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1.4 La biografia di Chen Ran

1.5.1 Il concetto di privacy in Cina

Questo spiccato interesse verso l’interiorità è motivato dal clima politico e culturale di quegli anni. Nell’ultimo decennio del XX secolo, infatti, dopo le guerre dell’oppio149 che avevano visto la Cina scontrarsi per la prima volta con le potenze occidentali, per poi venirne smembrata in diverse concessioni sotto il controllo delle potenze straniere, la guerra civile, il maoismo e i suoi esperimenti su scala nazionale finiti in tragedia, lo stato cinese si stava progressivamente aprendo a una nuova fase grazie alla figura del presidente Deng Xiaoping. In Cina, nel corso dei secoli, la retorica del bene pubblico ha sempre prevalso sulla soggettività e sull’individualismo, sia durante la lunga fase imperiale, sia successivamente con l’ascesa del comunismo. Negli anni Novanta, invece, si sviluppa una nuova tendenza letteraria che mette in scena descrizioni di vita privata e di emozioni intimamente personali raccontate attraverso la voce delle donne, che catturano l’attenzione sia delle case editrici che del pubblico. Questo perché vi è un’inversione di rotta e l’interesse verso la sfera privata acquista un’importanza e un valore maggiori.150

Come scrive Renata Pisu in Mille anni a Pechino:

In una società che sta subendo una grande mutazione, cioè non più formata da persone che agiscono in un contesto comunitario e pubblico, ma piuttosto famigliare e privato se non addirittura individuale, la memoria non è più ancorata come una volta a testimonianze e biografie di grandi uomini che hanno fatto la storia. La gente si sta riappropriando dei propri

eventi minimi e sente il bisogno di rivalutare la sua apparizione sulla scena.151

148 Chen Ran, Siren shenghuo, cit., 2014.

149 Rispettivamente la prima svoltasi dal 1832 al 1842 e la seconda dal 1856 al 1860, con le quali ebbe inizio l’epoca del colonialismo

europeo anche in Cina.

150 McDougall, Bonnie S., “Discourse on Privacy by Women Writers in Late Twentieth-Century China”, in China Information, vol.

19, n. 1, 2005, p. 97.

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In Cina, il significato di si 私 (privato) ha sempre avuto una connotazione negativa, proprio perché l’attenzione era quasi totalmente concentrata sugli affari pubblici e sul bene dello Stato anziché sul valore del singolo individuo. Tale concetto sembrava talmente lontano dalla filosofia e dal pensiero cinesi che non esisteva nemmeno un termine per coniarlo: la parola privacy è stata importata dall’inglese nel Novecento, diventando in cinese yinsi 隐私 (in cui il primo carattere significa letteralmente “nascosto alla vista” mentre il secondo indica più in generale la sfera del privato e del personale, ma ha anche l’accezione di segreto o illecito). Anche la maggior parte dei suoi composti assumono un’accezione negativa, come per esempio sixin 私心 (egoismo) o sitong 私 通 (adulterio).152

Dal 1949 in avanti, con l’avvento del comunismo, la sfera privata si ridusse a livelli minimi. L’intrusione dello Stato nella vita privata della popolazione si concretizzò in misure estreme come la colletivizzazione della terra, le comuni popolari, il controllo dei cicli mestruali delle donne per gestire direttamente le nascite (che successivamente sfociarono nella politica del figlio unico del 1979). Dopo la Rivoluzione Culturale, invece, la progressiva distensione del controllo politico ed economico da parte dello stato incoraggiò l’apertura della Cina verso l’utilizzo della proprietà privata che portò di conseguenza ad una rivalutazione del termine si 私 (privato) in tutte le sue diverse accezioni.153

È in questo contesto che, anche in ambito letterario, l’attenzione si sposta sull’interiorità e sulla sfera personale dell’individuo. In particolare, sono le giornaliste e scrittrici donne a sviluppare queste tematiche, ma i dettagli privati di cui parlano (che arrivano a comprendere anche le esperienze sessuali) le fanno considerare dai critici e dal mondo accademico, ancora in prevalenza maschili, come inferiori e marginali. I motivi sono due: il soggetto da cui provengono gli scritti, le donne appunto, storicamente considerate inferiori e relegate alla sfera domestica del nei 内154, e le tematiche affrontate considerate di seconda importanza. Nonostante il valore equivoco attribuito inizialmente a questi testi indicati, tra gli altri nomi, proprio con il termine nuxing sirenhua xiezuo 女性私人化写

152 McDougall, Bonnie S., “Privacy in Modern China”, in History Compass, n. 2, 2004, pp. 1-2.

153 Ivi, pp. 4-5.

154 La tradizione confuciana indicava una precisa differenza per quanto riguarda gli ambiti sociali in cui i due diversi sessi potevano

muoversi: gli uomini operavano in ambiente pubblico, wai 外 (esterno), mentre le donne erano confinate all’interno delle mura

domestiche, nei 内 (interno). In Bailey, Paul J., Women and Gender in twentieth-century China, Hampshire, Palgrave Macmillan, 2012, p. 6.

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作 (scrittura femminile del privato), essi contribuiscono sicuramente a un’apertura nel dibattito pubblico sul tema delle questioni personali.155

Insieme a Yi ge ren de zhanzheng 一个人的战争 (La guerra di una persona sola) di Lin Bai, Siren shenghuo 私 人 生 活 (Vita privata) di Chen Ran è l’altro testo più rappresentativo del movimento. Il romanzo è in parte autobiografico, focalizzato sulla soggettività individuale, in cui si riconoscono apertamente i desideri sessuali femminili (comprese le relazioni omosessuali). Tuttavia, all’interno della trama, gli spazi del pubblico e del privato assumono un valore ambiguo: il rumore della città è invasivo, insopportabile, ma al contempo, quando la protagonista Ni Aoao passeggia per le strade, l’ambiente urbano che la circonda la rinfranca e la calma; gli spazi della camera e del bagno sono protettivi, ma al contempo il senso di isolamento e di segregazione che provocano sono soffocanti. Questo senso di confusione nell’abitare gli spazi mostra quanto il concetto di privacy non sia ancora propriamente compreso e metabolizzato dai cinesi. Tuttavia, l’aspetto positivo della sfera privata è sicuramente il fatto di essere il luogo dove i desideri sessuali fioriscono senza vincoli e dove l’individuo può trovare solitaria pace e rifugiarsi, ritagliandosi uno spazio proprio lontano dal contatto pubblico: queste brevi tregue, tuttavia, sono solo dei palliativi per una società dipinta ancora come repressiva e collettivista.156