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MARAŠANTIJA

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 124-133)

Pur non risultando ufficialmente tra le tavolette ritrovate a Maşat Höyük, ABoT I 65 (CTH 199, ductus m.h.) è un documento che già dalla sua prima edizione – del 1944 ad opera di H. G. Güterbock422 – è stato attribuito a questo sito.

La sua aggiunta alla lista dei testi provenienti da Tapika rende necessario l'inserimento di Marašantija tra i toponimi da analizzare.

Il testo presenta lo stesso ductus degli altri provenienti dall'antica Tapika, ed anche antroponimi in comune, come Armaziti, Ḫattušili e Atiunna.

Palla, pur non avendo omonimi all'interno dell'archivio, è molto vicino agli antroponimi Apalla, Pallanna e Pallanza registrati tra le lettere.

Il nome del mittente, Tarḫuntišša, è attestato invece nel trattato di Arnuwanda I, CTH 140.1 (ductus m.h.), ed in maniera frammentaria in KBo XX 65 (CTH 500.85, ductus m.h.); J. Klinger423 non esclude che quest'ultimo possa essere lo stesso personaggio della lettera che stiamo esaminando.

Il toponimo appare come luogo in cui il mittente è stato/non è stato alla presenza del sovrano, quindi non si tratta necessariamente di un luogo da inserire nello spazio geografico afferente alla stessa area amministrativa di Tapika, anche se crediamo che le corrispondenze che non coinvolgessero la capitale ed il sovrano dovessero riguardare ambienti almeno prossimi.

Secondo il Répertoire Géographique424 ritroviamo la città in alcuni testi, o copie di questi, direttamente ascrivibili a Šuppiluliuma I, Muršili II e Ḫattušili III .

Tra questi non possiamo però che riscontrare almeno l'inconsistenza della 419 Alparslan M. D., Arplaslan M., "Ein Hethitisches Hieroglyphensiegel aus einer Notgrabung in

Doğantepe-Amasya", in "Colloquium Anatolicum 10", İstanbul 2011, p. 41-47.

420 Singer I., "The AGRIG in the Hittite Texts", in "AnSt 34", Ankara 1984, p. 114.

421 Forlanini M., "La région autour de Nerik selon les sources hittites", in "SMEA LII (Gs Imparati2)", Roma 2010, p. 131.

422 Güterbock H. G., "Zile Yakınında Maşat'tan Gelme Bir Eti Mektubu. Ein hethitischer Brief aus

Maşat bei Zile", in "Ankara Üniversitesi Dil ve Tarih-Coğrafya Fakültesi Dergisi 2", Ankara 1944, p.

389-405.

423 Klinger J., "Das Corpus der Maşat Briefe", in "ZA 85", Berlin-New York 1995, p. 88.

424 Del Monte G., Tischler J., "Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes", in "TAVO 6.2", Wiesbaden 1978, p. 261-262.

proposta di integrazione del determinativo di città nel caso della versione del trattato tra il primo di questi sovrani e Šattiwaza di Mitani – CTH 52.I (k.A.), dal momento che è molto probabile che si debba integrare il determinativo ÍD.

Anche negli Annali di Muršili II (KUB XIX 37 = 2BoTU 60, CTH 61.II.9.A,

ductus n.h.) ci troviamo di fronte al toponimo privo di determinativo, ma in questo

caso già A. Goetze425 aveva preferito integrare il segno ÍD ed interpretare il passaggio, particolarmente danneggiato, come un riferimento al fiume e non alla città.

È a nostro avviso molto interessante la menzione della divinità tutelare del "KARAŠ ŠA A-BI DUTU-ŠI" che si trova nella città di Marašantija presente in KUB XIV 13 (CTH 378.4.A, ductus n.h. tardo), una copia della quarta preghiera di Muršili II per la peste426. Il fatto che Šuppiluliuma I avesse installato un campo proprio in questo sito e che anche Muršili II avesse deciso di svernare lì con le truppe427 consiglia di andare a ricercare questo toponimo in una posizione strategica.

Ai tempi di Ḫattušili III la città è presente in CTH 81 e CTH 85. Le due narrazioni si sovrappongono quasi esattamente: se in KBo VI 29 (CTH 85.I.A,

ductus n.h.)428, e nel duplicato KUB XXI 15 (CTH 85.I.B, ductus n.h.)429, l'autore del testo ci comunica la fuga di Urḫi-Tešub dalla città di Marašantija in direzione di Šamuḫa, le copie della "Apologia" riportano come destinazione il Paese Alto430 con delle piccole varianti tra le versioni431.

L'unico dilemma che ci si presenta nel raffronto tra i due racconti è il rispettivo uso dei verbi "pāi-" e "uwa-".

Una seconda attestazione da espungere è quasi certamente quella di KUB XL 30 (CTH 211.20, ductus m.h.?), un frammento di Annali in cui si può leggere il toponimo, ma al quale crediamo di dover aggiungere il determinativo di fiume piuttosto che di città, mentre non ci sentiamo di prendere in considerazione 425 Goetze A., "Die Annalen des Muršiliš", in "MVAeG XXXVIII", Leipzig 1933, p. 178-179. 426 Singer I., "Hittite Prayers", Leiden-Boston-Köln 2002, p. 64.

427 Del Monte G., "L'Annalistica Ittita", Brescia 1993, p. 128.

428 Vs. II r. 18-20: "18) a-pa-a-aš-ma GIM-an iš-ta-ma-aš-ta 19) na-aš-kán URUMa-ra-aš-ša-an-ti-ja-za ar-ḫa pár-aš-ta 20) na-a˹š I˺-NA URUŠa-˹mu˺-ḫa an-da-an pa-it".

429 Vs. II r. 19-21: "19) [ ... i]š-ta-ma-aš-ta 20) [ … URUMa-ra-aš-ša-a]n-ti-ja-az ar-ḫa pár-aš-ta 21) [ … an-d]a-an pa-it".

430 "a-pa-a-aš-ma-kán URUMa-ra-aš-ša[(-an-ti-ya-za ar-ḫa par-aš-ta)] na-aš I-NA KUR UGUTI ú-it". 431 Otten H., "Die Apologie Hattusilis III", in "StBoT 24", Wiesbaden 1981, p. 22; 75: (alle versioni A, B ed F che presentano il toponimo più o meno completo andrebbe aggiunta anche la versione L, fortemente danneggiata).

l'occorrenza di KUB LII 39 (CTH 582, ductus n.h.), un frammento di oracolo in cui è visibile solo l'ultimo cuneo verticale del determinativo.

I testi oracolari KUB V 6 (CTH 570, ductus n.h.)432 e KUB XVIII 3 (CTH 579.1, ductus n.h.)433, che nominano la città di Zitḫara e presentano alcuni antroponimi in comune, vanno probabilmente esaminati insieme; nel caso del secondo testo riteniamo preferibile l'integrazione Ma-ra-ša-[an-ti-j]a! piuttosto che l'alternativa, pure registrata nel Répertoire Géographique, di Maraša434.

Poco o niente possiamo aggiungere sui frammenti – sempre afferenti alla categoria delle investigazioni oracolari – KBo XXIII 111 (CTH 581, ductus n.h.)435 e KUB V 7 (CTH 574.1, ductus n.h.)436.

L'ultimo testo a presentare il toponimo è KUB XXVI 49 (CTH 297.6, ductus n.h. tardo) ma anche questo non offre spunti di riflessione.

Le proposte di localizzazione per questo toponimo hanno coperto in passato buona parte del corso del Kızılırmak: F. Cornelius437 collocava l'insediamento nei pressi della moderna Kırıkkale; A. Ünal438 invece, attraverso l'uso delle stesse informazioni, in particolare quelle prodotte nel periodo di Ḫattušili III, e concentrandosi sul collegamento tra Šamuḫa (o – aggiungiamo – il Paese Alto) e l'insediamento in questione, ha propeso per una posizione ad ovest della moderna Sivas. Alla luce delle poche informazioni provenienti dai testi, crediamo che questa seconda ipotesi sia di gran lunga da preferire.

Crediamo che l'affinità toponomastica con la città di Maraša non sia da sottovalutare.

432 Beckman G. M., Bryce T. R., Cline E. H., "The Ahhiyawa Texts", Atlanta 2011, p. 190-191. 433 Van Den Hout T., "The Purity of Kingship. An Edition of CTH 569 and Related Hittite Oracle

Inquiries of Tutḫaliya IV", in "DMOA XXV", Leiden-Boston-Köln 1998, p. 23.

434 Del Monte G., Tischler J., "Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes", in "TAVO 6.2", Wiesbaden 1978, p. 260-261.

435 Del Monte G., "Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes", "in TAVO 6.2 supplement", Wiesbaden 1992, p. 102.

436 García Trabazo J. V., "Textos religiosos hititas. Mitos, pleagrias y rituales", in "BCBO 6", Madrid 2002, p. 620-621.

437 Cornelius F., "Geschichte der Hethiter: Mit besonderer Berücksichtigung der geographischen

Verhältnisse und der Rechtsgeschichte", Darmstadt 1973, p. 238; 339.

MARIŠTA

Il numero di attestazioni di questo toponimo non si può definire né scarso, né abbondante, ma il carattere delle occorrenze e la dimensione regionale suggerita dall'utilizzo del determinativo KUR, hanno fatto sì che molti studiosi si preoccupassero di proporre una collocazione almeno indicativa per la città o il distretto che andava a denominare.

Prima che nelle lettere di Maşat Höyük, troviamo la menzione della città di Marišta all'interno di una copia dal ductus n.h. del CTH 19 – l'Editto di Telipinu.

Il testo in questione, registrato sul Répertoire Géographique con la sigla della pubblicazione di E. Forrer439 2BoTU 23a, corrisponde al KBo III 68, un frammento in cui troviamo un elenco di città sedi di una É NA4KIŠIB, letteralmente "Casa del sigillo", solitamente identificata con il magazzino cittadino amministrato da un LÚAGRIG440. Alla fine dell'elenco, o meglio, dei due elenchi – dal momento che a seguire quello che ospita il nostro toponimo abbiamo una seconda lista che raccoglie le case del sigillo dei "imiulaš" (foraggi misti?) – abbiamo i totali, rispettivamente di sessanta(!) e trentaquattro, delle città in cui doveva essere presente questo tipo di istituzione.

Come ha almeno accennato A. Knapp441, l'inserzione di questo tipo di informazioni all'interno del testo dell'Editto aveva come obiettivo una stabilizzazione del potere centrale, ed è facile immaginare in quest'ottica una distribuzione razionale e su base regionale di quelli che oggi identificheremmo come pubblici uffici.

Non tutti i toponimi presenti nelle liste sono ben conosciuti all'interno della documentazione ittita, ma crediamo di poter considerare normale il fatto che alcuni insediamenti possano essere stati perduti, abbiano subito un calo di importanza a vantaggio di nuovi centri regionali, o semplicemente abbiano nel tempo modificato il proprio nome.

Immediatamente accanto alla menzione di Marišta vediamo Šamuḫa ed un toponimo di cui possiamo leggere solo il segno iniziale "Ku-". Sarebbe necessaria una riflessione sui 60(!) toponimi che dovrebbero essere presenti in questo paragrafo ed in particolare su quelli che sono leggibili, ma per il momento ci limitiamo a 439 Forrer E., "Die Boghazköi-Texte in Umschrift, 2. Bd.: Geschichtliche Texte aus dem alten und

neuen Chatti-Reich", in "WVDOG 42", Leipzig 1926, p. 44.

440 Singer I., "The AGRIG in the Hittite Texts", in "AnSt 34", London 1984, p. 97-127. 441 Knapp A., "Royal Apologetic in the Ancient Near East", Atlanta 2015, p. 114-117.

fornire in nota la lettura fornita da I. Hoffman442, sulla base della quale faremo le nostre osservazioni.

Seguono cronologicamente le due lettere HKM 17 e HKM 24. Abbiamo già analizzato la prima di queste in relazione all'insediamento di Kapapaḫšuwa, senza però trattare la parte del testo dalla quale veniamo a sapere che un altrimenti ignoto Pizzumaki, esercitante un ruolo di grado maggiore dell'altrettanto sconosciuto Pipitaḫi, avrebbe mandato quest'ultimo in ricognizione nei pressi di Marišta per valutare la presenza del nemico.

Come il resto della lettera, anche questa parte del testo non è facile da interpretare. Il rapporto informa chiaramente che il nemico si stava avvicinando alla città, ma la reazione ittita non è altrettanto intelligibile.

Il dilemma in questo caso non riguarda tanto l'interpretazione di un significato, ma la lettura del segno iniziale della riga 18'.

Se infatti S. Alp, cercando di dare un senso alla frase, legge "NÍ!.ZU!ḪI.A", proponendo quindi la traduzione: "18 Die (feindlichen) Späher, well[che] Marešta 19

nahe (sind), jene auch werden wir 20 schlagen."443, H. A. Hoffner propone "TÙRḪI.A" ottenendo: "So we will attack the sheepfolds wich are in the vicinity of Marišta"444.

Non abbiamo purtroppo accesso alla fotografia della tavola, quindi, basando per il momento le nostre supposizioni sulla sola autografia445, non possiamo che mostrare dubbi su entrambe le letture.

Quello che vediamo non soddisfa alcun requisito, logico o grammaticale, ma ci sembra difficile leggere segni diversi dal #43 dell'HZL446 e da un "-ba/-ma".

Se da un lato la prima lettura chiarirebbe la volontà, comprensibile e frequente, della ricerca di un scontro frontale col nemico, la seconda – meno logica dal punto di vista della strategia militare – è supportata dalla presenza di "TÙRḪI.A" in altri testi dell'archivio, e dall'interesse dimostrato nell'attaccarli o difenderli quando 442 Hoffmann I., "Der erlaß Telipinus", in "THeth 11", Heidelberg 1984, p. 40-43: "[Taga]l?muḫa, Ḫarkiya, W[a-], Zelmutta, Tappašpa, [Š]ukziya, Ašurna, Anzar[a], [-š]a, Šamuḫa, Marišta, Ku[-], [Ḫ]urm[a], Warga[š]ša, [-n]aššašš[a], Šalitta, Šamlušna, Gulpina, Ša[r-], [-]ma?, Piša, Pawazziya, [-]riya, Šenzana, Wastišš[a], [-]nuanda, [-i]šša, Kuwašariya, Wint[a-], [-]x-ḫa, X-a-x-a, Ikkuwaniya, Ḫurniya, Ḫadawa-x-a, Ḫurutta, Terumna, Na[-], Ulašš[a], Parminiya, Paršuḫanda, il monte [x], Wališmu?da, Iyamma, Wašuwatta, Šuplanda e la terra del fiume Ḫulaya".

443 Alp S., "Hethitische Briefe aus Maşat – Höyük", Ankara 1991, p. 144-145. 444 Hoffner H. A., "Letters from the Hittite Kingdom", Atlanta 2009, p. 124. 445 Alp S., "Hethitische Keilschrifttafeln aus Maşat – Höyük", Ankara 1991, p. 17.

446 Neu E., Rüster C., "Hethitisches Zeichenlexicon", in "StBoT 2", Wiesbaden 1989, p. 112: "(itt. ru akk. šub/p sum. RU, ŠUB)".

fosse stato possibile o necessario.

Ci sembra difficile, ma non da escludere, la possibilità che – lasciate sguarnite le ultime conquiste – i nemici si dirigessero verso la città e gli ufficiali ittiti approfittassero dell'occasione per riprendere possesso degli ovili situati nella stessa regione ma lontani dal centro abitato.

La principale, ma non unica, perplessità che nutriamo nei confronti di questa lettura risiede nel fatto che non ci sembra possibile che una strategia del genere potesse essere eseguita nel tempo richiesto dalla trasmissione della corrispondenza che ci informa su queste vicende447.

In ogni caso, dal resto del messaggio, veniamo a conoscenza del fatto che anche a Marišta si dovessero coltivare quantità di grano che potevano risultare interessanti per l'amministrazione centrale. Desumiamo questo anche dalla seconda lettera che menziona il toponimo, con la quale il sovrano suggeriva di prelevare il grano da seminare proprio dalle riserve di questa realtà.

Nel prosieguo della stessa missiva le truppe provenienti da questa città e quelle che venivano da Kašipura sembrano essere unite per poi venire nuovamente divise, ma di per sé questa notizia non ci aiuta ad ipotizzare nessun tipo di rapporto geografico tra i due luoghi.

Crediamo invece che la comune menzione dei prigionieri originari di Marišta e di Kalzana possa aiutare ad identificare ambedue i toponimi in un'area a forte presenza kaškea.

Procedendo oltre incontriamo la regione e la città omonima negli Annali completi di Muršili II, rispettivamente in KBo V 8+ (CTH 61.II.7.A, ductus n.h.) e nel frammento 1766/c (KBo XVI 17, CTH 61.II.10, ductus n.h.), quest'ultimo ancora assente nello studio del 1933 di A. Goetze448.

La collocazione cronologica delle tavole si è modificata da quella prima edizione, e ad oggi le due menzioni vengono collocate nel quattordicesimo e diciannovesimo anno449.

La prima delle due vede truppe di Takašta occupare la regione qui presa in analisi e quelle di Šatupa e Karaḫna; con la reazione del sovrano i ruoli si invertono, e nelle righe successive apprendiamo dell'attacco di Muršili II nei confronti degli 447 Ricordiamo che il testo prosegue con l'affermazione del sovrano: "Fate come avete detto". 448 Goetze A., "Die Annalen des Muršiliš", in "MVAeG XXXVIII", Leipzig 1933.

aggressori.

Il percorso affrontato dal sovrano in questa sezione del resoconto ci sarà utile nel paragrafo dedicato a Takašta – dove analizzeremo più approfonditamente le possibili letture del testo – mentre a nostro avviso è più difficile reperire informazioni che esplicitino quale fosse la relazione geografica tra i nemici del regno ittita e le tre regioni vittime dell'attacco.

Al contrario, il resoconto del diciannovesimo anno ci aiuta a colmare questo spazio geografico pur essendo reso di difficile comprensione da una parte molto lacunosa del testo e da un alternarsi della narrazione relativa al percorso del sovrano nella zona del fiume Kummešmaḫa, alla quale siamo interessati, con quella del generale Nuwanza impegnato invece in imprese da collocarsi in luoghi completamente fuori contesto.

L'anno inizia con un percorso che ricalca quello del quattordicesimo450, partendo da Takašta ed arrivando al Kummešmaḫa. Sono presenti alcuni toponimi, ma non possiamo leggerne la maggior parte, essendo questi frammentari o completamente in lacuna.

A seguito delle interruzioni di cui abbiamo scritto sopra ritroviamo il sovrano a Maraša, città dalla quale attacca le regioni di Wituwašina e Aštimaḫuša, purtroppo non conosciute altrove, passando poi da Marišta prima di tornare a Ḫattuša(?) e svernare a Marašantija.

Il toponimo presenta il determinativo KUR anche nelle testimonianze relative al periodo di Ḫattušili III, e principalmente in tre occasioni: una prima volta nel momento in cui si narra dell'abbandono della capitale da parte di Muwatalli II e della conseguente ribellione dei Kaškei di Pišḫuru e Taištipa che arrivano a devastare i territori di Išḫupita, Marišta e delle città fortificate (Col. II r. 3'-4'); una seconda volta nella narrazione – successiva nell'intreccio del testo ma cronologicamente precedente – attraverso la quale il futuro sovrano racconta la sua vittoria contro il nemico, questa volta proveniente solo da Pišḫuru (Col. II r. 31'-32'); infine nell'elenco di terre che il fratello e sovrano concede al giovane Ḫattušili al momento del suo trasferimento a Tarḫuntaša (Col. II r. 56'-63').

Il toponimo si potrebbe integrare anche nella successiva lista di possedimenti 450 Del Monte G., "L'Annalistica Ittita", Brescia 1993, p. 125-128: nella nota 199 l'autore segnala il quindicesimo anno e la p. 124, mentre il percorso è esplicitato nel quattordicesimo a p. 108.

(Col. III r. 32-34), ma essendo una versione che non nomina tutti i toponimi del primo elenco non abbiamo elementi per affermarlo con certezza451.

La più interessante di queste attestazioni è, nonostante la presenza di una lacuna che ci impedisce di avere una lettura chiara, la seconda: il raid dei nemici provenienti da Pišḫuru sembrerebbe aver creato problemi in una zona compresa tra Takašta e Talmalija, all'interno della quale ci sembra di dover inserire i toponimi di Karaḫna e Marišta452.

La città di Talmalija ed il toponimo che stiamo analizzando compaiono anche nella lettera KBo XVIII 79 (CTH 209, ductus n.h.) databile ancora al periodo di Ḫattušili III453, nella quale si affronta il tema della carenza di manodopera e dell'impossibilità di trasferire contingenti di uomini a causa della massiccia presenza di neve/ghiaccio sulla strada.

Il testo KBo L 181 (CTH 215, ductus n.h.) presenta, nelle poche righe conservatesi, un elenco di toponimi, tra i quali Marišta, Šatupa, Arampa e Ku-[ ]; dopo questi leggiamo: "˹1˺ ME URU DIDLI.ḪI.A BÀD-x[" ed il verbo alla terza persona plurale del preterito "ḫarkir"454 che non possono che farci ripensare alle città fortificate menzionate nella "Apologia".

Per concludere l'elenco delle attestazioni possiamo citare la lista di località KBo XIX 30 (CTH 238.5, ductus n.h.), secondo M. Forlanini455 un duplicato di KBo XIX 31 (CTH 238, ductus n.h.), dove si legge un "Ma-r[i ]" che lo studioso milanese integra – pur utilizzando un punto interrogativo – con il toponimo che stiamo analizzando.

Le principali proposte geografiche riguardanti il toponimo provengono ancora una volta dalle solite voci: F. Cornelius456 nel 1958 poneva Marišta, assieme a Šatupa all'estremo orientale del territorio kaškeo; partiva però dall'errata collocazione di Tapika nei pressi della moderna Divriği, ottenendo quindi come risultato una 451 Otten H., "Die Apologie Hattusilis III", in "StBoT 24", Wiesbaden 1981, p. 10-11; 12-13; 14-15; 18-19.

452 Forlanini M., "Tapikka: una Marca di Frontiera. Note sulla Struttura Territoriale ed Economica", in "Eothen 11 (mem. Imparati)", Firenze 2002, p. 261: l'autore sostiene che i limiti siano Karaḫna e Marišta da un lato e Talmalija dall'altro.

453 Hagenbuchner A., "Die Korrespondenz der Hethiter. Teil 2. Die Briefe mit Transkription,

Übersetzung und Kommentar", in "THeth 16.2", Heidelberg 1989, p. 180.

454 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 50", in "DBH 28", Dresden 2008, p. 125. 455 Forlanini M., "La Ricostruzione della Geografia Storica del Ponto nella Tarda Età del Bronzo e

la Continuità della Toponomastica Indigena fino all'Età Romana", in "RIL 131", Milano 1997, p. 412.

localizzazione nei pressi dell'Alto Eufrate.

Il tentativo di J. Garstang457 di collocare, nel 1954, la città nel territorio della moderna Çorum viene ripreso nel 1959 nel compendio geografico scritto insieme ad O. R. Gurney458.

Con i progressi degli studi dedicati alle regioni kaškee si comincia ad individuare il toponimo lungo il corso del fiume Çekerek: E. Von Schuler459, nel 1965, propone una collocazione sul medio corso del fiume, mentre A. Ünal460, nel 1974, sposta il focus sull'alto corso del medesimo.

Sarà invece M. Forlanini461, modificando le sue precedenti proposte462, a candidare la moderna Çerçi – tra Tokat e Pazar, lungo il corso dello Yeşilırmak – come luogo che doveva ospitare Marišta, anche se questa collocazione mal si concilierebbe con le problematiche nelle comunicazioni dovute al ghiaccio ed alla neve testimoniate in KBo XVIII 79 (CTH 209, ductus n.h.).

MURA

Il toponimo è registrato in HKM 99 ed in HKM 103 (pur presentando una grafia poco chiara). Questi due testi sono stati messi in relazione da G. Del Monte463, il quale ha sottolineato il fatto che presentano un buon numero di toponimi in comune.

Se il secondo mostra chiaramente l'attribuzione, probabilmente mediata da un LÚDUGUD, di razioni a gruppi di lavoratori, il primo presenta una lista di personaggi e dei loro luoghi di origine a cui è difficile dare una spiegazione.

Ognuno dei due testi riporta un antroponimo associato alla città, ma il primo, Ḫašamili, attestato altre quattro volte nel solo archivio di Maşat Höyük, è troppo frequente per poter ricercare delle identificazioni, il secondo è purtroppo acefalo e ne

457 Garstang J., "Hittite Military Roads in Asia Minor: A Study in Imperial Strategy with a Map", in "AJA 47.1", Concord (New Hampshire) 1943, p. 54.

458 Garstang J., Gurney O. R., "The Geography of the Hittite Empire", London 1959, p. 13. 459 Von Schuler E., "Die Kaškäer", Berlin 1965, p. 47.

460 Ünal A., "Ḫattušili III Band 1", in "THeth 3", Heidelberg 1974, p. 201-202.

461 Forlanini M., "La Ricostruzione della Geografia Storica del Ponto nella Tarda Età del Bronzo e

la Continuità della Toponomastica Indigena fino all'Età Romana", in "RIL 131", Milano 1997, p. 404.

462 Forlanini M., "Appunti di geografia etea", in "StudMed 1 (Fs Meriggi)", Pavia 1979, p. 182: Akçakışla

463 Del Monte G., "I testi amministrativi da Maşat Höyük/Tapika", in "Orientis Antiqui Miscellanea II", Roma 1995, p. 89-97.

possiamo leggere solo la parte finale ]-iaratiwa464, che non compare altrove.

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 124-133)

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