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MAL/NAZIJA

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 114-124)

Le attestazioni più antiche di questo toponimo provengono principalmente dall'archivio di Maşat Höyük, dove il nome dell'insediamento è testimoniato in cinque lettere (HKM 6, 47, 65, 76, 102); a queste va aggiunto il frammento KBo XLVII 314 (CTH 283, ductus m.h.?)373 la cui redazione potrebbe doversi collocare cronologicamente vicina a quella del materiale proveniente da Tapika.

Negli Annali completi di Muršili II la città e la regione di Malazija sono menzionate numerose volte all'interno della narrazione del dodicesimo e tredicesimo anno nei testi KBo XIX 76 + KUB XIV 20 (CTH 61.II.6.A, ductus n.h.) e KUB 369 Marizza M., "Dignitari Ittiti del Tempo di Tutḫaliya I/II, Arnuwanda I, Tutḫaliya III", in "Eothen 15", Firenze 2007.

370 Miller J. L., "Studies in the Origins, Development and Intepretation of the Kizzuwatna Rituals", in "StBoT 46", Wiesbaden 2004, p. 355.

371 Beckman G. M., Bryce T. R., Cline E. H., "The Ahhiyawa Texts", Atlanta 2011, p. 224.

372 Forlanini M., "L'Anatolia nordoccidentale nell'impero eteo", in "SMEA XVIII", Roma 1977, p. 205.

XXIII 81 (CTH 61.II.6.C, ductus n.h.)374.

Il toponimo è presente nella lista di AGRIG VBoT 68 (CTH 231.1, ductus n.h.)375 e nel frammento di festa AN.TAH.ŠUMSAR KBo IV 13 (CTH 625.1.A, ductus n.h. tardo)376.

A queste attestazioni si deve aggiungere quella presente in una copia tarda delle "Gesta" di Šuppiluliuma I – KBo V 6 (CTH 40.IV.1.A, ductus n.h. tardo)377 – in cui figura il toponimo Manazija.

Dalla lettura della documentazione proveniente dall'antica Tapika possiamo sin da ora circoscrivere l'ambito geografico di pertinenza di questo insediamento; HKM 6 (CTH 186)378, affrontata anche in altri paragrafi, è una lettera scritta dal sovrano a Gaššu dalla quale veniamo a sapere che il funzionario ittita era in grado di mandare esploratori nei territori di Takašta e Mal/nazija.

Potremmo supporre, immaginando che Gaššu si trovasse a Tapika, luogo del ritrovamento della lettera, e ricordano quanto letto nel Vincolo per i Governatori di Provincia379, che la città che stiamo analizzando potesse trovarsi entro il limite di due giorni previsto per gli spostamenti degli esploratori380. Anche se non è necessariamente testimonianza di prossimità geografica, crediamo sia utile, anche alla luce dei testi che analizzeremo in seguito, sottolineare la compresenza delle città di Takašta e Mal/nazija.

Il testo oracolare HKM 47 (CTH 581)381 è l'unico tra quelli che presentano un

ductus m.h. ad individuare Mal/nazija come KUR. Seguendo il percorso fatto dagli

auguri sembra possibile leggere un itinerario che dalle città di Šipišaši e Pišatini(ti)ša 374 Del Monte G., "L'Annalistica Ittita", Brescia 1993, p. 102-103.

375 Goetze A., "Bemerkungen zu dem hethitischen Text AO 9608 des Louvre", in "RHA 1", Paris 1930, p. 18-30.

376 Forlanini M., "The Offering List of KBo 4.13 (I 17’-48’) to the local gods of the kingdom, known

as Sacrifice List, and the history of the formation of the early Hittite state and its initial growing beyond central Anatolia", in "Atti del VI Congresso Internazionale di Ittitologia. Roma 5-9 settembre

2005. Parte I (SMEA XLIX)", Roma 2007, p. 259-280.

377 Del Monte G., "Le Gesta di Suppiluliuma", in "L'opera Storiografica di Mursili II Re di Hattusa vol. I", Pisa 2009, p. 104-105.

378 Hoffner H. A., "Hittite Archival Documents", in "CoS vol. 3", Leiden-Boston-Köln 2002, p. 47. 379 Anche se – dobbiamo specificarlo – Gaššu non era un Governatore di Provincia; le limitazioni imposte al suo grado potevano essere quindi – al pari dei suoi compiti – diverse da quelle di un governatore.

380 Pecchioli Daddi F., "Il vincolo per i governatori di provincia", in "StudMed 14", Pavia 2003, p. 89: "Inoltre il signore della postazione faccia allontanare dalle postazioni (var.: dalla postazione) i

contingenti e gli esploratori (che occupano) le postazioni (var.: gli esploratori) (per un massimo di) due giorni".

– se non facenti parte della regione di Mal/nazija sicuramente prossime ad essa – si dirigesse verso Tapika passando per le città di Kašaša e Panata.

Il responso oracolare attraverso la lettura del volo degli uccelli, giunto solamente dopo l'arrivo degli auguri saranno tornati a Tapika, si sarebbe dimostrato favorevole all'attacco della città di Takašta.

Da HKM 65 (CTH 190)382 veniamo a conoscenza della prigionia di due personaggi provenienti da Mal/nazija – [P]iš[i]šši[ḫ]li e [N]aištuwarri, sconosciuti altrove. I due dovevano essere identificati come elementi molto importanti, perché il mittente della lettera – Pulli – intima al destinatario – Adad-bēlī – di legarli mani e piedi, farli scortare e portarli in buone condizioni da Kašipura – dove erano tenuti prigionieri – al cospetto del sovrano.

Le condizioni di conservazione di HKM 76 (CTH 190)383 limitano le nostre possibilità di lettura alla constatazione della presenza di altri due uomini provenienti da Mal/nazija – Ḫattušili e Pigganu – e di un toponimo di cui è leggibile solo il primo segno "Ta-"; il nome Ḫattušili non ci permette di avanzare nessuna ipotesi di identificazione del soggetto, mentre quello di Pigganu – sicuramente diverso dal Piggana di CTH 146 – si ritrova nella lista contenuta in KUB XLVIII 107 (CTH 375.3.A, ductus n.h.), copia della preghiera di Arnuwanda ed Ašmunikkal alla dea solare di Arina. Il personaggio che porta questo nome è identificato come "LÚtapariyalli-" della città di Ziḫarzija e M. Forlanini non esclude si possa trattare dello stesso personaggio384.

Il nome di un altro prigioniero, cieco e proveniente da Mal/nazija, è testimoniato nella lista HKM 102 (CTH 233, ductus m.h.?)385, dalla quale apprendiamo che il suo controvalore era stato stabilito in una ragazza ed un uomo. Il suo nome – Gašaluwa – è registrato anche in KBo XVI 29 + (CTH 139.2, ductus m.h.)386, dove appare assieme a quello di Šimitili nell'ambito di un giuramento.

Sebbene non ci siano elementi per proporre un'identificazione possiamo notare l'ambito inequivocabilmente kaškeo che caratterizza entrambi i testi.

382 Marizza M., "Lettere ittite di re e dignitari", Brescia 2009, p. 83.

383 Alp S., "Hethitische Briefe aus Maşat – Höyük", Ankara 1991, p. 264-267.

384 Forlanini M., "Le spedizioni militari ittite verso Nerik. I percorsi orientali", in "RIL 125", Milano 1992, p. 287.

385 Del Monte G., "I testi amministrativi da Maşat Höyük/Tapika", in "Orientis Antiqui Miscellanea II", Roma 1995, p. 103-104.

Il frammento KBo XLVII 314 (CTH 283, ductus m.h.?)387, descritto come

Bibliotheksetiketten, ci fornisce un'ulteriore prova dell'appartenenza del KUR di

Mal/nazija all'ambito kaškeo presentando, nelle poche righe conservatesi del testo, alcune di quelle che dovevano essere considerate "URUDIDLI.ḪI.A KUR URUGa-aš-ga", o realtà immediatamente confinanti con queste ultime: oltre al toponimo che stiamo analizzando leggiamo quello dei KUR di Tašmaḫa ed Ištištaḫa; il secondo è hápax

legómenon, mentre il primo rimanda all'ambito geografico del monte Ḫaḫarwa.

Le attestazioni della città e della regione di Mal/nazija contenute negli Annali di Muršili II sono fondamentali per una proposta di collocazione del toponimo; oltre a confermare il ruolo di entità esterna al regno ittita ed attivamente ostile (da leggersi kaškea), almeno limitatamente al periodo di regno del sovrano e di quello del padre, il testo ci fornisce anche informazioni piuttosto puntuali riguardo alle vicine Šunupaši, Ištupišta e Pitakala(i)ša – i cui abitanti sono definiti fratelli di quelli di Mal/nazija – le quali sembrano doversi situare tutte attorno alla montagna Kuwatilša.

Il passo sembra specificare anche che dal monte, dove il sovrano aveva posto l'accampamento, l'esercito dovesse risultare visibile ai tre insediamenti, coperto solamente alla vista degli abitanti di Mal/nazija, i quali dovevano trovarsi dal lato opposto del rilievo. Il testo merita di essere riportato integralmente nella traduzione di G. Del Monte388.

387 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 47", in "DBH 33", Dresden 2011, p. 237. 388 Del Monte G., "L'Annalistica Ittita", Brescia 1993, p. 102-103: "Ma [il nemico] kaškeo in quei

giorni prese [ad assalire continuamente città ittite]. [Quando io, Sua Maestà, venni a sapere una tal cosa] andai per la seconda volta [a combattere] contro [i territori kaškei] ed andai contro la regione di Malazija, [poiché] questa regione di Malazija [era stata ostile] al tempo di mio padre ed assaliva continuamente [il territorio ittita. Io marciai di notte, e quando] fece giorno lontano alle spalle di Malazija [mi] si presentò davanti il monte Kuwatilša, alto e difficile; e finché non raggiunsi il detto [monte Kuwatilša] si fece mezzogiorno, e finché [non salii su] si fece sera e cercai un bivacco sul monte Kuwatilša. Da lontano mi vedevano [da una parte] Šunupaši, dall'altra Ištupišta e dall'altra [gli uomini di Pitakalaiša], fratelli appunto degli uomini di Malazija. Allora [il forte Tarhunta, mio signore], mostrò la sua divina potenza: le dette genti di Šunupaši, di Ištupišta e di Pitakalaiša, fratelli delle genti di Malazija, che mi [vedevano] da lontano, non [portarono] poi la notizia alle genti di Malazija e non fecero fuggire il nemico. Io, Sua Maestà, andai ad accamparmi [su] a Pitakalaiša, ma quando l'esercito piantò il bivacco il forte Tarhunta, mio signore, mostrò di nuovo la sua divina potenza: subito al crepuscolo fece scendere una nube e la mise su di me e l'esercito. Mentre scendevo sul [territorio di] Malazija la nube precedeva me e l'esercito e il nemico appunto non (mi) vide, e quando raggiunsi giù il territorio di Malazija (il dio) portò via la nube davanti a me. Il nemico, che non sapeva di me, era disperso a mietere i raccolti, ed io trovai il territorio di Malazija seduto [giù], lo assalii, ne raccolsi la popolazione e il bestiame bovino ed ovino, devastai col fuoco la regione e la distrussi. Poi andai ad accamparmi su a Malazija. L'indomani devastai col fuoco [il territorio di] Katalatuwa e il territorio di Tašinata, ma poiché gli abitanti di Tašinata stavano dalla parte di Sua Maestà vennero da me a dirmi: «Signor nostro, tu hai distrutto queste genti di Malazija, ma quando, signor nostro, [sarai andato] via a Hattuša [essi verranno e cercheranno] di distruggere noi.»".

La narrazione continua poi con la menzione di altri toponimi – Upašita, Kuiškani, Tapapa[ḫšuwa], Ḫatinzuwa, Katiš(ḫ)iša e [Taštar]iša – da localizzarsi certamente lungo un percorso che progressivamente si distanziava in direzione settentrionale dallo spazio geografico appena inquadrato.

La lista di AGRIG VBot 68 è stata messa a paragone con il frammento di AN.TAḪ.ŠUMSAR KBo IV 13 già da A. Goetze389, il quale notava che il primo risultava essere – con la sola eccezione dei toponimi di Ištaḫara e Tapika, presentati in ordine inverso nei due testi – solamente un elenco più breve del secondo. È innegabile che queste liste sembrino ordinate geograficamente, ma continuiamo a sostenere che non si tratta certamente di itinerari, e che l'ordine proposto, sebbene possa riflettere l'ordine geografico mentale di chi dettava il testo, non può avere pretesa di essere un indizio indiscutibile (ne è prova anche la sola inversione dei due toponimi).

Possiamo constatare che i toponimi più prossimi a quelli di Mal/nazija nei due testi siano Zapišḫuna e Takašta nella lista di AGRIG, ed Ištaḫara e Kal/rašm/tita nel frammento festivo.

L'ultimo testo che abbiamo selezionato non è stato relegato in questa posizione – invece di essere analizzato nel quadro cronologico che gli sarebbe spettato, tra i documenti di Tapika e gli Annali di Muršili II – per il suo ductus n.h. tardo, ma per la particolare grafia con cui è indicato il toponimo; numerose sono state le proposte di integrazione390, spesso tese a distinguere la città indicata in questo documento dalla più conosciuta regione di Mal/nazija.

Dalla lettura del testo391, infatti, sembra potersi evincere che la città di Manazija[ ] sia da collocarsi all'interno della regione di Ištaḫara, questione da escludere se vogliamo dare dignità di regione amministrativa autonoma al KUR di Mal/nazija.

Dobbiamo però ricordare che nella documentazione ittita sono attestati 389 Goetze A., "Bemerkungen zu dem hethitischen Text AO 9608 des Louvre", in "RHA 1", Paris 1930, p. 20-24.

390 Forlanini M., "Toponymie Antique d'Origine Hattie?", in "Hethitica VIII", Louvain-Paris 1987, p. 117.

391 Del Monte G., "Le Gesta di Suppiluliuma", in "L'opera Storiografica di Mursili II Re di Hattusa vol. I", Pisa 2009, p. 105: "…, e dopo aver terminato di celebrare la festa dell'anno andò nella

regione di Istahara. Poiché i Kaskei si [erano] presi la regione di Istahara, campagne ittite, [mio padre] ne scacciò il nemico, poi ricostruì la città di NG, Manazija[ra], Kalimuna e la città di NG, […], le mise in ordine e le rese di nuovo terra [ittita]. Dopo aver riordinato [la regione di Istahara] tornò a Hattusa per [passare l'inverno]".

frequenti sconfinamenti tra regioni (e siamo certi che i KUR di Mal/nazija e di Ištaḫara fossero geograficamente prossimi) ed una ricostruzione dell'avamposto ittita di Mal/nazija dopo la cacciata del nemico kaškeo, preponderante nella regione, ed il suo arretramento non è da escludere.

Inoltre non abbiamo le conoscenze adeguate per affermare che essere sede di un AGRIG ed avere la determinazione di KUR dovesse significare essere riconosciuti come un'entità amministrativa autonoma.

Oltre alla proposta di identificazione di F. Cornelius392, basata sull'affinità toponomastica con la moderna Malatya, le posizioni di altri studiosi si sono spesso orientate su aree geografiche piuttosto che su luoghi specifici; così G. Del Monte393 indicava nel 1993 la vallata del Çekerek a sud di Amasya come il luogo dove collocare Mal/nazija; M. Forlanini394 nel 2002 sosteneva invece di dover collocare sia Takašta che Mal/nazija ad ovest del fiume, la prima in posizione più settentrionale, vicino alla confluenza dei fiumi Çekerek e Yeşil, la seconda più a sud.

Come potremo vedere nel paragrafo dedicato a Takašta, lo studioso avrà modo di modificare le sue opinioni riguardo questa turbolenta regione, anche se le posizioni riguardanti Mal/nazija non saranno più messe in discussione395.

Osservando i dati che ci fornisce la documentazione relativa alla regione ed alla città di Mal/nazija possiamo evidenziare la necessità di trovare una collocazione non eccessivamente distante da Tapika (i due giorni di viaggio che potevano affrontare gli esploratori non trasgredendo le regole imposte dal Vincolo per i governatori di provincia, anche se queste potrebbero non essere risultate prescrittive per Gaššu, il cui ruolo a Tapika non era quello di BĒL MADGALTI396), che giustifichi però anche le frequenti menzioni del toponimo assieme a quello di Ištaḫara ed agli ambienti kaškei da collocarsi sulla strada per Nerik ed i rapporti documentati in più testi con la regione di Takašta; questo ci porta sicuramente ad investigare la parte 392 Cornelius F., "Geschichte der Hethiter: Mit besonderer Berücksichtigung der geographischen

Verhältnisse und der Rechtsgeschichte", Darmstadt 1973, p. 29-30.

393 Del Monte G., "L'Annalistica Ittita", Brescia 1993, p. 102.

394 Forlanini M., "Tapikka: una Marca di Frontiera. Note sulla Struttura Territoriale ed Economica", in "Eothen 11 (mem. Imparati)", Firenze 2002, p. 264-265.

395 Forlanini M., "The central province of Hatti: an updating", in "Eothen 16. New Perspectives on the Historical Geography and Topography of Anatolia in the II and I Millennium B.C.", Firenze 2008, p. 170.

396 Pecchioli Daddi F., "Il vincolo per i governatori di provincia", in "StudMed 14", Pavia 2003, p. 89: "Inoltre il signore della postazione faccia allontanare dalle postazioni (var.: dalla postazione) i

contingenti e gli esploratori (che occupano) le postazioni (var.: gli esploratori) (per un massimo di) due giorni".

nord-occidentale della regione di Tapika, su entrambe le sponde del fiume, dove dobbiamo collocare, oltre al toponimo che stiamo analizzando, il monte Kuwatilša ed i paesi che ne stavano alle pendici – Ištupišta, Šunupaši e Pitakala(i)ša (quest'ultima forse in posizione più elevata).

La montagna è hápax legómenon, ed il primo degli insediamenti non è attestato altrove nella documentazione ittita – con un'unica possibile eccezione nella variante grafica di Ištumišta in KBo XVI 27 (CTH 137.1, ductus m.h.)397 – ma abbiamo strumenti per avanzare proposte riguardo agli altri due, entrambi presenti nell'itinerario oracolare in ambito kaškeo KUB XXII 25 + KUB L 55 (CTH 562.1,

ductus n.h.)398.

I possibili itinerari investigati nel testo prevedono la partenza dalla città di Ḫanḫana e l'arrivo in quella di Nerik con passaggi obbligati attraverso una serie di città o regioni più o meno conosciute, tra le quali Ḫatina, Ištaḫara e, appunto, Šunupaši e Pitakala(i)ša.

Non riteniamo utile analizzare approfonditamente la documentazione relativa a Ḫanḫana e Ḫatina; possiamo limitarci ad elencare le proposte che, a partire dagli anni '50 del secolo scorso, si sono avvicendate ponendo le due entità in un contesto più orientale, con J. Garstang399 e F. Cornelius400, occidentale, con K. Balkan401, E. Laroche402, C. Glatz e R. Matthews403, e tentativi di individuazione che prediligevano un territorio compreso tra il Kızılırmak ad occidente ed i fiumi Çekerek o Yeşil ad

397 Kitchen K. A., Lawrence P. J. N., "Treaty, Law and Covenant in the Ancient Near East. Part 1:

The Texts", Wiesbaden 2012, p. 355-364.

398 Forlanini M., "Le spedizioni militari ittite verso Nerik. I percorsi orientali", in "RIL 125", Milano 1992, p. 283.

399 Garstang J., "Hittite Military Roads in Asia Minor: a Study in Imperial Strategy with a Map", in "AJA 47.1", Boston 1943, p. 55: per Ḫanḫana lo studioso proponeva la moderna Köhne, classica

Euagina, per Ḫatina la moderna Sulusaray, classica Sebastopolis.

400 Cornelius F., "Der Text des Hattusilis III, Geographisch Erläutert", in "RHA 17 (65)", Paris 1959, p. 109; 116: lo studioso collocava Ḫanḫana a nord di Sivas e Ḫatina nei pressi di Gürün.

401 Balkan K., "İnandık'ta 1966 Yılında Bulunan Eski Hitit Çağına Ait Bir Bağış Belgesi / Eine

Schenkungsurkunde aus der althethitischen Zeit, gefunden in Inandik 1966", Ankara 1973, p. 44: a

seguito della scoperta di una tavoletta che nominava la città di Ḫanḫana ritrovata ad İnandık lo studioso individuava in questo sito l'antica città ittita, seguito poi da S. Alp.

402 Laroche E., "Toponymes hittites ou pre-hittites dans la Turquie moderne", in "Hethitica VI", Louvain La Neuve 1985, p. 92-95: sulla base della possibile derivazione dei nomi, lo studioso proponeva l'identificazione Ḫanḫana – Gangra – Çankırı.

403 Glatz C., Matthews R., "The historical geography of north-central Anatolia in the Hittite period:

texts and archaeology in concert", in "AnSt 59" Ankara 2009, p. 68: gli studiosi propongono

l'identificazione di Ḫanḫana con il sito di Maltepe, circa 15Km a sud di Çankırı, lasciando però aperta la possibilità che la città sia da localizzare nella zona di Çorum.

oriente, ad opera di A. Goetze404, G. Del Monte405 e M. Forlanini nel 1979406 e nel 2010407. A nostro parere è da preferire l'ultima ipotesi, con una localizzazione delle regioni amministrate dai due insediamenti a nord della capitale ittita, con quella di Ḫatina in una posizione settentrionale o nord-orientale rispetto a quella di Ḫanḫana e confinante con la regione di Ištaḫara, la quale riteniamo rappresenti un passaggio obbligato per gli itinerari verso Nerik ed in direzione orientale, e quindi molto più importante ai fini del nostro studio.

Crediamo, sulla base della lettura di un frammento degli annali di Muršili II, che la regione di Ištaḫara potesse essere confinante, come già accennato, con quella di Ḫatina ad ovest o sud-ovest e, secondo quanto possiamo evincere dalla "Apologia" di Ḫattušili III408, con quella di Ḫakm/piš, con la quale condivideva la situazione di isolamento causata dalle invasioni kaškee.

Ritroviamo questo toponimo in numerosi testi, in connessione con i passaggi dei sovrani da una parte all'altra del regno: dalle terre di Kamama409, a quelle di Nerik, alla capitale. È facile quindi immaginare una posizione centrale nella parte settentrionale dello spazio tra il Kızılırmak e il fiume Çekerek e non è da escludere che alcune delle città nominate in KUB XXII 25 + KUB L 55 facciano parte di questa regione: possiamo notare infatti che, dopo le menzioni della città di Pikauza e del Campo fortificato e prima di Nerik, sono nominate altre città unicamente in assenza di Ištaḫara.

Nonostante sia avversata da più studiosi, tra i quali M. Forlanini410, non dovremmo a nostro avviso escludere a priori la possibilità di assimilazione del toponimo Manazija[ ]411 – presente nelle "Gesta" di Šuppiluliuma – a quello di Mal/nazija, motivo ulteriore per il quale dovremmo considerare anche questa città è le sue vicine come facenti parti della regione di Ištaḫara; escludiamo da questo ragionamento la città di Ḫatinzuwa, solitamente collocata oltre la catena del Tavşan 404 Goetze A., "The Roads of Northern Cappadocia in Hittite Times", in "RHA 15 (61)", Paris 1957, p. 91-103: Ḫatina è posta dallo studioso tra le moderne città di Mecitözü, Amasya e Zile.

405 Del Monte G., "L'annalistica ittita", Brescia 1993, p. 44: Ḫatina è identificata con Alaca Höyük. 406 Forlanini M., "Appunti di Geografia Etea", in "StudMed 1. Gs Meriggi", Pavia 1979, p. 176: Ḫanḫana viene identificata con Sungurlu, Ḫatina viene posta nelle immediate vicinanze.

407 Forlanini M., "La région autour de Nerik selon les sources hittites", in "SMEA 52", Roma 2010, p. 125-126: Alaca Höyük, con Ḫatina in posizione più settentrionale.

408 Otten H., "Die Apologie Hattusilis III", in "StBoT 24", Wiesbaden 1981, p. 10-11. 409 Del Monte G., "L'annalistica ittita", Brescia 1993, p. 139.

410 Forlanini M., "Toponymie Antique d'Origine Hattie?", in "Hethitica 8", Paris 1987, p. 117. 411 Del Monte G., Tischler J., "Répertoire Géographique des Textes Cuneiformes. Band 6", Wiesbaden 1978, p. 258-259.

Dağ412, ma le poco conosciute città di Katalatuwa, Tašinata e Kaštarijapa dovevano con ogni probabilità afferire ad una sede amministrativa che non potrà essere stata diversa da Ištaḫara o Ḫakm/piš. Un'altra menzione molto interessante della "marca di frontiera di Ištaḫara" si ha nel diciottesimo anno degli Annali di Muršili II, dove leggiamo che il comandante di tale avamposto aveva conquistato la rocca di Pitalaḫša413, anch'essa presente in KUB XXII 25 + KUB L 55. Che si trattasse di un'iniziativa personale o di azioni comandate dal sovrano, si deve supporre che le

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