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L UOMO E CAPACE DI DIO

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Academic year: 2022

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(1)

L’UOMO E’ CAPACE DI DIO

(2)

L’uomo può dimenticare,

misconoscere o perfino rifiutare Dio, 1. IL DESIDERIO DI DIO (n. 27-30)

 L’uomo è capace di Dio

perché il desiderio di Lui è stato inserito nel cuore dal Creatore stesso.

 L’uomo può essere definito religioso.

“Nel corso della loro storia, e fino ai nostri giorni, gli uomini in molteplici modi hanno espresso

la loro ricerca di Dio…” (CCC, 28).

“Dio però non si stanca di chiamare ogni uomo

a cercarlo perché viva e trovi la felicità” (CCC, 29-30).

(3)

2. LE VIE CHE PORTANO

ALLA CONOSCENZA DI DIO

(CCC nn. 31-35)

 L’uomo che cerca Dio scopre alcune “vie”,

per arrivare a Lui,

chiamate anche “prove” dell’esistenza di Dio.

(4)

 Occorre, pertanto, purificare continuamente

il nostro linguaggio, allo scopo di non confondere il vero Dio con le nostre rappresentazioni.

3. COME PARLARE DI DIO

 Partendo dalle molteplici perfezioni delle creature, possiamo realmente parlare di Dio,

anche se il nostro linguaggio limitato

non ne esaurisce il Mistero (CCC, nn. 39-43).

… ma sempre secondo una modalità umana e limitata.

(5)

“Per questo l’uomo ha bisogno di essere

illuminato dalla Rivelazione di Dio...” (CCC, n. 38).

4. LA CONOSCENZA DI DIO SECONDO LA CHIESA

Dio può essere conosciuto grazie alla luce naturale della ragione umana.

“Tuttavia nelle condizioni storiche in cui si trova,

l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione” (CCC, n. 37).

(6)

 Egli ha bisogno di essere illuminato dalla rivelazione

5. DIO VIENE INCONTRO ALL’UOMO:

LA RIVELAZIONE DI DIO

 L’uomo incontra molte difficoltà nel giungere a Dio con la sola luce della ragione.

(7)

 Dio si è rivelato all’uomo comunicandogli

gradualmente il suo Mistero attraverso eventi e parole (DV., n.2).

6. DIO RIVELA

IL SUO “DISEGNO DI BENEVOLENZA”

(CCC, nn. 51-53; 68-69)

Conoscere l’esistenza di un Dio personale

non è la stessa cosa che entrare nella sua intimità.

 Per amore, Dio si è rivelato e si è donato all’uomo.

(8)

Una pedagogia divina che ha predisposto diverse tappe culminanti in Gesù Cristo.

7. LE TAPPE DELLA RIVELAZIONE

(CCC, nn. 54-64; cf CCC, nn. 70-73)

 Dio si è rivelato all’uomo, manifestandogli “qualcosa” della luce inaccessibile del Suo

mistero personale e del Suo disegno di grazia e di salvezza.

La rivelazione di Dio è avvenuta tramite azioni e parole, che sono strettamente connesse tra loro e si chiariscono vicendevolmente secondo una pedagogia divina.

(9)

 Le rivelazioni private non fanno parte del deposito della fede.

8. CRISTO GESU’

“MEDIATORE E PIENEZZA DI TUTTA LA RIVELAZIONE” (DV, n.2)

 Dio si è rivelato pienamente mandando il suo proprio Figlio.

 Dio ha detto tutto nel suo Verbo (CCC, 65-67; 73).

Con Gesù, cioè, la rivelazione è compiuta ma non completamente esplicitata.

(10)

9. LA TRASMISSIONE

DELLA RIVELAZIONE DIVINA

(CCC, 74-100).

 La rivelazione, affidata da Gesù agli Apostoli, è stata da essi trasmessa a tutte le generazioni future con la predicazione o con gli scritti.

 Scrittura e Tradizione sono un solo sacro deposito della rivelazione divina.

* La Scrittura

è la parola di Dio in quanto messa per iscritto;

* la Tradizione

conserva la parola di Dio e la trasmette.

(11)

 Il deposito della fede è stato affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa,

l’interpretazione del contenuto della fede spetta unicamente al magistero dei Vescovi, in comunione con il Vescovo di Roma.

 Nelle verità della dottrina cattolica esiste un ordine o gerarchia

(Concilio Vaticano II, Unitatis redintegratio, 11).

 La crescita nell’intelligenza della fede trova la sua efficacia

nella Sacra Tradizione, nella Sacra Scrittura

nel Magistero della Chiesa.

(12)

10. LA SACRA SCRITTURA

(CCC, nn. 101-141)

 Da una duplice mensa,

quella della Parola (la Scrittura)

e quella del Corpo di Cristo (l’Eucaristia), la Chiesa attinge il pane di Vita

e lo porge ai fedeli.

Tramite tute le parole della Scrittura, Dio

“non dice che una sola parola, il suo unico Verbo, nel quale dice se stesso interamente” (Eb 1, 1-3).

Tutta la divina Scrittura è un libro solo e questo unico libro è Cristo (Ugo di san Vittore, De Arca Noe, 2,8).

(13)

.

 Il Cristianesimo, infatti,

non è una “religione del libro”.

 Nella Sacra scrittura, Dio parla all’uomo alla maniera umana (DV, n. 12).

 Lo Spirito santo, interprete della Scrittura

(CCC, 109-114).

“Ciò che è opera dello Spirito, non viene

pienamente compreso se non sotto l’azione dello Spirito” (Origene, Homilia in Exodum, 4,5).

(14)

Si possono distinguere due sensi della Scrittura

(CCC, nn. 115-119):

- il senso letterale;

- il senso spirituale, suddiviso in senso allegorico,

senso morale

e senso anagogico.

Tre criteri per una interpretazione della Scrittura conforme allo Spirito che l’ha ispirata (DV, n. 12).

- prestare grande attenzione

al “contenuto e all’unità di tutta la Scrittura”;

- leggere la Scrittura

nella “Tradizione vivente di tutta la Chiesa”;

- essere attenti

“all’analogia della fede”.

(15)

 Apprendere

“la sublime scienza di Gesù Cristo” (Fil 3,8),

perché

“l’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo” (San Girolamo).

 Nella sua vita (CCC, 131-133)

“La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture

come ha fatto

per il Corpo stesso del Signore” (DV. N. 21).

(16)

 La Chiesa riceve e venera come ispirati i 46 libri dell’Antico Testamento

e i 27 libri del Nuovo Testamento.

E’ stata la Tradizione apostolica a far discernere alla Chiesa il Canone delle Scritture (CCC, nn. 120-130).

I quattro Vangeli occupano un posto centrale, per la centralità che Cristo ha in essi.

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