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3. Capitolo 3 – Analisi comparativa tra Siren shenghuo 私人生活 (Vita privata) e L’amante

3.4 Il lesbismo sotteso

Abbiamo già visto precedentemente come il lesbismo sia una tematica ricorrente nella gerenhua xiezuo 个人化写作. L’amore omosessuale è il culmine dell’intesa tra donne e di solito viene dipinto in toni più dolci e delicati rispetto alla relazione con l’uomo. È metafora di quanto la donna possa bastare a sé stessa, di quanto possa essere autosufficiente: l’uomo non serve più, nemmeno per placare l’istintivo bisogno fisico. Inoltre, in un’altra donna si riesce a trovare anche conforto e ascolto e si instaura un rapporto d’intesa mentale più profondo.

In Siren shenghuo 私人生活 (Vita privata), la ragazzina Ni Aoao nutre un affetto a tratti materno, a tratti più intenso e fisico, verso la vicina di casa, la vedova He, che sembra l’unica capace di placare il suo quotidiano stato di inquietudine:

歌声就是从住在这里的禾寡妇家发出的。她的声音总像一贴凉凉的膏药,柔软地贴 敷在人身体的任何一处伤口上。

La canzone proveniva dalla casa della vedova He, che abitava lì vicino. La sua voce era

come un unguento fresco da applicare con morbidezza su qualsiasi ferita del corpo302.

她的长长的眼睛黑陶罐一般闪闪发亮,安静的额头平滑而宽阔,母鹿一般的长腿像 一匹光滑的丝绸,在腰窝处纤纤地一束。

禾安详地向我伸出手臂。

301 Duras, L’amante, cit., p. 57.

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[…] 非常奇妙,当我一步步朝她走过去的时候,我心里的忐忑便一步步安谧宁静下

来。从我的脚底升起一股不知从何而来的与禾的共谋感。

禾,这歌比我年长十几岁的年轻的寡妇,总是使我产生奇妙的同谋感,无论我做了 什么。如同她的声音,给人以脆弱的希望。

Le pupille dei suoi grandi occhi splendevano come vasi di porcellana nera, la sua fronte era ampia, liscia e tranquilla, le sue gambe, lunghe e affusolate come quelle di una cerva, erano lucide come seta.

Con molta calma, He tese le braccia verso di me.

[…] Era una sensazione meravigliosa, mentre mi avvicinavo a lei, il mio turbamento e la mia inquietudine iniziavano a calmarsi. Una sensazione proveniente da chissà dove, di profonda comprensione, mi pervase, irradiandosi dalle piante dei piedi.

He, quella vedova così giovane che era più grande di me di una decina d’anni, generava sempre in me un meraviglioso sentimento di comprensione reciproca, non importava cosa

io facessi. Come la sua voce, che lasciava una debole speranza alle persone303.

我始终有一种特别的感觉,禾作为我的邻人,能够在院子里进进出出地经常在我的 视野中闪现,实在是我乏味的内心生活的一种光亮,她使我在这个世界上找到了一 个温暖可亲的朋友,一个可以取代我母亲的特殊的女人。只要她在我身边,即使她 不说话,所有的安全,柔软与温馨的感觉,都会向我威龙过来,那感觉是一种无形 的光线,覆盖或者辐射在我的皮肤上。

Ho sempre nutrito un sentimento particolare verso la vedova He. Era la mia vicina di casa e dunque riuscivo spesso a vederla fare capolino, mentre entrava e usciva dalla soglia di casa. Era davvero un bagliore di luce nella mia scialba vita interiore. In lei avevo trovato un’amica cordiale e affettuosa, una persona speciale che poteva prendere il posto di mia madre. Bastava che fosse vicino a me e, anche se rimaneva in silenzio, sentimenti di sicurezza, delicatezza, dolcezza mi circondavano. Quelle sensazioni erano come un

bagliore di luce senza forma che copriva e illuminava la mia pelle304.

禾靠到我的身边来。她让我把头枕在她的胸口上,和我说着一些无关紧要的话。她 的胸部非常绵软,凉凉的,我枕在上边,心里感到踏实。

He si abbandonò di fianco a me. Mi fece poggiare la testa sul suo petto e nel mentre mi sussurrava parole confortanti. Il suo seno era splendidamente morbido e fresco e, mentre la

mia testa era appoggiata lì, mi sentivo spensierata e libera da ogni turbamento305.

303 Ivi, p. 40.

304 Ivi, p. 80.

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Chen Ran descrive così la differenza tra il rapporto con l’uomo e quello con la donna, incidendo, a parole, una netta spaccatura: l’uomo soddisfa meramente il bisogno fisico, la donna condivide con un’altra donna la stessa natura e per questo il legame che si crea è più intimo e profondo.

我感到自己不过是被那个男人牵引着通过了某个入口, 这个男人是欲望的化身, 我勇敢地面对他的探索。他像一个旅行者一样,仅仅是旅行了一个年轻女学生的身 体,我们只是彼此奉献了一部分身体,一些器官,就像在田间劳动一样。他的旅程 对于我并不意味着什么。 […] 而禾, 才是属于我内心的一座用镜子做成的房子,我在其中无论从哪一个角度, 都可以照见自己。她身上所有的空白都是我的沉默,她的喜悦在我的脸上总是映出 笑容。

Sento che io stessa sono stata trascinata da quell’uomo verso l’entrata di un’altra fase della mia vita, nient’altro. Quell’uomo è l’incarnazione del desiderio, io ho avuto il coraggio di fronteggiare le sue esplorazioni. È come se fosse un turista, ha semplicemente visitato il corpo di una giovane studentessa, abbiamo solo offerto uno all’altro le nostre parti del corpo, alcuni organi, come si condivide il lavoro nei campi. Il percorso del suo viaggio non ha alcun senso per me.

[…] He invece, è come una casa fatta di specchi che appartiene al mio io più profondo. In essa, non importa da quale angolo, posso sempre vedermi riflessa. In lei, tutti gli spazi vuoti

sono i miei silenzi, le sue gioie sono sorrisi riflessi sul mio volto306.

Anche nel romanzo di Marguerite Duras è presente una figura di donna che condivide con la protagonista pensieri ed emozioni, in un reciproco coinvolgimento. Si chiama Hélène Lagonelle ed è una ragazzina compagna di studi di Marguerite. Ogni qualvolta lei rientra tardi nel pensionato della scuola, dopo essere stata a casa dell’amante cinese, si distende sul letto vicino o insieme all’amica e con lei si confida. Si accarezzano, si baciano, piangono, nascoste dalle zanzariere. Marguerite nutre anche un desiderio fisico per quel corpo femminile, che però non si concretizza mai in un rapporto vero e proprio, ma rimane idealizzato, immaginario.

Anche in Siren shenghuo 私人生活 (Vita privata) avviene la stessa cosa: tutti i passaggi in cui vengono descritte scene di intimità tra Ni Aoao e la vedova He si concludono con le parole della protagonista che si rende conto di essere semplicemente immersa nei propri pensieri e di stare fantasticando.

Ritorno da Hélène Lagonelle. Mi siedo accanto a lei. Sono sopraffatta dalla bellezza del suo corpo appoggiato contro il mio. È un corpo sublime, libero sotto il vestito, a portata di mano. Seni come quelli non li ho mai visti. Non li ho mai toccati. […] Una delle cose più belle che Dio abbia creato è il corpo di Hélène Lagonelle, incomparabile, con quel suo equilibrio tra la statura e i seni sporgenti che sembrano esistere per sé soli, separati dal corpo. Nulla è più straordinario di questa rotondità dei seni portati come un accessorio e

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offerti alle mani altrui. […] Il corpo di Hélène Lagonelle è pesante, ancora innocente, la morbidezza della pelle è quella di certi frutti, quasi al di là della percezione, illusoria, sconvolgente. […] Porta inconsapevolmente quelle forme da fior di farina, le esibisce per mani che le impastino, per bocche che le mordano, senza trattenerle, senza conoscerle, senza conoscerne il favoloso potere. Vorrei mordere i seni di Hélène Lagonelle, come lui morde i miei, nella camera della città cinese dove ogni giorno vado ad approfondire la conoscenza di Dio. Esser divorata da quei seni di fior di farina.

Sono stremata dal desiderio di Hélène Lagonelle. Sono stremata di desiderio.

Voglio portare con me Hélène Lagonelle, là dove ogni sera, ad occhi chiusi, aspetto il piacere che mi fa gridare. Vorrei dare Hélène Lagonelle a quell’uomo perché facesse anche su di lei quello che fa su di me. In mia presenza, secondo il mio desiderio, che si offrisse dove io mi offro. Passando dal corpo di Hélène, attraverso il suo corpo, il piacere mi arriverebbe, allora definitivo, da lui.

Da morirne307.

Hélène piange. La bambina la prende tra le braccia e le dice parole d’amore.

[…] La bambina non sa più cosa dice a Hélène. E Hélène a un tratto ha paura, una paura terribile tra tutte, di nascondersi la verità sulla natura della passione che hanno l’una per

l’altra e che sempre di più le fa sentire così sole insieme, ovunque si trovino308.

Le ragazze sono imprigionate dentro le gabbie bianche delle zanzariere. Si riconoscono appena, le lucine azzurre del corridoio le fanno sembrare pallidissime, morenti. Hélène Lagonelle chiede sottovoce com’è andata, dice: “Con il Cinese.” Chiede com’è. […] Hélène Lagonelle chiede se è bello. La bambina, prima esitante, dice che lo è. Molto, molto bello? Chiede Hélène. Sì. La morbidezza della pelle, il colore dorato, le mani. Lei dice che è tutto bello.

[…] La bambina guarda Hélène Lagonelle e dice: “Strano, è così che lo desidero.”

Hélène dice che quando la bambina ne parla, anche lei, Hélène, lo desidera. “Quando ne parli lo desidero così anch’io.”

“Molto lo desideri?” “Sì. Con te, insieme a te.”

Si baciano. Indecenti fino al pianto309.

307 Duras, L’amante, cit., pp. 79-81.

308 Duras, L’amante della Cina del Nord, cit., p. 45.

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