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ḪANTIŠIZUWA

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 48-84)

Questo toponimo è menzionato nella lettera HKM 99 (CTH 236) accanto al nome di Katḫaili. Oltre che in questo testo l'antroponimo è presente nella sola lettera HKM 100 (CTH 236) all'interno di una lista di sei lavoratori di una É dUTUŠI.

ḪAPARA

Questa città è menzionata in tre lettere provenienti da Maşat, HKM 6, 24, 45 (CTH 186), in KUB XXXI 64 (CTH 12.A, ductus n.h.) e KBo XLIII 63 (CTH 12.III?, ductus n.h. tardo)113.

Nonostante le versioni del CTH 12 risultino essere copie più tarde, le redazione dei testi sono attribuibili ai regni di Muršili I o Ḫantili I.

Il contenuto delle tavolette sembrerebbe molto interessante, ma le condizioni – nonostante la scoperta di nuovi join anche in tempi recenti114 – non permettono una lettura completa.

L'argomento principale sembra essere uno scontro con i Ḫurriti e la frequente menzione di Takarama dovrebbe spostare l'attenzione dal centro della regione di Tapika in direzione sud-orientale.

Considerato il carattere annalistico in cui viene presentato questo testo, non 113 De Martino S., "Annali e Res Gestae Antico Ittiti", in "StudMed 12", Pavia 2003, p. 157.

possiamo analizzare unitamente ed acriticamente la presenza di città menzionate in paragrafi tra loro distinti.

In questa tipologia testuale, infatti, ci imbattiamo spesso in narrazioni sovrapposte in cui attori e contesti geografici sono legati semplicemente dalla contemporaneità delle vicende: le città che appaiono in questi frammenti sono qui elencate in ordine di apparizione e suddivise coerentemente alle linee di paragrafo seguendo il testo traslitterato e tradotto da S. De Martino115: Šinaruwa e Ḫuwarnija; Taruka e [x-i]tḫan; Atunuwa e [Išt]eruwa; Ušu[kana] in connessione con i Ḫurriti e gli uomini di T[akarama]; L[(aḫ)uzantija], il paese di Ḫamša, Ḫašuwa, [Ḫa]tra, il paese (in accadico) di Ḫur(u)ma, ancora in connessione con i Ḫurriti e la città di Takarama; nello stesso paragrafo si parla di un ingresso del nemico nel paese di Ḫattuša, e di azioni compiute nei confronti delle città di U[šukana] e Tari[m-x].

Dal Rs. III, ambientato in primavera, apprendiamo che accade qualcosa nella città di Z[a-x], è nominata ancora Takarama e poi il sovrano presenta la distruzione della città di Puḫa; nel paragrafo successivo sono menzionate Babilonia, le divinità di Ḫattuša e Katapa, poi ancora Takarama e le città mutile Z[u-x] e Z[i-x].

M. Forlanini116 ha provveduto a localizzare buona parte di questi toponimi in un'area limitrofa ma più meridionale rispetto a quella di nostro interesse.

I personaggi citati nel testo sono due, il LÚḫalipi-117 Ḫani, presente anche nelle cronache di palazzo (CTH 8) e senza dubbio diverso dall'omonimo ambasciatore egiziano del periodo imperiale, e Zalma[nini], non attestato altrove.

Dalle lettere di Maşat sembrano invece emergere più informazioni. Da HKM 6, lettera indirizzata a Gaššu, apprendiamo di una precedente comunicazione con la quale il funzionario informava il sovrano del fatto che il nemico fosse arrivato, avesse colpito la città "da quella (parte)" e Kašipura "da questa (parte)" e fosse passato oltre.

Risulterebbe logico supporre che il punto di vista dello scrivente fosse centrato nella città di Tapika, anche se questo vorrebbe dire immaginare attacchi contemporanei in zone molto distanti una dall'altra, cosa che sarebbe più comprensibile escludendo una progettualità comune degli aggressori.

115 De Martino S., "Annali e Res Gestae Antico Ittiti", in "StudMed 12", Pavia 2003, p. 155-185. 116 Forlanini M., "Gab Es eine Hethitische Stadt Hamsa?", in "Archivum Anatolicum 3 (Gs Bilgiç)", Ankara 1997, p. 117-123.

HKM 24 e HKM 45 sembrano essere collegate, e le integrazioni proposte sono il frutto di una lettura complessiva dei due testi. Ḫapara è l'unico toponimo che possiamo leggere integralmente, mentre vediamo solo la seconda parte di [Taḫa]zimuna.

Rimaniamo scettici sulla possibilità di integrazione di [Ta]pika – sebbene l'unica possibile stando alla lista dei toponimi ittiti118 – dal momento che il testo tratta di una ricollocazione di insediamenti, per la quale ci aspetteremmo il coinvolgimento di luoghi più periferici.

È possibile proporre l'integrazione del toponimo Ḫa[pa]ra nella lettera HKM 112, un testo che – come HKM 45 – menziona, anche se non in relazione diretta a questa, più di un ponte. Gli abitanti della città, con ogni probabilità un gruppo di lavoratori, si trovano in questa occasione vicino alla città di Ijakanuina/Ijakanueški.

Nonostante la frequente alternanza l/r possa far intuire un'assimilazione alla città di Ḫapala di KUB XLVIII 105 + KBo XII 53 (CTH 530, ductus n.h. tardo), il cui ambito sembrerebbe essere affine al territorio di Tapika, non c'è margine per delle affermazioni certe. La menzione dei LÚMEŠ MUN di Ḫapala farebbe propendere piuttosto per una zona diversa, ma analizzeremo questo toponimo successivamente.

ḪARIJA

Abbiamo già incontrato questo toponimo nei paragrafi riguardanti Anzilija e Ḫani(n)kawa per la loro compresenza nelle lettere HKM 54 e HKM 55, le quali hanno come argomento la semina di terreni.

La città è presente anche in HKM 62, testo gravemente mutilo che secondo le integrazioni di S. Alp119 menziona alcuni fuggitivi, e HKM 111120, nel quale si riprende l'argomento agricolo e dove è consegnato a tre personaggi – Ḫimuili, Maruwa e Tiwaziti il combattente su carro – il frumento da seminare nel territorio del villaggio.

Il primo di questi personaggi potrebbe essere il BĒL MADGALTI già citato nello stesso testo, ma dobbiamo considerare che solo all'interno del corpus di Maşat possiamo individuare, oltre al governatore, altri due omonimi associati alle città di 118 Jie J., "A Complete Retrograde Glossary of the Hittite Language", in "PIHANS 71", Leiden 1994. 119 Alp S., "Hethitische Briefe aus Maşat – Höyük", Ankara 1991, p. 236-239.

120 Del Monte G., "I testi amministrativi da Maşat Höyük/Tapika", in "Orientis Antiqui Miscellanea II", Roma 1995, p. 123-124.

Ḫašarpanda e Kamama.

Anche l'antroponimo Maruwa sembra essere attribuibile a più personaggi, a meno che non si voglia supporre, come fa H. A. Hoffner121, che il LÚ URUḪimuwa di HKM 13 ed il LÚ URUKakatuwa di HKM 14 siano lo stesso personaggio, ed eventualmente che questo sia il medesimo associato al villaggio di Ḫarija. Non ci interessa l'attestazione dell'antroponimo in KUB XIII 35 (CTH 293, ductus n.h.), che sembra essere databile al periodo di Ḫattušili III o dei successori122, mentre è difficile esprimersi sul frammento KBo XXXII 197 (CTH 215, ductus m.h.?) che, identificato in maniera dubbia come m.h., menziona una regina di Muwatalli I ed altri venti antroponimi, alcuni dei quali sono presenti nei testi di Maşat.

Anche l'unica città presente nel testo – Ḫartitka – non è di alcun aiuto in quanto hápax legómenon. La presenza nella tavoletta di İnandık e in due testi n.h. dell'antroponimo Tiwaziti non possono esserci utili.

L'attestazione segnalata dal Répertoire Géographique123 per KBo X 23 (CTH 627, ductus n.h.) è solitamente integrata con il toponimo Ḫarij[aša], e verrà quindi considerata nel paragrafo successivo.

ḪARIJAŠA [NON PRESENTE NELL'ARCHIVIO DI TAPIKA]

Questa città non rientra tra quelle presenti nei testi di Maşat, ma la somiglianza con il toponimo precedente ci suggerisce di analizzare i testi in cui è menzionata per decidere se proporre o rigettare un'assimilazione.

KBo X 23 (CTH 627, ductus n.h.) presenta una versione mutila: la grafia URUḪa-a-ri-j[a ] non permette di affermare con sicurezza di quale città si stia parlando ed il testo della festa KI.LAM, che menziona il toponimo solo come luogo di provenienza di un offerta consistente in un cervo d'argento con corna d'oro, non aiuta ad individuarne l'ambito geografico.

Il frammento KUB XLII 29 (CTH 244.2, ductus n.h.) è un testo MANDATTU, traslitterato e tradotto da J. Siegelová124, che menziona in maniera frammentaria (un uomo di) Kizuwatna e personaggi provenienti dalle città di [ ]-ḫira, Arpuzija, 121 Hoffner H. A., "Letters from the Hittite Kingdom", Atlanta 2009, p. 118-121.

122 Hoffner H. A., "Hittite Archival Documents", in "CoS vol. 3", Leiden-Boston-Köln 2002, p. 57. 123 Del Monte G., Tischler J., "Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes", in "TAVO 6.2", Wiesbaden 1978, p. 86.

124 Siegelová J., "Hethitische Verwaltungspraxis im Lichte der Wirtschafts- und Inventardokumente

Kuenma/zulija, Mizamizana, Ḫuwar-[], Tušimna, Šawata, Kurkuriša, oltre ad un palazzo di Ḫarijaš/ta al quale possiamo provare ad affiancarne altri due: il primo nel frammento di inventario KUB LI 23 + KUB LVII 108 (CTH 530, ductus n.h.) con la grafia Ḫarwašija (sembra probabile dover emendare per la presenza del toponimo Ḫarijašija quattro righe più in basso), per il quale si rimanda a M. Forlanini125, che propone una localizzazione a nord della moderna Aksaray, ed il secondo nel già citato frammento di inventario di culto KUB XLVIII 105 + KBo XII 53 (CTH 530,

ductus n.h. tardo) dove invece troviamo un palazzo Ḫa-x-[r]i-ja-ša nella città di Ḫat-

[x]-x-(nu?)126, da individuare con ogni probabilità nel paese di Turmita.

Dato l'ampio margine di variazioni grafiche incontrate fino ad adesso possiamo inserire nell'analisi anche É URUḪarij[an?d]a? proveniente da KUB XXV 44 (CTH 704.5.A127, ductus n.h.), una lista di divinità di ambito ḫurrita che menziona fiumi e montagne riconducibili alla zona del moderno fiume Seyhan e della catena dell'Anti-Tauro.

La lettura di questi testi sembrerebbe far escludere l'assimilazione con il toponimo precedente, ed al contempo la possibilità che le menzioni riguardino lo stesso palazzo sembra essere non determinabile. È per questo motivo che – pur non accogliendo pienamente la convinzione con cui G. Del Monte128 afferma che i toponimi, soprattutto quello presente in KBo X 23, vadano tenuti distinti – non ci sentiamo in grado di utilizzare le informazioni geografiche provenienti da questi testi.

125 Forlanini M., "Uda, un cas probable d'homonymie", in "Hethitica X", Louvain La Neuve 1990, p. 109-127.

126 Archi A., Klengel H., "Ein hethitischer Text über die Reorganisation des Kultes", in "AoF 7", Berlin 1980, p. 144: non siamo certi che il segno "nu" faccia parte del toponimo.

127 Wegner I., "Hurritische Opferlisten aus hethitischen Festbeschreibungen", in "ChS I/3-2", Roma 2002, p. 164-166.

128 Del Monte G., "I testi amministrativi da Maşat Höyük/Tapika", in "Orientis Antiqui Miscellanea II", Roma 1995, p. 125.

ḪAŠARPANTA

Il toponimo è attestato una sola volta, in HKM 57 (CTH 190), dove leggiamo che due uomini provenienti da questa città – Ḫimuili e Tarḫumuwa – sono accusati da Ilali129 e Kašilti di aver portato via a Kaštanta, schiavo del figlio di un sacerdote di Urišta, una donna che aveva comprato.

Il caso viene sottoposto al governatore di provincia ed a Ḫuilli. Escludiamo che il Tarḫumuwa menzionato in questo testo sia il re di Mira, unico omonimo presente all'interno della letteratura ittita. Gli altri antroponimi sono praticamente sconosciuti, eccezion fatta per Ḫuilli – presente in sette lettere provenienti da Maşat – e per quello di Ḫimuili che si cela dietro al titolo di governatore di provincia.

L'unica affermazione che si può fare rispetto a questo luogo, del quale non abbiamo alcuna specificazione geografica, è che risulta plausibile immaginare che gli accusati provenissero da un luogo vicino ad Urišta (solitamente associata a Ḫakm/piš), anche se la celebrazione del processo nella provincia di Tapika suggerisce che i fatti siano avvenuti nel territorio amministrato da quest'ultima.

ḪA(U)WALTA

Presente solamente in HKM 73 questa città è indicata come luogo di provenienza di una donna che deve essere giudicata. Il nome di Tarwaški, colui che ha informato il grande degli scribi della situazione descritta nella tavoletta, è attestato altre due volte, ma in contesti più tardi.

È curioso il fatto che in KUB XIII 35 (CTH 293, ductus n.h.) l'omonimo svolga il ruolo di testimone/accusato, e che abbiamo già citato questo documento per la presenza di un uomo di nome Maruwa, ma ciò dipende con ogni probabilità dal cospicuo numero di testimoni chiamati in causa nel testo.

ḪIMUWA

Il toponimo è attestato sin dal periodo più antico sia come semplice città, sia con il determinativo KUR. Lo troviamo in copie a.h., n.h. e n.h. tarde delle leggi "Se un uomo" (CTH 291)130, al §54131 dove si tratta l'argomento dell'esenzione dal "šaḫḫan" e dal "luzzi" per gruppi di ERÍN.MEŠ provenienti da Šala (registrato sul

Répertoire Géographique, ma senza determinativo in tutte le copie), Tamalkija,

Ḫatra, Zalpa, Tašḫinija, Ḫimuwa e di altri soggetti.

La concessione di questo privilegio è stata letta come attestazione di un ruolo di preminenza di alcuni centri in una prima fase della storia ittita132, ma anche come strategia politica per assicurarsi l'alleanza di zone periferiche del regno in un momento in cui i Ḫurriti stavano cominciando a costituire una seria minaccia133.

Ancora nel periodo Antico Ittita ritroviamo la città in KBo VII 14 + KUB XXXVI 100, testo dal ductus di attribuzione incerta tra a.h. e m.h. delle Res Gestae di Ḫattušili I (CTH 14.IV.A) ed in una copia del testamento politico dello stesso sovrano (CTH 6, ductus n.h.).

È da notare che in tutti casi esaminati fino ad adesso il soggetto in questione non è la città stessa, ma rispettivamente gli ERÍN.MEŠ, i LÚMEŠ ed un LÚ.

Nel testamento politico la menzione degli uomini di [Kušara(?)], Ḫimuwa, Tamalkija e [Zalpa(?)]134 sembra confermare l'impressione che alcuni toponimi – e quelli che possiamo leggere sono entrambi presenti nei testi delle leggi – rivestissero un ruolo particolare nell'Antico Regno.

La città è registrata anche in KUB XII 43 (CTH 457.3, ductus a.h.), un testo mitologico traslitterato e tradotto da F. Fuscagni135 sul portale di Mainz, le cui condizioni ci impediscono di capire la motivazione della presenza di questa città 130 KBo VI 2, a.h. (CTH 291.1.a.A); KBo VI 3, n.h. (CTH 291.I.b.A); KBo VI 6 n.h. tardo (CTH 291.II.c.A).

131 Hoffner H. A., "Hittite Laws", in "Law Collections from Mesopotamia and Asia Minor", Atlanta 1995, p. 225: "¶ 54 Formerly, the … troops, the troops of Sala, Tamalki, Hatra, Zalpa, Tashiniya and

Hemuwa, the bowmen, the carpenters, the chariot warriors and their …-men did not render the luzzi- services, nor did they perform šaḫḫan-services".

132 Otten H., "Eine althethitische Erzählung um die Stadt Zalpa", in StBoT 17", Wiesbaden 1973, p. 60.

133 Collins B. J., "§54 of the Hittite Laws and the Old Kingdom Periphery", in "Or NS 56.1", Roma 1987, p. 137.

134 Klock-Fontanille I., "Le testament politique de Ḫattušili Ier ou les conditions d'exercice de la

royauté dance l'ancien royaume hittite", in "Anatolia Antiqua IV", Paris-Istanbul 1996, p. 62.

135 http://www.hethport.uni-wuerzburg.de/txhet_besrit/intro.php?xst=CTH%20457.3&prgr= %C2%A7%201&lg=DE&ed=F.%20Fuscagni.

all'interno del testo.

Nel Medio Regno il toponimo è presente in più copie della preghiera di Arnuwanda I e Ašmunikkal alla dea sole di Arina (CTH 375) ed in una versione delle Istruzioni (CTH 261.I.B, ductus n.h.) del medesimo sovrano per il governatore di provincia. Nel primo testo il KUR di Ḫimuwa è menzionato tra i numerosi paesi saccheggiati e devastati dai Kaškei136. Se questa lista non può essere presa come geograficamente ordinata – come invece sostiene M. Forlanini137 – dobbiamo però riconoscergli un'utilità particolare, sia perché ci sembra di poter individuare questi toponimi in un'area – dal punto di vista della capitale – principalmente settentrionale e orientale piuttosto che nord-occidentale, sia per l'indiscutibile valore che può avere una lista di KUR del Medio Regno e per di più attribuibili ad uno specifico sovrano.

Il testo di Istruzioni che menziona gli ERÍN.MEŠ di Ka/išija, Ḫimuwa, Takara[ma] ed Išuwa ricopre invece – secondo F. Pecchioli Daddi138 – un'importanza particolare perché potrebbe essere stato redatto per il governatore di una specifica provincia, con ogni probabilità da localizzarsi in prossimità delle entità territoriali da cui provenivano questi uomini. In questo caso desterebbe qualche perplessità la presenza della provincia di Ka/išija, dal momento che questa viene solitamente localizzata nella parte nord-occidentale del regno ittita, ma è da notare d'altronde che si tratta dell'unica attestazione di questo toponimo in cui la grafia utilizzata dagli scribi non presenta un raddoppiamento della "š".

Il frammento di itinerario KUB XL 110 (CTH 824.I.1.A, ductus n.h.), duplicato in CTH 824.I.1.B139 e CTH 824.I.1.C140, ripercorre un viaggio fatto da ispettori del culto. Nonostante due dei testi siano senza dubbio n.h., la triplice menzione de "l'anno di Ḫuḫazalma" induce a collocare gli eventi narrati nel periodo di regno di Arnuwanda I141.

136 Freu J., Mazoyer M., "Les débuts du nouvel empire Hittite. Les Hittites et leur histoire", Paris 2007, p. 327: i toponimi – tutti affiancati dal determinativo KUR – sono Nerik, Ḫuršama, Kaštama, Šariša, Ḫimuwa, Takašta, Kamama, Zalpa, Kapiruḫa, Ḫurna, Tankušna, Tapašawa, Taruka, Ilaluḫa, Ziḫana, Šapituwa, Wašḫaja, Patalija.

137 Forlanini M., "Le spedizioni militari ittite verso Nerik. I percorsi orientali", in "RIL 125", Milano 1992, p. 286.

138 Pecchioli Daddi F., "Il vincolo per i governatori di provincia", in "StudMed 14", Pavia 2003, p. 156-157.

139 Il portale di Mainz ipotizza per questo testo una grafia mh(?).

140 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 48", in "DBH 38", Dresden 2012, p. 52-53; 55.

141 Marizza M., "Dignitari Ittiti del Tempo di Tutḫaliya I/II, Arnuwanda I, Tutḫaliya III", in "Eothen 15", Firenze 2007, p. 4.

È ancora una volta M. Forlanini ad analizzare il testo, ed a commentarne il contenuto in due articoli. Nel primo142 lo studioso milanese colloca i toponimi elencati nella zona di Purušḫanta, tralasciando però la menzione della città di nostro interesse. Nel secondo143 avanza la proposta di dover inserire – prima di UR]UḪimuwa – il frequente "gli uomini di", giustificandola con l'affermazione che nei testi della tarda fase imperiale il toponimo si presenti solamente come ethnikon, essendo la città stata persa a favore dei Kaškei al tempo di Arnuwanda I.

Sebbene concordiamo con la proposta di integrazione, dobbiamo rigettarne la motivazione, dal momento che la composizione del testo non dovrebbe essere tarda, e soprattutto perché i territori persi durante il periodo di crisi del regno ittita sembrano essere riconquistati o riassoggettati in un tempo relativamente breve.

Il regno raggiungerà un'estensione ben maggiore con i successivi sovrani, vedendo una nuova contrazione solamente nel periodo contemporaneo o immediatamente precedente allo spostamento della capitale a Tarḫuntaša.

Pur non rientrando propriamente tra le attestazioni del paese o della città, dobbiamo citare la donazione di terre 2064/g (CTH 222.7, ductus m.h.), dove troviamo una lista di sorgenti tra le quali una chiamata "Ḫé-e-mu-wa[(-)]"144.

I toponimi presenti nel testo, comprese le due montagne Šitḫana e Ḫurla, sono

hápax legómena, ad eccezione di Ankuwa e Šariša, le quali però non possono essere

decisive in una proposta di localizzazione; si tratta di un interessante catalogazione che potrebbe rivelarsi utile in una ricostruzione geografica più dettagliata, ma che non crediamo di poter utilizzare in questo contesto.

La lettera HKM 13 (CTH 186) ci mette al corrente della capitolazione di Maruwa, uomo di Ḫimuwa. Abbiamo già incontrato questo antroponimo nel paragrafo dedicato alla città di Ḫarija, dove si è citata la posizione di H. A. Hoffner145, il quale considera il Maruwa di questa lettera lo stesso personaggio di HKM 14 (CTH 186), dove è appellato come LÚ URUKakatuwa.

142 Forlanini M., "The Historical Geography of Anatolia and the Transition from the Kārum-period

to the Early Hittite Empire", in "Anatolia and the Jazira During the Old Assyrian Period (PIHANS

111)", Leiden 2008, p. 65.

143 Forlanini M., "On the Middle Kızılırmak, II”, in “Central-North Anatolia in the Hittite Period – New Perspectives in Light of Recent Research. Acts of the International Conference Held at the Uiversity of Florence 7-9 February 2007 (Studia Asiana 5), Roma 2009, p. 47.

144 Rüster C., Wilhelm G., "Landschenkungsurkunden hethitischer Könige", in "StBoTB 4", Wiesbaden 2012, p. 108-111.

Dalla lettura di questa lettera possiamo comunque evincere che la città – al pari della regione che rappresentava – si dovesse trovare non solo in una posizione periferica del regno ma anche rispetto alla città di Tapika.

Possiamo fare un breve accenno al rituale di evocazione KUB XV 34 (CTH 483.I.A, ductus m.h.), tradotto da J. V. García Trabazo146: lo studioso spagnolo segue la proposta di integrazione di A. Goetze147, che però, alla luce delle conoscenze geografiche odierne, non sembra attendibile. Dopo una lista di toponimi di rilevanza internazionale infatti troviamo una serie di luoghi ad oggi collocabili nel nord-ovest della terra di Ḫatti.

Altri quattro testi contribuiscono a creare confusione nella possibile collocazione di questo toponimo. Si tratta di due frammenti di un rituale per Nerik (CTH 678, ductus n.h.) ed altri due di un inventario di culto di Pirwa (CTH 518,

ductus n.h.).

Dobbiamo premettere che cercare di trarre informazioni geografiche da documenti relativi alla sfera religiosa si dimostra quasi sempre infruttuoso, ma la contrapposizione tra questi due testi, se vogliamo accogliere le proposte di M. Forlanini del 1992148 e del 2009149 di individuare l'ambito geografico prevalente del culto di Pirwa nella zona di Kaniš, diventa realmente incolmabile.

In ogni caso non possiamo esimerci dal leggere il contenuto dei due documenti: nei duplicati relativi a Nerik, si parla di un viaggio su carro del sovrano e della regina verso la città di Kaštama, poco dopo è menzionato il monte Zalijanu, ma ancora una volta non è la città ad avere un ruolo, sono gli uomini provenienti da essa ad essere attori nella vicenda.

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 48-84)

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