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Più a sud la conca di Cortina comprende nu-merosi siti lacustri, in parte a gestione pri-vata con annesso chalet e con biodiversità compromessa dall’immissione di trote. Le li-bellule segnalate per il versante sulla destra Boite sono rappresentate prevalentemente da Aeshna juncea, di areale vastissimo e ubiquita-ria nelle Alpi venete, Aeshna cyanea, banale e in forte espansione ed Enallagma cyathigerum, il più frequente tra gli Zigotteri delle nostre montagne; sono emerse però anche alcune si-gnificative e localizzate presenze (Somatochlora alpestris, stanziale poco sotto il rifugio Dibona;

Leucorrhinia dubia, erratica nella vasca artificia-le di Vervei; Coenagrion hastulatum e Anax im-perator, riproduttivi nel lago di Pianozes), che evidenziano potenzialità ancora rilevanti.

A nord della valle che porta al Passo Falzarego, tra la piana di Fiàmes e le Tofane, si incontra il Lago Ghedina (m 1457), occupato in parte da un ristorante di dimensioni incombenti (vedi fig. 78). Già all’epoca delle ricerche di Nielsen vi erano state immesse trota fario e iridea, che avevano ridotto le presenze di Odonata alle sole Aeshna juncea e Aeshna cyanea (marCuzzi, 1976, 1988), ubiquitarie in Cadore. A tutt’oggi la quantità esuberante di trote è incompati-bile con la conservazione dei valori naturali, mentre è pressoché totale l’eliminazione delle cinture di vegetazione igrofila. La perdita del-le vadel-lenze originarie è tadel-le che in due recenti sopralluoghi, con clima ottimale, anche le due

specie sopra citate erano assenti. (Il secondo laghetto di Ghedina, separato da una strada a quota più bassa e alimentato dalle acque in uscita dal lago superiore, allo stato attuale ri-sulta trasformato in una superficie allungata piana e inerbita attraversata da un rivolo, om-breggiata dallo sviluppo del bosco).

Non lontano dal Lago Ghedina un grande in-vaso a In Po’ Drušiè, serbatoio per l’inneva-mento delle piste da sci, spicca per il contrasto tra la bellezza del luogo, l’artificialità dell’ope-ra e l’esplicito impedimento delle evoluzioni verso valori ambientali. Vale al riguardo quan-to scritquan-to nella prima parte di quesquan-to studio (vedi pag. 96 fig. 85).

Poco più a sud, in prossimità della strada che sale verso il Falzarego, nei pressi della Locanda del Cantoniere è presente un altro serbatoio per l’innevamento artificiale, indicato in cartogra-fia come Lago Vervei (m 1670) pur essendo re-alizzato con modalità tali da evitare il carattere di ambiente lacustre (vedi fig. 86). Una prima osservazione nel 2018, in un momento stagio-nale e climatico ottimale, aveva evidenziato la sostanziale assenza di libellule, limitate a un esemplare in volo di Aeshna juncea (un inizio di colonizzazione naturale era comunque eviden-ziato sotto riva da una significativa quantità di girini); ma un sopralluogo a metà luglio 2019 ha fatto cogliere un rapido incremento del pro-cesso, per quanto ancora incipiente, contestuale alla formazione di una patina algale sul pietri-sco della fascia perimetrale. Sono risultati pre-senti infatti numerosi esemplari di Enallagma

cyathigerum anche in coppia, oltre a rari Aeshna juncea, Aeshna cyanea e un maschio di Leucorrhi-nia dubia, indice di una vitalità ancora rilevante della specie nel Cortinese, a conferma di come la biodiversità potrebbe vedere importanti re-cuperi negli invasi artificiali se non venisse con-trastata anziché favorita.

(Vicinissima a questo invaso, a ridosso del-le Malghe Fedarola, una piccola superficie a quota 1750m, segnalata nelle cartografie meno recenti come palustre, non presenta più carat-tere di zona umida, apparendo oggi inerbita e alberata; parimenti le pozze presenti lungo il sentiero che dal Lago Vervei porta verso Nord al Romerlo, residuali dell’ormai scomparso Lago Majoréra, sono oggi compromesse da un esteso sistema di frane e testimoniate solo da nuclei dell’inusuale Typha shuttleworthii su su-perfici per lo più drenate).

Più a monte, giunti quasi al rifugio Dibona, un prato allagato sotto la strada con due pic-cole estensioni di acque libere ospita a m 1974

una popolazione di Somatochlora alpestris (oltre alla consueta Aeshna juncea), a conferma della diffusa presenza della specie nei siti torbosi di alta quota.

Tra i siti lacustri del Cortinese, superato il pas-so Falzarego in direzione Valparola, l’omoni-mo lago, sito oltre il bacino del Boite a m 2140 presso il confine tra Cortina, l’alto Agordino e la Val Badia, presenta qualche rilevanza per la fauna di Odonata, rappresentata almeno da Enallagma cyathigerum presente già nei primi anni Settanta.

A sud dei torrenti Founzàrgo e Costeàna e lungo questi si incontrano, partendo dal Passo Falzarego, il lago Lìmides, il lago Bàin de Dò-nes, il Lago de Aial e il Lago Pianòzes, oltre ad alcuni siti minori.

Il Lago Lìmides (fig. 139), a quota 2171, si raggiunge dal Passo Falzarego seguendo un breve sentiero. Esteso per circa 85 x 30 metri è situato poco oltre il limite delle coperture

fo-Fig. 138 In prossimità di Cimabanche i laghi Rufiedo e Negro (nell’immagine), di grande pregio paesaggistico, ospitano ri-dottissime presenze di libellule per effetto dell’oligotrofia, mentre il vicinissimo Lago Bianco non è più tale, occluso da limi dolomitici. (Foto L. Bonometto)

restali, con vegetazione arborea caratterizzata da radi esemplari di Pino Cembro su superfici dominate da rocce affioranti levigate e in parte foderate da Drias octopetala. Le sponde eviden-ziano forti escursioni nel livello, con totale as-senza di vegetazione acquatica, mentre all’in-terno sono presenti solo ammassi di alghe filamentose galleggianti. I bordi sassosi nudi confinano con la vegetazione sovrastante lun-go una linea netta, corrispondente al “troppo pieno” dato da una breccia nel margine argi-nato raggiunta la quale, col disgelo, il laghetto alimenta un piccolo emissario. Questi caratteri impediscono la presenza di libellule, mentre l’entomofauna acquatica visibile era limitata nell’agosto 2018 a pochi Gerridi attivi sulla su-perficie. Probabile rilevanza per gli Odonata presentano invece alcune piccole torbiere nel percorso dal Passo al laghetto e, non lontano, la piana torbosa con pozze a sud delle Cinque Torri, che sembrano corrispondere all’habitat di Somatochlora alpestris.

Scendendo a quota 1880, in prossimità de-gli impianti di risalita per le Cinque Torri, il Lago Bàin de Dònes (fig. 140), esteso per circa 65 x 40 metri, evidenzia, nonostante l’habitat boschivo in cui è collocato, carattere tenden-zialmente oligotrofico, con profondità molto limitata e sostanziale assenza di vegetazione acquatica come già indicato in da POzzO et al.

(2010). Questa assenza (la vegetazione igrofila è rilevante solo in un ristretto angolo a ovest) e la stabilità delle sponde, popolate fino all’ac-qua da vegetazione prativa o di sottobosco, indicano una costanza nella quota dovuta a un emissario che compensa gli abbondanti e ben osservabili apporti in arrivo. Le libellule negli anni Settanta sembravano rappresentate solo da rari esemplari di Aeshna juncea; oggi si osserva anche Aeshna cyanea, a conferma della diffusione e grande adattabilità della specie.

A quota ancora inferiore il lago d’Aial (m 1412) nei primi anni Settanta associava

all’in-Fig. 139 Non lontano dal Passo Falzarego il lago Lìmides, soggetto ad alta quota a forti escursioni di livello che impediscono sui margini la formazione di vegetazione acquatica, è esemplificativo delle stazioni prive di condizioni idonee per i popolamenti di libellule. (Foto M. Boccanegra)

gente presenza di trote la quasi assenza di Odonati, limitati a Aeshna juncea; assenza con-fermata nelle osservazioni recenti. Oggi l’arti-ficializzazione è più accentuata ed è maggiore l’ombreggiamento dato dallo sviluppo del bo-sco circostante, un tempo assente quantome-no in corrispondenza della rupe che sovrasta l’acqua sul lato opposto al rifugio-chalet. Ali-mentato da un consistete immissario presen-ta acque tendenzialmente oligotrofiche, con modesta vegetazione acquatica ad eccezione di corposi cuscinetti sommersi o appena emer-genti.

Molto vicino al Lago d’Aial, sul Rio Costeana, è situato un invaso artificiale a P.te Ciòu del Conte, grande e profonda raccolta d’acqua realizzata mediante una massiccia diga in ce-mento con annessi tecnologici. Adibito anche questo a pesca sportiva regolamentata non sembra presentare interesse per le libellule, se non lungo il rio Costeana che lo alimenta in prossimità del quale (a Pocol) è stata raccolta in passato Cordulegaster bidentata.

Il lago de Pianòzes (o d’Oltres, fig. 141), a m 1170, è vicino al fondovalle e quindi agli am-bienti prativi e al Boite nell’immissione in que-sto del Rio Costeana. Pur se molto antropiz-zato presenta elevate valenze e potenzialità ai fini del ripristino della biodiversità originaria.

Evidenzia infatti caratteristiche trofiche ana-loghe a quelle dei laghetti meglio conservati, ancora ben riconoscibili nonostante lo chalet-ristorante, l’artificializzazione dei bordi con

realizzazione di una strada, l’eliminazione delle quote di transizione e quindi della vege-tazione igrofila di sponda presente oggi solo in tracce periodicamente asportate. Adibito in passato a pesca sportiva vi sono state ripetu-tamente seminate e alimentate le trote, e sono presenti anche altre specie ittiche. Carattere vi-stoso è dato oggi dalle estese superfici interne a Myriophyllum verticillatum affiorante, accom-pagnato, soprattutto verso i bordi, da chiazze di Potamogeton natans, Polygonum amphibium e Ranunculus trichophyllus (fig. 142), con presen-ze sommerse anche di Potemogeton lucens (da POzzO et al, 2010; 2016).

Nei primi anni Novanta vi era stata raccol-ta solo Enallagma cyathigerum (terzani et al., 2005), mentre deCet (2007), che pure vi aveva rinvenuto quattro specie di molluschi acquati-ci, non cita alcuna libellula. Attualmente però, forse in relazione alla sospensione della pe-sca, la ripresa appare rilevante: a inizio luglio 2019, nonostante il cielo parzialmente coperto, erano presenti anche Coenagrion hastulatum, Aeshna juncea e una femmina di Anax impe-rator in ovideposizione sugli affioramenti di Myriophyllum (fig. 143). Nell’ottobre dell’anno precedente il lago era sorvolato da un numero elevato di Aeshna juncea e da alcuni esemplari di Aeshna cyanea.

L’ipotesi di una riqualificazione naturalistica del sito, di proprietà delle regole di Cortina, è oggi da valutare anche economicamente nell’ottica dell’ecoturismo. Potrebbe preve-dere, oltre alla sospensione delle pratiche di immettervi pesci e di asportarvi la vegetazio-ne perimetrale, il ripristino di quote di tran-sizione tra ambiente emerso e sommerso con eventuali lingue di penetrazione per favorire la riformazione di cinture di idrofite, e il mo-nitoraggio del Myriophyllum in previsione di un suo eventuale contenimento; operazioni queste che esalterebbero anche i valori pae-saggistici e didascalici. Sarebbe inoltre della massima importanza aprire una connessione luminosa verso i vicini ambienti prativi e il corso del Boite, fondamentali corridoi ecologi-ci della vallata. Questa connessione dovrebbe raggiungere anche la lama d’acqua, duplice e allungata, mantenutasi nella stretta piana al-luvionale (Ra Tajes) laterale al Boite a breve distanza dal lago, ribordata da margini

ghia-Fig. 140 Il lago Bàin de Dònes, prossimo agli impianti di risa-lita per le Cinque Torri, è oligotrofico e quasi privo di vegeta-zione acquatica, condivegeta-zione che limita la presenza di libellule a due specie ubiquitarie. (Foto M. Boccanegra )

iosi colonizzati da giovani pini silvestri in un contesto dominato da bosco rado e umido a prevalenza di abete rosso.

Poco a monte del lago Pianòzes le cartografie indicano una pozza in località Cejuragranda.

Questa è oggi ridotta ad un prato allagato

at-traversato da un rivolo corrente, risultato nel luglio 2019, in condizioni climatiche ottimali, privo di Odonati.

Poco più a sud, a ridosso del Lastoi de Formin e della Croda da Lago, sono presenti altri due

Fig. 141, 142, 143 Tra i laghetti sul versante destro della conca di Cortina spicca per importanza e potenzialità naturalistiche il lago Pianòzes, non lontano dagli ambienti prativi di fondovalle, nel quale il ripristino dei valori originari avrebbe grande rilevanza anche di immagine. Nelle foto, oltre alla visione di insieme, la vegetazione a Potamogeton natans, Polygonum am-phibium e Ranunculus trichophyllus, e una femmina di Anax imperator in ovideposizione su Myriophyllum verticillatum. (Foto M. Boccanegra)

invasi lacustri, uno piccolo e misconosciuto ed uno esteso e notissimo. Il primo, vicinissimo alla strada che scende dal Passo Giau, è il la-ghetto Ciòu de Ra Maza; l’altro, sul versante opposto della Croda da Lago, è il Lago de Fe-dèra, esaminato più avanti come inizio della sequenza di siti umidi che caratterizza la de-stra orografica nel tratto centrale del Boite.

Il Lago Ciòu de Ra Maza è situato a m 1891, in comune di San Vito ma ancora sul versan-te cortinese, nell’alto bacino del Rio Cosversan-teana molto vicino alla Muraglia di Giau sotto i La-stoi di Formin. Descritto come “ambiente in-contaminato”, in cui “nonostante la vicinanza della strada per Passo Giau non va nessuno”

(Cima, 1996), è raggiungibile attraverso un reticolo di sentieri a tratti interrotti o irrico-noscibili. Esaminato nel luglio 2018 appare chiaramente oligotrofico, nonostante la quota relativamente bassa sul fondo di una stretta conca dominata da bosco rado (vedi fig. 54).

Presenta acque limpidissime, alimentate dalle vicine abbondanti sorgenti fredde che emer-gono dai ghiaioni di Ponta de Giau; tanto i margini quanto il fondo nudo ricco di tronchi indecomposti mostrano una totale assenza di idrofite, mentre la cotica erbosa delle sponde raggiunge le acque in un allineamento che evi-denzia la stabilità del livello, denunciando la presenza di un emissario ipogeo che impedi-sce i riempimenti a quote superiori. Il caratte-re oligotrofico conseguente al ricambio e alle acque fredde carenti di ossigeno, e la conse-guente mancanza di vegetazione acquatica, spiegano l’assenza di Odonata.

Vicinissima, appena a monte, una pozza pre-senta al contrario acqua stagnante con mo-desta vegetazione palustre (piccoli equiseti, crescione e veronica beccabunga). Soggetta sui bordi ad intenso calpestio da ungulati (vedi fig. 60) ha evidenziato anche questa, nono-stante le condizioni meno proibitive e il clima ottimale al momento delle osservazioni, as-senza di libellule.

I LAGHETTI SULLA SINISTRA DEL