R, `e crescente e decrescente.
Esempio
La funzione f (x ) = 1+x1 2, f : R → R, non `e n`e crescente n`e
decrescente. −100 −80 −60 −40 −20 0 20 40 60 80 100 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 x 106 −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 Figura : Grafico di f (x ) = x3, f (x ) = 1+x12.
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) = x2, f : R+→ R, `e strettamente crescente. La funzione f (x ) = x2, f : R−→ R, `e strettamente decrescente.
Funzioni: periodiche.
Definizione (Periodica)
La funzione f : D ⊆ R → R `eperiodicadi periodo T > 0 se T `e il pi`u piccolo numero reale tale
f (x + T ) = f (x ), ∀x ∈ D, x + T ∈ D.
Nota.
Usualmente D = R o pi`u raramente D = R\X con
X = {x : x = x0+ kT , k ∈ Z} per un certo x0∈ R dove la funzione f non `e
definita (si pensi alla tangente!). Esempio
La funzione f (x ) = sin (x ), f : R → R `e periodica con periodo 2π in quanto `e noto che
sin (x + 2π) = sin (x ), ∀x ∈ R.
Funzioni: monotone, esempi.
−15 −10 −5 0 5 10 15 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1Funzioni: periodiche.
Esempio
La funzione f (x ) = cos (x ), f : R → R `e periodica con periodo 2π in quanto `e noto che
cos (x + 2π) = cos (x ), ∀x ∈ R.
Nota.
Se f `e periodica con periodo T , basta conoscere il grafico in un intervallo di ampiezza T per conoscere il grafico su tutto il dominio.
Funzioni: monotone, esempi.
−15 −10 −5 0 5 10 15 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1Funzioni: elementari.
Definizione (Potenza)
La funzione f : D ⊆ R → R definita da f (x) = xα, α ∈ R `e nota come funzionepotenza.
Si riconosce subito che f (1) = 1;
Im(f ) = [0, +∞) se α ∈ N `e pari; Im(f ) = R se α ∈ N `e dispari;
se α ∈ N `e dispari allora f `e crescente;
se α = 1/n con n ∈ N, n ≥ 1 allora Im(f ) = [0, +∞) se n `e pari;
se α = 1/n con n ∈ N, n ≥ 1 allora Im(f ) = R se n `e dispari; se α ∈ R allora R+\{0} ⊆ Im(f );
se α ∈ R+ allora R+⊆ Im(f );
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) = x−1 = 1x, f : R\{0} → R, `e una iperbole, `e dispari non `e monotona.
Esempio
La funzione f (x ) = x−2 = x12, f : R\{0} → R, `e pari ma non `e
Funzioni: monotone, esempi.
−3 −2 −1 0 1 2 3 −150 −100 −50 0 50 100 150 −3 −2 −1 0 1 2 3 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 Figura : Grafico di f (x ) = x−1 e f (x ) = x−2 in [−3, +3].Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) =√x = x1/2, f : R+→ R, `e monotona crescente. Esempio
La funzione f (x ) =√3x2= x2/3
, f : → R, `e pari ma non `e monotona.
Funzioni: monotone, esempi.
Esempio
La funzione f (x ) =√x = x1/2, f : R+ → R, `e monotona crescente.
Esempio
La funzione f (x ) =√3x2 = x2/3, f : → R, `e pari ma non `e
monotona.
Funzioni: monotone, esempi.
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4Figura : Grafico di f (x ) = x2 in rosso, f (x ) = x in nero, f (x ) = x1/2 in
Funzioni: esponenziali.
Definizione (Esponenziale)
Sia α ∈ R+\{0}. La funzione f (x) = αx, f : R → R si chiama
funzione esponenzialein base α. Si osservi che il dominio `e R; Im(f ) = (0, +∞); f (0) = 1 per ogni α −3 −2 −1 0 1 2 3 0 1 2 3 4 5 6 7 8
Figura : Grafico di f (x ) = 2x in rosso, f (x ) = 1x in nero, f (x ) = 1/2x
in verde in [−3, 3].
Funzioni: logaritmi.
Sia D := R+\{0} e a ∈ R+\{0, 1}. Sia f (x) = log
ax . Allora
Il dominio di f `e D = R+\0; Im(f ) = R;
f (1) = 0 per ogni scelta di a; Si ha che y = loga(x ) ⇔ ay = x ;
Se a = 1 allora il logaritmo non `e definito.
Sia e := 2.718281828459046 . . . il numero di Nepero. Allora logex = ln(x ) = log(x )
`
e noto comelogaritmo naturale; a = eln (a);
Funzioni: logaritmi.
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 −40 −35 −30 −25 −20 −15 −10 −5 0 5Figura : Grafico di f (x ) = loge(x ) in (0, 10].
Funzioni trigonometriche.
Si supponga
Ω sia il disco di raggio 1 centrato nell’origine (disco unitario); siano A = (1, 0), B = (0, 1);
sia P un punto sulla circonferenza, e si supponga che l’angolo A ˆOP misuri x radianti (orientato antiorario!);
sia Q la proiezione di P sull’asse delle ascisse;
sia T il punto sulla retta r contenente O e P la cui proiezione sull’asse dell’ascisse sia A.
Allora
l’ascissa di Q si denota cos (x ) (cosenodi x); l’ordinata di P si denota sen(x) (seno di x); l’ordinata di T si denota tg(x) (tangente di x);
Funzioni trigonometriche.
Figura : Funzioni trigonometriche sul cerchio unitario.
Funzioni trigonometriche.
Poich`e i triangoli OPQ e OAT sono simili, sia ha che
tg (x ) = sen(x ) cos(x ),
Si definisce poicotangentela funzione ctg (x ) = cos(x )
sen(x ). Inoltre `e facile osservare che
cos (0) = 1, sin (0) = 0; cos (2π) = 1, sin (2π) = 0;
dal teorema di Pitagora, essendo il disco unitario,
Funzioni trigonometriche.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5Figura : La funzione sin (x ). La funzione sin (x )
`
e periodica con periodo 2π; `
e dispari:sin (−x ) = − sin (x )
ha dominio R ma immagine Im(sen(x))=[-1,1], (quindi | sin (x)| ≤ 1).
Funzioni trigonometriche.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5Figura : La funzione cos(x). La funzione cos(x)
`
e periodica con periodo 2π; `
e pari: cos (−x ) = cos (x );
ha dominio R ma immagine Im(cos (x)) = [−1, 1] (quindi | cos (x)| ≤ 1);
Funzioni trigonometriche.
Figura : La funzione tan(x). La funzione tan(x)
`
e periodica con periodo π; `
e dispari: tan(−x ) = − tan(x ) ;
non `e definita nei punti xk= kπ con k ∈ Z;
ha dominio R\{x : x =π
2 + kπ, k ∈ Z} e immagine Im(tan (x)) = R.
Funzioni trigonometriche: propriet`
a.
radianti 0 π6 π4 π3 π2 π 3π2 2π sin(x ) 0 1 2 √ 2 2 √ 3 2 1 0 −1 0 cos(x ) 1 √ 3 2 √ 2 2 1 2 0 −1 0 1 tan(x ) 0 √ 3 3 1 √ 3 − 0 − 0 ctg(x ) − √3 1 √ 3 3 0 − 0 −Alcune propriet`a importanti: sin(−a) = sin(a); sin(π/2 − a) = cos(a);
sin(a + b) = sin(a) cos(b) + cos(a) sin(b); cos(−a) = cos(a);
cos(π/2 − a) = sin(a);
Funzioni trigonometriche: esercizio.
Esercizio
Qual’`e il periodo di f (x ) = sin (3x )?
Da f (x + T ) = f (x ) abbiamo per y = 3x
f (x + T ) = sin(3(x + T )) = sin(3x + 3T ) = sin(y + 3T ) (8) f (x ) = sin (3x ) = sin (y ). (9) Il pi`u piccolo ˆT per cui sin(y + ˆT ) = sin(y ) `e ˆT = 2π, per cui il pi`u piccolo T per cui
f (x + T ) = sin(y + 3T ) = sin (y ) = f (x ) `e 3T = ˆT = 2π da cui
T = 2π/3.
Con una dimostrazione simile si mostra che per ω > 0, f (x ) = sin (ωx ) `e periodica con periodo T = 2π/ω.
Funzioni iperboliche.
Definizione (Seno iperbolico)
Si definisceseno iperbolicola quantit`a
Sh(x ) = sinh (x ) := e
x− e−x
2 .
Definizione (Coseno iperbolico)
Si definiscecoseno iperbolico la quantit`a
Ch(x ) = cosh (x ) := e
x+ e−x
Funzioni iperboliche.
Definizione (Tangente iperbolica)
Si definiscetangente iperbolicala quantit`a
Th(x ) = tanh (x ) := sinh(x ) cosh(x ) =
ex − e−x ex + e−x.
Definizione (Tangente iperbolica)
Si definiscecotangente iperbolica la quantit`a
Cth(x ) = coth (x ) := cosh(x ) sinh(x ) =
ex+ e−x ex− e−x.
A volte sinh (x ) si denota senh(x); A volte tanh (x ) si denota tgh(x);
Funzioni iperboliche: sinh.
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 −30 −20 −10 0 10 20 30Figura : La funzione sinh(x ) in [−4, 4].
La funzione sinh(x ) `
e dispari: sinh(−x ) = − sinh(x ) (verificarlo) ; ha dominio R e immagine Im(sinh (x)) = R; `
Funzioni iperboliche: cosh.
−40 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 10 15 20 25 30Figura : La funzione cosh(x ) in [−4, 4]. La funzione cosh(x )
`
e pari: cosh(−x ) = cosh(x ) (verificarlo) ;
ha dominio R e immagine Im(cosh (x)) = [1, +∞) (cio`e cosh(x) ≥ 1); `
e strettamente decrescente per x ≤ 0 e strettamente crescente per x ≥ 0; similmente alla (7) vale cosh2(x ) − sinh2(x ) = 1.
Funzioni iperboliche: tanh.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1Figura : La funzione tanh(x ) in [−10, 10]. La funzione tanh(x )
`
e dispari: tanh(−x ) = − tanh(x ) (verificarlo) ;
ha dominio R e immagine Im(tanh (x)) = (−1, 1) (cio`e tanh(x) `e limitata);
`
Funzioni iperboliche: coth.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 −150 −100 −50 0 50 100 150Figura : La funzione coth(x ) in [−10, 10]. La funzione coth(x )
`
e dispari: coth(−x ) = − coth(x ) (verificarlo) ;
ha dominio R\{0} e immagine Im(coth (x)) = R\{0} (cio`e coth(x) `e illimitata);
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = f (x ) + a?
Risposta: Si trasla verticalmente di a il grafico di f (x ).
−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 −2.5 −2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = f (x + a)?
Risposta: Si trasla orizzontalmente di −a il grafico di f (x ).
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Figura : Grafico di y = sin (x + 1) (rosso), y = sin (x ) (nero) e y = sin (x − 1) (verde).
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = −f (x )? Risposta: Si simmetrizza il grafico di f (x ) rispetto l’asse x.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = k · f (x )? Risposta: Si stira o si contrae di un fattore k il grafico di f (x ) (rispetto l’asse y). −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2
Figura : Grafico di y = sin (x ) (nero), y = 2 sin (x ) (rosso) e y = 0.5 · sin (x ) (verde).
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = f (kx )? Risposta: Si stira o si contrae di un fattore 1/k il grafico di f (x ) (rispetto l’asse x). −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = |f (x )|? Risposta: Se f (x ) ≥ 0 non si fa niente, altrimenti lo si riflette sull’asse x.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.5 0 0.5 1 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.5 0 0.5 1
Figura : Grafico di y = sin (x ) (nero), y = | sin (x )| (rosso).
Operazioni sui grafici.
Domanda: Si conosce il grafico di f (x ). Qual `e il grafico di y = f (|x |)? Risposta: Si riflette il grafico della parte in cui x ≥ 0 rispetto l’asse y.
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.5 0 0.5 1 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 −1 −0.5 0 0.5 1
Operazioni sui grafici.
Nota. (Sugli zeri (facoltativa))
Si supponga di conoscere che f (x∗) = 0. Allora
posto g (x ) := f (x + a), y∗= x∗− a, si ha facilmente che g (y∗
) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 si ha che f (y − a) = 0;
posto g (x ) := −f (x ), si ha che g (x∗) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 si ha che f (y ) = 0;
posto g (x ) := k · f (x ) (con k ∈ R), si ha che g (x∗) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 si ha che f (y ) = 0;
posto g (x ) := f (k · x ) (con k ∈ R\{0}), si ha che g (x∗/k) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 si ha che f (yk) = 0 con yk= k · y ;
posto g (x ) := |f (x )| si ha che g (x∗) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 si ha che f (y ) = 0;
posto g (x ) := f (|x |), se x∗≥ 0 e y∗
= x∗si ha che g (y∗) = 0 e viceversa se g (y ) = 0 con y > 0 si ha che f (y ) = 0.
Funzioni composte.
Definizione (Funzione composta)
Sia f : E → R, g : F → R tale che Im(f ) ⊆ F . La funzione h = g ◦ f tale che h(x ) = (g ◦ f )(x ) = g (f (x ))
si chiamafunzione composta.
Funzioni composte.
Nota.
Si noti che:
E’ fondamentale che Im(f ) ⊆ F ; In generale f ◦ g 6= g ◦ f ;
Si possono comporre pi`u funzioni
((f ◦ g ) ◦ τ ) (x ) = f (g (τ (x ))) = f ◦ (g ◦ τ ) (verificarlo!).
Funzioni composte: generalizzazione.
La definizione, pi`u generale consiste in
Definizione (Funzione composta (def. generale))
Siano X , Y , V , W insiemi. Siano f : X → Y , g : V → W tali che Im(f ) := f (X ) ⊆ V . Allora si pu`o definire la funzione h = g ◦ f tale che