• Non ci sono risultati.

I.5 Le altre raccolte di enigm

I.5.2 Aenigmata Aldhelm

Aldelmo è stato definito negli studi “the first English man of letters”.56 Originario del

Wessex, di nobili origini, Aldelmo studiò nella prestigiosa scuola di Adriano e Teodoro a Canterbury, per poi tornare nel Wessex dove divenne monaco a Malmesbury. Fu abate di Malmesbury nel 675, poi vescovo di Sherborne (Salisbury in seguito) nel 705. Morì settantenne intorno al 709. La sua raccolta di enigmi, pervenutaci in almeno in una trentina di manoscritti, resta probabilmente la più famosa e diffusa raccolta latina dopo quella di Simposio: si trova nel trattato De metris et enigmatibus ac pedum regulis, anche noto come Epistula ad Acircium,57 un trattato di metrica e prosodia dedicato al re di Northumbia, Aelfrido,58 scritto probabilmente intorno al 686, appena dopo che Aelfrido fu salito al trono.L’opera, costruita in forma di dialogo tra maestro e discepolo, mostra la fine conoscenza che Aldelmo possiede degli autori cristiani e classici, anche quelli meno noti all’epoca. All’interno del trattato, in una digressione sul genere degli aenigmata, dove Aldelmo cita espressamente il poeta Simposio (vd. supra) come iniziatore del genere, si collocano cento indovinelli in esametri, di lunghezza variabile dai quattro ai sedici versi, facendo eccezione per l’ultimo componimento, De creatura, che ne conta ben ottantré. L’intento di Aldelmo, nello scrivere enigmi, è, come da lui stesso dichiarato nel prologo dell’opera, quello di illustrare i fondamenti della metrica e della versificazione latina. L’opera di Aldelmo, oltre che per i componimenti in sé, si dimostra interessante per la riflessione che l’autore stesso propone sull’enigma, definito come enigma clanculum et latens propositio. Il poeta si rivolge anche al lettore d’indovinelli avvisandolo del fatto che si sta addentrando in una silva:

(...)in tam densa totius latinitatis silva et nemorosis sillabarum saltibus, ubi de singulis verborum radicibus multiplices regularum ramuscolos pullulasse antiqua veterum traditio

56 Cfr. Lapidge, Rosier, 1985.

57 Prima dell’edizione Glorie 1968, ricordo Ehwald 1919.

58 Il nome Acircius si spiega come un gioco di parole per aquilonalis (“originario del nord”, cioè della “Northumbria”), perché a circio sta per ab aquilone.

declarat, rudibus non facile negotium deprehenditur et praesertim metricae artis disciplina carentibus.59

L’idea di fondo è dunque quella che non si possa accedere alla lettura, nonché alla decifrazione, degli enigmi, senza una solida cultura di base, cosa che Aldelmo denota di possedere ampiamente (senza mai accennarvi direttamente, fermo restando il topos medievale della modestia). Altrimenti, la scrittura enigmatica resterà unicamente chaos et obscuritas.60 Non ultimo, si evince come per Aldelmo l’enigma rappresenti non solo

un esercizio di logica e immaginazione, ma soprattutto di metrica, che egli vuol dimostrare di saper padroneggiare perfettamente.

L’abilità poetica e versificatoria di Aldelmo è d’altronde sottolineata anche nell’Historia Ecclesiastica di Beda il Venerabile, che lo definisce doctissimus:

Scripsit et de virginitate librum eximium quem in exemplum Sedulii geminato opere et versibus exametris et prosa conposuit. Scripsit et alia nonnulla utpotevir undecumque doctissimus; nam et sermone nitidus et scripturarum ut dixi tam liberalium quam ecclesisticarum erat eruditione mirandus.61

Se il debito di Aldelmo nei confronti di Simposio, da lui stesso ricordato nella praefatio, come si è visto, è evidente nel numero dei componimenti e in molte delle tematiche, il vescovo di Salisbury se ne discosta soprattutto per quanto riguarda la presenza di argomenti dichiaratamente cristiani (cfr., ad esempio, l’enigma 55,

59 “Nella foresta così fitta di tutta la latinità, e nei boschi frondosi delle sillabe, dove la tradizione antica dei nostri avi dichiara che sulle singole radici delle parole spuntassero moltissimi rametti di regole, non s’intraprende un’operazione facile da parte dei non avvezzi, e specialmente carenti nella disciplina dell’arte metrica”. Ibidem, p. 373.

60 Per un’analisi del concetto di obscuritas negli enigmi di Aldelmo cfr. Cosme, 2012, pp. 250- 263.

61 “Egli ha scritto anche un notevole libro sulla verginità, che ha composto, sull’esempio dell’opera doppia di Sedulio, in esametri e in prosa. Ha scritto anche diverse altre opere, in quanto uomo sapientissimo su tutti i fronti; e infatti brillava per lo stile, ed era da ammirare per la sua erudizione tanto nei testi profani, come ho detto, quanto in quelli religiosi”, Beda, Historia Ecclesiastica gentis Anglorum, V, 18, Lapidge 2008.

Crismal), nonché per la sua tendenza a descrivere l’oggetto enigmatico in maniera che esso sia facilmente riconoscibile, dal punto di vista prettamente retorico: l’abilità di Aldelmo si manifesta nella sua capacità di trasformare l’enigma “da gioco di riconoscimento, da sfida alla soluzione della metafora,(…)in sistema definitorio, capace di collegare ad un lemma una serie di caratteristiche utili alla sua più completa conoscenza funzionale”. 62 Aldelmo mostra di padroneggiare anche la tecnica dell’acrostico, inserendo nei 36 versi della prefazione la sua σφραγίς, Aldhelmus cecinit millenis versibus odas. Interessante è inoltre, sempre nella prefazione, l’invocazione al Dio cristiano, con un rifiuto verso le Muse pagane e Apollo: il sapere profano, di cui tratta il suo corpus di indovinelli, non può che essere “un’esercitazione preliminare”63 per (carmina) potiora,64 cioè che riguardino argomenti religiosi.

Gli indovinelli della raccolta, oltre ai temi cristiani di cui sopra, trattano variamente di oggetti d’uso e del lavoro umano (mola, muriceps, pugio…), elementi celesti (sol et luna, nox…), materiale scrittorio (penna, elementum…); numerosissimi gli enigmi sugli animali, più o meno comuni e anche della tradizione mitica (cfr. ad es. 28, Minotaurus): ciò testimonia la vasta cultura enciclopedica di Aldelmo, che mostra di avere familiarità con le Etymologiae di Isidoro di Siviglia (cfr. ad es. 18, Myrmicoleon, che presuppone Isidoro, Etym. XII, 3,10), con la Naturalis Historia di Plinio (cfr. ad esempio 88, Basiliscus, dove è chiara la conoscenza di Plin., Nat. Hist. XXVIII, 149 e VIII, 118), con gli autori classici (cfr. ad es. 28, Minotaurus, che riprende la descrizione del mostro data da Virgilio in Aen. VI, 25…prolesque biformis).65

La relazione tra gli Aenigmata Tullii e quelli aldelmiani, cui abbiamo in precedenza accennato, è estremamente interessante, dal momento che, molto più frequentemente che con le altre raccolte (eccetto quella di Simposio che rappresenta il modello indiscutibile delle successive), essi mostrano una contiguità di motivi. Almeno una decina di enigmi trattano degli stessi soggetti, e se in certi casi il confronto si estende

62 Polara 1993, p. 209. 63 Ibidem, p. 210.

64 Aldelmo, Praefatio, 25-29.

65 Sugli enigmi Aldelmo si segnalano Cosme 2012; Orchard 1994; J.H. Pitman,1925, Sister M.

Charlotte 1947; Stork 1990; Bitterli 2009; Milovanic-Barham 1993. Recentemente Juster (2015) ha curato una traduzione e commento degli enigmi di Aldelmo.

anche alle altre raccolte, altri casi sono unici nel panorama enigmistico del tempo (è il caso, ad esempio, degli enigmi sul baco da seta). Non avendo certezze circa la datazione degli Aenigmata Tullii, è difficile stabilire se questi ultimi siano precedenti all’opera di Aldelmo o viceversa. La critica si è a volte spesa per attribuire agli Aenigmata Tullii la datazione più antica, forse per l’assenza di evidenti accenni cristiani e moraleggianti che invece sembrano spesso accomunare Aldelmo e i suoi epigoni Tatuino, Eusebio e Bonifacio, mentre l’interesse sempre piuttosto naturalistico degli Aenigmata Tulli potrebbe renderli più vicini al modello simposiano. Il Manitius, che, ricordiamo, assegna gli Aenigmata Tullii al VII sec., afferma che Aldelmo avrebbe tratto ispirazione, per i suoi enigmi, proprio da questa raccolta.66 Č. Milovanović-Barham67 sembra concordare con quest’ipotesi, attribuendo all’autore degli Aenigmata Tullii la datazione più antica. La studiosa anzi rileva come, a differenza di Simposio, Aldelmo faccia largo uso di un “lessico di maternità”,68 dove un rilevante elemento strutturale nella costruzione dell’indovinello consiste nella narrazione, in prima persona, delle orgini e della provenienza della res loquens, spesso in termini di metafore gestatorie: per cui l’oggetto parlante narra dei suoi “padri” e “madri”, dei suoi “figli”, e così via. Proprio questo modo poetico, che in Simposio è meno ricorrente (una dozzina su cento gli enigmi che presentano questa “ossessione generativa”) e costituisce invece il Leitmotiv della raccolta degli Aenigmata Tullii, consente alla studiosa di ritenere che non solo Aldelmo sia influenzato dagli Aenigmata Tullii, ma anche dalla tradizione bizantina (cui ha dedicato diversi studi) che presenta spesso questo motivo, ipotizzando una convergenza della poesia enigmistica anglo-latina e bizantina su temi e strutture derivate da una comune tradizione greco-romana più antica, cui, da un certo punto in poi, si sarebbero inseriti tematiche cristiane.69

Tupper non manca di notare come la connessione tra la raccolta aldelmiana e quella degli Aenigmata Tullii sia molto stretta e rappresenti un segno certo che questi ultimi

66 Cfr. Manitius 1911, p. 193.

67 Cfr. Milovanović-Barham 1993, p. 55.

68 Per approfondire questo concetto si veda infra. 69 Cfr. Milovanović-Barham 1993, p. 55 ss.

appartengono al medesimo circolo intellettuale degli enigmi anglo-latini, anche se non vi è nessuna prova inconfutabile che gli Aenigmata Tullii siano di orgine insulare.70

Michael Lapidge, che ha curato con James Rosier due monografie su Aldelmo, una dedicata ai suoi lavori in prosa, un’altra a quelli poetici, considera gli Aenigmata un lavoro giovanile di Aldelmo, forse addirittura il primo, dove l’autore si ispira direttamente a Simposio.71 Lo studioso, nel trattare dell’importanza di questa raccolta per il genere dell’enigmistica scolastica, enumera i vari imitatori dell’arte aldelmiana quali Tatuino, Eusebio, Bonifacio, l’autore (o gli autori) della raccolta del cosiddetto Exeter Book, e così via: menziona solo di sfuggita gli Aenigmata Tullii, che considera comunque opera di un imitatore di Aldelmo.72 Mercedes Salvador-Bello, in un suo recente lavoro sulle connessioni tra enigmistica anglo-latina e le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, illustrando le caratteristiche delle varie collezioni di enigmi, parrebbe collocare cronologicamente la redazione gli Aenigmata Tullii immediatamente dopo quelli di Simposio e prima di quelli di Aldelmo, ma la presa di posizione non è esplicita.73 In realtà, come si è detto, considerando che il codice più antico contenente gli Aenigmata Tullii risale all’VIII sec., e che la raccolta di Aldelmo si data invece all’incirca al 686, se non prima, non ci sono particolari motivi per non ipotizzare che gli Aenigmata Tullii siano invece successivi a quelli di Aldelmo, e anzi da esso traggano ispirazione. Una presa di posizione è in effetti problematica. Considerando la notorietà della figura di Aldelmo e delle sue opere, che figurano nei curricula scolastici ben oltre la sua morte, potrebbe essere plausibile che un imitatore, o degli imitatori (magari all’interno della scuola, vd. infra) abbiano usato i suoi enigmi per creare una nuova raccolta, anch’essa poi largamente conosciuta, a quanto pare. D’altro canto, se gli Aenigmata rappresentano un lavoro giovanile di Aldelmo, addirittura forse il primo, secondo alcuni studiosi (vd. supra), è altrettanto ragionevole ipotizzare che egli, giovane e inesperto, abbia utilizzato dei materiali con cui era venuto in contatto, magari proprio durante gli anni di studio a Canterbury. In effetti, anche se non si sa per quanto

70 Cfr. Tupper 1910, xlvii.

71 Cfr. Lapidge, Rosier 1985, p. 61. 72 Ibidem, p. 3.

tempo, Aldelmo fu allievo di Teodoro, nato e formatosi a Bisanzio, da cui Aldelmo apprese un po’ di greco, e che avrebbe potuto trasmettergli la passione per l’arte enigmistica che tanto era diffusa nella letteratura bizantina.74D’altro canto, anche gli Aenigmata Tullii vantano una notevole diffusione, nonostante l’assenza di un autore definito. Il confronto testuale tra Aenigmata Aldelmi e Tullii, come si vedrà più avanti, non si è purtroppo dimostrato risolutivo: un punto interessante è rappresentato dall’enigma sul baco da seta che le collezioni condividono (negli Aenigmata Tullii si hanno due variazioni sul tema), e che non compare in altre raccolte.75 Tutti e tre gli enigmi, sia in Aldelmo che negli Aenigmata Tullii, riportano informazioni piuttosto tecniche e precise ma diverse, che sembrano testimoniare una diretta osservazione del fenomeno da entrambe le parti. Dal momento che, come si vedrà più avanti, vi è una notevole incertezza su dove e quando si sia diffuso l’allevamento del baco da seta in Europa, non mi è stato possibile, sulla base di questi elementi, stabilire se venga prima l’uno o l’altro.

74 Cfr. in merito Lapidge 1986 e 1988. 75 Cfr. infra, p. 212