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KAPUŠIJA

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 86-106)

Altro toponimo di cui abbiamo notizia solamente dall'archivio di Tapika, questa città è nominata in HKM 8 ed in HKM 99. Ad essa è associato, nel secondo testo, l'antroponimo Pašadda, non attestato altrove; nella prima lettera, inviata dal sovrano a Gaššu, si parla di un assalto alla proprietà della casa della regina a Kapušija, portato avanti da un nemico da identificarsi con ogni probabilità in un gruppo kaškeo, e che ha come risultato il danneggiamento del raccolto ed il furto di una coppia di buoi della casa della regina e di altri trenta buoi e dieci uomini.

Non crediamo di aver elementi per accettare la proposta di H. A. Hoffner260, il quale sostiene che la città si trovi nell'alta valle dello Yeşilırmak, proponendo un collegamento con HKM 17 che non comprendiamo.

KARAḪNA

Tra i toponimi menzionati nell'archivio di Maşat Höyük uno dei più importanti, almeno per la sua rilevanza cultuale all'interno dell'impianto religioso ittita, è certamente quello di Karaḫna.

Ad oggi l'assimilazione di questa città – nota sin dai tempi dei kārum paleo- assiri e documentata oltre cinquanta volte nei testi ittiti – con la moderna Sulusaray non ha, a nostra conoscenza, alcun oppositore. Dobbiamo però ricordare che gli indizi che ci suggeriscono questa equazione ci sembrano quantomeno deboli.

La maggior parte delle attestazioni di questo toponimo proviene da tavolette che menzionano la divinità tutelare di Karaḫna, riguardanti specialmente feste e trattati, dove la posizione all'interno del testo non sembra essere giustificata su base geografica.

Le divinità tutelari infatti appaiono spesso nel paragrafo successivo a quello dedicato alle varie divinità della tempesta, indicando semplicemente un interesse nella qualità della divinità piuttosto che un'appartenenza geografica.

Sicuramente possiamo desumere, dalla presenza della divinità tutelare di Karaḫna in sette trattati di sovrani che vanno da Arnuwanda I a Muwatalli II, che il suo ruolo all'interno dell'apparato religioso ittita fosse particolarmente rilevante. Ciò è inoltre confermato dall'esistenza di una festa di Karaḫna (CTH 681) e dalla 260 Hoffner H. A., "Letters from the Hittite Kingdom", Atlanta 2009, p. 109.

descrizione presente nel rituale di nascita KUB XXX 29 (CTH 430.1, ductus m.h.). Prima di passare alle attestazioni ittite, possiamo citare quattro fonti provenienti da Kültepe che chiariscono fin da subito l'ambito geografico nel quale dover inquadrare la città.

Kt n/k 211 non indica esplicitamente un percorso, ma suggerisce una certa contiguità tra questo insediamento e quello di Šupilulija, il nome del quale rimarrà immutato in epoca ittita e che è da ricercare – assieme al fiume omonimo – nella zona di Šapinuwa. Kt 92/k 3261 è l'itinerario più completo, che chiarisce come la città dovesse trovarsi sulla strada tra le stazioni di Šamuha e Durhumit. Kt n/k 388262 collega la città all'insediamento di Tamniya e, infine, RA 60, 119263 nomina il

wabartum della stessa Karahna.

Anche se – data la sua presenza nei testi paleo-assiri – abbiamo la certezza dell'esistenza della città già prima dell'epoca Antico Ittita, i primi documenti che ci tramandano il nome di Karaḫna presentano un ductus m.h.

Ritroviamo la città in undici frammenti ascrivibili a questo periodo, due dei quali quasi certamente afferenti al periodo di regno di Arnuwanda I (CTH 138.1 e CTH 260.3.B), ma nei quali la città è attestata solamente come luogo di provenienza della divinità della tempesta264 o del DLAMMA265; dal ductus incerto, ma che abbiamo considerato tra quelli m.h., sono due testi attribuiti a CTH 664.1.B266, i quali menzionano la città nella parte più frammentaria di un elenco di nomi di divinità; in questo gruppo rientra anche il summenzionato KUB XXX 29 (CTH 430.1, ductus m.h.), nel quale possiamo leggere le parole che dovevano essere ripetute durante la celebrazione del rituale, e che attribuiscono sei città ad altrettante divinità. Tra queste la quarta è proprio Karaḫna, spettata al DLAMMA267. Questa informazione ci sembra 261 Nel quale è indicato un percorso, da sud a nord che comprende: "Šamuha – Hatikaitra – Kutiya –

Karahna – Kuburnat – Durhumit".

262 Günbatti C., "Two new tablets throwing light on the relations between anatolian kings and

assyrian merchants in the periodo of assyrian colonies", in "Archivum Anatolicum 2", Ankara 1996,

p. 30-32.

263 Barjamovic G., "A Historical Geography of Anatolia in the Old Assyrian Colony Period", København 2011, p. 282.

264 Kitchen K. A., Lawrence P. J. N., "Treaty, Law and Covenant in the Ancient Near East. Part 1:

The Texts", Wiesbaden 2012, p. 1039-1044.

265 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 50", in "DBH 28", Dresden 2008, p. 53-55. 266 Wegner I., "Hurritische Opferlisten aus hethitischen Festbeschreibungen", in "ChS I/3-2", Roma 2002, p. 300-306.

267 Beckman G. M., "Hittite Birth Rituals", in "StBoT 29", Wiesbaden 1983, p. 22-23: "To the [go]ds

allotments are given. The Sun-goddess in Arinna has [se]ated herself, and Ḫalmašuitt in Ḫarpiša likewise, and Ḫatepi<nu> in Maliluḫa likewise, dLAMA in Karaḫna likewise, the [awe]some Telipinu

garantire la rilevanza dal punto di vista cultuale dell'associazione tra la divinità, considerata residente in quella città, ed il toponimo, ad essa fortemente vincolato.

L'elenco delle attestazioni delle divinità della città continua con la tavoletta KUB XXVI 39 (CTH 78, prima CTH 39 e CTH 43, ductus m.h.)268.

Il frammento di oracolo KBo XLVII 59 (CTH 582?, ductus m.h.?) potrebbe essere molto interessante, anche se le condizioni di conservazione sono drammatiche. Si tratta di un testo che presenta verbi alla prima persona singolare e che menziona i toponimi Timi[-], Ga?puta, Karaḫna e Ḫiruta269; l'unico parallelo che possiamo trovare è però con il toponimo Ḫuruta, presente, all'interno del CTH 19270, in una lunga lista di città dotate di É NA4KIŠIB; il mutilo Timi[-] potrebbe corrispondere a più toponimi, come Timija, nei pressi di Azi-Ḫajaša, o Timilḫa, il cui dio della tempesta è collegato alla città di Zipalanta.

I tre testi provenienti dall'archivio di Maşat Höyük non sono particolarmente illuminanti in relazione ad una possibile collocazione geografica: HKM 71 ci fa sapere che il mittente della lettera – indirizzata a Gaššu – pretende che le truppe provenienti da Karaḫna lo raggiungano assieme a quelle di Išḫupita, di Ninišankuwa e del monte Šak(u)tunuwa, in una località non specificata in cui anche il comandante dei guerrieri su carro (Ḫulla, o al limite Tarḫumimma271) sembra aver guidato le truppe del Paese Alto; HKM 88 è troppo danneggiato per poter comprendere a pieno il significato della lettera. Sembra comunque che alcuni gruppi kaškei fossero disposti a firmare una pace vicino a Talmalija, sebbene altri personaggi in lacuna non fossero di questa idea. In fondo al testo è presente il toponimo al centro di una discussione che tratta di raccolti e truppe; abbiamo già affrontato HKM 104 in precedenza: si tratta di un brevissimo testo che colloca duecento asce in quattro località tra le quali quella di nostro interesse.

Il testo KBo XVI 78 (CTH 635, ductus m.h.)272, facente parte delle tavole della festa di Zipalanta e del monte Taḫa, ci rende nota una lista di cinque AGRIG

in Taw(i)niya likewise, and Ḫuzziya in Ḫakmiš likewise. But for Ḫannaḫanna there did not remain a place; so for her, man<kind> remained (as) a [pl]ace.".

268 Devecchi E., "The Eastern Frontier of the Hittite Empire", in "At the Northern Frontier of Near Eastern Archaeology. Proceedings of the international Humboldt-Kolleg Venice, January 9th – January 12th, 2013 (Subartu XXXVIII)", Turnhout 2017, p. 287-289.

269 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 47", in "DBH 33", Dresden 2011, p. 51-52. 270 Hoffmann I., "Der erlaß Telipinus", in "THeth 11", Heidelberg 1984, p. 42-43.

271 Marizza M., "Lettere ittite di re e dignitari", Brescia 2009, p. 45-46.

272 Popko M., "Zippalanda. Ein Kultzentrum im hethitischen Kleinasien", in "THeth 21", Heidelberg 1994, p. 142-143.

provenienti dalle città di Tapika, Taptika, Takašta, Katapa e Karaḫna che si occupano di alcune forniture.

La presenza degli AGRIG ci rimanda anche all'ultimo testo caratterizzato da

ductus m.h. che menziona Karaḫna, e che colleghiamo ad altri cinque frammenti da

epoche differenti: si tratta prevalentemente di testi n.h. tutti afferenti a versioni del CTH 627, la festa del KI.LAM, analizzata273 e traslitterata274 da I. Singer, il quale si è occupato anche di investigare il ruolo ricoperto da questa tipologia di amministratore, la cui attestazione all'interno del circuito geografico ittita potrebbe rivelarsi fondamentale al contempo per la comprensione delle sue mansioni e per la distribuzione dei siti che lo ospitavano. Alla lista dei trentanove toponimi associati dallo studioso a questo tipo di funzionario275 possiamo aggiungere un AGRIG di Zipalanta, attestato – nella condizione meno frammentaria – in KBo XLIV 144 (CTH 670.586, ductus n.h.)276.

Possiamo – dopo aver velocemente elencato i testi dei trattati tra Šuppiluliuma I e Ḫukkana di Ḫajaša (CTH 42, k.A.), Šattiwaza di Mitani (CTH 51, k.A.) e Tette di Nuḫaši (CTH 53, k.A.), quelli del successore Muršili II con Tuppi- Tešub di Amurru (CTH 62, k.A.) e Manapa-Tarḫunta del paese del fiume Šeḫa (CTH 69, k.A.) – nei quali il toponimo appare tra i luoghi che ospitano i DLAMMA chiamati a testimoniare – e menzionato la preghiera per la peste (CTH 378.4, ductus n.h. tardo), dove invece sono invocati (tutti) gli dei della città – passare alla testimonianza del quattordicesimo anno degli Annali di Muršili II (CTH 61.II).

Nel testo si racconta che truppe di Takašta avevano occupato il territorio di Šatupa, il [territorio277] di Karaḫna ed il territorio di Marišta.

Gli Annali continuano la narrazione della campagna contro Takašta descrivendo come il sovrano debba, di fronte alla dispersione delle truppe nemiche, cambiare strategia ed attraversare altri insediamenti prima di poter attaccare la città, fornendo quindi anche in questa occasione alcuni preziosi indizi per poter 273 Singer I., "The Hittite KI.LAM Festival. Part One", in "StBoT 27", Wiesbaden 1983, p. 62-63. 274 Singer I., "The Hittite KI.LAM Festival. Part Two", in "StBoT 28", Wiesbaden 1984, p. 26-27; 106-107; 111.

275 Singer I., "The AGRIG in the Hittite Texts", in "AnSt 34", London 1984, p. 114-115.

276 Roszkowska-Mutschler H., "Hethitische Texte in Transkription KBo 44", in "DBH 22", Dresden 2007, p. 134-135.

277 Dobbiamo segnalare che, nonostante l'integrazione sembri necessaria, questa sarebbe l'unica attestazione da noi conosciuta di "KUR URUKaraḫna", di fronte alla normale attestazione del semplice "URUKaraḫna". Attestazioni di "KUR URUTaraḫna" sono invece più numerose in testi del periodo di Ḫattušili III

individuare una specifica direttrice rappresentabile su una mappa. Per un'analisi più accurata di questo passo rimandiamo al paragrafo dedicato a Takašta.

Continuando a scorrere cronologicamente le attestazioni della città arriviamo al periodo di regno di Muwatalli II, il quale menziona il DLAMMA di Karaḫna nel suo trattato con Alakšandu di Wiluša (CTH 76, k.A.) e tutte le divinità, le montagne ed i fiumi della città nella preghiera al dio della tempesta (CTH 381, ductus n.h.).

Più consistente è la presenza del toponimo al tempo del fratello Ḫattušili III, il quale lo cita – con ogni probabilità278 – nel KBo VI 28 (CTH 88, ductus n.h.) e, passando al punto di vista storico-politico, nell'editto sulla ricostruzione di Nerik (CTH 90, ductus n.h.), nella sua narrazione del conflitto con Urḫi-Tešub (CTH 85,

ductus n.h.), e nella cosiddetta "Apologia" (CTH 81, ductus n.h. ed n.h. tardo), testi

in cui viene ripercorsa la carriera del sovrano dalla nascita fino all'ascesa al trono. Le sezioni che più ci interessano riguardano il periodo in cui, come generale del fratello, il futuro sovrano si distingue nella gestione dell'esercito, momento dopo il quale – e parallelamente al trasferimento della capitale ittita a Tarḫuntaša – viene insignito della carica di sacerdote del dio della tempesta di Nerik a Ḫakm/piš e gestore delle regioni di Ḫakm/piš, Ištaḫara, Taraḫna, Ḫat[ina] e Ḫanḫana con Kuruštama come confine, come è scritto nel CTH 85279, delle regioni di [NG], Turmita, Zip[alanta], [Ḫat]ina, Ḫakm/piš ed Ištaḫara e, nella lista più completa, delle terre di Išḫupita, Marišta, Ḫišašḫapa, Katapa, Ḫanḫana, Taraḫna, Ḫatina, Turmita, Pala, Tumana, Kašija, Sapa, del fiume Ḫulana, di Ḫakm/piš ed Ištaḫara all'interno dell'Apologia (CTH 81)280. Gli elenchi presenti nei primi due paragrafi del CTH 90

(ductus n.h.)281 non si discostano dai precedenti, nonostante le condizioni dei frammenti non permettano una lettura agevole.

Il tema della tavola indurrebbe ad immaginare un prologo maggiormente inerente l'argomento centrale del testo, e quindi riguardante un'area circoscritta agli immediati dintorni della città di Nerik, in cui la presenza della città di Karaḫna sembrerebbe fuori contesto; in questo senso il resoconto più affine a livello tematico 278 Alla riga Rs. 35' si legge solamente "DLAMMA URUG/Š/T[a-", ma in due casi su tre l'integrazione risulterebbe possibile. È inoltre la presenza della divinità tutelare ed il fatto che alla riga precedente si legga Ḫi-iš-ša-[ašḫapa] a suggerire questa integrazione.

279 KBo VI 29 I 25'-30 (CTH 85).

280 Singer I., "The Fate of Hattusa during the Period of Tarhuntassa's Supremacy", in

"Kulturgeschichten. Altorientalistische Studien für Volkert Haas zum 65. Geburstag (Fs Haas)", Saarbrücken 2001, p. 395-396.

è – nella "Apologia" – in §10b282, dove è trattata la riconquista dei territori circostanti Nerik dopo la morte di Muwatalli II e nel quale si menzionano toponimi che – eccettuata Ḫakm/piš – si allontanano dagli elenchi visti fino ad adesso e sono da individuare nelle vicinanze della città sacra: Nira, Ḫaštira, il monte Ḫaḫarwa ed il fiume Maraššand/ta.

Crediamo quindi che la parte dell'introduzione presente in CTH 90 relativa alle liste di toponimi sia da collocare temporalmente al momento in cui Muwatalli II prende la decisione di spostare la capitale da Ḫattuša a Tarḫuntaša – evento narrato in maniera estensiva ancora una volta nella "Apologia" in §6 e §7 – ed in cui i nemici, in particolare quelli di Pišḫuru, decidono di attaccare i territori ittiti, come si può desumere dai verbi alla terza persona plurale nel primo paragrafo e, relativamente al secondo paragrafo – in cui i verbi sono alla prima persona singolare – al momento della ripresa da parte del futuro sovrano dei territori da poco perduti.

È nel terzo paragrafo che apprendiamo della ricostruzione di Nerik, avvenimento che si situa però dopo la morte di Muwatalli II, stando sempre al resoconto della "Apologia".

Possiamo per il momento giustificare solo con le pessime condizioni del testo, già erroneamente interpretato in passato prima che fossero trovato altri join283, un'apparente incoerenza tra l'assenza del resoconto della perdita o della ripresa di Nerik – avvenute rispettivamente ai tempi di Ḫantili e dopo la morte di Muwatalli II – e la presenza degli attacchi sferrati dai nemici che evidentemente non dovevano riguardare la zona in questione.

Tornando ad un'ultima menzione di Karaḫna all'interno della "Apologia", ci ricolleghiamo alle vicende dell'attacco sferrato dai nemici provenienti da Pišḫuru, i quali, in un passo purtroppo danneggiato, sembrano attaccare la regione di nostro interesse e Marišta attestandosi – dopo una breve lacuna – attorno alle città di Takašta "da una parte" e di Talmalija "dall'altra". Anche queste informazioni, sempre che il focus del discorso non venga spostato proprio dove il testo non è leggibile, non sembrano poter soddisfare le attuali proposte di collocazione dei quattro toponimi.

La divinità DLAMMA della città è attestata inoltre – come divinità femminile – nella versione egiziana del trattato tra Ḫattušili III e Ramses II284.

282 Otten H., "Die Apologie Hattusilis III", in "StBoT 24", Wiesbaden 1981, p. 20-21. 283 Cornil P., Lebrun R., "La restauration de Nérik", in "Hethitica I", Louvain 1972, p. 15-30. 284 McMahon G., "The Hittite State Cult of the Tutelary Deities", in "AS 25", Chicago 1991, p. 36.

L'ultimo documento strettamente legato al nome di un sovrano è ABoT I 56285 (CTH 256, ductus n.h. tardo), testo di istruzioni di Šuppiluliuma II in cui l'attestazione della città è accompagnata dal DLAMMA, preceduto e seguito da una serie di teonimi che non si discosta dalle liste di testimoni divini nei trattati.

Il frammento di oracolo KBo XLVII 232 (CTH 582, k.A.)286, troppo breve perché gli sia attribuita un'ipotetica datazione, non ci può essere di alcun aiuto dal momento che vi si leggono solamente i toponimi Ḫatti, Arina e [Kar]aḫna e tre segni "(NU.)SIG5".

Rientrano nella categoria delle liste di offerte alle divinità le due attestazioni del toponimo nelle tavole afferenti al CTH 712 (ductus n.h.), festa per Ištar di Šamuḫa, in cui al DLAMMA è destinato 1 NINDA.SIG287.

Non crediamo di doverci soffermare sui due frammenti attribuiti al CTH 682, KUB LV 12 (ductus n.h.)288 e KUB II 1 (ductus n.h. tardo)289, anche se in quest'ultimo si può notare un'interessante presenza di divinità tutelari, di due fiumi e tre montagne, né sui frammenti di oracolo KBo XLVII 57 (CTH 570, ductus n.h.)290 e KUB L 35 (CTH 570, ductus n.h.)291, e possiamo semplicemente elencare i frammenti: KBo XIX 56 (CTH 213, ductus n.h.), il quale presenta la divinità tutelare di Karaḫna in compagnia delle integrazioni suggerite delle città di Tawinija e Ḫanḫana292; KBo XXII 240 (CTH 832, ductus n.h.)293, che consiste in tre righe gravemente danneggiate; KUB XL 52 (CTH 389.3, ductus n.h.), all'interno del quale la menzione della città – in un elenco di tutte le divinità, le montagne e i fiumi di NG – è prettamente congetturale dal momento che è chiaramente leggibile solo l'ultimo segno "-na". In questo testo l'ambito geografico sembra orientare verso est, con la

285 Miller J. L., "Royal Hittite Instructions and Related Administrative Texts", Atlanta 2013, p 308- 313.

286 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 47", in "DBH 33", Dresden 2011, p. 182- 183.

287 Wegner I., "Hurritische Opferlisten aus hethitischen Festbeschreibungen", in "ChS I/3-1", Roma 1995, p. 35; 57.

288 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KUB 55", in "DBH 4", Dresden 2002, p. 21-22. 289 McMahon G., "The Hittite State Cult of the Tutelary Deities", in "AS 25", Chicago 1991, p. 96- 97.

290 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 47", in "DBH 33", Dresden 2011, p. 49-50. 291 Mouton A., "Rêves hittites. Contribution à une histoire et une anthropologie du rêve en Anatolie

ancienne", in "CHANE 28", Leiden-Boston 2007, p. 180-184.

292 Yoshida D., "Untersuchungen zu den Sonnengottheiten bei den Hethitern", in "THeth 22", Heidelberg 1996, p. 30.

presenza dei toponimi Šamuḫa, Šariša e Takarama294.

Ci possiamo limitare a segnalare la presenza del toponimo nei testi: IBoT III 18 (CTH 685, ductus n.h. tardo), con ogni probabilità un frammento di festa295, e KBo XXII 27 (CTH 214.14, ductus n.h. tardo) dove, inoltre, [Kar]aḫna è frutto di integrazione296.

KUB XXXI 68 (CTH 297.8, ductus n.h.) è un documento interessante perché in esso è contenuta l'attestazione dell'uso delle tavolette di legno, e spesso è analizzato dagli studiosi sotto questo punto di vista. La presenza della città di Karaḫna si colloca anche in questo caso nella parte più danneggiata del testo; dalla lettura si evince che qui si sia compiuto il giuramento tra i personaggi coinvolti nella cosiddetta congiura di Ḫešni297, fratello del re Tutḫalija IV, ma l'ambito geografico del testo – il luogo dove si sarebbe dovuto compiere l'assalto – è localizzato attorno alle città di Tapašpa e Ḫatina298, ancora una volta in contesto spaziale alieno a quello delle classiche interpretazioni.

Non possiamo evitare di menzionare il frammento KBo IV 13 (CTH 625.1.A,

ductus n.h. tardo), cui M. Forlanini299 ha dedicato un articolo in cui viene proposta una lettura geografica della lista di offerte alle divinità e nel quale il toponimo è collocato all'interno dell'area di Kaniš. Non deriva però dalla presenza della città in questa lista la convinzione dello studioso milanese di dover fornire una proposta di collocazione per Karaḫna, la quale anzi è funzionale alla volontà di voler leggere questa lista come ordinata geograficamente.

La città è presente in KUB XLIV 19 (CTH 670.1703, ductus n.h.)300, un frammento di rituale dove è affiancata dal monte Ḫapit[uini]. Ritroviamo entrambi in CTH 517.A/B (KUB XXXVIII 12 e KUB XXXVIII 15, ductus n.h.), dove è fornito 294 Singer I., "Muwatalli's Prayer to the Assembly of Gods Through the Storm-God of Lightning

(CTH 381)", Atlanta 1996, p. 167.

295 McMahon G., "The Hittite State Cult of the Tutelary Deities", in "AS 25", Chicago 1991, p. 231. 296 Groddek D., "Hethitische Texte in Transkription KBo 22", in "DBH 24", Dresden 2008, p. 33. 297 Van Den Hout T., "Der Ulmitešub-Vertrag. Eine prosopographische Untersuchung", in "StBoT 38", Wiesbaden 1995, p. 209-210.

298 Forlanini M., "The central province of Hatti: an updating", in "Eothen 16. New Perspectives on the Historical Geography and Topography of Anatolia in the II and I Millennium B.C.", Firenze 2008, p. 166.

299 Forlanini M., "The Offering List of KBo 4.13 (I 17’-48’) to the local gods of the kingdom, known

as Sacrifice List, and the history of the formation of the early Hittite state and its initial growing beyond central Anatolia", in "Atti del VI Congresso Internazionale di Ittitologia. Roma 5-9 settembre

2005. Parte I (SMEA XLIX)", Roma 2007, p. 259-280.

300 Yoshida D., "Untersuchungen zu den Sonnengottheiten bei den Hethitern", in "THeth 22", Heidelberg 1996, p. 137.

un lungo elenco di persone che devono prendere parte alla pratica del culto alla fine del quale si esplicita che nel conteggio non sono contemplate le persone provenienti da Ḫurma e Kuma301, questione che suggerisce per contrasto il fatto che dovessero parteciparvi. Dobbiamo però specificare che la montagna, o la catena, è – in KUB XXXVIII 12, testo che presenta due colonne su ogni lato – in connessione con il

Nel documento La frontiera orientale dell'impero ittita (pagine 86-106)

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