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Accoglienza di bambini piccolissimi e sostegno al passaggio adottivo

3. Formazione e sostegno alle famiglie affidatarie: una composizione di interventi divers

4.1. Accoglienza di bambini piccolissimi e sostegno al passaggio adottivo

Di particolare rilevanza, per numero di esperienze, sono senz’altro i passaggi adottivi che vengono affrontati nel momento in cui le famiglie si rendono disponibili ad accogliere minori riconosciuti e poi abbandonati, e che necessitano di un periodo di tempo di attesa prima che possa essere scelta per loro una famiglia adottiva. L’Associazione Cometa ha accompagnato negli anni, fino ad oggi, 40 bambini in adozione.

È ormai largamente riconosciuto che, indipendentemente dalla prospettiva di durata, il legame familiare stabile è fondamentale al bambino per fare esperienza di un rapporto affettivo quale base di costruzione futura della propria personalità.

73 Temporaneamente, in attesa degli accertamenti giuridici sul nucleo famigliare da parte del Tribunale per i Minorenni, i bambini vengono collocati presso una famiglia affidataria, nella maggior parte dei casi per questi due motivi:

1) offrire nel più breve tempo possibile una situazione di tutela per il neonato esposto, altrimenti, ad una situazione di grave rischio;

2) consentire agli operatori di approfondire, in tempi brevi, la conoscenza e la valutazione delle capacità genitoriali, anche con il supporto dei servizi specialistici, al fine di consentire di formulare un progetto più a lungo termine per il futuro del bambino e che preveda il rientro nella famiglia, anche allargata, oppure l’apertura di un procedimento di adottabilità.

In questi casi gli affidatari sono preparati ad accogliere e sostenere il percorso del bambino fino al distacco per la selezione della famiglia adottiva.

Il passaggio di un bambino dalla famiglia affidataria a quella adottiva è un evento che coinvolge intensamente sia il bambino che le due famiglie, le quali si trovano in un momento decisivo della propria storia familiare. La famiglia affidataria si prepara a consegnare definitivamente il bambino che ha accolto, come neonato, e cresciuto nel breve-lungo periodo trascorso insieme. Questo tempo è sempre sufficiente a sconvolgere e cambiare la famiglia che accoglie il bambino e lo cura, ben sapendo di doverlo lasciare e probabilmente mai più rivedere. Tale prospettiva vertiginosa è ardua da mantenere nel nucleo affidatario, che per tale motivo necessita di essere accompagnato, passo dopo passo, da altre famiglie, le quali hanno vissuto la stessa esperienza, e da professionisti che costantemente monitorino, accompagnino e facciano presente la complessità dei fattori in gioco.

È un intreccio di attori, figure di riferimento e punti di vista differenti ciò che aiuta una famiglia a cogliere la complessità dello scenario e a sostenere la prospettiva di un’accoglienza temporanea fino alla consegna del bambino ad un'altra famiglia.

La famiglia adottiva, arriva a tale passaggio dopo una storia di coppia segnata dall’impossibilità ad avere figli, e quindi da un’attesa e un desiderio di

74 genitorialità che va anch’esso trattato ed indirizzato. Per tale ragione le famiglie adottive devono seguire un percorso di accompagnamento alla genitorialità prima e dopo l’adozione.

L’Associazione a fronte di questa complessità mette a disposizione un operatore completamente dedicato a favorire tale passaggio, ad accogliere e accompagnare le due famiglie, a partire dal punto di vista dalla tutela del bambino. Al centro di tale evento vi è il bambino con la sua storia pregressa, il suo presente e il suo futuro rappresentanti dalla presenza delle due famiglie e dell’Associazione.

Lo scenario in cui si svolge tale passaggio vede intagliarsi sullo sfondo il Tribunale per i Minorenni nelle persone del Giudice Onorario assegnato e l’assistente sociale di riferimento, che accompagnano le famiglie rappresentando lo Stato e la legge che presiede, ordina e legittima tale processo.

Tale complessità di attori presentifica più dimensioni della genitorialità, chiamando in campo una molteplicità di attori e rappresentanti del sociale, dello Stato e della legge, tali da costituire un unicum ed un evento emblematico.

Al centro vi è il bambino: lo sguardo, l’attenzione di tutti e la tensione degli operatori e della famiglia sono dedicati a mettere in campo tutto il possibile per favorire tale accompagnamento.

Il primo incontro è ricco di emozioni; da un lato viene presentata la famiglia affidataria, che racconta le abitudini e la vita quotidiana del bambino, dall’altro è presentato l’educatore che sosterrà la famiglia aiutandola a conoscere il bambino e ad affrontare le contingenze pratiche.

La coppia adottiva si trova ad avere un bambino già grande, seppur di pochi mesi, non avendo, come pregresso, i nove mesi di gestazione. Ciò oltre a rappresentare un’origine diversa del bambino, che comunque si porterà dietro tutta la vita, e di cui si dovrà tenere conto, mette i genitori nella condizione di

75 non sapere gestire le piccole cose quotidiane, il ritmo del bimbo, riconoscere i pianti e i vari segnali.

Per tale motivo la coppia è affiancata da un educatore che conosce il bambino e che può accompagnare il nuova famiglia, passo dopo passo, nella scoperta del bambino/figlio.

Il passaggio ha luogo in un appartamento attrezzato per accogliere il bambino e la nuova famiglia in modo da ricreare un ambiente familiare e domestico. I ritmi del passaggio sono determinati dai tempi del bambino, il primo incontro comunque dura un paio d’ore, in modo da poter poi da avere il tempo di poter distillare le emozioni di tutti. Successivamente, si procede con un avvicinamento progressivo inserendo attività e momenti della giornata sempre diversi.

Il bambino deve essere preparato ad incontrare la sua famiglia tramite la verbalizzazione di quello che avverrà e di quello che sta avvenendo. Sicuramente questa è la parte del passaggio più importante e delicata. L’educatore, i Servizi Sociali e l’équipe affido dell’Associazione Cometa accompagnano, in modi diversi e complementari, il bambino a riconoscere accogliere e ad attaccarsi alla nuova famiglia. Ogni gesto, parola, scelta dell’azione e della comunicazione deve avere come scopo il facilitare nel bambino tale passaggio. Naturalmente il bambino avrà resistenze, diffidenze, pianti e meccanismi di difesa vigili; ciò come segno dell’attaccamento sicuro che ha appreso nella famiglia affidataria, attaccamento che potrà così rimettere in gioco nella nuova famiglia. Vengono portati i giochi usati più frequentemente dal bambino, alcuni vestiti, le pappe, il suo ciuccio il biberon e quant’altro viene abitualmente usato in modo da creare continuità. È importante, infatti, che il bambino percepisca una continuità e un’inclusione della sua storia, che comprenda e porti con sé - come un tesoro - volti e cose che ha vissuto. In questo senso viene anche preparato un album di foto dalla famiglia affidataria così da immortalare le varie tappe della crescita e della

76 vita trascorsa fin d’ora, patrimonio indispensabile e preziosissimo per il bambino che, crescendo potrà ripercorrere la propria storia.

Al termine del passaggio adottivo viene regalato al bambino e alla famiglia adottiva un album contenente le foto del minore e che riguardano i momenti più importanti, fin dal primo giorno di inserimento in famiglia, come il primo sorriso, il primo bagnetto, le vacanze, etc., inoltre l’Associazione regala una valigia contenente i vestitini che il bambino ha utilizzato fino a quel momento, i giocattoli e tutto il suo materiale, anch’essi simbolo della continuità della storia che sta vivendo.

Finito il passaggio alcune famiglie condividono con l’operatore oppure direttamente con la ex famiglia affidataria foto e momenti successivi della vita del bambino; in alcune situazione si è creato un legame di amicizia tra le due famiglie e in altre ancora, la maggior parte, i rapporti sono stati interrotti per volontà della famiglia adottiva.

L’esperienza dell’Associazione Cometa in tale ambito rileva che, laddove i rapporti sono mantenuti tra le famiglie, i bambini sono sereni nel rivedere gli affidatari, dopo un periodo di sospensione dei rapporti che è necessario al minore per affiliarsi in maniera sicura e tranquilla alla nuova famiglia; inoltre la continuità dei rapporti permette al minore di avere accesso alla propria storia con maggiore serenità.