• Non ci sono risultati.

Agricoltura

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 109-117)

2.4.1. Quadro regionale

Agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2009 hanno concorso alla formazione del reddito regionale con oltre 3.092 milioni di euro, equivalenti al 2,9 per cento del totale, rispetto al contributo dell’1,6 per cento fornito dall’agricoltura nazionale. Alla fine del 2010, le imprese attive nell’agricoltura e silvicoltura erano più di 68.900, il 16,1 per cento del totale, mentre l’occupazione ha sfiorato i 76 mila addetti, nella media dell’anno, pari al 3,9 per cento del totale. Le vendite all’estero di prodotti dell’agricoltura sono ammontate a oltre 814 milioni di euro, pari all’1,9 per cento del totale delle esportazioni regionali.

Il meteo

I primi tre mesi del 2011 sono stati caratterizzati da abbondanti precipitazioni. Al contrario, il bimestre aprile-maggio ne è risultato povero e ha avuto temperature oltre la norma, soprattutto nei primi giorni di aprile. Il ciclo delle precipitazioni si è ristabilito in giugno, specie nella parte occidentale della regione, mentre luglio, dopo una fase piuttosto calda tra il 6 e il 13, ha riservato nella seconda metà del mese temperature spesso sotto la norma, con precipitazioni associate a temporali dovuti ad afflussi di aria fredda e instabile. Agosto è risultato pressoché privo di precipitazioni nelle zone pianeggianti, con temperature ben oltre le medie del periodo nella seconda parte del mese (sono stati toccati i 40 gradi). A inizio settembre la morsa del caldo si è un po’ allentata, mentre sono tornate le piogge, accompagnate anche da eventi rovinosi. Poi le temperature sono salite fino a registrare 7-8 gradi in più rispetto alla media del periodo, per tornare a livelli normali nella terza decade. Nella terza decade di ottobre è terminata la lunga siccità iniziata in agosto ma le piogge del mese sono restate ancora inferiori alla norma in gran parte della regione. Le temperature massime sono state ancora estive nella prima settimana poi si è avuta una decisa diminuzione delle temperature con valori inferiori alla norma nella seconda metà del mese.

La produzione lorda vendibile

Secondo le prime valutazioni di novembre fornite dall’Assessorato agricoltura della Regione, la produzione lorda vendibile del settore agricolo dell’Emilia-Romagna nel 2011 dovrebbe aumentare di quasi il 3 per cento. Si tratta del secondo anno di ripresa dopo due anni negativi. L’entità complessiva del valore delle produzioni dovrebbe giungere oltre la soglia dei 4.300 milioni di euro. In particolare si segnalano in positivo il dato rilevante dei cereali, che hanno registrato un aumento dei ricavi di quasi il 14 per cento, ma soprattutto l’incremento di quasi il 12 per cento per l’ampio complesso della zootecnia.

Questo dato, sottolinea però la Regione, richiede due precisazioni. La prima è che potrebbe subire variazioni, in quanto in buona parte condizionato dalla stima sul prezzo del latte da Parmigiano-Reggiano.

Si tratta di un valore che verrà definito soltanto a fine 2012, ad avvenuta commercializzazione di gran parte del formaggio prodotto nel 2011. In questo momento, inoltre, l’aumento della produzione di Parmigiano-Reggiano e la crescita delle relative scorte pongono seri interrogativi sui futuri andamenti di mercato e quindi ampliano ancor più il grado di incertezza concernente il possibile prezzo di liquidazione del latte trasformato nel 2011. La seconda precisazione fa riferimento all’andamento della redditività per il settore delle carni, limitata dai crescenti livelli dei costi per l’acquisto dei mangimi, che costituisce la principale voce di costo degli allevamenti.

In negativo si segnala la sensibile riduzione, di oltre il 20 per cento, del valore della produzione delle coltivazioni arboree, a causa di un andamento delle quotazioni medie su base annua assolutamente negativo. Un andamento di mercato analogo ha reso pesante il risultato anche per il complesso di patate e ortaggi, con una flessione superiore all’11 per cento.

Le esportazioni

Le esportazioni di prodotti agricoli, animali e della caccia della prima metà del 2011 hanno mostrato una tendenza positiva, ma ampiamente inferiore a quella del complesso delle esportazioni regionali, come è tipico per un settore anticiclico durante le fasi di espansione. Le vendite all’estero hanno raggiunto quota 342,4 milioni di euro, con un incremento del 5,7 per cento rispetto all’analogo periodo del

2010, mentre il complesso delle esportazioni regionali è aumentato del 17,0 per cento. Nello stesso periodo il fatturato estero dell’agricoltura italiana ha messo a segno un incremento superiore e pari all’8,5 per cento. La quota delle esportazioni agricole sul totale regionale si è quindi ridotta all’1,4 per cento.

Circa il 90 per cento delle esportazioni agricole regionali del primo semestre dell’anno si è indirizzato verso i mercati dell’Europa. In particolare, la Germania, che è il principale paese di destinazione, ha assorbito il 32,4 per cento dell’export regionale, anche se con una aumento di solo il 2,1 per cento, nonostante la positiva fase congiunturale vissuta nella prima parte dell’anno. L’aumento delle esportazioni è stato notevole verso la Francia (+28,6 per cento), paese che ne assorbe l’8,7 per cento, e verso la Spagna (+17,6 per cento), che ha una quota del 3,4 per cento. Sono risultate invece in calo le esportazioni regionali destinate agli altri maggiori paesi dell’Unione europea, -14,9 per cento nel Regno Unito, -22,6 per cento in Austria e -26,0 per cento in Belgio. Tra i paesi europei non appartenenti all’Unione, si segnalano, da un lato, il calo subito in Svizzera (-15,8 per cento) e il forte aumento delle

Tab. 2.4.1. Coltivazioni erbacee e legnose, superficie totale, resa, produzione raccolta e variazioni rispetto all’anno precedente, Emilia-Romagna, 2011

Coltivazioni e Superficie Resa Produzione raccolta Prezzi Plv produzioni ha Var. % q/ha Var. % tonnellate Var. % Var. % Euro m. Var. %

Cereali 2.843.388 11,2 660,6 13,7

Frumento tenero 142.685 -1,6 62,9 6,8 897.800 5,2 4,5 206,5 10,0

Frumento duro 41.993 -41,7 60,0 19,0 252.000 -30,6 50,0 75,6 4,2

Orzo 19.032 -11,0 45,7 0,0 87.000 -10,1 10,5 18,3 -0,7

Risone 54.288 14,5 0,5 22,1 15,1

Mais 121.716 23,7 109,3 6,3 1.326.000 34,6 -5,5 251,9 27,3

Sorgo da granella (b) 28.379 6,2 79,8 0,7 226.300 6,9 -3,6 41,9 3,0

Patate e ortaggi 2.297.451 1,4 414,9 -11,2

Patate 5.964 1,1 380,7 2,3 227.000 3,5 -31,3 37,5 -28,9

Piselli 5.470 4,4 56,7 1,1 31.100 5,9 -12,3 7,8 -7,1

Pomodoro (a, b) 26.247 0,0 631,2 22,1 1.636.862 0,0 0,8 139,1 0,8

Aglio 531 34,1 118,6 5,6 6.300 41,7 1,6 11,8 44,0

Carota (b) 2.336 -6,6 518,1 -5,8 121.022 -12,0

Cipolla (b) 3.481 8,7 384,6 0,4 133.900 9,1 -64,7 8,0 -61,5

Melone (b) 1.460 -3,2 264,1 25,8 38.600 22,3 14,3 15,4 39,7

Cocomero 1.699 1,9 404,4 4,5 68.700 6,4 -52,9 5,5 -49,9

Asparago 771 -4,8 67,8 4,5 5.200 -1,2 -11,4 8,1 -12,5

Fragole 416 -10,9 233,9 -2,2 9.700 -13,1 -16,7 14,6 -27,6

Piante industriali 1.350.200 -18,1 87,9 -8,7

Barbabietola 1.257.000 -18,6 14,1 52,8 -7,1

Soia 24.351 6,1 31,3 -16,3 76.400 -11,0 -2,2 26,7 -13,0

Coltivazioni erbacee 1.300,6 1,5

Arboree 1.499.111 13,3 550,5 -22,4

Mele 4.424 -1,8 321,5 0,2 142.200 4,9 -16,7 42,7 -12,6

Pere 21.975 -0,9 294,2 40,8 646.500 30,1 -41,5 245,7 -23,9

Pesche 9.208 -1,8 213,4 -3,7 196.500 -5,4 -39,5 45,2 -42,7

Nettarine 11.909 -3,1 250,4 17,1 298.200 13,4 -38,9 65,6 -30,7

Albicocche 4.260 0,9 158,7 4,8 67.600 5,8 0,0 40,6 5,8

Ciliegie 1.765 -0,6 49,1 -17,1 8.700 -17,1 -5,7 21,8 -21,8

Susine 4.129 -0,8 194,9 -5,7 80.500 -6,4 -22,9 21,7 -27,8

Prodotti trasformati 286,5 8,0

Vino (3) 5.349.411 -13,0 25,0 264,8 8,8

Coltivazioni arboree 837,0 -14,1

Produzioni vegetali 2.137,6 -5,2

Carni bovine (4, 5) 95.401 1,2 5,0 181,7 6,3

Carni suine (4, 5) 236.640 2,0 13,2 327,1 15,5

Pollame e conigli (4, 5) 282.695 2,5 13,5 359,4 16,3

Latte vaccino e derivati 1.859.340 5,0 7,6 1.087,7 13,0

Produzioni zootecniche 2.180,0 11,8

Plv Agricola regionale 4.317,6 2,7

(1) Superficie in produzione. (2) Unità foraggere in migliaia. (3) Ettolitri. (4) Peso vivo. (5) Migliaia di tonnellate. (6) Milioni di pezzi.

(a) Da industria. (b) Superficie, rese, produzione raccolta: Fonte: Istat. Dati annuali sulle coltivazioni agrarie, dati provvisori, aggiornamento riferito al mese di settembre 2009.

Fonte: Assessorato agricoltura, Regione Emilia-Romagna.

esportazioni destinate alla Russia (+48,3 per cento). Da notare che il complesso dei mercati dell’Asia ha assorbito il 6,4 per cento delle esportazioni del settore, con una diminuzione del 5,1 per cento. In controtendenza, le esportazioni destinate in Cina sono salite nuovamente, del 76,0 per cento, ma rappresentano ancora una quota pari a solo l’1,1 per cento. Quelle orientate al mercato giapponese (pari allo 0,7 per cento del totale) sono aumentate dell’80,3 per cento. Tenuto conto della quota di export limitata destinata verso le restanti aree del globo, appaiono poco significativi i risultati conseguiti in Nord America (+19,3 per cento), nell’America centro-meridionale (+48,5 per cento) e in Africa (+6.5 per cento).

La base imprenditoriale

La consistenza delle imprese attive nei settori dell'agricoltura, caccia e silvicoltura continua a seguire un pluriennale trend negativo. A fine settembre 2011, risultava pari a 65.862 con una riduzione di 1.522 unità, -2,3 per cento, rispetto allo stesso mese del 2010. A livello nazionale le imprese attive nell'agricoltura, caccia e silvicoltura sono diminuite del 2,5 per cento nello stesso intervallo di tempo.

Il calo è stato determinato da un’effettiva riduzione e ristrutturazione del sistema imprenditoriale dell’agricoltura regionale. Tale tendenza è confermata dal forte incremento, rispetto al settembre dello scorso anno, della consistenza delle imprese attive agricole costituite come società di capitali (+65 unità, +7,4 per cento), da un moderato aumento del numero delle società di persone (+154 unità, +1,7 per cento) e dalla sensibile diminuzione delle ditte individuali (-1.706 unità, -3,1 per cento), cui si è associata però una forte riduzione delle imprese costituite con altre forme societarie, ovvero le cooperative, (-35 unità, -6,2 per cento). A livello nazionale l’aumento delle società di capitale e di persone è stato relativamente più netto, con variazioni pari a +8,8 e a +1,9 per cento, rispettivamente, ma è stata meno marcata la diminuzione delle ditte individuali e delle imprese, pari a -3,0 e -2,5 per cento rispettivamente.

Il settore regionale ha una struttura societaria più solida di quella media dell’agricoltura nazionale. Del totale delle imprese agricole attive a livello regionale a fine settembre, solo l’1,3 per cento risultava costituito come società di capitale, mentre il 14,1 per cento era dato da società di persone, l’83,7 per cento da ditte individuali e lo 0,9 per cento da imprese costituite sotto altre forme societarie. A livello nazionale la composizione percentuale delle imprese agricole per forma giuridica è data da un 1,3 per cento di società di capitale, 6,7 per cento di società di persone, 91,0 per cento per le ditte individuali e 1,2 per cento per le altre forme societarie.

Il lavoro

I dati relativi all’indagine sulle forze di lavoro hanno mostrato per anni una continua diminuzione del complesso degli occupati agricoli. Nella prima metà del 2011 gli occupati agricoli sono risultati in media quasi 70 mila, in diminuzione del 10,2 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non solo si è registrata una diminuzione degli occupati indipendenti, ma ad essa si è aggiunta una riduzione del numero dei dipendenti. Coerentemente con l’andamento della compagine imprenditoriale, la consistenza dei primi si è ridotta dell’12,1 per cento, portandosi poco sotto quota 52 mila, pari al 72,6 per cento del totale, mentre gli occupati alle dipendenze sono diminuiti del 4,5 per cento e risultano poco più di 18 mila.

L’agricoltura vede ridursi il ruolo della presenza femminile. Le donne costituiscono il 23,0 per cento degli occupati in agricoltura, sono poco più di 16 mila e la loro consistenza si è fortemente ridotta, -17,8 per cento. La diminuzione non è stata uniforme per le indipendenti (-24,1 per cento) e le dipendenti (-4,4 per cento). Gli occupati maschi sono anch’essi diminuiti, anche se in misura più contenuta (-7,7 per cento), come risultato di una riduzione del 8,6 per cento degli indipendenti e del 4,5 per cento dei dipendenti.

2.4.2. Le coltivazioni agricole regionali

Cereali

Come anticipato, secondo i dati dell’Assessorato regionale, la produzione raccolta di cereali è aumentata di oltre l’11 per cento rispetto allo scorso anno (tab. 2.4.1). L’andamento disomogeneo, ma nel complesso chiaramente positivo dei prezzi internazionali ha determinato un incremento della valore della produzione lorda vendibile dei cereali di quasi il 14 per cento, che è giunta a rappresentare oltre il 15 per cento della Plv regionale. A tale proposito i prezzi della nuova produzione dei cereali quotati alla Borsa di Bologna nel corso del 2011 sono apparsi su livelli superiori a quelli dell’anno precedente, in consonanza con l’andamento dei mercati internazionali, ma, con l’arrivo della nuova produzione, hanno mostrato una tendenza a ridurre gli incrementi fatti segnare precedentemente. Anche quando sono scese al di sotto dei livelli del 2010, le quotazioni sono risultate notevolmente superiori a quelle del 2009 (tab. 2.4.2).

In particolare, la produzione raccolta di frumento tenero è salita del 5,2 per cento, rispetto allo scorso anno. L’andamento commerciale positivo ha determinato l’aumento della relativa produzione lorda vendibile del 10 per cento. Dopo l’ingresso del nuovo raccolto sul mercato, le quotazioni regionali, rilevate sulla piazza di Bologna, sono risultate superiori del 11,7 per cento a quelle della scorsa stagione, tra luglio e ottobre. La produzione raccolta di mais dovrebbe fare registrare un eccezionale aumento di quasi il 35 per cento, grazie al favorevole andamento climatico e all’aumento di un quarto della superficie investita. Anche per il mais la tendenza dei prezzi internazionali è passata da un forte incremento a una stabilizzazione e poi a una leggera flessione. Le quotazioni sono comunque risultate ampiamente superiori a quelle del 2009. I prezzi fatti segnare dal mais del raccolto 2011, nei mesi di settembre e ottobre sono risultati inferiori del 2,0 per cento a quelli dello stesso periodo dello scorso anno. La produzione lorda vendibile è stimata in aumento di oltre il 27 per cento. Il raccolto di grano duro si è ridotto di quasi un terzo (-30,6 per cento), a causa della forte riduzione delle superfici investite. Le quotazioni sono risultate in sensibile aumento. Dopo l’ingresso del nuovo raccolto le quotazioni regionali sul mercato di Bologna si sono nuovamente impennate, seguendo i mercati internazionali dei cereali. Tra giugno e ottobre l’incremento medio registrato è stato di oltre il 45,8 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente. Per questa ragione il valore della produzione dovrebbe aumentare di oltre il 4 per cento. Anche se solo leggermente, aumenta ancora il raccolto di sorgo da granella. Le quotazioni a Bologna tra agosto e ottobre sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno. È salito quindi del 3,0 per cento il valore della produzione lorda vendibile.

Ortaggi

Secondo l’Assessorato, è risultato negativo (-11 per cento) il saldo del comparto degli ortaggi, che costituisce circa il 10 per cento del totale del valore della produzione lorda vendibile, a seguito soprattutto della caduta del valore della produzione delle patate (tab. 2.4.1). La produzione raccolta di pomodoro da industria regionale è rimasta sostanzialmente invariata a poco più di 1 milione 600 mila tonnellate.

Anche i prezzi sono rimasti stabili è così anche il valore della Plv, pari al 3 per cento di quella totale. Il raccolto di patata comune è leggermente aumentato (+3,5 per cento), mentre l’andamento di mercato è stato fortemente negativo, all’opposto di quanto avvenuto nella scorsa stagione. Il valore della produzione di questa coltivazione dovrebbe essersi quindi pesantemente ridotto (-29 per cento).

Coltivazioni industriali

La produzione lorda vendibile regionale delle piante industriali rappresenta solo il 2,0 per cento del totale e deriva per due terzi dalla coltivazione delle barbabietola da zucchero e per un terzo dalla soia L’assessorato stima una produzione bieticola in calo di oltre il 18 per cento. Nonostante l’inversione in senso positivo dell’andamento delle quotazioni (+14,1 per cento) la produzione lorda vendibile originata dalla bieticoltura dovrebbe risultare in flessione del 7 per cento. (tab. 2.4.1). Dopo il forte aumento della quantità prodotta e dei prezzi registrati lo scorso anno, la produzione di soia è diminuita dell’11 per cento e una leggera flessione delle quotazioni, ha condotto ad una riduzione del 13 per cento del valore della produzione.

Coltivazioni arboree

Nonostante la campagna di commercializzazione delle specie a raccolta autunnale (mele, pere e actinidia) richieda aggiustamenti alle stime, secondo l’assessorato regionale, l’annata è stata tutta da dimenticare per la frutta. Il valore della produzione lorda vendibile della coltivazioni arboree (tab. 2.4.1) dovrebbe ridursi di oltre un quinto rispetto allo scorso anno e giungere a rappresentare non più del 13 per cento della Plv regionale. Le quotazioni hanno infatti avuto andamenti pesantemente negativi per quasi tutte le varietà.

Tab. 2.4.2. Medie mensili e variazioni tendenziali (*) dei prezzi dei cereali rilevati alla Borsa Merci di Bologna, 2011

Mese Grano tenero n. 2 Grano tenero n. 3 Grano duro Nord Granoturco naz.. Sorgo da granella

€/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.%

Giugno 279,50 67,9 278,00 77,6 285,17 73,9 270,80 72,2

Luglio 235,50 42,0 225,50 38,5 297,50 65,3 270,75 61,6

Agosto 235,50 10,7 225,50 6,9 297,50 45,7 263,50 35,5 189,50

Settembre 237,10 2,5 224,10 -1,6 301,10 41,6 209,00 3,4 198,90 6,3

Ottobre 228,00 0,0 209,75 -5,7 286,75 33,7 190,75 -7,2 182,25 -4,1

(*) Sullo stesso mese dell’anno precedente.

Fonte: Elaborazione Centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati Borsa Merci, Camera di commercio di Bologna

La produzione raccolta di pere dovrebbe essere aumentata del 30 per cento. Le quotazioni, però, sono crollate di oltre il 40 per cento rispetto allo scorso anno, tanto da determinare una diminuzione del 24 per cento del valore della produzione lorda vendibile originata da questa importante coltivazione, da cui deriva il 5,7 per cento della Plv regionale. Il raccolto delle mele è aumentato di circa un 5 per cento, ma a causa della diminuzione sensibile delle quotazioni, il valore della produzione dovrebbe ridursi di quasi il 13 per cento. Decisamente negativo il quadro per le pesche e le nettarine, che hanno annullato i buoni risultati dello scorso anno. La produzione raccolta di pesche è risultata in lieve diminuzione e le quotazioni sono scese di quasi il 40 per cento così che il valore della produzione è diminuito di quasi il 43 per cento. Il raccolto delle nettarine è invece aumentato di oltre il 13 per cento, ma un andamento delle quotazioni analogo a quello delle pesche ha determinato comunque una caduta di quasi un terzo del valore della produzione. Il valore della produzione di ciliegie si è ridotto di un quinto, a causa di una lieve diminuzione delle quotazioni e di riduzione del raccolto superiore al 17 per cento.

La stima della produzione di vino è di poco più di 5 milioni 349 mila ettolitri ed evidenzia una flessione dei quantitativi attorno al 13 per cento nei confronti della campagna precedente. Per quanto riguarda gli andamenti di mercato, pur essendo ancora abbastanza prematuro formulare delle previsioni completamente attendibili, si può ipotizzare un aumento dei prezzi medi di circa il 25 per cento, che dovrebbe condurre ad una crescita di quasi il 9 per cento su base annua del valore complessivo della produzione di vino.

2.4.3. La zootecnia

Il bilancio del settore zootecnico appare positivo. Un lieve aumento delle produzioni commercializzate e un buon andamento commerciale dovrebbero avere determinato un aumento dei ricavi derivanti dalla vendita delle produzioni stimato attorno al 10 per cento (tab. 2.4.1). Come anticipato, l’Assessorato regionale sottolinea che questa valutazione potrebbe subire variazioni, in quanto risulta in buona parte condizionata dalla stima sul prezzo del latte impiegato per la produzione del Parmigiano-Reggiano, il cui valore verrà definito soltanto a fine 2012, dopo la commercializzazione di gran parte della produzione 2011, sul cui andamento di mercato grava un’indicazione negativa proveniente dall’aumento delle scorte. Le difficoltà che interessano il settore delle carni (bovini, suini ed avicunicoli) riguardano principalmente la redditività, su cui gravano i crescenti livelli di spesa previsti per l’acquisto dei mangimi, che rappresentano la principale voce di costo degli allevamenti.

Bovini

Secondo la Regione, il valore della produzione lorda vendibile di carni bovine dovrebbe aumentare del 6 per cento, grazie ad alla crescita delle quotazioni, mentre l’aumento del numero di capi avviati alla macellazione è stato minimo (1 per cento), ma con un secondo risultato positivo consecutivo dopo quello dello scorso anno, va in senso contrario a un trend negativo che ha operato in precedenza per diversi anni e ha determinato un lento, ma progressivo, ridimensionamento del livello delle produzioni di carni bovine in regione.

Esaminiamo ora l’andamento commerciale delle tipologie di bestiame bovino considerate come indicatori del mercato regionale. Da gennaio a novembre, al di là delle tipiche oscillazioni stagionali, che sono risultate però assai più ampie di quelle dello scorso anno, le

Fig. 2.4.1. Prezzi della zootecnia bovina: bestiame bovino, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti..

Vitelli baliotti da vita: pezzati neri 45-55kg

Vitelloni maschi da macello: Limousine Kg. 550-620

Fonte: Borsa merci di Modena

quotazioni dei vitelli baliotti da vita pezzati neri 1° qualità (fig. 2.4.1) sono apparse in flessone (-4,3 per cento). A fine anno le quotazioni si sono collocate su livelli storicamente bassi. Nello stesso periodo, i prezzi dei vitelloni maschi da macello Limousine hanno mostrato una buona ripresa (+8,7 per cento), dopo essere rimasti al di sopra dei livelli minimi estivi toccati nel 2010. A fine anno il prezzo è giunto prossimo ai massimi dell’ultimo decennio raggiunti a fine 2008.

Come anticipato, riguardo al settore lattiero-caseario, anche quest’anno ci si attende un buon andamento dei prezzi medi di liquidazione del latte, su cui grava però l’incertezza derivante dall’incremento della produzione e delle scorte del formaggio Parmigiano-Reggiano.

Le quotazioni dello zangolato sono salite ad inizio anno e poi sono rimaste sino a metà marzo sui livelli più elevati toccati dal 2003. La discesa successiva non è stata particolarmente marcata e le quotazioni chiudono l’anno sui livelli elevati della fine del 2011 (fig. 2.4.2). Sul mercato di Reggio Emilia, nel periodo tra gennaio e novembre i prezzi dello zangolato sono aumentati del 22,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010 e sono ad un livello massimo non toccato da anni.

Parmigiano-Reggiano

Secondo i dati del Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, al primo gennaio 2011 risultavano attivi 381 caseifici in tutto il comprensorio, con una leggera diminuzione rispetto ai 392 di inizio 2010.

All’inizio di quest’anno i caseifici emiliani erano 356, rispetto ai 365 del gennaio 2010. La produzione di Parmigiano-Reggiano risulta in discreto aumento rispetto all’anno precedente. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.691.599 forme, in aumento del 6,8 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.402.327 forme con un incremento del 6,4 per cento.

All’inizio di quest’anno i caseifici emiliani erano 356, rispetto ai 365 del gennaio 2010. La produzione di Parmigiano-Reggiano risulta in discreto aumento rispetto all’anno precedente. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.691.599 forme, in aumento del 6,8 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.402.327 forme con un incremento del 6,4 per cento.

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 109-117)