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Nanluogu xiang, 南锣鼓巷 la commercializzazione del centro storico

Dintorni non armonios

4.1 Nanluogu xiang, 南锣鼓巷 la commercializzazione del centro storico

Camminando tra i vicoli vicino al Palazzo del tamburo,122 esco in una strada più

grande, Gulou dongdajie,123 e il panorama cambia. La via è stretta ma è estremamente

affollata da macchine e pedoni. Questa via è diventata una delle vie più di moda a Pechino, è

122 Gulou, 鼓楼.

123 Gulou dongdajie, 鼓楼东大街

piena di negozi di vestiti vintage, strumenti musicali e pubs. La mia attenzione viene attirata da un hutong più grande, con molte lanterne rosse appese tra i due lati della strada. Appena mi avvicino mi rendo conto che le lanterne sono messe lì per attirare i turisti. Si tratta di Nanluogu xiang, una via che è sommersa di turisti e negozi. La calca è fitta e in alcuni punti la gente spinge da ogni angolo. Si alternano negozi di souvenir o di vestiti a chioschetti o ristorantini che propongono “specialità tipiche” pechinesi. Spesso nei nomi dei ristoranti ricorre la parola lao Beijing, 老北京, la vecchia Pechino. Il tè era una bevanda che richiedeva del tempo, del tempo seduti a un tavolo per sorseggiarlo e degustarlo, mentre ci si intratteneva in conversazioni, veniva poi servito in appositi servizi in ceramica, con le dovute maniere. Oggi il tè viene venduto in chain stores, che lo servono in enormi bicchieri di plastica, con frutta a pezzi e ghiaccio, in decine di varianti, da consumare in piedi mentre si passeggia e si guardano le vetrine dei negozi. Ogni tanto vengo investito dal terribile odore del famoso “tofu puzzolente”,124 dall'odore disgustoso ma molto ricercato dai turisti, che viene venduto in

bancarelle e chioschetti che vendono spuntini da mangiare per strada.125 Sembra un grosso

parco a tema per turisti. Le guide turistiche in cinese e in lingue straniere hanno iniziato a consigliare un giro in questa zona per immergersi nella vecchia Pechino, lungo la via principale in realtà non ne è rimasto molto, se non delle confezioni storiche per moderni negozi. Il geografo Nigel Thrift parla di “economia dell'esperienza”, relativamente al tipo di business turistico che, a partire dagli anni '60, cerca di tematizzare gli spazi, facendo uso di istituzioni come musei, centri di protezione del patrimonio culturale e parchi tematici. Questo tipo di business, facendo leva sui sensi e sulla tematizzazione dello spazio, cerca di restituire al consumatore un tipo di esperienza che venga percepita come “autentica” o “tradizionale”

124 Choudoufu, 臭豆腐, tofu puzzolente. 125 Xiaochi, 小吃, piccolo spuntino.

(Thrift, 2008:71). Lungo questa via si trovano molte siheyuan ma la loro forma è stata stravolta, nuove porte sono state aperte lungo la strada che corre da nord a sud, in posizione diversa rispetto alle porte originarie, e l'interno trasformato in negozi, pub e ristoranti. C'è perfino una caffetteria Starbucks in una siheyuan. La confusione mi fa girare la testa. Sento il bisogno di scappare e mi infilo in un vicolo laterale.

Mi rendo conto di come il flusso di gente si concentri solo in Nanluogu xiang, ignorando gli hutong laterali che, seppur pieni di negozi di peluche, studi di tatuatori e caffetterie, sono ricchi di siheyuan con ampi cortili e principalmente luoghi di residenza per la popolazione locale. Questa zona era a rischio di demolizione, ma in seguito alle pressioni di organizzazioni e residenti è stata dichiarata, insieme ad altre venticinque aree di Pechino, zona di interesse storico, è adesso vietata la costruzione di palazzi molto alti ed è protetta, per il momento, dagli interessi immobiliari che preferirebbero sfruttare lo spazio del centro cittadino anche in verticale. In questa zona si è scelto di salvare la popolazione residente dalla riallocazione e le abitazioni dalla demolizione con una soluzione che prevede la commercializzazione dell'arteria principale, mentre i vicoli che si diramano da Nanluogu xiang sono stati meno toccati da questo processo e continuano a essere abitati dai vecchi residenti, che vivono in dazayuan ma non solo, nello Juer hutong,126 ad esempio, non ci sono

solo siheyuan, ma anche edifici a più piani, molti dei quali venivano impiegati per la sistemazione dei lavoratori appartenenti alle unità di lavoro.127

Passa un risciò con a bordo tre cinesi. Il conducente si ferma di fronte a una piccola siheyuan e racconta qualcosa che non comprendo ai passeggeri, immagino fornisca loro informazioni storiche e racconti qualche aneddoto. Molti cinesi amano fare un tour fra gli

126菊儿胡同.

127 Danwei, 单位, le unità di lavoro. Queste unità si occupano anche di gestire diversi aspetti della vita dei

hutong quando vengono in visita a Pechino. Mi avvicino per leggere la targa accanto alla porta e scopro che si tratta della residenza di Mao Dun,128 scrittore cinese del XX sec., molto

attivo politicamente, in particolar modo negli anni venti. La casa è stata trasformata in un museo sulla vita dello scrittore. Pago l'ingresso di cinque yuan129 e il guardiano mi chiede a

quanto equivalga in euro, se sono pochi o molti soldi e a quanto ammonta uno stipendio medio in Italia. L'ingresso è senza scalini e situato in posizione laterale, a sud est, come avviene spesso per le siheyuan più piccole. L'interno è ben preservato e il giardino pulito. Nel cortile un albero e alcuni vasi usati come elementi decorativi. Gli edifici laterali e lo zhengfang ospitano dei pannelli con fotografie che raccontano la vita dello scrittore e alcuni oggetti che gli appartenevano, tra cui diversi libri. Le uniche siheyuan che non sono diventate dazayuan hanno mantenuto, o sono state riportate alla loro forma originaria perché trasformate in musei, alberghi di lusso o proprietà di ricchi cinesi, di qualche dipartimento del governo o dell'esercito. Le case su cortile sono diventate abitazioni molto ambite da ricchi cinesi e stranieri che hanno capitali da investire per la ricostruzione, così accade che le siheyuan possano tornare a essere abitate nuovamente da un solo nucleo familiare, come nei casi di ricchi cinesi che vivono in siheyuan di lusso, con cucine e bagni costosi e anche piscine o parcheggi sotterranei.130 Durante il ritorno, in metro, un cinese mi osserva mentre

scrivo e mi chiede che lingua è. Rispondo che è yidaliyu131 e lui mi dice che è molto difficile e

che non riesce a capire nulla. Gli rispondo che è lo stesso per me quando cerco di leggere il cinese. Poi, scherzando, gli dico che anche gli altri italiani non capiscono la mia scrittura. Mi sorride e mi dice che il mio cinese può andare. Non so se lo pensi davvero ma mi incoraggia.

128 Mao Dun, 矛盾, il nome significa “contraddizione” ed è il nome d'arte usato da Shen Dehong, 沈德鸿 (1896-1981).

129 Renminbi yuan, 人民币元, la moneta del popolo, valuta cinese. Abbreviata comunemente in yuan, 元. 130http://www.nytimes.com/2008/07/27/arts/design/27ouro.html?_r=1&, consultato il 15/05/2014. 131 意大利语, lingua italiana.

Mi rincuora anche il fatto che di tanto in tanto si possano avere relazioni umane in metropolitana, di solito non si riesce neanche a incrociare lo sguardo di un'altra persona, perché sono tutti intenti a guardare i loro smartphones. A Hong Kong alcuni cartelli incoraggiavano le persone a prestare attenzione al mondo circostante e a non tenere costantemente lo sguardo sullo schermo.