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Turismo

Nel documento Rapporto 2013 (.pdf 3.4mb) (pagine 155-161)

2.9.1. L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni

Premessa

L’analisi dell’andamento turistico si basa prevalentemente sui dati raccolti ed elaborati dalle Amministrazioni provinciali, con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Sei province, comprese quelle costiere, sono state in grado di fornire la documentazione statistica aggiornata fino a settembre. A compendio dell’analisi della stagione turistica si è fatto ricorso al contributo dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna e dei dati dell’indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia.

Al di là della parzialità e, soprattutto, della provvisorietà dei dati, le statistiche fornite dalle Amministrazioni provinciali, che vengono raccolte con non poca difficoltà, nella totalità degli esercizi, consentono di ricavare, quanto meno, una linea di tendenza abbastanza attendibile, come dimostrato dalle esperienze passate.

Il quadro generale. Le statistiche delle Amministrazioni provinciali.

La stagione turistica ha evidenziato una tendenza negativa, in linea con quanto riscontrato nel Paese1. Il “rimbalzo” che si attendeva, passati i timori indotti dal terremoto, non c’è stato. Questa situazione trae origine dal perdurare della recessione e dal conseguente calo della spesa delle famiglie. A ciò si è aggiunto lo sfavorevole andamento climatico dei mesi primaverili, con giugno considerato praticamente

“perduto” da taluni operatori. La ripresa della clientela straniera ha tuttavia mitigato i vuoti lasciati da quella italiana.

I dati provvisori raccolti in sei province dell’Emilia-Romagna2 relativamente al periodo gennaio-settembre 2013, hanno evidenziato per arrivi e presenze diminuzioni rispettivamente pari al 2,1 e 4,0 per cento. Come accennato precedentemente, la clientela straniera ha mostrato un andamento meglio intonato rispetto a quella italiana. I relativi arrivi nel complesso degli esercizi sono cresciuti del 5,1 per cento, a fronte della diminuzione del 4,5 per cento registrata per la clientela nazionale. In tema di pernottamenti, che fungono da base al calcolo del reddito del settore, quelli stranieri sono aumentati dell’1,6 per cento, a fronte della flessione del 5,6 per cento degli italiani.

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, sono state le strutture diverse da quelle alberghiere a soffrire maggiormente, con diminuzioni per arrivi e notti trascorse pari rispettivamente al 5,8 e 7,4 per cento. La pronunciata flessione delle presenze extra-alberghiere è stata soprattutto determinata dalla clientela italiana (-8,6 per cento), a fronte del più contenuto calo di quella straniera (-2,1 per cento).

Le strutture alberghiere hanno registrato per arrivi e presenze diminuzioni rispettivamente pari all’1,4 e 2,5 per cento. Anche in questo caso è stata la clientela italiana a mostrare l’andamento più negativo, con cali per arrivi e pernottamenti rispettivamente pari al 3,7 e 4,3 per cento. Di tutt’altro segno l’evoluzione della clientela straniera sia in termini di arrivi (+5,5 per cento) che di presenze (+2,8 per cento).

La riduzione più ampia delle presenze rispetto a quella degli arrivi ha ridotto il periodo medio di soggiorno, facendolo scendere a 4,86 giorni rispetto ai 4,95 di un anno prima. E’ stata pertanto confermata la tendenza che vede i turisti fermarsi sempre meno nelle varie strutture, segno anche questo di una capacità di spesa sempre più ridotta.

La stagione estiva

Se focalizziamo l’analisi dei flussi turistici relativi al quadrimestre giugno-settembre, che costituisce il cuore della stagione turistica (nel 2012 ha rappresentato circa i tre quarti del totale annuale dei pernottamenti), possiamo notare che nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Ravenna

1 Nel primi otto mesi del 2013 sono stati registrati, per arrivi e pernottamenti, cali rispettivamente pari al 4,2 e 4,5 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

2 Si tratta delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Ravenna e Rimini, che nel 2012 hanno rappresentato il 94,0 per cento del totale dei pernottamenti regionali.

e Rimini è emerso un andamento meno negativo rispetto alla tendenza emersa tra gennaio e settembre.

Per le notti trascorse è stata registrata una diminuzione pari al 2,5 per cento, mentre gli arrivi hanno evidenziato una crescita dell’1,7 per cento. Il periodo medio di soggiorno si è attestato a 5,71 giorni, in calo del 4,1 per cento rispetto a un anno prima.

Il basso profilo della stagione estiva è stato originato, sotto l’aspetto dei pernottamenti, soprattutto dal mese di giugno, che a causa delle avverse condizioni climatiche ha registrato una flessione del 7,6 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012. Il trimestre luglio-settembre ha mostrato una maggiore tenuta, facendo registrare una diminuzione media delle presenze dell’1,2 per cento. L’ottavo mese dell’anno continua a essere il più vacanziero, ma questo primato tende tuttavia a stemperarsi. Se nel 1990 agosto copriva circa il 33 per cento del totale dei pernottamenti annuali, nel 2000 la percentuale scende a circa il 27 per cento per ridursi nel 2012 al 25,8 per cento.

Anche nella stagione estiva la clientela straniera ha mostrato una migliore tenuta rispetto a quella italiana, facendo registrare, nel complesso degli esercizi, una crescita del 2,1 per cento dei pernottamenti, e del 7,8 per cento relativamente agli arrivi. La clientela italiana ha invece accusato un decremento del 3,8 per cento dei pernottamenti, a fronte della sostanziale stabilità degli arrivi (-0,3 per cento).

Dal lato della tipologia degli esercizi, le strutture alberghiere hanno mostrato, in termini di pernottamenti, un andamento meno negativo (-0,5 per cento) rispetto alle altre strutture ricettive (-6,8 per cento). La sostanziale tenuta delle presenze alberghiere è stata determinata dalla clientela straniera (+3,8 per cento) a fronte della riduzione dell’1,9 per cento degli italiani. Nell’ambito delle altre strutture ricettive, il calo complessivo del 6,8 per cento ha visto il concorso soprattutto degli italiani (-7,7 per cento) rispetto agli stranieri (-2,8 per cento).

Focus sui flussi stranieri in Emilia-Romagna.

Se approfondiamo l’andamento della clientela straniera per nazionalità, utilizzando i dati delle province costiere, assieme a Bologna e Parma, relativi al periodo gennaio-settembre 2013, si possono cogliere alcune tendenze.

La Germania continua a essere il paese più affezionato, con il 23,6 per cento dei pernottamenti stranieri, ma si tratta di un primato sempre più in discussione, soprattutto alla luce dei flussi provenienti dall’Europa dell’est, Russia in primis.

Nei primi nove mesi del 2013 la clientela tedesca, nel complesso degli esercizi, ha aumentato del 2,6 per cento gli arrivi e dell’1,2 per cento le presenze.

Come accennato in precedenza, il primato germanico è sempre più insidiato dai flussi provenienti dalla Russia, divenuti da qualche anno la seconda clientela al posto della Svizzera. I relativi arrivi sono aumentati del 10,4 per cento e sostanzialmente dello stesso tenore è stato l’incremento delle presenze (+11,7 per cento). Si tratta di una autentica performance, che è maturata in un contesto di crescita del Pil, anche se più lenta rispetto al 20123. La frequenza dei collegamenti aerei con lo scalo riminese è tra le cause di questo successo, ma il fallimento della società di gestione del “Fellini” rischia di mettere in discussione la continuità dei flussi4. E’ da sottolineare che in ambito nazionale, l’indagine della Banca d’Italia sul turismo internazionale ha registrato, tra il 2009 e il 2012, il crescente peso della spesa dei turisti russi, la cui incidenza è passata dal 2,2 al 3,7 per cento del totale straniero, mentre quella tedesca è rimasta invariata al 16,5 per cento. Nei primi otto mesi del 2013 la spesa dei turisti russi è aumentata del 26,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, mentre quella tedesca è diminuita del 9,1 per cento. Di conseguenza l’incidenza della spesa dei turisti russi è salita al 4,3 per cento del totale straniero contro il 3,3 per cento di un anno prima, mentre quella tedesca è scesa dal 17,2 al 15,4 per cento

La terza clientela per importanza, vale a dire la Svizzera assieme al Liechtenstein, ha accresciuto del 7,0 per cento gli arrivi e mantenuto sostanzialmente stabili i pernottamenti (+0,2 per cento). La Francia è il quarto cliente e nei primi nove mesi del 2013 ha aumentato gli arrivi del 2,5 per cento, senza tuttavia registrare un analogo andamento per i pernottamenti (-2,5 per cento). La sostanziale stagnazione della crescita economica - il Pil è aumentato di appena lo 0,2 per cento rispetto al 2012 – può avere influito sulla capacità di spesa dei turisti francesi. In ambito europeo, in termini di pernottamenti, aumenti percentuali di un certo spessore, oltre la soglia del 10 per cento, hanno riguardato, oltre i russi, ciprioti, maltesi, lituani, ucraini, norvegesi, bulgari, lettoni e turchi. E’ da notare che nei primi otto mesi del 2013 la spesa nazionale dei turisti provenienti dal paese della mezzaluna è aumentata del 64,1 per cento. In

3 Secondo l’outlook del Fmi di ottobre 2012 il Pil della Russia crescerà nel 2013 dell’1,5 per cento, in rallentamento rispetto all’aumento del 3,4 per cento registrato nell’anno precedente. Nel 2009 c’era stata una flessione del 7,8 per cento.

4 Le città collegate con Rimini sono Krasnodar, Mosca, Rostov e San Pietroburgo. Nei primi dieci mesi del 2013 sono stati movimentati 417.395 passeggeri rispetto ai 388.258 dello stesso periodo del 2012.

ambito extraeuropeo è da sottolineare la nuova crescita del mercato cinese (+39,8 per cento), assieme a quello coreano (+49,8 per cento) e israeliano (+12,3 per cento). Nei primi otto mesi del 2013 i turisti cinesi hanno speso in Italia 307 milioni di euro contro i 196 dell’analogo periodo del 2012 (+56,6 per cento).

I cali non sono tuttavia mancati. In ambito europeo quelli più sostenuti, oltre la soglia del 10 per cento, hanno riguardato le presenze danesi, romene, greche, croate e i slandesi. Tra i paesi extraeuropei sono diminuiti oltre il 10 per cento i pernottamenti dei turisti provenienti da Brasile, Egitto, Sud Africa e Venezuela.

L’indagine della Confesercenti regionale sulla stagione estiva.

La tendenza negativa delle presenze, emersa tra maggio e settembre sulla base delle statistiche delle Amministrazioni provinciali, ha trovato eco nella tradizionale indagine campionaria che il Centro Studi Turistici di Firenze esegue per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna. Nel trimestre giugno-agosto 2013 è stata stimata una diminuzione delle presenze dell’1,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, con la punta negativa più elevata a carico delle “Terme e benessere” (-4,4 per cento).

Nella “Costa Adriatica” e nelle “Città d’arte” i cali dei pernottamenti sono risultati rispettivamente pari all’1,2 e 1,4 per cento, mentre per le aree dell’”Appennino e verde” si può parlare di sostanziale tenuta (-0,7 per cento). E’ da sottolineare che a deprimere la situazione ci si è messo anche il clima, che nel mese di giugno è apparso piuttosto sfavorevole.

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, la flessione più accentuata è stata percepita dal settore extralberghiero (-2,9 per cento), mentre per gli alberghi la diminuzione stimata è stata dello 0,7 per cento.

Il turismo straniero ha evidenziato un andamento decisamente meglio intonato rispetto alla clientela italiana, in linea con quanto registrato dalle Amministrazioni provinciali. Il 29,4 per cento degli operatori lo ha giudicato in aumento, a fronte del 27,8 per cento che lo ha invece dichiarato in diminuzione. Il saldo positivo è da attribuire all’”Appennino e Verde” e alla “Costa Adriatica”, mentre saldi negativi hanno riguardato “Terme e Benessere” e le “Città d’arte”. Secondo gli operatori intervistati, hanno evidenziato un trend ascendente le provenienze da Germania, Belgio, Svizzera, Russia e altri paesi dell’Est, mentre sono apparsi stabili francesi, olandesi e scandinavi. Un certo riflusso ha invece riguardato statunitensi, britannici, austriaci, giapponesi e spagnoli.

E’ da sottolineare che i russi sbarcati all’aeroporto di Rimini nei primi dieci mesi del 2013 sono cresciuti del 7,5 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Di tutt’altro aspetto l’impatto della clientela italiana, con il 55,6 per cento degli operatori ad accusare diminuzioni, a fronte del 16,4 per cento che ha invece beneficiato di aumenti. In questo caso tutti i prodotti turistici hanno sofferto cali, con i saldi negativi più elevati nelle “Città d’Arte” e nelle “Terme e Benessere”.

Dal lato del prodotto, nelle località della Costa Adriatica la diminuzione della clientela italiana (-4,1 per cento) è stata parzialmente compensata dalla crescita del 5,6 per cento degli stranieri, che si sono valsi della vivacità espressa da tedeschi, svizzeri, olandesi, belgi, francesi, russi e paesi dell’Est. Nelle “Terme e Benessere” spicca la flessione del 13,6 per cento delle presenze italiane, cui ha fatto eco la leggera diminuzione di quelle straniere (-0,8 per cento), la cui sostanziale tenuta è dipesa dalla crescita delle provenienze da Austria, Svizzera e paesi dell’Est. Nell’”Appennino e Verde” la riduzione del 3,3 per cento delle presenze italiane è stata annacquata dall’aumento dello 0,9 per cento degli stranieri, in particolare svizzeri, austriaci, olandesi e paesi dell’Est. Un andamento simile ha caratterizzato le “Città d’Arte”, con una flessione degli italiani (-4,1 per cento), parzialmente compensata dall’aumento del 3,3 per cento della clientela straniera, soprattutto da Germania, Svizzera, Olanda, Francia, Russia e paesi dell’Est.

Alla diminuzione dei pernottamenti si è associata la sostanziale stabilità del tasso di occupazione delle strutture ricettive passato dal 59,4 al 60,1 per cento. Tra i vari prodotti turistici, il valore più elevato ha riguardato le località della “Costa Adriatica” (69,5 per cento), quello più contenuto le “Terme e Benessere”

(44,5 per cento).

Per quanto concerne la redditività delle imprese, l’indagine commissionata da Assoturismo-Confesercenti ha registrato, tra giugno e agosto 2013, una situazione che ha ricalcato quella negativa descritta per le presenze. Il fatturato ha accusato una flessione del 5,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012. Il calo più consistente ha riguardato gli operatori dell’‘Appennino e Verde” (-9,0 per cento) seguiti da “Città d’arte” (-5,7 per cento), “Costa adriatica” e “Terme e Benessere” entrambe con una diminuzione del 5,0 per cento.

Le previsioni per il mese di settembre sono orientate negativamente, con appena il 10,5 per cento degli operatori a dichiarare aumenti rispetto al 42,5 per cento che invece prospetta diminuzioni. Per ogni prodotto turistico sono stati previsti cali, con una particolare accentuazione nelle “Terme e Benessere”.

L’indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia.

Il calo della clientela italiana è maturato in un contesto di riduzione dei viaggi all’estero degli italiani, ulteriore segno questo della riduzione dei consumi delle famiglie

Secondo l’’indagine compiuta dalla Banca d’Italia, nei primi otto mesi del 2013 gli italiani che hanno scelto l’estero come meta delle vacanze sono scesi a 12 milioni e 255 mila rispetto ai 13 milioni e 573 mila dello stesso periodo dell’anno precedente, per un decremento del 9,7 per cento. La riduzione dei viaggiatori si è coniugata al calo dei pernottamenti passati da 78 milioni e 270 mila a 71 milioni e 79 mila (-8,3 per cento). La diminuzione di viaggiatori e pernottamenti si è ripercossa sulla spesa, che è scesa a 5 miliardi e 586 milioni di euro rispetto agli oltre 6 miliardi dei primi otto mesi del 2012 (-8,2 per cento).

Chi si è recato all’estero ha tuttavia speso mediamente un po’ di più: 456 euro contro i 448 di un anno prima.

Se si restringe l’analisi ai residenti in Emilia-Romagna, si hanno dati in linea con quelli nazionali, ma in termini meno accentuati.

Gli emiliano-romagnoli andati all’estero per turismo sono diminuiti da 924 mila a 893 mila, comportando un analogo andamento per i pernottamenti, che sono diminuiti del 2,5 per cento, a fronte del calo nazionale dell’8,3 per cento. Per quanto concerne la spesa sono stati spesi per le vacanze all’estero 503 milioni di euro, vale a dire l’1,2 per cento in meno rispetto all’importo dei primi otto mesi del 2012. Ogni viaggiatore residente in Emilia-Romagna ha mediamente speso 563 euro contro i 551 euro di un anno prima, denotando una capacità di spesa superiore del 23,6 per cento a quella nazionale, peculiarità questa che nasce dagli elevati livelli di reddito5.

L’indagine della Banca d’Italia, relativa al turismo internazionale, ha confermato la tendenza espansiva evidenziata dai dati delle Amministrazioni provinciali. Nei primi otto mesi del 2013 i turisti stranieri hanno speso per vacanze in Emilia-Romagna 709 milioni di euro contro i 602 milioni dell’analogo periodo del 2012, per un incremento del 17,8 per cento, molto più accentuato rispetto a quanto registrato in Italia (+5,3 per cento). L’intera spesa, comprendendo gli altri motivi, è ammontata a 1 miliardo e 309 milioni di euro, vale a dire il 9,4 per cento in più rispetto a un anno prima (+2,1 per cento in Italia). Occorre ricordare che chi si ferma nelle strutture ricettive non sempre ha come scopo la vacanza, ma anche motivi personali oppure concernenti il lavoro. E’ da sottolineare che i dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali non riportano la motivazione per la quale un viaggiatore pernotta in una struttura ricettiva

L’incremento della spesa destinata alle vacanze ha avuto origine dall’aumento del 4,4 per cento dei relativi viaggiatori (+2,5 per cento in Italia). Se si comprendono anche gli altri motivi, l’incremento sale al 10,3 per cento (+1,6 per cento in Italia), in virtù del sensibile aumento dovuto ai motivi legati al lavoro (+14,7 per cento).

Nei primi otto mesi del 2013 i pernottamenti dei viaggiatori stranieri venuti per vacanze in Emilia-Romagna sono risultati 7 milioni e 126 mila rispetto ai 6 milioni e 725 mila dell’anno precedente, per un aumento percentuale del 6,0 per cento, in contro tendenza rispetto a quanto registrato in Italia (-1,2 per cento). La situazione cambia di segno se vengono comprese tutte le motivazioni (-3,4 per cento), a causa delle flessioni rilevate per i motivi personali diversi dalla vacanza (-16,1 per cento) e per quelli legati al lavoro (-2,7 per cento).

La spesa dei viaggiatori stranieri nelle strutture alberghiere della regione è aumentata del 7,6 per cento), traducendo la concomitante crescita dei relativi ospiti (+2,0 per cento) e dei pernottamenti (+2,2 per cento).

La situazione è apparsa positiva anche nell’ambito delle case in affitto, agriturismi e bad & breakfast. In questo caso la spesa dei turisti internazionali è aumentata del 18,6 per cento, ben al di sopra della corrispondente crescita nazionale del 4,2 per cento. Gli ospiti sono aumentati del 13,4 per cento senza tuttavia ripercuotersi sui pernottamenti apparsi in diminuzione del 23,6 per cento.

Nei primi otto mesi del 2013 ogni viaggiatore straniero giunto in Emilia-Romagna per vacanze ha speso mediamente circa 533 euro, distinguendosi sensibilmente dalla spesa di un anno prima (+12,8 per cento). In Italia è stato registrato un valore più contenuto, pari a circa 362 euro, in crescita del 2,7 per cento rispetto all’anno precedente. Se si estende l’analisi a tutte le motivazioni, la spesa pro capite si attesta a 419 euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-0,8 per cento). Sulla riduzione ha pesato la flessione del 14,9 per cento relativa ai motivi di lavoro.

5 Secondo i dati Istat, nel 2012 l’Emilia-Romagna è risultata la quarta regione italiana in termini di prodotto interno lordo per abitante con 31.538 euro, preceduta da Lombardia, Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano, prima con 37.316 euro.

vacanzieri e non…

Nel 2012 sono stati circa due milioni e mezzo gli emiliano-romagnoli che si sono recati in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi dodici mesi, equivalenti al 56,8 per cento della popolazione. Se confrontiamo questa percentuale con quella media dei cinque anni precedenti emerge una diminuzione di 2,1 punti percentuali, più contenuta di quella riscontrata in Italia, pari a -4 punti percentuali. Rispetto al 2011 c’è stato tuttavia un leggero recupero, che non ha modificato la tendenza di fondo calante. Se si estende il confronto al decennio 2001-2011, il 2012, anno colpito dalla recessione, registra una percentuale di vacanzieri sulla popolazione inferiore di 3,2 punti percentuali. In ambito regionale i più propensi ad andare in vacanza sono risultati nuovamente gli abitanti della Lombardia, con una percentuale sulla popolazione pari al 63,3 per cento, davanti a Trentino-Alto Adige (59,0 per cento), Veneto (58,0 per cento), Valle d’Aosta (57,2 per cento) ed Emilia-Romagna (56,8 per cento). Come si può notare, le regioni più vacanziere sono tra quelle a più elevato reddito per abitante. Man mano che si discende la penisola la percentuale di vacanzieri sulla popolazione tende a ridursi, quasi a ricalcare i minori livelli di reddito esistenti tra il Sud e il resto d’Italia. Le ultime sei posizioni sono occupate da regioni del Sud, in un arco compreso tra il 26,6 per cento dell’Abruzzo e il 21,0 per cento della Calabria.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi non va in vacanza. Nel 2012 sono stati circa 1.888.000 gli emiliano-romagnoli che non hanno fatto vacanze negli ultimi dodici mesi, pari al 42,7 per cento della popolazione.

Anche in questo caso, nonostante il miglioramento palesato nei confronti del 2011 (43,6 per cento) resta una tendenza di medio-lungo periodo negativa. Rispetto alla media dei cinque anni precedenti c’è stato un aumento di 2,1 punti percentuali, che sale a quasi 3 punti se il confronto viene effettuato con la percentuale media del decennio 2001-2011. In Italia le ultime nove posizioni sono state occupate dalle regioni del Sud, assieme alle Marche. Le percentuali più elevate di non vacanzieri sono state riscontrate in Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata tutte e quattro oltre la soglia del 75 per cento.

Il motivo principale delle mancate vacanze è stato rappresentato dai problemi economici, dichiarato dal 44,9 per cento degli emiliano-romagnoli che non è andato in vacanza (55,8 per cento in Italia). Si tratta della percentuale più

Il motivo principale delle mancate vacanze è stato rappresentato dai problemi economici, dichiarato dal 44,9 per cento degli emiliano-romagnoli che non è andato in vacanza (55,8 per cento in Italia). Si tratta della percentuale più

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