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Turismo

Nel documento Rapporto 2012 (.pdf 2.4mb) (pagine 166-172)

2.9.1. L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni Premessa

L’analisi dell’andamento turistico si basa prevalentemente sui dati raccolti ed elaborati dalle Amministrazioni provinciali, con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Tutte le province sono state in grado di fornire la documentazione statistica aggiornata fino ad agosto. Otto su nove fino a settembre.

A compendio dell’analisi della stagione turistica si è fatto ricorso al contributo dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna e dei dati dell’indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia.

Al di là della parzialità e, soprattutto, della provvisorietà dei dati, le statistiche fornite dalle Amministrazioni provinciali, che vengono raccolte, con non poca difficoltà, nella totalità degli esercizi, consentono di ricavare, quanto meno, una linea di tendenza abbastanza attendibile, come dimostrato dalle esperienze passate.

Il quadro generale

La stagione turistica ha evidenziato una tendenza moderatamente negativa, a fronte degli accentuati cali riscontrati nel Paese.

In un contesto caratterizzato dalla riduzione della spesa delle famiglie e dai timori indotti dal sisma dello scorso maggio, il calo poteva assumere proporzioni più vistose. Così non è stato e pertanto si può parlare di sostanziale tenuta, almeno per quanto concerne la consistenza dei flussi di arrivi e presenze.

Un sostegno può essere venuto dal favorevole andamento meteorologico del periodo estivo1, che costituisce il cuore della stagione turistica. Occorre inoltre considerare che i dati provvisori vengono spesso corretti al rialzo, a causa dei ritardi nelle comunicazioni da parte di taluni operatori turistici.

Tab. 2.9.1. Movimento turistico nel complesso degli esercizi dell’Emilia-Romagna. Periodo gennaio-agosto 2011 – 2012 (a).

(a) Dati provvisori.

Fonte: Amministrazioni provinciali e Regione Emilia-Romagna.

I dati provvisori raccolti nelle nove province dell’Emilia-Romagna, relativamente al periodo gennaio-agosto 2012, hanno evidenziato per arrivi e presenze diminuzioni rispettivamente pari al 2,4 e 1,8 per cento. La clientela straniera ha mostrato una migliore tenuta rispetto a quella italiana. I relativi arrivi sono scesi dell’1,2 per cento, in misura più contenuta rispetto a quanto registrato per la clientela nazionale (-2,8 per cento, mentre i pernottamenti sono risultati sostanzialmente stabili (+0,2 per cento), a fronte della flessione del 2,4 per cento degli italiani.

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, sono state le strutture alberghiere a soffrire maggiormente con diminuzioni per arrivi e notti trascorse pari rispettivamente al 2,5 e 3,3 per cento. La flessione delle

1 Nella città di Rimini tra giugno e agosto sono caduti appena 69 mm di pioggia contro i quasi 115 di un anno prima. I giorni piovosi sono risultati nove rispetto ai diciotto dell’anno precedente.

Italiani Stranieri Totale

Arrivi Presenze Sog.med. Arrivi Presenze Sog.med. Arrivi Presenze Sog.med.

Gennaio - agosto 2011 5.521.509 27.074.242 4,90 1.742.176 7.640.005 4,39 7.263.685 34.714.247 4,78 Gennaio - agosto 2012 5.367.350 26.417.722 4,92 1.722.053 7.657.204 4,45 7.089.403 34.074.926 4,81

Variazione % -2,8 -2,4 0,4 -1,2 0,2 1,4 -2,4 -1,8 0,6

presenze alberghiere, che servono da base al calcolo del reddito del settore, è stata determinata dalla clientela italiana (-4,4 per cento), a fronte della tenuta di quella straniera (+0,4 per cento).

Le altre strutture ricettive hanno registrato un calo degli arrivi (-1,9 per cento), che è stato tuttavia corroborato dall’aumento dei pernottamenti (+1,7 per cento), ma in questo caso l’incremento è stato favorito dalla crescita degli italiani (+2,2 per cento), a fronte della sostanziale stabilità della clientela straniera (-0,4 per cento).

Il periodo medio di soggiorno ha sfiorato i cinque giorni, mostrando un leggero miglioramento rispetto ai primi otto mesi del 2011.

Se si estende l’analisi al periodo gennaio-settembre, relativamente a otto province comprese quelle costiere, emerge una situazione ancora moderatamente negativa. Arrivi e presenze hanno accusato diminuzioni rispettivamente pari all’1,6 e 1,5 per cento. Alla diminuzione della clientela italiana (-2,3 per cento sia per arrivi che pernottamenti) si è associata la buona tenuta degli stranieri, sia in termini di arrivi (+0,8 per cento) che di presenze (+1,3 per cento).

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, per quanto riguarda le notti trascorse alberghi e altre strutture ricettive hanno registrato un andamento diametralmente opposto: -2,6 per cento i primi; +1,2 per cento le seconde. Sulla diminuzione delle presenze alberghiere ha inciso la flessione accusata dalla clientela italiana (-3,9 per cento), a fronte della crescita dell’1,7 per cento degli stranieri. Un andamento di segno opposto ha invece riguardato le altre strutture ricettive, la cui crescita è esclusivamente dipesa dall’incremento degli italiani (+1,6 per cento).

In termini di arrivi le strutture alberghiere hanno accusato un calo dell’1,5 per cento che sale all’1,7 per cento nelle altre strutture ricettive.

Il periodo medio di soggiorno si è attestato su quasi cinque giorni, praticamente gli stessi di un anno prima.

Il calo della clientela italiana è maturato in un contesto di riduzione dei viaggi all’estero degli italiani, ulteriore segno questo della riduzione dei consumi delle famiglie Secondo l’’indagine compiuta dalla Banca d’Italia, nei primi otto mesi del 2012 gli italiani che hanno scelto l’estero come meta delle vacanze sono scesi a 13 milioni e 572 mila rispetto ai 14 milioni e 368 mila dello stesso periodo dell’anno precedente, per un decremento del 5,5 per cento. La riduzione dei viaggiatori si è coniugata al calo dei pernottamenti passati da quasi 83 milioni a 78 milioni e 749 mila (-5,1 per cento). La diminuzione di viaggiatori e pernottamenti si è ripercossa sulla spesa, che è scesa a 6 miliardi e 106 milioni di euro rispetto ai quasi 7 miliardi dei primi otto mesi del 2011 (-12,4 per cento).

Se si restringe l’analisi ai residenti in Emilia-Romagna, si hanno dati sostanzialmente allineati a quelli nazionali, nel senso che i viaggiatori all’estero per turismo sono diminuiti da 949 mila a 925 mila, senza tuttavia comportare un analogo andamento per i pernottamenti che sono cresciuti del 4,1 per cento a fronte del calo nazionale del 5,1 per cento. Per quanto concerne la spesa, gli emiliano-romagnoli hanno destinato alle vacanze all’estero 514 milioni di euro, vale a dire il 9,2 per cento in meno rispetto all’importo dei primi otto mesi del 2011. Ogni viaggiatore residente in Emilia-Romagna ha mediamente speso 556 euro contro i 596 euro di un anno prima. Il calo della spesa pro-capite, alla luce della crescita dei pernottamenti, sembra sottintendere la scelta di destinazioni meno costose e questo può essere un segnale di maggiore attenzione nelle spese, abbastanza comprensibile vista la riduzione della capacità di spesa delle famiglie2. In Italia la spesa per viaggiatore è ammontata a 450 euro contro i 485 dell’anno precedente. L’Emilia-Romagna ha pertanto confermato la posizione di preminenza in termini di consistenza della spesa turistica rispetto ad altre realtà del Paese, peculiarità questa che nasce dagli elevati livelli di reddito3.

L’indagine della Banca d’Italia, relativa al turismo internazionale, ha confermato la tendenza moderatamente espansiva evidenziata dai dati delle Amministrazioni provinciali. Nei primi otto mesi del 2012 i turisti stranieri hanno speso in Emilia-Romagna circa 1 miliardo e 226 milioni di euro contro 1 miliardo e 208 milioni dell’analogo periodo del 2011, per un incremento dell’1,5 per cento, un po’ più contenuto rispetto a quello registrato in Italia (+2,9 per cento). Per le sole vacanze l’esborso è ammontato a 609 milioni di euro, vale a dire l’1,9 per cento in meno rispetto a un anno prima (+3,2 per cento in Italia).

Occorre ricordare che chi si ferma nelle strutture ricettive non sempre ha come scopo la vacanza, ma anche motivi personali oppure concernenti il lavoro. E’ da sottolineare che i dati raccolti dalle

2 Nel secondo trimestre del 2012 il potere d’acquisto delle famiglie italiane è diminuito del 4,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un analogo andamento ha riguardato il reddito lordo disponibile (-1,5 per cento) e la spesa destinata ai consumi finali (- 1,0 per cento).

3 Secondo i dati Istat, nel 2011 l’Emilia-Romagna è risultata la quarta regione italiana in termini di prodotto interno lordo per abitante con 31.688,9 euro, preceduta da Lombardia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.

Amministrazioni provinciali non riportano il motivo per il quale un viaggiatore pernotta in una struttura ricettiva

L’incremento della spesa complessiva ha avuto origine dall’aumento dell’1,6 per cento dei viaggiatori stranieri (+2,5 per cento in Italia), che è stato trainato dai motivi legati al lavoro (+19,6 per cento). I viaggiatori interessati alle vacanze sono invece diminuiti del 3,4 per cento (+2,5 per cento in Italia).

Nei primi otto mesi del 2012 i pernottamenti dei viaggiatori stranieri sono risultati 15 milioni e 895 mila rispetto ai 14 milioni e 885 mila dell’anno precedente, per un aumento percentuale del 6,8 per cento, che sale al 17,3 per cento per i motivi legati al lavoro. La situazione cambia di segno per il segmento delle vacanze. In questo caso è stata registrata una diminuzione del 2,6 per cento, in contro tendenza con quanto avvenuto in Italia (+1,0 per cento).

La spesa dei viaggiatori stranieri nelle strutture alberghiere della regione è rimasta sostanzialmente stabile (-0,3 per cento), nonostante il concomitante calo dei relativi ospiti (-4,8 per cento) e dei pernottamenti (-0,7 per cento).

La situazione è apparsa negativa nell’ambito delle case in affitto, assieme agli agriturismi e i bad &

breakfast. In questo caso la spesa dei turisti internazionali è diminuita del 2,9 per cento, in contro tendenza rispetto all’aumento nazionale dell’1,8 per cento.

Nei primi otto mesi del 2012 ogni viaggiatore straniero ha speso mediamente in Emilia-Romagna circa 428 euro, confermando nella sostanza la spesa di un anno prima. In Italia è stato registrato un valore più contenuto pari a circa 329 euro, praticamente gli stessi dell’anno precedente.

Se approfondiamo l’andamento della clientela straniera per nazionalità, utilizzando in questo caso i dati delle province costiere e di Bologna relativi al periodo gennaio-settembre 2012, si possono cogliere alcune tendenze.

La Germania continua a essere il paese più affezionato, con il 23,9 per cento dei pernottamenti stranieri, ma si tratta di un primato sempre più in discussione se si considera che nel 2000 nelle cinque province testé citate si aveva, su base annua, una incidenza del 38,8 per cento.

Nei primi nove mesi del 2012 la clientela tedesca ha aumentato arrivi e presenze, nel complesso degli esercizi, rispettivamente dell’1,6 e 2,6 per cento. La Russia ha confermato la seconda posizione, in virtù del forte incremento che ha caratterizzato sia gli arrivi (+13,8 per cento), che le presenze (+14,6 per cento). Si tratta di una nuova performance, maturata in un contesto di apprezzabile crescita del Pil, anche se più lenta rispetto al 20114. La frequenza dei collegamenti aerei con lo scalo riminese è alla base di questo successo5. La terza clientela per importanza, vale a dire la Svizzera assieme al Liechtenstein, ha accresciuto anch’essa arrivi e pernottamenti rispettivamente del 6,8 e 7,5 per cento. La Francia è il quarto cliente e nei primi nove mesi del 2012 ha registrato per arrivi e presenze decrementi rispettivamente pari al 4,4 e 3,3 per cento. La stagnazione della crescita economica - il Pil è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2011 – può avere avuto la sua parte. In ambito europeo, in termini di pernottamenti, aumenti percentuali di un certo spessore, oltre la soglia del 5 per cento, hanno riguardato ciprioti, finlandesi, islandesi, maltesi e olandesi, questi ultimi quinto cliente dopo la Francia. In ambito extraeuropeo è da sottolineare la nuova crescita del mercato cinese (+20,3 per cento), oltre all’apprezzabile aumento del Brasile (+8,4 per cento).

I cali non sono tuttavia mancati. In ambito europeo quelli più sostenuti, oltre la soglia del 5 per cento, hanno riguardato Bulgaria, Croazia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Ungheria. Tra i paesi extraeuropei sono diminuite oltre il 5 per cento le presenze dei turisti provenienti da Stati Uniti d’America, Messico, Venezuela, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Israele e Corea del Sud.

La stagione estiva

Se focalizziamo l’analisi dei flussi turistici relativi al quadrimestre giugno-settembre, che costituisce il cuore della stagione turistica (nel 2011 ha rappresentato circa i tre quarti del totale annuale dei pernottamenti) possiamo notare che in otto province (è esclusa Modena), è emerso un andamento moderatamente negativo. Alla diminuzione dell’1,8 per cento degli arrivi si è associato un calo delle presenze pari all’1,7 per cento. Il periodo medio di soggiorno si è attestato attorno ai sei giorni, confermando nella sostanza la situazione di un anno prima.

4 Secondo l’outlook del Fmi di ottobre 2012 il Pil della Russia crescerà nel 2012 del 3,7 per cento, in rallentamento rispetto all’aumento del 4,3 per cento registrato nell’anno precedente. Nel 2009 c’era stata una flessione del 7,8 per cento.

5 Le città collegate con Rimini sono Krasnodar, Mosca, Rostov e San Pietroburgo. Nei primi dieci mesi del 2012 sono stati movimentati 388.258 passeggeri rispetto ai 362.599 dello stesso periodo del 2011.

Il basso profilo della stagione estiva è stato originato, sotto l’aspetto dei pernottamenti, soprattutto dal bimestre giugno-luglio che ha registrato una diminuzione del 2,7 per cento rispetto all’analogo periodo del 2011. Agosto ha mostrato una maggiore tenuta (-0,7 per cento) e lo stesso è avvenuto in settembre (-0,6 per cento). L’ottavo mese dell’anno continua a essere più vacanziero, ma questo primato tende tuttavia a stemperarsi. Se nel 1990 il mese copriva circa il 33 per cento del totale dei pernottamenti, nel 2000 la percentuale scende a circa il 27 per cento per ridursi nel 2011 al 25,6 per cento.

Anche nella stagione estiva la clientela straniera ha mostrato una migliore tenuta rispetto a quella italiana, facendo registrare, nel complesso degli esercizi, una stabilità dei pernottamenti, a fronte del lieve

calo degli arrivi (-0,9 per cento). La clientela italiana ha invece accusato un decremento degli arrivi del 2,0 per cento, che è salito al 2,2 per cento in termini di notti trascorse.

Dal lato della tipologia degli esercizi, le strutture alberghiere hanno accusato un calo dei pernottamenti pari al 2,8 per cento (-3,9 per cento gli italiani, +0,9 per cento gli stranieri), a fronte dell’aumento dello 0,8 per cento delle “altre strutture ricettive, ma in questo caso è stata la clientela italiana a incidere sulla crescita (+1,5 per cento), mentre quella straniera ha registrato una diminuzione del 2,5 per cento.

La tendenza negativa emersa dalle statistiche, sia pure provvisorie e limitate a otto province, delle Amministrazioni provinciali ha trovato eco nella tradizionale indagine campionaria che il Centro Studi Turistici di Firenze esegue per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna.

Nel trimestre giugno-agosto 2012 è stata stimata una diminuzione delle presenze del 3,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2011, che è stata determinata soprattutto dalle “Terme e benessere” (-8,2 per cento) e dalla Costa adriatica (-3,3 per cento). Nelle Città d’arte il calo dei pernottamenti è apparso più contenuto (-2,8 per cento), mentre per le aree dell’”Appennino e verde” si può parlare di sostanziale tenuta (-0,6 per cento).

vacanzieri e non…

Nel 2011 sono stati circa due milioni e 468 mila gli emiliano-romagnoli che si sono recati in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi dodici mesi, equivalenti al 56,1 per cento della popolazione. Se confrontiamo questa percentuale con quella media dei cinque anni precedenti emerge una diminuzione di 3,6 punti percentuali, più ampia di quella riscontrata in Italia, pari a 1,0 punti percentuali. Per trovare una percentuale più contenuta occorre risalire al 1999 (55,7 per cento). Gli strascichi della crisi economica del 2009, la più grave dopo il crollo di Wall Street, si sono fatti sentire riducendo la capacità di spesa delle famiglie e di conseguenza la propensione alle vacanze.

In ambito regionale i più vacanzieri sono risultati nuovamente gli abitanti della Lombardia, con una percentuale sulla popolazione pari al 69,0 per cento, davanti a Valle d’Aosta (61,8 per cento), Trentino-Alto Adige (61,7 per cento) e Veneto (60,5 per cento). Nelle rimanenti regioni la percentuale scende sotto la soglia del 60 per cento, in un arco compreso tra il 59,6 per cento del Piemonte e il 19,4 per cento della Calabria, che continua a essere la regione meno propensa alle vacanze del Paese. Man mano che si discende la penisola la percentuale di vacanzieri sulla popolazione tende a ridursi, quasi a ricalcare i minori livelli di reddito esistenti tra il Sud e il resto d’Italia.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi non va in vacanza. Nel 2011 sono stati circa 1.917.000 gli emiliano-romagnoli che non hanno fatto vacanze negli ultimi dodici mesi, pari al 43,6 per cento della popolazione.

Rispetto alla media dei cinque anni precedenti c’è stato un aumento di 3,7 punti percentuali e anche in questo caso per trovare un rapporto più elevato occorre risalire al 1999 (44,3 per cento). In Italia sono le regioni del Sud che hanno evidenziato le percentuali più elevate (unica eccezione la Campania preceduta dalle Marche), con Calabria, Sicilia e Puglia oltre la soglia del 70 per cento di persone non andate in vacanza.

Il motivo prevalente delle mancate vacanze è stato rappresentato dai problemi economici, dichiarato dal 40,4 per cento degli emiliano-romagnoli che non è andato in vacanza (49,4 per cento in Italia). Se guardiamo agli ultimi quindici anni, si tratta della percentuale più elevata in assoluto e anche questo peggioramento può essere ascritto alle conseguenze della grande crisi del 2009 e che la nuova fase recessiva, che la regione sta vivendo nel 2012, rischia di aggravare.

In ambito nazionale sono per lo più le regioni del Meridione che hanno manifestato i maggiori problemi economici, con in testa Sicilia (59,7 per cento), Puglia (59,5 per cento) e Basilicata (54,5 per cento). I minori problemi economici sono stati evidenziati dagli abitanti di Valle d’Aosta (27,2 per cento), Trentino-Alto Adige (31,5 per cento) e Friuli-Venezia Giulia (39,0 per cento). L’Emilia-Romagna si è collocata a ridosso di queste tre regioni, precedendo Liguria (41,0 per cento) e Toscana (41,1 per cento).

Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, la flessione più accentuata è stata percepita dal settore extralberghiero (-4,2 per cento), mentre per gli alberghi la diminuzione stimata è stata del 3,7 per cento, con un coinvolgimento di tutti i livelli di classificazione. Dopo alcuni anni di crescita, anche gli esercizi più qualificati, a 4 e 5 stelle, hanno accusato una flessione, anche se più contenuta rispetto alle altre categorie.

Il turismo straniero ha mantenuto nella sostanza gli stessi flussi del 2011, a fronte dei consistenti cali della clientela italiana, registrando qualche progresso nella Costa adriatica. Il 71,7 per cento degli operatori ha giudicato in diminuzione la clientela italiana, a fronte del 4,5 per cento appena che ha prospettato aumenti. Lo scenario cambia radicalmente per quanto riguarda gli stranieri. In questo caso la platea di imprenditori “negativi” scende al 25,9 per cento, al di sotto di chi, al contrario, ha percepito miglioramenti dei flussi (27,0 per cento).

Secondo gli operatori intervistati, le provenienze da Germania e Austria sono apparse sostanzialmente stabili, mentre è risultato in flessione il turismo spagnolo, britannico e scandinavo. Le nazionalità segnalate in aumento sono apparse numerose: gli svizzeri, soprattutto nelle aree dell’Appennino e della Costa, gli olandesi nelle Città d’arte, sulla Costa e sull’Appennino, i belgi nelle Città d’arte, i russi sulla Costa e i turisti provenienti da altri paesi dell’Est sulla Costa e nelle Città d’arte. E’ da sottolineare che i russi sbarcati all’aeroporto di Rimini nei primi otto mesi del 2012 sono cresciuti del 6,3 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Alla diminuzione dei pernottamenti si è associata la riduzione del tasso di occupazione delle strutture ricettive sceso nell’arco di un anno dal 63,0 al 59,4 per cento.

Per quanto concerne la redditività delle imprese, l’indagine commissionata da Assoturismo-Confesercenti ha registrato, tra giugno e agosto 2012, una situazione che ha ricalcato quella descritta per le presenze. Il fatturato ha accusato una flessione del 9,2 per cento rispetto a un anno prima. Il calo più consistente ha riguardato gli operatori delle “Terme e benessere” (-14,1 per cento), seguiti da Costa adriatica (-8,8 per cento), Città d’arte (-6,4 per cento) e “Appennino e verde” (-3,8 per cento).

2.9.2. La consistenza delle imprese

A fine settembre 2012 le attività più coinvolte dal turismo, vale a dire i servizi di alloggio, ristorazione, agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione, si articolavano in Emilia-Romagna su 29.520 imprese attive, vale a dire l’1,4 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2011 (+1,9 per cento in Italia). La crescita della consistenza delle imprese turistiche, che è maturata in un quadro generale di segno opposto (-0,9 per cento), è da attribuire all’afflusso netto delle “variazioni”, che traducono in buona parte l’attribuzione del codice di attività in un secondo tempo rispetto alla data di iscrizione. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni, escluso quelle di ufficio che non hanno alcuna valenza congiunturale, è infatti risultato negativo per 457 imprese, rispecchiando nella sostanza la situazione dell’anno precedente (-435). Tra i vari comparti, quello più consistente, rappresentato dai servizi di ristorazione (82,1 per cento del totale) ha fatto registrare una crescita dell’1,7 per cento delle imprese attive e una analoga tendenza ha riguardato il gruppo delle agenzie di viaggio, tour operator, ecc., le cui imprese sono salite nell’arco di un anno da 806 a 830 (+3,0 per cento). L’unica nota stonata è venuta dai servizi di alloggio (-0,7 per cento).

Sotto l’aspetto della forma giuridica, sono state le società di capitale a crescere maggiormente (+4,2 per cento). Per società di persone e ditte individuali sono stati registrati aumenti meno sostanziosi, pari rispettivamente allo 0,6 e 1,3 per cento. Il piccolo gruppo delle “altre forme giuridiche”, che ha rappresentato in regione l’1,0 per cento del totale, è salito del 6,0 per cento.

Il costante aumento della popolazione straniera si rispecchia anche sulla struttura imprenditoriale. La compagine degli imprenditori stranieri, valutata sulla base delle persone attive che ricoprono cariche nel

Il costante aumento della popolazione straniera si rispecchia anche sulla struttura imprenditoriale. La compagine degli imprenditori stranieri, valutata sulla base delle persone attive che ricoprono cariche nel

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