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POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL COMPARTO AMBIENTALE

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 126-130)

4 CARATTERISTICHE DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE, PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI E SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE, PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI E

4.1 POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL COMPARTO AMBIENTALE

In generale il traffico veicolare risulta problematico per le emissioni atmosferiche che comporta, il rumore ed il disturbo che arreca, e, più direttamente, per quanto riguarda il problema dell’incidentalità stradale che coinvolge la fauna selvatica.

In merito alle emissioni connesse ai trasporti si rimanda quanto segnalato dal Rapporto Ambientale della VAS del PTCP di Sondrio. A livello provinciale sono inoltre programmate modifiche all’attuale assetto viario di fondovalle in previsione delle Olimpiadi programmate per il 2026, che indurranno in conseguenza un incremento dei transiti sulle strade di fondovalle.

Sul tema dell’energia, il problema principale rilevabile consiste nell’incidenza che possono avere i tracciati della media ed alta tensione sulla fauna selvatica, in modo particolare sull’avifauna. Sono ormai ben spiegate in letteratura le problematiche legate alla localizzazione ed alla struttura stessa dei tralicci e dei cavi aerei per il trasporto della corrente elettrica che causano spesso incidenti mortali

per l’avifauna. In particolare si hanno problemi di elettrocuzione (fulminazione per contatto con elementi conduttori, fenomeno legato soprattutto alle linee elettriche a media tensione) e della collisione in volo contro i conduttori (fenomeno che interessa in modo particolare le linee elettriche ad alta tensione).

Relativamente al rischio di collisione ed elettrocuzione derivante dalla presenza di linee elettriche e altri cavi aerei in Lombardia, il Progetto Life GESTIRE 2020 di Regione Lombardia ha proposto l’Azione A12 per migliorare lo stato delle attuali conoscenze circa questa problematica e per ridurre i casi di mortalità nelle province di Bergamo, Sondrio e Brescia. Si rimanda per una trattazione della tematica più approfondita al capitolo relativo (3.14.2), che riporta anche alcune possibili mitigazioni.

Fra le problematiche più significative si cita poi la riduzione della disponibilità di acqua superficiale, laddove captata (soprattutto per fini idroelettrici), ma anche le conseguenze dei periodici svasi dei bacini delle dighe che determinano fenomeni di forte intorpidimento delle acque, con conseguenze a volte letali sugli ecosistemi connessi posti a valle. Se pure oggi è previsto il rilascio in alveo di Deflussi Minimi Vitali e le operazioni più problematiche di rimozione dei sedimenti di fondo vengono controllate ed effettuate mettendo in atto svariate cautele, gli effetti sui corsi d’acqua superficiali della provincia non sono da considerarsi irrisori e l’accesso alle sponde non è sempre garantito alla fauna.

Per quanto concerne i rifiuti, va segnalato per l’attinenza al tema trattato, il comportamento scorretto di una parte – pur minoritaria - di cacciatori, che abbandona sul territorio di caccia i bossoli dopo lo sparo. L’accumulo dei materiali contenuti nel suolo è ovviamente nocivo - al di là della problematica specifica legata alla dispersione del piombo nel terreno che il proposto PFVT vuol contribuire ad eliminare con un cambio di munizionamento - anche in relazione alla tipologia di materiali interessati (plastica/metallo), che permangono a lungo nell’ambiente.

In materia, si segnala poi anche la dispersione di rifiuti in montagna legati alla fruizione turistica, che spesso contribuisce a variare le dinamiche locali preda-predatori, costituendo attrattori per vari predatori, quali i Corvidi, e sfavorendo, di conseguenza, varie specie, fra cui potenzialmente i nidiacei dei Galliformi.

Per quanto concerne le centrali a biomassa, la loro sostenibilità va valutata in relazione alla provenienza del materiale utilizzato, soprattutto di quella da biomassa vergine, e dalla gestione forestale e dei tagli connessi in caso di utilizzo.

4.2 IL TERRITORIO

La superficie totale della provincia di Sondrio è di 3.197 km2e si sviluppaper 119 km in direzione est-ovest e per 66 km in direzione nord-sud. La quota massima, 4.021 m s.l.m., è raggiunta presso la cima del Pizzo Bernina, in Valmalenco, mentre la quota minima si trova nel comune di Piantedo e corrisponde a 198 m s.l.m.

A nord e a ovest la provincia di Sondrio confina con la Svizzera (Canton Grigioni), a ovest con la provincia di Como e la provincia di Lecco, a sud con la provincia di Bergamo e a est con la provincia di Brescia e con il Trentino-Alto Adige (province di Trento e di Bolzano).

Amministrativamente è suddivisa in 78 comuni, a loro volta raggruppati in 5 comunità montane (Valtellina di Sondrio, Valtellina di Morbegno, Valtellina di Tirano, Valchiavenna, Alta Valtellina).

La provincia è caratterizzata da un territorio prevalentemente montuoso, solcato da valli che si estendono principalmente per via longitudinale; le principali sono la Valtellina con andamento est-ovest e la Valchiavenna in direzione nord-sud. La Valtellina coincide con la valle del fiume Adda, mentre

la Valchiavenna è attraversata dal Liro e dal Mera. Rimangono esclusi dai due bacini idrografici le elvetiche valle di Poschiavo, dal Passo del Bernina, e un tratto della Val Bregaglia, dal Passo del Maloja a Castasegna. Sono invece comprese due valli appartenenti a bacini idrografici totalmente estranei, ossia la valle di Livigno e la Val di Lei.

Figura 4-1: mappa della provincia di Sondrio

Il sistema montuoso della provincia di Sondrio può essere suddiviso in sei gruppi principali:

1. gruppo Tambò (3.275 m) - Suretta (3.027 m), con due lunghe catene che delimitano la Valle di S. Giacomo, parallele l’una all'altra;

2. gruppo Badile (3.308 m) - Disgrazia (3.678 m), tra la Val Bregaglia e il passo del Muretto;

3. gruppo del Bernina (4.021 m), dal passo del Muretto al passo del Bernina;

4. gruppo Corna di Campo (3.302 m) - Cima Piazzi (3.439 m), dal passo del Bernina ai piani di Pedenolo;

5. gruppo Ortles (3.899 m) - Cevedale (3.874 m), compreso tra i piani di Pedenolo e il passo del Tonale, con estesi ghiacciai come quello dei Forni, che è tra i più grandi delle alpi italiane;

6. catena orobica, costituita da un susseguirsi di cime di vario aspetto, allineate per oltre 50 km fra l’Aprica e Colico, con un’altitudine compresa fra i 2.000 e i 3.000 m.

I dati relativi alla distribuzione per fasce altimetriche della superficie totale della provincia, illustrano con evidenza il carattere essenzialmente montuoso del territorio.

Tabella 4-1: superficie territoriale della provincia di Sondrio per fasce altimetriche

ZONA ALTIMETRICA (m s.l.m.) AREA (Km2) % SUL TOTALE

< 500 217 6,7%

501 – 1.000 290 9%

1.001 – 1.500 448 14%

1.501 – 2.000 704 22%

>2.000 1.551 48,3%

Totale 3.210 100,00%

Figura 4-2: estensione (km2) e percentuale di superficie territoriale della provincia di Sondrio per fasce altimetriche

Figura 4-3: il territorio della provincia di Sondrio visto da Google Earth

Nel documento PROVINCIA di SONDRIO RAPPORTO AMBIENTALE (pagine 126-130)