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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.23 (1896) n.1141, 15 marzo

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI. FERROVIE, INTERESSI PR IV A T I

Anno XXIII - Voi. XXVII

Domenica 15 Marzo 1896

N. 1141

Una grande sventura nazionale ha determinato la caduta del Ministero Crispi-Sonnino ed ha resa pos­ sibile la successione del Ministero Rudinì-Ricotti. - Poco però importa il cambiamento dei nomi se non mutano, e radicalmente, i metodi di governo.

Il Ministero degli onorevoli Crispi-Sonnino - (giacché erano questi due nomi che maggiormente rappresentavano il metodo di governo; 1’ on. Saracco notoriamente dissentiva da loro, sebbene non abbia avuto e voluto avere energia bastante per libe­ rarsi della responsabilità che con essi egli assu­ meva ; gli altri o non volevano o non potevano avere posto primario) - aveva per metodo di go­ verno lo scetticismo più spinto, e mai le istituzioni ebbero maggiore sfregio che nei ventisette mesi che corsero dalla fine del 1893 al principio del 1896. Nelle contingenze gravi noi non contestiamo la utilità della audacia ; il Ministero Crispi-Sonnino aveva as­ sunto il potere in condizioni generali così difficili, che nazione intera, quasi smarrita e sgomenta, sembrava dire ai nuovi governanti : osate. E nel gennaio 1894 noi stessi, che non possiamo esser tacciati di essere indulgenti per le illegalità, comprendevamo possibile tutto un piano di riforme e ristaurazioni finanziarie ed economiche adottato d’ urgenza,, salvo poi a farlo approvare dal Parlamento. Ma, come avviene spesso agli scettici, il Ministero Crispi-Sonnino fu abbastanza audace per infrangere la legge e per violare le norme costituzionali, e questa fu la parte dello scet­ ticismo; non fu abbastanza audace per prendere i provvedimenti che dall’ ora difficile erano domandati, e questa fu la parte della unilateralità dei concetti da cui era guidato.

E lo scetticismo, come la unilateralità dei concetti portarono ad errori che a poco a poco accumulandosi hanno condotto il Ministero ad una caduta, che occa­ sionalmente prese la forma della sconfitta militare, ma che avrebbe potuto prendere qualunque altra forma.

L ’ on. Grispi è vecchio e, probabilmente, la sua caduta è definitiva; in ogni caso, come avviene ai vecchi, lo scacco subito non lo correggerà, ma lo farà anzi perseverare nell’ errore. L ’ on. Sonnino è abbastanza giovane e può trarre ammaestramento da queste prime vicende delia sua politica miuisteriale. Avrà imparato - lo auguriamo - che anche gli Stati, come gli individui, hanno una moralità, un decoro, una specie di sentimento. E g li, assumendo il potere, ha creduto di essere furbo nascondendo il proprio pensiero e, per meglio nasconderlo, creando un abisso

tra la parola sua ed i fatti. Gli sarà palese oggi che con tale sistema non si acquistano simpatie, nè si cementano amicizie; - egli ha creduto che il

salus

patriae suprema lex,

potesse tutto giustificare e tutto far approvare; ma ha potuto vedere colle prove eloquenti dei fatti che la salute della patria non è solamente nella salute del bilancio, e che il

suprema

lex

ha per contraccolpo

sum m um jus summa injuria.

La unilateralità delle sue vedute gli alienò tutti co­ loro, i quali credono che una nazione non viva so­ lamente per fare il pareggio nel bilancio dello Stato; lo scetticismo suo lo ha spinto fino all’ emendamento Antonelli, cioè fino al punto in cui, quando lo Stato mostra di non voler mantenuta la fede pubblica, la ribellione a tale eccesso diventa generale. E gli fu giocoforza cedere ; I’ emendamento Antonelli, come tante altre cose consimili, fu ringhiottito.

Non vorremmo essere così presuntuosi da credere che I’ on. Sonnino negli ozi che ora gli concede la politica, possa ripensare ad alcune nostre conside­ razioni sul suo metodo e possa rivolgere la mente ad alcuni nostri giudizi. E g li ha assunto il governo della finanza italiana in momenti veramente difficili e fu subito esaltato perchè ebbe il coraggio dì dire al paese quasi tutta la verità. L a sua parola dura e fiera produsse lo sgomento, ma l’effetto durò poco ; lo stesso on. Sonnino dopo poco tempo, quasi pen­ tito del proprio pessimismo, fece credere che con i pochi ed incompleti sforzi era già vicino alla mèta. I suoi giudici si divisero allora in due campi : quelli che credettero esagerato il suo pessimismo, subitochè tanto facile e pronto era stato il rimedio; - quelli che lo credettero affetto dal solito morbo che invade tutti i ministri: l ’ ambizione del pronto successo. E gli onorevoli Crispi e Sonnino lasciano, invero, una ere­ dità così pesante, che i successori avranno gran pena a mutare le condizioni attuali.

(2)

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L ’ E C O N O M I S T A

E , ripetiamo: può un governo in certe circo­ stanze essere tanto audace da assumersi la respon­ sabilità di infrangere i patti costituzionali ; e se corre, cosi facendo,

1

’ alea di essere proclamato salvatore ove mai gli arrida il successo, si espone al pericolo d’ una pericolosa caduta ove rimanga soprafatto. E il Ministero Crispi-Sonnino, è proprio nel secondo caso ; malgrado abbia violato lo Statuto, malgrado abbia tenuto sempre lontano il Parlamento, malgrado abbia avuto completa libertà d’azione anche contro la legge, lascia il disavanzo nel bilancio, I’ esercito sconfitto e disorganizzato, il paese diminuito di fronte all’ estero; la fede delle istituzioni scossa ; e ciò che a noi duole, un altro uomo di valore, come sempre giudicammo 1’ on. Sonnino, sciupato senza alcun risultato.

Ora il nuovo Ministero — che ci piace salutare perchè composto di uomini sulla onestà dei quali nessuno discute, e crediamo sia già questo un pre­ zioso guadagno — il nuovo Ministero qual via deve prendere?

N oi non siamo certo in caso di dare dei consigli, ma esaminando la situazione crediamo sieno abba­ stanza chiare di per sò le linee generali della via da seguire.

Conviene prima di tutto che dimostri fede nelle istituzioni quali sono e come sono, subitochè non si possono cambiare. G li italiani si sono mostrati buoni e pazienti anche in tempo delle più violenti repres­ sioni, ma a lungo andare non reggono di fronte alla violenza. Il Ministero deve bene intendere che governa non per conto suo; ma a nome e per conto della nazione; dunque ripristiniamo la posizione re­ ciproca ; gli italiani non vogliono che i Ministri si antepongano o sovrappongano al paese ; e se il paese nella sua grande maggioranza vuole essere modesto e tranquillo, non hanno diritto i Ministri, perchè hanno idee diverse, di trascinarlo dove egli non vuole andare. Il Ministero è il servitore, non il pa­ drone del paese. Questo è il caposaldo di un regime di libertà. Si governi adunque col Parlamento e col paese ; qualunque altro modo, più o meno apparen­ temente legale, è una violazione del patto fonda- mentale.

Ma posto questo principio, che costituisce la prima e più urgente parte della

instaurano,

il nuovo M i­ nistero ha davanti a sè tre problemi importantissimi ai quali si debbono rivolgere tutte le sue cure.

Per l’ Affrica pare a noi che tutto ormai sia lim ­ pidamente chiaro; sono sbollite o saziate le cause che ci trascinarono a promuovere e tentare la «guerra fino in fondo » ; poteva, in alcuni, avere un substrato di patriottismo questo grido, ma era così assurdo - ed i fatti lo dimostrarono - che lasciò sospettare vi entrassero per molta parte, le forniture larghe e poco sindacate, le eventuali operazioni finanziarie, e le oscillazioni dei titoli.

In opposizione al grido per lo meno insipiente della « guerra fino in fondo » sta

1

’ altro altrettanto as­ surdo del ritiro immediato delle truppe. Nè gli individui uè le nazioni possono volere e disvolere ad ogni momento. Il rapporto che passa tra le forze dell’ Italia e quelle dell’ Abissinia, nelle loro rispet­ tive condizioni, è apparso troppo evidente dal 7 di­ cembre ad oggi; prima stoltamente, e speriamo che sia solo stoltamente, si credeva che con pochi soldati e con meno denari si potessero conquistare il T i- grè, l’Agamè e magari Io Scioa, ai quali possedi­

15 marzo 1896

menti il padrone legittimo non aveva però rinun­ ciati ora dal 7 dicembre abbiamo imparato a poco a poco, ma con dura lezione che I’ Italia po­ trebbe, se lo volesse, spendere delle centinaia ili mi­ lioni, ed avventurare delle migliaia di vite per con­ quistare colla forza quei territori ; ma venula a cognizione di ciò, I’ Italia comprende che sarebbe troppo grande tale sacrifizio di uomini e di denaro, mentre avrebbe tante altre cose da fare in Europa e più ancora a ll’ interno; riflette, quindi, se convenga rimandare a tempo più opportuno la conquista ; ac­ contentandosi oggi di quanto più le sia possibile ottenere a buone' condizioni. Il disastro militare del primo marzo obbliga ad un rapido ed energico ri- fornimento, ma soio allo scopo di difenderci rim et­ tendo a miglior tempo la partita. Nessuno dubita che l’ Italia non possa aver ragione dell’ Abissinia ; ma i fatti hanno dimostrato, e ci pare eloquentemente, due c o s e : - la prima che una guerra di conquista e di espansione non è popolare in Italia, dove da troppo poco tempo si ebbe a giudicare cosa sieno gli

stranieri

per voler assumerne noi la parte ; - la seconda che l’ organizzazione del nostro esercito - splendi lo ed ammirevole per valore di singoli uomini - è infe­ riore assai a quello che i pessimisti stessi sospetta­ vano, sia per copia dei mezzi di guerra, sia per capacità di dislocazione, sia per qualità di molti tra coloro che a questo esercito sono preposti. Molto quindi da fare da rifare e molto anche - ce lo per­ mettano i tecnici - da disfare.

Altro punto che domanda una

instaurano

pronta è la giustizia. - Durante il Ministero Crispi-Sonnino sono avvenuti processi e code di processi che hanno dolorosamente colpito la coscienza pubblica ; nel d i­ fendersi dalle interrogazioni in Parlamento il Mini - stro di Grazia e Giustizia - sia pure per inabilità - ha detto cose che lasciarono credere la magistra­ tura non essere indipendente dal potere esecutivo. Si parla troppo nel pubblico di facilità o difficoltà di ottenere sentenze in un senso o nell’ altro ; si ri­ tiene troppo che alcuni avvocati abbiano influenza ultra straordinaria. . . . Anche qui come per l’ eser­ cito: molto da fare, molto da rifare e molto anche da disfare.

Finalmente la Finanza. Qui per ora il compito è molto semplice : aspettare il conto della guerra ; v i­ vere di espedienti fino a che si possa pagarlo creando un debito. La via da percorrersi è lutto l’ opposto di quella seguita dall’ on. Sonnino. Il paese non può dare maggiori risorse al bilancio e quindi bisogna limitare le spese. L ’ on. Sonnino invece professava la teoria che, dovendo lo Stato spendere di più, il paese dovesse dare maggiori risorse al bilancio.

(3)

15 marzo 1896

L’ E C O N O M I S T A

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I SERVIZI TECNICI DELLA FINANZA

ED IL CATASTO F O N D IA R IO

I servizi tecnici della finanza appartengono a due distinte categorie - la

patrimoniale

e la

fiscale

- la prima contempla essenzialmente la conservazione, la amministrazione e la manutenzione dei beni immo­ biliari di

demanio pubblico e privato

dello Stato: la seconda ha la sua sede principale nelle leggi di imposta, il cui accertamento è a base di tecnicismo speciale - a questa appartiene anche il servizio del catasto.

L ’ alta direzione delle due categorie di servizi tecnici è concentrata nelle Direzioni Generali « delle

Gabelle

- delle

Imposte dirette

- del

Demanio e tasse sugli

affari

- del

Catasto

».

La parte esecutiva degli stessi servizi è affidata da tutte le Direzioni Generali agli U ffici tecnici pro­ vinciali di finanza : - vi fa eccezione la sola D ire- zio: e Generale del Catasto, la quale esegue la legge di perequazione fondiaria del 1886 a mezzo di uf Bei e personale tecnico propri ed alla immediata sua dipendenza.

A

Una tale organizzazione era pienamente giustifi­ cata - resa anzi necessaria - dalle tassative disposi­ zioni della legge catastale: le quali prescrivevano che il catasto geometrico ed estimativo dei beni rustici fondiari avesse ad iniziarsi e continuarsi in modo contemporaneo per tutte le regioni d’ Italia, senzachè i lavori nell’ una avessero a recare danno di ritardi o di sospensioni nelle altre.

II personale a ciò occorrente era calcolato in pa­ recchie migliaia di persone fra ingegneri, geometri, disegnatori e scrivani - i metodi di esecuzione do­ vevano avere unità d’ indirizzo e di sollecitudine - si capisce, quindi, la necessità di un legame gerar­ chico diretto fra la Direzione Centrale e gli Uffici esecutivi di provincia.

E fino a che gli assegni di bilancio erano suffi­ cienti e adeguati alla grande operazione - ed il la­ voro ferveva intenso e largo in tutte le provincie del Regno, ragione di servizio consigliava che lo impianto ed il funzionamento dell’ azienda centrale e provinciale continuassero invariati come la legge le aveva giudiziosamente costituite.

*

x x

Senonchè è da qualche anno che, per imprescin­ dibili necessità di bilancio, i lavori catastali vennero mano mano ridotti - tantoché oggigiorno si lavora esclusivamente nelle provincie a catasto accelerate - le quali sono nell’ esiguo numero di diciotto.

Dipiù, è dal novembre ultimo che dal Ministro | delle finanze venne presentato alla Camera dei De­ putati un progetto di legge modificativo di quella ; del 1886, il quale - mentre abolisce il catasto esti­ mativo col metodo in corso - riduce a circa la metà l’ attuale- assegno di bilancio e prescrive, corrispon­ dentemente, che i lavori catastali debbano farsi prima nelle attuali provincie accelerate; poi nelle altre regioni, ma in non più che tre provincie, le quali siano tra di loro finitime.

E vero che contro di tale progetto insorsero i deputati ed i Consigli provinciali delle provincie

interessate nell’ acceleramento dei lavori - ma è an che vero che, qualunque sia per essere l’ azione parlamentare di conciliazione modificativa su del progetto presentato dal Ministro di finanza in pieno accordo col collega del Tesoro, le operazioni del ca­ tasto fondiario subiranno riduzione e ritardo notevoli.

-f *

Però il ritardo e la riduzione dei lavori non s i­ gnificano, nè devono significare, abolizione dei quadri organici del personale tecnico del catasto.

il

progetto, modificativo della legge del 1886, che sta davanti al Parlamento abolisce bensì l’ attuale catasto

estimativo

- ma ne mantiene il

geometrico

- inoltre, a ll’ art. 4 è detto che con apposita legge si stabilirà quale e come debba essere il

nuovo

catasto estimativo.

È bene osservare che la relazione che accompagna il progetto spiega come il catasto geometrico debba servire essenzialmente agii scopi giurid ici dell’ ac­ certamento della proprietà - per modo che il rile­ vamento della particella possa, a tempo debito e colle necessarie cautele, divenire mezzo legale pro­ bante non solo di possesso, ma di superficie, di de­ limitazione e di terminazione.

E che tale sia la ferma intenzione del Ministro proponente lo prova altresì l’ art.

8

del secondo pro­ getto di conciliazione, concordato fra Governo e Commissione parlamentare, laddove dice che « non « più tardi del 30 novembre 1896 il governo del « Re presenterà al Parlamento proposte intese ad « attribuire la maggior possibile efficacia probatoria « al catasto geometrico, in armonia colle disposizioni « del codice civile vigente ».

* -V* *

Tale essendo lo stato delle cose, niun dubbio che i quadri organici del personale di catasto dovranno conservarsi con ampiezza sufficiente perchè, collo svolgersi mano mano dei nuovi lavori geometrici ed estimativi, le operazioni si possono compiere senza la creazione di nuove unità dirigenti : per modo, cioè, che i quadri rimasti sieno bastevoli per ricevere e guidare al lavoro il nuovo personale ese­ cutivo, che anno per anno si andrà assumendo in servizio, in corrispondenza del programma.

*

X X

Anche mantenendo però i quadri del personale tecnico con la larghezza sufficiente per provvedere ai bisogni futuri di sviluppo pel catasto geometrico ed estimativo non diventa indispensabile il man­ tenere un

Ufficio Generale

apposito, che attende nel ministero alla dirigenza delle sole operazioni catastali.

Ridotti i lavori ed il personale, può essere ridotto e fuso con altro della stessa indole l’ ufficio centrale che li dirige, senza che ne venga danno alla bontà e celerità delle operazioni.

*

Attualmente la esecuzione dei lavori tecnici finan­ ziari tanto d’ indole

fiscale,

che

patrimoniale,

è affi­ data ad uffici tecnici speciali, il cui personale funziona alla dipendenza di una direzione tecnica centrale, fa- dente parte del segretariato generale delle finanze.

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per giorno - offrono materia le nuove leggi d’ in­ dole tecnica e lo sviluppo quotidiano delle industrie paesane, che fanno capo alle leggi fiscali pel soddi­ sfacimento della rispettiva imposta.

Cosicché non passa mese che non si senta il bi­ sogno di nuovi Ingegneri e Geometri da applicarsi agli uffici tecnici pel disimpegno regolare delle cre­ scenti molteplici loro mansioni.

* * *

S i presenta pertanto favorevole l’ occasione pel M inistro di finanza di prendere, come si dice, due piccioni ad un favo.

Per una parte i lavori di catasto vanno giorno per giorno decrescendo - per l ’ altra sono in aumento giornaliero i servizi finanziari affidati agli uffici tecnici. , *

Si fondano dunque assieme i due rami di ammini­ strazione - si fondano, cioè, la

Direzione Generale

del catasto

e

V Ufficio tecnico centrale

del segreta­ riato - e se ne cavi un ufficio unico che assuma il titolo di

« Ufficio direttivo centràle dei servizi te­

cnici di finanza

».

Si otterranno per tal modo i seguenti vantaggi : 1. ° si farà non trascurabile economia nella spesa oggi bilanciata per il personale dei due separati uffici

centrali direttivi ;

2

. ° si darà agli uffici tecnici aiuto di personale provetto nei servizi finanziari senza ricorrere alla misura odiosa, e dannosa nel tempo stesso, di li ­ cenziare personale tecnico del catasto per assumerne del nuovo ;

3

. ° si darà migliore unità di indirizzo e di ese­ cuzione ai molteplici rami di servizi tecnici del Ministero finanze - e, qualunque sia per essere lo sviluppo che si dovrà dare alla legge catastale ed alle altre fiscali d’ indole tecnica, l’ amministrazione avrà sempre sottomano i quadri organici già fatti e preparati per operar bene, con poca spesa e senza perdite di tempo.

*

Molte riforme si sono compiute in questi ultim i tempi ne) Ministero finanze : - ne aggiungerà una ottima il Ministro che, presa ad esame la nostra sommaria proposta, si persuaderà della necessità di fondere in uno i due uffici centrali direttivi, che ora tengono divisi in uffici esecutivi diversi il servizio dercatasto e g li altri servizi finanziari d’ indole tecnica.

Per avere unità di

esecuzione

bisogna che prima esista unità di

direzione.

RIVISTA DEGLI ATTI PARLAMENTARI

U su ra - Insegnam ento - B ottiglie vuote -

Il Ministro Blanc.

Ci proponiamo rivedere gli Atti del Parlamento, Camera e Senato, Progetti e Relazioni sulle materie che possono interessare la economia nazionale: e siccome la pubblicazione di quegli Atti viene lenta e stentata, in attesa di ciò che potrà emergere dalle

nuove discussioni, occupiamo.ci, per ora, delle an­ tiche, ma delle più recenti, o meno antiche.

Se i lettori si incontrano in oggetti già trattati

da\V Economista,

passino oltre e la tengano come una ripetizione, non sempre inutile, per la propa­ ganda delle buone idee;

repetita juvant.

*

Pu r troppo bisognerà, d’ ora innanzi, ripetere anche quello che si riteneva già acquistato nel dominio pa­ cifico delle idee economiche indiscusse !

Un on. Deputato ha voluto proporre nientemeno che dei provvedimenti da sopprimere l’ usura ! P o ­ vera, infelice soppressione, come se la sarà imma­ ginata lui e come godrà, il valentuomo, nella dolce speranza del bene che va a rendere alla società!

Intanto abbiamo da imparare che I’ usura è d i­ ventata

soggettiva

e non è

oggettiva;

perchè si può

prestare oltre il tasso legale, e quindi si

profitta del

bisogno :

e quando sarà vietata, i bisogni natural­ mente spariranno, e si resterà di conseguenza

og-

gettivati.

Aspettiamo....

*

Una discussione curiosa e interessante ha avuto luogo nell’ 11 dicembre scorso (n. 395-96

A tti)

a proposito delle bottiglie, che ritornano vuote, delle acque minerali ferruginose che arrivano in Italia da! Trentino.

Il regolamento doganale riserva alle botti, barili, saechi, otri, casse, ceste, gabbie ed

altri simili re­

cipienti

la riesportazione; ed in effetto di codesta disposizione si riesportavano quelle bottiglie vuote, che pare sieno anche esse un

recipiente:

e così la pensava anche la Dogana, che non è poco! Ma il Ministro delle Finanze Ita trovato cite questa offen­ deva il lavoro nazionale

(sic)

e si doveva impedirlo.

Ora, siccome fu dichiarato da un on. interrogante che quelle bottiglie, nonostante arrivino piene dal territorio austriaco, vi sono importate da fabbriche di Padova e di Milano; il

lavoro nazionale

da pro­ teggere bisognerà ricercarlo nel contenuto, anziché nelle bottiglie, che nazionali già sono: e cosi pos­ siamo imparare che le acque minerali ferruginose possono

fabbricarsi

all’ interno senza andare a ri­ cercarle a ll’ estero. - Concetto peregrino, che mi fa ricordare il consiglio datomi da un amico farmacista, di comprare cioè la

H unia Janos

a bottiglia intiera perchè se si compra a dose purgativa, è sicuro di fabbrica farmaceutica,

lavoro nazionale

forse che S. E . si propone favorire e proteggere!

Chi sa quale Capo-sezione ha messo in testa al Ministro questa guerra le bottiglie vuote, per la cui esportazione voterebbe, egli dice, « il principio generale economico che vuole riservato tale bene­ fizio alle sole merci nazionali ». - Principio generale economico, Eccellenza, è semplicemente quello del minimo costo, e non pare sia il principio da Lei seguito in questione.

L a risposta del M inistro fu tanto poco soddisfa­ cente, che provocò una mozione, non discussa per la semplice ragione che il Parlamento fu chiuso il giorno dopo !

>f *

(5)

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L’ E C O N O M I S T A

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di leggere il discorso del ministro degli Esteri, ono­ revole Blanc, sulla palpitante questione d’Africa. Lo troveranno al n. 24

o, A tti della Camera dei D e­

putati,

tornata 25 luglio. Avranno da impararvi che il Ministro, delle cose d’Africa non ne sapeva punto.

G. T.

IL COMMERCIO ITALIANO NELL’ANNO 1895

Abbiamo analizzato in alcuni articoli

Ae\YEcono­

mista

il movimento del commercio internazionale italiano durante gli undici mesi gennaio-novembre ; giacché venendo nell’ ultimo mese mutati i prezzi dalla Commissione per i valori delle merci nel r i­ guardo doganale, le osservazioni che si possono fare sul movimento di tutto l’ anno, non sono più in corrispondenza coi prezzi dei mesi precedenti all’ u l­ timo.

Ora che è stato pubblicato il bollettino statistico per tutto l’anno 1895 ne diamo le cifre sommarie, prima però dando un rapido sguardo sui mutamenti dei prezzi.

Notiamo prima di tutto il

vino

che da 28 lire l’ettolitro nella importazione fu diminuito a lire 23, cioè una differenza in meno di lire

5

1

’ ettolitro, mentre nella esportazione da 23 fu portato a 26 lire’ quindi un aumento di tre lire l’ettolitro.

Il prezzo del

petrolio

da lire 16 fu portato a lire 17,50 un aumento di lire 1,50 il quintale; lo

zucchero

fu diminuto per la prima classe da 40 a 36 lire il quintale e per la seconda classe da 30 a 27 lire; diminuito di 15 lire, da 100 ad 85, il prezzo del

pepe e pimento,

mentre fu aumentato di

200

lire, da 4500 a 4700 il quintale, il prezzo della

vainiglia,

come pure aumentato da 140 a 150 lire il quintale il prezzo del

tabacco in foglia e costole di foglia.

Più numerose le variazioni nei prodotti chim ici, le notiamo qui sotto :

L

'acido acetico impuro

da L. 30 a L. 31 il quin­ tale;

V acido acetico liquido

contenente dal

10

al 50 per cento di acido acetico puro, aumentato da L. 45 a L . 47 il quintale e diminuito da L . 100 a L. 95 il quintale se con più del 50 per cento di acido acetico puro;

Vacido arsenioso

aumentato da L. 38 a L . 43 al quintale; diminuito invece da L. 60 a 55

Y acido borico;

l’

acido nitrico

aumen­ tato da L. 34 a L . 60; l’

amoniaca

da L . 33 a L. 60 e il

chinino

da L . 50 a L . 55 il quintale, mentre fu diminuita da 28 a

22

lire il quintale la

potassa

e

soda caustica.

Nei

carbonati,

quello di

barite

da L . 7 fu por- L .

10

il quintale, mentre quello di

sodio

da

1

- fu diminuito a 9; il

bicarbonato di soda

da

35

a 25 lire il quintale.

Nei

nitrati

quello di

potassio

da L . 38 il quin- t:i ® aumentato a 45; e fu diminuito da L . 25

1

“ j'

¡1

nitrato di sodio greggio.

H

borace

fu diminuito di prezzo di

10

lire, da j jp a 55; il

tartaro

fu aumentato da L. 80 a

. '0; 'I

cremor di tartaro

da L . 170 per la espor- Jzjone fu aumentato a L. 190 il quintale.

f

fiammiferi

di stearina e di cera da L . 160 i! quintale furono aumentati a L . 200; le

miccie da

minatori

diminuite da L . 250 a L . 200; il

tama-

1 Mai

e la

cassia naturali

da L . 28 a L . 32 il quin­

tale; la

canfora raffinata

da L . 430 a L . 500 il quintale;

le scorze di limone ed arancio

da L . 20 a L. 25 il quintale; finalmente i

generi medicinali

non nominati che erano di

100

lire, tanto alla im ­ portazione che alla esportazione, furono portati a L . 180 il quintale per la importazione ed a L . 135 il quintale per la esportazione.

Molte variazioni furono fatte sul prezzo dei

colori

e generi per tinta e per concia;

i

legni, radiche,

cortecce, ecc. non macinati

avevano rispettivamente il prezzo di L. 25 a 30 per la importazione e la esportazione, furono diminuiti a L . 23 a 25 per quintale; e quelli

macinati

da L . 28 a L.

33

fu ­ rono diminuiti a L . 26 e L . 28; mentre il

gambier

da L , 300 a 330; il

prussiato di potassa

da L . 170 a L. 200.

I

colori derivati dal catrame

che erano ai prezzi di L. 750 per quintale se in

stato secco

e di L . 150 se in

pasta o liquidi,

furono dim inuiti rispettiva­ mente a L. 680 e L . 140.

II prezzo dei

lapis senza guaina

fu aumentato da L . 500 a L. 570 e degli altri

lapis

diminuito da L . 220 a L 210.

Anche l ’

inchiostro nero da stampa

fa diminuito da L . 75 a L. 70 per quintale; e tutto il

nero da

scarpe

fu diminuito circa dell

’ 8

per cento del suo prezzo.

D im inuiti i prezzi della

canapa greggia

da

86

a 85 lire per quintale; del

lino greggio

da 119 a 110 lire il quintale; della

ju ta

da 57 a 32 lire il quintale e degli

altri vegetali filamentosi

da 25 a 18 lire il quintale.

I

cordami

diminuirono alla importazione ed espor­ tazione per i grossi da L . 117 a L. 80 e da L . 117 a 115; per i fini da L . 178 a L . 100 e da L . 178 a L . 175 il quintale.

Nei

filati di lino

fu fatta una diminuzione di prezzo dal

10

al

12

per cento e così pure dei

filati

di canapa.

Le

tele di Uno e di canapa incatramate od oliate

da L. 540 a L . 325 il quintale e quelle

incerate

da L . 350 a L . 320 il quintale;

\p iz z i e tulli

da L . 350 a L. 535; i

galloni e nastri

da L. 950 a L . 900; la

biancheria da letto e da tavola

da L. 500 a L . 200 il quintale; i

colli, polsini e camicie da uomo

da L. 1000 a L . 950.

1

prezzi della categoria

cotone

furono quasi tutti dim inuiti circa dall

’ 8

al

10

per cento; alcune voci però ebbero variazioni speciali, come i

tessuti r i ­

camati a punto passato

da L. 1380 a L . 1265 il quintale; le

mussole gregge

da L . 860 a L . 8 1 5 ; quelle

imbianchite

da L. 1060 a L: 1055,

a colori

da L . 960 a L. 910, ecc. ecc.

Dim inuiti pure quasi tutti i prezzi della categoria

lana, crino e peli.

L e

lane

che avevano i prezzi :

naturali o sudicie

L . 145 pei'quintale,

lavate

L . 340 per quintale,

tinte

L. 580 per quintale,

cardate

L . 450 per quintale furono diminuite di L . 20 al quintale; le

pettinate

di L . 5 0 ;

meccaniche

di L.

10

; pure di L . 10 il

crino;

in generale tutte le voci della categoria furono diminuite.

(6)

160

L ’ E C O N O M I S T A

15 marzo 1896

Furono aumentati leggermente e i prezzi del

car­

bone di legna,

della

legna da fuoco,

del

legno co­

mune squadrato ;

mentre si è latta una leggera d i­ minuzione nei prezzi del

legno da ebanisti,

nel

su­

ghero,

nei

mobili,

nelle

cornici.

G li

stracci,

la

pasta di legno,

la

carta,

ebbero pure diminuzioni, non sensibili però.

Invece fu aumentato il prezzo alla maggior parte delle voci della categoria

pelli.

Le

pelli crude fre­

sche

ebbero le mutazioni da L . 140 a L. 1 9 0 , da L. 270 a L. 290; da L 450 a L . 470; da L 600 a L . 700; da L. 95 a L. 110 il quintale; ed ana­ logamente le

pelli conciate rifinite;

i

guanti

da L. 245, per cento paia, a L. 260.

Aumentato il prezzo del

minerale di piombo

da L. 145 a L . 160 la tonnellata ; quello di

rame

da L. 400 a L. 500 la tonnellata ; e le

metalline

da L. 600 a L. 700; diminuiti leggermente da L. 110 a L . 100 e da L . 65 a 60 il quintale alcuni

lavori

di ghisa;

aumentati del 5 per cento circa alcuni

ferri ed acciai tirati in fili;

diminuite alcune voci delle

lamiere;

aumentati dell’ uno all’ uno e mezzo per cento i prezzi del

rame, ottone

e

bronzo lavorati;

dim inuiti da L . 415 a L . 515, da L. 555 a L . 455; da L . 2150 a L. 2050, da L . 1180 a L . 1080 i prezzi del

nichelio in dadi, in fogli, in lavori ;

fu­ rono diminuiti i prezzi dello

stagno

e dello

zinco.

È diminuito da L . 5250 a L . 5000 il prezzo di cento

fucili

e cosi pure delle parti di essi e delle

pistole

e

rivoltelle

e in genere diminuzione nelle

macchine

dal

6

al 5 e talvolta dell

’ 8

per cento; diminuito il prezzo dei

lavori d' oro

e degli

orologi

. Nella categoria delle

pietre, terre, vetri, vasellami

e

cristalli

vi sono poche variazioni ; il

carbon fos­

sile

da L.

20

è diminuito a L. 16,50 la tonnellata e le

porcellane colorate, dorate,

eco. da L . 190 a L . 170 il quintale.

Notiamo le variazioni nella categoria

cereali, f a ­

rine

ecc.

G ra n o ...

. da L. 135 a L. 145 la tonn.

S egala...

»

145 »

115

»

A vena...

. »

»

155 »

160

»

Legumi secchi . . ., » »

200

»

210

»

G ran tu rco ...

»

»

130

»

120

»

D u r a ...

»

»

130

»

110

»

Castagne...

»

»

180

»

165

»

Farine di frumento . »

»

22

»

23 il quint.

Semolino... »

»

30

»

25

»

Crusca... . » »

10 »

8

»

Paste di frumento. ., »

S>

28

»

35

»

Pane biscotto. . . .

» »

42

»

40

»

Aranci e limoni . . » »

14

»

15

»

Cedri e cedrati. . .. »

S>

35

»

30

»

F ru tta fresche . . . »

»

22

»

25

»

Funghi . . . , »

»

450

»

400

»

Luppolo...

»

»

400

»

300

»

Sono aumentati tutti i prezzi degli animali, ca­ valli, muli ed asini rispettivamente di

20

, e

10

lire, i bovi, vacche, giovenchi, vitelli, ovini e caprini rispettivamente di L. 50, L. 40, L. 55, L . 15, L. 1 ; i soli tori hanno il prezzo diminuito da L. 600 a L . 580 l’ uno.

Diminuito il prezzo della

carne

viva dell’

8

per cento ; aumentato invece quello degli estratti di carne ; i prezzi dei

pesci conservati,

del

burro

e del

formaggio

leggermente; diminuiti del

10

per cento i prezzi dei

grassi ;

aumentato il prezzo della

cera

non lavorato

e diminuito leggermente quello della

lavorata.

Tutti i prezzi dell’ ultima categoria dim i­ nuiti notevolmente.

Mercerie comuni

da L. 475, 570 e 640 a L i ­ re 450, 550 e 6 10; delle

fini

da L. 2250, 4900, 700, 1500 a L. 2000, 4700,670, 1425 il quintale; - i

ventagli

ordinari da 400 a 580, ed i fini da 5700 a 3000 il quintale e cosi pure i

berretti

ed i

cap­

pelli

ed

ombrelli.

Sono solo aumentati alquanto i prezzi delle gomme.

E d ecco le cifre sommarie de! commercio du­ rante l’ anao 1895 in base ai prezzi così modificati e secondo i prezzi precedenti :

P re z z i p ro v rìso ri P rez z i definitivi

Importazione... 1,200,013,626

1,187,258,399

Esportazione... 1,025,954,059

1,033,27i ,663

Mentre cioè la cifra della esportazione è aumen­ tata di 13 milioni, quella della importazione coi nuovi prezzi è diminuita di quasi 13 milioni, cosi che mentre coi vecchi prezzi lo sbilancio della im por­ tazione sulla esportazione era di 174 m ilioni di lire, coi prezzi riuovi si limitò a 149 milioni.

Facendo il confronto tra i due anni 1894 e 4895 e prendendo per quest’ ultimo anno i prezzi nuovi si ha :

1894 1895 Differenza

Importazione 1,094,599,636 1,187,258,399 -j- 92,658,763

Esportazione 1,022,798,621 1,038,277,663 -f- 5,479,042

Coi prezzi vecchi si aveva :

maggiore importazione nel 1895 sul 1894 L. 165,414,000

minore esportazione

»

»

»

6,844,563

Ecco ora il prospetto delle solite categorie:

IM PO R TA ZIO N E C A T E G O R IE

secondo la tariffa doganale

V alore delle merci im p o rtate dal l #genn. al 31 dicem b. d e ll’ a n n o 1895 D ifferenza col 1894 L ire 80.088.461 Lire - 1,442,182 I I . I I I .

G en eri colon., droghe e tabacchi . P ro d o tti chim . gen eri m edicinali,

78,742,710 + 3 796,096 48,726,733 + 2,413,310 28,551,830 4- 3,067,372 23,950,050 -+- 3,272,810 123,867,490 - 21,509,810 IV . Colori e g en eri p er tin ta e per

V. C anapa, lino, j u t a ed a ltri vege­ ta li filam entosi esci, il cotone.

77.915,674 4 4,786,i10 143,228,913 + 37,930,943 44.232,283 + 5,530,978 12 059,789 + 255,769 49,305,595 — 154,646 X II. X III .

M inerali, m etalli e loro la v o ri.. P ie tre , te rre , v a s e lla m i, v e tri e

138,986,599 108,605,013 +. 9,915,402 - 23,180,920 X IV . XV. XVI.

C ereali, f a r., paste e pro d o tti ve- g e t.,n o n co m p resiin a ltre c a te g . A n im ali,p ro d o tti e spoglie di a n i­

m ali non com presi in a ltre cat.

160,842,168 101,812,760 16,342,331 + 54,203,642 + 12,109,713 + 1,664,176 X V II.

(7)

15 marzo 1896

L ’ E C O N O M I S T A

167

C A T E G O R IE secondo la tariffa doganale

ESPORTAZIONE I. II. I I I . IV. V. VI. V II. V ili. IX. X. X I. X II. X III. XIV. XV. XVI. S p iriti, bevande ed o l i ... | G eneri colon, droghe e tabacchi. P ro d o tti ch im .,g en eri m edicinali, re sin e e p ro fu m erie ... Colori e generi per tin ta e per concia... C anapa, lino, j u t a ed a ltri vege­

ta li filam entosi, esci, il cotone. C otone... L a n a , crino e p eli... S e ta ... Legno e p a g lia ... ¡Carta e l i b r i ... [P e lli...

M inerali, m etalli e loro la v o ri.. ¡P ietre, t e r r e , v asellam i, v e tri e [C ereali, fa r., p aste e prodotti ve- I g e ta li, non com pr. in a ltre cat. A nim ali, prodotti e spoglie d i a n i­ m ali, non compr. in a ltre categ. O ggetti d iv e rs i... X V II. V alore delle merci esportate dal l°g en n . al 31 dicemb. n e ll’ anno ___1895___ L ire . 106.498,256 6,786,739 39,774,393 13,471,904 58,738,644 24,411,171 12,628,695 354,648,645 39,962 619 7,970,498 30,305,510 26,161,723 47,817,678 109,221,349 141 543,385 18,336,454 D ifferenza col 1894

T otale delle prim e 16 categorie. M etalli p re z io s i... Lire — 17,819,759 473.434 + 3,136,435 — 423,807 4,961,728 9,876,196 —

1

,

110,228

-+ 35,027,556 2,904,162 356,319 + 8,080-987 - 13,528,479 + 820,768 - 5,129,679 - 4,744,520 -t- 2,350,287 1,038,277,663 21,302,100 + 5,479,042 -1 0 ,2 1 5 ,6 0 0 T otale g e n e ra le .. . . 1,059,579,763 — 4,736.558

E quello delle entrate doganali :

Titoli

di riscossione 1895 1894 D ifferenza L ire

Dazi d ’im p o rtazio n e 233.042,110

L ire 205,950.438 L ire -V- 27,09 1 672 Dazi di E sportazione 4,505,467 4,279,147 4 - 226,320 Sopratasse di fa b b ri­ cazione... 2,604-676 2,325,096 4 - 279- 530 D iritti di bollo. • . 1,055,096 1,079.201 — 24,105 D iritti m a rittim i . . 5.752 453 5,579.916 + 172,538 Proventi d iv e rsi . . 691.565 704 173 — 12,6i>7 T o tale . . . 247,651,367 219,918,021 + 27,733,346

LO

e la sua influenza sulla industria europea

A lla Società di Economia politica di Parigi è stato discusso, nella riunione di febbraio, un tema la cui importanza non è ignota ad alcuno che segua il mo­ vimento industriale europeo e conosca quale e quanta influenza eserciti su di esso lo sviluppo economico dei paesi dell’ estremo Oriente. Quantunque non manchi chi non vuol attribuire la dovuta importanza a codesto tema è certo però che gli avvenimenti che si sono svolli di recente nell’ estremo Oriente, indicando con questa denominazione l’ India inglese, la China, il Giappone, hanno messo in luce il fatto che quei paesi cominciano a dedicarsi all’ industria europea, fenomeno che non manca d’essere, secondo alcuni, assai inquietante.

Il sig. Bellet, dopo essersi scusato di dover citare molte cifre, dimostrò che parecchi autori o special- mente il de Valbezen e Brenier hanno segnalalo l’ introduzione delle macchine nell’ India, dove gli inglesi avevano trovato fin qui un mercato larga­ mente aperto per le loro cotonine. Già alcune indu­ strie v i sono state organizzate secondo il modo

eu-ropeo e su grande scala, industrie che trovano in abbondanza, attorno a sè, la materia prima.

Tale è il caso principalmente dell’ industria del cotone. Il Bellet mostrò quale è la importanza della coltura dei cotone nell’ India e segni i progressi della filatura e della tessitura fornendo cifre che non possiamo riportare ; diciamo soltanto che nel 1894 l’ India possedeva 3,700,000 fusi e 54,000 telai per i quali sono stali necessari 133 milioni di rupie e d ie essa esporta milioni di yarde di cotonine e di libbre di filati.

Del resto l’ importazione degli stessi articoli di provenienza inglese è diminuita sensibilmente. Ba­ sta gettare uno sguardo sull’ industria della juta, essa adoperava nei 1894 201,000 fusi e 10,000 telai in luogo di 91,000 fusi e 5655 telai nel 1881.

Il Bellet istituì un confronto con le manifatture della stessa specie costituite in Inghilterra e citò più 0 meno rapidamente le varie industrie europee, che vanno sorgendo nell’ India, pulitura del riso, fabbricazione della carta, ece. Queste industrie sono del resto particolarmente favorite, perchè il carbón fossile è in abbondanza sul territorio indiano ; infatti

1

’ estrazione raggiunge già i

2

milioni e mezzo di tonnellate, senza dire che il sottosuolo contiene numerosi metalli.

Le manifatture iudiane profittano egualmente del­ l’abbondanza delle materie prime e del basso prezzo dei salari. Si può dire, è vero, che i salari aumen­ tano ; ciò non impedisce però che gli inglesi temano l’ avvenire perchè quando nel 1894 si sono messi 1 dazi d’entrata nell’ India per colmare il

deficit

essi hanno ottenuto che in cambio le cotonine indiane sarebbero colpite con un diritto d’ accisa.

Se passiamo alla China troviamo che questo mo­ vimento manifatturiero è meno determinato. Esso è ancora in germe ma esiste ; è noto del resto che bisogna fare i conti con l’ abilità dell’ operaio chinese. Il chinese è un eccellente lavoratore, egli teme an­ cora la macchina, ma non bisogna stupirne quando vediamo gli operai europei e anche qualcuno dei nostri legislatori accusare le macchine di una serie di delitti spaventevoli.

(8)

168

L ’ E C O N O M I S T A

15 m arzo 1896

dei funzionari delle dogane e di consoli stranieri se­ condo i quali fra poeo le cotonine inglesi non tro ­ verebbero più compratori sui mercati dell’ estremo Oriente: « il giorno in cui la China si sarà data all’ industria manifatturiera in grande, l’ Inghilterra riceverà un colpo serio.... Fra poco i chine-si ba­ steranno a sè stessi. »

Se si passa finalmente al Giappone si constala uno sviluppo industriale assai intenso, che è stato studialo dal sig. de Brandt nel suo libro sull'Avvenire del­ l ’Asia orientale. E g li faceva notare che fin d’ ora importanti articoli giapponesi si vendono a Singapore alla metti prezzo degli articoli similari inglesi. Il Bellet indicò le qualità affatto speciali dell’ operaio giapponese che non imita soltanto, ma si assimila i metodi euro­ pei; del resto anche nel Giappone si può profittare dell’abbondanza delle materie prime e delle ricchezze carbonifere assai importanti che possiede il paese poiché si estraggono attualmente più di 3,200,000 tonn. di carbon fossile.

L ’ industria giapponese si manifesta sotto forme molteplici, dalla produzione delle porcellane comuni fino alla metallurgia. Passando in rassegna le varie forme di queste attività, il Bel let accennò tra le altre cose allo sviluppo della filatura e tessitura del cotone principalmente intorno a Osaka. Ormai il Giappone possiede oltre 800,000 fusi; si sono formati anche dei sindacati di filatori e di recente un con­ sole francese diceva: il Giappone produrrà filati non soltanto pel suo consumo, ma sarà in grado di provvederne i mercati dell’ estremo Oriente ; fin da ora l ’ importazione delle manifatture di cotone al Giappone è assai diminuita (4-3 m ilioni di

catties

nel 1889 e 17 nel 1891).

Il Bellet diede indicazioni analoghe per l’ industria della seta e segnalò i progressi incredibili compiuti nella fabbricazione dei fiammiferi, articoli che as­ sorbono per così dire tutto il mercato orientale. Mostrò pure un movimento di espansione a un di­ presso analogo per gli zuccheri, le treccie, gli om­ brelli, i cappelli, la carta ecc., rammentò la recente esposizione di Kioto che dimostra che i Giapponesi si sono messi a fabbricare industrialmente all’ europea e che faceva dire a un console che non v i è una piazza dell’ estremo Oriente che non sarà invasa dagli articoli fabbricati al Giappone ad imitazione dei pro­ dotti europei.

Il Bellet ha voluto segnalare questi progressi che sono incontestati e che suscitano non pochi timori, ma non osò venire a conclusioni e chiese quelle della Società di economia politica.

Lu ig i Strauss non è d’ accordo col Bellet in quanto questi sembra credere che il vantaggio, il profitto del- l ’juno debba necessariamente costituire la perdita del­ l ’altro. L o Strauss non comprende il timore di quello che comunemente si dice il pericolo giallo. Per aumentare i prodotti e i servizi, tutti devono poter prosperare nello stesso tempo. L ’ applicazione alla umanità della legge generale della selezione non può condurre alla concorrenza brutale dei tempi pri­ m itivi, la competizione si è civilizzata ed essa deve moralizzarsi ancor più. La solidarietà umana esiste e la competizione tra le nazioni, come quella fra gl’ individui, non deve servire che ad accentuare il differenziamento, a sviluppare la divisione del la­ voro. Questa concorrenza non deve essere che uno stimolo per l’ aumento della potenza produttiva la quale è favorevole a tutti. Essa svolge la ricchezza

e moltiplica gli scambi ; essa spinge ogni paese a occuparsi delle industrie che gli sono più profit­ tevoli.

Ciascuna nazione occupa un posto particolare nella grande industria umana; più essa svolge i suoi rami di lavoro, più aumenta le ricchezze del mondo e più contribuisce con gli scambi internazionali alla prosperità degli altri paesi. Noi abbiamo ogni inte­ resse, osservò il sig. Strauss, ad avere dei clienti ricchi; e più 1’ Estremo Oriente sarà ricco, più potrà offrirci prodotti in cambio delle merci che potremo fornire in migliori condizioni di quello che egli possa fare. È la legge della economia delle forze, la coo­ perazione internazionale,

1

’ azione comune della uma­ nità. S i consideri ciò che è avvenuto da un ven­ tennio a questa parte. L ’ adattamento del vapore ai trasporti ha, per così dire, soppresso le distanze e resa attiva la tendenza al livellamento geografico dei prezzi. Il ravvicinamento delle nazioni tende a sop­ primere i monopoli. Non è il ravvicinamento della America, dell’ Asia, dell’ Australia, dell’ Europa che ha tolto ai nostri proprietari rurali

1

’ approvvigio­ namento del mercato nazionale in cereali, d’ onde il ribasso dei prezzi delle nostre terre, in attesa della trasformazione dell’agricoltura? Questo ribasso, con­ seguenza del ribasso dei prezzi delle merci, è stato pernicioso? Le masse non ne hanno avuto un sen­ sibile vantaggio? In sostanza si sono aggiunte alle terre d’ Europa, quelle del nuovo mondo; l’ aumento delle offerte ha fatto indietreggiare i prezzi. A lcuni proprietari hanno potuto soffrire, ma soltanto quelli che non lavorano, quelli che non hanno .saputo am­ ministrare la loro fortuna, perchè altri, specialmente in Inghilterra, hanno fatto degli arbitraggi, hanno acquistato delle terre in America, hanno compiuto un lavoro intellettuale che ha dato loro dei profitti, un compenso assai vantaggioso.

Per l’ industria manifatturiera, e fino a un certo punto pel lavoro manuale, la stessa causa produrrà, senza alcun dubbio, gli stessi effetti, ma con molta minore intensità e minori sofferenze per gli operai, perchè l’ industria ò stata meno schiava dei vecchi sistemi che non l ’ agricoltura, perchè gli operai delle industrie manifattrici sono più capaci dei contadini e finalmente perchè la terra messa a disposizione degli emigranti non costava quasi nulla, mentre per creare la grande industria nei paesi nuovi o r in ­ giovaniti occorrono molti capitali.

(9)

pie-15 m arzo 1896

L ’ E C O N O M I S T A

169

cola mentre le spese d’ impianto e di direzione sono pure elevate e i! capitale è più caro che in Europa. E se la mano d’ opera va migliorando, questo non potrà avvenire efficacemente che dopo il migliora­ mento del benessere e l ’ aumento dei salari. Ma nello stesso tempo che si istituiscono le grandi fab­ briche, la condizione della popolazione progredisce e il consumo aumenta. Questo stesso progresso procura ai paesi più progrediti le commissioni per le mac­ chine e altri prodotti e pel soddisfacimento dei nuovi bisogni sorti laggiù. Certi rami di lavorò nei paesi d’ Europa profittano di questa maggiore domanda di prodotti e gli operai, alla loro volta, possono aumentare i consumi elevandosi i salari. Tutti ne profittano, adunque; è questa la legge di ripercus­ sione, della quale il sig. Belle! non ha tenuto suf­ ficientemente conto.

(Continua)

Rivista Bibliografica

Henry Cons.

— Précis d’histoire da commerce. 2 vo­

lumi di pag. XI-328 e 400. — Paris, Berger Le-

vrault, 1896, (8 franchi).

È un sunto della storia del commercio, che ha il pregio d’ essere breve, preciso e completo. L ’Autore, prof, della facoltà di lettere e della scuola superiore di commercio di Lilla, non ha fatto come tanti altri che ci hanno dato la storia del commercio assai par­ ticolareggiata pei tempi antichi e pel medioevo, e del tutto manchevole e incompleta pei tempi mo­ derni, e in ispecie pel periodo successivo alla R i­ voluzione francese. Il Cons scrive giustamente, che in un campo così vasto come quello che doveva percorrere, egli non poteva pensare di trattare tutte le parti con gli stessi sviluppi ; gli studi che sono stati fatti in questi ultimi anni sulla vita economica dei Greci e dei Romani gli rendevano facili i più ampi svolgimenti, ma egli ha cercato d’ essere breve, per riservare la maggior parte d'elio spazio al p e ­ riodo contemporaneo che presenta, a un tempo, un interesse di curiosità, un interesse immediato d’ utilità e di applicazione possibile di dimostrazione, il primo volume presenta in una sintesi assai ben fatta un quadro dello sviluppo del commercio dalle origini sino allo spuntare delle nuove dottrine economiche al X V III secolo; mentre il secondo volume conduce il lettore fino ai nostri giorni. Senza disconoscere i meriti del primo volume, che in breve spazio ra c­ coglie moltissime notizie sulla vita commerciale e in genere economica dei tempi passati, ci pare che il secondo volume sia un tentativo meglio riuscito di riassumere con larghezza di vedute, con molla copia di notizie gli avvenimenti commerciali deì- I ultimo secolo e la situazione che ne è derivata. Capitoli assai interessanti sono dedicati dall’ Autore alla storia della colonizzazione, all’ esame della nuova politica commerciale dei trattati di commercio, al- I’ andamento del commercio d’ Europa dopo la guerra franco-prussiana, ecc. N ell’ insieme è un buon libro, non solo per le scuole, ma per chiunque vuol co­ noscere i principali fatti della storia commerciale del mondo civile.

G. D’Avenel.

Le mécanisme de la vie moderne.

Paris, Colin, 1896, pag. XX-366 (fr. 4).

Louis-Paul Dubois.

— Les chemins de fer aux

Etats-Unis.

Paris, Colin, 1896, pag. VII-272 (3 fr. 50).

G li studi raccolti dal visconte D’ Avenel sotto il titolo :

I l meccanismo della vita moderna

sono il frutto, come egli dice, di un viaggio d’ esplorazione attraverso gli organi complicati dell’ esistenza odierna. E g li è stato condotto così a studiare i magazzini di novità, I’ industria del ferro, gli stabilimenti di cre­ dito, i magazzini di alimentazione e la lavorazione dei vini.-Crediamo che a questo volume ne farà seguito un altro, perchè non tutti gli studi già pubblicati su questo argomento dall’ Autore nella

Revue des Deux

Mondes

si trovano nel volume che annunciamo. Esso ha il merito di esporre in modo attraente vari fatti, certo non tutti di eguale importanza, ma tutti di interesse per chi segue il movimento economico dei nostri giorni. Il titolo del libro non corrisponde, forse, al suo contenuto ; ciò non toglie, però, che le pa­ gine eli’ egli dedica a ll’ industria del ferro, agli Isti­ tuti di credito, ecc., siano dense di utili notizie e che, nell’ insieme, il libro del D ’Avenel si legga con vivo interesse.

Il sig. Dubois ha trattato un argomento che ha già richiamato l'attenzione di parecchi scrittori non solo americani, ma anche inglesi e tedeschi. Frutto di una inchiesta fatta nel 1893 sul regime econo­ mico, finanziario e legale delle ferrovie degli Stati Uniti, il suo libro olire una ordinata, chiara e pre­ cisa esposizione delle questioni che interessano la compagnie ferroviarie. Il lettore vi troverà tutto quanto può veramente interessarlo sul regime-eco­ nomico, quello legale, il fallimento e la ricostituzione delle compagnie, il concorso finanziario delle auto­ rità pubbliche, la unione delle grandi reti, ecc. ; al contrario, il libro del Dubois non dà sufficienti no­ tizie riguardo alle tariffe e alla concorrenza e coa­ lizioni delle compagnie ferroviarie americane, temi svolti, del resto, in numerose monografie speciali, da scrittori americani.

M. Kaufmann. — ■

Socialism and modem thought.

London, Methuen, 1895, pag. IX-184.

W. Cunningham. —

Modem civilisation in some of its eco­

nomie aspeets.

London, Methuen, pag. XVI-227.

Sono due nuovi volum i della serie

Social Que-

stion o f to-day

che offrono qualche interesse agli studiosi dei socialismo e della economia. Il Kauf- mann ha raccolto alcuni articoli già pubblicati, ai quali ne ha aggiunti altri inediti, e in essi esamina le relazioni tra il pensiero moderno e il socialismo, rilevando in quali punti concordano e in quali no. L ’ Autore è condotto così a esporre la filosofia del socialismo, a studiare le relazioni tra il socialismo e il darwinismo, fra il pessimismo e l ’ottimismo dei socialisti, tra il positivismo, la civiltà, il cattolicismo, il protestantismo e il socialismo, nonché tra I’ arte e l ’anarchia. L ’Autore dimostra la inconsistenza della teoria e della pratica del socialismo e le contradi­ zioni nelle quali esso cade, i punti di concordanza e di discordanza che presenta di fronte alle altro dottrine che danno corpo e indirizzo al pensiero moderno.

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L’ E C O N O M I S T A

15 marzo 1896

Così egli scrive sulle caratteristiche della moderna civiltà, sulla vendita, ossia sul commercio e l’ indu­ stria, sui redditi derivanti dalla locazione del lavoro, del capitale e della terra e finalmente tratta del pro­ gresso. Lo scopo del libro, che pur non è privo di pagine originali e interessanti, non è ben chiaro, perchè mentre non si può parlare di un trattato anche elementare di economia, non si può nemmeno dire che il Cunningham abbia voluto darci una idea sintetica della civiltà economica contemporanea, troppi essendo gli argomenti non svolli o appena sfiorati dalFA ul’ore. Questo libro riassume però in modo chiaro le vedute del Cunningham sulla eco­ nomia, sparse finora nelle sue varie opere.

Rivista Economica

II movimento di rialzo nei mercati degli zuccheri

Il progetto di un prestito in InghilterraLe fer­

rovie della Svezia — L'imposta sulle operazioni di Borsa in Austria-UngheriaPer la tassa sui

fiammiferi.

Il movimento di rialzo nei mercati degli zuc­

cheri.

— È davvero sorprendente — scrive il

Com­

mercio

di Mdano — il rivolgimento verificatosi negli ultimi mesi sul mercato degli zuccheri. È appena trascorso un anno dacché la critica condizione del- l’ industria zuccherarla fu oggetto di discussione nei parlamenti, d’ inchieste e di consultazioni, poiché l’ eccessiva produzione aveva determinato un ribasso quale da una serie d’ anni non si era più riscontrato.

In un lasso di tempo relativamente breve è su­ bentrata una miglioria tanto importante che neppure in autunno poteva essere ancora supposta. Gli affari conseguirono una notevole animazione; il movimento al rialzo, seppure interrotto da pause, fa continui progressi ed i visibili depositi mondiali si sono con­ siderevolmente diminuiti.

Crediamo abbastanza interessante l’ indagine delle cause di un così repentino miglioramento, dappoiché se ne potrà dedurre il grado di stabilità. E in tal caso dobbiamo anzitutto rilevare la ridotta produ­ zione nell’ ultima campagna, la quale circostanza non avrebbe potuto per sé stessa conseguire il constatato effetto, se non ci fosse contemporaneamente stata la insurrezione di Cuba. Prescindendo dalla distruzione delle piantagioni, osserveremo che in questo anno Cuba non dispone per la esportazione che di 200,000 tonnellate, ciò che di fronte all’ anno antecedente costituisce un

deficit

di 800,000 tonnellate. Tenuto conto di questo fatto, è fuor di dubbio che il c i- vanzo europeo non stenterà questa volta a trovare sfogo in America.

U n ’ altra circostanza, non apprezzata dalla gene­ ralità, come giustamente si meriterebbe, è I’ accre­ sciuto consumo. N e g li ultimi quattro mesi il con­ sumo ascese, soltanto nell’ Austria-Ungheria, Ger­ mania, Francia, Olanda e Stali Uniti, alla rotonda cifra di 150,000 tonnellate, ciò che forma per l’ intera campagna la cospicua cifra di 400,000 ton­ nellate. Notisi poi che in tale distinta non sono con­ templati quei paesi in cui il consumo è in continuo crescendo.

Riteniamo che il suesposto spieghi a sufficienza il mutamento compiutosi negli ultimi mesi sul mer­

cato zuccherario, epperciò non crediamo avventata la conclusione che il movimento al rialzo dei prezzi, a malgrado delle transitorie tappe, non è un feno­ meno cui dovrebbesi attribuire una precaria durala.

11 progetto di un prestito in Inghilterra. —

L ’ attenzione del mondo finanziario a Londra è stata richiamala in questi giorni sul progetto di un pre­ stito di

100

milioni di lire sterline destinato a co­ prire le spese progettale per la difesa nazionale, pre­ stito che dovrebbe essere garantito con una parte delle risorse dei fondi di ammortamento.

L e risorse sulle quali si potrebbe contare a questo scopo ammonterebbero a 5,900,000 lire sterline circa . e permetterebbero, senza aumentare le imposte, di contrarre un prestito di

100

milioni a!

2

*/, per cento rimborsabile in 25 anni.

Questa idea pare non sia stata accolta con favore. La situazione finanziaria dell’ Inghilterra è abbastanza soddisfacente da essersi potute aumentare le forze navali senza determinare alcun disavanzo, al con­ trario si ha ancora una eccedenza assai importante. Non vi sarebbe quindi alcun bisogno di ricorrere ai fondi di ammortamento in tempo di pace.

I l Economist

di Londra protesta contro una sìmile misura e lo

Statisi

dichiara che il credito di un paese è basalo principalmente sulla sua ricchezza, e che quindi esso si fortifica sempre più con gli sforzi fatti allo scopo di dim inuire il proprio debito.

Le ferrovie della Svezia.

— In Svezia si trova la ferrovia più settentrionale d’ Europa, e questa è la linea che va da Langsell a Boden. Essa misura 310 miglia di lunghezza; passa attraverso vaste fo ­ reste, e attraversa il fiume Angermann e diversi altri grandi fiumi ; ma il ponte più grande è quello sul- ì’ Angermann, che ha circa 900 piedi di lunghezza, ed una altezza di 125 piedi sul livello del fiume. I lavori di questa linea cominciarono nel 1893, e occorse superare grandi difficoltà tecniche. Tutta la linea, compreso il materiale ruotante, costa circa 26,000,000 kr., cioè circa lire sterline 1,450,000. I lavori di escavazione ascesero a 126,000 metri cubi di terreno. Su tutta la linea vi sono 78 ponti.

S i sta attualmente esaminando il progetto di una nuova linea di comunicazione tra la Svezia ed il continente.

Essa dovrebbe passare per la città di Trelleborg (Svezia), e da Sassnitz, n ell’ Isola di R iiger. Questa ferrovia richiede la costruzione di una seconda nuova linea dalla città al porto Sassnitz, ma questo tratto in ogni modo non potrà esser terminato prima del 1898. Le autorità locali svedesi altamente approvano ed appoggiano la proposta.

L’ imposta delle operazioni di Borsa in Austria-

Ungheria.

— Secondo le modificazioni ultimamente introdotte nel progetto di legge per l’ imposta sulle operazioni ili borsa, la tassa è stabilita in base al numero delle unità di operazione, mentre il progetto primitivo, eli’ è stato abbandonato in seguito ai la­ vori della Commissione d’ inchiesta, era basato sul valore delle operazioni.

È nolo che I’ imposta attuale sulle operazioni di Borsa è di IO kreutzer sopra ogni minumum di operazioni, con un minimo di 5 kreutzer per i va­ lori di Stato fino a 500 fiorini, e di 20 kreutzer per i valori esteri.

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