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Agricoltura

Nel documento Rapporto 2013 (.pdf 3.4mb) (pagine 104-112)

2.4.1. Quadro regionale

Agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2011 hanno concorso alla formazione del reddito regionale con oltre 2.900,9 milioni di euro, equivalenti al 2,3 per cento del totale, rispetto al contributo del 2,0 per cento fornito dall’agricoltura al valore aggiunto nazionale. Alla fine dello scorso anno, le imprese attive nell’agricoltura e silvicoltura erano quasi 65.900, il 15,5 per cento del totale, mentre l’occupazione è risultata pari a poco quasi 76 mila addetti, nella media dell’anno, ovvero il 3,8 per cento del totale. Le vendite all’estero di prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono ammontate a quasi 866 milioni di euro, pari all’1,8 per cento del totale delle esportazioni regionali.

La produzione lorda vendibile

In base alle prime stime elaborate dall'Assessorato Regionale Agricoltura, il valore delle produzioni agricole dell'Emilia-Romagna ha registrato una contrazione su base annua di circa il 3 per cento nel corso del 2013. La flessione interrompe un ciclo positivo durato tre anni. La produzione lorda vendibile resta comunque prossima al livello dei 4.400 milioni di euro (tab. 2.4.1).

Il risultato è stato determinato dalla flessione dei seminativi, derivante soprattutto dal calo di cereali, cui si sono aggiunte le diminuzioni del valore di patate e ortaggi e della barbabietola da zucchero. All'origine di tale contrazione del valore economico dei seminativi è la flessione dei prezzi di molte produzioni, in particolare tra cereali e colture industriali, e delle rese medie per ettaro, a seguito di un andamento meteorologico primaverile estremamente anomalo.

Il bilancio complessivo previsto per il comparto frutta è al momento positivo con un incremento stimato tra il 16 e il 17 per cento, fatta salva la possibilità di eventuali aggiustamenti derivanti dalla campagna di commercializzazione ancora in pieno svolgimento di mele, pere ed actinidia

Il quadro del settore allevamenti presenta una situazione nel complesso stazionaria. Le flessioni di fatturato che hanno interessato bovini e suini, a seguito principalmente di una diminuzione dei volumi quantitativi, sono state compensate dalla crescita delle carni avicunicoli, che hanno invece beneficiato di una tendenziale crescita dei prezzi di mercato. Stabile è, infine, la situazione del comparto lattiero-casearia, in quanto non si registrano nei confronti dello scorso anno sostanziali variazioni sia in termini produttivi che di mercato

Le esportazioni

Tra gennaio e settembre 2013, le esportazioni di prodotti agricoli, animali e della caccia sono risultate pari a poco più di 603,4 milioni di euro, con un lieve incremento (+0,9 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2012. La tendenza è risultata inferiore a quella del complesso delle esportazioni regionali (2,0 per cento), come è tipico per un settore anticiclico e caratterizzato da una ridotta dinamica. Le vendite all’estero di prodotti agricoli costituiscono l’1,6 per cento del totale di quelle regionali. Nello stesso periodo il fatturato estero dell’agricoltura italiana è risultato in crescita del 4,4 per cento anche se rappresenta solo l’1,4 per cento delle esportazioni complessive.

La base imprenditoriale

La consistenza delle imprese attive nei settori dell'agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca continua a seguire un pluriennale trend negativo, accentua tosi particolarmente negli ultimi dodici mesi. A fine settembre 2013, risultava pari a 62.939 con una riduzione di 3.325 unità (-5,0 per cento), rispetto allo stesso mese dello scorso anno (fig. 2.4.1). La tendenza negativa riguarda però solo le imprese strettamente agricole, che sono diminuite di 3.372 unità (-5,3 per cento), mentre tendono ad aumentare sia la piccola base imprenditoriale della silvicoltura (rapidamente), sia (lentamente) quella più ampia della pesca ed acquacoltura.

A livello nazionale le imprese attive nell'agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca sono diminuite del 4,0 per cento nello stesso intervallo di tempo.

Il calo è stato determinato dal processo di ristrutturazione del sistema imprenditoriale dell’agricoltura regionale in corso da anni, ma anche da una sua effettiva riduzione, subita a fronte della difficile

congiuntura. A conferma di ciò sta il segnale negativo dato dall’inversione della tendenza positiva riguardante le imprese attive agricole costituite come società di capitali, che, rispetto al settembre dello scorso anno, hanno accusato una lieve riduzione, che si è associata a quella che ha interessato le imprese costituite con altre forme societarie, ovvero le cooperative. Il grosso della flessione della base imprenditoriale è derivato comunque da una forte flessione delle ditte individuali (-6,0 per cento). Le società di persone hanno mostrato invece una buona capacità di tenuta e sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,2 per cento).

A livello nazionale la tendenza all’aumento delle società di capitale non si è interrotta, ma si è solo indebolita rispetto allo scorso anno, (+3,1 per cento). Ad essa si è affiancato un più sostanzioso aumento delle società di persone. La tendenza negativa ha invece caratterizzato sia le ditte individuali, sia le cooperative e i consorzi.

Tab. 2.4.1. Coltivazioni erbacee e legnose, superficie totale, resa, produzione raccolta e variazioni rispetto all’anno precedente, Emilia-Romagna,

Coltivazioni e Superficie (1) Resa Produzione raccolta Prezzi Plv produzioni ha Var. % q/ha Var. % tonnellate Var. % Var. % Euro m. Var. %

Cereali 2.263.455 2,6 509,2 -17,6

Frumento tenero 171.604 7,1 56,8 -16,2 974.362 -4,4 -20,8 204,6 -24,2

Frumento duro 39.723 -16,2 50,8 -16,4 201.603 -20,3 -3,6 54,4 -23,1

Orzo 19.972 -4,2 51,1 -5,7 102.000 -1,9 -19,4 19,9 -20,9

Risone 31.591 -25,0 35,0 13,6 1,3

Mais 101.591 -10,6 83,0 28,9 793.898 15,0 -25,4 146,9 -14,2

Sorgo da granella 25.811 12,0 62,0 45,9 160.000 63,3 -32,7 28,0 9,9

Patate e ortaggi 1.826.197 -15,3 404,7 -4,6

Patate 5.216 -6,7 358,0 -6,8 186.700 -13,0 22,7 50,4 6,8

Piselli 3.488 -33,2 57,1 2,7 15.200 -30,2 -11,9 4,2 -38,5

Pomodoro (a) 20.181 -10,3 689,1 -0,2 1.320.000 -15,1 9,2 109,6 -7,3

Aglio 586 2,4 107,2 -10,1 6.280 -7,9 -3,0 10,0 -10,7

Cipolla 2.636 -15,1 314,8 -19,8 82.990 -31,9 52,9 21,6 4,2

Melone 1.266 -5,5 249,7 3,9 29.200 -9,2 -2,8 10,2 -11,8

Cocomero 1.456 -11,8 377,4 -8,8 54.940 -19,5 -9,1 11,0 -26,9

Asparago 661 -2,8 59,0 -10,7 3.900 -13,2 -7,7 6,0 -19,9

Fragole 227 -28,4 312,3 -1,9 7.090 -29,7 4,4 11,7 -26,6

Piante industriali 1.102.060 -10,9 82,3 2,3

Barbabietola 1.023.860 -15,1 -7,8 48,1 -21,7

Soia 20.993 38,8 32,5 73,8 68.200 166,9 -19,4 28,3 115,1

Girasole 10.000 59,1 -35,3 2,8 2,9

Coltivazioni erbacee 1.118,2 -17,9

Arboree 1.209.673 3,7 0,0 687,0 16,6

Mele 3.990 -1,8 368,2 27,0 141.442 20,0 19,0 70,7 42,9

Pere 20.558 -0,2 265,9 32,2 476.462 15,0 8,3 309,7 24,6

Pesche 6.952 -6,1 215,3 -6,4 149.660 -12,1 9,4 52,4 -3,9

Nettarine 9.067 -1,3 236,9 -5,7 214.820 -6,9 12,1 79,5 4,4

Albicocche 4.187 5,3 115,0 -27,2 48.140 -23,4 33,3 28,9 2,2

Ciliegie 1.898 3,6 61,7 4,8 11.190 3,8 0,0 29,1 3,8

Susine 3.570 0,6 219,8 11,9 78.464 12,6 31,6 39,2 48,1

Prodotti trasformati 431,9 -2,1

Vino (3) 6.489.548 15,0 -15,0 399,4 -2,2

Coltivazioni arboree 1.118,9 8,6

Produzioni vegetali 2.237,1 -6,5

Carni bovine (4, 5) 88.315 -5,0 -0,0 180,1 -5,0

Carni suine (4, 5) 212.060 -8,0 4,3 330,0 -4,0

Pollame e conigli (4, 5) 270.810 0,3 9,0 351,3 9,3

Latte vaccino e derivati 1.871.494 -1,2 1,5 926,4 0,3

Produzioni zootecniche 2.139,6 0,4

Plv Agricola regionale 4.376,7 -3,2

(1) Superficie in produzione. (2) Unità foraggere in migliaia. (3) Ettolitri. (4) Peso vivo. (5) Migliaia di tonnellate. (6) Milioni di pezzi.

(a) Da industria.

Fonte: Assessorato agricoltura, Regione Emilia-Romagna.

Il settore regionale ha una struttura societaria più solida di quella media dell’agricoltura nazionale. Del totale delle imprese agricole attive a livello regionale a fine settembre, solo l’1,6 per cento risultava costituito come società di capitale, ma il 15,2 per cento era dato da società di persone. Seguono poi l’82,3 per cento dato dalle ditte individuali e l’1,0 per cento da imprese costituite sotto altre forme societarie.

Anche a livello nazionale la composizione percentuale delle imprese agricole per forma giuridica è data da un 1,6 per cento di società di capitale, ma le società di persone rappresentano solo il 7,5 per cento del totale, mentre per l’89,6 per cento si tratta di le ditte individuali e solo per lo 0,8 per cento dalle imprese con altre forme societarie.

Il lavoro

Con l’eccezione dello scorso anno e del 2009, i dati relativi all’indagine sulle forze di lavoro hanno mostrato una continua tendenza alla riduzione del complesso degli occupati agricoli. Non farà eccezione il 2013, per quanto visto tra gennaio e settembre. Gli occupati agricoli sono risultati in media poco più di 66.600, con un’ampia diminuzione del 12,2 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La tendenza è stata più marcata per i dipendenti (-16,7 per cento), risultati pari a oltre 25 mila, e comunque ampia anche tra gli indipendenti (-9,1 per cento), scesi a quota 41 mila, pari al 57,1 per cento del totale degli addetti del settore, coerentemente con l’andamento della compagine imprenditoriale.

Cresce il peso della presenza femminile. Le donne costituiscono il 35,8 per cento degli occupati in agricoltura, sono aumentate rispetto allo scorso anno dell’8,6 per cento, giungendo quasi a quota 21.900.

L’andamento non è stato però uniforme. Le indipendenti sono aumentate del 21,1 per cento, mentre le dipendenti sono leggermente diminuite (-2,9 per cento). Gli occupati maschi si sono invece ridotti del 19,7.

2.4.2. Le coltivazioni agricole regionali

Cereali

Secondo i dati dell’Assessorato regionale, il comparto cerealicolo chiude un bilancio dell’annata pesantemente negativo (tab. 2.4.1), principalmente dovuto all’andamento dei prezzi, ma anche a quello delle produzioni. Il valore della produzione lorda vendibile dei cereali si è ridotto di circa il 18 per cento, tanto da fare scendere al 12 per cento circa la sua quota della Plv regionale.

A tale proposito i prezzi della nuova produzione 2013 dei cereali quotati alla Borsa di Bologna sono apparsi anche sensibilmente inferiori a quelli dell’anno precedente, in consonanza con l’andamento dei mercati internazionali (fig. 2.4.2). Ciò nonostante le quotazioni sono risultate superiori, anche sensibilmente , alle media del triennio 2010-2012.

In particolare, la produzione raccolta di frumento tenero è scesa del 4 per cento, rispetto allo scorso anno. L’andamento commerciale negativo ha determinato la riduzione della relativa produzione lorda vendibile del 24 per cento. Dopo l’ingresso del nuovo raccolto sul mercato, tra luglio e novembre, le

Figura 2.4.1. Demografia delle imprese, consistenza delle imprese attive e variazioni tendenziali, 30 settembre 2013

Emilia-Romagna Italia

Stock Variazioni Stock Variazioni

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati InfoCamere – Movimprese.

Agricoltura

quotazioni regionali rilevate sulla piazza di Bologna per le tipologie considerate sono risultate inferiori a quelle della scorsa stagione tra il 21 e il 22 per cento.

La produzione raccolta di mais dovrebbe fare registrare un aumento del 15 per cento, dopo l’eccezionale crollo dello scorso anno. I prezzi internazionali hanno mostrato una tendenza negativa. Con l’arrivo della nuova produzione, i prezzi fatti segnare dal mais, nei mesi da agosto a novembre sono risultati inferiori del 23 per cento a quelli dello stesso periodo dello scorso anno. Un fattore che d’altro canto va a determinare in positivo la redditività degli allevamenti, in particolare suini e avicoli.

L’andamento commerciale negativo ha quindi determinato una riduzione del valore della produzione lorda vendibile attorno al 14 per cento.

Ortaggi

Secondo l’Assessorato, è risultato negativo (-4,6 per cento) il saldo del comparto degli ortaggi, che costituisce più del 9 per cento del totale del valore della produzione lorda vendibile, che ha mostrato andamenti della produzione principalmente negativi e tendenze dei prezzi contrastanti per le diverse colture (tab. 2.4.1).

La produzione raccolta di pomodoro da industria regionale è calata di quasi del 15 per cento, a poco più di 1 milione 300 mila tonnellate. Al contrario i prezzi sono saliti del 9 per cento, Così che il valore della Plv , pari a circa il 2,5 per cento di quella totale, è sceso del 7 per cento.

Il raccolto di patata comune è diminuito del 13 per cento, mentre l’andamento di mercato è stato fortemente positivo, come avvenuto nella scorsa stagione. Il valore della produzione di questa coltivazione dovrebbe quindi essere aumentato di circa il 7 per cento.

Coltivazioni industriali

La produzione lorda vendibile regionale delle piante industriali rappresenta solo l’1,9 per cento del totale e deriva per due terzi dalla coltivazione delle barbabietola da zucchero, ormai marginale, e per un terzo dalla soia. Secondo l’Assessorato il sensibile calo della produzione e l’andamento negativo delle quotazioni hanno determinato una riduzione della produzione lorda vendibile originata dalla bieticoltura di quasi il 22 per cento. (tab. 2.4.1).

Coltivazioni arboree

Le stime dell’Assessorato regionale indicano un incremento complessivo del valore della produzione

Fig. 2.4.2. Prezzi della cerealicoltura

Frumento tenero fino n°3 Grano duro Nord

Granoturco nazionale comune Sorgo bianco

Fonte: Borsa merci di Bologna 150,00

200,00 250,00 300,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

180,00 230,00 280,00 330,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

150,00 200,00 250,00 300,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

150,00 200,00 250,00 300,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

lorda vendibile delle coltivazioni arboree di quasi il 17 per cento (tab. 2.4.1). Il dato definitivo risentirà di eventuali aggiustamenti derivanti dalle campagne di commercializzazione ancora in pieno svolgimento per importanti prodotti.

Buoni risultati per le pere. La produzione raccolta dovrebbe essere aumentata del 15 per cento. Le quotazioni sono salite nuovamente, di circa l’8 per cento rispetto allo scorso anno. Si dovrebbe quindi registrare un forte aumento (+25 per cento) del valore della produzione lorda vendibile originata da questa importante coltivazione, da cui deriva il 7,1 per cento della Plv regionale.

Ottima stagione per le mele. Il raccolto è aumentato di un 20 per cento e le quotazioni sono cresciute della stessa misura. Il valore della produzione dovrebbe quindi essere aumentato attorno al 43 per cento.

Per le pesche e le nettarine, secondo il classico andamento inverso, ad una riduzione della produzione raccolta si affiancato un aumento delle quotazioni, con risultati contrari sul valore della produzione regionale: la Plv derivante dalle coltivazioni di pesche ha registrato una flessione del 4 per cento, quella delle nettarine è invece aumentata della stessa misura.

Annata ambivalente per il vino. La stima della produzione è di quasi 6,5 milioni di ettolitri, in aumento del 15 per cento nei confronti della campagna precedente. Per quanto riguarda gli andamenti di mercato, pur essendo ancora abbastanza prematuro formulare delle previsioni completamente attendibili, si può ipotizzare una discesa dei prezzi medi anch’essa del 15 per cento, che dovrebbe lasciare quasi invariato o leggermente cedente il valore complessivo dei prodotti della vinificazione.

2.4.3. La zootecnia

Il bilancio del settore zootecnico evidenzia un lieve aumento dei ricavi su base annua (tab. 2.4.1).

Bovini

Secondo la Regione, il valore della produzione lorda vendibile di carni bovine dovrebbe ridursi del 5 per cento, a causa della diminuzione del numero di capi avviati alla macellazione. Esaminiamo ora l’andamento commerciale delle tipologie di bestiame bovino considerate come indicatori del mercato regionale (fig. 2.4.3) nel periodo da gennaio a novembre. Al di là delle tipiche oscillazioni stagionali, le quotazioni dei vitelli baliotti da vita pezzati neri 1° qualità sono apparse nuovamente in flessione (-14,1

Fig. 2.4.3. Prezzi della zootecnia bovina: bestiame bovino, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Vitelli baliotti da vita:

pezzati neri 45-55kg

Vacche da macello, peso morto:

Mezzene O2-O3 Kg. 300-350

Bovini maschi da ristallo:

Charolaise ed incroci francesi Kg. 450

Vitelloni maschi da macello, peso vivo:

Charolaise ed incroci francesi Kg. 700-750

Fonte: Borsa merci di Modena 0,90

1,60 2,30 3,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

2,00 2,50 3,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

1,80 2,30 2,80

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

2,00 2,20 2,40 2,60

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

per cento). A fine anno le quotazioni si sono collocate su livelli storicamente bassi, prossime ai minimi del 2007 e risultano inferiori del 18 per cento rispetto alla media dei tre anni precedenti. Anche le quotazioni delle vacche da macello, un importante sottoprodotto della zootecnia bovina da latte, sono risultate in diminuzione. I prezzi delle mezzene O2-O3 sono diminuite dell’8,0 per cento in media. I livelli a fine anno sono precipitati sensibilmente allontanandosi ampiamente dai massimi dell’ultimo decennio toccati a metà dello scorso anno, anche in connessione al tentativo di controllare la produzione di Parmigiano Reggiano.

Con riferimento alla zootecnia bovina da carne, nello stesso periodo, i prezzi dei vitelloni maschi da macello Limousine hanno mostrato una lieve crescita (+3,9 per cento) e hanno stabilito i nuovi livelli massimi. Al contrario le quotazioni dei vitelloni maschi da macello Charolaise sono risultate leggermente cedenti (-1,2 per cento). Tra i fattori di costo, in particolare, si evidenzia la riduzione dei prezzi dei vitelloni maschi da vita Charolaise 450kg sono scesi in maniera ben più netta, -8,1 per cento, evidenziando un probabile problema di domanda.

Secondo la Regione, la situazione del comparto lattiero-caseario appare stabile, in quanto nel complesso non si registrano nei confronti dello scorso anno sostanziali variazioni sia in termini produttivi che di mercato.

Sul mercato di Parma, tra gennaio e novembre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i prezzi dello zangolato sono saliti del 54,3 per cento, annullando la perdita dello scorso anno e portandosi sui livelli massimi degli ultimi dieci anni (fig.

2.4.4).

Secondo i dati del Consorzio tutela del formaggio Grana Padano, dopo tre anni di crescita, tra gennaio e novembre, la produzione nazionale è diminuita del 3,6 per cento scendendo a sfiorare quota 4 milioni 166 mila forme. L’andamento del mercato del Grana Padano è apparso negativo (fig. 2.4.4), nonostante la forte ripresa dei prezzi avviata da agosto. Tra gennaio e fine novembre, la quotazione media per il Grana Padano con stagionatura di 10 mesi sulla piazza di Mantova è stata di 7,00€/kg, in discesa del 7,0 per cento rispetto a quella dell’analogo periodo dell’’anno precedente. Occorre comunque ricordare che escludendo il biennio 2011-2012, il prezzo medio per il 2013 risulta il più elevato mai registrato, la media nel 2009 era di soli 5,79€/kg.

Parmigiano-Reggiano

Secondo i dati del Consorzio, la produzione di formaggio Parmigiano-Reggiano risulta in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.749.032 forme, con un calo dello 0,9 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.441. 509 forme con un riduzione analoga (-1,0 per cento).

Al 18 novembre le vendite da caseificio a stagionatore della produzione a marchio 2012 hanno raggiunto una quota pari al 73,8 per cento delle partite disponibili. Alla stessa data dell’anno scorso risultava venduta una quota pari al 78,6 per cento della produzione vendibile marchiata 2011.

I contratti siglati tra gennaio e il novembre scorso hanno fatto registrare una quotazione media della produzione a marchio 2012

Fig. 2.4.4. Prezzi caseari

Zangolato di creme fresche per burrificazione

Fonte: Borsa merci di Parma

Grana Padano stagionatura di 10 mesi

Fonte: Borsa merci di Mantova

07/10 01/11 07/11 01/12 07/12 01/13 07/13 marc. 2010 marc. 2011 marc. 2012

(€8,59/kg) in ribasso (-5,1 per cento) rispetto a quella della produzione marchiata 2011 (fig. 2.4.4). Per trovare un livello inferiore, ma sensibilmente più basso dell’attuale, occorre riandare alle produzioni a marchio compreso tra il 2004 e il 2008.

Le giacenze totali di Parmigiano-Reggiano al 31 ottobre 2013 si sono ridotte a 1.495.790 forme (+7,4 per cento) rispetto alla stessa data dello corso anno. In particolare, le sole scorte di formaggio di oltre 18 mesi, quindi pronto al consumo, sono rimaste sostanzialmente stazionarie (+0,4 per cento), ma all’elevata quota di 527.996 forme.

Nonostante la discesa delle quotazioni, l’andamento recente della produzione, delle partite vendute e delle scorte di formaggio portano a considerazioni negative per il futuro, a meno che non si sia solo recentemente avviato un processo di riduzione della capacità di produzione. L’attuale caduta dei consumi apparentemente destinata a durare a lungo.

Secondo la rilevazione Nielsen, nei canali della distribuzione moderna, sono state complessivamente vendute 29.209 tonnellate di Parmigiano-Reggiano nel periodo da gennaio al 3 novembre, con una flessione dell’1,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le vendite complessive dei formaggi duri hanno mostrato un calo del 2,6 per cento. Le vendite di Grana Padano hanno subito una più ampia riduzione (-6,9 per cento), mentre sono stabili quelle di Trentingrana (+0,2 per cento) e in sensibile aumento quelle degli altri duri (+9,7 per cento).

Suini

I ricavi dell’annata per gli allevamenti suini dovrebbero risultare in flessione del 4 per cento, nonostante un aumento delle quotazioni, a causa della diminuzione delle produzioni dell’8 per cento (tab. 2.4.1).

Veniamo all’andamento commerciale delle tipologie considerate come indicatori del mercato (fig.

2.4.5). Nella media del periodo da gennaio a novembre, le quotazioni dei suini grassi da macello (156-176kg) hanno fatto registrare un lieve aumento medio dello 0,8 per cento e sono sui massimi precedentemente toccati nel 2001 durante la crisi di “mucca pazza”. Nella media i prezzi dei lattonzoli di 30kg hanno registrato una lieve flessione (-2,7 per cento), ma si collocano su livelli massimi non toccati dal 2002 in poi.

Avicunicoli

Un’altra annata positiva per la produzione degli allevamenti avicunicoli. L’Assessorato stima un incremento del valore della produzione per il settore avicunicolo del 9 per cento, determinato dalla una crescita delle quotazioni a fronte della stazionarietà delle produzioni.

Prendiamo in esame l’andamento commerciale delle tipologie di avicunicoli considerate come indicatori del mercato regionale (fig. 2.4.6), per il periodo tra gennaio e novembre. In media il prezzo dei polli bianchi pesanti è salito ulteriormente (+4,5 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è risultato superiore del 9,8 per cento alla media dei tre anni precedenti e si trova sui livelli massimi dal 2001. Anche le quotazioni dei tacchini pesanti maschi sono salite e più rapidamente (7,9 per cento) e hanno raggiunto massimi non più toccati dal 2000. In media sono risultate superiori del 9,5 per cento alla media dei tre anni precedenti. Il prezzo dei conigli pesanti ha nuovamente mostrato una tendenza positiva, ma più lieve di quella dello scorso anno, salendo dell’1,7 per cento. Anche in questo caso le quotazioni hanno raggiunto livelli non sperimentati dal periodo tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001.

Fig. 2.4.5. Prezzi della zootecnia suina: suini vivi, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Lattonzoli di 30kg Grassi da macello da oltre 156 a 176 kg

Fonte: Borsa merci di Modena 1,80

2,20 2,60 3,00

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

1,20 1,40 1,60 1,80

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

2 2 3

Al contrario l’andamento commerciale delle uova è risultato sensibilmente negativo (-18,0 per cento), dopo il notevole incremento registrato nel 2012 (59,3 per cento). positivo. Ciò nonostante, se si esclude il 2012, i prezzi risultano ampiamente superiori a quelli del periodo dal 2000 al 2011.

Fig. 2.4.6. Prezzi avicunicoli, mercato di Forlì, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Polli bianchi pesanti Tacchini pesanti maschi

Conigli pesanti, oltre 2,5 k Uova naturali medie 53-63 g

Fonte: Mercato avicunicolo di Forlì 0,90

1,00 1,10 1,20 1,30 1,40

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

1,20 1,30 1,40 1,50 1,60

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

1,40 1,60 1,80 2,00 2,20 2,40

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

0,60 0,90 1,20 1,50 1,80

2011 2012 2013

Prezzi Media 52 settimane

Nel documento Rapporto 2013 (.pdf 3.4mb) (pagine 104-112)