La realtà di Cometa è quella di famiglie impegnate ad affrontare le sfide che la quotidianità pone, da quelle più semplici a quelle più impegnative.
Il metodo educativo di Cometa, che è stato sviluppato a partire dall’esperienza di accoglienza di minori in affido residenziale e diurno, si fonda sulla convinzione che è necessaria innanzitutto una casa, perché senza un luogo accogliente in cui le famiglie si sentano protagoniste ed esprimere la propria personalità non può esserci educazione.
L’originalità dell’esperienza educativa di Cometa sta nel fatto che le famiglie sono coinvolte loro stesse attivamente in una proposta educativa nella
63 consapevolezza che non sia possibile educare senza essere continuamente educati.
Ciò che contraddistingue la proposta educativa di Cometa è il fatto di essere espressione, a sua volta, di un’esperienza di educazione che riguarda in primo luogo gli adulti che vivono e lavorano in Cometa: le famiglie sono sempre sollecitate a fare i conti con un’esperienza che li riguardi direttamente, e proprio in virtù di questo possono proporre un percorso educativo ai ragazzi. La proposta educativa non è decisa a tavolino da qualcuno ma è frutto di condivisione, di relazione e confronto e nasce da una continua tensione a realizzare la soluzione migliore per ciascuno.
La sfida più interessante per le famiglie è vivere appieno la quotidianità che culturalmente è un compito faticoso, perché la cultura dominante ci spinge alla continua ricerca dello straordinario e dell’eccezionale, laddove la quotidianità è vista come una fatica imposta.
La tensione educativa è quella di convogliare le molteplici esperienze in cui il ragazzo è inserito – dalla scuola ai rapporti con i familiari – in un’ottica educativa unitaria, per tenere tutto insieme. Una preoccupazione, questa, decisamente in contro-tendenza rispetto a una cultura come quella di oggi che tende a separare tutti i singoli aspetti della vita l’uno dall’altro.
In questo modo l’educatore è per il giovane la tangibile dimostrazione di come vivere in maniera autentica e appassionata sia un cammino fecondo di soddisfazione anche per lui.
Più, infatti, il ragazzo farà esperienza di questo legame stabile con una presenza significativa - e la famiglia è il primo ambito educativo che gli è dato di incontrare - più sarà mobilitato ad affrontare tutto ciò che l’esistenza gli riserva con fiducia senza censurare nulla.
In questo senso anche la partecipazione di una famiglia ad una rete più vasta di famiglie, che in vario modo vivono l’accoglienza e l’ospitalità, è un fondamentale fattore educativo e di crescita, anzitutto per la famiglia stessa.
64 2.1. La famiglia al centro
Nell'esperienza dell'Associazione Cometa la famiglia é il soggetto fondamentale attorno a cui prende corpo tutta l’azione educativa.
Ogni nucleo è caratterizzato da uno stile familiare; il termine “stile” nasce da
stilo, l’asticella appuntita con cui anticamente si scriveva sulla tavoletta cerata.
Lo stile è qualcosa che lascia un segno ed è rappresentativo del modo di vivere, di agire e di comportarsi di una persona, tale da distinguerla dalle altre. La famiglia interpreta il proprio stile, lascia il proprio segno nel costruire una strada per ciascun membro. Questa attenzione alla storia e al suo costruirsi nella relazione richiama i temi più profondi del significato «dell’essere e vivere in famiglia» e il tema del familiare a sua volta richiama due funzioni tipicamente umane, il generare e l’educare.
La famiglia si definisce, infatti, nel suo generare attraverso l’esplicitazione dei compiti di cura e sviluppo e in particolare attraverso la cura della riconoscenza, grazie alla possibilità di fare i conti con la dimensione di dono che è racchiusa in ogni legame. In una relazione educativa di crescita questo elemento di gratuità assume un’importanza fondamentale.
La progettualità di una famiglia nei confronti dei figli non è un concetto precostituito, non nasce a tavolino, bensì si snoda all’interno del rapporto con essi, dalla profondità di una relazione educativa che apre alla vita e permette a un figlio di «rinascere» continuamente.
A partire da tali aspetti si delinea un modello di famiglia aperta e non autoreferenziale.
Nel modello Cometa, la famiglia, mantenendo la responsabilità educativa dei minori accolti, deve essere adeguatamente sostenuta e deve poter disporre di tutte le informazioni necessarie per svolgere responsabilmente il proprio compito.
La famiglia, infatti, non si concepisce come un’entità autoreferenziale e non può presumere di saper trattare adeguatamente tutte le situazioni che incontra,
65 pertanto, in sinergia con gli operatori (dell’équipe affido e gli educatori), costruisce progetti personalizzati per ciascun membro.
Quanto più la famiglia si apre e riconosce l’importanza di un confronto permanente nello svolgimento della propria funzione educativa, tanto più si mostra capace di generare una vera cultura dell’accoglienza e di creare nuovi legami.
L’esistenza di un luogo, la casa, nel quale è possibile fare esperienza di questa cultura dell’accoglienza, è ciò che realmente può garantire nel tempo la continuità dell’intervento e il significato dell’esperienza stessa.
L’équipe, una volta acquisiti i profili, costruisce il progetto educativo personalizzato. Per ogni area definita nella fase di costruzione del profilo funzionale vengono individuati obiettivi a breve, a medio termine e a lungo termine.
Il progetto educativo è sempre legato a una dimensione temporale, la quale può consentire di leggere il significato di determinati elementi e collocarli all’interno di un percorso. Attraverso la definizione del percorso educativo di ogni bambino è pertanto possibile aiutare le famiglie e gli educatori, nel loro specifico, a riflettere su quanto accade nel quotidiano.
3. Formazione e sostegno alle famiglie affidatarie: una composizione di