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Academic year: 2022

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Testo completo

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c o n g i u n t u r a l e d e l l’ e c o n o m i a in e m i l i a - r o m a g n a

16 aprile 2021

(2)

2

Sommario

Scenario regionale ... 3

Demografia delle imprese ... 4

Lavoro ... 5

Agricoltura ... 6

Industria ... 7

Costruzioni ... 8

Commercio al dettaglio ... 9

Commercio estero ... 10

Turismo ... 11

(3)

3

Scenario regionale

Prometeia ipotizza una rapida crescita del prodotto mondiale nel 2021 che segue una caduta meno ampia di quanto inizialmente previsto nel 2020. Ma l’economia cinese è cresciuta anche nel 2020, quella americana è in forte ripresa, mentre è inferiore la dinamica dell’attività nell’Unione europea. Per l’Emilia-Romagna, la caduta stimata del prodotto interno lordo per il 2020 è del 9,0 per cento, decisamente superiore a quella del 2009. Per il 2021 si prospetta una ripresa parziale pari al 5,5 per cento, contenuta dalla persistente diffusione della pandemia nella prima metà dell’anno. Il Pil regionale in termini reali nel 2021 dovrebbe risultare superiore solo del 4,8 per cento rispetto ai livelli minimi toccati al culmine della crisi nel 2009 e solo del 6,9 per cento a quello del 2000. L’andamento regionale mostra un profilo analogo a quello nazionale, ma una maggiore capacità ripresa. Nel 2020 è stata l’industria ad accusare il colpo più duro (- 10,3 per cento), ma anche nei servizi la recessione è risultata pesante (-8,4 per cento), mentre la caduta dell’attività è stata più contenuta nelle costruzioni. Nel 2021 la ripresa sarà solo parziale soprattutto nei servizi (+3,8 per cento), risulterà molto più rapida nell’industria (9,3 per cento), mentre le costruzioni trarranno vantaggio dalle misure di incentivazione e dagli investimenti pubblici (+11,6 per cento).

Nel 2020 si è avuta una sensibile riduzione delle forze lavoro (-1,9 per cento) e dell’occupazione (-2,1 per cento), per la fuoriuscita dal mercato di lavoratori non tutelati e non occupabili, e un più contenuto aumento della disoccupazione (5,7 per cento), grazie alle misure di salvaguardia adottate. Nel 2021 l’occupazione si ridurrà ancora lievemente (-0,2 per cento) e con il rientro sul mercato del lavoro di chi ne era uscito temporaneamente aumenterà ulteriormente il tasso di disoccupazione che arriverà ai massimi dal 2016 (7,2 per cento).

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/scenario-previsione

Scenario regionale e nazionale: tasso di variazione (asse dx) e numero indice (asse sx) del Pil (2000=100)

Fonte: elaborazione Unioncamere E.R. su dati Prometeia, Scenari per le economie locali, aprile 2021.

-9,0

5,5 4,6

106,9

99,2

-12,0 -9,0 -6,0 -3,0 0,0 3,0 6,0 9,0

92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 112 114 116

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Emilia-Romagna Italia

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4

Demografia delle imprese

Al termine del 2020, le imprese attive erano 397.767, mai così poche, con una diminuzione pari a 1.989 unità, -0,5 per cento rispetto alla fine del 2019. In termini assoluti la perdita subita dalla base imprenditoriale regionale è risultata pari ai due terzi di quella riferita al 2019 (-3.073 unità, -0,8 per cento). Gli effetti della pandemia non emergono ancora dalla sola analisi della variazione dello stock delle imprese. Per ora la base imprenditoriale tiene. La disaggregazione dei dati permette di evidenziare gli effetti della pandemia. La base imprenditoriale regionale si è ridotta in quasi tutti i macrosettori, più rapidamente in agricoltura, in misura poco più contenuta nel com- mercio e nell’industria, mentre è aumentata, anche se solo lievemente, nelle costruzioni e nel complesso dei servizi diversi dal commer- cio. In dettaglio, l’insieme del commercio all'ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli subisce una sensibile flessione delle imprese del settore (-1.167 unità, -1,3 per cento). La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di -1.092 unità (-2,1 per cento). L’industria perde 543 imprese nonostante una lieve decelerazione della tendenza negativa che si ferma a -1,2 per cento. Ulteriori segni rossi sono provengono dal trasporto e magazzinaggio (-241 unità, -1,8 per cento), dal calo delle altre attività dei servizi (-189 unità, -1,0 per cento) e dai servizi di alloggio e ristorazione (-121 unità, -0,4 per cento). Questi ultimi due settori vivevano una solida fase di espansione prima della pandemia. Ci sono anche segnali positivi per la base imprenditoriale regionale. I principali giungono dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+287 unità, +2,3 per cento), dalle imprese dell’immobiliare (269 unità, +1,0 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+181 unità, +1,1 per cento) e delle attività finanziarie e assicurative (+167 unità, +1,8 per cento)

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/demografia-imprese

Imprese attive: serie storica dello stock e del tasso di variazione tendenziale(1)

(1) Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente

Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati InfoCamere Movimprese.

0,6

0,4 0,5

-0,9

-0,2

-0,0

-1,1

-1,4 -1,3

-0,6 -0,7 -0,7

-0,5

-0,8

-0,5 427.935

397.767

4t06 4t07 4t08 4t09 4t10 4t11 4t12 4t13 4t14 4t15 4t16 4t17 4t18 4t19 4t20

-1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

390.000 400.000 410.000 420.000 430.000 440.000

Tasso tendenziale

Imprese attive

(5)

5

Lavoro

L’effetto della pandemia si è manifestato con l’inversione della precedente tendenza positiva dell’occupazione, associata a una riduzione della disoccupazione e a una consistente uscita dal mercato del lavoro. Al termine del quarto trimestre 2020 gli occupati sono scesi a poco più di 1 milione e 978 mila con una nuova, più ampia, e attesa, riduzione di circa 60 mila unità (-2,9 per cento) rispetto alla fine del 2019. Nello stesso tempo, i disoccupati si sono stabilizzati a quota 127.643 (-0,9 per cento), corrispondenti a un tasso di disoccupazione del 6,1 per cento nel trimestre, grazie alla riduzione di coloro che sono privi di precedenti esperienze occupazionali. Il tasso di disoccu- pazione non mostra segnali sostanziali di aumento, infatti, al termine del 2019 era al 5,9 per cento. L’aumento della disoccupazione è stato frenato dal blocco dei licenziamenti e dalla spinta data dalla pandemia alla fuoriuscita dal mercato del lavoro. Si è avuta infatti una nuova riduzione delle forze di lavoro (-2,8 per cento, -61 mila unità) e un contemporaneo aumento delle non forze di lavoro (+2,4 per cento, +54 mila unità), da attribuire a coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (+52 mila unità +8,8 per cento), mentre gli inattivi in età non lavorativa si riducono marginalmente. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, l’occupazione continua a salire solo in agricoltura (+3,0 per cento). Rallenta la discesa degli occupati nell’industria (-1,3 per cento), mentre si è rafforzata la tendenza negativa per l’occupazione nelle costruzioni (-4,3 per cento). Soprattutto accelera la biennale tendenza negativa nei settori del commercio e dell’alberghiero e ristorazione (-9,8 per cento), particolarmente colpiti dalle restrizioni conseguenti alla pandemia. Negli altri settori dei servizi (escluso commercio, alloggio e ristorazione) la diminuzione è stata più leggera (-1,4 per cento) grazie al permanere in attività dei settori dei servizi alle imprese.

Occupati in Emilia-Romagna, dati trimestrali, media mobile e tasso di variazione tendenziale (1).

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat.

-0,1

-3,3 -2,1

-2,9 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0

1.850,000 1.900,000 1.950,000 2.000,000 2.050,000 2.100,000

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Tasso di variazione tend.

Occupati e media mob. 4 trim.

variazione tendenziale (1) occupati nel trimestre media mobile 4 trimestri

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6

Agricoltura

Ci è impossibile ricostruire l’andamento congiunturale dell’agricoltura nel suo complesso a questa data. Alcune indicazioni si possono avere guardando a singole voci. Secondo dati dell’Assessorato regionale la produzione raccolta del frumento tenero è leggermente aumentata (+2,7), quella del frumento duro si è leggermente ridotta (-2,6 per cento) e quella del mais è aumentata dell’8,7 per cento.

Le quotazioni del nuovo raccolto hanno avuto un andamento positivo: +4,1 per cento per il frumento tenero fino n° 3, si sono impennate del 22,2 per cento per il grano duro e +6,5 per cento per il mais. Per la frutticoltura l’andamento di mercato delle pere è stato decisamente negativo dopo l’impennata dello scorso anno. La quotazione alla produzione delle Abate Fetel è caduta del 28,9 per cento e quella della William bianca è scesa del 18,2 per cento. Per le gelate tardive (fine marzo - primi di aprile) la produzione raccolta di pesche e nettarine è crollata (rispettivamente -63,9 per cento e -’81,1 per cento e le quotazioni sono schizzate alle stelle (raddoppiate per le pesche e +138 per cento per le nettarine).

In tema di allevamento, tra gennaio a novembre, le quotazioni delle mezzene O2-O3, sono leggermente aumentate (+2,5 per cento).

Secondo Agea le consegne di latte in Emilia-Romagna tra gennaio e settembre 2020 sono aumentate del 5,2 per cento, raggiungendo 1.553.138 tonnellate. Secondo il Consorzio tutela del formaggio Grana Padano, tra gennaio e novembre 2020, la produzione piacentina è stata di 560.561 forme con un incremento del 5,0 per cento. La quotazione del Grana Padano con stagionatura di 10 mesi è arretrata parzialmente (-16,0 per cento). Secondo il Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, nello stesso periodo la produzione regionale è stata di 3.197.698 forme con un sensibile incremento (+4,6 per cento). Le quotazioni hanno ceduto il 21,8 per cento, sotto la pressione della maggiore offerta e della minore domanda. L’andamento di mercato dei suini è stato negativo. Da gennaio a novembre, le quotazioni dei grassi da macello (160-176kg) hanno registrato una nuova flessione (-4,1 per cento), mentre quelle dei lattonzoli di 30kg sono rimaste pressocché invariate (-0,4 per cento). Ugualmente è risultato negativo il mercato degli avicoli. Il prezzo medio dei polli ha mo- strato una nuova flessione (-6,1 per cento) e le quotazioni dei tacchini hanno invertito la tendenza e subito un ampio arretramento (-11,7 per cento). Infine, ha fatto eccezione il risultato economico delle uova, con quotazioni sostenute dal comportamento dei consumatori durante il lock down e aumentate dell’8,1 per cento.

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/rapporto-economia-regionale

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7

Industria

Nel quarto trimestre del 2020 gli effetti della pandemia e delle misure di protezione adottate si sono nuovamente ripercossi sull’attività, ma in misura più contenuta che nei trimestri precedenti. Il fatturato si è ridotto del 3,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, il fatturato estero ha mostrato una tenuta apprezzabilmente migliore (-1,4 per cento). Il volume della produzione è sceso del 5,0 per cento rispetto a un anno prima. Un elemento degno di attenzione è costituito dai dati relativi agli ordini, che hanno limitato al 2,0 per cento la discesa rispetto a 12 mesi prima. In particolare, la maggiore solidità del processo di acquisizione degli ordini pervenuti dall’estero ha condotto a un’inversione in positivo della tendenza e permesso di chiudere l’anno con un risultato tendenziale trimestrale positivo, seppure contenuto (+0,2 per cento). L’attività è in arretramento in tutti i settori, ma tra questi l’ampiezza varia sostanzialmente.

Soffrono le imprese e i settori maggiormente dipendenti dal mercato interno e colpiti dai cambiamenti delle abitudini di consumo. In particolare, anche l’industria alimentare ha fatto segnare un leggero passo indietro, anche se il più contenuto tra i settori rilevati, mentre sono le industrie della moda a pagare lo scotto decisamente più pesante dei mutamenti, anche di comportamento dei consumatori, indotti dalla pandemia.

https://www.ucer.camcom.it/portale/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura

Andamento della produzione industriale, tasso di variazione tendenziale

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna -20,0

-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

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Costruzioni

Nonostante l’aggravarsi della pressione della pandemia, nel quarto trimestre 2020 la tendenza negativa si è decisamente alleviata per l’industria delle costruzioni. Tra ottobre e dicembre gli stimoli introdotti a sostegno del settore delle costruzioni e la capacità organizzativa delle imprese hanno permesso di controbilanciare gli effetti negativi di un intensificarsi della pandemia e di contenere ulteriormente la flessione del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2019 (-1,5 per cento). Le piccole imprese da 1 a 9 dipendenti hanno subito una perdita più ampia del volume d’affari (-2,5 per cento), mentre la dinamica negativa è sensibilmente inferiore per le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (-0,7 per cento). Le grandi imprese, quelle da 50 a 500 dipendenti, invertono in negativo la tendenza, ma contengono la flessione (-0,5 per cento).

A fine 2020 le imprese attive delle costruzioni erano 65.199, con un incremento di 176 unità (+0,3 per cento) rispetto allo stesso pe- riodo dell’anno precedente. Sono aumentate leggermente le imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+218 unità, +0,5 per cento), ma soprattutto le imprese straniere (+543 unità, +3,1 per cento) e le società di capitali (+592 unità).

Dopo i primi due trimestri di caduta superiore al 10 per cento, la tendenza negativa è andata progressivamente rientrando, nonostante la ripresa della pandemia negli ultimi mesi del 2020. L’anno si è chiuso con una caduta del volume d’affari meno ampia di quanto si poteva temere (-6,3 per cento). Comunque, si tratta del peggiore risultato dall’inizio della rilevazione. Nel 2013 la crisi del debito con- dusse a una riduzione del volume d’affari delle costruzioni del 5,6 per cento.

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura-costruzioni

Congiuntura delle costruzioni. Tasso di variazione tendenziale del volume d’affari

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna -15,0

-12,0 -9,0 -6,0 -3,0 0,0 3,0 6,0

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

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Commercio al dettaglio

Con l’autunno, l’accentuarsi della pandemia ha raffreddato le speranze estive e la tendenza negativa delle vendite si è rafforzata (-3,1 per cento), anche se è rimasta lontana dagli abissi sperimentati nel primo semestre, che hanno fatto chiudere il 2020 con una perdita del 5,6 per cento, il peggiore risultato da 7 anni, solo lievemente meno pesante dei risultati del 2012 e 2013, ma, rispetto ad allora, la differenza dell’andamento delle vendite tra le tipologie del dettaglio è stata enormemente superiore, anzi non è mai stata così ampia.

L’andamento congiunturale non è affatto univoco. Disaggregando i dati economici, appare evidente che l’epidemia di coronavirus ha accentuato decisamente i processi di cambiamento in corso da anni nel settore del commercio e ha introdotto elementi nuovi. Anche nell’ultimo trimestre dell’anno la diminuzione delle vendite non ha interessato tutte le tipologie del dettaglio. Le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte solo dell’1,1 per cento. Il dettaglio specializzato non alimentare ha subito invece, una perdita sensibilmente più ampia (-7,6 per cento). Al contrario, iper, super e grandi magazzini hanno nuovamente beneficiato della situazione, grazie alla capacità di gestire la difficile contingenza e alle consegne a domicilio, ottenendo un nuovo notevole aumento delle vendite, in particolare, il più forte incremento tendenziale dall’avvio della rilevazione nel 2003 (+9,3 per cento).

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura-commercio

Congiuntura del commercio al dettaglio. Tasso di variazione tendenziale delle vendite

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Unioncamere, Indagine sugli andamenti congiunturali del commercio.

-8,3

-13,1

-2,4 -3,1

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2016 2017 2018 2019 2020

Commercio Specializzato alimentare Specializzato non alimentare Iper super grandi mag.

(10)

10

Commercio estero

I dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane relativi al quarto trimestre del 2020 mettono in luce come, nonostante la ripresa della pandemia, le imprese si siano riorganizzate per mantenere elevati livelli di attività in condizioni più simili alla normalità e siano riuscite a contenere ulteriormente il calo delle esportazioni rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a poco più 17.003 milioni di euro, corrispondenti al 13,9 per cento dell’export nazionale, e hanno fatto segnare una flessione dell’1,5 per cento, ulteriormente contenuta rispetto a quella del trimestre precedente (-2,9 per cento). Nel trimestre l’andamento regionale risulta migliore rispetto a quello riferito al complesso delle vendite all’estero nazionali, che hanno registrato una flessione lievemente più ampia (-1,8 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2019.

Nonostante il pronto recupero nella seconda metà del 2020, l’anno caratterizzato dalla pandemia globale si chiude con un risultato pesante. Tra gennaio e dicembre, le esportazioni dell’Emilia-Romagna hanno sfiorato i 61.148 milioni di euro, corrispondenti al 14,1 per cento dell’export nazionale, con una diminuzione dell’8,2 per cento rispetto al 2019. Le vendite italiane sui mercati esteri hanno mostrato una dinamica leggermente peggiore (-9,7 per cento). Nel 2020 l’Emilia-Romagna si è confermata, comunque, la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale, preceduta dalla Lombardia (26,3 per cento) e seguita dal Veneto (13,8 per cento).

https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/esportazioni-regionali

Esportazioni emiliano-romagnole e italiane: tasso di variazione tendenziale (1) e indice (2)

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente (asse sx). (2) Indice: media mobile degli ultimi quattro trimestri, base anno 2019=100 a valori correnti (asse dx).

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

-2,7

-25,3

-2,9 -1,5

80 85 90 95 100 105

-35,0 -30,0 -25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

2016 2017 2018 2019 2020

Emilia-romagna tasso Italia tasso Emilia-Romagna indice Italia indice Indice

Tasso

(11)

11

Turismo

Ecco i dati dell’ultima rilevazione dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna – in collaborazione con Trademark Italia.

L’industria turistica regionale chiude i primi otto mesi del 2020, un anno segnato negativamente dalla pandemia di Covid-19, con circa 29,5 milioni di presenze, in flessione del -39,2% rispetto ai circa 48,5 milioni registrati nel 2019. Gli arrivi turistici raggiungono i 5,5 milioni, con un -47,4% rispetto ai circa 10,5 milioni del 2019. Per quanto riguarda le provenienze della clientela, l’elaborazione evidenzia la flessione di quella nazionale di oltre il 30% (-39,5% di arrivi e -29,8% di presenze) e di quella internazionale di circa il 70% del movimento (-70,8% di arrivi e -69,5% di presenze).

Il movimento turistico rilevato per la Riviera dell’Emilia-Romagna nel periodo gennaio-agosto 2020 presenta una flessione del 40,2%

degli arrivi e del -35,4% delle presenze. La componente nazionale della domanda perde circa il 30% del movimento (-33,4% di arrivi e -26,3% di presenze), quella internazionale circa il 70% (-69,6% di arrivi e -69,8% di presenze)

Il bilancio del periodo gennaio-agosto 2020 nelle maggiori Città d’arte e d’affari dell’Emilia-Romagna presenta una flessione del - 58,7% degli arrivi e del -53,1% delle presenze. In diminuzione la clientela italiana (-50,7% degli arrivi e -41,7% delle presenze), ma ancor più quella internazionale (-71,2% di arrivi e -69,4% di presenze).

Il periodo gennaio-agosto 2020 si chiude in flessione per il comparto ricettivo appenninico, anche se con un livello meno accentuato rispetto agli altri comparti turistici regionali, con una flessione del -28,7% degli arrivi e del -28,1% delle presenze.

I primi otto mesi del 2020 per l’offerta termale dell’Emilia-Romagna presentano una diminuzione degli arrivi (-53,7%) e delle presenze (-53,8%) nelle strutture ricettive.

https://www.ucer.camcom.it/osservatori-regionali/os-turistico

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