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Il sostegno alla genitorialità affidataria

3. Formazione e sostegno alle famiglie affidatarie: una composizione di interventi divers

3.3. Il sostegno alla genitorialità affidataria

Se nelle serate formative vengono trattati temi trasversali e elementi uguali per tutti, le difficoltà più specifiche necessitano anch'esse di un luogo dove possano essere affrontate ed elaborate.

Per tale ragione Associazione Cometa invita le famiglie a rivolgersi singolarmente agli psicoterapeuti per affrontare le difficoltà specifiche non trattabili in ambito di mutuo aiuto o formativo, ma che si intrecciano con questioni personali e di coppia che hanno bisogno di essere elaborate e pensate in un luogo personale e privato.

Infatti, nel tempo si è potuto appurare che ciascun nucleo famigliare nell'accoglienza viene messo "a nudo" e vengono a galla spesso difficoltà personali e di coppia che incidono sul benessere delle famiglie e dei bambini e che necessitano di un luogo apposito dove essere trattati.

Talvolta tali colloqui sono necessari ad affrontare difficoltà specifiche di un minore, altre volte servono a comprendere come tali difficoltà incidono nella propria famiglia a livello intergenerazionale e coniugale. In ogni caso la declinazione concreta che le stesse tematiche teoriche trasversali hanno su ciascuna famiglia sono peculiari e necessitano di tale approfondimento. Questo anche per le famiglie con maggior esperienza.

70 Infatti, ogni minore accolto è diverso e non si può pensare che dopo anni di accoglienza e di esperienza si siano affrontate tutte le difficoltà, anzi più le famiglie sono "esperte" più riconoscono la necessità di un aiuto.

Per la delicatezza dei contenuti l'équipe affido non raccoglie gli elementi di tali colloqui ma si limita a incentivare le famiglie a partecipare a tali colloqui e a monitorare con gli psicologi - psicoterapeuti il benessere del nucleo.

Altra tipologia di colloqui sono quelli svolti con l'equipe affido, che sono molto più frequenti ma non sempre hanno un setting specifico. La maggior parte dei contatti che le famiglie hanno con i membri dell'equipe sono, infatti, telefonici e interessano la normale amministrazione quotidiana, oppure seguono ad incontri protetti del minore con la famiglia di origine, o per problematiche sanitarie o malesseri improvvisi.

Tuttavia vengono anche svolti incontri strutturati, a richiesta con la responsabile dell'équipe e con gli altri membri, per preparare per esempio incontri con i servizi sociali, convocazioni in tribunale, particolari difficoltà educative, aspetti relativi alla storia del bambino che possono incidere sulla quotidianità.

Altri incontri che la famiglia svolge con l'équipe riguardano la ripresa di alcuni contenuti con i minori in affido alla presenza di operatori che conoscono molto bene il frame giuridico, la storia del minore, e che il bambino/ragazzo stesso riconosce come autorevoli.

Infatti, se occorre dare comunicazioni importanti al minore, e riguardanti la sua storia, in accordo con i servizi sociali, l'equipe affido fa da tramite liberando gli affidatari da tale incombenza, laddove, a causa del conflitto di lealtà il minore potrebbe travisare o non accettare la stessa comunicazione da parte degli affidatari.

Questa funzione è molto importante per tenere "pulito il campo" e permettere una elaborazione migliore da parte dei bambini senza mettere in difficoltà la famiglia affidataria.

71 4. Casi speciali

L’Associazione Cometa, negli anni, ha avuto modo di accogliere una multiformità di situazioni diverse, che hanno dato luogo a diverse tipologie di progetto. Partendo sempre dal presupposto che i progetti nascono non a tavolino ma come risposta ai bisogni incontrati, negli anni si sono strutturati progetti molto diversi e articolati per sostenere le singole situazioni.

Sono state richieste prese in carico di fratrie composte da 5 fratelli, da collocare in famiglie amiche, oppure bambini restituiti dall’adozione, oppure pronto interventi di minore gravemente maltrattati o di neonati in attesa di adozione, oppure di neonati con malattie degenerative che avrebbero portano a morte certa dopo pochi mesi.

Ogni situazione è stata accolta per la disponibilità di una famiglia che, informata dall’équipe della segnalazione, ha ritenuto di essere disponibile ad accogliere il bambino, certa della collaborazione e del sostegno che le sarebbe stato fornito. L’Associazione non ha mai aderito ad alcun progetto di nessun tipo senza che prima non ci fosse stata la disponibilità di una famiglia, nella convinzione che non vi sia accoglienza senza libertà.

La casistica sopra menzionata mette in luce la varietà del bisogno esistente e la necessità di strutturare forme sempre nuove di accoglienza e di risposta a fronte della complessità incontrata. Si è riusciti a trovare soluzioni intelligenti e funzionali a partire dalla richiesta personale di una famiglia e a seguire dalla messa in campo di interventi educativi, psicologici e sociali, che permettano alla famiglia di continuare a vivere la propria quotidianità supportando al massimo il bambino/ragazzo accolto.

Particolare rilevanza hanno avuto anche le esperienze relative alla costruzione di legami significativi tra famiglie di origine e affidatarie attorno ad uno o più minori in affido. Tale casistica, che non è facile rintracciare, per le famiglie di Associazione Cometa è stato frutto di un lungo e artigianale lavoro di protezione, mediazione e vigilanza affinché i rapporti nati tra le famiglie

72 fossero sempre monitorati e regolati da terzi (Servizio Sociale ed équipe affido), in modo da valorizzare al massimo i contatti e gli scambi tra famiglie ma allo stesso tempo lavorare e bonificare le resistenze, gli attriti e le rivendicazioni che spesso inquinano il terreno. Infatti, per quanto animati da buone intenzioni, i rapporti tra genitori biologici e affidatari vanno preparati e facilitati in modo che al centro vi sia il bambino/ragazzo e il suo bisogno. Ogni gesto può contribuire al benessere del minore in oggetto che tanto più riuscirà a comporre la propria doppia appartenenza tanto più sarà sereno e forte nel proprio progetto di vita; laddove, invece, si perda di vista tale obiettivo il minore ne risentirà acutamente.

Per tali ragioni, l’Associazione Cometa promuove il contatto e la conoscenza tra famiglie e si offre come supporto per la mediazione del conflitto e delle richieste per mantenere al centro il benessere del minore.

Di seguito sono descritte alcune tipologie progettuali ed interventi simbolicamente significativi dell’esperienza di Associazione Cometa.