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Tra marzo e luglio 1800 Giovanni Nepomuceno ricevette la tonsura e gli ordini minori e maggiori, e venne ordinato sacerdo- te a Trento, con dispensa da difetto di età, il 27 luglio dello stes- so anno dall’appena eletto nuovo principe vescovo Emanuele Maria Thun (già da quattro anni vescovo ausiliare). Un ruolo abbastanza importante in questa carriera svolsero due prelati dell’importante famiglia de Buol-Schauenstein: uno preposito della collegiata di Bolzano, l’altro, che l’8 marzo impartì a Gio- vanni Nepomuceno la tonsura e gli ordini minori, il principe ve- scovo di Coira Carlo Rodolfo (1794-1833), uno dei più tenaci e fermi resistenti alle forzature riformistiche dell’epoca.7 Seguiro-

no nei due anni successivi le prime esperienze pastorali del gio- vane sacerdote, impieghi di tipo quasi volontaristico e di ap- prendistato in qualità di cappellano soprannumerario nella par- rocchia di Longomoso/Lengmoos sul Renon, accantonando, a quanto pare, suggerimenti per una carriera di tipo canonicale-

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Cfr. il materiale archivistico segnalato alla nota 2.

6 Cfr. un elenco (non del tutto completo) con brevi regesti in D. Menozzi, M. Demo, A. Sarri (eds.), Le lettere pastorali dei vescovi di Bolzano-Bressa-

none e Trento in età contemporanea. Repertorio e indicizzazione, «Annali

dell’Istituto storico italo-germanico in Trento», 14 (1988), pp. 519-524. 7 Cfr. J. Gelmi, Geschichte der Kirche in Tirol, pp. 268-273.

beneficiare presso la collegiata di Bolzano – presso la quale pu- re aveva dei buoni avvocati – o presso la ricca parrocchia di Caldaro. Evidentemente Giovanni Nepomuceno aveva maturato un’autentica vocazione al servizio pastorale, sorretta da un vero impegno spirituale ed ascetico, oltre che dalle buone doti natu- rali e di carattere che emergeranno sempre più proprio nel con- testo dei successivi svariati impieghi pastorali. Superò presto, grazie a queste risorse e al conforto spirituale di padre Ober- rauch, anche il timore che in un primo tempo gli incuteva il mi- nistero del confessionale. Il successivo impiego nelle parrocchie di Auna di Sotto/Unterinn, sempre sul Renon, e San Pancrazio in Ultimo tra 1803 e il 1807 confermarono non solo la sua deci- sione per il servizio pastorale, ma anche il suo forte spirito di adattamento e una robusta disponibilità a condizioni concrete di vita molto sobrie e impegnative. Non lo distolsero da questo ti- po di vita e di servizio pastorale neanche gli alcuni mesi passati a Roma nell’inverno e primavera del 1803, dove aveva ottenuto ripetute udienze presso il Papa Pio VII e anche una onorificenza pontificia. Durante il soggiorno romano del 1803 morì il padre di Giovanni Nepomuceno e nel luglio 1808 morirà, sempre ad Innsbruck, anche la madre, senza che in ambedue i casi il figlio sacerdote potesse essere presente.

Nel febbraio del 1803 era definitivamente tramontato il prin- cipato vescovile di Trento (insieme a tutti gli altri del Sacro Im- pero Romano-Germanico), territorio di fatto ormai da anni so- stanzialmente amministrato da Casa d’Austria. Anche il princi- pe vescovo Emanuele Maria Thun, entrato formalmente in cari- ca nella primavera del 1800, non aveva mai ottenuto l’inve- stitura temporale dall’imperatore Francesco II (I). Addirittura l’imperatore, che nella ripartizione dei poteri all’interno di Casa d’Austria dall’epoca di Maria Teresa governava direttamente anche il Tirolo, accarezzò il progetto di abolire anche le due diocesi di Bressanone e di Trento a favore di un unico Lande- sbistum tirolese a Innsbruck. La resistenza congiunta dei tre ve- scovi del territorio e della Sede romana sventò questo progetto di riforma radicale e di traumatica cesura con la millenaria tra- dizione della regione. La pace di Presburgo del dicembre 1805 aveva però attribuito l’intero Tirolo al re di Baviera alleato di

Napoleone, il quale prese effettivamente in gestione la regione: precisamente fino al 1810 la parte trentina (ora incorporata al Regno Italico napoleonico in qualità di Dipartimento dell’Alto Adige) e fino al 1813 il Tirolo tedesco di qua e di là dalle Alpi. A nulla era valsa l’opposizione insurrezionale di Andreas Hofer. Ancora più che il governo austriaco, i governi bavarese e italico ispirarono la loro posizione nei confronti della Chiesa e della tradizione religiosa locale a principi statalisti e accesamente ri- formisti. In modo particolare si assistette alla quasi totale chiu- sura delle case religiose, specialmente quelle di vita contempla- tiva. In base ai tipici principi ecclesiologici dello statalismo ec- clesiastico, vennero risparmiate solo le parrocchie e i relativi ‘benefici’, valutati ancora come ‘utili’ nella loro attesa funzione di agenzie di promozione culturale e morale della popolazione. Anche per questo motivo venne avocata agli uffici governativi la nomina dei parroci. Quanto al vescovo Emanuele Maria Thun, rifugiatosi già nel 1801 a Vienna sotto l’incalzare degli eserciti francesi e tornato per breve tempo in sede nel marzo del 1806, egli subì l’anno seguente addirittura qualcosa come una deportazione forzata prima ad Innsbruck, poi a Salisburgo, po- tendo ritornare in diocesi soltanto nel luglio 1810 – non senza dover accettare il fatto compiuto delle soppressioni avvenute nel frattempo e gli ampi sequestri e dispersione di beni materiali ec- clesiastici che non fossero di stretta pertinenza e concreta utilità parrocchiale. Anche ciò che restava del capitolo cattedrale ven- ne strumentalizzato a promuovere un quasi scisma diocesano.

Con le sfortune militari napoleoniche la situazione politica nella regione cambiò presto nuovamente, precisamente in favore dell’Austria, che alla fine del 1813 occupò prima di tutto mili- tarmente il territorio, quindi, nella primavera del ’14 vi stabilì un’amministrazione provvisoria, nel maggio 1815 incorporò il Dipartimento dell’Alto Adige e finalmente un anno dopo dichia- rò i distretti territoriali di Trento e di Bressanone parte integran- te della Contea principesca del Tirolo.

Fig. 3 - Giovanni Nepomuceno Tschiderer lithografia di F. Dewerth, 1858 (foto di Peter Geymayer) (https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Nepomuceno_de_Tschiderer). Giovanni Nepomuceno Tschiderer (Bolzano 1777 - Trento 1860) fu vescovo di Trento dal 1834 fino alla morte. Di padre tedesco e madre italiana, trascor- se buona parte della sua vita presbiterale in Tirolo: dapprima parroco a Saren- tino e Merano, poi, dal 1832, ausiliare del vescovo di Bressanone per il Vo- rarlberg e infine vescovo a Trento. Molto amato dai fedeli per il tenore di vita ascetico e devoto, nondimeno fu apprezzato dalle autorità imperiali per la lealtà dimostrata nel biennio 1848-49. È stato beatificato nel 1995.

4. Professore di teologia morale e pastorale a Trento