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(1)

di Alberto Menghi, Ildebrando Bonacini

A

lcune ril essioni sulla base dei risultati di un progetto pilota della Libera associazione agri- coltori cremonesi condotto dal Crpa.

Le stalle da latte in Italia chiudono a un ritmo di 1.200-1.500 all’anno, un numero quasi stabile negli ul- timi anni, che però interessa una percentuale sempre più alta visto che il numero totale di aziende diminuisce. Se consideriamo che le produzioni zootecniche da latte sono attività a elevato input di manodopera e che in ciascuna di queste aziende sono necessarie in media almeno 3 uni- tà lavorative, la cessazione di queste attività si traduce in 3-4.000 posti di lavoro persi ogni anno.

La chiusura di aziende da latte non risparmia nessuna regione italiana e anche la Lombardia, la regione dove si produce la maggior quantità di latte in Italia, più del 40%

del totale, in un quinquennio (2009-2014) hanno chiuso circa 900 stalle (−13%). In un periodo di alti tassi di disoc- cupazione si tratta di un dato molto preoccupante, che po- ne molti quesiti sul futuro dei produttori di latte in Italia:

●se il livello di redditività è sufi ciente a compensare l’im- pegno richiesto;

●l’elevato livello di rischio accentuato dalla forte volatili- tà del prezzo del latte degli ultimi anni a fronte di investi- menti sempre più elevati dovuti a dimensioni delle man- drie in continua crescita;

●gestione dei carichi burocratici in costante crescita;

●gestione dei dipendenti sempre più numerosi e difi ci- li da reperire.

Un progetto per gli allevatori

È per questa ragione che Libera associazione agricolto- ri Cremonesi ha promosso in collaborazione con il Crpa di Reggio Emilia un progetto pilota biennale per meglio ana- lizzare le criticità del settore. Tale progetto ha interessa- to le annualità 2013-2014 proprio a ridosso dell’abolizione del sistema delle quote latte avvenuto nel 2015. La i nalità principale del progetto è stata quella di portare a discutere intorno a un tavolo alcuni allevatori sulla base di una rac- colta dati ed elaborazioni standard che potessero rendere le informazioni a disposizione di tutti confrontabili tra di loro.

Il progetto ha visto il coinvolgimento di 8 allevatori a cui è stato fornito un software di analisi dei costi di produzio- ne e redditività del settore latte denominato Milk-Money.

A questo gruppo è stato fatto un periodo di formazione per l’utilizzo del software stesso, l’inserimento e l’ana-

La chiusura delle stalle in Italia non si arresta: –3,6% nel 2014-2015

● PROGETTO PILOTA SUGLI ALLEVAMENTI LOMBARDI NEL BIENNIO 2013-2014

I risultati di questa analisi mettono in luce quanto limitati siano i margini

di reddito per le aziende da latte italiane in questi anni, che cercano di restare sul mercato aumentando le dimensioni per ridurre i costi di produzione

TABELLA 1

- Confronto dei costi diretti

Costi diretti

2013 (euro/

100kg) 2014 (euro/

100kg)

Variazione euro %

Mangimi acquistati

16,57 14,35 –2,22 –13,40

Foraggi acquistati

3,06 2,43 –0,64 –20,82

Materie prime produzione

foraggi (sementi, fertilizzanti, ecc.)

2,36 2,28 –0,08 –3,22

Acquisto animali

0,00 0,20

Veterinario + medicinali +

inseminazioni

2,35 2,37

Energia (carburanti + elettricità)

3,21 3,29

Acqua (stalla + irrigazione foraggi)

0,58 0,55

Assicurazioni

0,61 0,64

Contoterzi

1,53 1,20

Manutenzione fabbricati

1,03 0,79

Manutenzione macchine

1,42 1,61

Imposte e tasse

0,44 0,49

Costo spandimento liquame

0,00 0,00

Costi specifi ci settore latte

1,77 1,51

Costi generali

0,92 1,08

Totale costi diretti

35,87 32,80 –3,07 –8,57 Fonte: Elaborazione Crpa - Libera.

Il confronto dei costi diretti evidenzia un calo dei costi nel 2014 rispetto al 2013 per le spese dei mangimi:

–2,22 euro/100 kg.

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L’Informatore Agrario •36/2015

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lisi dei dati. I risultati sono stati presentati e discussi in workshop con gli allevatori. L’analisi è stata ripetuta per due anni consecutivi (2013-2014).

Le caratteristiche delle aziende, la metodologia utilizzata e l’andamento dei prezzi delle materie prime per l’alimen- tazione del bestiame sono disponibili online all’indirizzo riportato a i ne articolo.

Risultati

Di seguito vengono riportati i risultati delle analisi me- die del campione di aziende nei due anni considerati (2013 e 2014) e individuate le differenze più signii cative emer- se in termini di valore assoluto e in percentuale riportate nelle colonne sulla destra delle tabelle.

Costi diretti

La somma dei costi diretti nel 2013 (tabella 1) è stata pa- ri a 35,87 euro/100 kg di latte mentre nel 2014 è stata di 32,80 euro/100 kg latte. Il confronto dei costi diretti secon- do quanto atteso evidenzia un calo dei costi nel 2014 ri- spetto al 2013 per le spese dei mangimi (−2,22 euro/100 kg), dei foraggi e delle materie prime per la loro coltivazione. In queste voci di costo si sono avute le variazioni più signii cative.

Questa riduzione viene inl uenzata anche da una mi- gliore produttività delle bovine aumentata di circa 500 kg a capo favorita da una stagione 2014 particolarmente po- sitiva e da una migliorata gestione di alcuni degli alleva- menti del campione. Per tutte le altre voci di costo com- prese in questa categoria si osservano solo degli aggiusta- menti in positivo e in negativo, che determinano un calo complessivo dei costi diretti di 3,07 euro/100 kg di latte pari a un calo di 8,57%.

Costi dei fattori di produzione

Per quanto riguarda il costo dei fattori di produzione (tabella 2), il totale per il 2013 è stato di 21,38 euro/100 kg mentre nel 2014 è stato di 22,59 euro/100 kg. In questa categoria di costi si osservano delle variazioni piuttosto

limitate delle singole voci in termini di valore assoluto nel biennio considerato. In particolare si può osservare un aumento del costo della manodopera e un calo del costo per gli interessi sui capitali. Nel complesso si ottiene una variazione in aumento del costo dei fattori di produzione, pari a 1,21 euro/100 kg di latte, pari al 5,66%.

Nel 2014 calo dei costi del 3,25%

La somma dei costi diretti e dei costi dei fattori di pro- duzione indica un costo di produzione totale per il 2013 di 57,25 euro/100 kg di latte e nel 2014 di 55,39 euro/100 kg.

Nel 2014 quindi si assiste a un calo complessivo del costi di produzione del latte per questo campione di aziende, pari a 1,86 euro/100 kg di latte corrispondente a un calo del 3,25%.

La redditività

Per valutare la redditività è necessario mettere a con- fronto i costi di produzione con i ricavi aziendali che inclu- dono i ricavi dalla vendita del latte, delle vacche di scarto e dei vitelli, i contributi pubblici, ed eventuali altri ricavi.

Nel biennio considerato, i ricavi totali sono rimasti piut- tosto costanti, pari a 55,03 euro/100 kg di latte nel 2013 e 55,61 euro/100 kg nel 2014 (tabella 3). Il prezzo del latte (che pesa sui ricavi per oltre l’80%) è calato dell’1,5% ma è stato compensato da altre entrate. Nel 2014 i ricavi totali sono saliti di circa l’1%.

TABELLA 2

- Confronto dei costi dei fattori di produzione

Costo fattori di produzione

2013 (euro/

100 kg) 2014 (euro/

100 kg)

Variazione euro %

Ammortamento macchine

1,66 1,70

Ammortamento fabbricati

2,95 3,15

Costo terra in proprietà

4,05 4,49

Costo terra non in proprietà

1,56 1,63

Costo lavoro famigliare +

contributi e Scau

2,30 2,08

Costo lavoro dipendente

7,08 8,32

Interessi capitale agrario

1,30 0,91

Interessi capitale anticipazione

0,47 0,30

Totale costo fattori di produzione

21,38 22,59 1,21 5,66

Costo di produzione totale

57,25 55,39 –1,86 –3,25

Fonte: elaborazione Crpa - Libera.

Le variazioni dei costi di produzione del 2014 su 2013 sono piuttosto limitate.

TABELLA 3

- Confronto dei ricavi

Ricavi

2013 (euro/

100 kg) 2014 (euro/

100 kg)

Variazione euro %

Valore latte prodotto

45,95 45,27 −0,68 −1,48

Ricavi carne

2,76 3,03 0,27 9,93

Contributi (riconducibili

all’allevamento da latte)

4,81 5,34 0,53 10,98

Altri ricavi latte

1,51 1,97 0,46 −

Totale ricavi

55,03 55,61 0,58 1,06

Fonte: elaborazione Crpa - Libera.

I ricavi totali sono rimasti piuttosto costanti: 55,03 euro/100 kg di latte nel 2013 e 55,61 euro/100 kg nel 2014. Il prezzo del latte (che pesa sui ricavi per oltre l’80%) è calato dell’1,5%, ma è stato compensato da altre entrate. Nel 2014 i ricavi totali sono saliti di circa l’1%.

TABELLA 4

- Confronto degli indicatori di reddito

Ricavi

2013 (euro/

100kg) 2014 (euro/

100kg) Var.

euro

Profi tto

–2,22 0,22 2,45

Margine lordo (ricavi

costi espliciti)

5,43 7,71 2,27

Remunerazione oraria (euro/ora)

19,85 41,58 21,73

Punto di pareggio

44,99 43,06 –1,93

Fonte: elaborazione Crpa - Libera

La riduzione dei costi di produzione ha fatto in modo, anche se solo per 0,22 euro/100 kg di latte, che i profi tti passassero da negativi nel 2013 a positivi nel 2014.

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L’incremento dei ricavi totali, e in particolare la ridu- zione dei costi di produzione hanno fatto in modo che i proi tti (tabella 4) passassero da negativi nel 2013 a po- sitivi nel 2014 anche se solo per 0,22 euro/100 kg di lat- te. Il miglioramento di questo indice segue quello di tutti gli altri che sono migliorati, il margine lordo (+2,27 euro) e la remunerazione oraria (+21,73 euro). In particolare si osserva un calo del punto di pareggio che passa da circa 45 euro/100 kg di latte a circa 43 euro/100 kg di latte. Que- sti migliori risultati sono da imputarsi principalmente al calo delle spese per l’alimentazione del bestiame e a una migliore produttività delle bovine nel 2014.

Un trend da invertire

I risultati di questa analisi, indipendentemente dalle informazioni che hanno fornito ai singoli allevatori che hanno partecipato al progetto, mettono in luce quanto limitati siano i margini di reddito per le aziende da lat- te italiane in questi anni. Se consideriamo infatti che le aziende partecipanti al progetto possono essere conside- rate tra le più competitive a livello nazionale per ubica- zione, dimensioni (oltre 300 vacche), produttività (oltre 10.000 kg/vacca), elevati livelli genetici e tecnologici, re- stano al limite dal chiudere il bilancio in proi tto o in per- dita. È facile capire come molte altre aziende in condizioni diverse e performance tecniche inferiori possano trovarsi in grosse difi coltà economiche ed essere spinte a cessare l’attività. Questi dati ci aiutano quindi a capire come mai ogni anno oltre 1.200 aziende smettano la produzione di

latte nel nostro Paese e quelle che restano cerchino di au- mentare le dimensioni per ridurre i costi di produzione.

Come evidenziato in altri studi del Crpa, nel medio lun- go termine si tratta di una strategia perdente per il siste- ma agricolo nazionale che vede un graduale abbandono delle campagne e della tutela del territorio.

Tutto questo si inquadra in un contesto in cui il cibo made in Italy è sempre più apprezzato nel mondo, visto il trend di crescita delle esportazioni, ma la qualità e la varietà dei formaggi italiani non si traduce nella giusta remunerazio- ne per i produttori di latte. Su questo punto il settore lat- tiero-caseario italiano dovrebbe interrogarsi, cercando di dei nire con una certa urgenza un piano nazionale com- plessivo per il settore volto a una migliore distribuzione del valore lungo la i liera con l’obiettivo principale di tute- lare il reddito e il lavoro dei produttori di latte e invertire il preoccupante trend.

Alberto Menghi Fondazione Crpa studi e ricerche Reggio Emilia Ildebrando Bonacini Libera associazione agricoltori cremonesi, Cremona

Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a:

[email protected]

Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a:

www.informatoreagrario.it/rdLia/15ia36_8118_web

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