• Non ci sono risultati.

CONCESSIONI IN PROVINCIA DI TRENTO

4.6 ACCORDI CON ALTRI ENTI PUBBLICI

4.6.1 ACCORDO CON LA REGIONE VENETO

L’accordo con la Regione Veneto riguarda le derivazioni di Val Schener – Moline (in concessione a Primiero Energia S.p.A.) e Bussolengo – Chievo (in concessione a Enel S.p.A.). Entrambe le derivazioni sfruttano interamente l’acqua del Trentino (la prima quella del torrente Vanoi, la seconda quella del fiume Adige) e si sviluppano a cavallo dei due territori: la prima è installata per

il 90% sul territorio trentino e per il restante sul territorio veneto, mentre la seconda è installata per il 10% sul territorio trentino e per il restante sul territorio veneto [124].

La centrale di Moline, ubicata nell'omonima frazione del Comune di Sovramonte (BL) è un impianto a bacino della potenza efficiente di 17 MW (19 MW nominali, 30 MVA installati) e con una producibilità annua di 110 GWh, mentre la centrale di Val Schener, anch'essa ubicata nel Comune di Sovramonte, è un impianto a bacino della potenza efficiente di 2 MW (1,87 MW nominali, 3,25 MVA installati) e con una producibilità annua di 10 GWh. Entrambe le derivazioni sfruttano le acque del bacino di Val Schener, chiuso dalla omonima diga.

La centrale di Chievo, situata nell'omonima frazione del Comune di Verona, è un impianto ad acqua fluente della potenza efficiente di 29,4 MW (27,6 MW nominali, 45 MVA installati) e con una producibilità annua di 217 GWh, mentre la centrale di Bussolengo, situata nell'omonimo Comune, è un impianto ad acqua fluente della potenza efficiente di 47,7 MW (44,8 MW nominali, 60 MVA installati) e con una producibilità annua di 348 GWh. Entrambe le derivazioni sfruttano le acque del fiume Adige, derivato a sud del Comune di Ala in territorio trentino grazie al canale Biffis (Medio Adige).

La prima intesa è stata raggiunta nel novembre 2005 e successivamente promulgata con la

Legge Provinciale n. 1 del 05/02/2007 (Legge della Regione Veneto n. 26 del 23/11/2006). Tale

accordo prevede che sia la Provincia di Trento a curare i procedimenti amministrativi, modificativi, di assegnazione o di cessazione delle concessioni in oggetto, inviandone la documentazione alla Regione Veneto la quale ha 30 giorni di tempo per informare i soggetti interessati alla procedura di concessione. Conclusa l’istruttoria la Provincia di Trento comunica alla Regione Veneto l’esito e quest’ultima ne approva o meno il contenuto. Nel caso di approvazione la Provincia di Trento adotta il provvedimento.

Nel caso di interventi su opere o impianti nel territorio trentino si procede come prima descritto, mentre nel caso di interventi su opere o impianti nel territorio veneto la procedura è analoga ma con i due Soggetti istituzionali ed i ruoli invertiti. Per interventi che richiedano il parere della tutela ambientale la procedura di valutazione si terrà negli uffici territorialmente competenti (congiuntamente nel caso di interventi che coinvolgano ambedue gli Enti). Le attività di polizia idraulica ed ispezione tecnica vengono effettuate dai soggetti territorialmente competenti dandone comunicazione all’altro Ente.

I canoni demaniali sono calcolati sulla base delle tariffe vigenti in Provincia di Trento e sono ripartiti tra i due Enti in maniera differente per le due concessioni: per la derivazione Val Schener – Moline il canone spetterà per il 50,5% alla Provincia di Trento e per il 49,5% alla Regione Veneto, mentre per la derivazione Bussolengo – Chievo il canone spetterà per il 54% alla Provincia di Trento e per il 46% alla Regione Veneto.

Con l’accordo la Regione Veneto dichiara di approvare la gestione delle centrali di Moline e Val Schener da parte di Primiero Energia. Essendo tale gestione iniziata nel 2001 si concorda sul fatto che nel periodo 2001 – 2005 (fino alla stipula dell’accordo) i canoni riscossi dalla Provincia di Trento per tali derivazioni sono pari a 1.146.468,95 euro e che andranno ripartiti secondo quanto prima indicato. Per questo motivo la Provincia corrisponderà alla Regione Veneto la somma di 527.375,72 euro.

Si dichiara inoltre che nel periodo 2002 – 2005 i canoni riscossi dalla Regione Veneto per le derivazioni Chievo – Bussolengo sono pari a 3.998.917,16 euro (3.453.862,59 + 545.054,57) e che andranno ripartiti secondo quanto prima indicato. Per questo motivo la Regione Veneto corrisponderà alla Provincia di Trento la somma di 2.019.453,17 euro.

L’accordo prevede inoltre la condivisione delle decisioni riguardanti la gestione degli invasi, il rilascio del Deflusso Minimo Vitale, i provvedimenti in materia di protezione civile ed i programmi degli investimenti relativi agli interventi di manutenzione degli impianti.

4.6.2 ACCORDO CON LA REGIONE LOMBARDIA

Nel corso degli ultimi anni gli abitanti dei Comuni rivieraschi del Lago d’Idro hanno notato i frequenti e repentini prelievi ed immissioni d'acqua cui il bacino è soggetto a causa delle numerose concessioni per usi idroelettrici ed irrigui. Nel 2006 la Società Lago d’Idro deteneva la concessione per la gestione delle opere di regolazione del lago, in via provvisoria, in attesa del rinnovo della suddetta concessione.

Il lago in questione è situato per la maggior parte in territorio lombardo, mentre la zona settentrionale rientra nel territorio della Provincia di Trento. L’immissario e l’emissario si chiamano entrambi fiume Chiese, la parte sopralacuale è posta interamente in Trentino (Alto Chiese), mentre la parte sublacuale ricade nell'ambito della Regione Lombardia.

Le repentine variazioni del livello delle acque causano notevoli problemi all’ambiente naturale che circonda il lago. In particolare sulla sponda trentina è situato il biotopo “Lago d’Idro”, area naturalistica protetta di importanza comunitaria, nel quale il basso livello delle acque comporta pesanti degradi all’ecosistema, nonostante i numerosi interventi di salvaguardia che la Provincia autonoma di Trento ha messo in atto.

Un primo passo per la tutela del lago è stato compiuto nel luglio 2003: dal 18 di quel mese infatti il Registro Italiano Dighe ha stabilito che la quota massima d’invaso deve essere pari a 367 metri sul livello del mare, al fine di garantire la sicurezza idraulica delle popolazioni rivierasche del lago in caso di piena. Si prevede comunque un Organismo di istituzione pubblica, composto da membri di entrambe le realtà istituzionali, che eserciti la responsabilità della gestione e della supervisione di tutti gli aspetti procedurali, di tutela dell’ambiente, del patrimonio idrico, degli interessi e della sicurezza delle popolazioni connessi all’utilizzo delle acque del Lago d’Idro e del fiume Chiese. La creazione di tale Organismo è demandata ai due Enti locali attraverso il Decreto Legislativo 112/1998 e il Decreto Legislativo 289/2006, che conferiscono alle Regioni ed alle Province autonome la proprietà e la potestà legislativa del demanio idrico.

Nel 2006 si è pervenuti alla definizione dell’Accordo tra Lombardia e Trentino per l’armonizzazione delle azioni di salvaguardia delle acque dei due corpi idrici, approvato con la

Delibera della Giunta Provinciale di Trento n. 2617 del 07/12/2006. L’accordo prevede una serie

di azioni e protocolli amministrativi condivisi riguardanti:

1. misurazioni delle portate, dei prelievi e della qualità del fiume Chiese sopra e sub lacuale; 2. rilascio, rinnovo e gestione delle concessioni di derivazioni idroelettriche o irrigue nel Chiese sopra e sub lacuale;

3. rilascio, rinnovo e gestione della concessione di esercizio delle opere di regolazione del lago;

4. definizione del Deflusso Minimo Vitale del fiume Chiese; 5. obiettivi comuni di qualità idrica;

7. sicurezza prioritaria delle popolazioni rivierasche;

8. ricerca di finanziamenti per realizzazione di nuove opere sul bacino.

Viene istituito un Comitato di Coordinamento composto da rappresentanti degli Enti locali (Provincia autonoma di Trento, Regione Lombardia, Comuni rivieraschi) in carica per cinque anni, con il compito di promuovere le azioni previste nell’Accordo, eventuali modifiche dell’Accordo stesso nonché la collaborazione tra i soggetti territorialmente interessati. Viene istituita anche una Segreteria Tecnica formata da esperti di ambo i territori con i compiti di monitorare le azioni previste dall’Accordo, coordinare a livello tecnico e amministrativo gli incontri del Comitato di Coordinamento e diffondere le informazioni riguardanti le attività in questione.

4.7 OPZIONI ATTUALI PER LA GESTIONE DELLE CONCESSIONI

Il Piano di Utilizzazione delle Acque Pubbliche è estremamente chiaro e rispecchia la situazione nel resto d'Italia: non si possono realizzare impianti idroelettrici di taglia superiore a 3 MW. Per gestire una concessione di questo tipo, l’unica strada possibile è quella di prendere in gestione impianti già esistenti.

L'idea della Provincia autonoma di Trento era quella di replicare quanto già sperimentato dalla Regione Valle d'Aosta, che per mezzo della Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), è titolare di tutte le grandi derivazioni presenti nel proprio territorio. Un trasferimento così radicale non è riuscito e quindi si è optato, nel 2007, per la sottoscrizione con Enel ed Edison (i due maggiori produttori di quel tempo) di due accordi che contemplavano la costituzione di due NewCo: Hydro Dolomiti Enel S.r.l. e Dolomiti Edison Energy S.r.l.34.

Dal punto di vista normativo, l'articolo 12 del Decreto 79/1999 (“Decreto Bersani”) e l'articolo 1 del Decreto Legislativo 289/2006 stabiliscono che spetta alle Province autonome il rilascio delle concessioni ubicate sul territorio. L'articolo 16 del “Decreto Bersani” sancisce anche che la Regione autonoma Valle d'Aosta e che le Province autonome di Trento e Bolzano sono esonerate dall'applicazione delle disposizioni sulle grandi derivazioni a scopo idroelettrico in esso contenute. Le prerogative statutarie degli Enti locali citati permettono l'emanazione di norme proprie in questo settore.

Per questo motivo viene emanato il Decreto Legislativo 463/1999 che, all'articolo 11, proroga a fine 2010 tutte le concessioni in scadenza prima di tale data (quelle in scadenza dopo rimangono invariate). Successivamente l'articolo 44 della Legge 23/2007, che modifica la Legge Provinciale 4/1998, introduce la proroga di dieci anni per tutte le concessioni vigenti (a seguito di una serie di canoni aggiuntivi e obblighi di investimento sugli impianti ed il territorio circostante).

Alla luce di quanto descritto si comprende che qualsiasi altro imprenditore dovrà aspettare ancora diversi anni per poter avere la possibilità di ottenere in gestione una centrale idroelettrica sul territorio trentino. Nel 2015 la Provincia, in base alla Legge Provinciale 4/1998, emanerà un bando di gara per la gestione delle centrali in scadenza al 2020. Chi vorrà subentrare nella gestione dovrà presentare un piano di investimenti comprendente miglioramenti ambientali e agli impianti.