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2. Capitolo 2 – La letteratura femminile nel panorama letterario cinese degli anni Novanta

2.3 Peculiarità della nuova corrente letteraria gerenhua xiezuo 个人化写作

2.3.3 Narcisismo e il tema dello specchio

L’attenzione posta su sé stesse e sullo studio contemplativo del proprio corpo corrisponde ad un processo di scoperta della propria individualità. Le protagoniste di questi racconti non solo si accarezzano e si toccano, mettendo in scena un gioco anatomico che scende fin nei particolari, spesso attraverso l’uso di metafore poetiche, ma amano anche contemplare la propria immagine davanti allo

222 Lin Bai, Zhiming de feixiang, in Jin Siyan, op. cit., p. 248.

223 Jin Siyan, op. cit., p. 244.

224 Dai Jinhua, “Rewriting Chinese Women: Gender Production and Cultural Space in the Eighties and Nineties” in Yang, op. cit.,

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specchio, in maniera narcisistica. È ciò che il critico letterario cinese Chen Xiaoming definisce come ziwo guanzhu 自我关注 (cura dell’io), ma a cui ci si riferisce in generale con il termine zilian 自恋 (amore verso sé stessi, quindi narcisismo) che tra l’altro in cinese ha una connotazione maggiormente dispregiativa225.

Scrive Lin Bai:

所以没有事的时候我喜欢化妆, 化了妆我希望有人来, 如果没有人来我就照镜子。 Così, quando non ho nulla da fare, mi piace truccarmi. Una volta truccata spero sempre che arrivi qualcuno e, se non arriva nessuno, allora contemplo la mia immagine davanti allo

specchio226.

E ancora:

这个女人在镜子里看自己,既充满自恋的爱意,有怀有隐隐的自虐之心。任何一个 嫁给自己的女人都十足地拥有不可调和的两个性,就象一头双头的怪兽。

Questa donna che si guarda riflessa nello specchio è piena d’amore narcisistico, con uno stato d’animo nascosto un po’ masochista, in continuo tormento di sé. Ogni donna che si sposa con sé stessa possiede due nature inconciliabili, come se fosse un raro animale a due teste227.

In quest’ultimo passo riscontriamo il profondo tormento vissuto dalla figura femminile che, al contempo, ama sé stessa, ma è profondamente delusa e insoddisfatta di sé.

Lo specchio permette uno sdoppiamento, rendendo il testo ancora più frammentario perché si perdono i riferimenti e i punti di vista e anche l’io si moltiplica. Si avverte un profondo spaesamento, che sfocia nella solitudine, ci si pongono delle domande a cui non si riesce a dare risposta:

多米,我们到底是谁 ?

我们来自何处 ? 又要向何处去呢 ? 我们会是一个被虚构的人吗 ?

Duomi228, alla fine noi chi siamo?

Da dove veniamo? E dove andiamo?

225 Pozzi, op. cit., p. 79.

226 Lin Bai, Zhiming de feixiang, in Jin Siyan, op. cit., p. 256.

227 Ivi, p. 262.

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Siamo forse degli esseri umani immaginari?229

La figura femminile diventa complessa in questo riflesso nello specchio e tormento interiore, si moltiplica e diviene plurale:

有一些女人就要从镜子里出来了,她们最英勇最活泼,因此最美丽,她们的身体触 碰到镜子冰冷的表面,我听见发出了兹兹的声音,这种声音灼伤着她们的皮肤,灼 痛着她们的眼睛,但我们最后听见碰的一声,镜子在空中舞蹈着,破碎在地上。 Alcune donne escono dallo specchio, sono le più coraggiose e le più vivaci, quindi anche le più belle. I loro corpi toccano la superficie fredda dello specchio, sento un crepitio, questo rumore brucia la loro pelle, incendia i loro occhi provocando dolore, e quando alla

fine sentiamo un tonfo, lo specchio danzante nell’aria è a terra in mille pezzi230.

Lo specchio è un ricettore discreto, non solo il riflesso, ma anche l’ombra di sé: mostra i lati nascosti, i più oscuri. È uno strumento di auto-conoscenza, la frontiera tra il sé e l’altro, perché la nostra natura personale non è mai indagabile fin nel profondo (come dicono gli insegnamenti freudiani). Come vediamo, tempo e luogo non sono delimitati e vi è un cambio di soggetto continuo che lascia disorientati (nel passo precedente notiamo le “donne”, poi la prima persona con il verbo “sento”, che diventa successivamente plurale in “sentiamo”).

L’immagine dello specchio è un simbolo che vanta una lunga tradizione in Cina. È presente negli antichi scritti confuciani, taoisti e buddhisti ed è metafora della mente del saggio, che deve riflettere la realtà nella sua purezza, senza interferenze o commenti personali. È il simbolo della passività, dell’atarassia, del distaccamento del letterato231.

La simbologia tradizionale dello specchio viene ripresa dalle esponenti della gerenhua xiezuo 个人化写作 in chiave diversa e quasi opposta, diventando un mezzo di indagine e conoscenza di sé.

La teoria dello specchio è centrale anche nelle teorie psicanalitiche, in particolare in Lacan, ed è una tematica spesso presente anche nelle opere di letteratura femminile occidentale, nonché nelle opere più specificatamente femministe. In queste ultime vi sono numerosi rimandi da cui le scrittrici degli anni Novanta possono aver preso spunto. Riecheggiano le parole della Cixous:

229 Lin Bai, Zhiming de feixiang, in Jin Siyan, op. cit., p. 261. 230 Ivi, p. 263.

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La bellezza non sarà più vietata. […] I veri testi delle donne, testi con i sessi delle donne,

non fanno loro [agli uomini] piacere, fanno loro paura, li disgustano232.

Non è da escludere, quindi, che le suddette scrittrici siano state influenzate da queste letture, disponibili sul mercato cinese proprio a partire da quegli anni. Si pensi all’incipit del famoso capolavoro della Duras, L’amante, che inizia proprio con la descrizione quasi fotografica del viso della bambina protagonista, in realtà riflesso, come in uno specchio immaginario, della scrittrice stessa:

Penso spesso a un’immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. È sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m’incanto. Presto fu tardi nella mia vita. A diciott’anni era già troppo tardi. Tra i diciotto e i venticinque anni il mio viso ha deviato in maniera imprevista. […] È stato un invecchiamento brutale. L’ho visto impossessarsi dei miei lineamenti a uno a uno, alterare il rapporto che c’era tra di loro, render gli occhi più grandi, lo sguardo più triste, la bocca più netta, incidere sulla fronte

fenditure profonde233.