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PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 80-92)

3 OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE E RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI E PROGRAMMI INTERNAZIONALE E RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI E PROGRAMMI

3.4 PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Ai sensi della legge 431/85 e successive modifiche, la Regione era tenuta, con riferimento ai beni e alle aree soggette al regime della legge 1497/39 in forza della stessa legge Galasso (normativa ricompresa nel D.lgs. 42/2004), a sottoporre il proprio territorio a “specifica normativa d’uso e di valorizzazione ambientale”.

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale della Lombardia è stato adottato con DGR Nr. 6/30.195 del 25 luglio 1997, con successiva approvazione di rettifiche il 5 dicembre 1997, con DGR Nr. 6/32.935, fino all’approvazione della proposta di piano con il recepimento delle osservazioni raccolte.

Il PTPR è vigente dal 6 agosto 2001 dopo l’approvazione avvenuta con deliberazione del Consiglio Regionale Nr. VII/197 del 6 marzo 2001.

Il PTPR è stato aggiornato da alcune parti del PTR immediatamente vincolanti in seguito all’approvazione della Giunta Regionale del 16 gennaio 2008 ed in particolare ha assunto la denominazione di Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

Attraverso il Piano, la Regione, nel rispetto delle competenze spettanti agli altri soggetti costituzionali, promuove l’unitarietà e la coerenza delle politiche di paesaggio in particolare negli ambiti paesistici unitari che sono attraversati da limiti amministrativi e lungo le strade di grande comunicazione;

favorisce l’adozione di percorsi analitici confrontabili e di codici linguistici comuni da parte dei soggetti che partecipano alla costruzione del Piano del Paesaggio in Lombardia; si dota di uno strumento mediante il quale dialogare con enti esterni, nel quadro regionale, nazionale e internazionale.

Il Piano tratta temi relativi alla natura ed agli scopi della pianificazione paesistica, alle sue articolazioni interne, alle strategie utili a conseguirne gli obiettivi. Propone inoltre letture strutturate dei paesaggi lombardi, evidenziando fattori di identità e processi di degrado, proponendo azioni di tutela e di recupero e, di fronte a problematiche complesse, probabile oggetto di valutazioni e scelte divergenti, prospetta opzioni alternative.

Il Piano, recependo le indicazioni della Convenzione Europea del Paesaggio, mira alla tutela ed alla valorizzazione paesistica dell’intero territorio regionale scegliendo di coinvolgere e responsabilizzare tutti gli enti con competenze territoriali in termini pianificatori, programmatori e progettuali nel perseguimento delle finalità di tutela esplicitate dall’art. 1 delle Norme del piano:

 la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze e dei relativi contesti

 il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di trasformazione del territorio

 la diffusione della consapevolezza dei valori paesistici e la loro fruizione da parte dei cittadini.

Le tre finalità individuate - conservazione, innovazione, fruizione - si collocano sullo stesso piano e sono tra loro interconnesse. Il Piano però evidenzia come esse siano perseguibili con strumenti diversi, muovendosi in tal senso in totale coerenza con le indicazioni della Convenzione Europea del paesaggio.

Tabella 3-9: finalità del PPR della Lombardia

FINALITÀ ESEMPI DI AZIONI UTILI

Conservazione delle preesistenze e dei relativi contesti (leggibilità, identità ecc.) e loro tutela nei confronti dei nuovi interventi

Identificare le preesistenze da tutelare. Esplicitare le norme di tutela. Vigilare sull’applicazione e sull’efficacia delle norme.

Segnalare le amministrazioni che si sono distinte per la qualificata tutela del paesaggio agrario: riconoscimento economico delle pratiche paesisticamente corrette.

INNOVAZIONE

Miglioramento della qualità paesaggistica degli interventi di trasformazione del territorio (costruzione dei “nuovi paesaggi”)

Superare il modello delle “zone di espansione” periferiche per ogni comune. Polarizzare la crescita verso operazioni di riqualificazione urbana e insediamenti complessi di nuovo impianto. Curare gli accessi alle città, l’immagine lungo le grandi strade, prevedere idonei equipaggiamenti verdi. Estendere la prassi dei concorsi di architettura. Fornire indicazioni metodologiche utili a collocare con consapevolezza i progetti nel paesaggio.

FRUIZIONE

Aumento della consapevolezza dei valori e della loro fruizione da parte dei cittadini

Conferenze, pubblicazioni, mostre, dibattiti, corsi sul paesaggio e la sua tutela. Incoraggiare la partecipazione alle scelte urbanistiche e promuovere l’individuazione condivisa dei valori paesistici locali.

Potenziare e tutelare la rete dei percorsi di fruizione paesaggistica.

Il PPR suddivide il territorio Lombardo in ambiti territoriali. Ogni ambito viene inizialmente identificato nei suoi caratteri generali con l’eventuale specificazione di sotto-ambiti di riconosciuta identità. Quindi, all’interno di ciascun ambito sono indicati gli elementi (luoghi, famiglie di beni, beni propri ecc.) che compongono il carattere del paesaggio locale. Sono gli elementi che danno il senso e l’identità dell’ambito stesso, la sua componente percettiva, il suo contenuto culturale.

Il controllo paesistico disposto dalle norme del PPR opera su base spaziale diversa da quella della 1.497/39, in quanto si estende all’intero territorio e non alle sole zone vincolate, essendo questo strumento un “piano territoriale” e non un “piano paesistico”. Questa impostazione si basa sul principio che essendo il paesaggio un valore ubiquo, qualunque intervento di trasformazione del territorio è, a priori, potenzialmente rilevante ai fini paesistici.

Il Piano Territoriale Paesistico regionale ha natura:

a) di quadro di riferimento per la costruzione del Piano del Paesaggio Lombardo b) di strumento di disciplina paesistica del territorio

c) il PPR come strumento di salvaguardia e disciplina è esteso all’intero territorio regionale e opera fino a quando non siano vigenti atti a valenza paesistica di maggiore definizione.

Il Piano indica come individuare e tutelare categorie di beni paesaggistici puntuali e/o areali quali ad esempio: i centri e nuclei storici, la viabilità storica e d’interesse paesistica, i canali e il sistema irriguo, il paesaggio agrario.

3.4.1 Inquadramento dell’area di studio nel PPR

Il territorio della provincia di Sondrio è costituito dagli ambiti geografici della Valtellina, della Valchiavenna e del Livignasco e ricade nella Unità Tipologica di Paesaggio “Fascia Alpina”.

In questa unità sono individuati i Paesaggi delle energie di rilievo e i Paesaggi delle valli e dei versanti. Una piccola porzione del territorio, nei pressi del Lago di Mezzola, è classificata invece quale unità tipologica di fascia prealpina, in particolare come paesaggio dei laghi insubrici.

Tabella 3-10: descrizione delle Unità tipologiche di paesaggio per l’area di interesse I PAESAGGI DELLE

ENERGIE DI RILIEVO

Il paesaggio dell’alta montagna è un paesaggio aperto, dai grandi orizzonti visivi, che si frammenta nel dettaglio delle particolarità litologiche, nel complesso articolarsi dei massicci, nelle linee verticali delle pareti rocciose, nelle frastagliate linee di cresta.

I processi di modificazione, lentissimi, sono soprattutto dovuti all’azione degli elementi meteorici ed atmosferici. La copertura vegetale è limitata a praterie naturali, cespugli, ed ambienti floristici rupicoli e di morena.

Gli elementi componenti di questo paesaggio rientrano pressoché esclusivamente nel settore geomorfologico-naturalistico.

PAESAGGI DELLE VALLI E DEI VERSANTI

Paesaggi dei versanti delle aghifoglie. Al di sotto della fascia aperta delle alte quote, si profila l’ambito dei grandi versanti verticali che accompagnano le valli alpine, dominio forestale delle aghifoglie (Laris, Pinus, Picea).

Nell’agricoltura e nell’allevamento si sviluppano economie di tipo “verticale” cioè legate al nomadismo stagionale degli addetti.

I versanti alti sono caratterizzati dagli alpeggi e dai pascoli con le relative stalle e ricoveri, raggiunti nel periodo estivo.

Il generale abbandono delle pratiche agricole e della pastorizia, condizionano pesantemente la sopravvivenza degli ambienti e delle strutture.

La presenza dell’uomo, delle sue attività, delle sue forme di organizzazione si accentua passando dall’alto versante verso il fondovalle.

Il versante è elemento percettivo dominante dei paesaggi vallivi caratterizzato da una diffusa presenza di elementi morfologici quali i conoidi di deiezione, le rocce esposte ecc. I terrazzi a mezzacosta costituiscono il principale sito per gli insediamenti e l’agricoltura, seguendo talvolta anche il limite tra l’orizzonte delle latifoglie e delle aghifoglie.

3.4.2 Indirizzi di tutela

“Gli Indirizzi di tutela …. Sono principalmente diretti agli enti locali per orientarne, nell’ambito della attività di pianificazione territoriale, le scelte a specifica valenza paesistica. Fino a quando non siano vigenti strumenti di pianificazione a specifica valenza paesaggistica di maggiore definizione, tutti i soggetti che intervengono sul territorio regionale sono tenuti ad utilizzare gli Indirizzi di tutela, quali indicatori base preliminari della sensibilità paesaggistica dei luoghi, ai fini dell’esame paesistico degli interventi di cui alla Parte IV delle norme di attuazione del Piano.” (art. 16, c.4 delle NTA del Piano).

L’efficacia degli Indirizzi di tutela e dei Piani di Sistema è disciplinata all’art. 16 delle Norme di Attuazione (si veda citazione poc’anzi riportata). In tal senso si ricorda che il PTCP della Provincia di Sondrio dettaglia i contenuti paesistici del PTR.

In merito alla fauna selvatica, gli indirizzi di tutela ritengono questa componente importante e di interesse ai fini della pianificazione faunistico venatoria solo per quanto riguarda le unità tipologiche di paesaggio, in particolare nel caso dei paesaggi delle energie di rilievo, poiché sono quelli che presentano il grado maggiore di naturalità. Di seguito vengono pertanto analizzati gli indirizzi relativi alle unità tipologiche di paesaggio che interessano il territorio della provincia di Sondrio.

3.4.2.1 Indirizzi di tutela per le unità tipologiche di paesaggio (Parte I)

Per ogni unità tipologica di paesaggio il Piano segnala gli obiettivi generali di tutela paesistica, gli elementi e gli aspetti caratterizzanti l’ambito e i relativi specifici indirizzi di tutela.

Per quanto riguarda i Paesaggi delle energie di rilievo, il Piano sottolinea che gli elementi di questa sotto-unità rientrano pressoché esclusivamente nel settore geomorfologico-naturalistico e che l’alto grado di naturalità di questi paesaggi costituisce una condizione eccezionale nell’ambito regionale.

Per i Paesaggi delle energie di rilievo, gli indirizzi di tutela riguardanti morfologia, formazioni glaciali, idrografia, condizioni floristiche e faunistiche impongono quindi una generale intangibilità a salvaguardia della naturalità. Nel processo di pianificazione regionale e provinciale questo valore deve essere integrato dall’indicazione delle specificità paesistiche riferite alle condizioni dell’habitat naturale (aree floristiche o faunistiche di eccezionale rilievo) da non sottoporre a sfruttamento antropico. La fruizione escursionistica, alpinistica, turistica di queste aree va ammessa compatibilmente alla difesa delle condizioni di naturalità, valutandone attentamente il peso e l’impatto.

Si sottolinea in modo particolare gli indirizzi di tutela rivolti al comparto della fauna che prevedono, oltre al rigoroso controllo dell’attività venatoria, le seguenti azioni:

 il riconoscimento e la tutela degli ambiti di particolare rilevanza faunistica

 la tutela dei caratteri e delle condizioni territoriali che possono mantenere o promuovere l’insediamento delle diverse specie

 la salvaguardia della fauna esistente (o il suo trasferimento in aree limitrofe ove possibile) nelle parti di territorio destinate agli sport alpini.

Tabella 3-11: indirizzi di tutela del PPR della Regione Lombardia per i Paesaggi delle energie di rilievo, in relazione agli aspetti di maggior interesse per la pianificazione in esame

ASPETTI PARTICOLARI INDIRIZZI DI TUTELA

Energie di rilievo

Compongono la struttura visibile e la sagoma dell’imponente architettura alpina, epifenomeni della morfologia terrestre, elementi primari nella definizione dello spazio.

Va tutelato il loro massimo grado di naturalità. Le vette, i crinali, le sommità, in quanto spartiacque dei bacini idrografici assumono rilevanza paesistica. Devono essere vietate le attività che alterino la morfologia o i fattori di percezione visiva al di fuori delle aree destinate all’esercizio degli sport alpini precedentemente considerati.

Fauna

Vi si ritrovano gli habitat di diverse specie animali protette (rapaci, roditori, mustelidi, cervidi, bovidi).

Vanno riconosciuti e sottoposti a tutela gli ambiti di particolare rilevanza faunistica e, più in generale, vanno tutelati i caratteri e le condizioni territoriali che possono contribuire al mantenimento o al nuovo insediamento delle diverse specie.

Nelle parti di territorio destinate agli sport alpini deve essere posta particolare cura alla salvaguardia della fauna esistente, ove possibile, o al suo trasferimento in aree limitrofe, opportunamente attrezzate.

ASPETTI PARTICOLARI INDIRIZZI DI TUTELA

Elementi intrusivi

Interventi antropici recenti determinati dallo sfruttamento delle risorse montane (infrastrutture a rete, domini sciistici ...).

L’apertura di nuovi impianti sciistici deve essere, in linea di massima, preclusa nelle zone di massima espressione della naturalità alpina, ed essere limitata nelle altre zone, si rimanda in proposito ai disposti dell’art. 17 delle norme di attuazione del P.T.P.R. Nei casi di interventi non soggetti a V.I.A., e per quelli di riorganizzazione o ristrutturazione di impianti e attrezzature esistenti, i progetti devono comunque rispondere a criteri di massimo rispetto degli ecosistemi locali, a tal fine è opportuno che i progetti siano corredati da una relazione tecnica specifica, che espliciti i criteri adottati in materia.

Devono essere limitate le installazioni di elettrodotti e di impianti per la telecomunicazione.

Paesaggi delle valli e dei versanti: gli indirizzi di tutela dell’ambito relativo ai territori riconducibili all’organizzazione valliva prevedono di considerare tali spazi, in quanto soggetti all’azione antropica, come spazi vitali, quindi necessariamente aperti alla trasformazione ma prevedono la tutela delle loro caratteristiche fisionomie, attraverso la salvaguardia sia degli equilibri ambientali sia degli scenari in cui più originalmente si combinano elementi naturali ed elementi antropici nel segno della storia e della cultura montanara, valligiana. Si richiede dunque che la tutela venga in primo luogo esercitata su tutto ciò che è parte del contesto naturale e su tutti gli elementi che concorrono alla stabilità dei versanti e all’equilibrio idrogeologico.

Occorre quindi riconoscere la specificità, nelle valli longitudinali, dei versanti a umbrìa con le loro sequenze forestali che non vanno alterate, e di quelli a solatìo con le loro organizzazioni antropiche che vanno controllate. Ciò si esprime non solo salvaguardando i singoli elementi, ma anche i contesti nei quali gli elementi stessi strutturano il versante, con i legami fra centro di fondovalle, i suoi dintorni coltivati, i boschi, i maggenghi, gli alpeggi.

Dal PPR sono esplicitamente considerate azioni paesaggistiche positive quelle destinate a favorire il mantenimento del territorio attraverso il caricamento degli alpeggi, il pascolo, la pastorizia, la coltivazione e la manutenzione del bosco.

La componente faunistica non è esplicitamente citata negli indirizzi di tutela per i paesaggi delle valli e dei versanti.

Paesaggi del laghi insubrici: riguardano una porzione di territorio provinciale molto piccola, ma importante in quanto la porzione in essi ricadente è rappresentata dall’area in prossimità del lago di Mezzola, area di elevato interesse naturalistico e faunistico. La presenza delle acque lacustri, infatti, condiziona il clima e l’ambiente, formato da versanti di tipo vallivo, assumendo quella specificità - detta insubrica - rappresentata da una particolare flora spontanea o di introduzione antropica (dai lecci, agli ulivi, ai cipressi, ecc.) propria dell’area mediterranea o sub-mediterranea.

La tutela va esercitata prioritariamente tramite la difesa ambientale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o sistemici. Difesa, quindi, della naturalità delle sponde, dei corsi d’acqua affluenti, delle condizioni idrologiche che sono alla base della vita biologica del lago (dal colore delle acque alla fauna ittica, ecc.) delle emergenze geomorfologiche.

3.4.3 Ambiti di elevata naturalità e piani d’ambito di iniziativa regionale

L’individuazione delle Aree di particolare interesse ambientale a norma della legge Nr. 431/1985 è stata effettuata per la Regione Lombardia con la Dgr IV 3.859/1985. I piani, le proposte e gli studi effettivamente prodotti sono riportati nella Figura 3-6.

Il territorio della provincia di Sondrio rientra parzialmente negli ambiti di “elevata naturalità”, assoggettato alla disciplina dell’articolo 17 del PPR.

Tale articolo definisce che al loro interno vengano assunti i seguenti obiettivi generali (comma 2):

 recuperare e preservare l’alto grado di naturalità, tutelando le caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei luoghi

 recuperare e conservare il sistema dei segni delle trasformazioni storicamente operate dall’uomo

 favorire e comunque non impedire né ostacolare tutte le azioni che attengono alla manutenzione del territorio, alla sicurezza e alle condizioni della vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla produttività delle tradizionali attività agrosilvopastorali

 promuovere forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente

 recuperare e valorizzare quegli elementi del paesaggio o quelle zone che in seguito a trasformazioni provocate da esigenze economiche e sociali hanno subito un processo di degrado e abbandono.

Figura 3-6: a sinistra- (in verde) Delibera GR IV 3.859/1985. Individuazione delle aree di particolare interesse ambientale a norma della legge Nr. 431/1985. Primo appoggio alla pianificazione paesistica su vasta scala: un sistema coordinato di perimetrazione di aree riferibili a valenze di carattere morfologico, naturalistico, culturale,

definito ai sensi dell’art. 1 ter l. 431/1985. Immodificabilità dei luoghi compresi in aree assoggettate a vincolo oggettivo e automatico ai sensi dell’art. 1 L. 431/1985 e delle aree già vincolate ex L 1.497/39; (in rosa chiaro) Delibera CR IV 394/1986: Zone del territorio regionale da assoggettare a Pianificazione paesistica- a destra- (in

verde) I parchi Regionali istituiti con la L.r. 32/1996

Inoltre, non subiscono alcuna specifica limitazione per effetto del PPR le seguenti attività (comma 8):

 manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed eventuale ampliamento dei manufatti esistenti, nonché gli interventi ammessi nelle

situazioni indicate al comma 12, purché gli interventi siano rispettosi dell’identità e della peculiarità del costruito preesistente

 opere di adeguamento funzionale e tecnologico di impianti e infrastrutture esistenti

 utilizzazione agro-silvo-pastorale del suolo, ivi compresa la realizzazione di strutture aziendali connesse all’attività agricola anche relative alle esigenze abitative dell’imprenditore agricolo

 opere relative alla bonifica montana, alla difesa idraulica, nonché tutti gli interventi di difesa della pubblica incolumità e conseguenti a calamità naturali

 piccole derivazioni d’acqua, ove risulti comunque garantito il minimo deflusso vitale dei corpi idrici da verificarsi anche in relazione ai criteri di cui alla d.g.r. Nr. 2.121 del 15 marzo 2006

 opere di difesa dall’inquinamento idrico, del suolo, atmosferico ed acustico, previo studio di corretto inserimento paesistico delle stesse

 eventuali nuove strade, necessarie per consentire l’accesso ad attività già insediate, realizzate nel rispetto della conformazione naturale dei luoghi e della vegetazione, con larghezza massima della carreggiata di 3,50 m e piazzole di scambio.

Le disposizioni dell’articolo 17 si applicano all’intero territorio compreso negli ambiti di cui al comma 1, anche al di fuori delle aree vincolate paesaggisticamente, sono escluse dall’applicazione del dettato solo le aree ricomprese in parchi regionali dotati di PTC definitivamente approvati o nelle riserve naturali regionali dotate di piano di gestione. Nelle aree ricomprese in riserve naturali e parchi regionali istituiti ma non dotati di strumenti di pianificazione definitivamente approvati, valgono le disposizioni del presente articolo limitatamente agli aspetti non specificamente disciplinati dalle norme di salvaguardia contenute nei relativi atti istitutivi o piani adottati.

Figura 3-7: Ambiti di elevata naturalità della montagna (retino puntinato) di cui all’art. 17 delle Nta del PTCP.

Dettaglio per la provincia di Sondrio.

3.4.4 Rete Ecologica Regionale

Con la deliberazione Nr. 8/8.515 del 26 novembre 2008, la Giunta regionale ha approvato i prodotti realizzati nella 2° fase del progetto Rete Ecologica Regionale, come già previsto nelle precedenti deliberazioni Nr.6.447/2008 (documento di piano del PTR contenente la tavola di Rete Ecologica) e Nr.6415/2007 (prima parte dei Criteri per l’interconnessione della Rete con gli strumenti di programmazione degli enti locali). Con la deliberazione Nr. 8/10.962 del 30 dicembre 2009, la Giunta ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina.

La Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.

In tale progetto sono stati prodotti due elaborati:

 i documenti “RER – Rete Ecologica Regionale” e “Rete Ecologica Regionale – Alpi e Prealpi” che illustrano la struttura della Rete e degli elementi che la costituiscono, rimandando ai settori in scala 1:25.000, in cui è suddiviso il territorio regionale.

 il documento “Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali” fornisce indispensabili indicazioni per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell’ambito dell’attività di pianificazione e programmazione.

Quasi tutto il territorio provinciale rientra in aree classificate dalla RER come Elementi di primo o di secondo livello ed in parte anche in “Aree prioritarie per la biodiversità”. È individuato un corridoio regionale primario (per la maggior parte ad alta antropizzazione e, solo nel comune di Sondalo e in parte nel comune di Valdisotto, a bassa o moderata antropizzazione) lungo il corso del fiume Adda.

Figura 3-8: la Rete Ecologica Regionale in provincia di Sondrio

Le Aree prioritarie per la biodiversità individuate nella provincia di Sondrio sono riportate nella tabella seguente.

Tabella 3-12: Aree prioritarie per la biodiversità in provincia di Sondrio (Fonte: RER Lombardia)

NOME AREA DESCRIZIONE GENERALE INTERESSE

Alta Val Chiavenna

L’Area Prioritaria è localizzata all'estremo nord-occidentale della provincia di Sondrio, confina su tre lati (O, N, E) con la Svizzera e include 3.000 m s.l.m., quali Pizzi dei Piani (3149), Pizzo Ferrè (3103), Pizzo Tambò (3275) e Pizzo di Emet (3210). Il Passo dello Spluga tradizionalmente divide le Alpi Lepontine dalle Alpi Retiche e, secondo la più moderna ripartizione delle Alpi (classificazione SOIUSA), divide le Alpi Occidentali dalle Alpi Orientali. alpina e per la migrazione dell’avifauna che utilizza il Passo dello Spluga per

L’Area Prioritaria è localizzata all'estremo nord-occidentale della provincia di Sondrio, confina su tre lati (O, N, E) con la Svizzera e include 3.000 m s.l.m., quali Pizzi dei Piani (3149), Pizzo Ferrè (3103), Pizzo Tambò (3275) e Pizzo di Emet (3210). Il Passo dello Spluga tradizionalmente divide le Alpi Lepontine dalle Alpi Retiche e, secondo la più moderna ripartizione delle Alpi (classificazione SOIUSA), divide le Alpi Occidentali dalle Alpi Orientali. alpina e per la migrazione dell’avifauna che utilizza il Passo dello Spluga per

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 80-92)