• Non ci sono risultati.

¨ *A = AUGSBURG, STAATS- UND STADTBIBLIOTHEK, 2° COD. 100

Cart., mm 290 × 215; ms. unitario, fascicoli legati, in folio; ff. II + 126 (ultimo foglio bianco); moderna numerazione dei fogli, di biblioteca, a matita, nell’angolo sup. dx. del recto dei fogli, accostata a un’altra analoga numerazione precedente, di età moderna, a inchiostro. Italia, seconda metà del XV sec.

DESCRIZIONE ESTERNA

FASCICOLAZIONE. Tredici fascicoli: I-IX10, X8, XI-XII10, XIII10-2. Segnature interne nel marg. inf. dx. del recto dei fogli: a registro nei fasc. I-VI, in numeri arabi (nella formula 1-5) nei fasc. VII-XIII. Richiami di mano del copista, orizzontali nei fasc. I-XI, verticali nei fasc. XI-XII (ff. 108v e 118v), collocati nel margine inf. dx. del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli.

RIGATURA. Alla mina di piombo. Disposizione del testo a piena pagina, specchio di scrittura: mm

190 × 115; 38 ll. su 39 rr.; la scrittura comincia sotto la prima riga.

FILIGRANA.Due filigrane: la prima è deltipoBRIQUET 3387(Firenze 1465; var. simil. Venezia 1464-

73, Siena 1465-69, Augsburg 1469, Firenze 1469-75, Pistoia 1474, Ratenberg 1476);secondafiligrana non identificata: due frecce incrociate inscritte in un cerchio.136

SCRITTURA E MANI. Tre mani si avvicendano sul manoscritto. 1) La mano principale ha vergato i ff. 1r-97v (fino a r. 28) e 99r in una scrittura di base umanistica, ma profondamente influenzata dalla gotica;137 2) i ff. 97v (r. 29)-98v si devono a una seconda mano umanistica; 3) una terza mano, anch’essa umanistica, ha vergato i ff. 99v-125v. Inchiostro marrone. Titoli, rubriche di incipit ed explicit e argumenta dei singoli libri vergati a inchiostro rosa con scrittura di base gotica notevolmente influenzata dall’umanistica, attribuibile a Johannes Mendel (cfr. infra la STORIA DEL MANOSCRITTO).

ANNOTAZIONI E REVISIONI. Il codice è stato revisionato (perlopiù ope codicum, talvolta ope ingenii) da

Johannes Mendel, i cui interventi a inchiostro marrone chiaro si rilevano in interlinea e nei margini del ms. (piuttosto numerose le integrazioni di lacune).138 Presenza di numerosi marginalia a inchiostro rosa o marrone, perlopiù di mano del Mendel.

FIGURAZIONE. Iniziali filigranate semplici, a inchiostro rosso o blu, collocate prima della dedica e in

corrispondenza dell’inizio di ciascun libro (altezza variabile, fra le 4 e le 7 righe): sono ai ff. 1r-v, 15v, 33v, 52r, 74v e 103r.

LEGATURA. Legatura originaria di pelle marrone; tracce di fermagli in pelle oggi perduti. Legatura

restaurata nel 1928 (SPILLING1978, p. 163).

NOTE DI BIBLIOTECA. Sulla controguardia ant., nota di possesso «Ioh(ann)is Mendel»; lo stesso

Mendel ha vergato a f. Ir il titolo dell’opera, con erronea attribuzione della traduzione a Leonardo Bruni: «Libri hisoriarum Dioderi [sic] Siculi per Leon Aretinum facti latini». Sul marg. sup. del f. 1r: «Ad bibl(iothecam) aul(icam) Eystettensem», di mano secentesca.

STORIA DEL MANOSCRITTO. Appartenuto a Johannes Mendel († 1484), maestro, umanista e

cancelliere di due vescovi di Eichstätt, Johannes von Eych e Wilhelm von Reichenau;139 in seguito il ms. passò alla biblioteca episcopale di Eichstätt (Baviera).

DESCRIZIONE INTERNA

ff. 1r-v: POGGIO BRACCIOLINI, Lettera di dedica a papa Niccolò V («Prohemium in libros Diodori Siculi quos Pogius [sic] Florentinus latinos fecit ad Nicolaum quintum pontificem maximum», f. 1r). Inc., f. 1r: «Nullus antea quintumuis [sic] preclarus rerum scriptor fuit sa(n)ctissime pater...». Expl., f. 1v: «noticia labori n(ost)ro gra(tia)m habituros. Sed ia(m) ip(s)e diodorus loquatur».

136Informazioni dedotte dal catalogoSPILLING 1978, pp. 162-63, perché il ms. è stato consultato in riproduzione fotografica.

137Si tratta dello stesso copista che ha esemplato il ms. 746 della Staatsbibliothek di Eichstätt, cfr. CORTESI 1984, p. 233, n. 19.

138CORTESI 1984, p. 241. Il ms. è stato probabilmente collazionato con il ms. M (Münich, Universitätsbibliothek, ms. 553, cfr. infra la scheda), appartenuto a Johannes Tröster, di cui il Mendel era amico. A tale proposito si veda infra il § I.7.6.2, § I manoscritti A H.

139Su Mendel e i codici di sua proprietà cfr. CORTESI 1984, pp. 231 e ss.; in particolare p. 232 n. 17, con la bibliografia precedente sul personaggio, e n. 18, con l’elenco dei mss.; si vedano inoltre le pp. 240-45, con utili indicazioni circa le note di possesso e i notabilia che il Mendel era solito appore sui propri manoscritti.

ff. 1v-125v: DIODORO SICULO, Biblioteca storica, libri I-V, traduzione latina di POGGIO BRACCIOLINI

divisa in sei libri.140 Presenti gli argumenta dei libri, tranne quello del primo; l’argumentum del libro VI è versione abbreviata rispetto a quello attestato nel resto della tradizione141 («Diodori Siculi historiarum priscarum a Pogio in Latinum traducti incipit liber primus feliciter», f. 1v).

Inc., f. 1v: «MAGNAS merito gracias rerum scriptoribus homines debent qui suo labore...».

Expl., f. 125v: «...barbaris plures ex eis tenuerunt. Quibus de rebus suo loco scribetur a vobis. Tέλοσ».

BIBLIOGRAFIA

SPILLING 1978, pp. 162-63; KRISTELLER,Iter, III, p. 475; CORTESI 1984, pp. 232 n. 18, 233 n. 19, 241 e

n. 43; MONFASANI 2016, p. 97.

¨ B = BERGAMO, BIBLIOTECA CIVICA ANGELO MAI, MA 527 (Γ VI 1)

Cart.; mm 330 ´ 233; ms. unitario, fascicoli legati, in folio; ff. II + 136 (134) + II1; moderna numerazione dei fogli, di biblioteca, a matita, nell’angolo sup. dx. del recto di ogni foglio.142 Nord Italia, 1471 (cfr. f. 134v «Finitus XX° Maii anno1471»).

DESCRIZIONE ESTERNA

FASCICOLAZIONE. Quattordici fascicoli: I-XIII10, XIV6. Segnature interne a matita, di mano moderna: lettere maiuscole nell’angolo inf. dx. del recto del primo f. di ogni fascicolo. Richiami verticali di mano del copista, nell’angolo inf. dx. del verso dell’ultimo foglio di tutti i fascicoli.

RIGATURA. A secco, eseguita con tabula ad rigandum (errore di impressione ai ff. 85-87). Disposizione

del testo a piena pagina. Specchio di scrittura mm 36 [214] 80 ´ 29/6 [132] 6/60; 35 ll. su 36 rr.; la scrittura comincia sotto la prima riga.

FILIGRANA. Fleur a otto petali tondi, simile ai tipi BRIQUET6597 (Chiavenna 1465; var. simil. Milano

1472) e 6599 (Alessandria 1475; var. simil. Milano 1475 e Pavia 1481).

SCRITTURA E MANI. Una sola mano, in scrittura umanistica corsiva. Inchiostro marrone chiaro (ff.

1r-23r), con tendenza a schiarirsi ulteriormente nei ff. 23-40r, poi di nuovo del colore iniziale (ff. 40v- 135); l’inchiostro è a tratti molto sbiadito (soprattutto nei ff. 23-40) e rende il testo di difficile lettura in alcuni punti.

ANNOTAZIONI E REVISIONI. Marginalia a inchiostro rosa di mano del copista (ma con ductus più

corsiveggiante), ai soli ff. 84-95r. L’intero testo è stato oggetto di una diffusa revisione, avvenuta a più livelli e in fasi cronologicamente successive. Molte lettere sono ripassate con inchiostro più scuro; si registrano inoltre espunzioni e integrazioni (di singole sillabe, preposizioni, avverbi, pronomi) e modifiche nelle desinenze verbali. La mano responsabile di queste correzioni, diversa da quella del copista principale, ha anche aggiunto numerose varianti o correzioni a margine, in scrittura umanistica corsiva, collazionando con altro esemplare, probabilmente la princeps *Bo del 1472.143 Una terza mano (XV sec. ex., umanistica corsiva) interviene in maniera più sporadica, integrando a margine del testo tramandato alcune lacune (cfr. ad es. i ff. 17r, 93v e 116r). Infine, una quarta mano (XV sec. ex., umanistica corsiva) aggiunge sei brevi marginalia ai ff. 129v e 130r-v.

140Il primo libro di Diodoro, infatti, è stato diviso in due da Poggio; l’indicazione è valida per tutte le successive schede dei manoscritti.

141Le ragioni per cui l’argumentum del libro VI è abbreviato sono spiegate al § I.7.6.2, cfr. § I manoscritti A

H.

142Errore nella numerazione: un foglio non è numerato fra i ff. 89 e 90 (dunque da qui in poi risulta diminuita di un’unità); inoltre l’ultimo foglio, rigato ma lasciato in bianco, non è numerato. Per comodità di rimandi, nei riferimenti ai fogli adotto comunque tale numerazione moderna.

143Ho collazionato le varianti aggiunte sul ms. con quelle della princeps, limitandomi ai soli primi due libri, e ho rilevato un tasso di coincidenza altissimo. Per le lezioni caratteristiche della tradizione a stampa cfr. infra § I.7.5.1.

LEGATURA. C.ca sec. XVIII. Piatti in cartone rigido (mm 338 ´ 237), ricoperti con carta color

porpora; angoli e dorso di cuoio. Dorso arrotondato, a sette compartimenti. In alto, nel secondo compartimento, titolo e autore impressi a secco, in oro: «DIODORI SICULI Historiae».

SEGNATURE E NOTE DI BIBLIOTECA. Sul dorso, nell’ultimo compartimento, etichetta di carta con

l’antica segnatura «Gabin. Γ Fila VI 1». La stessa segnatura, assieme all’attuale MA 527, è vergata a matita sul recto del f. I1. Diversa segnatura «6/36», non identificata, scritta a matita sul foglio di controguardia anteriore. Timbro a inchiostro della Biblioteca Civica Angelo Mai a f. 1r, a secco, a f. 134v.

STORIA DEL MANOSCRITTO. Appartenuto a Giuseppe Beltramelli (1734-1816),144 letterato, erudito e bibliofilo bergamasco, che descrive il codice in una nota autografa conservata presso la medesima Biblioteca.145 Come l’intera raccolta libraria di proprietà del Beltramelli, il ms. passò nel 1790 al Capitolo della cattedrale e fu annesso alla Biblioteca Capitolare; confluì poi in un’unica biblioteca pubblica cittadina (attuale Biblioteca civica) al momento della soppressione della Capitolare nel 1797, dopo la caduta della Repubblica Veneta.

DESCRIZIONE INTERNA

ff. 1r-v:POGGIO BRACCIOLINI, Lettera di dedica a papa Niccolò V.146

Inc., f. 1r: «Nullus antea q(uan)tumvis p(re)clarus reru(m) scriptor fuit santissime pater...». Expl., f. 1v: «notitia labori n(ost)ro gra(ti)am h(ab)ituros: s(et) iam diodorus loq(or)atur [sic]». ff. 2r-134v:DIODORO SICULO, Biblioteca storica, libri I-V, traduzione latina di POGGIO BRACCIOLINI,

divisa in sei libri. Presenti gli argumenta prima di ciascun libro («Diodori Siculi historiarum priscarum a poggio in latinum traducti liber primus incipit: in quo haec continentur», f. 3r).

Inc., f. 2r:«Magnas merito gra(tia)s rerum scriptoribus homines debe(n)t...».

Expl., f. 134v: «...barbaris plures ex eis tenuerunt quibus de rebus suo loco scribet(ur) a nobis. Finitus XX° Maii anno1471».

BIBLIOGRAFIA

SECCO SUARDO, Catalogo, p. 86; KRISTELLER, Iter, I, p. 9 e V, p. 473; LO MONACO 2003, p. 66; breve

scheda su Manus online, http://manus.iccu.sbn.it//opac_SchedaScheda.php?ID=246748 (ultimo accesso in data 15/01/2017); MONFASANI 2016, p. 97.

¨ Barb = CITTÀ DEL V

ATICANO

, BIBLIOTECA APOSTOLICA V

ATICANA,

BARB. LAT. 339 (X 157)

Cart., mm 295 ´ 216 (perg. le guardie, originarie); ff. I + 227 [223] + II2 (ultimi due fogli rigati ma lasciati in bianco); ms. composito di due unità codicologiche in sé omogenee: Barbα (ff. 1-147) e Barbβ (ff.

148-223);147 fascicoli legati, in folio. Numerazione dei fogli di età moderna a inchiostro, nel marg. sup. dx. del recto dei ff.148 Numerazione corrente dei libri, antica (coeva al codice), a inchiostro rosa, al centro del margine sup. del recto dei fogli, solo in Barbβ (da f. 148r). Barbα: [Francia], terzo quarto del XV sec. Barbβ: [Firenze], terzo quarto del XV sec. Codice assemblato probabilmente in area francese.

DESCRIZIONE ESTERNA

144Su cui cfr. RAPONI 1996.

145Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, ms. R 68 4/10, codice composito di 15 ff. autografi del Beltramelli, cfr. f. 178.

146La dedica è adespota e anepigrafa.

147La distinzione di denominazione è giustificata anche dal fatto che dalla collazione è emerso che le due unità hanno antigrafi diversi, cfr. § I.7.6.2.

148Tale numerazione salta un foglio fra il f. 154 e il f. 155 (rinumerato a matita come «154b» da mano recente) e di nuovo fra il f. 155 e il f. 156 (rinumerato «155b»); inoltre, non sono stati contati gli ultimi due fogli, rigati ma lasciati in bianco. La cartulazione risulta dunque diminuita di due unità da f. 157 in poi e, nel complesso, è mancante di quattro unità. Per comodità, nel riferimento ai ff. del ms. d’ora innanzi adotto comunque questa numerazione.

FASCICOLAZIONE. Ventuno fascicoli. Barbα: I-XII12, XIII3; 149 Barbβ: XIV-XXI10. Barbα: segnature interne in numerazione araba progressiva, a inchiostro sul marg. inf. sin. del verso dei primi sei ff. di ciascun fasc.; richiami orizzontali di mano del copista di questa unità codicologica, inseriti entro un riquadro vergato a inchiostro, ornato da ampi svolazzi e collocato al centro del margine inf. verso dell’ultimo foglio di tutti i fascicoli. Barbβ: segnature interne a registro, vergate dal copista a inchiostro, collocate sia al centro sia a dx. del marg. inf. del recto dei primi 5 ff. di ogni fasc.; il sesto f. dei fasc. è sempre marcato da una linea retta di c.ca 20 mm, tracciata a inchiostro sul marg. inf. dx. del recto del foglio; richiami verticali di mano del copista della seconda unità codicologica.

RIGATURA. Barbα (fasc. I-XIII): alla mina di piombo; doppie righe di giustificazione verticale; fori guida sempre visibili nel marg. esterno; disposizione del testo a piena pagina; specchio mm 45 [170] 80 ´ 37/8 [110] 6/55; 27 ll. su 27 rr.; la scrittura comincia sempre sopra la prima riga. Barbβ (fasc. XIV- XXI): a secco, eseguita con tabula ad rigandum; doppie righe di giustificazione verticale; disposizione del testo a piena pagina; specchio mm 30 [180] 85 ´ 25/6 [105] 6/74; 28 ll. su 29 rr.; la scrittura comincia sempre sotto la prima riga.

FILIGRANA. Barbα (fasc. I-XIII): Tète de Boeuf (testa di bue) accostabile al tipo BRIQUET 14324 (Provenza, 1461 e 1474; var. simil. Clermont-Ferrand 1468-70). Barbβ due tipi di filigrane: fasc. XIV- XVIII chapeau, accostabile ai tipi BRIQUET 3370 e 3373 (rispettivamente: Firenze 1465-67, var. simil. Udine 1469; Firenze 1474/83, var. simil. Firenze 1476); fasc. XIX-XXI échelle accostabile al tipoBRIQUET

5908 (Roma 1457-61; var. id. Napoli 1457-68, Venzone 1462).

SCRITTURA E MANI. Due mani principali. Barbα (fasc. I-XIII, ff. 1r-147r): scrittura di base gotica, con tratti della bastarda di area francese, di modulo grande, dal tratto spesso e pesante; inchiostro marrone scuro. Barbβ (fasc. XIV-XXI, ff. 148r-223v): scrittura umanistica corsiva, posata e di piccolo modulo; inchiostro marrone chiaro; titoli di incipit ed explicit dei libri in scrittura capitale a inchiostro rosa; riga incipitaria dei singoli libri in scrittura capitale, con lettere alternate a inchiostro rosa e marrone (f. 148), oppure solo rosa (f. 190).

ANNOTAZIONI E REVISIONI. Barbα: alcune correzioni o integrazioni al testo di mano del copista principale, a inchiostro marrone scuro; ai ff. 1-6, note di lettura in una diversa mano, in scrittura umanistica corsiva, a inchiostro marrone. Barbβ: cospicua serie di margnalia di mano del copista principale, in scrittura umanistica corsiva e in capitale, a inchiostro rosa.150

DECORAZIONE E FIGURAZIONE. Iniziali di penna di dimensioni piccole o medie (altezza da mm 28

a mm 40) a inchiostro blu e rosso, uniformi in tutto il manoscritto e dunque eseguite a codice già assemblato, collocate all’inizio della dedica e al principio di ciascun libro: ff. 1r, 2v, 29v, 64v, 102v, 148r e 190r.

LEGATURA. Legatura originale. Assi di legno (mm 312 ´ 210) non ricoperti; dorso e fascia aderente

al dorso ricoperti di cuoio chiaro; dorso arrotondato a quattro compartimenti, con nervi rilevati da fasce di tripli filetti impressi a secco e da singoli filetti dorati. Nel primo compartimento, etichetta a stampa con numero «8[6]3» scritto in rosso; nel secondo, etichetta arancione della Biblioteca Apostolica Vaticana, recante attuale segnatura «Barb. lat. 339». Al piede e alle estremità superiori ed esterne degli assi, segni di antichi fermagli ora deperditi. Controguardie pergamenacee. Sul taglio esterno, «DIODORI

SICULI» vergato a inchiostro marrone scuro. Guardie originarie, costituite da documenti pergamenacei della seconda metà del XV secolo.151

149Dal fasc. XIII sono stati asportati alcuni fogli, di numero non determinabile (ma si può supporre che il fascicolo constasse di 12 fogli, al pari dei precedenti): dal momento che con il f. 147v, a fascicolo appena iniziato, si conclude il libro IV – con il quale ha termine la sezione codicologica Barbα– i fogli rimasti bianchi furono probabilmente staccati per essere riutilizzati.

150Tale serie di marginalia è la medesima che ricorre anche nel ms. F1 e in parte di F2 (cfr. § I.6). 151Il f. I, scritto sul recto, è una copia, datata 1459 presso la Rochelle, di un documento in lingua francese di Carlo VII di Francia (1422-1461), concernente l’abbazia cistercense di Notre Dame-de-l’Île-de-Ré; scrittura notarile di base gotica; presenza di note tergali sul verso del foglio. Il f. II, scritto sul verso anch’esso in scrittura notarile di base gotica, è un documento in francese, rifilato in corrispondenza di protocollo ed escatocollo; non è dunque possibile dedurne inscriptio e datatio;. Infine, il f. III reca sul lato verso una copia di un documento in francese di Carlo VII (1422-1461) o VIII (1483-1498), anch’esso relativo all’Île-de-Ré, in scrittura notarile con tratti della bastarda, molto rovinato e poco leggibile (non decifrabile il rigo della datatio: «mill CCCC……»); note tergali sul recto del f., quasi totalmente rifilate.

SEGNATURE E NOTE DI BIBLIOTECA. Sul dorso e sulla controguardia ant., due etichette cartacee con

antica segnatura vaticana vergata in rosso «863», riportata anche poco sotto a inchiostro marrone, e due etichette cartacee di colore rossastro recanti attuale segnatura. Sulla controguardia ant. si leggono inoltre due antiche segnature scritte a inchiostro: «VIII. A. 14» e «X. 157» (quest’ultima già Vaticana). A f. 225v, antica segnatura «N. 16.». Ai ff. Iv, 1r, 41r, 223v e II1r timbro della BAV.

STORIA DEL MANOSCRITTO. Provenienza originaria sconosciuta. Sulla base delle contoguardie

originarie si può dedurre che la prima unità codicologica (di origine francese) e la seconda (fiorentina) furono probabilmente assemblate in Francia.

DESCRIZIONE INTERNA

ff. 1r-2v: POGGIO BRACCIOLINI, Lettera di dedica a papa Niccolò V.152

Inc., f. 1r: «Nullus antea quantum uis praeclar(us) rer(um) scriptor fuit sanctissime pater...». Expl., f. 2v: «labori nostro gratia(m) habituros sed ia(m) ip(s)e diodorus loq(ua)t(ur). FINIS prohemii».

ff. 2v-223v: DIODORO SICULO, Biblioteca storica, libri I-V, traduzione latina di POGGIO BRACCIOLINI,

divisa in sei libri («Diodori Siculi Historiarum Priscarum libri sex a doctiss(imo) viro Poggio florentino in latinum traducti», titolo non originario e successivo all’assemblaggio del codice, vergato a inchiostro sul foglio di guardia Iv).

Barbα: libri I-IV della traduzione; assenti gli argumenta dei libri.153

Inc., f. 2v:«Magnas merito gratias rer(um) scriptoribus homines debent qui suo labore...».

Expl., f. 147v: «hec a Libyis de dionysio tradita. Nos iuxta ordinem a nobis perscriptum tertium descripsimus librum».

Barbβ: libri V-VI della traduzione; presenti gli argumenta.

Inc., f. 148r: «Haud sane nos fugit vetustarum rerum scriptoribus…»

Expl., f. 223v: «...barbaris plures ex eis tenuerunt. Quibus de rebus suo loco scribitur a nobis. FINIS. DIODORI SICULI HISTORIARUM PRISCARVM A DOCTISSIMO VIRO POGGIO FLORENTINO IN LATINUM TRADUCTI LIBER SEXTUS ET ULTIMUS FOELICITER EXPLICIT».

BIBLIOGRAFIA

BLUME 1834, p. 184; Inventarium Codicum Manuscriptorum Bibliothecae Barberinianae, Tomus III, f. 454r;

KRISTELLER, Iter, II, p. 444; MONFASANI 2016, p. 102.

¨

B

E

=

BERLIN,

STAATSBIBLIOTHEK ZU

BERLIN

PREUßISCHER