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Alcune indicazioni essenziali sono utili per in-quadrare le conoscenze e per la comprendere le schede relative alle specie.

Le libellule (ordine Odonata, termine usato in modo ricorrente nel testo) sono insetti “emi-metaboli” le cui fasi larvali, acquatiche, si sviluppano in ambiente diverso da quello

de-4 Per un’identificazione più attendibile delle specie, e per conoscenze ag-giuntive riferite ai loro comportamenti e alle distribuzioni, possono essere utili, rimanendo sulle opere edite in Italia tuttora disponibili, i seguenti testi riportati in bibliografia: Bellmann, 2013(utile anche per l’identificazione degli stadi larvali);Gallianiet al.,2015e 2017 (con facilitazione nell’esa-me dei caratteri distintivi);SieSa,2017(molto esauriente per le libellule dell’intera regione alpina). Può essere inoltre consultato il sito della Società Italiana per lo Studio e la Conservazione delle Libellule (Odonata.it).

gli adulti (fig. 2). L’ultima fase (“ninfa”) esce dall’acqua per lo più, nei nostri climi, arram-picandosi sulla vegetazione di riva; da questa si schiude direttamente l’insetto alato (fig. 3), senza passare per lo stadio inattivo di “pupa”

come avviene invece, ad esempio, con la cri-salide delle farfalle. Rimane sul posto l’esuvia vuota (figg. 4 e 5), di grande interesse per lo studio perché identificativa con certezza del carattere riproduttivo del sito e perché racco-glibile ed esaminabile senza alcun danno al popolamento.

Fig. 2 Nel corso dello sviluppo le larve compiono numerose mute. Le prime fasi (“neanidi”) hanno abbozzi alari assenti o poco sviluppati; le fasi prossime alla schiusa (“ninfe”) presen-tano abbozzi alari ben sviluppati. Nell’immagine, neanide e ninfa di Aeshna juncea. (Foto M. Boccanegra)

Nella fase di schiusa le libellule sono parti-colarmente vulnerabili, dovendo rimanere a lungo indifese fintanto che le ali si disten-dono completamente e il corpo si consolida5. La stessa distensione delle ali presenta gravi rischi, perché se disturbata si interrompe o av-viene in modo anomalo compromettendo la vita dell’adulto (in fig. 6 una femmina di Ae-shna juncea con ali a distensione parzialmente bloccata).

Gli adulti neosfarfallati, anche dopo la disten-sione delle ali, sono immaturi; si allontanano in molte specie dai luoghi di schiusa per ritor-narvi a maturazione avvenuta.

Le libellule europee si suddividono in due sottordini: Zygoptera (indicati nel testo come

5 Sopra un masso usato come posatoio per piccoli uccelli insettivori al mar- gine dei laghetti di Casera Festons (Sauris) ho raccolto in una singola oc-casione circa settanta ali immature di Aeshna juncea, staccate da esemplari divorati prima di aver preso il volo.

Fig. 3, 4, 5 Aeshna juncea in fase di schiusa (fig. 3). Sul dorso della ninfa, uscita dall’acqua, si apre una spaccatura dalla quale esce lo stadio adulto (“imago”), ancora molle e con le ali compresse che si distenderanno rapidamente grazie alla pressione dei fluidi interni alle nervature. Dopo alcune ore di consolidamento l’esemplare lascia l’esuvia, che rimane aggrappata alla vegetazione. In fig. 4 un’esuvia di Anisottero (Aeshnidae); in fig. 5 esuvie di Zigottero (Lestidae), con lamelle tracheobranchiali caudali evidenti. (Foto M. Boccanegra)

Fig. 6 In fase di schiusa l’insetto è totalmente indifeso, ed anche un semplice disturbo può causare anomalie nella distensione delle ali ostacolando o compromettendo il volo. Nell’immagine una femmina di Aeshna juncea con ali a distensione incomple-ta. (Foto M. Da Pozzo)

“Zigotteri”) e Anisoptera (“Anisotteri”); un terzo sottordine è oggi limitato a un genere asiatico.

Gli Zigotteri presentano ali anteriori e poste-riori quasi uguali, addome sottile cilindrico, occhi molto distanziati sporgenti ai lati della testa (vedi schede da pag. 28 a pag. 38). A volo lento, accostano a riposo le ali sopra l’addo-me (tranne in Lestes). Le fasi larvali sono esili, dotate all’estremità dell’addome di tre lunghe espansioni fogliacee (lamelle tracheobranchia-li) con funzioni respiratorie e talora motorie (vedi fig. 5).

Negli Anisotteri (schede da pag. 39 a pag. 62) l’ala anteriore è diversa e più sottile di quella posteriore, l’addome è più robusto, spesso non cilindrico, gli occhi occupano gran parte della testa e, tranne nei Gomphidae, si toccano. A volo potente e veloce tengono a riposo le ali aperte. Le larve sono massicce e prive di tra-cheobranchie esterne (vedi fig. 2).

Attivi predatori sia da larve che da adulti (nei quali la predazione è necessaria per la matu-razione) tutti gli Odaonati presentano come carattere peculiare, in fase larvale, la “masche-ra”, organo articolato, ripiegato sotto la testa e terminante con spine raptatorie, che viene proiettato in avanti per catturare le prede.

Importanti per l’identificazione delle specie sono alcuni elementi facilmente visibili delle ali e dell’addome (questo è formato da dieci segmenti ben distinguibili). Ci si limita qui a citare lo “pterostigma”, cellula inspessita pre-sente sui bordi anteriori delle quattro ali che dà resistenza e contiene le vibrazioni, e i “cer-ci”, elementi superiori delle “appendici anali”

presenti all’estremità dell’addome.

Nei siti riproduttivi capita spesso di osser-vare comportamenti particolari delle coppie, detti “tandem” (fig. 7) e “cuore” (fig. 8). Nei tandem, con cui ha inizio il rituale di accop-piamento, il maschio e la femmina, in volo o posati, sono allineati, col maschio davanti che trattiene la femmina afferrandone la testa con i cerci (in alcune specie simile posizione si os-serva anche nell’ovideposizione); successiva-mente, durante la complessa copula, la cop-pia disegna una forma richiamante appunto un cuore, che mantiene anche in rapidi voli.

(L’organo copulatore del maschio, posto sotto

Fig. 7, 8 L’accoppiamento delle libellule avviene con moda-lità molto caratteristiche. Dapprima il maschio trattiene la femmina, anche in volo, con i “cerci”, appendici all’estremità dell’addome (fase indicata come “tandem”); successivamen-te, durante la complessa copula, la coppia disegna una forma indicata come “cuore”. In fig. 7 Enallagma cyathigerum, “tan-dem” in volo (foto E. Menia); in fig. 8 un “cuore” di Ischnura elegans. (Foto F. Fava)

il secondo segmento addominale, non coinci-de con le gonadi, che sono site all’estremità dell’addome; per questo il maschio deve pre-ventivamente trasferirvi lo sperma prelevato dal poro genitale).

Segue l’esame delle specie con immagini, de-scrizioni sintetiche e cartine di distribuzione riferite al Cadore. Ciascuna stazione accertata è individuata dalla localizzazione e da un nu-mero corrispondente all’elenco dei siti riporta-to a pagg. 103-106.

Sono evidenziate con simboli diversi le presen-ze antecedenti a fine anni Sessanta non riconfer-mate successivamente (), quelle documentate dalle ricerche degli anni Settanta, più alcune ci-tazioni successive, prive di conferme recenti () e quelle riscontrate dal 2016 al 2020 ().

Sono inoltre indicati con simbolo vuoto gli av-vistamenti incerti e le citazioni dubbie.

Alcune schede esaminano due specie: in que-ste i simboli sono differenziati nei cromatismi, come specificato nelle didascalie.

L’ordine, con qualche accomodamento, ripren-de quello ripren-dell’Atlante ripren-delle Libellule Italiane.

Fig. 9 Calopteryx virgo. Esemplare del medio corso del Piave. (Foto F. Leandri)