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dell’ampia costellazione di codici β (sulla cui natura peculiare tornerò in seguito), ma sconta anche certamente il forte limite della campionatura che ho dovuto effettuare,

sicché è ovviamente molto probabile che una collazione completa, o comunque più

estesa di questa, rinforzerebbe le file degli errori caratterizzanti β. Anticipo inoltre che,

per entrambe le famiglie, capiterà di dover menzionare anche alcuni errori di natura

paleografica, che dunque, presi singolarmente, sarebbero scarsamente significativi;

tuttavia, essi acquisiscono una certa rilevanza in virtù del fatto che ricorrono

compattamente nelle due rispettive famiglie (e in serie piuttosto cospicue in α),

rendendo così ben poco plausibile l’ipotesi di poligenesi.

T

AVOLA

2 (errori di α)

447

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 1. Bibl. st. I. XXII, 3

κατὰ τὴν ἐν τῷ Νείλῳ νῆσον, κειμένην μὲν πρὸς ταῖς καλουμέναις Φίλαις, ἔχουσαν δὲ προσηγορίαν ἀπὸ τοῦ συμβεβηκότος Ἱερὸν Πεδίον

I, f. 10v

iuxta insulam que Nili Porte448 ab agro diis sacro appellatur appellantur 2. Bibl. st. I. XXIV, 5

ὅπερ μηδαμῶς ἁρμόττειν τῷ [Ἡρακλεῖ] γεγονότι σχεδὸν κατὰ τοὺς Τρωικοὺς χρόνους

I, f. 12r

Quod illi Herculi tribui nequit qui ferme coevus temporibus

Troicis fuit

Thraicis F6, Thracis B N1 P2 V1,

Tracius in ras. C, Terracis Li Ve,

Tenacis *Bo (+ Bo1 Lo)

Si tratta di un caso di diffrazione in assenza. In origine l’errore si è probabilmente verificato per cattiva lettura della lettera o come a > Traicis (cfr. F6); da questa lezione, per tentativo di emendazione, possono essersi generati Thracis e Tracius; Terracis deriva probabilmente da una lezione simile a t˜acis, con scorretto scioglimento dell’abbreviazione ˜ (sillaba contenente r); da Terracis si arriva a Tenacis della tradizione a stampa.

447In questa tavola la grafia delle varianti erronee segue perlopiù *Bo, a meno che non sia necessario citare le lezioni di singoli esemplari o di un raggruppamento minore di codici all’interno di α (in quest’ultimo caso la grafia corrisponde sempre al primo dei mss. elencati). In questa e nelle successive tavole riporto solo le lezioni erronee utili alla classificazione dei testimoni di volta in volta pertinente. Gli errori non sono elencati in ordine di rilevanza, ma seguono l’ordine di occorrenza testuale. 448Nili Porte è traduzione innovativa per πρὸς ταῖς καλουμέναις Φίλαις, che sarebbe la città egiziana di File, presso cui si trovava appunto un’isola omonima. Nel passo poggiano sembra che Φίλαις sia stato letto o interpretato come πύλαις (risultano corretti Vat. gr. 995, Laur. 70.16 e Marc. gr. 374); il sostantivo ἡ πύλη (‘porta’) è di frequente usato al plurale (αἱ πύλαι) proprio per determinare regioni geografiche (in particolare passi, istmi o stretti), cfr. ThGL, vol. VII, coll. 2231-33. In effetti l’isola di File, dove ancora oggi si trovano alcune costruzioni templari, è situata a sud di Assuan e della prima cateratta del Nilo, quindi la denominazione di ‘Porta del Nilo

in qualche misurale si addice.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 3. Bibl. st. I. XXXVI, 2 Τῆς γὰρ πληρώσεως τὴν ἀρχὴν ἀπὸ θερινῶν τροπῶν ποιούμενος αὔξεται μὲν μέχρι τῆς ἰσημερίας τῆς μετοπωρινῆς, ἐπάγων δ’ ἀεὶ νέαν ἰλὺν βρέχει τὴν γῆν ὁμοίως τήν τε ἀργὴν καὶ σπόριμον καὶ φυτεύσιμον τοσοῦτον χρόνον ὅσον ἂν οἱ γεωργοῦντες τὴν χώραν ἐθελήσωσι I, f. 17v

Incrementum eius ab solstitio incipiens estivo usque ad equinoctium autunnale augetur, semperque novum limum secum ferens rigat tum cultas regiones tum incultas quanto tempore velint agricole

om. 4. Bibl. st. I. XXXIX, 9 Πρῶτον μὲν γάρ, εἴπερ ἐξ αὐτῆς τῆς Αἰγύπτου ὁ Νεῖλος τὴν αὔξησιν ἐλάμβανεν, οὐκ ἂν ἐν τοῖς ἀνωτέρω μέρεσιν ἐπληροῦτο, διὰ τε πετρώδους καὶ στερεᾶς χώρας φερόμενος I, f. 19r

Nam si ex ipsa Egypto Nilus incrementum susciperet, nequaquam in superioribus regionibus inundaret per saxa et dura loca fluens

om. 5. Bibl. st. I. XLVII, 1 Ἀπὸ γὰρ τῶν πρώτων τάφων, ἐν οἷς παραδέδοται τὰς παλλακίδας τοῦ Διὸς τεθάφθαι, δέκα σταδίων Da C V[δὲ ἕκαστα δι ὧν L] φησὶν ὑπάρξαι βασιλέως μνῆμα τοῦ προσαγορευθέντος Ὀσυμανδέως [Συμανδύου V]449 I, f. 23r

a prioribus enim regum sepulchris, in quibus traditur Iovis

pellices fuisse conditas, recensens singula regis monumentum qui Simandius dictus est fuisse tradit, stadiorum decem

prioribus (a om.); de prioribus

*Bo (+ Bo1 Lo)

Poggio sembra qui avere avuto sott’occhio sia la lezione δέκα σταδίων di V (e del Laur. 70.16), sia δὲ ἕκαστα δι’ὧν di L (e del Vat. gr. 995), perché le traduce entrambe, intendendo però δὲ ἕκαστα διών, participio da δίειμι, che può significare ‘trattare, narrare, spiegare’, da cui recensens. Al di là di ciò, in base al testo greco risulta corretta la lezione a prioribus (<Ἀπὸ γὰρ τῶν πρώτων); in a

dev’essere saltata la preposizione a (stadio intermedio dell’errore) e in seguito la stampa (per la quale si può a ragion veduta ipotizzare un processo di revisione) ha integrato un de.

449‘[Ecateo], infatti, afferma che a dieci stadi dalle prime tombe, nelle quali è tradizione che siano state sepolte le concubine di Zeus, si trova un monumento del re chiamato Osimandia’.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve

Bibl. st. I. XCVI, 7 λειμῶνα δὲ νομίζειν τὴν μυθολογουμένην οἴκησιν τῶν μετηλλαχότων, τὸν παρὰ τὴν λίμνην τόπον τὴν καλουμένην μὲν Ἀχερουσίαν, πλησίον δὲ οὖσαν τῆς Μέμφεως, ὄντων περὶ αὐτὴν λειμώνων καλλίστων, ἕλους καὶ λωτοῦ καὶ καλάμου II, f. 43r

Pratum vero habitationem confictam putat eorum qui trans paludem delati sunt, que Acherusia nominantur. Ea prope Memphim est circumque amena prata paludesque loto et calamis plene

loto om. B C F6 Li N1 P2 V1 Ve

loto et om. *Bo (Bo1 Lo)

La caduta di loto interessa l’intera famiglia α; la princeps, seguita dai suoi descripti, ha poi provveduto a normalizzare la frase eliminando et, che risultava superfluo.

6. Bibl. st. I. XCVI, 7 διαπορθμευομένων μὲν τῶν νεκρῶν διά τε τοῦ ποταμοῦ καì τῆς Ἀχερουσίας λίμνης, τιθεμένων δὲ τῶν σωμάτων εἰς τὰς ἐνταῦθα κειμένας θήκας. Συμφωνεῖν δὲ καì τἄλλα τὰ παρὰ τοῖς Ἕλλησι καθ’ Ἅιδου μυθολογούμενα τοῖς ἔτι νῦν γινομένοις κατ’ Αἴγυπτον I, f. 43r

Corpora vero per fluvium et Acherusiam paludem ad sepulchrum delata ibique condita aliaque plura que nunc etiam servant Egyptii dant fabulis quas Greci de inferis finxerunt locum quae 7. Bibl. st. I. XCVII, 3 τὴν δὲ περì τὸν Ὄκνον μυθοποιίαν δείκνυσθαι πλησίον κατά τινα πανήγυριν συντελουμένην I, ff. 43r-v

Asini etiam ficta fabula monstratur in quadam celebritate (asini etiam) ficti (fabula) 8. Bibl. st. I. XCVII, 7

παρὰ Πολυδάμνης [cong. Wesseling; Πολυμνήστης Da C Πολύμνης V] τῆς Θῶνος γυναικός

II, f. 43v

a Polimnea Thonii uxore Thomii (Thonui Ve)

9. Argumentum libro II Κτίσις Βαβυλῶνος καì τῆς κατ’ αὐτὴν κατασκευῆς ἀπαγγελία Περì τοῦ κρεμαστοῦ λεγομένου κήπου καì τῶν ἄλλων τῶν κατὰ τὴν Βαβυλωνίαν παραδόξων Στρατεία Σεμιράμιδος εἰς Αἴγυπτον καὶ Αἰθιοπίαν, ἔτι δὲ τὴν Ἰνδικήν

Argumentum libro III, f. 44r Edificatio Babylonie

De orto pensili aliisque Babylonie mirabilibus

De Semiramidis in Egyptum, Ethiopiam atque in Indiam expeditione

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 10. Bibl. st. II. XII, 3

Ἔστι δὲ καì πέραν τοῦ ποταμοῦ λίμνη στερεὸν ἔχουσα τὸν περì αὐτὴν τόπον

III, f. 49v

Est et ultra flumen palus brevi circumscripta loco, firmum habens circa solum

fumum

11. Bibl. st. III. VII, 2

ταῦτα μὲν οὖν τὰ νόμιμα παρὰ τοῖς Αἰθίοψίν ἐστι τοῖς τὴν μητρόπολιν αὐτῶν οἰκοῦσι καì νεμομένοις τήν τε νῆσον τὴν Μερόην καì τὴν χώραν τὴν πλησίον Αἰγύπτου

IV, f. 70r

He leges apud eos Ethiopes qui metropolim ac insulam Meroem vicinaque Egypti loca incolunt servantur

post Ethiopes add. habentur (α legge dunque: Hae leges apud eos Aethiopes habentur qui metropolim ac insulam Meroem vicinaque Aegypti loca incolunt servantur)

Il testo di α ha un verbo in eccesso (habentur, poi servantur). L’errore potrebbe risalire ad un’innovazione di α stesso, forse volta a conferire un verbo reggente alla frase, che ne sembra priva, poiché collocato alla fine. Esiste però un’altra possibilità: il doppio verbo potrebbe essere residuo di una rettifica apportata da Poggio nel suo scartafaccio autografo. Si può supporre che egli avesse tradotto in prima battuta He leges apud eos Ethiopes habentur qui metropolim ac insulam Meroem vicinaque Egypti loca incolunt (con posizione verbale che ricalca quella del greco ἐστι); forse aveva poi cassato habentur – magari in modo poco evidente – e lo aveva sostiuito con servantur alla fine del periodo. Si deve però ipotizzare che la doppia lezione fosse stata copiata nell’archetipo della tradizione e di qui passata in α, non però in β (per i rapporti fra α e β cfr. infra: anticipo che è verosimile che sulla copia d’archetipo sia intervenuto un processo di revisione d’autore, che ben giustificherebbe l’assenza di tale errore in β).

12. Bibl. st. III. VIII, 1

οἱ παρὰ τὸν ποταμὸν οἰκοῦντες ταῖς μὲν χρόαις εἰσὶ μέλανες, ταῖς δὲ ἰδέαις σιμοί, τοῖς δὲ πριχώμασιν οὖλοι. Καì ταῖς μὲν ψυχαῖς παντελῶς ὑπάρχουσιν ἄγριοι καì τὸ θηριῶδες ἐμφαίνοντες, οὐχ οὕτω δὲ τοῖς θυμοῖς ὡς τοῖς ἐπιτηδεύμασιν· αὐχμηροὶ γὰρ ὄντες τοῖς ὅλοις σώμασι τοὺς μὲν ὄνυχας ἐπὶ πολὺ παρηγμένους ἔχουσι τοῖς θηρίοις παραπλησίως IV, f. 70r

Horum pars maior maximeque iuxta fluvium inhabitantes colore nigri sunt, facie simi, capillis crispis, silvestres ferme omnes atque aspectu efferi, corpore robusto, ungues habent protensas feris similes

om.

Oltre ad essere chiara traduzione di ἔχουσι greco, habent è necessario perché, con preciso rispetto della variatio presente nel testo di Diodoro, Poggio qui abbandona la serie di ablativi di qualità in favore del costrutto habeo + oggetto.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 13. Bibl. st. III. XXXV, 7

Πάντων δὲ τῶν εἰρημένων ξῴων ὁ σαρκοφάγος ταῦρος ἀγριώτατός ἐστι

IV, f. 79

Horum animalium omnium silvestris taurus qui carnibus vescitur feritatem excedit

animal

14. Bibl. st. III. XXXVIII, 4 κατὰ τὸ Τύρκαιον ὄρος IV, f. 81r

Circa Tyrceum montem (Tyrctum b) Tiritum (Turitum F6) In questo luogo si ha molto probabilmente una diffrazione in assenza che interessa l’intera tradizione, forse causata da un’insidia paleografica dello scartafaccio autografo poggiano. Credo infatti che nell’archetipo idiografo ci fosse la lezione erronea – e ben giustificabile su base paleografica – che oggi troviamo in b (prodottasi per scorretta lettura di ce > ct); da Tyrctum dell’archetipo può essersi generatoTiritum di α (con diversa erroneità di lettura, ct > ti).

15. Bibl. st. III. XXXIX, 4

[…] νῆσος […] καλουμένη δὲ Ὀφιώδης […] IV, f. 81r

insula […] nomine Ofiodes Ophiades

16. Bibl. st. III. XXXIX, 9

Οἱ δὲ νησοφύλακες κλήρῳ διῃρημένοι τοὺς τόπους ἐφεδρεύουσι, καì τῷ φανέντι λίθῳ περιτιθέασι σημείου χάριν ἄγγος τηλικοῦτον ἡλίκον ἂν ᾖ τὸ μέγεθος τοῦ

στίλβοντος λίθου450

IV, f. 81v

Custodes sorte divisi ad loca ubi latent topatii accedunt; quem ubi noctu splendentem conspexere, locum splendentis

lapidis designant

splendentem lapidis

17. Bibl. st. III. XLII, 5

Φωκῶν νῆσος ὀνομαζομένη

IV, f. 82v

dicta focarum insula ferarum (ferarian V1)

450‘I guardiani dell’isola si dividono a sorte questi luoghi, vi si appostano e, quando la pietra fa la sua comparsa, vi mettono sopra come segnale un recipiente delle medesime dimensioni della pietra brillante’.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve

Bibl. st. III. XLIII, 3

Αὕτη δ’ ἡ παράλιος λιμένας μὲν ὀλίγους ἔχει, διείληπται δ’ ὄρεσι πυκνοῖς καì μεγάλοις, ἐξ ὧν παντοίας ποικιλίας [cong. Dindorf: ποικηλίας Da, ὠφελείας C V L] χρωμάτων

ἔχουσα θαυμαστὴν παρέχεται θέαν τοῖς παραπλέουσι451

IV, f. 83r

Portus ea regio paucos habet, sed frequentibus dividitur montibus, ex quibus preter aspectus voluptatem magna ex

coloribus utilitas percipitur

magna colonis

Poggio leggeva nel suo exemplar ὠφελείας ( > utilitas); al di là di ciò, il confronto con il testo greco dimostra chiaramente che la lezione di α è un’innovazione erronea, forse originatasi inizialmente per caduta della preposizione ex, con conseguente tentativo di restituire un senso al passo mutando coloribus in colonis (si badi infatti che la lezione di α non è priva di senso in sé stessa, ma è decisamente difforme dal significato originario).

18. Bibl. st. III. LV, 6

Ἡ δ’ ἑξῆς χώρα κατοικεῖται ὑπὸ Ἀράβων Ἀλιλαίων καὶ Γασανδῶν

IV. f. 84r

Contiguam eis patriam Arabes Alilei Gasandique habitant Abilei

19. Bibl. st. Argumentum libro IV

Περì Ἀρισταίου καì Δάφνιδος καì Ἔρυκος Argumentum V, f. 98r

De Aristeo, Daphnide, Erice Euridice

20. Bibl. st. IV. XVI, 1

πλεύσας οὖν εἰς τὸν Εὔξεινον ἀπ’ ἐκείνου κληθέντα Πόντον V, f. 104v

ad Euxinum Pontum navigavit portum (corr. pontum P2m2, pontum B)452 21. Bibl. st. IV. XVI, 2

μετὰ δὲ ταῦτα Προθόῃ V, f. 105r

post hanc Prothoes Parthoes (Thoes V1)

451‘Questa costa ha pochi porti, ed è intervallata da monti alti in fitta successione, per la cui ricca varietà di colori essa offre una vista meravigliosa ai naviganti che la costeggiano’.

452Una mano ha corretto per congettura su P2; B, assai probabilmente descriptus di P2 (cfr. infra § I.7.5.2 TAV. 18), legge infatti portum.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 22. Bibl. st. IV. XXXIV, 3

τοῦτο δ’ ἦν ἡ δορὰ τοῦ ζᾡου V, f. 112v

id erat aminantis pellis erit

23. Bibl. st. IV. LXXXV, 5

[Ἡσίοδος δ’ ὁ ποιητής φησι] τοὐναντίον ἀναπεπταμένου

τοῦ πελάγους Ὠρίωνα προσχῶσαι τὸ κατὰ τὴν

Πελωρίδα κείμενον ἀκρωτήριον453

Ait enim aperto mari promontorium qui iuxta Pelorum montem est exaggerasse Orionem

operto 24. Bibl. st. V. I, 1 Πάντων μὲν τῶν ἐν ταῖς ἀναγραφαῖς χρησίμων προνοητέον τοὺς ἱστορίαν συνταττομένους, μάλιστα δὲ τῆς κατὰ μέρος οἰκονομίας VI, f. 134v

Cum omnia in quibus historia versatur complecti rerum scriptores decet, tum vero maxime quomodo queque res singulatim describende sint cura videtur suscipienda

deceat

Il congiuntivo non solo non ha riscontro in greco, ma risulta anche erroneo entro la struttura sintattica della frase latina (costrutto correlativo cum...tum). Il congiuntivo può essersi generato per attrazione esercitata dal cum in principio di frase.

25. Bibl. st. V. III, 5

τὴν δ’ Ἄρτεμιν τὴν ἐν ταῖς Συρακούσαις νῆσον λαβεῖν παρὰ τῶν θεῶν τὴν ἀπ’ ἐκείνης Ὀρτυγίαν ὑπὸ τε τῶν χρησμῶν καì τῶν ἀνθρώπων ὀνομασθεῖσαν V, f. 135v

Diana in Syracusis insulam a diis accepit, Orthygiam ab ea

tum oraculorum responso tum hominum voce nominatam om.

453‘[il poeta Esiodo] però afferma che, al contrario, poiché il mare si stendeva tra le due località, Orione ammucchiò della terra creando il promontorio situato al Peloro’. Ἀναπετάννυμι = ‘aprire, distenere/distendersi’.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMIBILE LATINA L

EZIONE FAMIGLIA

α

*Bo (Bo1 Lo), B C F6 Li N1 P2 V1Ve 26. Bibl. st. V. XVII, 1 Ἄλλαι δ’ὑπάρχουσι νῆσοι κατ’ ἀντικρὺ τῆς Ἰβηρίας, ὑπὸ μὲν τῶν Ἑλλήνων ὀνομαζόμεναι Γυμνήσιαι διὰ τὸ τοὺς ἐνοικοῦντας γυμνοὺς τῆς ἐσθῆτος βιοῦν κατὰ τὴν τοῦ θέρους ὥραν, ὑπὸ δὲ τῶν ἐγχωρίων καì τῶν Ῥωμαίων προσαγορεύονται Βαλιαρίδες ἀπὸ τοῦ βάλλειν ταῖς σφενδόαις λίθους μεγάλους κάλλιστα τῶν ἁπάντων ἀνθρώπων V, f. 139v

Alie quoque existunt insule Hiberie opposite, a Grecis Gymnasie ob incolarum nuditatem qui estatis tempore absque vestibus incedunt, ab accolis vero ac Romanis

Baleares, a funde iactu qua rectius quam reliqui lapides iaciunt

appellate

ab incolarum nuditate qui

appellati

Ab incolarum nuditate è più che altro una variante (la lezione di β è più vicina al greco; per le varianti che oppongono α a β cfr. infra § I.7.3). Per quanto riguarda le altre due lezioni, in α l’errore deve essersi verificato su qua, trascritto qui; in seguito il passo è probabilmente stato raddrizzato mutando appellate in appellati, così da avere concordanza con il soggetto; è verosimile che ci sia stata un’attrazione del soggetto logico ab accolis.

27. Bibl. st. V. LI, 3 υἱὸς Σμέρδιος VI, f. 152r

T

AVOLA

3 (errori della famiglia β)

454

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMBILE LATINO

LEZIONE FAMIGLIA β

1. Bibl. st. I. XXI, 10

Τοὺς δὲ ταύρους τοὺς ἱερούς, τὸν τε ὀνομαζόμενον Ἆπιν καì τὸν Μνεῦιν [Μέμφιν Db]

I, f. 10v

Tauros autem sacros hunc quidem Apim alterum Memphim nominatos

Opim

Chiaramente, l’errore avrebbe di per sé rilevanza piuttosto bassa, ma il fatto che esso compaia compattamente entro l’intero raggruppamento di manoscritti β ne rafforza la congiuntività, tanto più perché in altri luoghi del testo il nome del toro è corretto.

2. Bibl. st. I. XXI, 11

πρός τε τὸν σπόρον καì τὰς κοινὰς ἁπάντων ἐκ τῆς γεωργίας ὠφελείας

I, f.10v

et ad serendum et ad communem agrorum culturam omnem

Chiara l’eziologia dell’errore in β, se si suppone in origine un’abbreviazione comem con titulus, sciolta omnem per caduta della c o semplicemente per cattiva lettura. L’errore, difficile da correggere poiché tutto sommato ben integrabile nel contesto della frase, non è di per sé monogenetico, ma la compattezza in errore dei mss. non appartenenti ad α rende quanto mai improbabile che si tratti di una menda poligenetica.

454In questa tavola la grafia delle varianti erronee segue Pr, a meno che non sia necessario citare le lezioni di singoli esemplari o di un raggruppamento minore di codici all’interno di β (in quest’ultimo caso la grafia corrisponde sempre al primo dei mss. elencati). Rammento che gli errori seguono l’ordine di presentazione all’interno del testo e non un criterio di rilevanza. Un punto dubbio, che ho preferito escludere dalla presente tavola, sarà discusso in coda ad essa. Farò infine seguire un caso significativo ma problematico, che richiede una spiegazione diffusa e non si presta ad essere illustrato all’interno della tavola.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMBILE LATINO

LEZIONE FAMIGLIA β

3. Bibl. st. I. XXXIX, 2-3

(soggetto della frase è Democrito di Abdera)

τὸ δὲ πλῆθος τῆς σωρευομένης χιόνος ἐν τοῖς βορείοις μέρεσι περì μὲν τὰς τροπὰς μένειν πεπηγός, ἐν δὲ τῷ θέρει διαλουμένων ὑπὸ τῆς θερμασίας τῶν πάγων πολλὴν τηκεδόνα γίνεσθαι, καì διὰ τοῦτο πολλὰ γεννᾶσθαι καì παχέα νέφη περì τοὺς μετεωροτέρους τῶν τόπων, δαψιλοῦς τῆς ἀναθυμιάσεως πρὸς τὸ ὕψος αἰρομένης. ταῦτα δ’ ὑπὸ τῶν ἐτησίων ἐλαύνεσθαι, μέχρι ἂν ὅτου προσπέσῃ τοῖς μεγίστοις ὄρεσι τῶν κατὰ τὴν οἰκουμένην, ἅ φησιν εἶναι περὶ τὴν Αἰθιοπίαν455 I, f. 19r

Nivium enim coacervatam magnitudinem in boree

regionibus ait brume congelatam tempore estate liquescere, ideoque elevatis sursum vaporibus multas densasque nebulas circa montana tolli cacumina, que ab etesiis ad altissimos quales in Ethiopia sunt montes delate, deinde in pluviam verse magnos efficiant imbres

colliβ (colligi Ch2 Ge; tolli F2 M,

Cas T V6)

L’errore colli per tolli è chiaramente di natura paleografica, ma favorito dal contesto, per via dell’accostamento semantico con montana…cacumina; in questo modo, la coordinata infinitiva che inizia con ideoque viene ad essere priva di verbo. Come si vede, l’errore caratterizza tutti i mss. β tranne: Ch2 e Ge (che però hanno una rabberciatura chiaramente derivante a colli); F2 -M e Cas-T-V6, che la collazione ha dimostrato essere fra loro strettamente connessi (cfr. infra § I.7.6.2, TAV. 22-23 e n. 579; TAV. 26); nonostante questi ultimi due gruppetti di mss. leggano la lezione corretta, è molto probabile

che l’errore colli fosse in β e che gli antigrafi di F2 -M e di Cas-T-V6 siano riuscitia correggere. 4. Bibl. st. I. XLV, 2

ἡσθέντα δὲ καθ’ ὑπερβολὴν καταγνῶναι τῆς τρυφῆς καì

τῷ καταδείξαντι τὴν πολυτέλειαν ἐξ ἀρχῆς βασιλεῖ καταρᾶσθαι456

II, f. 22r

Quo letatum, cum preter modum suavis visus esset, despexisse aiunt atque abominatum esse qui primus regum sumptuosiori cibo esset usus

letatus, suavis illi visus esset

Il passo parla del re egiziano Tnefacto, il quale – succeduto dopo alcune generazioni al re Menas, che aveva assuefatto il popolo al lusso e alle raffinatezze – dovette affrontare una dura spedizione militare in cui vennero a mancargli i viveri; egli fu dunque costretto per necessità ad adattarsi a cibi frugali, ma l’esperienza gli piacque così tanto che decise di condannare il lusso a cui Menas aveva abituato gli egiziani. Si tratta di un luogo critico: Poggio pare incerto del senso da attribuire a ἡσθέντα δὲ καθ’ ὑπερβολὴν, e lo traduce in modo ridondante Quo letatum, cum preter modum suavis visus esset. Mi sembra che la lezione dei mss. β presupponga necessariamente quella di α, che dà senso, anche se implica

455‘La quantità di neve che si accumula nelle zone settentrionali all’epoca del solstizio rimane gelata; invece, poiché in estate vengono sciolti dal calore i ghiacci, essi si liquefanno in quantità e perciò si formano anche molte nubi dense nei punti più alti dell’atmosfera, perché il vapore abbondante si solleva verso l’alto. Queste ultime vengono allontanate dagli etesi, finché piombano sui monti più alti della terra abitata, che egli dice siano in Etiopia’.

456‘L’esperienza gli piacque sommamente ed egli condannò il lusso e maledisse il re [= Menas] che in origine aveva insegnato la raffinatezza’.

TESTO GRECO +

LEZIONE CRITICA PRESUMBILE LATINO

LEZIONE FAMIGLIA β

una comprensione del greco da parte di Poggio non del tutto perspicua (così infatti suonerebbe una traduzione del testo α: ‘ed essendogli piaciuto, per quanto prima fosse sembrato raffinato/dedito al lusso, si dice che abbia disprezzato e condannato il primo re che aveva fatto uso di cibi raffinati’). La frase di β proprio non si regge e pare frutto di una rabberciatura di quanto leggiamo in α: oltre ad essere meno aderente al greco (letatum ~ ἡσθέντα vs. letatus), β presenta l’aggiunta di illi, che non trova riscontro in greco, e ha invece tutta l’apparenza di derivare da un tentativo di raddrizzare la costruzione di videor mediante l’aggiunta di un dativo di vantaggio.

5. Bibl. st. III. XLIII, 4

Παραπλεύσαντι δὲ ταύτην τὴν χώραν ἐκδέχεται κόλπος

Λαινίτης [Da L, Ἀλαινίτης C V] περιοικούμενος πολλαῖς

κώμαις Ἀράβων IV, f. 83r

Ex hac navigantes sinus excipit Lainites, frequentibus inhabitatus Arabum vicis

Lainates (Lamates A, Co-Pa, N2)

Si tratta di errore paelografico e, per di più, legato a un etnonimo peregrino, dunque di per sé da valutare con cautela; ma, come per il punto 1, ad essere significativa è la compattezza in errore del gruppo β (la lezione di A Co Pa e N2 deriva chiaramente da Lainates, con errore di lettura del nesso

in come m; Co e Pa sono strettamente connessi – cfr. infra § I.7.6.1 – mentre la coincidenza di lezione fra A e N2 può tranquillamente considerarsi poligenetica).

6. Bibl. st. IV. I, 6 ποιησόμεθα δὲ τὴν ἀρχὴν ἀπὸ Διονύσου διὰ τὸ καì παλαιὸν εἶναι σφόδρα τοῦτον καì μεγίστας εὐεργεσίας κατατεθεῖσθαι τῷ γένει τῶν ἀνθρώπων. εἴρηται μὲν οὖν ἡμῖν ἐν ταῖς προειρημέναις βίβλοις ὅτι τινὲς τῶν βαρβάρων ἀντιποιοῦνται τῆς γενέσεως τοῦ θεοῦ τούτου457 V, f. 98v

Initium vero a Dionysio sumetur quem imprimis antiquum fuisse constat ac maximis beneficiis vite mortalium

profuisse. Dictum est superius a nobis barbaros quosdam

huius sibi dei genus vendicare

ac maximis…profuisse om.

Tutta la famiglia β omette un segmento di frase presente nel greco e regolarmente tràdito dalla famiglia α (per sicurezza, ho effettuato un controllo sui mss. greci Vat. gr. 995 e BML Laur. Plut. 70.16: il segmento è presente in entrambi i mss., rispettivamente ai ff. 95r e al f. 103r). L’omissione (che non può essere avvenuta per omoteleuto) mi pare dunque molto significativa, anche se non toglie senso al passo.

457‘Iniziamo da Dioniso perché è un personaggio assai antico e ha reso i più grandi benefici al genere

umano. Ora, abbiamo detto nei libri precedenti che alcuni tra i barbari rivendicavano la nascita di questo

Si colloca al limite dell’adiaforia, ma è comunque meritevole di segnalazione, il seguente