L’attività di ricerca si incentra su una serie di azioni mirate all’approfondimento delle caratteristiche fisiche, materiche e prestazionali delle murature tradizionali, nell’ambito della produzione vernacolare, e delle relative caratterizzazioni formali degli elementi architettonici. La conoscenza è finalizzata alla redazione di protocolli appropriati per il recupero e la conservazione di queste compagini murarie. La metodologia di analisi prevista per la sub-attività è di natura induttiva, a partire cioè dallo studio delle diverse compagini murarie presenti in un determinato e specifico caso dimostratore, scelto nel Comune di Frigento (AV), se ne individuano le caratteristiche e, attraverso l’elaborazione di protocolli per le campagne di prova, specifici per questo tipo di murature “povere”, intende giungere alla definizione di un database in forma di abaco dei caratteri tettonici, tavole sinottiche illustrate composte da disegni, tratti dalla rielaborazione di rilievi in loco, relazioni descrittive e immagini in funzione della diversa tipologia di compagine muraria. L’indagine prevede innanzitutto un inquadramento dell’attività di ricerca all’interno di un ambito teorico-culturale più ampio, per poi addentrarsi nella scelta di casi-studio e casi dimostratori su cui applicare le sperimentazioni che concernono la parte SS, necessariamente di natura induttiva. Tra i numerosi casi di muratura vernacolare si è ritenuto opportuno incentrare l’attenzione su due tipologie: la muratura povera in pietrame prevalentemente a sacco, la più utilizzata nei centri minori della Campania ma anche la meno indagata, e quella in terra cruda, oggetto di specifici studi, sperimentazioni e ricerche negli ultimi anni in tutto il Mediterraneo.
Per le diverse applicazioni della muratura povera in pietrame è stato individuato come caso dimostratore il centro storico del Comune di Frigento (AV), all’interno del quale, come si leggerà nei paragrafi che seguono, sono stati selezionati diversi, specifici, casi-studio. L’architettura in terra cruda, grazie alla sinergia con i temi della sostenibilità e del risparmio energetico, sta suscitando un grande interesse nazionale e internazionale. Si è reso innanzitutto necessario un inquadramento generale, conoscitivo degli studi intrapresi, relativamente alle tecniche costruttive e alle tecniche di recupero sinora adottate, e alle caratteristiche di resistenza in corso di sperimentazione, oltre a elaborare una schedatura critica di progetti contemporanei in cui si rileva l’utilizzo della terra cruda, nelle diverse tecniche costruttive che caratterizzano questo materiale.
L’architettura vernacolare_studi e ricerche in ambito disciplinare
Le prime ricerche sull’architettura vernacolare risalgono agli anni Trenta, intraprese da Edoardo Persico e Giuseppe Pagano, si deve poi a Bernard Rudofsky con le sue mostre newyorkesi, l’internazionalizzazione del tema, e alla convergenza con le istanze della
Methodological introduction to the protocols development_The historic core of Frigento as experimental case-study
The research activity focuses on some targeted actions aimed at examining the physical, material, and performative characteristics of traditional masonry within the vernacular production, and the relative formal categorizations of the architectonical elements. The study’s goal is to draft appropriate protocols for the renovation and preservation of such masonry. An intuitive methodology of analysis is envisaged for the sub-activity, beginning with an examination of the different masonry pertaining to a specific case study and the pinpointing of its characteristics. By means of protocols of test surveys, which are specific to this type of “poor” masonry, we want to create a database containing a chart of the tectonic features, synoptic illustrated tables of drawings that re-elaborate in
situ surveys, descriptive reports, as well as pictures
relating to the different types of masonry. This kind of activity partially encompasses actions of experimental development connected with singling out the case study to which they will be applied. The investigation places the research into a larger theoretical and cultural framework, and then proceeds with a discussion of our choice of case studies and demonstrative cases to which we will apply the experimentations concerning the inductive SS part. Out of a variety of typologies, we finally focused on two kinds of vernacular masonry: the poor masonry realized mainly with stone “opus incertum”, common to many small towns in Campania but poorly investigated, and raw earth masonry, which has been the object of several studies and analyses performed in the Mediterranean in recent years. We chose the old town center of Frigento, in the province of Avellino, as our demonstrative case and a number of case-studies were singled out within it, as shown in the following paragraphs.
Raw earth architecture is attracting much national and international interest due to synergetic relationship with the themes of sustainability and energy saving. We established the need to establish an overall framing of the applied research and of the building and recovery techniques adopted so far, and resistance characteristics.
mediterraneità espresse dal Movimento Moderno, l’interesse che i maestri dell’architettura contemporanea hanno dimostrato per le costruzioni spontanee, sperimentandone anche la lezione nel progetto. Un interesse che si è tradotto in uno studio paziente, rilevando, ridisegnando, analizzando gli insediamenti vernacolari, con l’obiettivo di radicare il progetto della casa nella cultura dell’abitare cui appartiene, mossi dall’idea che l’architettura spontanea è lo specchio del sistema delle conoscenze tradizionali in cui si radica, e che, quindi, per comprendere le ragioni dell’utilizzo di quelle specifiche tecniche è necessario decodificarne il sistema ambientale, a cui esse rispondono, e le tradizioni, costruttive e culturali, da cui esse sono originate. L’interesse per la rivitalizzazione dei centri minori ha notevolmente contribuito a rendere questi temi particolarmente attuali, per cui individuare dei protocolli che consentano il recupero delle murature “povere” negli immobili dei centri storici minori, diventa argomento di particolare rilevanza ai fini delle potenzialità di sviluppo che questi luoghi oggi hanno. L’individuazione del centro storico di Frigento, un piccolo comune dell’Irpinia, come uno dei casi dimostratori del progetto METRICS, deriva dai caratteri architettonici e urbani che l’aggregato conserva, è infatti uno dei pochi centri storici dell’avellinese a non aver perso, nella ricostruzione post-terremoto del 1980, la sua conformazione e identità originaria, sia rispetto all’impianto urbano che al tessuto edilizio. Nei paragrafi che seguono si illustrano gli esiti dell’attività di ricerca svolta sul centro storico di Frigento, considerandolo prima come aggregato urbano e poi specificamente analizzandone i caratteri architettonici di alcuni edifici-campione, individuati come emblematici dal punto di vista costruttivo e particolarmente significativi per la collocazione nella struttura generale dell’impianto urbano.
Frigento, l’evoluzione dell’aggregato
Lo studio dell’aggregato di Frigento nell’ambito del progetto ha assunto la ricerca dell’arch. L. Mauriello, pubblicata nel libro Territorio ed analisi morfologica. Frigento:
prospettive di ricerca e proiezioni di intervento (Mauriello, 2005), come punto di partenza.
La ricerca dell’Arch Mauriello si inserisce in quel filone di studi muratoriani che ha provato a codificare una metodologia di ricerca finalizzata alla comprensione dei processi di modificazione evolutiva dei territori utilizzando come base la lettura morfologica del territorio stesso e la relazione tra morfologia del territorio e configurazione dei tessuti urbani. Seguendo queste modalità di studio del territorio il primo passo per comprenderne l’evoluzione dell’antropizzazione è l’analisi morfologica di elementi determinanti, come i crinali e i fondovalle, insieme all’individuazione delle sedi dei percorsi. Nel caso del territorio in questione sono emersi due dati interessanti: l’andamento collinare del territorio, che dà luogo alla molteplicità dei percorsi, e la presenza di due elementi morfologicamente determinanti quali la valle di Benevento e il crinale frigentino. In particolare quest’ultimo, nato come displuvio che, dal passo di Mirabella prosegue fino alla curva del fiume Calore, curvandosi si dirige verso la Puglia. Lungo il suo percorso si incontrano i due promontori di rilievo: Gesualdo e Frigento, che costituiscono le due alture che, fronteggiandosi, caratterizzano il paesaggio, l’uno con l’imponente mole del Castello, l’altro con quella della Cattedrale. La ricerca archeologica ha dimostrato che l’origine dell’agglomerato è nel
Further have been elaborated some critical data sheets of contemporary projects and architectures which notes the use of raw earth in the different construction techniques in which this material is used.
Vernacular architecture_studies and researches
The first studies of vernacular architecture, carried by Edoardo Persico and Giuseppe Pagano, date to the 1930s. Articulating some of the themes of Mediterraneity elaborated by the Modern Movement, the topic reached the international audience thanks to Bernard Rudofsky’s work and his New York exhibitions. The masters of contemporary architecture also showed an interest in vernacular buildings and experimented with it in their plans. This interest inspired an ongoing study of vernacular settlements carried out with surveys, drawings, and analyses, to root the house plan into the culture of dwelling to which it belongs. The architects believed that spontaneous architecture mirrors the system of traditional knowledge in which it is rooted and that to understand why those techniques have been in use a decodification of their environment is required, as well as an understanding of the building and cultural traditions that originated them. The interest in the revitalization of these small towns has contributed greatly to make these themes of interest to the contemporary audience. At present, developing some protocols to recover the poor masonry of buildings located in the old town centers is of special relevance to the potential development of these towns. The choice of Frigento’s old town center as one of METRICS’s demonstrative cases is due to the architectural and urban features preserved by the settlement. In fact, this is one of the few historical towns in the area of Avellino that has not lost its old identity and urban and architectural morphology to the reconstruction that followed the earthquake of 1980.The following sections discuss the outcomes of the study of Frigento’s old town center. The first one considers it as an urban settlement and then examines the architectural features of some sample-buildings that we think are emblematic of some constructive features and especially meaningful to placing the urban texture into the general structure.
Frigento, the settlement’s evolution
Our study of Frigento moves from Arch. L. Mauriello’s analysis appeared in the volume “Territorio ed analisi morfologica. Frigento: prospettive di ricerca e proiezioni di intervento” (Mauriello, 2005). This analysis belongs to the branch of research that looks for a methodology that would understand the evolutionary changes of a territory based on the morphological examination of the territory itself and the relation between its morphology and the configuration of the urban fabric. According to this methodology, the first step to understand the evolution of the urban activities is the morphological
102 Paleolitico Inferiore, come si è verificato per molti centri irpini della valle dell’Ufita. Quanto 103
alla dominazione sannitica leggiamo nel libro di L. Mauriello che, nonostante il Sannio irpino sia caratterizzato da abitati sul modello della polis-urbis, cioè della città in posizione di fondovalle o pedemontana, nelle aree a nord est del crinale di Frigento si può ipotizzare insediamenti fortificati, costruiti sulle alture e dotati di mura, in ragione dell’allevamento e dell’agricoltura che rappresentavano la maggiore fonte di sostentamento.
Importante, per comprendere la forma urbis attuale, è certamente quanto accade in epoca romana, durante la quale la strutturazione della rete viaria rivestì primaria importanza, e favorì lo sviluppo dei maggiori centri irpini. In particolare il tracciato della via Appia, che alcuni storici hanno identificato sul crinale di Frigento, è stato identificata come sede di un municipium, mentre il segno dei Limiti (la strada panoramica che corona il centro urbano di Frigento) appare più antico, con molta probabilità databile nel periodo dell’arce sannitica. La città romana, infatti, non è certamente città di fondazione, ma si insedia sul precedente impianto sannitico, edificando la sua rocca sulla quota più alta (900 mt. sul livello del mare), e conservando la traccia dei Limiti come una cintura verde tra l’abitato e la valle sottostante. Per comprendere la struttura morfologica dell’impianto urbano di Frigento è sembrato particolarmente rilevante approfondire la consistenza e l’articolazione, tutt’ora oggetto di ricerca grazie agli scavi archeologici in itinere, dell’antica città romana. È stata, in particolare, graficizzata una mappa dei ritrovamenti archeologici, in modo da individuare le direttrici dell’insediamento originario, e la relazione degli attuali edifici di culto e degli elementi di permanenza del tracciato con le tracce delle preesistenze di epoca romana. La mappa è stata redatta compendiando le informazioni pubblicate dalla Mauriello con quelle, pubblicate nel libro
Frigento romana (Giovanniello, 2015), e andrà naturalmente aggiornata con il procedere
degli scavi. L’impianto urbano è quello tipico delle città romane, fondato su una griglia ortogonale di decumani e cardini che, nella ricostruzione della Mauriello, seguendo tracce di mura che risultano allineate con la giacitura delle cisterne, ne assume la giacitura, sviluppandosi completamente a monte dell’attuale via Roma. Un’appendice in forma di un grande quadrilatero è l’insediamento a valle della strada principale e in coincidenza con l’attuale Chiesa di San Pietro sono state rinvenute tracce di murature di epoca romana e i resti di quelli che sono stati poi riconosciuti come gli edifici delle terme.
L’attuale morfologia dell’edificato deriva, soprattutto nell’area a valle di via Roma, da rotazioni successive, databili in particolare in epoca medioevale, quando il tessuto edilizio ha assunto una conformazione a “ventaglio” che sembra essere dovuta a una cinta muraria fortificata che comprendeva in un primo momento la strada dei Limiti.
L’interpretazione di Giovanniello vede invece l’attuale via Roma come il decumano maggiore, orientato nord-est sud-ovest, e il tracciato delle attuali schiere coincidenti con gli isolati compresi tra i cardini della città romana. La configurazione della città romana che ne deriva vede in primis il segno della murazione con le sue tre porte, due delle quali a inizio e fine del decumano, e l’altra che costituiva l’accesso da sud, interessante perché posta sulla traccia della strada principale attraverso cui si entra attualmente a Frigento.
Passando davanti alla Chiesa di San Rocco la porta era collocata lì dove c’era il largo di
study of crucial elements, like ridges and valley floors, and the identification of the paths location. In our case two interesting elements emerged: the hilly nature of the territory that produces a multitude of paths and the determining presence of the two morphological elements of Benevento’s valley and Frigento’s ridge. The latter, originally a watershed, goes from the pass of Mirabella to the curve of the Calore river and eventually reaches Puglia. The bluffs of Gesualdo, with the Castle’s imposing bulk, and Frigento, with its Cathedral, face each other, lending a characteristic profile to the landscape. Archeological analyses revealed that the origins of the settlement date to the Lower Paleolithic, like many other towns located in the Ufita valley in Irpinia. As regards the Samnitic domination, Mauriello writes that although the settlements in the Irpinian Samnium adopted the
polis-urbis model, with towns resting on valley floors
and at the foot of the mountains, we can conjecture that the fortified settlements in the north-east of the Frigento’s ridge were built on hills and surrounded by walls to better preserve crops and livestock. To understand the town’s present-day urban configuration it is important to focus on what happened here during the Roman period, when the network of roads was laid out, which sped up the development of the main settlements of the region.
The Appian Way, which some historians locate along the Frigento’s ridge, was identified as the seat of a
municipium, whereas the mark of Limiti (the panoramic
road that runs around Frigento’s urban center) seems to be older, possibly dating to the period of the Samnitic Arce. We know for certain that the Roman city was not the founding settlement. In fact, it was built on the pre- existing Samnitic settlement, erecting its stronghold on the highest peak at 900 meters above sea level, and preserving the mark of the Limiti in the green belt between the urban settlement and the underlying valley. We believed it would be relevant for an understanding of the morphology of Frigento’s urban settlement to examine the layout of the old Roman city, which, to this day, continues to be the object of archeological research. In particular, we drew a map of the archeological findings to locate the routes of the first settlement and the relations between today’s religious buildings and urban layout’s permanencies and what is left of the Roman times.
The map, which will be updated as the excavation continues, was created by adding information found in the book Frigento romana (Giovanniello, 2015) to that provided by Mauriello. The urban layout is typical of a Roman city, erected on an orthogonal grid of decumani and cardini. In Mauriello’s reconstruction, the grid follows the trail of the walls, which are aligned to the geometrical axis of the cisterns, taking on the axis and developing wholly at the foot of present-day via Roma. An appendix shaped like a big quadrangle is the
Frigento_permanenze: tracciati e vuoti urbani /
Frigento_continuities: urban layout and voids.
Agostiniello, che dava accesso alla via San Pietro. In entrambe le ricostruzioni sono due le aree all’interno della città storica in cui le tracce archeologiche coincidono con segni ancora presenti, confermando un forte carattere di permanenza: la piazza della cattedrale, con le aree a essa limitrofe, e il comparto di San Pietro, che comprende le due schiere prospicienti la via San Pietro.
Sembra a questo punto particolarmente rilevante ai fini della ricerca METRICS, restringere il campo dello studio a queste due aree, nodali nella costruzione della forma urbis di Frigento.
Limiti
Via san Marciano Via San Rocco Decumano Cardini
La struttura dei vuoti urbani Piazza Umberto I
Piazza Duomo Piazza Mercato Piazza Capobianco
104 Frigento Romana_ipotesi di mappa 105
compendiando le diverse fonti, sovrapposta alla configurazione attuale / Roman Frigento_
test map combining different sources, superimposed on present-day urban layout.
La piazza della Cattedrale e il Palazzo Testa-Pelosi
La lettura dell’evoluzione urbana di Frigento vede quindi la fondazione vera e propria in epoca sannitica e la successiva conquista romana, che ha coinciso con una riconfigurazione e un consolidamento del tessuto insediativo sulla base di un tracciato ortogonale, la cui giacitura è oggi determinabile grazie alle cisterne e uno sviluppo verso valle in epoca medioevale. È la città medioevale che troverà il suo centro nella Cattedrale, quando Frigento, diventata sede vescovile, avrà necessità di un grande edificio per il culto che strutturerà il suo intorno. La cattedrale nasce per rifusione e, sia per mole che per collocazione, assume il ruolo di centro massivo dell’intero impianto urbano, portando con sé i due vuoti più importanti: l’antico largo della Cattedrale, che nel catasto provvisorio del 1816 è definito come “dietro la Cattedrale”, e l’attuale piazza della Cattedrale con il secondo accesso che, grazie alla forma della piazza e alla confluenza in essa del percorso principale in forte pendenza, e alla presenza del campanile, consideriamo a tutti gli effetti l’accesso principale. È proprio la forma di questa piazza, oltre ai ritrovamenti di tratti di mura antiche della città, che ci rende chiara e convincente l’ipotesi di un primo insediamento limitato al suo lato ovest. La strada in sostenuta salita ha una dimensione dilatata a convergere in uno spazio aperto che si apre come un cono ottico a inquadrare