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Turismo

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 160-165)

2.9.1. L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni.

Premessa.

L’analisi dell’andamento turistico si basa prevalentemente sui dati raccolti ed elaborati dalle Amministrazioni provinciali. Otto province su nove sono state in grado di fornire la documentazione statistica aggiornata fino ad agosto. Nelle quattro province costiere, assieme a Bologna, Piacenza e Reggio Emilia i dati sono risultati disponibili fino a settembre. A compendio dell’analisi della stagione turistica si è fatto ricorso al contributo dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna e dei dati dell’indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia.

Al di là della parzialità e provvisorietà dei dati, le statistiche fornite dalle Amministrazioni provinciali, che vengono raccolte, con non poca difficoltà, nella totalità degli esercizi, consentono di ricavare, quanto meno, una linea di tendenza abbastanza attendibile, come dimostrato dalle esperienze passate.

Il quadro generale.

La stagione turistica ha avuto un discreto epilogo. I dati provvisori raccolti in otto province relativamente al periodo gennaio-agosto 2011, hanno evidenziato per arrivi e presenze, aumenti rispettivamente pari al 4,3 e 1,8 per cento. Al di là della provvisorietà dei dati e della parziale completezza del quadro regionale, resta tuttavia una chiara tendenza espansiva, che si è avvalsa di una situazione climatica più favorevole rispetto a quella dell’anno precedente. Alla moderata crescita della clientela italiana (+2,8 per cento gli arrivi; +0,5 per cento i pernottamenti) si è associata l’ottima intonazione degli stranieri sia in termini di arrivi (+9,5 per cento) che di presenze (+6,8 per cento).

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, sono state le strutture alberghiere a pesare sulla crescita dei pernottamenti (+3,2 per cento), a fronte della diminuzione degli esercizi complementari (-1,4 per cento). E’ proseguita la diminuzione del periodo medio di soggiorno (da 5,02 a 4,90 giorni), in linea con la tendenza di lungo periodo.

Il moderato aumento della clientela italiana è maturato in un contesto di riduzione dei viaggi all’estero degli italiani. Secondo l’’indagine compiuta dalla Banca d’Italia, nei primi otto mesi del 2011 gli italiani che hanno scelto l’estero come meta delle vacanze sono scesi a 14 milioni e 284 mila rispetto ai 14 milioni e 624 mila dello stesso periodo dell’anno precedente, per un decremento del 2,3 per cento. La riduzione dei viaggiatori si è coniugata al calo dei pernottamenti passati da 86 milioni e 459 mila a 81 milioni e 795 mila (-5,4 per cento). La diminuzione di viaggiatori e pernottamenti si è ripercossa sulla spesa, anche se in misura contenuta, che è scesa a 6 miliardi e 904 milioni di euro rispetto ai circa 6 miliardi e 922 milioni dei primi otto mesi del 2010 (-0,3 per cento).

Se restringiamo l’analisi ai residenti in Emilia-Romagna, si hanno dati un po’ meno allineati a quelli nazionali, nel senso che i viaggiatori all’estero per turismo sono cresciuti da 907 mila a 915 mila, a fronte del calo del 2,3 per cento rilevato in Italia, senza tuttavia comportare un analogo andamento per i pernottamenti diminuiti del 12,0 per cento. Per quanto concerne la spesa, gli emiliano-romagnoli hanno destinato alle vacanze all’estero 563 milioni di euro, vale a dire il 6,5 per cento in meno rispetto all’importo dei primi otto mesi del 2011. Ogni cittadino dell’Emilia-Romagna ha mediamente speso 615 euro (664 euro un anno prima) contro i 483 della media nazionale (473 un anno prima), confermando la posizione di preminenza che la regione vanta in termini di consumi rispetto ad altre realtà del Paese.

Se allarghiamo l’osservazione ai primi nove mesi del 2010, ma restringendola a sette province, alcune tra le più importanti della regione sotto il profilo delle presenze (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini), i numeri continuano ad apparire positivi: +4,6 per cento gli arrivi; +1,8 per cento le presenze, confermando il maggiore dinamismo della clientela straniera rispetto a quella italiana sia in termini di arrivi (+9,0 per cento contro +3,3 per cento), che di pernottamenti (+6,4 per cento contro +0,5 per cento), mentre dal lato della tipologia degli esercizi si ha l’ulteriore conferma della migliore intonazione degli alberghi in fatto di presenze cresciute del 3,3 per cento, a fronte del calo dell’1,7 per cento delle altre strutture ricettive.

Per riassumere, al di là della frammentarietà e provvisorietà dei dati, si sta delineando una stagione turistica in ripresa rispetto a quella precedente, che era riuscita sostanzialmente a tenere, nonostante le conseguenze della crisi economica. Il nuovo aumento della clientela straniera depone a favore dell’offerta turistica emiliano-romagnola e costituisce un ritorno dei vari eventi e delle politiche promozionali attuate dai vari enti.

L’indagine della Banca d’Italia, relativa al turismo internazionale, ha confermato la tendenza espansiva evidenziata dai dati delle Amministrazioni provinciali.

Nei primi otto mesi del 2011 i turisti stranieri hanno speso in Emilia-Romagna 1 miliardo e 239 milioni di euro contro 1 miliardo e 190 milioni dell’analogo periodo del 2010, per un incremento del 4,1 per cento, più contenuto rispetto a quello registrato in Italia (+6,5 per cento). Per le sole vacanze l’esborso è ammontato a 632 milioni di euro, vale a dire l’11,5 per cento in più rispetto a un anno prima (+10,9 per cento in Italia). L’incremento della spesa ha avuto origine dall’aumento del 9,7 per cento dei viaggiatori stranieri (+7,4 per cento in Italia), che sale al 20,7 per cento per chi ha fatto vacanze (+11,3 per cento in Italia). I pernottamenti destinati alle vacanze sono risultati 7.170.000 rispetto ai 6.616.000 dell’anno precedente (+8,4 per cento). Segno negativo invece per quelli relativi ai motivi di lavoro (-8,3 per cento), in contro tendenza rispetto a quanto avvenuto in Italia (+10,4 per cento). La spesa dei viaggiatori stranieri nelle strutture ricettive (alberghi, villaggi, ecc.) è cresciuta del 10,4 per cento, cui ha fatto eco l’aumento dei relativi viaggiatori (+15,6 per cento) e pernottamenti (+8,6 per cento).

Se approfondiamo l’andamento della clientela straniera per nazionalità, utilizzando in questo caso i dati delle quattro province costiere e Bologna relativi al periodo gennaio-settembre 2011, si possono cogliere alcune tendenze.

La Germania continua ad essere il paese più rappresentato, con quasi un quarto dei pernottamenti stranieri, ma si tratta di un primato sempre più in discussione se si considera che nel 2000 nelle cinque province testé citate si aveva, su base annua, una incidenza del 39,3 per cento.

Nei primi nove mesi del 2011 la clientela tedesca è apparsa in risalita, aumentando arrivi e presenze, nel complesso degli esercizi, rispettivamente dell’8,2 e 7,3 per cento. La Russia ha superato la Svizzera, diventando la seconda clientela per importanza, grazie al forte incremento che ha caratterizzato sia gli arrivi (+53,0 per cento), che le presenze (+42,4 per cento). Si tratta di una nuova performance, che ha consolidato la forte ripresa del 2010, che seguiva alla pesante caduta rilevata nel 2009, frutto della recessione che aveva investito il paese1. La frequenza dei collegamenti aerei con lo scalo riminese è alla base di questo successo2. Tra i paesi del vecchio blocco comunista non è stata solo la Russia a crescere.

Sono apparsi in aumento, in qualche caso elevato, anche i flussi provenienti da Bulgaria, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovenia, Ucraina e Ungheria. La terza clientela per importanza, vale a dire la Svizzera assieme al Liechtenstein, ha accresciuto anch’essa arrivi e pernottamenti rispettivamente del 7,9 e 6,1 per cento. La Francia è il quarto cliente e nei primi nove mesi del 2011 ha registrato per arrivi e presenze incrementi rispettivamente pari al 6,0 e 7,5 per cento. In ambito europeo aumenti degni di nota, oltre la soglia del 5 per cento, in termini di pernottamenti, hanno inoltre riguardato ciprioti, maltesi, portoghesi, inglesi, spagnoli, svedesi, islandesi e turchi. In ambito extraeuropeo ci sono stati generalizzati incrementi, con una sottolineatura particolare per le provenienze dagli Stati Uniti d’America, i cui pernottamenti sono cresciuti del 31,0 per cento. Su tale aumento ha tuttavia pesato la estemporanea forte crescita osservata nella provincia di Ferrara (+209,6 per cento), da attribuire in gran parte ai militari impegnati nelle operazioni libiche presso la base Nato di Poggio Renatico. Il mercato cinese è tornato a crescere (+34,6 per cento), mentre i giapponesi sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,4 per cento).

I cali non sono tuttavia mancati. In ambito europeo si registrano le diminuzioni dei paesi scandinavi e del Benelux, oltre a Danimarca, Estonia, Polonia, Irlanda, Lussemburgo, Romania e Slovacchia, mentre tra i paesi extraeuropei l’unica diminuzione ha riguardato la voce eterogenea degli “altri paesi” (-2,2 per cento).

La stagione estiva.

Se focalizziamo l’analisi dei flussi turistici relativi al quadrimestre giugno-settembre, che costituisce il cuore della stagione turistica (nel 2010 ha rappresentato circa il 74 per cento del totale annuale dei pernottamenti) possiamo notare che nel complesso delle province costiere, assieme a Bologna, Piacenza e Reggio Emilia, è emerso un andamento espansivo. Alla crescita del 5,7 per cento degli arrivi si è associato un aumento delle presenze, più contenuto, ma comunque significativo (+2,1 per cento). Il

1 Secondo l’outlook di settembre 2011 il Pil della Russia crescerà nel 2011 del 4,3 per cento, in accelerazione rispetto all’aumento del 4,0 per cento registrato nell’anno precedente. Nel 2009 c’era stata una flessione del 7,8 per cento.

2 Le città collegate con Rimini sono Krasnodar, Mosca, Rostov e San Pietroburgo.

periodo medio di soggiorno si è conseguentemente ridotto del 3,4 per cento, confermando la tendenza emersa nei restanti mesi dell’anno.

La buona intonazione della stagione estiva è stata originata, sotto l’aspetto dei pernottamenti, da tutti i mesi, in particolare giugno. Il mese più prodigo di presenze è stato agosto, che ha registrato un aumento dello 0,5 per cento rispetto a un anno prima. La concentrazione delle vacanze in agosto tende tuttavia lentamente a stemperarsi. Se nel 1990 il mese copriva circa il 33 per cento del totale dei pernottamenti, nel 2000 la percentuale scende a circa il 27 per cento per ridursi dieci anni dopo al 25,8 per cento.

Anche nella stagione estiva la clientela straniera è apparsa più dinamica rispetto a quella italiana, facendo registrare, nel complesso degli esercizi, una crescita per arrivi e presenze rispettivamente pari all’11,9 e 9,0 per cento. La clientela italiana ha evidenziato un incremento degli arrivi del 3,9 per cento, che si è ridotto allo 0,3 per cento in termini di presenze.

Dal lato della tipologia degli esercizi, le presenze alberghiere sono cresciute più velocemente (+3,7 per cento), a fronte del moderato calo rilevato in quelle extralberghiere (-1,4 per cento), avvenuto nonostante l’aumento del 6,0 per cento dei relativi arrivi.

La buona intonazione emersa dalle statistiche delle Amministrazioni provinciali ha trovato eco nella tradizionale indagine campionaria che il Centro Studi Turistici di Firenze esegue per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna. Nel trimestre giugno-agosto 2011 è stata rilevata, in base alle indicazioni fornite dai 684 imprenditori intervistati, una crescita delle presenze dell’1,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2010, trainata dalla Costa adriatica (+1,0 per cento) e dalle Città d’arte (+2,4 per cento). Le aree dell’Appennino e Verde hanno invece registrato una diminuzione, anche se molto contenuta (-0,5 per cento), grazie all’incremento del turismo estero, che ha sostanzialmente compensato il calo di quello nazionale. Nelle aree a vocazione termale e del benessere c’è stata una diminuzione più accentuata (-1,1 per cento). Il rilancio del turismo straniero, che ha bilanciato la leggera diminuzione della domanda italiana, è da attribuire in particolare al dinamismo di russi, svizzeri, belgi, francesi, olandesi, scandinavi e Paesi dell’Est.

Per quanto riguarda settembre, sulla base delle prenotazioni già acquisite l’indagine del Centro Studi Turistici di Firenze ha stimato una sostanziale stabilità dei pernottamenti rispetto a un anno prima, che potrebbe tuttavia trasformarsi in crescita grazie alle prenotazioni last minute. Tra le tipologie turistiche con le aspettative migliori si segnalano la Costa Adriatica e le Città d’arte. C’è da sottolineare che il buon andamento climatico che ha caratterizzato il mese di settembre può avere favorito le vacanze, consentendo di chiudere la stagione estiva con un bilancio ancora più positivo. Giova sottolineare che nelle sei province che sono state in grado di fornire i dati, settembre si è chiuso con una crescita delle presenze dell’1,8 per cento rispetto a un anno prima.

Altri aspetti evidenziati dall’indagine del Centro Studi Turistici di Firenze sono stati rappresentati dalla forte incidenza del movimento turistico del weekend, e non è una novità, e dalla diminuzione della permanenza media degli ospiti, che si è associata alla riduzione della spesa dei turisti. Sotto quest’ultimo aspetto, la redditività delle imprese, secondo l’indagine commissionata da Assoturismo-Confesercenti ha registrato, tra giugno e agosto 2011, una situazione meno rosea rispetto a quella descritta per le presenze. Il fatturato ha accusato un calo dello 0,9 per cento, dovuto alla forte competizione sulle tariffe del ricettivo. Le diminuzioni più sostenute hanno riguardato gli operatori dell’Appennino e Verde (-3,2 per cento) e delle Terme e benessere (-2,2 per cento), mentre una maggiore tenuta è stata registrata per le imprese delle Città d’arte (-1,3 per cento) e della Costa Adriatica (-0,4 per cento).

La crescita dei pernottamenti si è riflessa positivamente sul tasso di occupazione delle strutture ricettive. Nel corso della stagione estiva si è mediamente attestato al 63,2 per cento, superando largamente la percentuale del 51,9 per cento riscontrata un anno prima. Il valore è salito al 70 per cento per le strutture alberghiere (era il 62 per cento nel 2010) e sceso al 45,5 per cento per quelle extralberghiere, rispetto al 40,4 per cento della stagione estiva 2010. Per effetto della stagionalità, il tasso di occupazione più elevato è stato registrato dalle strutture della Costa Adriatica (75,4 per cento), mentre quello più contenuto ha riguardato le Città d’arte (42,9 per cento). In entrambi i casi c’è stato un miglioramento rispetto all’anno precedente, rispettivamente di 7,5 e 3,7 punti percentuali.

2.9.2. La consistenza delle imprese.

A fine settembre 2011 il ramo di attività dei servizi di alloggio e di ristorazione si articolava in Emilia-Romagna su 28.308 imprese attive, vale a dire l’1,9 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2010 (+2,7 per cento in Italia). La nuova crescita della consistenza delle imprese è da attribuire all’afflusso netto delle “variazioni”, che traducono in buona parte l’attribuzione del codice di attività in un secondo

tempo rispetto alla data di iscrizione. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni, escluso quelle di ufficio che non hanno alcuna valenza congiunturale, è infatti risultato negativo per 416 imprese.

Sotto l’aspetto della forma giuridica, sono state le società di capitale a crescere maggiormente (+5,2 per cento), in linea con quanto avvenuto nel Paese (+6,5 per cento). Per società di persone e ditte individuali sono stati registrati aumenti meno sostanziosi, pari rispettivamente all’1,1 e 1,9 per cento. In Italia si sono avuti incrementi più sostenuti, soprattutto nell’ambito delle persone imprese individuali (+2,3 per cento). Il piccolo gruppo delle “altre forme giuridiche”, che ha rappresentato in regione quasi l’1 per cento del totale, è salito dell’1,4 per cento, a fronte della crescita nazionale del 6,2 per cento.

La crescita delle società di capitale è un fenomeno che ha radici profonde, in linea con l’andamento generale. A fine 1994 per gli alberghi e pubblici esercizi3 si aveva una incidenza del 3,9 per cento del totale delle imprese attive. A fine settembre 2011 la percentuale sale all’11,8 per cento, in aumento rispetto alla percentuale dell’11,4 per cento di un anno prima.

Il costante aumento della popolazione straniera si rispecchia anche sulla struttura imprenditoriale. La compagine degli imprenditori stranieri, valutata sulla base delle persone attive che hanno ricoperto cariche nel Registro imprese (titolare, socio, amministratore, ecc.), si è ulteriormente rafforzata. A fine settembre 2011 è stata registrata un’incidenza dell’11,0 per cento sul totale delle persone, superiore a quella riscontrata nell’universo delle imprese (7,5 per cento) e tra le più elevate del Paese, se si considera che solo due regioni, vale a dire Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, hanno registrato percentuali superiori, rispettivamente pari al 13,1 e 13,4 per cento. Nell’anno precedente la percentuale era attestata al 10,2 per cento. In Italia è stata registrata una incidenza più contenuta pari all’8,8 per cento, rispetto all’8,3 per cento di settembre 2010.

L’analisi per nazionalità vede prevalere gli italiani con 44.313 cariche in crescita rispetto alle 44.104 di un anno prima. Tra gli stranieri troviamo al primo posto i cinesi, con 1.329 persone, di cui 411 titolari. Un anno prima erano rispettivamente 1.147 e 338. Seguono molto più a distanza romeni (374), albanesi (290) e pakistani (290). Sopra le 200 unità troviamo inoltre Svizzera, Germania ed Egitto. In tutto sono centoquindici le nazioni rappresentate.

2.9.3. L’occupazione.

Secondo il Sistema annuale di monitoraggio delle imprese e del lavoro (Smail), a inizio 2011 l’occupazione dei settori maggiormente orientati alle attività turistiche4 si è articolata su 118.163 addetti distribuiti in 37.336 unità locali situate in regione. Siamo di fronte a un settore in forte espansione se si considera che rispetto alla situazione di inizio 2008 c’è stato un aumento dell’11,0 per cento, in contro tendenza rispetto alla diminuzione dell’1,3 per cento rilevata nel complesso dell’occupazione. Nemmeno la grave crisi del 2009 è riuscita ad intaccare la consistenza degli occupati, che a inizio 2010 sono cresciuti in Emilia-Romagna del 3,7 per cento rispetto alla situazione di un anno prima.

La crescita complessiva degli addetti delle attività più orientate al turismo è stata trainata dal comparto più consistente, ovvero i servizi di ristorazione – hanno inciso per circa l’82 per cento dell’occupazione del settore turistico - (+13,7 per cento), a fronte della sostanziale stabilità rilevata nei servizi di alloggio (+0,2 per cento) e nelle agenzie di viaggi, tour operator e servizi di prenotazione (-0,03 per cento).

Tra le principali caratteristiche dell’occupazione turistica, c’è la maggiore incidenza di imprenditori sul totale degli addetti (35,0 per cento) sia rispetto al complesso dell’economia (30,9 per cento) che alle attività del terziario (32,3 per cento). Rispetto alla situazione di inizio 2008 gli imprenditori sono cresciuti del 10,6 per cento, avvicinandosi alla crescita media del settore. Tra inizio 2008 e inizio 2011 gli imprenditori dei servizi di ristorazione sono aumentati dell’11,9 per cento. Un andamento analogo, ma in misura più contenuta, ha riguardato anche i servizi di alloggio (+4,1 per cento) e quelli legati alle agenzie di viaggi, ecc. (+10,2 per cento).

Per quanto riguarda l’immigrazione, il settore turistico si segnala per l’elevata incidenza sul totale degli occupati. A inizio 2011 gli addetti nati all’estero sono risultati 20.511, equivalenti al 17,5 per cento dell’occupazione, a fronte della media generale dell’11,1 per cento. Rispetto alla situazione di due anni prima gli stranieri sono aumentati del 5,9 per cento, in misura tuttavia più contenuta rispetto a quanto registrato per gli italiani (+8,0 per cento). Il grosso dell’occupazione straniera è costituito da dipendenti (95,6 per cento), in misura assai più ampia rispetto agli italiani (58,3 per cento). Sotto l’aspetto del genere

3 I dati sono riferiti alla codifica Istat delle attività Ateco2002. Dal 2009 è stata adottata la nuova codifica Ateco2007 che ha di fatto provocato una discontinuità con gli anni precedenti.

4 Si tratta dei servizi di alloggio, ristorazione, agenzie di viaggi, tour operator e servizi di.prenotazione.

predomina quello femminile, con una quota del 60,1 per cento sul totale degli addetti, largamente superiore alla percentuale del 37,6 per cento degli italiani. Gli indipendenti hanno inciso per appena il 4,4 per cento, a fronte della quota del 41,7 per cento degli italiani.

Per quanto concerne la nazionalità, troviamo ai primi posti i romeni, con una incidenza del 18,3 per cento sul totale degli addetti stranieri, davanti ad albanesi (11,8 per cento) e cinesi (7,2 per cento). I romeni si distinguono per l’elevata percentuale di donne alle dipendenze, per lo più impiegate nel comparto della ristorazione, equivalenti al 76,8 per cento del totale degli addetti (37,6 per cento per le italiane) e al 23,3 per cento del totale delle dipendenti straniere. Negli albanesi e nei cinesi la percentuale dei dipendenti donne sul totale degli addetti scende rispettivamente al 59,0 e 36,3 per cento.

Vacanzieri e non…

Nel 2010 sono stati circa due milioni e 555 mila gli emiliano-romagnoli che si sono recati in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi dodici mesi, equivalenti al 58,8 per cento della popolazione. Se confrontiamo questa percentuale con quella media dei cinque anni precedenti emerge una moderata diminuzione pari a circa un punto percentuale. C’è stato nella sostanza un riallineamento, dopo la caduta di quasi quattro punti percentuali rilevata nel 2009 rispetto al quinquennio 2004-2008, che possiamo ascrivere tra gli effetti della più grave crisi economica dopo il crollo di Wall Street e al conseguente calo dei consumi.

In ambito regionale i più vacanzieri sono risultati nuovamente gli abitanti della Lombardia, con una percentuale sulla popolazione pari al 68,7 per cento, davanti a Trentino-Alto Adige (62,6 per cento), Piemonte (61,8 per cento) e Valle d’Aosta (60,2 per cento). Nelle rimanenti regioni la percentuale scende sotto la soglia del 60 per cento, in un arco compreso tra il 58,8 per cento, come detto, dell’Emilia-Romagna e il 27,4 per cento della Calabria, che continua ad essere la regione meno propensa alle vacanze del Paese. Man mano che si discende la penisola la percentuale di vacanzieri sulla popolazione tende a ridursi, quasi a ricalcare i minori livelli di reddito esistenti tra il Sud e il resto d’Italia.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi non va in vacanza. Nel 2010 sono stati 1.772.000 gli emiliano-romagnoli che non hanno fatto vacanze negli ultimi dodici mesi, pari al 40,8 per cento della popolazione. Rispetto alla media dei cinque anni precedenti c’è stato un aumento di un punto percentuale e anche in questo caso si può parlare di riallineamento, dopo la crescita di circa tre punti percentuali registrata nel

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi non va in vacanza. Nel 2010 sono stati 1.772.000 gli emiliano-romagnoli che non hanno fatto vacanze negli ultimi dodici mesi, pari al 40,8 per cento della popolazione. Rispetto alla media dei cinque anni precedenti c’è stato un aumento di un punto percentuale e anche in questo caso si può parlare di riallineamento, dopo la crescita di circa tre punti percentuali registrata nel

Nel documento Rapporto 2011 (3.9mb) (pagine 160-165)