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d’industria litica sul territorio di Gesualdo2 attestano l’importanza del crinale frigentino.

Al Neolitico Antico3 risalgono i primi insediamenti stabili della regione il cui primo

fattore attrattivo risiedeva nella possibilità di sfruttamento di un suolo reso fertile anche dalla presenza di numerosi corsi d’acqua - l’Ufita, il Calore e l’Ofanto sono i maggiori – e le rispettive valli fluviali. Un territorio innervato dai percorsi naturali – i crinali in primis e i controcrinali poi - si prestava bene a essere strutturato in funzione della formazione di una rete di vie di comunicazione che sin da tempi antichissimi ha così favorito gli insediamenti e le loro forme di sostentamento: raccolta e caccia prima, allevamento e agricoltura in una fase successiva. Di qui le primissime forme di “architettura”, a ulteriore conferma della presenza di gruppi abitativi relativamente estesi.

La prima fase di un’antropizzazione stabilizzata e poi progressivamente consolidata si fa risalire all’azione sul territorio dei sanniti4 che, dopo aver insediato la Valle di

Benevento, si stabilirono poi anche sia lungo il crinale frigentino che nella sottostante valle dell’Ufita. A testimoniare la presenza della civiltà sannita sono i reperti

archeologici rivenuti nell’area, ma anche la ricostruzione della maglia insediativa dell’arces. È interessante notare come già in questa fase il promontorio di Frigento presentasse come praticabili numerosi accessi e più di un collegamento col fondovalle, e che grande parte di questi percorsi insistevano sulla linea dei crinali e controcrinali, creando una rete di percorsi complessa, ma sostanzialmente già strutturata

gerarchicamente. A questa prima fase di antropizzazione del territorio tesa dunque a strutturare una rete di collegamenti, seguirà una seconda fase nella quale è attestata la nascita di alcuni grandi insediamenti a valle. Il nuovo tessuto territoriale, costituito dai più antichi arces, dalle nuove cittadine a valle e dalla fitta rete di collegamenti, risulta organizzato intorno a dei poli sacri, il principale dei quali è sito proprio sul crinale frigentino e si colloca nell’area riferita alla località denominata oggi Rocca San Felice, dedicato all’antica divinità delle acque Mefite, una importante e strategica «cerniera territoriale, punto di incontro di irraggiamenti commerciali e culturali tra il versante ionico e quello tirrenico, tra Cuma e le città dello Ionio»5.

Intorno al IV secolo il territorio irpino registrò una successiva fase di sviluppo antropico per effetto della penetrazione romana in Campania. Molto si è discusso in passato circa l’ipotesi di un antico centro romano a Frigento, tesi sostenuta sin dal XIX secolo da molti storici sulla base di risultanze archeologiche e, in particolare, del ritrovamento di numerose epigrafi romane. Va inoltre considerato che proprio a Frigento sono state scoperte strutture riconosciute come antiche cisterne risalenti proprio al periodo romano, testimonianze repertate e accuratamente studiate in una campagna di scavo condotta dalla Sovrintendenza delle antichità della Campania nel 1958. I risultati di quella indagine, che mise a sistema diversi ritrovamenti archeologici del territorio frigentino, permisero di giungere a una datazione delle cisterne e in particolare di rintracciare la “paternità” nell’iniziativa edilizia che ne fu all’origine e che va scritta all’iniziativa, che risale al I sec a.C di un personaggio cui molto deve l’architettura campana di età repubblicana, ovvero C. Quinzio Valgo6, come si apprende dall’epigrafe

ritrovata in un pilastro della Chiesa di Santa Maria Assunta, a Frigento. Altre indagini

first motive cause in the frigentino settlement. If the entire interior of the Campania region has always represented, since the Lower Paleolithic1, a territorial settlement that

offered reasons of great interest for groups determined to establish itself in a permanent manner, the archaeological finds of lithic industry in the territory of Gesualdo2 attest

to the importance of the frigentino ridge. The first stable settlements of the region date back to the Early Neolithic3,

the first of which was the main factor in the possibility of exploiting a soil made fertile even by the presence of numerous watercourses – the Ufita, the Calore and the Ofanto are the major – and the respective river valleys. A territory innervated by the natural paths – the ridges first and the controcrines then – lent itself well to being structured in function of the formation of a network of communication ways that since ancient times has thus favored the settlements and their forms of livelihood: collection and hunting first, breeding and farming at a later stage. Hence the earliest forms of “architecture”, further confirming the presence of relatively extensive abortion groups. The first phase of a stabilized and then gradually consolidated anthropization goes back to the action on the territory of the Samnites4 which, after having

set up the Benevento Valley, then settled also along the Frigentino ridge and in the underlying valley of the ‘Ufita. To testify the presence of the Samnite civilization are the archaeological finds found in the area, but also the reconstruction of the arces settlement vest. In this historical phase the promontory of Frigento already presented numerous accesses and more than a connection with the valley floor. a large part of these routes insisted on the ridge and controcrinal line, creating a complex route network, but essentially already structured hierarchically. This first phase of anthropization of the territory, aimed at structuring a network of connections, will follow a second phase in which the birth of some large settlements downstream is attested. The new territorial fabric, made up of the oldest arces, from the new towns downstream and from the dense network of connections, is organized around sacred poles. The main of these is located on the frigentino ridge, in the area referred to the Rocca San Felice site. This, dedicated to the ancient divinity of the waters Mefite, is an important and strategic «territorial hinge, meeting point of commercial and cultural irradiation between the Ionic and the Tyrrhenian side, between Cuma and the cities of the Ionian»5. Around the IV century, the

Irpinia territory recorded a subsequent phase of anthropic development due to the Roman entry into Campania. The hypothesis of an ancient Roman center in Frigento has long been discussed, on the basis of archaeological findings and, in particular, of the discovery of numerous Roman epigraphs, since the nineteenth century. In Frigento has been discovered structures recognized as ancient cisterns dating back to the Roman period, evidences repertated and carefully studied in an excavation campaign conducted by the Superintendency of the Antiquities of Campania in

270 furono avviate a seguito del terremoto dell’Irpinia e della Basilicata del 1980, che 271

furono occasione di ritrovamenti di nuovi reperti archeologici, come un condotto con copertura di bipedali a doppio spiovente e un piccolo complesso termale. L’ultima campagna di ricerca, nel 1991, ha avuto come specifico oggetto di studio le chiese di Santa Maria Assunta e di San Pietro7, e fecero emergere «una sepoltura assegnabile

al IV-II secolo a.C., un canale e alcuni muri databili tra l’età tiberiana e il III secolo d.C., nonché strutture di probabile età tardoantica»8. In epoca romana, in ogni caso,

la struttura insediativa non fece registrare sostanziali modifiche e, del resto, è stato giustamente sottolineato che «il riuso degli insediamenti e degli abitati sanniti era per il conquistatore romano la forma più esplicita di presa di possesso del territorio»9.

Infatti, se nella zona tra l’Ufita e Frigento sono emersi dagli scavi archeologici del secolo scorso reperti di grande interesse – quali monete, ceramiche e resti di antiche ville – sul versante opposto, verso Mefite10, sono stati rinvenuti resti di un’antica

villa affrescata, che è possibile datare al I sec. d. C.11. I coloni romani12 insediatisi

nella zona non si mostrarono comunque interessati all’edificazione di nuovi centri urbani, preferendo concentrarsi piuttosto sulla centurazione dell’ager, di cui sono testimonianza i tre cippi graccani rinvenuti a Frigento e la stessa rete viaria. Per la loro principale attività sostentativa si avvalsero degli andamenti del terreno e ancora crinali e costoni sono al centro dello sviluppo urbano. È interessante notare che la Via Appia, nel tratto costruito in questo periodo che collega Capua a Venosa, seguiva vie naturali e in parte ha insisitito proprio sul crinale frigentino13, a differenza del precedente tratto

edificato tre secoli prima tra Roma e Capua. Molti storici sostengono la tesi per cui avesse sede proprio a Frigento un Municipium romano il cui territorio occupava la zona all’incirca tra Rocca San Felice e Frigento.

Dopo il dominio romano fu la volta dei Longobardi, che si insinuarono al sud con incursioni continue di piccoli gruppi, e che stabilirono il centro principale a Benevento, che divenne sede del Ducato (570). È del periodo longobardo il più antico documento rinvenuto ove appare il nome di Frigento, come Frequentum, con ogni probabilità in relazione alla “spartizione” tra Radelchi e Sicononolfo di beni e possedimenti nel territorio. I Longobardi agirono sul territorio recuperando la struttura sannita e migliorando l’assetto della struttura viaria attraverso la costruzione di nuove strade di crinale. Nuovamente tornano in questa fase in auge le arces, ideali per la loro posizione di difesa, mentre i fondovalle vengono pressoché abbandonati, e i pascoli e i terreni agricoli verranno collegati da nuovi percorsi ai promontori fortificati. Tra questi, per l’appunto Frigento, mentre nella zona si avviava la realizzazione di torri di vedetta14 e

di numerosi castelli.

Le manovre difensive della politica longobarda erano mosse, come è noto, dalla minaccia incombente di possibili invasioni bizantine sul versante della Puglia. A ogni modo, come afferma a tal proposito la Mauriello «che la viabilità fosse lo schema di lettura del territorio è testimoniato, come spiegato all’inizio, dalla Tabula di Peutinger o dall’Itinerarum Antonini, in cui i percorsi sono associati ai nuclei abitativi»15.

Con la caduta romana e contestuale progressivo accrescimento del potere della Chiesa

1958. The results of that investigation, which included the various archaeological findings of the territory of Frigento, allowed to reach a dating of the cisterns and in particular to trace the “paternity” in the original building initiative. This one dates back to the first century BC of a character who owes much to the bell architecture of the Republican age. Other investigations were started following the earthquake of Irpinia and Basilicata in 1980, which were the occasion to find new archaeological finds, such as a conduit with double-sloped bipedals and a small thermal complex. The last research campaign, in 1991, had as its object the study of the churches of Santa Maria Assunta and San Pietro6,

and brought out “a burial assignable to the IV-II century BC, a canal and some walls dating from the the Tiberian age and the III century AD, as well as structures of probable late antiquity age”7. In Roman times the settlement

structure did not make substantial changes and, moreover, it was rightly pointed out that “the re-use of the Samnite settlements and settlements was for the Roman conqueror the most explicit form of taking possession of the territory»8.

In the area between the Ufita and Frigento emerged from the archaeological excavations of the last century, finds of great interest – such as coins, pottery and remains of ancient villas – while on the opposite side, towards Mefite9,

remains of an ancient frescoed villa were found, which can be dated to the first century. d. C.10. The Roman settlers

who settled in the area were not interested in building new urban centers, preferring instead to concentrate on the centurization of the ager, witnessed by the three Graccani stones found in Frigento and the same road network. Due to their main activity, land developments were used and still ridges and ridges are at the center of urban development. The Appian way, in the stretch built in this period that connects Capua to Venosa, followed natural routes and partly insisitito right on the ridge frigentino11, unlike the

previous stretch built three centuries earlier between Rome and Capua. Many historians support the thesis that a Roman Municipium had its headquarters in Frigento, whose territory occupied the area around Rocca San Felice and Frigento.

After the Roman domination it was the turn of the Longobards, who insinuated themselves to the south with continuous incursions of small groups, and who established the main center at Benevento, which became the seat of the Duchy (570). It is from the Longobard period the oldest document found where the name of Frigento appears, as Frequentum, with all probability in relation to the “partition” between Radelchi and Sicono-nolfo of properties and possessions in the territory. The Lombards acted on the territory recovering the Samnite structure and improving the structure of the road structure through the construction of new ridge roads. Ideal for their defensive position, the arces are back in vogue in that stage, while the valley bottoms are almost abandoned, and the pastures and farmland will be connected by new routes to the fortified headlands, among thes Frigento. During thes

aveva la struttura e l’organizzazione del territorio vengono sempre di più riferite, se non piegate, agli interessi delle diocesi e alle accorte strategie politiche dei vescovi. Non è per un caso che Frigento in quest’epoca, ovvero quando il crinale frigentino «assume ruolo di demarcazione nella divisione tra i principati longobardi»16, era una importante

sede vescovile. Testimonianze della floridità economica e di un peso politico di un certo rilievo sono i programmi di ampliamento o trasformazione di preesistenti fabbriche religiose che vengono messi in attuazione a Frigento, dove per esempio gli scavi e le indagini condotte a Santa Maria Assunta hanno evidenziato la presenza di un primo impianto paleocristiano, sul quale poggia la chiesa, successivamente rimaneggiato, tra l’VIII e IX secolo.

Dopo la caduta dei longobardi e l’entrata in scena dei normanni Frigento assurge al rango di importante centro strategico, specialmente in virtù di una posizione che ben asserviva la politica difensiva normanna, che ne fece costruttori di importanti strutture a carattere prevalentemente difensivo, di cui sono testimonianza la rete di torri, di castelli e di fortificazioni presenti nella regione. Quello della vicinissima Gesualdo fu costruito sotto i normanni: a riguardo molti studiosi sostengono la tesi secondo la quale in epoca normanna Frigento e Gesualdo fossero legati, l’uno sede del potere temporale e l’altro del potere feudale. Nel basso Medioevo e nel XV secolo, quando il territorio campano è ripetutamente soggetto a epidemie e pestilenze, l’entroterra irpino fa registrare una trasformazione territoriale estremamente significativa: i promontori perdono progressivamente importanza a favore dello sviluppo degli insediamenti a valle mentre, contestualmente, si sviluppano le vie di comunicazione. Nel 1480 Frigento è possesso dei Gesualdo, dove nel 1594 il principe Carlo Gesualdo, alchimista e importantissimo compositore rinascimentale, noto per i madrigali, torna da Ferrara e fa restaurare il castello17. Solo nel corso del XVIII secolo Frigento riconquisterà la sua

autonomia. Colpita da terribili pestilenze e da due forti terremoti, Frigento verrà, in maniera molto incidente, ricostruita, e l’attuale faces è data dagli interventi urbani e architettonici di quest’epoca.

1. A tal proposito si consulti: Fedele F., Giaccio B., Isaia R. (2009), Pedo-tephrostratigraphic context of Palaeo-

Mesolithic occurrences at Frigento, Hirpinia (Campanian Apennine), in Méditerranée. Revue géographique des pays méditerranées, pp. 109-117; Miletti C. (1937), L’Irpinia preistorica, Pergola, Avellino.

2. Piccolo comune dell’avellinese, posto a pochissimi chilometri da Frigento, i cui sviluppi storici sono paralleli e per alcuni versi complementari: dal Medioevo si stabilizzano quelle dinamiche che vedranno, da un lato, l’accrescimento di Frigento grazie alla sede vescovile, e dall’altro quello di Gesualdo, centro feudale e di potere sino al XVII secolo.

3. Albore Livadie C., Gangemi G. (1987), Nuovi dati sul Neolitico in Campania, in Atti della 26° Riunione Scientifica

dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Istituto Italiano di preistoria e protostoria, Firenze, pp. 287-299.

period, in the area, the construction of lookout towers12 and

numerous castles was started. The defensive maneuvers of the Longobard policy were driven by the threat of incombenebts of possible Byzantine invasions on the Puglia side. As Mauriello states in this regard: «che la viabilità fosse lo schema di lettura del territorio è testimoniato, come spiegato all’inizio, dalla Tabula di Peutinger o dall’

Itinerarum Antonini, in cui i percorsi sono associati ai nucli

abitativi»13.

With the Roman fall and the progressive progressive growth of the power of the Church, the structure and organization of the territory are more and more referred, if not bent, to the interests of the dioceses and to the wise political strategies of the bishops. It is no coincidence that Frigento in this period, when the frigentino ridge “assumes the role of demarcation in the division between the main Lombards”14,

it was an important episcopal seat. The programs for the expansion or transformation of pre-existing religious factories in implementation of Frigento show the economic flourishing and of a certain political importance. Hence, for example, the excavations and surveys conducted in Santa Maria Assunta highlighted the presence of a first early Christian plant, on which rests the church, later reorganized, between the eighth and ninth centuries.

After the fall of the Lombards and the entry into the scene of the Normans, Frigento rises to the rank of an important strategic center, especially by virtue of a position that enshrined the Norman defensive policy, which made it builders of important structures of a predominantly defensive nature. The network of towers, castles and fortifications in the region testifies. That of the nearby Gesualdo was built under the Normans: many reserchers believe that the thesis according to which in the Norman period Frigento and Gesualdo were linked, the one seat of temporal power and the other of feudal power. In the late Middle Ages and in the fifteenth century, when the territory of Campania is repeatedly subject to epidemics and pestilence, the Irpinian hinterland shows an extremely significant territorial transformation: the promontories gradually lose importance in favor of the development of the settlements downstream while, at the same time, the communication ways are developed. In 1480 Frigento is possession of the of the Gesualdo family, princes of the homonymous town15.

During the eighteenth century Frigento reconquered its autonomy. Struck by terrible plagues and two strong earthquakes, Frigento will be, in a very incident, rebuilt, and the current faces are given by urban and architectural interventions of this era.

1. About this topic: Fedele F., Giaccio B., Isaia R. (2009), Pedo-

tephrostratigraphic context of Palaeo-Mesolithic occurrences at Frigento, Hirpinia (Campanian Apennine), in Méditerranée. Revue géographique des pays méditerranées, 112, pp.109-

117; Miletti C. (1937), L’Irpinia preistorica, Pergola, Avellino. 2. A small town in the province of Avellino, located a few

272 4. Johannowsky W. (2000), L’Irpinia, in Studi sull’Italia dei Sanniti, Roma, pp. 26-32; Von Falkenhausen V. (1992), 273 La Campania tra Goti e Bizantini, in Pugliese Carratelli G., Il Medioevo. Storia e civiltà della Campania, Electa

Napoli, Napoli, pp. 7-36.

5. Gangermi G. (1987), Osservazioni sulla rete viaria antica in Irpinia, in «L’Irpinia nella società meridionale», vol.1, pp. 65-79.

6. Tribuno della Plebe, fece costruire nel 63 a.C. le mura di Aeclanum, mentre a Pompei finanziò la costruzione dei teatri e di quello che ogni probabilità è stato primo anfiteatro in muratura di età repubblicana.

7. Per un approfondimento sui monumenti si consulti: Casiello S. (1974), Alta Irpinia, Monumenti e ambienti, Arte Tipografica, Napoli.

8. Ebanista C. (2009), Dati preliminari sul territorio di Frigento fra tarda antichità e alto Medioevo, in La Campania

tra tarda antichità e alto Medioevo, Tavolario editore, Cimitile, p.107.

9. Mauriello L. (2005), Territorio e analisi morfologica. Frigento: prospettive di ricerca e proiezioni di intervento, Tipolitoelle, Frigento, p.57. Si consulti anche: Johannowsky W. (1987), Note di archeologia e topografia dell’irpinia

antica, in L’Irpinia nella società meridionale, edizioni del Centro Dorso, Avellino.

10. Mele A. (2008), Il culto della dea Mefite e la valle d’Ansanto: ricerche su un giacimento archeologico e culturale

dei Samnites Hirpini, Sellino, Avelino; Gambino N. (1965), Da Mefite a Santa Felicita: itinerario storico attraverso