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Agricoltura

Nel documento Rapporto 2012 (.pdf 2.4mb) (pagine 115-123)

2.4.1. Quadro regionale

Agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2011 hanno concorso alla formazione del reddito regionale con oltre 2.900,9 milioni di euro, equivalenti al 2,3 per cento del totale, rispetto al contributo del 2,0 per cento fornito dall’agricoltura al valore aggiunto nazionale. Alla fine dello scorso anno, le imprese attive nell’agricoltura e silvicoltura erano più di 67.400, il 15,7 per cento del totale, mentre l’occupazione è risultata pari a poco più di 75 mila addetti, nella media dell’anno, ovvero il 3,8 per cento del totale. Le vendite all’estero di prodotti dell’agricoltura sono ammontate a oltre 831 milioni di euro, pari all’1,7 per cento del totale delle esportazioni regionali.

Il meteo

Sotto l’aspetto quantitativo, l’annata agraria 2011-2012 è risultata negativa. Ai danni causati dal terremoto si sono aggiunti quelli dovuti al clima. La prolungata siccità estiva e le frequenti ondate di gran caldo, hanno penalizzato fortemente le coltivazioni erbacee, in particolare mais da granella, foraggi e colture industriali, e messo a dura prova la frutticoltura, caratterizzata da pezzature spesso ridotte. La vendemmia è stimata in leggero calo, ma su livelli qualitativi giudicati buoni, se non ottimi. Anche il comparto zootecnico ha risentito del gran caldo, in quanto il bestiame si è nutrito meno, con conseguenze negative sulla produzione di latte e carne. Ad ottobre è terminata la lunga siccità. Le precipitazioni sono state in generale prossime alla norma ma inferiori sulla Romagna. Le temperature sono risultate lievemente superiori alla norma. Il contenuto idrico dei terreni è apparso in generale prossimo alla norma, ma gli strati intermedi (40-70 cm) risultano ancora in forte siccità.

La produzione lorda vendibile

Secondo le prime valutazioni di novembre fornite dall’Assessorato agricoltura della Regione, la produzione lorda vendibile del settore agricolo dell’Emilia-Romagna nel 2012 dovrebbe evidenziare una tendenziale stabilità nei confronti dello scorso anno, con uno scostamento complessivo stimato attualmente attorno al +0,3 per cento e che a consuntivo non dovrebbe discostarsi significativamente da tale proiezione, anche tenuto conto degli adeguamenti al rialzo per la variazione delle Plv, che potranno essere effettuati come effetto delle revisioni in corso per garantire la congruità dei dati delle superfici con le risultanze del Censimento 2010. Si tratta del terzo anno di ripresa dopo due anni negativi. L’entità complessiva del valore delle produzioni supera con decisione la soglia dei 4.300 milioni di euro (tab.

2.4.1).

In particolare si segnalano in positivo il dato rilevante dei cereali, che hanno registrato un aumento dei ricavi del 9,4 per cento, una flessione del 5,6 per le patate e gli ortaggi, l’incremento di quasi il 38 per cento del valore della produzione vinicola e una lieve flessione dei ricavi derivanti dal complesso della zootecnia.

Le esportazioni

L’export dell’Emilia-Romagna di prodotti agricoli, animali e della caccia dei primi nove mesi del 2012 è aumentato del 5,6 per cento, in contro tendenza rispetto alla diminuzione dell’1,7 per cento di un anno prima. Il 90 per cento delle merci è indirizzato verso i paesi dell’Europa. La Germania si è confermata il principale acquirente, con una quota che è equivalsa a circa un terzo delle esportazioni emiliano-romagnole, evidenziando nei confronti dei primi nove mesi del 2011 una crescita assai moderata (+0,4 per cento), insufficiente a coprire la flessione dell’8,2 per cento di un anno prima. Un andamento di basso profilo ha caratterizzato anche il secondo partner commerciale, vale a dire la Francia, che ha registrato una diminuzione del 3,5 per cento. Altri cali degni di nota per la consistenza dell’export hanno riguardato Spagna (-9,1 per cento) e Svizzera (-2,2 per cento). Tra i mercati in ascesa sono da citare Austria, Regno Unito e Olanda, con incrementi rispettivamente pari al 20,9, 12,9 e 24,2 per cento.

La base imprenditoriale

La consistenza delle imprese attive nei settori dell'agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca continua a seguire un pluriennale trend negativo. A fine settembre 2012, risultava pari a 66.264 con una riduzione di 1.593 unità (-2,3 per cento), rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La tendenza negativa riguarda però solo le imprese strettamente agricole, che sono diminuite di 1.699 unità (-2,6 per cento) scendendo a quota 63.661, mentre tende ad aumentare la base imprenditoriale sia della silvicoltura (+7,4 per cento), che è composta da solo 539 imprese, sia della pesca ed acquacoltura (+3,6 per cento), che raggruppa invece 2.064 imprese.

A livello nazionale le imprese attive nell'agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca sono diminuite del 2,6 per cento nello stesso intervallo di tempo. Il calo è stato determinato da un’effettiva riduzione e ristrutturazione del sistema imprenditoriale dell’agricoltura regionale. Tale tendenza è confermata dal forte incremento, rispetto al settembre dello scorso anno, della consistenza delle imprese attive agricole

Tab. 2.4.1. Coltivazioni erbacee e legnose, superficie totale, resa, produzione raccolta e variazioni rispetto all’anno precedente, Emilia-Romagna, 2012

Coltivazioni e Superficie (1) Resa Produzione raccolta Prezzi Plv produzioni ha Var. % q/ha Var. % tonnellate Var. % Var. % Euro m. Var. %

Cereali 2.448.829 -10,1 684,6 9,4

Frumento tenero 160.282 12,3 67,8 7,8 1.087.100 29,1 13,0 282,6 45,9

Frumento duro 47.388 12,8 60,8 1,3 287.900 33,3 -1,7 82,1 31,0

Orzo 20.387 4,6 54,1 12,0 110.200 25,1 14,3 26,4 43,0

Risone 41.229 -25,0 -20,0 12,8 -40,0

Mais 113.640 -6,6 64,4 -41,1 731.400 -43,1 36,8 190,2 -22,2

Sorgo da granella (b) 25.334 -10,9 75,4 -8,7 191.000 -18,7 37,8 48,7 12,1

Patate e ortaggi 2.221.460 -8,3 408,2 -5,6

Patate 5.588 -6,3 384,0 0,9 214.600 -5,5 33,3 47,2 26,0

Piselli 5.225 -4,5 55,6 -1,9 22.040 24,7 0,0 6,2 24,7

Pomodoro (a, b) 22.664 -10,7 663,5 -5,3 1.604.327 -8,8 -10,1 121,9 -18,0

Aglio 572 7,7 119,2 0,5 6.800 8,0 -10,8 11,2 -3,7

Carota (b) 2.220 4,7 539,5 -1,4 119.774 3,3

Cipolla (b) 3.132 -10,1 407,2 -5,0 127.500 -14,6 33,3 20,4 13,9

Melone (b) 1.238 -14,5 236,1 -14,5 29.200 -27,0 6,7 9,3 -22,1

Cocomero 1.650 -2,9 416,7 3,0 68.300 -0,6 156,3 14,0 154,7

Asparago 680 -11,8 66,1 -2,5 4.500 -14,0 7,7 7,5 -7,3

Fragole 317 -23,8 318,2 36,0 10.100 3,8 13,3 17,2 17,7

Piante industriali 1.245.900 -5,4 82,9 -4,1

Barbabietola 1.208.400 -2,0 14,5 61,0 12,1

Soia 15.130 -37,9 18,7 -40,3 28.200 -59,9 50,3 14,7 -39,7

Coltivazioni erbacee 1.297,6 -6,2

Arboree 1.162.214 -24,6 559,1 2,8

Mele 4.046 280,9 -24,2 113.800 -20,0 25,0 45,5 0,0

Pere 20.695 196,7 -33,7 407.200 -37,0 64,4 244,3 3,5

Pesche 7.403 230,0 7,9 170.300 -13,8 36,4 51,1 17,5

Nettarine 9.185 251,2 0,4 230.700 -23,3 34,8 71,5 3,4

Albicocche 3.975 158,0 -0,4 62.800 -7,1 -20,8 26,4 -26,4

Ciliegie 1.832 58,9 20,0 10.800 24,5 8,3 28,1 34,9

Susine 3.550 196,4 0,8 69.700 -13,4 12,5 25,1 -2,6

Prodotti trasformati 435,8 34,1

Vino (3) 5.716.331 -1,5 40,0 403,3 37,9

Coltivazioni arboree 995,0 14,5

Produzioni vegetali 2.292,6 1,8

Carni bovine (4, 5) 92.024 -1,7 6,5 186,5 4,7

Carni suine (4, 5) 213.525 -5,1 6,7 320,6 1,3

Pollame e conigli (4, 5) 299.484 6,2 0,2 375,1 6,4

Latte vaccino e derivati 1.933.210 2,4 -8,5 941,5 -6,3

Produzioni zootecniche 2.034,3 -1,4

Plv Agricola regionale 4.326,9 0,3

(1) Superficie in produzione. (2) Unità foraggere in migliaia. (3) Ettolitri. (4) Peso vivo. (5) Migliaia di tonnellate. (6) Milioni di pezzi.

(a) Da industria. (b) Superficie, rese, produzione raccolta: Fonte: Istat. Dati annuali sulle coltivazioni agrarie, dati provvisori, aggiornamento riferito al mese di settembre 2009.

Fonte: Assessorato agricoltura, Regione Emilia-Romagna.

costituite come società di capitali (+84 unità, +8,7 per cento), cui si è associato un lieve aumento delle imprese costituite con altre forme societarie, ovvero le cooperative, (+5 unità, +0,9 per cento). A queste variazioni si sono affiancate una lieve riduzione delle società di persone (-33 unità, -0,4 per cento) e una nuova sensibile flessione delle ditte individuali (-1.718 unità, -3,2 per cento). A livello nazionale all’aumento delle società di capitale, che è stato relativamente più modesto (+6,7 per cento), si è affiancato un aumento delle società di persone (+1,3 per cento), mentre la tendenza negativa ha caratterizzato sia le ditte individuali (-3,0 per cento), sia le cooperative e i consorzi (-1,1 per cento).

Il settore regionale ha una struttura societaria più solida di quella media dell’agricoltura nazionale. Del totale delle imprese agricole attive a livello regionale a fine settembre, solo l’1,5 per cento risultava costituito come società di capitale, mentre il 14,4 per cento era dato da società di persone, l’83,2 per cento da ditte individuali e lo 0,9 per cento da imprese costituite sotto altre forme societarie. A livello nazionale la composizione percentuale delle imprese agricole per forma giuridica è data da un 1,5 per cento di società di capitale, 6,9 per cento di società di persone, 90,4 per cento per le ditte individuali e 1,2 per cento per le altre forme societarie.

Il lavoro

I dati relativi all’indagine sulle forze di lavoro hanno mostrato per anni una continua diminuzione del complesso degli occupati agricoli. Tra gennaio e settembre del 2012 gli occupati agricoli sono risultati in media quasi 75.900, con un aumento del 3,9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La crescita è dovuta agli occupati alle dipendenze che sono aumentati notevolmente (+37,3 per cento) e risultano oltre 32.200. Al contrario, coerentemente con l’andamento della compagine imprenditoriale, la consistenza degli indipendenti si è ridotta del 10,5 per cento, fermandosi di poco al di sopra di quota 45.600, pari al 60,2 per cento del totale degli addetti del settore.

Cresce il peso della presenza femminile. Le donne costituiscono il 26,6 per cento degli occupati in agricoltura, sono aumentate rispetto allo scorso anno del 7,1 per cento, giungendo oltre quota 20.100.

L’andamento non è stato uniforme. Le indipendenti sono diminuite del 12,4 per cento, riducendosi a poco più di 9.600, mentre le dipendenti sono aumentate di oltre un terzo (+34,7 per cento). Gli occupati maschi sono anch’essi aumentati, ma solo del 2,8 per cento, come risultato di una riduzione del 10,0 per cento degli indipendenti, scesi a poco meno di 36.000 e di un forte aumento dei dipendenti (+38,8 per cento), giunti a oltre 19.700.

2.4.2. Le coltivazioni agricole regionali Cereali

Secondo i dati dell’Assessorato regionale, il comparto cerealicolo chiude positivamente il bilancio dell’annata grazie principalmente al buon andamento di prezzi e delle produzioni dei cereali autunno-vernini. Le conseguenze della siccità sul mais sono state invece pesanti: non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi, per la presenza di aflatossine. La produzione raccolta di cereali è scesa di oltre il 10 per cento rispetto allo scorso anno (tab. 2.4.1). L’andamento nel complesso positivo dei prezzi internazionali ha determinato un incremento della valore della produzione lorda vendibile dei cereali superiore al 9 per cento, tanto che è giunta a rappresentare quasi il 16 per cento della Plv regionale.

A tale proposito i prezzi della nuova produzione 2012 dei cereali quotati alla Borsa di Bologna sono apparsi superiori a quelli dell’anno precedente, in consonanza con l’andamento dei mercati internazionali, per gli effetti della siccità che ha interessato molte delle principali aree di produzione mondiali. Le quotazioni sono risultate prossime ai livelli della primavera del 2011 (tab. 2.4.2).

In particolare, la produzione raccolta di frumento tenero è salita del 29 per cento, rispetto allo scorso anno. L’andamento commerciale positivo ha determinato l’aumento della relativa produzione lorda vendibile del 46 per cento. Dopo l’ingresso del nuovo raccolto sul mercato, tra luglio e ottobre, le

Tab. 2.4.2. Medie mensili e variazioni tendenziali dei prezzi dei cereali rilevati alla Borsa Merci di Bologna, 2012

Mese Grano tenero n. 2 Grano tenero n. 3 Grano duro Nord Granoturco naz.. Sorgo da granella

€/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.%

Giugno 236,00 -15,6 225,00 -19,1 264,50 -7,2 201,00 -25,8

Luglio 250,50 6,4 244,50 8,4 261,50 -12,1 238,25 -12,0

Agosto 269,17 14,3 265,17 17,6 289,50 -2,7 272,50 3,4 280,00 47,8

Settembre 272,50 14,9 268,00 19,6 291,75 -3,1 269,13 28,8 271,75 36,6

Ottobre 272,50 19,5 266,50 27,1 288,50 0,6 249,60 30,9 258,00 41,6

Fonte: Elaborazione Centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati Borsa Merci, Camera di commercio di Bologna

quotazioni regionali rilevate sulla piazza di Bologna per le tipologie considerate sono risultate superiori a quelle della scorsa stagione dal 13,7 al 18,0 per cento.

La produzione raccolta di mais dovrebbe fare registrare un eccezionale crollo del 43 per cento. La coltura ha pesantemente risentito della siccità e della presenza di aflatossine. I prezzi internazionali sono risultati relativamente deboli durante l’anno, ma sono rapidamente andati in tensione con il procedere della siccità e l’arrivo della nuova produzione. I prezzi fatti segnare dal mais del raccolto 2012, nei mesi da agosto a ottobre sono risultati superiori del 19,3 per cento a quelli dello stesso periodo dello scorso anno. Un fattore che d’altro canto va ad incidere pesantemente sulla redditività degli allevamenti, in particolare suini e avicoli. Il positivo andamento commerciale ha quindi contenuto la caduta del valore della produzione lorda vendibile attorno al 22 per cento.

Il raccolto di grano duro è aumentato di un terzo (33 per cento). Dopo l’ingresso del nuovo raccolto le quotazioni regionali sul mercato di Bologna si sono mostrate cedenti. Tra giugno e ottobre la flessione media registrata è stata del 4,4 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore della produzione dovrebbe aumentare comunque del 31 per cento.

Il raccolto di sorgo da granella si è ridotto del 19 per cento. Le sue quotazioni a Bologna tra agosto e ottobre sono fortemente aumentate (+41,9 per cento) rispetto allo scorso anno. Grazie all’andamento commerciale positivo, è quindi salito del 12 per cento il valore della produzione lorda vendibile.

Ortaggi

Secondo l’Assessorato, è risultato negativo (-5,6 per cento) il saldo del comparto degli ortaggi, che costituisce più del 9 per cento del totale del valore della produzione lorda vendibile, che ha mostrato andamenti contrastanti di produzione e prezzi per le diverse colture (tab. 2.4.1).

La produzione raccolta di pomodoro da industria regionale è calata di quasi il 9 per cento, a poco più di 1 milione 600 mila tonnellate. Anche i prezzi sono calati del 10 per cento, Così che anche il valore della Plv , pari a circa il 3 per cento di quella totale, è sceso del 18 per cento.

Il raccolto di patata comune è leggermente diminuito (-5,5 per cento), mentre l’andamento di mercato è stato fortemente positivo, all’opposto di quanto avvenuto nella scorsa stagione. Il valore della produzione di questa coltivazione dovrebbe quindi essere sensibilmente aumentato (+26 per cento).

Coltivazioni industriali

La produzione lorda vendibile regionale delle piante industriali rappresenta solo l’1,9 per cento del totale e deriva per due terzi dalla coltivazione delle barbabietola da zucchero e per un terzo da soia e girasole sono stati fortemente penalizzati dalla siccità. L’Assessorato stima una produzione bieticola in lieve calo, -2 per cento. La conferma dell’andamento positivo delle quotazioni (+14,5 per cento) ha fatto salire la produzione lorda vendibile originata dalla bieticoltura del 12 per cento. (tab. 2.4.1).

Coltivazioni arboree

L’Assessorato regionale stima una contrazione complessiva delle produzioni abbastanza rilevante, pari a circa il 25 per cento. Parte di questa riduzione è riconducibile alla siccità, parte è attribuibile ad una distorsione delle stime frutto di un processo di adeguamento in termini di congruità delle superfici ai risultati del Censimento 2010. Grazie ad una generale crescita dei prezzi di mercato, il bilancio del comparto è tuttavia positivo e mostra un incremento pari a circa il 3 per cento (tab. 2.4.1). Senza l’effetto dell’adeguamento alle superfici censuarie il risultato evidenziato dal comparto delle colture frutticole sarebbe stimabile in un incremento attorno all’8-9 per cento della Plv.

La produzione raccolta di pere dovrebbe essere diminuita del 37 per cento. Le quotazioni, però, sono esplose, salendo di oltre il 64 per cento rispetto allo scorso anno, tanto da determinare un leggero aumento del 3,5 per cento del valore della produzione lorda vendibile originata da questa importante coltivazione, da cui deriva il 5,6 per cento della Plv regionale.

Il raccolto delle mele è diminuito di un 20 per cento, ma a causa dell’aumento di un quarto delle quotazioni, il valore della produzione dovrebbe mantenersi invariato.

Il processo di adeguamento in termini di congruità delle superfici ai risultati del Censimento 2010 risulta particolarmente ampio per le pesche e le nettarine, tanto da influenzare, o falsare, i dati delle variazioni della produzione e della Plv. Ci limitiamo quindi a riportare le componenti più certe. Le rese delle pesche sono aumentate di quasi l’8 per cento e le quotazioni sono apparse in sensibile tensione, con un aumento di oltre il 36 per cento. L’annata dovrebbe esser quindi stata positiva, ben al di là della valutazione provvisoria di un aumento della Plv del 17,5 fornita prudenzialmente dall’Assessorato. Altrettanto si potrebbe dire per le nettarine che, nonostante la stabilità delle rese, hanno visto le quotazioni aumentare di quasi il 35 per cento. Per l’Assessorato, l’aumento del valore commerciale della produzione è provvisoriamente indicato pari al 3,4 per cento.

Annata sicuramente positiva per il vino. La stima della produzione è di poco più di 5 milioni 716 mila ettolitri, in lieve calo (-1,5 per cento) nei confronti della campagna precedente. Per quanto riguarda gli andamenti di mercato, pur essendo ancora abbastanza prematuro formulare delle previsioni completamente attendibili, si può ipotizzare un aumento dei prezzi medi di circa il 40 per cento, che dovrebbe condurre ad una crescita di quasi il 38 per cento su base annua del valore complessivo dei prodotti della vinificazione.

2.4.3. La zootecnia

Il bilancio del settore zootecnico evidenzia un lieve calo dei ricavi su base annua (tab. 2.4.1), riconducibile principalmente alla contrazione del prezzo medio stimato per il latte vaccino. Positivo è il bilancio del comparto delle carni grazie ad una crescita delle quotazioni medie di mercato, che risulta tuttavia insufficiente a garantire un adeguato livello di remunerazione per le attività di allevamento in quanto decisamente penalizzate sul fronte dei costi produttivi dalla crescita dei prezzi di mercato di cereali e soia, alla base dell’alimentazione degli animali.

Bovini

Secondo la Regione, il valore della produzione lorda vendibile di carni bovine dovrebbe aumentare del 4,7 per cento, grazie ad alla crescita delle quotazioni, mentre si riduce il numero di capi avviati alla macellazione (-1,7 per cento).

Esaminiamo ora l’andamento commerciale delle tipologie di bestiame bovino considerate come indicatori del mercato regionale. Da gennaio a novembre, al di là delle tipiche oscillazioni stagionali, le quotazioni dei vitelli baliotti da vita pezzati neri 1° qualità (fig. 2.4.1) sono apparse nuovamente in flessione (-7,9 per cento). A fine anno le quotazioni si sono collocate su livelli storicamente bassi, prossime ai minimi del 2007-2008, a seguito della riduzione degli stock operata dai produttori per effetto

Fig. 2.4.1. Prezzi della zootecnia bovina: bestiame bovino, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Vitelli baliotti da vita:

pezzati neri 45-55kg

Vacche da macello, peso morto:

Mezzene O2-O3 Kg. 300-350

Bovini maschi da ristallo:

Charolaise ed incroci francesi Kg. 450

Vitelloni maschi da macello, peso vivo:

Charolaise ed incroci francesi Kg. 700-750

Fonte: Borsa merci di Modena 0,90

1,60 2,30 3,00

2010 2011 2012

Prezzi Media 52 settimane

2,20 2,40 2,60 2,80 3,00

2010 2011 2012

Prezzi Media 52 settimane

1,50 2,00 2,50 3,00

2010 2011 2012

Prezzi Media 52 settimane

2,00 2,20 2,40 2,60

2010 2011 2012

Prezzi Media 52 settimane

dell’aumento dei costi di produzione. La pressione dei costi si è riflessa anche sulle quotazioni delle vacche da macello, un importante sottoprodotto della zootecnia bovina da latte. I prezzi delle mezzene O2-O3 sono saliti del 7,3 per cento in media. I livelli raggiunti equivalgono ai massimi dell’ultimo decennio.

Con riferimento alla zootecnia bovina da carne, nello stesso periodo, i prezzi dei vitelloni maschi da macello Limousine hanno mostrato una buona ripresa (+10,2 per cento) e hanno anch’essi stabilito i nuovi livelli massimi dell’ultimo decennio. Ugualmente in tensione le quotazioni dei vitelloni maschi da macello Charolaise che sono salite dell’10,2 per cento. I risultati economici vanno valutati con cautela se si tiene conto anche dei fattori di costo, in particolare, oltre al prezzo dei foraggi, quello gli animali da vita.

Infatti i prezzi dei vitelloni maschi da vita Charolaise 450kg sono aumentati in maniera ben più netta, +19,4 per cento.

Come anticipato, riguardo al settore lattiero-caseario, quest’anno ci si attende una contrazione dei prezzi medi di liquidazione del latte, su cui grava l’appesantimento del quadro del Parmigiano-Reggiano reso evidente dall’andamento della produzione e delle scorte del formaggio.

Le quotazioni dello zangolato hanno mostrato un’ampia oscillazione nel corso dell’anno. Sono scese fino a metà maggio, per poi avviare una ripresa da metà agosto (fig. 2.4.2). Sul mercato di Reggio Emilia, nel periodo tra gennaio e novembre i prezzi dello zangolato sono scesi del 31,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma in media risultano ancora più elevati delle medie annuali del periodo 2004-2009.

Parmigiano-Reggiano

Secondo i dati del Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano la base produttiva è rimasta sostanzialmente invariata. Al primo gennaio 2012 risultavano attivi 381 caseifici in tutto il comprensorio, con una lievissimo diminuzione rispetto ai 383 dell’inizio dello scorso anno. All’inizio di quest’anno i caseifici emiliani erano 356, rispetto ai 357 di dodici mesi prima. La produzione di Parmigiano-Reggiano risulta in leggero aumento rispetto all’anno precedente. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.775.328 forme, in aumento del 3,1 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.466.665 forme con un incremento del 2,7 per cento.

Al 25 novembre le vendite da caseificio a stagionatore della produzione a marchio 2011 hanno raggiunto una quota pari all’81,0 per cento delle partite disponibili. Alla stessa data dell’anno scorso risultava venduta una quota pari al 93,2 per cento della produzione vendibile marchiata 2010. L’effetto della crisi economica si è fatto sentire e l’andamento del mercato è apparso abbastanza pesante (fig.

2.4.2), con un collocamento tardivo e prezzi scesi rapidamente sino al minimo di 8,45€/kg di maggio. La successiva ripresa delle quotazioni, ritornate sopra i 9,00€/kg, è avvenuta contemporaneamente ad una certa ripresa del collocamento. Novembre ha visto da un alto i prezzi cedere nuovamente la quota di 9,00€/kg, dall’altro un’ulteriore accelerazione del collocamento. I contratti siglati tra gennaio e il novembre scorso hanno fatto registrare una quotazione media della produzione a marchio 2011 (9,16€/kg) in ampia diminuzione (-15,0 per cento) rispetto a quella della produzione 2010, ma ancora sui livelli ottenuti per la produzione 2009. Occorre comunque ricordare che le due annate precedenti erano risultate ampiamente soddisfacenti, tanto da fare lievitare i prezzi attorno al 19 per cento in entrambi gli anni.

Conformemente all’andamento della produzione e delle vendite, positivo per la prima e negativo per le

Fig. 2.4.2. Prezzi caseari : zangolato di creme fresche per burrificazione e Parmigiano-Reggiano.

Zangolato di creme fresche per burrificazione Parmigiano-Reggiano

Fonte: Borsa merci di Reggio Emilia Fonte: Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano 1,10

1,60 2,10 2,60

2010 2011 2012

Prezzo Media 52 settimane

8,00 10,00 12,00

09/10 01/11 05/11 09/11 01/12 05/12 09/12 marchio 2010 marchio 2011

seconde, le giacenze totali di Parmigiano-Reggiano al 31 ottobre 2012 sono salite a 1.615.550 forme

seconde, le giacenze totali di Parmigiano-Reggiano al 31 ottobre 2012 sono salite a 1.615.550 forme

Nel documento Rapporto 2012 (.pdf 2.4mb) (pagine 115-123)