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ŠANA(Ḫ)UITA

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 144-200)

Le prime attestazioni di questo toponimo si possono far risalire al periodo paleo-assiro, durante il quale l'insediamento di Šinahuttum è documentato in quattordici testi in lingua accadica.

Le informazioni derivanti da questo periodo storico suggeriscono un rapporto di vicinanza con la futura capitale ittita e con l'importante colonia di Durhumit.

Uno studio complessivo della documentazione può essere ritrovato nella ricerca di G. Barjamovic499, il quale conclude il paragrafo dedicato alla Šinahuttum assira sostenendone una localizzazione ad ovest del fiume Çekerek e ad est/nord-est di Ḫattuša.

La documentazione ittita presenta invece per questo insediamento caratteristiche peculiari rispetto alla maggior parte di quelli analizzati fino a questo momento.

Sebbene si tratti prevalentemente di copie tarde, quasi un terzo delle attestazioni rimandano ai primi due grandi sovrani del regno di Ḫatti.

Troviamo infatti numerose attestazioni della città, o del paese di Šana(ḫ)uita in differenti versioni degli Annali di Ḫattušili I – in KBo X 1 (CTH 4.I, ductus n.h.), 498 Müller-Karpe A., "Kayalipinar in Ostkappadokien. Ein neuer hethitischer Tontafelfundplatz", in "MDOG 132", Berlin 2000, p. 355-365.

499 Barjamovic G., "A Historical Geography of Anatolia in the Old Assyrian Colony Period", København 2011, p. 286-291.

KBo X 2 (CTH 4.II.A, ductus n.h.) e KUB XXIII 33 + KUB XL 6 (CTH 4.II.E,

ductus n.h.) – sia in accadico500 che in ittita501.

Dalle testimonianze contenute negli Annali possiamo innanzitutto dedurre che Šana(ḫ)uita dovette ricoprire un ruolo di antagonista nell'ascesa di Ḫattuša come centro unico del potere ittita per poi perdere il suo status dopo essere stata sconfitta.

Nella narrazione sono testimoniati due scontri con la città, uno limitato alla distruzione delle campagne ad essa circostanti, l'altro consistente in un lungo assedio durato cinque mesi. Anche nel testamento politico dello stesso sovrano KUB I 16 (CTH 6, ductus n.h.) viene evidenziato il ruolo di preminenza della città, essendo ricordato il fatto che fu proprio in questo luogo che il nonno di Ḫattušili I nominò il suo erede al trono.

Una possibile collocazione geografica per Šana(ḫ)uita è stata suggerita a molti studiosi502 dalla lettura del testo 2BoTu 17A, (KBo III 46, CTH 13.I.A, ductus n.h.)503, il quale narra le battaglie di Muršili I contro i Ḫurriti e che presenta il toponimo in prossimità di quelli di Ḫatina e di Ḫakm/piš, solitamente individuati nell'Anatolia centro-settentrionale, rispettivamente a nord/nord-ovest e nord/nord-est di Ḫattuša, anche se il passo è particolarmente corrotto, ed il significato del testo è lungi dall'essere chiaro.

L'attestazione di un DU Piḫami afferente al pantheon della città nella preghiera di Muwatalli II all'assemblea degli dei, KUB VI 45 = KUB VI 46 (CTH 381.A/B, ductus n.h.)504, se da una parte conferma il mantenimento di un certo ruolo della città nell'impianto cultuale ittita, dall'altro sorprende per l'utilizzo di un "Luwoid participle"505, in un'area geografica in cui ci si sarebbe aspettati un epiteto diverso. Il paragrafo dedicato alle divinità, alle montagne ed ai fiumi di Šana(ḫ)uita si trova tra quelli riservati a Kumani ed a Kaštama: ovviamente non si può recepire alcun valore geografico da questo posizionamento.

Le condizioni di conservazione dei due frammenti KBo L 51 e KBo L 55 500 Devecchi E., "Gli Annali di Ḫattušili I nella Versione Accadica", in "StudMed 16", Pavia 2005. 501 De Martino S., "Annali e Res Gestae Antico Ittiti", in "StudMed 12", Pavia 2003, p. 21-79. 502 Kempinski A., Košak S., "CTH 13: The Exstensive Annals of Hattušili I (?)", in "Tel Aviv 9", Tel Aviv 1982, p. 108.

503 De Martino S., "Annali e Res Gestae Antico Ittiti", in "StudMed 12", Pavia 2003, p. 148-149. 504 Singer I., "Muwatalli's Prayer to the Assembly of Gods Through the Storm-God of Lightning

(CTH 381)", Atlanta 1996.

505 Puhvel J., "Hittite Etymological Dictionary. Vol. 9 Words Beginning with PE, PI, PU", Berlin- Boston 2013, p. 76.

(CTH 83, ductus n.h.)506, paralleli a KUB XIX 8 IV 10'-20' (CTH 83.1.B, ductus n.h.)507, non sono tali da farci comprendere appieno lo sviluppo degli eventi narrati dal sovrano Ḫattušili III, ma dalla lettura complessiva possiamo collocare con un certo margine di sicurezza il ponte citato nei due frammenti che menzionano il toponimo che stiamo analizzando sullo Zulija, presente in KUB XIX 8, ed immaginare quindi un percorso che preveda la necessità di attraversare il corso d'acqua per raggiungere l'obiettivo. Ciò non significa necessariamente che la regione di Šana(ḫ)uita dovesse trovarsi sulle rive del fiume, ma probabilmente è da assumere almeno che non ne fosse troppo distante.

Abbiamo sino ad ora analizzato i testi direttamente ascrivibili a periodi di regno di alcuni sovrani, e prima di arrivare a quelli che mostrano un ductus n.h. o n.h. tardo, dobbiamo menzionare il già citato frammento KBo XVI 78 (CTH 635,

ductus m.h.), parte del testo festivo per Zipalanta e per il monte Taḫa e due lettere

provenienti da Tapika.

Il nostro utilizzo del primo di questi testi si è fino a questo momento limitato alla constatazione del coinvolgimento degli AGRIG di cinque città – Tapika, Taptika, Takašta, Katapa e Karaḫna – nella fornitura di beni per la festa di Zipalanta e del monte Taḫa; nel paragrafo precedente a quello dove sono elencate queste entità è presente, in contesto lacunoso, anche l'AGRIG di Šana(ḫ)uita, che possiamo ritenere coinvolto nella fornitura degli approvvigionamenti.

Abbiamo già utilizzato questa "presenza" per affermare che la festa dovesse avere una portata tale da coinvolgere anche realtà non limitrofe al distretto di Zipalanta.

All'interno della documentazione proveniente da Maşat Höyük il toponimo è attestato in HKM 24 (CTH 186)508 ed HKM 96 (CTH 188)509, ma entrambe le occorrenze si riferiscono a gruppi di ERÍN.MEŠ provenienti da Šana(ḫ)uita, e non alla città stessa.

La pubblicazione del frammento di itinerario KBo LIV 93 (CTH 824.I.3,

ductus n.h.)510 non può aiutare ad individuare un'area geografica di riferimento, ed 506 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 50", in "DBH 28", Dresden 2008, p. 45-47. 507 Riemschneider K. K., "Hethitische Fragmente historischen Inhalts aus der Zeit Ḫattušilis III", in "JCS 16", Ann Arbor 1962, p. 116.

508 Hoffner H. A., "Letters from the Hittite Kingdom", Atlanta 2009, p. 139. 509 Marizza M., "Lettere ittite di re e dignitari", Brescia 2009, p.43-44; 96-97.

anzi la presenza del toponimo Ikuwanija all'interno del testo ci impone di domandarci che rapporto potesse esserci tra Šana(ḫ)uita ed un insediamento conosciuto solamente come sede di una É NA4KIŠIB in 2BoTu 23a (KBo III 1, CTH 19.II.A, ductus n.h.)511 – un frammento dell'Editto di Telipinu presentato insieme ad altri sessanta toponimi circa, da collocarsi nella maggior parte dei casi a nord dell'Antitauro ed a sud del lago salato512 – e come KUR nel trattato tra Tutḫalija IV e Kurunta di Tarḫuntaša513, e che viene comparato su base onomastica da F. Cornelius514 e da M. Forlanini515 con Iconium/Konya.

È invece certamente più utile l'itinerario oracolare di ambito kaškeo KUB XL 99 (CTH 562.3, ductus n.h.), che riporta il nome dell'insediamento ad uno spazio geografico più comprensibile presentando un percorso che M. Forlanini ricostruisce "K[a?...], …, Šanahuitta, …, Makkuwaliya, …, Kadaba, ….., Tahašta,.…., Iškamaha,

Kammama,…"516 e che induce lo studioso a localizzare il toponimo nei pressi della moderna città di Çekerek, sulle rive del fiume omonimo.

Non crediamo di poter leggere come ordinato geograficamente il Rs. del frammento KUB XXVI 2 (CTH 231.2, ductus n.h.)517, una lista di AGRIG provenienti da diverse città tra cui Ninaša, Ḫupišna, Tuwanuwa, Ḫanḫana, Tawi[nija], Takupš/t[a], Turm[ita] ed Uḫiuw[a] e dove alla prima riga si può ricostruire il toponimo ˊŠanaḫˋ[uita] sulla base di ciò che resta della parte inferiore dei segni, ma è utile constatare ancora una volta che la città ospitasse tale amministratore; non sono infatti molte le occorrenze di toponimi cui è associata questa figura, e per il KUR di Šana(ḫ)uita questa risulta essere la seconda 511 Hoffmann I., "Der erlaß Telipinus", in "THeth 11", Heidelberg 1984, p. 42-43.

512 Gilan A., "Formen und Inhalte althethitischer historischer Literatur", in "THeth 29", Heidelberg 2015, p. 154.

513 Del Monte G., "Antologia della letteratura ittita", Pisa 2003, p. 72; 75: "III 43-56 Poiché tutta la

regione gli appartiene ed essa tutta intera (rappresenta) per lui una provincia di frontiera, se da qualsiasi parte si levasse una chiamata di aiuto (militare) che nessuno levi via dal paese della vallata del fiume Hulaja truppe ausiliarie. Che non vi siano imposte e corvées su qualsiasi paese che si trova all’interno del territorio di Hattusa, all’interno del monte Huwatnuwanta, all’interno del territorio di Kizuwatna, di Hurnija, di Ikuwanija e di Pitasa, sui villaggi di Tarhunta del Fulmine, del dio di Parsa, di Šauška di Inuita e del mausoleo eterno del re di Tarhuntasa, villaggi che appartengono alla sua casata. Non vi siano per loro chiamate di aiuto militare. Nessuno torni ad imporre loro imposte e corvées di qualunque genere: io li ho resi liberi in favore degli dèi di Tarhuntasa".

514 Cornelius F., "Geographie des Hethiterreiches", in "Or NS 27", Roma 1958, p. 388.

515 Forlanini M., Marazzi M., "Atlante Storico del Vicino Oriente Antico 4.3", Roma 1986, tav. XVI 516 Forlanini M., "The central province of Hatti: an updating", in "Eothen 16. New Perspectives on the Historical Geography and Topography of Anatolia in the II and I Millennium B.C.", Firenze 2008, p. 178: lo studioso omette un toponimo mutilo di cui si legge solamente il primo segno "-da-" tra quelli di Katapa e Taḫasta.

attestazione.

Consideriamo relative allo stesso insediamento le varianti grafiche "Ša-na-ú- it" (KUB LVIII 15, CTH 530, ductus n.h.)518 e "Ša-na-ú-i-ta" (KBo IV 13, CTH 625.1.A, ductus n.h. tardo)519, anche se dobbiamo citare un'isolata affermazione di M. Forlanini520 con la quale lo studioso suggerisce di dover tenere distinti i due toponimi.

Se da un parte è vero che queste sono le uniche due attestazioni conosciute che presentano l'utilizzo del segno "-ú-", si deve considerare l'ampio numero di grafie utilizzate per indicare questo insediamento, ben dieci per diciassette testi521.

Il frammento festivo dell'AN.TAH.ŠUMSAR – KBo IV 13 – è stato citato numerose volte e abbiamo già avuto modo di mettere in discussione le proposte di M. Forlanini, quindi non crediamo di dover aggiungere altre informazioni oltre al riportare la posizione di Šana(ḫ)uita, nella sezione definita dallo studioso come afferente alla terra di Ḫatti, tra i toponimi di A[l]iša e Ḫakmiš.

La tavoletta KUB LVIII 15, catalogata come frammento di inventario di culto, sembra essere una copia di età imperiale di un testo festivo più antico.

Il testo è pubblicato in traslitterazione e traduzione da A. M. Polvani, la quale lo commenta evidenziando il ruolo centrale che ricoprirebbero la menzione del re di Kušara e della città di Šana(ḫ)uita. La studiosa ipotizza "che proprio in questa città o

comunque in relazione ad essa, fosse celebrata una festa «del ritirarsi davanti» collegata forse al ricordo della sconfitta inflitta da Ḫattušili I come punizione per essere stata un tempo sede del partito dei nemici, cioè i «servi» e i Grandi che si opposero alla scelta di Labarna da parte del «nonno».", e conclude: "Generalmente si ritiene che la città abbia comunque perduto la sua importanza dopo l'antico regno. La menzione di questa festa potrebbe in realtà ridimensionare l'idea di una decadenza di questa città la quale può avere perso il ruolo politico avuto nell'antico regno, ma può averne conservato uno come centro religioso. In questo senso la

518 Polvani A. M., "Il «re di Kuššara» e l'inventario di culto KUB LVIII 15", in "do-ra-qe pe-re. Studi in memoria di Adriana Quattordio Moreschini", Pisa-Roma 1998, p. 321-326.

519 Forlanini M., "The Offering List of KBo 4.13 (I 17’-48’) to the local gods of the kingdom, known

as Sacrifice List, and the history of the formation of the early Hittite state and its initial growing beyond central Anatolia", in "Atti del VI Congresso Internazionale di Ittitologia. Roma 5-9 settembre

2005. Parte I (SMEA XLIX)", Roma 2007, p. 259-280.

520 Forlanini M., "La nascita di un impero. Considerazioni sulla prima fase della storia hittita: da

Kaniš a Ḫattuša", in "Or NS 73 (Fs Carruba)", Roma 2004, p. 377.

521 "Ša-na-aḫ-ḫu-it-ta", "Ša-na-aḫ-ḫu-i-it-ta", "Ša-na-ḫu-it-ta/i", "Ša-ḫu-it-ta", "Ša-na-ḫu-ut", "[Š]a- na-u-i-it-ta", "Ša-na?-ḫ[u?-it]-ta", "Ša-an-[na(ḫ)uita]", "Ša-na-ú-it" e "Ša-na-ú-i-ta".

stessa menzione delle divinità di Šanaḫuitta nella preghiera di Muwatalli acquista un rilievo diverso, poiché si tratterebbe di divinità di un centro religioso ancora vivo, sede di una festa importante"522.

Non sappiamo invece giustificare la presenza nel testo della montagna Ḫuwatnuwanta e del fiume Ḫulana, che risultano troppo lontani dall'ambiente che stiamo investigando.

Un'ultima interessante attestazione del toponimo si ritrova in KUB XIII 3 (CTH 265.1, ductus n.h.)523, un testo di Istruzioni per i dipendenti del palazzo in cui ritroviamo un aneddoto che doveva servire come avvertimento per i portatori d'acqua: il sovrano racconta che una volta, quando era a Šana(ḫ)uita, aveva trovato un capello nel "URUDUÁB˟A" ed al responsabile era stato imposto un giudizio tramite ordalia fluviale.

Il nome dello sventurato era Zulija, proprio come l'idronimo frequentemente associato alla città.

Dei due antroponimi associati alla vicenda quello di Arnili è attestato solamente in questa occasione, nelle due versioni parallele CTH 265.1 e CTH 265.2, mentre quello di Zulija è conosciuto sin dall'epoca paleo-assira.

Non è fruttuoso cercare di identificare il portatore d'acqua menzionato nel testo di istruzioni che stiamo analizzando con i notabili documentati in KUB XXXI 44 e KBo L 273 (CTH 260.1, ductus n.h.)524, DUGUD delle città di "[Z]i?-i[t-ti?- i]š?-ša" e "Pu-u[k-k]i-iš-šu-wa" al tempo di Arnuwanda I, con il DUGUD della città di [NG] testimoniato in HKM 103 (CTH 236, ductus m.h.)525, oppure con il personaggio che sembra procurare un uomo ed una donna nella lista di famiglie KBo XVI 65 (CTH 233.4, ductus m.h.?), ma è interessante notare che tutti i testi sembrano doversi ricondurre allo stesso periodo storico.

Oltre alla già citata ipotesi di G. Barjamovic526 di dover individuare il territorio di Šana(ḫ)uita ad ovest del fiume Çekerek e ad est/nord-est di Ḫattuša – 522 Polvani A. M., "Il «re di Kuššara» e l'inventario di culto KUB LVIII 15", in "do-ra-qe pe-re. Studi in memoria di Adriana Quattordio Moreschini", Pisa-Roma 1998, p. 325-326.

523 Miller J. L., "Royal Hittite Instructions and Related Administrative Texts", Atlanta 2013, p. 78-87. 524 Miller J. L., "Royal Hittite Instructions and Related Administrative Texts", Atlanta 2013, p. 194- 205.

525 Del Monte G., "I testi amministrativi da Maşat Höyük/Tapika", in "Orientis Antiqui Miscellanea II", Roma 1995, p. 89-96.

526 Barjamovic G., "A Historical Geography of Anatolia in the Old Assyrian Colony Period", København 2011, p. 286-291.

effettivamente compatibile con la documentazione paleo-assira ma più difficile da assimilare a quella ittita – si sono susseguite, nella seconda parte del XX secolo, proposte da parte di numerosi studiosi: quella di A. Goetze527, che pensando alle ittite Ališa e Ḫakm/piš collocava la città tra le moderne Mecitözü ed Amasya, è rimasta piuttosto isolata, mentre le altre si sono orientate verso un ambito più meridionale o sud-orientale; J. Garstang ed O. R. Gurney, nel loro lavoro "The Geography of the

Hittite Empire"528, utilizzando gli stessi strumenti dello studioso tedesco, ipotizzavano una posizione a sud di Ankuwa, mentre F. Cornelius nel complesso delle sue ricerche, delle quali citiamo solo la più recente529, spostava il focus sulla moderna Sivas.

M. Forlanini nel corso degli anni e sulla base di nuovi studi ha modificato la sua opinione sulla possibile collocazione di Šana(ḫ)uita, collocandola prima ad Alişar Höyük530, poi tra i bacini del Kanak Su e dell'antico Zulija531, ed infine – come già scritto sopra – in corrispondenza della moderna città di Çekerek532, con un lieve spostamento della regione in direzione nord/nord-est.

Dobbiamo infine riportare la posizione di T. Yiğit533, il quale considera fondamentale per la collocazione di Šana(ḫ)uita la lista di AGRIG KUB XXVI 2 (CTH 231.2, ductus n.h.)534 provenienti da diverse città tra cui Ninaša, Ḫupišna, Tuwanuwa, Ḫanḫana, Tawi[nija], Takupš/t[a], Turm[ita] ed A/Uḫiuw[a] e dove alla prima riga si può ricostruire il toponimo ˊŠanaḫˋ[uita]. Questo testo porta lo studioso a sostenere una localizzazione in direzione meridionale e sud-occidentale rispetto alla curva effettuata dal Kızılırmak nella parte centrale del suo corso.

Accettando l'integrazione del toponimo – che è in realtà particolarmente 527 Goetze A., "The roads of Northern Cappadocia in Hittite times", in "RHA 15", Paris 1957, p. 98. 528 Garstang J., Gurney O. R., "The Geography of the Hittite Empire", London 1959, p. 18-19. 529 Cornelius F., "Geschichte der Hethiter: Mit besonderer Berücksichtigung der geographischen

Verhältnisse und der Rechtsgeschichte", Darmstadt 1973, p. 100.

530 Forlanini M., "Remarques sur la dynastie hittite: avant et après Boğazköy", in "Hethitica XIV", Louvain La Neuve 1999, p. 20.

531 Forlanini M., "The Offering List of KBo 4.13 (I 17’-48’) to the local gods of the kingdom, known

as Sacrifice List, and the history of the formation of the early Hittite state and its initial growing beyond central Anatolia", in "Atti del VI Congresso Internazionale di Ittitologia. Roma 5-9 settembre

2005. Parte I (SMEA XLIX)", Roma 2007, p. 267.

532 Forlanini M., "The central province of Hatti: an updating", in "Eothen 16. New Perspectives on the Historical Geography and Topography of Anatolia in the II and I Millennium B.C.", Firenze 2008, p. 170.

533 Yiğit T., "Šanahuitta and some observations on the Early Period of the Hittite Kingdom", in "Atti del VI Congresso Internazionale di Ittitologia. Roma 5-9 settembre 2005. Parte II (SMEA L)", Roma 2008, p. 829-836.

danneggiato – non possiamo che riscontrare l'ampiezza dello spazio geografico coperto dalla lista di località (lo studioso turco menziona solamente i primi toponimi, non considerando la presenza di Ḫanḫana, Tawi[nija], Takupš/t[a], Turm[ita] ed A/Uḫiuw[a]) che sembra piuttosto seguire il fiume dal suo medio corso quasi fino alla foce e che al contempo risulta essere geograficamente poco accurato, perché nomina solamente una parte dei toponimi che solitamente collochiamo in quest'area.

Come in molti altri casi e come abbiamo già scritto, non crediamo di poter utilizzare questa tipologia di documenti leggendoli come ordinati geograficamente, salvo riconoscere la possibilità che nell'elencare una serie di territori lo scrivente rispettasse un qualche ordine mentale.

Per la collocazione di Šana(ḫ)uita, sempre che vogliamo immaginare un solo insediamento da associare a questo toponimo, crediamo di dover considerare come più affidabile la proposta del 2007 di M. Forlanini, ovvero quella che poneva il suo territorio tra i bacini del fiume Çekerek e del Kanak Su (il fiume che ha origine dal Gelingüllü Baraji).

Dobbiamo infatti considerare come prioritarie le testimonianze che sembrano dare indizi geografici più certi – e tra queste la più accurata sembra essere l'itinerario KUB XL 99 – e non dimenticare la possibilità di dover individuare il territorio di Šana(ḫ)uita all'interno, o in prossimità del Paese Alto.

D'altro canto non sono poche le informazioni che suggerirebbero un rapporto con la parte sud-occidentale dell'Anatolia centrale. È tentante immaginare l'esistenza di due insediamenti omonimi, ma possiamo cercare di evitare questa soluzione leggendo la compresenza nei testi di queste città e regioni non nella stretta prossimità geografica ma nella facilità di comunicazione tra esse, ovvero collocando Šana(ḫ)uita al centro dello snodo tra il bacino del Çekerek e quello del Kızılırmak o di uno dei suoi affluenti.

Se misuriamo la distanza tra i due fiumi nel punto più vicino ci accorgiamo che questi scorrono ad una cinquantina di chilometri l'uno dall'altro, uno spazio che si dimezza se consideriamo invece i venticinque chilometri che dividono l'antico Zulija dal fiume Yıldız, affluente del principale fiume turco.

Più o meno la stessa distanza divide il Çekerek dall'Eyri Dere, il quale sfocia nel bacino del Gelingüllü Baraji, dalle cui acque si raggiunge, attraverso il Kanak Su,

uno dei principali affluenti del Kızılırmak, il Delice Irmağı (cl. Cappadox)

Dobbiamo concludere questo paragrafo ammettendo la difficoltà di localizzazione di una regione per la quale crediamo sia necessario altro materiale documentario, e che forse è meglio non posizionare con troppa certezza su una mappa., ma escludendo con fermezza la proposta di M. Alparslan535

ŠAPA[

Non possiamo essere certi della lettura del toponimo, dal momento che HKM 24 – l'unica lettera a menzionarlo – alla quarantesima riga, è molto frammentaria in quel passaggio. Il primo segno (non abbiamo a disposizione la fotografia e ci dobbiamo basare solo sulla visione dell'autografia) potrebbe essere un "-ša-", come ipotizzato da S. Alp536, che considera anche il toponimo completo, o un "-ta-", come invece afferma H. A. Hoffner537.

Il contesto del paragrafo sembra prevedere degli spostamenti di NAM.RA provenienti dalle città elencate insieme a Šapa[, tutte purtroppo illeggibili.

All'interno della documentazione ittita esiste un toponimo che, sebbene con grafia diversa538, viene reso, secondo i criteri che stiamo utilizzando, ugualmente a quello preso in esame in questo paragrafo. L'unico testo a menzionarlo con il

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 144-200)

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