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Posto sul crinale che separa le valli del Padola e dell’Ansiei, vicinissimo alla torbiera di Val di Ciampo di seguito esaminata, questo

la-ghetto (fig.118) si trova in comune di Come-lico Superiore a m 1408, presso il confine con Danta e non lontano dal confine con Auronzo.

Tendenzialmente circolare, con diametro di poco superiore ai 50 metri, è descritto con inu-suale passione nel citato sito web (vedi nota 15) che, auspicando il recupero delle qualità perdute, lo definisce un “gioiello”, un biotopo di assoluto valore mantenutosi nei secoli ma oggi devastato da “uno sciagurato periodo di manomissioni profonde” che lo hanno reso un

“monumento all’ignoranza dei valori in cpo” con compromissioni delle rare qualità am-bientali.

Nonostante le aggressioni subite il laghetto ospita una fauna odonatologica di sorpren-dente diversità che contrasta con la presenza dei tanti fattori di negatività. È ribordato da una cintura di idrofite molto modesta e di-scontinua, assente in lunghi tratti, ed è privo anche di vegetazione sommersa e galleggiante (un tempo, si legge, estesa e pregiata); presen-ta sul fondo abbondanza di materiali impro-pri; vi è stato costruito a pochi metri uno cha-let (oggi b&b) il cui prato, tenuto raso, arriva al bordo del lago; vi sono stati immessi pesci di più specie (fino alla prima metà degli anni Settanta, si legge nel sito, non erano presenti salmonidi ma solo tinche, sanguinerole, scar-dole e cavedani) dovuti ad immissioni anche abusive che hanno compreso elementi alloc-toni quali ictaluridi e ciprinidi esotici. A tutto ciò si è aggiunto nel 1980 uno

sprofondamen-to improvviso del fondale (fig. 119) con scom-parsa quasi totale dell’acqua risucchiata nelle cavità sottostanti (Berti, 1999), cui è seguito il nuovo riempimento. Di contro beneficia della presenza contigua di una torbiera prevalen-temente asciutta con alternanza di superfici umide e aride (attraversata da un elettrodotto che mantiene un corridoio luminoso verso la valle dell’Ansiei), ed è quasi in continuità col sistema delle torbiere di Danta. Al di là del-le criticità presenta una faunula peculiare e ricca in specie, caratterizzata, oltre che dagli Odonati, da Unio elongatulus (grande bivalve assente altrove nelle acque cadorine, probabil-mente dovuto a immissioni avvenute con la semina dei pesci -deCet, 2007c- ma mantenu-tosi nel tempo) e dal gambero di fiume Astacus astacus, osservato di persona in più occasioni (vedi nota 18); presenza che, anche da sola, giustificherebbe attente misure di tutela.

Le libellule del laghetto sono state indagate a più riprese fin dai primi anni Settanta dal-lo scrivente e da altri ricercatori (BuCCiareLLi, 1972; terzani et al., 2005; deCet, 2007a,b,c), con riscontri recenti che, oltre a confermare mol-ti damol-ti del passato, hanno aggiunto elemenmol-ti nuovi. Nel 1971 Bucciarelli vi aveva raccolto Ischnura elegans, Enallagma cyathigerum, Coe-nagrion puella,

Aeshna juncea, Aeshna cyanea, Anax impera-tor, Libellula

Fig. 118 Il Lago Cestella, pur se aggre-dito in passato da pesanti manomissio-ni e immissiomanomissio-ni di fauna ittica, ha esibi-to nel corso dei decenni una diversità nella presenza di libellule superiore ad ogni altra stazione cadorina, evi-denziando elevato pregio e necessità di adeguate azioni di tutela e riqualifica-zione. (Foto M. Boccanegra)

Fig. 119 Nel luglio 1980 il laghetto di Cestella, in passato formato da due specchi acquei congiunti, ha subito un improvviso cedimento del fondale con vistoso rigurgito di acqua seguito da repentino svuotamento. La foto è sta-ta scatsta-tasta-ta dal naturalissta-ta veneziano Bruno Berti, presente poco dopo sul posto. (Foto B. Berti )

depressa, Libellula quadrimaculata, Orthetrum albistylum, Sympetrum danae; vi avevo raccol-to all’epoca anche un esemplare di Calopteryx splendens, mentre nel 1986 Terzani ha aggiunto all’elenco Pyrrhosoma nymphula e Erythromma viridulum. Particolarmente significativi Isch-nura elegans (confermata in tutte le indagini successive, presente in Cadore solo in questo sito e laghetti vicini), Orthetrum albistylum (un singolo esemplare, unica citazione per il Ca-dore) e Sympetrum danae, allora raro al di fuori delle due stazioni oggi estinte di Palù Granda a Vigo e di Provazei ad Auronzo, rinvenuto da Decet ancora nel 2006 e successivamente non più osservato nonostante i molti sopralluoghi in momenti favorevoli.

Significativi i dati degli ultimi sette anni, che documentano un crescendo di ulteriori specie in arrivo. Nel 2013 il vigile di Danta e foto-grafo naturalista Ettore Menia ha documen-tato Sympetrum striolatum (specie comune ma mai rinvenuta prima nel laghetto e non più osservata in Cadore), e nel luglio 2015 ha fo-tografato un esemplare maschio di Orthetrum cancellatum in fase di maturazione (prima se-gnalazione per il Cadore). A fine luglio 2017 ho osservato una coppia in volo di Orthetrum intenta ad ovideporre al largo sopra un basso fondale nudo, con la femmina che lasciava ca-dere le uova in acqua, a rilascio ritmico, men-tre il maschio la seguiva appena più in alto a distanza breve e costante: l’aspetto e la tipica tipologia di ovideposizione facevano pensare

a Orthetrum coerulescens, la cui presenza, rap-presentata da un maschio con comportamento territoriale, è stata accertata nella confinante torbiera di Ciampo da Fava nel 2020. Sempre nel 2017 ho osservato anche un esemplare tar-divo di Cordulia aenea e rinvenuto Sympetrum fonscolombii immaturi (e quindi riprodottisi lì o nelle vicinanze). Nel 2019 Francesco Fava, ol-tre a confermare tra le alol-tre specie Pyrrhosoma nymphula, Cordulia aenea e Orthetrum cancella-tum, vi ha rinvenuto quattro elementi nuovi:

Lestes barbarus (raro in Cadore), Sympetrum sanguineum (localmente in espansione), Soma-tochlora arctica (contigua alle ricche popolazio-ni delle torbiere di Danta) e Leucorrhipopolazio-nia dubia (indice di tentativi di ricolonizzazione in un habitat ostile per la presenza della fauna ittica immessa).

In tutto, anche se con discontinuità nel tempo, sono state censite nel laghetto ventidue specie di libellule, in parte rinvenute in Cadore solo qui: un numero elevatissimo che si spiega per la collocazione geografica, le connessioni coi corridoi luminosi del Piave tramite l’Ansiei, la vicinanza delle ampie aree umide e lumi-nose date dalle torbiere di Danta. Ciò pone il laghetto, nonostante le manomissioni subite, tra gli ambiti di importanza prioritaria (cosa già evidenziata da deCet, 2007a,b) e richiede azioni specifiche di tutela e riqualificazione, a maggior ragione considerando l’appartenenza al sistema di aree umide che rende centrale per la conservazione delle libellule il territorio di Comelico Superiore e Danta.

Fig. 120, 121 Le torbiere di Danta, unitamente al contiguo lago Cestella, rappresentano per le libellule il più importante hot spot nel territorio cadorino, sommando alle presenze stanziali (importante in particolare il popolamento di Somatochlora ar-ctica, altrove relegata in siti esigui e vulnerabili) frequenti arrivi di specie variamente erratiche. Nelle immagini la torbiera di Val di Ciampo: in fig. 120 la conca principale; in fig. 121, autobiografica, l’estensione a est. (Foto M. Boccanegra)

Le azioni di tutela e riqualificazione potrebbe-ro articolarsi in interventi piccoli e poco one-rosi: è opportuna la rimozione degli elementi estranei dal fondo; è molto importante indur-re, con modalità da studiaindur-re, la riespansione delle cinture di vegetazione igrofila, realiz-zando dei gradienti di quota anche con frange penetranti nell’acqua; va riportato a naturalità il bordo del prato, importante in quanto coin-cidente col margine maggiormente favorito dall’insolazione; eventualmente può essere tagliato qualche abete a ridosso della sponda sul versante ovest, per favorirvi la luminosi-tà. Non vi rè dubbio infine che il controllo dei pesci predatori avrebbe un immediato effetto positivo sui popolamenti odonatologici con-sentendo di rilanciare l’immagine del laghetto quale “lago delle libellule”, attrattiva per un turismo qualificato e prestigioso biglietto da visita per il vicino chalet. Ovviamente va tu-telata anche la piccola torbiera annessa al la-ghetto e sarebbe di sicura utilità, per questa e per il laghetto stesso, la rimozione finalizzata di un numero esiguo di abeti che interrompo-no i corridoi lumiinterrompo-nosi verso il viciinterrompo-no sistema delle torbiere di Danta.