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ACQUE SUPERIFICIALI E SOTTERRANEE

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 157-168)

4 CARATTERISTICHE DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE, PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI E SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE, PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI E

4.5 ACQUE SUPERIFICIALI E SOTTERRANEE

La provincia di Sondrio è piuttosto ricca di corsi d’acqua. La maggior parte del territorio è compreso nel bacino idrografico del fiume Adda, mentre due piccole porzioni ricadono in bacini diversi, quello del Reno (zona del Lago di Lei) e del Danubio (torrente Spöel).

In Valtellina si contano, non meno di 250 laghi: una quarantina si trovano fra le valli Grosina, Viola e Livigno, più di 50 in Val Malenco e non meno di 30 sono quelli della parte lombarda dell’Ortles – Cevedale. All’incirca lo stesso numero sono i laghi sul versante Orobico e più di 20 quelli in Val San Giacomo. Alcuni sono originati dalla escavazione glaciale, altri dallo sbarramento morenico o, addirittura, dallo sbarramento di sponda del ghiacciaio. Nel fondovalle si trova invece un unico lago, il Lago di Mezzola, peraltro zona umida di interesse internazionale secondo la Convenzione di Ramsar e protetto dalla Riserva Natura Regionale omonima.

Il Fiume Adda è il principale corso d’acqua provinciale; esso ha origine nelle Alpi Retiche sul Monte Ferro e, attraverso la Valle di Fraele, giunge a Bormio. Il suo corso prosegue poi attraversando tutta la Valtellina per immettersi nel Lago di Como a Colico (LC). Il fiume Adda è il più lungo affluente del Po, con un percorso che si sviluppa per 313 km, interamente in Lombardia; è il quarto fiume italiano per lunghezza. Il suo bacino idrografico, con una superficie complessiva di circa 7.927 Km2, si estende per il 94% in territorio italiano e per il 6% in territorio svizzero.

Il bacino imbrifero dell’Adda si compone dei seguenti sottobacini: Adda prelacuale, Lago di Como, Adda sublacuale, Brembo, Serio.

Il Fiume Mera, il cui corso raggiunge i 50 km, fa anch’esso parte del bacino dell’Adda. Nasce in Svizzera, nel Cantone Grigioni e percorre la Val Bregaglia per poi entrare in provincia di Sondrio. Giunto a Chiavenna esso piega verso sud e forma il lago di Mezzola, per terminare il proprio corso nel Lago di Como vicino a Sorico (CO). L’Adda rappresenta il principale immissario ed emissario del lago di Como.

Fa parte del bacino del Reno il Fiume Reno di Lei che scorre in provincia di Sondrio solo per 15 km in Val di Lei e lungo il suo corso, nella parte elvetica, è localizzata una diga per lo sfruttamento idroelettrico che crea un lago artificiale quasi interamente italiano.

Infine, il torrente Spöl che fa parte del bacino idrografico del Danubio, nasce nei pressi della Forcola di Livigno e si immette poi nel Lago del Gallo; la sua lunghezza complessiva è di 28 km.

La rete di monitoraggio dei corsi d’acqua nel bacino dell’Adda prelacuale è costituita da 29 punti di campionamento posti su 28 Corpi Idrici, tutti in provincia di Sondrio, appartenenti a 18 corsi d’acqua di cui 2, il Federia e lo Spol, sono afferenti al bacino internazionale del fiume InNr. 15 Corpi Idrici sono sottoposti a monitoraggio operativo (figura 3 punti neri), 13 Corpi Idrici a monitoraggio di sorveglianza.

La rete di monitoraggio dei corsi d’acqua nel bacino del Mera è costituita da 4 punti di campionamento in provincia di Sondrio su altrettanti Corpi Idrici e comprende oltre il fiume Mera anche i torrenti Liro e Schiesone.

Un tratto del torrente Belviso è stato individuato come sito di riferimento tipo-specifico (RIF).

La pubblicazione “Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Adda e del lago di Como - Corsi d’acqua. Rapporto triennale 2014-2016” di ARPA Lombardia riporta i risultati dei monitoraggi effettuati nel bacino del Fiume Adda.

Nell’intero bacino lo Stato Ecologico BUONO o ELEVATO è raggiunto da 51 Corpi Idrici sui 122 monitorati; 67 Corpi Idrici sono classificati in Stato SUFFICIENTE o SCARSO, 2 Corpi Idrici ricadono nello Stato CATTIVO. La situazione è migliore per il bacino dell’Adda prelacuale, dove circa il 62% dei Corpi Idrici raggiunge lo stato BUONO o ELEVATO e il rimanente 38% non scende al di sotto dello Stato SUFFICIENTE, rispetto alla situazione dei bacini del lago di Como e dell’Adda sublacuale dove si rilevano maggiori segnali di alterazione.

Figura 4-17: i corpi idrici superficiali della Provincia di Sondrio (Fonte: RA PTCP Provincia di Sondrio)

In generale, la situazione dei corpi Idrici dell’intero bacino ha fatto registrare un discreto miglioramento rispetto al sessennio precedente che presentava il 43% dei Corpi Idrici in Stato BUONO o superiore e il 57% in stato SUFFICIENTE.

Figura 4-18: Stato Ecologico del bacino dell'Adda secondo lo “Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Adda e del lago di Como - Corsi d’acqua. Rapporto triennale 2014-2016” (ARPA Lombardia) per la zona della

provincia di Sondrio

Lo Stato degli elementi chimici a sostegno degli elementi biologici è sufficiente in 44 (36%) Corpi Idrici mentre i rimanenti 78 (64%) sono in stato buono o elevato. Anche in questo caso si è registrato un miglioramento rispetto al precedente sessennio in cui i Corpi Idrici in stato buono o elevato erano il 40%.

Le sostanze che determino lo scadimento dello Stato degli elementi chimici a sostegno sono nel 82%

dei casi i soli pesticidi AMPA e Glifosate mentre nel 9% dei casi queste sostanze vengono rilevate insieme a Metolachlor e Terbutilazina, in particolare nel bacino dell’Adda sublacuale e del Serio. Nei restanti casi è l’Arsenico, di probabile origine naturale, a determinare lo Stato SUFFICIENTE di alcuni Corpi Idrici del bacino dell’Adda prelacuale.

Anche per l’indice LIMeco, la maggior parte dei Corpi Idrici (92) è in Stato BUONO o ELEVATO corrispondenti al 75% di quelli monitorati. Se si suddividono i Corpi Idrici sottoposti a monitoraggio di sorveglianza da quelli sottoposti a monitoraggio operativo, risulta che nel primo caso ben l’85%

raggiunge lo Stato buono o superiore. Tale stato è raggiunto invece dal 68% dei corpi Idrici sottoposti a monitoraggio operativo.

Per quanto concerne gli Elementi di qualità Biologica (EQB), lo Stato degli elementi biologici è elevato/buono nel 58 % dei Corpi Idrici e scarso/cattivo solo nell’11%. Per quanto riguarda l’Adda prelacuale, ossia la provincia di Sondrio, non sono stati segnalati corpi idrici classificati con i valori di scarso/cattivo, come evidenzia la seguente immagine, che riporta anche il raffronto con il precedente periodo analizzato (2009/2014) e il miglioramento rilevato nel territorio provinciale.

Nel bacino dell’Adda prelacuale (nella cui valutazione vengono ricompresi anche Federia e Spol) e del Mera sono stati classificati tutti i 32 Corpi Idrici monitorati.

La distribuzione delle classi di Stato Ecologico 2014-2016 conferma il quadro tracciato per i Corpi Idrici dell’Adda prelacuale e del Mera nel sessennio 2009-2014: per il 66 % dei Corpi Idrici la classe di stato è rimasta invariata, in particolare per l’Adda da Lovero e Montagna Valtellina dove lo stato rimane sufficiente e per il Mera monitorato a Villa di Chiavenna. Instabile la situazione del fiume Adda da Valdidentro a Sondalo e per il Mera in chiusura di bacino ove la classe di stato oscilla tre BUONO e sufficiente. Confermato lo stato buono per il torrente Belviso, monitorato a monte della diga di Frera, ove è stato identificato un sito di riferimento, ossia un sito ritenuto idoneo a verificare le variazioni a lungo termine legate a fenomeni naturali.

Figura 4-19: stato degli elementi chimico-fisici dei Corpi Idrici nel bacino del fiume Adda prelacuale. Fonte: “Stato delle acque superficiali del bacino del fiume Adda e del lago di Como - Corsi d’acqua. Rapporto triennale

2014-2016” (ARPA Lombardia)

Figura 4-20: distribuzione del numero di Corpi Idrici naturali nei sottobacini del bacino Adda e Lago di Como in base allo stato degli elementi biologici nel triennio 2014-2016 e nel sessennio 2009-2014

Il LIMeco 2014-2016 è risultato elevato in tutti i casi ad eccezione dell’Adda Vecchia in cui lo stato sufficiente viene supportato anche dallo stato non buono degli elementi chimici a sostegno a causa della presenza di AMPA in concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientali (SQA-MA). Per altri 6 Corpi Idrici lo stato degli elementi di chimici a sostegno determina il giudizio di sufficiente per lo Stato Ecologico: oltre alla presenza di AMPA viene riscontrato il superamento degli standard di qualità ambientale relativi all’Arsenico, probabilmente da considerare di origine naturale. In 5 Corpi Idrici il giudizio di sufficiente dello Stato Ecologico è invece determinato dallo stato degli elementi di qualità biologici (macroinvertebrati e diatomee).

Nella quasi totalità dei Corpi Idrici lo Stato Chimico 2014-2016 è buono ad eccezione del torrente Belviso in chiusura di bacino ove è stato riscontrato Cadmio in concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientale come nel sessennio 2009-2014, ove 5 Corpi Idrici sui 28 classificati risultavano in stato non buono, sempre per la presenza di metalli come Mercurio, Cadmio e Nichel che, pur occasionalmente riscontrati, ne hanno determinato la classificazione sfavorevole.

La pubblicazione “Stato delle acque sotterranee - fondovalle Valtellina” edita da ARPA Lombardia nel 2014 e riferita all’annualità 2013 riporta la situazione più aggiornata disponibile in merito allo stato delle acque sotterranee di questa porzione provinciale.

Secondo lo studio, la ricchezza idrica ha portato la provincia di Sondrio a diventare la produttrice del 12% di energia idroelettrica del mercato nazionale e circa la metà della produzione regionale.

Le risorse idriche sotterranee provinciali sono rappresentate da falde acquifere che percorrono i fondovalle Valtellinese e della Val Chiavenna e da serbatoi idrici naturali confinati entro i versanti montuosi che danno luogo a una grande quantità di sorgenti. Circa l’80% delle acque ad uso potabile proviene da sorgenti. Da un censimento effettuato negli anni 1991-95, risultavano derivate 852 sorgenti a servizio delle reti acquedottistiche dei 78 comuni che costituiscono la provincia di Sondrio;

l’aggiornamento effettuato nel mese di giugno 2013 ne conta 838. Molte altre sorgenti non vengono derivate perché non idonee per ubicazione e caratteristiche chimiche, poco produttive oppure perché non necessarie.

Un discorso a parte è rappresentato dalle sorgenti minerali e dalle acque termali presenti in parecchi luoghi montani, sfruttate per l’imbottigliamento e attraverso Stazioni termali che risalgono a tempi molto antichi (ad esempio Bormio, Valmasino, Valdisotto).

Il corpo idrico GWB FTE “Fondovalle Valtellina” definito nel Piano di Gestione del Distretto Idrografico del fiume Po, cui si riferiscono i dati presentate a seguito, comprende gran parte territorio della provincia di Sondrio, escludendo in particolare la Val Chiavenna e la Val Malenco.

Le caratteristiche idrologiche ed idrogeologiche della Provincia di Sondrio sono strettamente legate alle condizioni geologiche e geomorfologiche del suo territorio. Nell’ambito del corpo idrico GWB FTE

“Fondovalle Valtellina” si distinguono le zone alta Valtellina e media-bassa Valtellina (fra Tirano ed il lago di Como).

In Alta Valtellina l’esistenza di lineamenti tettonici di una certa importanza, quali la Linea dello Zebrù e numerose fratture minori ad essa connesse, condizionano in modo marcato il regime idrografico sotterraneo, tanto che le maggiori emergenze idriche si concentrano in prossimità delle stesse.

L’alimentazione degli acquiferi sotterranei è imputabile principalmente all’acqua di precipitazione meteorica e di fusione di nevi e ghiacciai. La presenza nel territorio di vasti affioramenti rocciosi permeabili per fessurazione (essenzialmente rocce sedimentarie) favorisce l’infiltrazione nel sottosuolo di queste acque superficiali e potenzialmente crea i presupposti per un cospicuo accumulo sotterraneo. Purtroppo però l’esistenza di sistemi di fratture minori, variamente orientate, che accompagnano le grosse linee di dislocazione tettonica propiziano, anziché l’immagazzinamento profondo, il rapido smaltimento delle acque ed il loro ritorno in superficie, impedendo di fatto la formazione di estesi serbatoi idrogeologici ad esclusione di quello che si ipotizza in corrispondenza della Linea dello Zebrù al contatto tra rocce cristalline e sedimentarie. In linea generale si deve comunque escludere la presenza di estesi accumuli, seppure il territorio in studio possieda quantitativi non disprezzabili di fonti d’alimentazione e vasti affioramenti rocciosi fessurati e perciò a buona permeabilità; al contrario è facilmente riscontrabile il formarsi di piccoli serbatoi sotterranei locali che originano, dove le condizioni topografiche e morfologiche sono favorevoli, sorgenti con portate anche notevoli. Numerose emergenze idriche sono inoltre osservabili in quella parte del territorio dove i fenomeni tettonici hanno posto a contatto formazioni rocciose a diverse permeabilità o dove le coltri moreniche-detritiche ricoprono vaste aree. Si rammenta che i depositi di origine glaciale e gli accumuli detritici possono costituire buone rocce serbatoio ed in taluni casi alimentare sorgenti con portate non indifferenti (10 l/sec).

Dal punto di vista idrogeologico, la Media e Bassa Valtellina può essere distinta in due aree con caratteristiche geologiche e climatologiche differenti: il versante Retico e quello Orobico.

Nel versante Retico l’alimentazione della circolazione idrica sotterranea risulta molto variabile sia in rapporto alle differenti condizioni altimetriche esistenti fra fondovalle e quote più elevate, che ai cambiamenti litologici e strutturali locali. Inoltre l’esistenza di superfici tettoniche di scorrimento subverticale favorisce in taluni settori l’infiltrazione delle acque a scapito di un rilevante immagazzinamento delle stesse e quindi della formazione di importanti serbatoi idrici sotterranei.

L’alimentazione delle sorgenti avviene comunque, il più delle volte, seguendo la direzione dei lineamenti tettonici che in massima parte sono disposti parallelamente all’asse della Valle dell’Adda;

il risultato di tutto questo è la presenza di numerose sorgenti per la maggior parte con portate non rilevanti. La differenza delle caratteristiche geologiche e strutturali si riflette anche sul chimismo delle acque; si hanno così acque con durezza variabile in connessione con i cambiamenti litologici: in presenza di rocce sedimentarie calcaree o calcareo-dolomitiche l’acqua raggiunge una durezza di 15-20° F, al contrario la circolazione idrica in rocce poco solubili quali le metamorfiche origina sorgenti con acque molto dolci e pochissimo mineralizzate (durezza < 5-8° F).

Nel versante orobico la mancanza di ghiacciai e la ridotta estensione dei nevai fanno sì che l’alimentazione della circolazione idrica sotterranea sia in massima misura correlata alle precipitazioni meteoriche ed alla presenza dei corsi d’acqua superficiali. Seppur questi ultimi siano diffusi in maniera più omogenea rispetto al versante Retico, in senso lato, la minor permeabilità delle rocce affioranti fa sì che nel settore orobico non si verifichino condizioni particolarmente favorevoli all’alimentazione delle riserve idriche sotterranee, riducendola per lo più ad un’infiltrazione entro i terrazzi alluvionali ed i depositi morenici che ricoprono i pendii. Per questo motivo i serbatoi idrici sotterranei sono generalmente connessi ai depositi di copertura superficiali che sono tra l’altro arealmente estesi. In questo caso difficilmente la circolazione idrica profonda può originare una vera e propria falda acquifera in quanto nel versante in esame non si hanno quei presupposti morfologici e litologici che la possono rendere tale; come risultato finale si ha l’emergenza di parecchie sorgenti che però quasi sempre possiedono basse portate (<10 l/sec).

Il sottosuolo del fondovalle valtellinese è caratterizzato dalla presenza di una spessa coltre di materiali clastici sciolti di spessore anche superiore ai 250 m; tale copertura sedimentaria, di originaria età olocenica, si sviluppa al di sopra dei basamenti cristallini archeozoici ed è sede di acquiferi a carattere interstiziale.

L’area di fondovalle è caratterizzata, principalmente, da depositi grossolani che si sviluppano dalla superficie del piano di campagna per uno spessore che può raggiungere anche un centinaio di metri, al di sotto si rinvengono sabbie limose e limi sabbiosi a seconda della maggiore o minore vicinanza ai versanti vallivi dove è superiore l’energia di sedimentazione dei torrenti tributari del fiume Adda.

Nel sistema idrografico di fondovalle esiste una forte sproporzione fra la sovrabbondanza di acque superficiali ed il quantitativo relativamente modesto delle acque sotterranee; ciò è determinato dalla concentrazione temporale delle precipitazioni meteoriche, dalle accentuate pendenze dei versanti, dalla prevalenza di formazioni rocciose dotate di bassa permeabilità. I depositi alluvionali che costituiscono il fondovalle inducono una forte circolazione idrica sotterranea, in quanto presentano un grado di omogeneità ed una continuità maggiori rispetto ai depositi presenti sui versanti, anche se la loro alimentazione idrologica, dipende dalla struttura geologica dei versanti stessi. Infatti la maggior parte dell’alimentazione delle falde idriche di fondovalle è dovuta alle infiltrazioni laterali e di fondo dei corsi d’acqua principali e solo in misura minore alle precipitazioni e alla ricarica dei corsi d’acqua minori. Gli studi eseguiti hanno dimostrato che le maggiori riserve idriche sono concentrate nei paleoalvei caratterizzati da sedimenti grossolani, nei depositi incoerenti che fiancheggiano i due corsi

d’acqua principali e dove i coni di deiezione si sovrappongono alle alluvioni di fondovalle. La piana alluvionale oltre che possedere caratteristiche granulometriche favorevoli all’accumulo di acque sotterranee, presenta particolari condizioni idrogeologiche che permettono, alle acque provenienti dalle valli collaterali, di infiltrarsi in profondità attraverso i detriti e ricaricare così le falde più profonde localizzate alla base della coltre alluvionale.

Dalla relazione emerge come lo stato chimico relativo al Fondovalle Valtellina denota una buona condizione qualitativa della falda.

Per quanto concerne gli aspetti quantitativi, il trend piezometrico risulta generalmente ben definito;

mostra nel corso del tempo periodi di ricarica con curve di esaurimento costanti e coerenti con le stagionalità, minimi concentrati al termine del periodo invernale e massimi distribuiti nel periodo primaverile/estivo.

Relativamente al corpo idrico Fondovalle Valtellina, a seguito dei monitoraggi eseguiti nel 2012 si segnalano le criticità connesse alla presenza superiore ai limiti di arsenico per il punto di Morbegno e di nichel per il punto di Sondrio e al progressivo aumento di nitrati, ancora inferiori ai limiti di legge, per il punto di Piateda.

4.5.1 Potenzialità e criticità del comparto ambientale

Pur considerando la qualità tutto sommato soddisfacente delle acque superficiali a livello provinciali, una criticità esistente sul territorio è senza dubbio quella legata agli effetti conseguenti alle operazioni di svaso dei bacini artificiali esistenti. Tali operazioni saltuarie determinano forti incrementi di materiale solido terrigeno nei corpi idrici emissari, ossia a valle degli sbarramenti, con notevoli ripercussioni sulla fauna ittica e su quelle specie la cui esistenza è maggiormente legata ai corpi d’acqua (Anfibi, Invertebrati acquatici). In provincia di Sondrio sono 25 le piccole dighe (Volume compreso fra 5.000 m3 e 1.000.000 m3 e con altezza compresa fra 5 e 15 m), mentre le grandi dighe sono 27.

Sempre in relazione alle captazioni idroelettriche, particolarmente diffuse in provincia, in termini quantitativi si rimarca come un adeguato deflusso minimo vitale sia fondamentale per garantire il mantenimento di adeguate condizioni ambientali ed ecologiche di fiumi e torrenti derivati. In generale, grazie all’applicazione di normative di settore più attente e in grado di innalzare il livello di tutela dei corsi d’acqua, tali aspetti assumono negli ultimi anni un andamento migliore rispetto ai periodi passati, sebbene l’assetto idrico originario resti profondamente variato e ben differente da quello attuale.

Oltre alle captazioni - per uso idroelettrico e a quelle idropotabili, con queste ultime per lo più a carico delle acque sotterranee-, sono da segnalare le artificializzazioni della rete idrografica, che limitano la naturalità dei corpi idrici e costituiscono in molti casi delle vere e proprie barriere ecologiche, impedendo la continuità fluviale, ma anche l’accesso all’acqua da parte di molteplici specie faunistiche.

Figura 4-21: classi di Stato Chimico delle Acque Sotterranee per i Corpi Idrici appartenenti all’area idrogeologica Fondovalle Valtellina nel quinquennio 2009-2013. Fonte: ARPA Lombardia 2014.

Figura 4-22: stato dei corsi d’acqua del bacino dell’Adda prelacuale e del Mera nel triennio 2014-2016

Figura 4-23: esiti del monitoraggio dei corsi d’acqua del bacino dell’Adda Prelacuale e del Mera eseguito nel triennio 2014-2016 e confronto con sessennio 2009-2014

4.5.2 Possibili effetti significativi sull’ambiente

Come per il comparto atmosferico, si segnala la forte dipendenza della fauna dalle condizioni assunte dal comparto ambientale in esame. La disponibilità di acque superficiali, di aree umide, di pozze di

abbeverata e dell’accessibilità della risorsa in generale condiziona infatti fortemente la presenza e gli spostamenti degli animali.

Si ricordano ad esempio le problematiche connesse agli Ungulati, che, per raggiungere i torrenti, si trovano spesso a dover attraversare strade provinciali e comunali, causando frequenti incidenti. Stessa tematica coinvolge anche altri gruppi faunistici in relazione a movimenti condotti per e da habitat (riproduttivi) acquatici (Anfibi) che determina localmente morie di questi animali.

Per quanto riguarda la contaminazione da Piombo correlata alle attività di caccia, gli effetti sono soprattutto sulle acque sotterranee e si rimanda alle considerazioni già esposte nel capitolo relativo al suolo (4.4.3).

Per quanto attiene l’azione di Piano relativa alla corresponsione degli incentivi in favore dei proprietari o conduttori dei fondi agricoli, singoli o associati, che si impegnino alla tutela e al ripristino degli habitat naturali e all’incremento della fauna selvatica nelle zone di ripopolamento e oasi di protezione, gli effetti sono positivi in relazione ad azioni svolte in favore di aree umide.

Tabella 4-8: possibili effetti significativi sulle acque superficiali

OBIETTIVO AZIONI ACQUE

OBIETTIVO AZIONI ACQUE

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 157-168)