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Cart., ff. I + 163 + I1 (f. 1 adoperato come foglio di guardia, f. 3 bianco); mm 313 ´ 230; manoscritto unitario, in folio; numerazione dei fogli di età moderna, a inchiostro nel margine sup. dx. del recto di ogni foglio. Antica numerazione corrente dei libri a inchiostro, in cifre arabe, al centro del marg. sup. del recto dei fogli. [Nord Italia], febbraio 1463 (cfr. f. 163v: «Finitus XV° feb(rua)rii 1463»).

DESCRIZIONE ESTERNA

FASCICOLAZIONE. I4, II-XVI10, XVII10-2. Segnature interne dei fasc., a inchiostro, in forma di cifre arabe progressive collocate nell’angolo sup. dx. del recto di ogni foglio: la numerazione riparte da 1 per ogni fascicolo. Richiami orizzontali di mano del copista, collocati nel margine inf. dx. del verso dell’ultimo foglio di tutti i fascicoli, tranne che del primo.

RIGATURA. Rigatura a secco, eseguita con tabula ad rigandum. Distribuzione del testo a piena pagina; giustificazione doppia, specchio di scrittura: 25 [224] 62 ´ 35/6 [118] 6/65; 36 ll./37 rr.; la scrittura comincia sempre sotto la prima riga.

FILIGRANA.Fleur a otto petali tondi (filigrana tipica della Lombardia), accostabile a BRIQUET 6660

(Milano 1480; var. id. Cremona 1484 e Pavia 1487).

SCRITTURA E MANI. Una sola mano, in scrittura umanistica corsiva a inchiostro marrone chiaro. ANNOTAZIONI E REVISIONI. Il manoscritto è fittamente annotato. Presenza di una nutrita serie di

notabilia e marginalia di mano del copista principale, prevalentemente in latino (fra cui si segnalano due citazioni da Giovenale, ff. 40r-v, e una da Tibullo f. 54v282 e un rimando a Plutarco a f. 126v), talvolta in greco (cfr. ff. 10v, 58v, 64r, 66r, 79r, 81r-v, 84r, 86r, 90r-v, 91r, 101r, 117r, 135v, 140v), in un solo caso in volgare (f. 80v «dolente quello ucello quale se nutrisse in gativa valle»). Notabilia in latino di almeno altre due mani nettamente distinguibili: 1) in scrittura semigotica influenzata dall’umanistica, composta e di piccolo modulo, limitati ai libri I-III (cfr. i ff. 8r, 9v, 12r-v, 13r, 14r, 17r – rimando alla Repubblica di Platone –, 31v, 37v, 38r, 39r, 41r, 44r, 48v, 51r-v, 52r-v, 53r, 54r-v, 63 r-v, 64r-v, 65r, 66r-v, 68v); 2) in scrittura umanistica corsiva (cfr. i ff. 14v, 31v, 32r, 101v). Notabilia in greco a inchiostro rosa molto sbiadito e quasi invisibile a occhio nudo, attribuibili a una terza mano (cfr. ff. 8v, 10-13; 21-23, 27r, 45r- v, 46r, 156v-147r): a causa della loro scarsa leggibilità, non è possibile stabilire con sicurezza se siano

attribuibili a una delle due suddette mani (in aggiunta rispetto al copista), ma tenderei ad attribuirle ad un terzo annotatore.

FIGURAZIONE. Iniziali d’oro o giallo ocra intrecciate a bianchi girari, su campo policromo blu,

porpora e rosso, di altezza compresa fra mm. 35 e 50; sono collocate in corrispondenza della dedica dell’opera e dell’inizio di ciascun libro, ai ff. 2r, 6r, 24r, 47r, 70r, 100r, 136r. Alcune iniziali di penna a inchiostro rosso scandiscono il testo in paragrafi.283

LEGATURA. Legatura del sec. XVIII c.ca. Assi in cartone (mm 325 ´ 235) ricoperti di pergamena

chiara. Dorso liscio e arrotondato, recante titolo di mano settecentesca («Diodori Siculi Historia M.S.») e in basso etichetta cartacea con attuale segnatura «LAT. NOUV. ACQ 1200».

SEGNATURE E NOTE DI BIBLIOTECA: sulla controguardia ant. è stata incollata un’etichetta cartacea

recante l’attuale segnatura. A f. 1v (usato come foglio di guardia) ex libris della biblioteca di Donato II di Silva (cfr. infra la STORIA DEL MANOSCRITTO). A f. 2, in alto, si trova l’attuale segnatura vergata ad

inchiostro, mentre nel marg. inf. sono stati registrati numero e data di accessione alla BNF: «C. 6466 1872». Ai ff. 2r e 163v timbro rosso della Bibliothèque Nationale.

STORIA DEL MANOSCRITTO. Appartenuto al bibliofilo e letterato Donato II Silva conte di Biandrate (1690-1779), come attestano l’ex libris a f. 1v e una notizia fornitaci nel 1767 da Filippo Argelati, il quale riferisce di aver consultato un ms. della traduzione poggiana di Diodoro «in foglio grande con gran margine di carta grossa e bella, con lettere iniziali ornate d’oro, e nel margine utili postille […]. In fine si legge = Finivit XV. Februarii 1463 […]. Viene posseduto questo nobile MS. dal Signor Conte Donato Silva».284 Secondo quanto riportato nella Schoenberg database, il ms. fu venduto a Parigi il 15 febbraio 1869 dalla casa d’asta Potier.285

DESCRIZIONE INTERNA

ff. 2r-v: POGGIO BRACCIOLINI, Lettera di dedica a papa Niccolò V.286

Inc., f. 2r: «Nullus antea q(uan)tum uis preclarus rerum scriptor fuit sanctissime p(ate)r...». Expl., f. 2v: «notitia labori n(ost)ro gr(ati)am h(ab)ituros. Sed iam ipse Diodorus loquat(ur)».287 ff. 4r-5v: Tabula degli argumenta dei libri

Inc., f. 4r: «Totius operis prohoemium| Quę de mundi creatione…». Expl., f.5v: «De cycladibus insulis».

ff. 6r-163v: DIODORO SICULO, Biblioteca storica, libri I-V, traduzione latina di POGGIO BRACCIOLINI,

divisa in sei libri. Assenti gli argumenta prima di ciascun libro.288

Inc., f. 6r: «Magnas merito gratias rer(um) scriptorib(us) ho(m)i(n)es debent qui suo labore...». Expl., f. 163v: «...barbaris plures ex eis tenuerunt. quibus de rebus suo loco scribetur a nobis. Finitus XV° feb(rua)rii 1463».

BIBLIOGRAFIA

DELISLE 1874, p. 85; KRISTELLER, Iter, 1963-97, III, p. 274; MONFASANI 2016,p. 101.

283Tale scansione non si ritrova altrove nella tradizione del testo, se non nel ms. B (= Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, ms. 527), che di P2 è assai probabilmente un descriptus, cfr. § I.7.5.2

284ARGELATI 1767, I, pp. 305-06, nota n.

285Cfr. https://sdbm.library.upenn.edu/entries/75725 (ultimo accesso in data 15/01/2019). 286La dedica è adespota e anepigrafa.

287Di seguito, senza soluzione di continuità, il copista ha trascritto: «Diodori Siculi historiarum priscarum a Poggio in latinum traducti liber p(ri)mus incipit in quo hec continentur. P(ri)mum», che dovrebbe essere il titolo preposto all’inizio del primo libro vero e proprio; tuttavia, fra la dedica e il testo (che inizia a f. 6r), il copista ha inserito la Tabula degli argumenta. Il titolo non è stato ripetuto a f. 6r.

288Il testo è solo apparentemente adespoto e anepigrafo; in realtà, il titolo è stato trascritto dal copista a f. 2v, in coda alla dedica (cfr. la nota precedente).

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A

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ARMA, BIBLIOTECA PALATINA, PALATINO 116

Cart., mm 277 ´ 205; ms. unitario, fascicoli legati, in folio; ff. I + 131 (129) + III1 (IV); ultimo foglio non rigato e lasciato in bianco; numerazione moderna a matita, nel marg. inf. dx. del recto dei ff.289 Antica numerazione corrente dei libri, molto discontinua, a inchiostro rosato, al centro del margine superiore del recto dei fogli.290 Italia, 1467 (cfr. il colophon a f. 129r: «GAIL.(GALL.?) ANN. PRI. SC. REG.M.IIII. LXVII.»).291

DESCRIZIONE ESTERNA

FASCICOLAZIONE. Undici fascicoli: I12-1, II-X12,XI14-2.292 Segnature interne assenti. Richiami verticali di mano del copista, inseriti entro un riquadro vergato a inchiostro, a singolo o a doppio tratto, e accompagnanti da motivo decorativo a trifoglio: sono collocati nel margine inf. dx. del verso dell’ultimo foglio di tutti i fascicoli.

RIGATURA. Alla mina di piombo. Fori guida rifilati, ben visibili solo al f. 11. Disposizione del testo

a piena pagina; doppie righe di giustificazione verticale e orizzontale. Specchio mm 30/6 [173] 6/62 ´ 36/6 [104] 6/53; 32 ll. su 32 rr.; la scrittura comincia sempre sopra la prima riga.

FILIGRANA. Huchet (corno da caccia) solo vagamente accostabile al tipo BRIQUET 7698 (Napoli,

1480; var. simil. Napoli 1483-95; Roma 1487; Firenze 1498).

SCRITTURA E MANI. Una sola mano, in scrittura di base umanistica, di piccolo modulo, dal ductus

squadrato e un po’ rigido, dilatata orizzontalmente sul rigo, con tratti molto distanziati fra loro; rare le legature (limitate quasi esclusivamente al nesso ct, ampio e tondeggiante), aste poco ascendenti o discendenti sopra e sotto il rigo. Caratteristica la g, con l’occhiello superiore a forma di uncino aperto verso sinistra, l’occhiello inferiore tondeggiante e schiacciato (anch’esso semi-aperto a sinistra) e il tratto di legatura in alto diritto e perfettamente perpendicolare al rigo. Il copista si sottoscrive a f. 129r «FRAN. TI. MAN. PROP. SCRIP. GALL.(GAIL.?) ANN. PRI. SC. REG. M. IIII. LXVII.»; CALDELLI 2006 (p. 104), pur ammettendo che si tratta di «una sottoscrizione di non facile scioglimento», risolve «FRAN. TI.» con

‘Franciscus Tianus’ e identifica così senza riserve il copista del ms. con Francesco Tiano da Pistoia.293 289Tale numerazione salta un foglio fra 80 e 81 e conta l’ultimo f. dell’ultimo fascicolo – non rigato e lasciato in bianco – come primo foglio di guardia posteriore, sicché la cartulazione risulta diminuita di un’unità da f. 81 a 129 e manca di due unità nel complesso, mentre i ff. di guardia post. risultano aumentati di un’unità. Per comodità, nel riferimento ai ff. del ms. adotto d’ora innanzi questa numerazione.

290È nella formula Lib. I, Lib. II, Lib. III, ecc., ed è generalmente presente solo su uno o due fogli all’inizio, al centro o alla fine della sezione dedicata a ciascun libro.

291Per un’interpretazione del colophon cfr. il seguito.

292Il fasc. I è mutilo del primo foglio, che conteneva forse la dedica del testo, ora assente (cfr. infra la descrizione interna del codice); il fasc. X è mutilo dei fogli 12 e 13, probabilmente asportati a scopo di riuso (erano infatti rimasti bianchi, dal momento che la trascrizione finisce all’undicesimo foglio recto del fasc.), mentre l’ultimo è stato conservato a mo’ di foglio di guardia.

293Per questo copista cfr. anche ivi, pp. 32, 38-39, 41, 66, 95-96, 104-105, 181, 184, 200, 211, 213 e DE

LA MARE 1995, pp. 45, 69; da un controllo effettuato sui mss. sottoscritti in modo non ambiguo da

Francesco Tiano da Pistoia (o a lui attribuiti in DE LA MARE 1995) che siano disponibili in riproduzione

fotografica (= BAV mss. Vat. lat. 537 e Vat. lat. 1336; Bibl. Malatestiana mss. D. XI. 5, S. XVII. 2 e S. XXII. 5), tenderei ad avanzare qualche riserva circa la possibilità di identificare il copista di Pa con Francesco Tiano, la cui scrittura è così descritta da Caldelli 2006 (p. 66): «egli usa con spontaneità un’antiqua molto sobria, dal tratto sottile, dalle forme slanciate, dalle aste ascendenti alte e leggermente sinuose, chiuse a spatola all’estremità o con una piccola forcellatura; la g inoltre ha l’occhiello inferiore ‘a goccia’»; anche considerando che si possa trattare di diverse varianti di scrittura del Tiano, mi pare che il margine di sovrapponibilità non sia molto alto, soprattutto al confronto con i due suddetti mss. vaticani sottoscritti dal Tiano, mentre un grado di compatibilità leggermente maggiore si verifica ad esempio con il ms. S. XVII. 2 della Malatestiana attribuito al pistoiese dalla De la Mare; ad ogni modo, in particolare il ductus della g e della a e il modo di vergare le aste ascendenti e discendenti in Pa è molto differente rispetto a tutti i mss. assunti per il confronto; inoltre, nel ms. parmense non compare mai il tipico & piegato verso sinistra e con le gambette corte rivolte verso il basso che si riscontra spesso nei mss. del Tiano (in Pa si ha sempre et); invece, è effettivamente compatibile l’ampia legatura ct, costante anche in Pa. La scrittura del ms. parmense può essere confrontata con il ms. S. XVII.2 della Biblioteca Malatestiana di Cesena, attribuito a Francesco Tiano da Pistoia da Albinia De la Mare (il codice è

Inchiostro marrone. I titoli e la riga incipitaria della dedica e di ciascun libro sono in scrittura capitale, vergati a inchiostro rosso, rosato o porpora. A inchiostro rosso o rosa anche i sommari dei libri, la numerazione corrente dei libri e alcune delle didascalie marginali.

ANNOTAZIONI E REVISIONI. Numerosi marginialia, notabilia e glosse, tutte attribuibili al copista stesso, ma nettamente distinte in due gruppi in base alla tipologia grafica impiegata dallo scriba: 1) medesima scrittura libraria adoperata per vergare il corpo del testo, oppure scrittura capitale; inchiostro variabile (rosso, rosa, porpora, marrone, ciascuno di essi usato sempre omogeneamente per serie continuative di fogli); 2) umanistica corsiva, sempre a inchiostro marrone di varie tonalità (eccetto i ff. 39 e 40 r-v, in rosa); tali interventi marginali sono più sporadici, ricorrono con minore sistematicità all’interno del ms. e sembrano integrare in un momento successivo quelli della prima tipologia, laddove essi non erano presenti o erano meno fitti.294

LEGATURA. Legatura ‘archivistica’, prima metà del XIX sec. Piatti in cartone con coperta di

pergamena; dorso piatto, con quattro cuciture di pelle chiara.

SEGNATURE E NOTE DI BIBLIOTECA. In basso sul dorso, etichetta cartacea della biblioteca Palatina, recante l’attuale segnatura «MS.116 PALATINO»; tale segnatura è riportata anche su un’altra etichetta a

stampa incollata sulla controguardia anteriore. Sul piatto anteriore, nell’angolo sinistro, numero «45» vergato a inchiostro; in alto al centro, piccolo cartiglio cartaceo con antica segnatura «105». A f. 1r in basso era presente un ex libris vergato a inchiostro marrone scuro, che è stato però asportato mediante resecatura del riquadro di testo che lo conteneva; parzialmente visibile solo il motivo decorativo a penna, a sinistra della scritta. A f. 1r e 129r timbro della Biblioteca Palatina.

STORIA DEL MANOSCRITTO.Entrato nella Biblioteca Palatina di Parma nel 1865.

DESCRIZIONE INTERNA

ff. 1r-129r: DIODORO SICULO, Biblioteca storica, libri I-V, traduzione latina diPOGGIO BRACCIOLINI, divisa in sei libri. Presenti gli argumenta dei libri, tranne quelli del primo («DIODORI SICVLI VIRI ANTIQVARII GRICANICI AVTORI CLARISSIMI RERVM ANTIQVARVM LIBER PRIMUS INCIPIT PROEMIVM EIVSDEM LEGE FOELICITER»,f. 1r).295

Inc., f. 1r:«MAGNAS MERITO GRATIAS RERVM SCRIptoribus (sic) ho(m)i(n)es debent qui suo labore...».

Expl., f. 129r: «...barbaris, pl(u)res exeis tenuerunt: quibu(s) derebus suo loco scribetur a nobis. LAVS DEO SUEQVE VIRGINI MATRI MARIAE AMEN FINIS. FRAN. TI. MAN. PROP. SCRIP. GAIL.(GALL.?) ANN. PRI. SC. REG. M. IIII. LXVII».

BIBLIOGRAFIA

Catalogo per autori e titoli dei manoscritti del Fondo Palatino, catalogo manoscritto a c. di L. F. ALINI – A. BERTANI, f. 57r (consultabile sul portale Biblioteca Digitale Italiana, cfr. il seguente Url:

http://cataloghistorici.bdi.sbn.it/dett_catalogo.php?IDCAT=236, ultimo accesso in data 12/05/2017); KRISTELLER, Iter, II, p. 34; CALDELLI 2006, p. 104; MONFASANI 2016, p. 101; scheda sintetica su Manus

OnLine a c. di A. ANVERSA – S. GORRERI, disponibile all’Url:

https://manus.iccu.sbn.it//opac_SchedaScheda.php?ID=115606 (ultima consultazione in data 05/12/2017).

riprodotto qui: http://catalogoaperto.malatestiana.it/ricerca/?oldform=mostra_codice.jsp). Questi, invece, i link ai mss. Vat. lat. 537 e Vat. lat. 1336, sottoscritti esplicitamente da Francesco Tiano

https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.537; https://digi.vatlib.it/view/MSS_Vat.lat.1336 (il Vat. lat. 537 è scritto dal Tiano solo nei ff. 1r-91v, con sottoscrizione a f. 91v; per quanto concerne il Vat. lat. 1336, i ff. di responsabilità del Tiano sono 1-4 e poi da 241 riga 26 a 349v, con sottoscrizione a f. 349v. 294Nonostante la diversità di tipologia grafica adottata in alcuni marginalia, l’identità di mano del copista è riconoscibile con sicurezza grazie alla tipicità della g e della legatura ct di cui sopra, oltre che dall’uso costante del segno Ʒ o 3 in luogo di m finale.

295È assente la dedica a Niccolò V; anche la paternità braccioliniana della traduzione è omessa nel codice. Segnalo che a f. 3r è presente un titolo aggiuntivo, collocato appena dopo la parte proemiale del primo libro diodoreo, quando inizia la vera e propria narrazione (Bibl.st. I. VI): «HISTORIA INCIPIT ET PRIMO DE ORIGINE ORBIS TERRARVM LIBER PRIMVS LEGE FELICITER NARRATIO».

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