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Commercio interno

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 147-151)

2.7.1. L’evoluzione congiunturale

L’indagine condotta dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna con la collaborazione di Unioncamere nazionale su di un campione di esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa consente di valutare l’evoluzione congiunturale del settore del commercio in regione. Nei primi nove mesi del 2011 si registra una contrazione del fatturato pari all’1 per cento, in analogia all’andamento relativo allo stesso periodo dell’anno passato (-0,9 per cento). I segnali che arrivano da questo settore sono, quindi, ancora negativi Prosegue, infatti, la serie di trimestri che riportano variazioni negative rispetto all’omologo trimestre dell’anno precedente. Il trimestre che ha determinato l’inversione di tendenza è stato il primo del 2008 che, con un -0,1 per cento, separa una lungo periodo col segno positivo (dal quarto trimestre 2005 all’omologo trimestre del 2007) dalla successiva serie di trimestri con segno negativo, ancora attualmente in corso. Entrando maggiormente nel dettaglio, va notato come le variazioni negative abbiano raggiunto la loro minore intensità nel primo semestre del 2011 per poi registrare variazioni negative più intense nel corso del secondo e terzo trimestre dell’anno. Le vendite al dettaglio stanno, quindi, risentendo negativamente del riacutizzarsi della crisi a seguito dei problemi che molti paesi sviluppati stanno sperimentando nella gestione del proprio debito sovrano.

La variabile dimensionale sembra essere, come ormai usuale, decisiva nel determinare l’andamento delle vendite: man mano che la dimensione aziendale cresce, l’andamento delle vendite migliora. In particolare, la variazione negativa di cui si è appena dato conto diventa un -2,8 per cento per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) ed un -2,0 per cento nel caso della media distribuzione (da 6 a 19 addetti) per trasformarsi in un +0,3 per cento per la grande distribuzione (oltre i 20 addetti). Soltanto la grande distribuzione riesce, dunque, a chiudere i primi nove mesi dell’anno con una variazione di segno positivo che però è il risultato di variazioni positive dei primi 2 trimestri dell’anno e di un terzo trimestre negativo.

Se la serie di trimestri positivi era ripresa, per la grande distribuzione, il primo trimestre 2010 e viene ora a cessare. Nel caso della piccola distribuzione, per trovare un trimestre di segno positivo dobbiamo andare all’inizio del 2007 (+0.1 per cento), nel caso della media distribuzione dobbiamo andare indietro fino al secondo trimestre 2006.

Per quanto concerne i diversi comparti, va notato che la variazione media registrata più sopra non si

Fig. 2.7.1. Vendite a prezzi correnti degli esercizi in sede fissa al dettaglio dell’Emilia-Romagna. Var. % su anno precedente

Fonte: Elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio

-4,5 -3,5 -2,5 -1,5 -0,5 0,5 1,5 2,5 3,5

I, 2003 II III IV I, 2004 II III IV I, 2005 II III IV I, 2006 II III IV I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III

traduce in un andamento uniforme dei medesimi. In particolare il commercio al dettaglio dei prodotti alimentari registra una contrazione pari all’1,4 per cento mentre le vendite dei prodotti non alimentari risultano in calo di un più consistente 1,8 per cento. Per entrambi i comparti le diminuzioni segnalate sono in attenuazione rispetto a quelle dell’anno passato. All’interno dei prodotti non alimentari, risultano in particolare sofferenza le vendite dell’abbigliamento ed accessori (2,8 per cento) mentre i prodotti per la casa – elettrodomestici e gli altri prodotti non alimentari riportano una contrazione pari a quella dei prodotti alimentati (-1,4 per cento).

Se è vero che la percentuale di imprese che hanno registrato un aumento delle vendite rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è rimasta costante nel passaggio dal terzo trimestre 2010 allo stesso periodo del 2011 (27 per cento), va però detto che il peso degli esercizi commerciali che riportano un aumento delle vendite è, però, diminuito notevolmente (dal 50 al 41 per cento) mentre, è aumentata quello delle imprese per la quali le vendite sono in contrazione (dal 23 al 32 per cento).

L’indagine attualmente in analisi consente di studiare quali siano le aspettative delle imprese commerciali per la propria attività, in relazione ai dodici mesi successivi al trimestre di riferimento. Gli

Fig. 2.7.2. Andamento delle vendite in Emilia-Romagna, confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente per tipologia dimensionale

Fonte: Elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio

Fig. 2.7.3. Andamento delle vendite in Emilia-Romagna, confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente. % imprese rispondenti che riportano sviluppo, diminuzione e stabilità delle vendite

Fonte: Elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

-7,0 -5,0 -3,0 -1,0 1,0 3,0 5,0 7,0

I, 2003 II III IV I, 2004 II III IV I, 2005 II III IV I, 2006 II III IV I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III

piccola media  grande

0 10 20 30 40 50 60

I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III

sviluppo Stabile diminuzione

esercizi commerciali che prevedono uno sviluppo delle vendite sono andati via, via calando dal terzo trimestre del 2009 fino al primo trimestre del 2011. Il terzo trimestre del corrente anno le prevede invece in aumento, una inversione di tendenza che è stata determinata soprattutto dal concomitante calo delle imprese che prevedono stabilità e diminuzione dei propri fatturati.

2.7.2. L’occupazione

Il sistema informativo SMAIL delle Camere di commercio e dell’Unione regionale dell’Emilia-Romagna consente di monitorare l’evoluzione dell’occupazione con una attendibilità ed un livello di dettaglio che al momento nessun altro sistema informativo è in grado di fornire. Analizzando questi dati è possibile studiare quale sia stata l’evoluzione dell’occupazione nel settore a partire dal 2007.

Dal 2007 al 2010 l’occupazione del commercio nel suo complesso è aumentata di oltre 2.500 addetti, pari ad una variazione percentuale di 0,9 punti. Anche questo settore ha risentito della crisi tra il 2008 ed il 2009 con la perdita di oltre 1.000 addetti, che sono però stati più che recuperati l’anno successivo.

La composizione del macro-settore commercio in termini di occupazione è andata cambiando nel corso del periodo in esame. In particolar modo, a fronte di una diminuzione del ruolo del commercio all’ingrosso, si registra un aumento del peso di quello al dettaglio che, a fine periodo, arriva a pesare per quasi il 53 per cento.

La rilevazione continua delle forze di lavoro ISTAT ci permette di cogliere le variazioni intervenute nei primi 6 mesi del 2011. Va subito precisato che i dati di fonte ISTAT non sono immediatamente confrontabili con quelli di fonte SMAIL, questo perché, oltre ad essere di fonte campionaria, i dati ISTAT sono riferiti ad una ripartizione settoriale non coincidente con quella utilizzata per SMAIL.

Secondo questa rilevazione campionaria, quindi, nei primi sei mesi del 2011, l’occupazione nel settore

Tab. 2.7.5. Evoluzione degli addetti del settore commerciale dal 2007 al 2010. Dati al 31 dicembre di ogni anno

Fonte: Elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia, Unioncamere Emilia-Romagna su dati del Sistema informativo SMAIL Emilia-Romagna

Fig. 2.7.4. Orientamento delle imprese circa l'evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi al trimestre di riferimento.

Emilia-Romagna. Totale degli esercizi. Percentuale di imprese che prevedono aumento, diminuzione e stabilità.

Fonte: Elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

Settori 2007 2008 2009 2010 Peso

%

Var % 07-10

Trend 07-10 G045 - Comm.ingrosso/dettaglio,riparaz.autov.e motocicli 37.603 37.654 37.200 37.156 13,0% -1,2%

G046 - Comm.ingrosso escl.quello di autov. e motocicli 98.783 99.115 97.557 97.553 34,2% -1,2%

G047 - Comm.dettaglio escl. quello di autov. e motocicli 145.928 147.378 148.371 150.126 52,7% 2,9%

G Comercio totale 282.314 284.147 283.128 284.835 0,9%

% del Commercio sul totale 17,6% 17,6% 17,9% 18,0% 2,2%

10  20  30  40  50  60  70  80 

I, 2007 II III IV I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III

Sviluppo Stabile Diminuzione

del commercio, alberghi e ristoranti è calata del 4,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La variazione negativa è stata particolarmente forte per gli indipendenti (-14,8 per cento) a fronte di una moderata crescita dei dipendenti (-1,6 per cento). La situazione è particolarmente differenziata anche dal punto di vista del genere. La contrazione media di cui abbiamo appena dato conto si traduce in un -5,5 per cento per l’occupazione femminile ed in un più contenuto -3,4 per cento per l’occupazione maschile. Più in dettaglio, mentre l’occupazione femminile risulta in calo sia sul fronte dei dipendenti (-3 per cento) che su quello degli indipendenti (-12,9 per cento), l’occupazione maschile vede un forte aumento dell’occupazione alle dipendenze (+7,8 per cento) ed una contrazione notevole degli indipendenti (-15,8 per cento).

Una tendenza leggermente positiva per il commercio nel suo complesso è emersa dall’indagine Excelsior sui fabbisogni occupazionali, secondo la quale il 2011 dovrebbe chiudersi con un saldo occupazionale positivo. A questo riguardo è necessario precisare che l’indagine in oggetto è stata realizzata prima dell’appesantimento della situazione congiunturale dovuto ai problemi di molti paesi sviluppati rispetto ai relativi debiti pubblici.

Tale saldo complessivamente positivo del comparto sarebbe determinato da una situazione non uniforme all’interno dei singoli settori. In particolare, ad una sostanziale stabilità dell’occupazione nel commercio all’ingrosso, si affiancherebbe una leggera diminuzione dell’occupazione per il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-0,3 per cento) e un aumento degli addetti del commercio al dettaglio (+0,6 per cento).

2.7.3. L’evoluzione imprenditoriale

Dalla consultazione dei dati del Registro delle imprese, a fine settembre 2011 le imprese attive in regione nel settore del commercio erano 96.712 rispetto alle 96.031 dell’analogo periodo del 2010 con un lieve aumento pari allo 0,7 per cento, superiore allo 0,3 per cento registrato l’anno passato. La tenuta del settore commerciale può essere attribuita all’afflusso netto di 1.753 imprese (si tratta delle c.d. variazioni del registro imprese che possono essere dovute a, tra le altre cause, imprese erroneamente cessate che possono ritornare attive, a modifiche delle attività esercitate, a trasferimento della sede legale d’impresa presso la Camera nella cui circoscrizione territoriale siano già istituite sedi secondarie o unità locali), che hanno compensato il saldo negativo registrato tra gennaio e settembre 2011 riferito agli specifici codici di attività.

Il comparto più consistente, cioè quello del commercio al dettaglio - esclusi gli autoveicoli ed i motocicli - con una incidenza sul totale di settore del 50,2 per cento, ha riportato un aumento della propria numerosità pari allo 0,6 per cento, corrispondente a 300 imprese. Il secondo comparto in ordine di peso, vale a dire quello del commercio all’ingrosso e intermediazione commerciale - con esclusione degli autoveicoli e dei motocicli – ha riportato un aumento dello 0,7 per cento, equivalente a 275 imprese.

Infine, il commercio e manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli, con una incidenza del 10,8 per cento sul totale del settore, ha avuto l’incremento percentuale maggiore (+1,0 per cento) equivalenti a 106 unità imprenditoriali.

Per quanto concerne la forma giuridica delle imprese attive nel settore, è possibile notare che, a fronte del generale aumento delle imprese attive di cui si è appena dato conto, si registra un aumento del numero delle imprese esercitate come società di capitali (+2,5 per cento) e delle ditte individuali (+0,7 per cento) mentre risultano in contrazione le società di persone (-0,4 per cento) e le c.d. altre forme societarie (-0.3 per cento). A seguito di ciò, il peso delle società di capitale è quest’anno in ulteriore aumento arrivando a sfiorare il 15,0 per cento a discapito delle società di persone (ridotte al 20,1 per cento) e delle altre forme societarie (0,7 per cento). Le ditte individuali, invece, riprendono a crescere e portano il loro peso al 64,4 per cento.

Per quanto riguarda i fallimenti dichiarati nel commercio e riparazione di beni di consumo è emerso un andamento negativo, in linea con l’evoluzione generale. Nei primi nove mesi del 20111 ne sono stati conteggiati 109 rispetto agli 88 dell’analogo periodo del 2010, per una variazione percentuale del 23,9 per cento, leggermente superiore alla crescita complessiva del 21,9 per cento.

1 Dati rilevati nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia.

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 147-151)