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Commento traduttologico

彭政委 Oh, Peng

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I nomi dei protagonisti, come precedentemente affermato, sono stati resi in modi diversi a seconda della percezione personale riguardo l’utilizzo dei registri formale e colloquiale. In questo caso, tradurre in modo letterale avrebbe causato un senso di straniamento, pertanto si è inserita la carica del personaggio, essendo anche in questo caso la prima volta che vi ci si rivolge in maniera formale. Nel caso sottostante, al contrario, si è omessa la carica del commissario per ragioni di tempo e per accentuare il fatto che la risposta del comandante ha un tono più ironico rispetto a come viene percepito nel testo scritto.

Caso a cui dare maggiore importanza è la resa dei “soprannomi”. L’esempio a cui si fa riferimento è il nome del soldato protagonista, Pingyazi 平伢子:

平伢子 战役结束 睡吧, 快睡吧 Piccolo Ping

Non siamo in battaglia Dormi, dormi! 老彭,什么情况 Peng, che succede? 平伢子梦里还吵着杀敌

Il soldato Ping sognava di sparare ai nemici

Un caso emblematico dell’utilizzo di questo nome è stato estrapolato da un brano del secondo atto. Analizzando il nomignolo del soldato, Ping 平 sta a indicare il suo cognome, mentre yazi 伢子 significa “bambino” ed è un’espressione per lo più dialettale. Nel caso specifico, tale nomignolo è pienamente indicato per il giovane soldato, il quale è basso di statura e infonde la stessa gioia di vivere di un bambino. Inoltre, è possibile notare il cambiamento di tale personaggio nel corso di tutta l’opera: nel momento in cui egli sta per morire, dal modo in cui parla fa notare come sia effettivamente cresciuto rispetto a prima. Date le circostanze, tuttavia, non è stato possibile rendere il nomignolo con il termine “bambino”, piuttosto si è cercato di utilizzare un aggettivo che

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esprimesse la sua bassa statura come anche una delle caratteristiche tipiche di un bambino. Si è anche pensato di inserire il diminutivo di “soldato”. Il soprannome “soldatino”, però, avrebbe reso il personaggio alquanto ridicolo agli occhi di uno spettatore italiano, in quanto il soprannome “soldatino” è per lo più utilizzato per indicare un giocattolo. In seguito a tale riflessione, si è pensato di renderlo in modo più generale. Inoltre, in alcuni casi si è inserito il sostantivo “soldato”: questo uso è stato riservato a tutti quei momenti in cui si parla di Ping in maniera formale o gli si danno degli ordini.

Gli unici nomi che sono stati lasciati in pinyin seguendo l’ordine cognome–nome sono di alcuni soldati e quella del mercante di Zunyi. Qui di seguito sono riportate le rispettive trascrizioni.

刘平权: Liu Pingquan 万霞: Wan Xia 李文化: Li Wenhua 杜娟: Du Juan

Questa scelta è stata operata poiché in alcuni casi i nomi di persona non sono del tutto importanti nell’economia della narrazione. Cercare di tradurre i nomi cinesi secondo il loro significato avrebbe potuto causare un senso di disorientamento nello spettatore: si è pertanto rinunciato a inserire la componente semantica tipica dei nomi cinesi e si è preferito riportarli nel modo in cui essi vengono pronunciati. Solo in un caso in particolare si è mantenuta la componente semantica e culturale. A tal proposito, l’esempio accennato verrà trattato in modo più approfondito nel sottocapitolo dedicato ai riferimenti culturospecifici.

Un altro problema incontrato durante la traduzione è stata la resa del pronome personale ni 你. Essendo l’opera lirica trattata una messa in scena della Lunga Marcia, tutti i dialoghi sono effettuati da soldati dell’esercito. Pertanto, l’utilizzo del pronome è sempre ricorrente per potersi rivolgere a dei superiori. Nel metatesto si è preferito utilizzare la forma di cortesia “Lei”. Solo nelle scene più confidenziali, si è utilizzato il pronome di seconda persona singolare.

152 Commissario, come va la sua ferita?

In questo caso, si è utilizzata la forma di cortesia, anche se a far tale domanda è il generale dell’esercito. Tuttavia, sebbene egli fosse il superiore, i dialoghi all’interno dell’esercito devono in ogni caso seguire una certa formalità, motivo per cui si è optato per rendere tutti i dialoghi in maniera uniforme e coerente. La maggior parte delle discussioni sono rese tramite il pronome “Lei” o coniugando il verbo alla terza persona singolare:

我的同志,我的兄弟 腰痛你就喊声 Amico, fratello mio Se provi dolore, urla!

喊一声吧, 喊一声 腰痛你就喊一声 喊一声吧, 喊一声 Urli, urli

Urli il suo dolore Urli, urli!

Questo è un caso particolare in cui si utilizzano entrambi i pronomi. In questo dialogo in musica, il commissario chiede al comandante Zeng di togliergli la pallottola dal petto. La reazione del comandante è stata pensata in modo amichevole, pertanto si è prediletto il pronome di seconda persona singolare. La frase successiva, invece, è pronunciata dai soldati, motivo per cui si è mantenuta la strategia di partenza, cioè l’utilizzo del pronome di terza persona singolare per indicare il grado di superiorità rispetto alla carica di soldato semplice.

4.6.1.2.2 Realia

Realia è una parola di origine latina che ha il significato di “cose reali”: indicava le cose

concrete, in contrapposizione alle parole, elementi astratti. In scienza della traduzione, invece,

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culturospecifiche.19 I realia, dunque, rappresentano tutti quegli elementi che hanno un’origine culturale ancor prima che linguistica. Vi sono diversi tipi di realia, che possono riguardare diversi ambiti tematici. Nel processo di traduzione, una delle problematiche più ardue da affrontare è proprio legata alla resa di tali termini. Le strategie più adottate consistono nel:

 mantenere la parola o l’espressione originale, mediante le tecniche di traslitterazione o di espansione. Tuttavia, tale strategia può essere rischiosa in quanto potrebbe provocare un senso di straniamento da parte dello spettatore modello;

sostituire l’elemento di realia con un altro appartenente alla cultura ricevente; sostituire l’elemento di realia con un’espressione più generica;

rendere l’elemento di realia tramite la parafrasi, cercando di esplicitarlo il più possibile;

omettere l’elemento di realia che non ha corrispondenza nella lingua di arrivo.20

La scelta di come tradurre i realia è strettamente legata al lettore modello, al tipo di testo analizzato, all’importanza dell’elemento nel contesto di appartenenza, al ruolo che tale elemento occuperebbe nel metatesto e all’accessibilità dell’espressione tradotta nella cultura di arrivo.

Secondo la definizione di realia, è possibile affermare che anche le valute possono essere considerate parte di questa categoria. Nel prototesto ne è presente una sola occorrenza:

听说每一个战士 发了三块光洋 遵义城那个生意啊 Ho sentito dire che

Un soldato ha tre monete d’argento Qui a Zunyi puoi far affari!

In italiano non è possibile inserire un termine che possa mantenere il livello colloquiale presente in questo testo particolare. Di conseguenza, si è preferito utilizzare un termine generico.

19

Bruno Osimo, Manuale del traduttore, op. cit., pp. 111-114.

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Da notare che in questa sezione è presente anche un regionalismo datato per indicare le monete (guangyang 光洋).

4.6.1.2.3 Lessico tecnico

Il prototesto, come è naturale che sia in questo caso, è ricco di lessico tecnico dell’ambito militare, e in particolar modo di lessico legato al periodo storico che è portato in scena. Tanti sono i riferimenti al comunismo. Per risolvere tale problematica riscontrata durante il processo di traduzione, in alcuni casi si è preferito utilizzare la tecnica della cancellazione; in altri casi, invece, si è preferito ricorrere alla riduzione del concetto espresso, sebbene sia stato difficile a volte non esprimere lo stesso concetto ridondante nello stesso brano.

同志们, 集合

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