Commento traduttologico
4.2 Tipologia testuale
Il primo passo da effettuare consiste nell’individuazione della tipologia testuale del materiale su cui si lavora. Quando si parla di testi, una dicotomia importante da considerare è quella ripresa da Umberto Eco in Lector in fabula: egli fa una distinzione tra testi aperti e testi chiusi. I primi sono
1 Roman Jakobson, “Aspetti linguistici della traduzione”, in Siri Nergaard (a cura di), Teorie contemporanee della 2
Mona Baker, In Other Words. A Coursebook on Translation, 2° ed., London and New York, Routledge, 2011, pp. 3-4.
138
testi non artistici, caratterizzati da un linguaggio denotativo e poco aperto a una molteplicità di interpretazioni da parte del lettore o spettatore. In un testo aperto, al contrario, il lettore partecipa attivamente a un processo in cui può fornire più interpretazioni su un dato argomento.4 Tuttavia, i testi con cui si ha a che fare nella realtà non sono né del tutto aperti né del tutto chiusi ma collocabili in posizioni intermedie. Un’ulteriore classificazione dei testi può essere effettuata sulla base delle varie funzioni che essi possono rivestire: espressivo-emotiva, connotativa, fatica, descrittiva, argomentativa, informativa, persuasiva ecc.5 Date le premesse sopracitate, La Lunga
Marcia può essere definita come testo audiovisivo, in quanto
Un testo audiovisivo è un costrutto semiotico comprendente diversi codici significanti che operano simultaneamente per produrre un significato.6
In aggiunta, l’opera lirica ivi analizzata può essere considerata come testo teatrale, il quale si distingue in testo drammaturgico e testo scenico. Il primo è il testo effettivamente pubblicato, il secondo è la realizzazione concreta destinata ai performer.7 La Lunga Marcia è sì un prodotto audiovisivo, ma presenta i caratteri di un testo drammaturgico con molteplici funzioni, tra le quali:
funzione espressivo–emotiva: tipica dei testi poetici, i quali esplicitano in musica sensazioni e sentimenti di ogni personaggio (monologo, dialogo);
funzione narrativa: ha lo scopo di raccontare gli eventi salienti della Lunga Marcia, quindi un fatto storico realmente accaduto;
funzione descrittiva: in alcuni testi analizzati, sono presenti aspetti e caratteristiche legate ai luoghi in cui si sono svolte le battaglie dell’Armata Rossa.
4.3 Dominante
La dominante è una componente fondamentale dell’analisi linguistica, poiché sulla sua individuazione si basano la strategia traduttiva e la decisione di cosa tradurre nel testo e cosa nel metatesto.8
4 Ivi, p. 46. 5 Ivi, pp. 38-44.
6 Irene Ranzato, La traduzione audiovisiva-analisi degli elementi culturospecifici, Roma, Bulzoni Editore, 2010, p. 31. 7
Bruno Osimo, Manuale del traduttore, op. cit., p. 191.
139
L’individuazione della dominante permette al traduttore di elaborare scelte più adeguate per poter infine giungere a un risultato soddisfacente. Egli, pertanto, sceglie i contenuti da trasferire e quelli da omettere nel metatesto. La nozione di dominante è talvolta molto più vaga di quel che sembri: non sempre si può individuare un’unica e indiscutibile dominante, ma occorre prendere in considerazione anche le cosiddette sottodominanti. Come afferma Eco:
[…] tradurre significa interpretare, e interpretare vuole dire anche scommettere che il senso che noi riconosciamo in un testo è in qualche modo il senso di quel testo. […] Il senso non si trova in una no
language’s land: è il risultato di una scommessa.9
L’individuazione della dominante, pertanto, può essere vista come una delle fasi di un processo creativo in cui il traduttore deve scommettere e verificare continuamente. Una dominante, inoltre, è scelta soprattutto in base allo spettatore modello.
La dominante de La Lunga Marcia che si può individuare è strettamente legata al concetto di testo drammaturgico sopracitato. Dato che in alcuni casi il testo teatrale è pubblicato per la semplice lettura al fine di comprendere al meglio lo spettacolo che si ha di fronte, la dominante prevalente in questo caso non è legato alla cosiddetta recitabilità, bensì all’aspetto musicale e ritmico, in particolare per quanto riguarda gli esperimenti di adattamento di alcuni passi dell’opera. I sopratitoli presentano la caratteristica di entrare in rapporto non soltanto con il canto e con la recitazione, ma anche con la musica. Tale concetto è particolarmente importante nell’ambito della sopratitolazione operistica, poiché in un’opera l’aspetto primario è proprio quello musicale.10
È possibile altresì individuare delle sottodominanti. Come afferma Osimo:
[…] La dominante di un testo teatrale in certi casi non può non essere solo la recitabilità, ma la cura filologica per l’originale, il “trasporto” degli aspetti culturali contestuali alla genesi dell’originale. Si tratta allora di una versione narrativa con una particolare densità di dialoghi.11
In tal caso, le sottodominanti scelte sono legate alle funzioni espressiva e narrativa.
Come affermato precedentemente, nel momento in cui si individuano la dominante e le rispettive sottodominanti, esse determinano delle scelte su cosa trasferire nel metatesto e cosa, invece, occorre sacrificare. Ciò che si decide di eliminare prende il nome di residuo traduttivo o
9 Ivi, p. 163. 10
Carlo Eugeni, “Il sopratitolaggio. Definizione e differenze con il sottotitolaggio”, in inTRAlinea, Vol. 8, 2006.
140
perdita. È possibile identificare due tipi di perdite: le perdite assolute e le perdite parziali. Nel primo caso, ci si trova di fronte ad’un’espressione culturalmente specifica, come giochi di parole, che potrebbe essere risolta mediante adattamenti, rifacimenti o aggiunta di note esplicative. Nel secondo caso, la perdita può essere esplicata mediante testi aggiuntivi, come nel caso delle note.12
Essendo La Lunga Marcia un testo audiovisivo, non è stato possibile compensare le perdite tramite l’aggiunta di note o testi esplicativi. Si è pertanto tentato di riformulare o parafrasare le strofe adattandole alla cultura di arrivo, mentre in alcuni casi si è dovuto ricorrere a delle vere e proprie omissioni, in modo da non caricare l’elaborato finale di ripetizioni fortemente connotate al periodo storico trattato nell’opera lirica in questione.