Alla luce della mia personale esperienza di questi cinque anni, passati alla guida delle POM, desidero riprendere e offrire ulteriori riflessioni su ciò che già dicevo nel maggio 2013 all’Assemblea Generale delle POM. Non abbiamo ancora esaurito la nostra riflessione e il nostro dibattito sulle POM come “opere ad un tempo del Papa e dei Vescovi, il rapporto tra la Missione universale della Chiesa e le PP.OO.MM, la loro collocazione e cooperazione con altre forze missionarie, le legislazioni civili sugli enti caritativi, le prospettive e i piani di lavoro. Come saprete, il trasferimento delle offerte ai segretariati interazionali sta ponendo non pochi problemi a causa delle leggi con cui alcuni Stati regolano gli enti caritativi. La questione va esaminata anche con l’aiuto di esperti. Pur attenendosi alle leggi degli Stati non possiamo perdere la “filosofia” che è a fondamento delle PP.OO.MM., cioè il suo carattere di fondo universale di solidarietà. Occorre riflettere, dunque, sul significato e le implicanze della “autonomia delle PP.OO.MM.” di fronte a un quadro teologico ecclesiale che da decenni ha assunto altri paradigmi. Mi riferisco sia al tipo di autonomia nei confronti della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, sia all’autonomia delle Opere in relazione ad organismi quali le Conferenze Episcopali. Non è sufficiente declinare solo principi generali di comunione e di collaborazione. Dato che è implicata la prassi e, nella
25 fattispecie, l’aspetto finanziario, è necessario studiare la nuova situazione che si è venuta a creare per individuare precisi orientamenti”.
Non si tratta semplicemente di riflettere e dialogare, in momenti come questi di Assemblea e di fraterno ritrovarci, sullo spinoso problema della diminuzione monetaria delle offerte da voi faticosamente raccolte e di ciò che voi ripassate ai Segretariati Internazionali della Propagazione della Fede, della Santa Infanzia e di San Pietro Apostolo con qualche eccezione positiva di offerte anche per la Pontificia Unione Missionaria. Si tratta di confrontarci francamente e apertamente sul futuro di istituzioni che non possono semplicemente essere trascinate dalla obsoleta ripetizione di ciò che si fa da sempre, da modalità poco professionali di raccogliere, trasmettere, amministrare e distribuire i fondi raccolti. Alcune nostre Direzioni Nazionali offrono esperienze di seria professionalità e competenza in questi settori. Lavorare insieme ci aiuta e ci fa crescere per meglio servire. Si tratta dunque di audacia e creatività nel discernere e ripensare le nostre strutture, stili e metodi come POM, Segretariati Internazionali, Direzioni Nazionali, Amministrazione Centrale POM e fondazione Domus Missionalis. Saremo audaci e coraggiosamente creativi se ci lasciamo convertire e purificare sempre insieme, mai da soli, all’interno della comunione con Cristo nella Chiesa.
Riscoprire la missione come cuore della fede cristiana, tema sul quale vogliamo riflettere e lavorare in questa nostra Assemblea Generale 2017, implica pure che ogni vera conversione pastorale e discernimento missionario coinvolgano anche le nostre istituzioni e i nostri rapporti di lavoro e di collaborazione per il bene della missione della Chiesa. Non possiamo pensare ad una riscoperta della missione al cuore della nostra adesione a Cristo solo come questione intima ed individuale. Certo mancando l’adesione del nostro cuore al Signore, mai la missione potrà essere cuore di una fede che a stento riusciamo a vivere e a mala pena riesce a cambiarci e farci veri discepoli missionari di Cristo. Però la missione diventa cuore e forma della nostra fede e del nostro modo di essere Chiesa e di operare come POM solo se non si ha paura di riformare anche le istituzioni. Questo richiede che il coraggio creativo incontri in noi chiara disponibilità a chiudere ciò che non serve più, ad abolire e abbandonare ciò che, pur garantendo diritti e privilegi storicamente acquisiti, si rivela solo di ostacolo alla missione evangelica ed evangelizzatrice della Chiesa. Continua ad echeggiare in noi l’invito inaugurale del pontificato di San Giovanni Paolo II:
“Non abbiate paura, anzi spalancate i vostri cuori a Cristo” così che la missione possa essere vissuta come vero cuore della fede e dedicazione cristiana alla carità verso tutti.
Notiamo in questi ultimi anni un certo scollamento, oltre che a una seria e preoccupante diminuzione di offerte e di interesse ecclesiale per le POM. Uno scollamento tra Direzioni Nazionali e Segretariati Internazionali, tra modalità proprie di alcune Direzioni Nazionali di
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gestione e distribuzione delle offerte e l’impegno universale della gestione e distribuzione del fondo di solidarietà. Non dobbiamo temere di ammettere che l’assegnazione del Fondo Universale di Solidarietà esige una rinnovata modalità che vada ben oltre ciò che i vescovi richiedono e la disponibilità monetaria presente nel suddetto fondo. Rinnovare credibilità richiederebbe nuove modalità di valutazione delle richieste e dei bisogni ivi espressi, soprattutto di valutazioni tecniche circa costruzioni di chiese ed edifici, interventi sociali e sanitari, modalità formative e pastorali per l’evangelizzazione. L’impiego nella sede centrale e/o in loco di personale laico professionalmente competente, la richiesta tassativa di adeguate rendicontazioni dei progetti finanziati aiuterebbe ed incoraggerebbe la credibilità e la fiducia tra Direzioni Nazionali, Segretariati Internazionali e popolo di Dio nella loro libertà di contribuzione, offerta e distribuzione.
Occorrerebbe continuare nel processo di ripensamento delle modalità con cui a livello nazionale ed internazionale vengono assegnati i sussidi ordinari, i fondi per progetti e gli aiuti economici per le costruzioni e per gli interventi di sviluppo sociale e caritativo. Ci auguriamo maggiore unità e spirito di collaborazione affinché prevalgano criteri competenti, professionalmente adeguati e sostenuti da conoscenze tecniche e scientifiche. Ci spetta di pensare a forme concrete di come questo possa avvenire viste le distanze geografiche, linguistiche, culturali ed economiche. Per gli aspetti più tecnici e finanziari dobbiamo avvalerci di competenze professionali locali senza che queste prendano il sopravvento e ci si dimentichi della natura ecclesiale cristiana del nostro lavoro.
Inoltre la collaborazione di alcune Direzioni Nazionali più facoltose con altre meno abbienti risulta di lodevole solidarietà ed interesse reciproco. Ci preme però ricordare a coloro che si coinvolgono in queste relazioni di aiuto e sostegno tra Direzioni Nazionali di vigilare per evitare che si creino dipendenze neocoloniali in nome della missione e si incrementi invece un autentico spirito di sussidiarietà e fraterna solidarietà. Ci viene richiesta maggiore trasparenza e collaborazione nella costituzione e nella gestione dei fondi sia a livello internazionale che nazionale di modo che si evitino forme di inconsapevoli dipendenze tra Direzioni Nazionali, Chiese locali e Segretariati Internazionali. Al centro e alle periferie del nostro lavoro di animazione, raccolta e distribuzione dobbiamo crescere in una maggiore sinfonia e cooperazione grazie ad una sempre più rinnovata conversione che superi forme inadeguate e fastidiose di protagonismi antievangelici.
Vista l’importanza, per l’animazione missionaria e per la raccolta fondi, della dimensione concreta e specifica di ciascun progetto, dobbiamo aiutarci a meglio capire come lavorare insieme.
La mediazione dei Segretariati Internazionali in collaborazione con le Direzioni Nazionali salvaguarda l’anonimato evangelico di chi offre ed aiuta, promuovendo la dimensione universale della contribuzione missionaria dei fedeli che donano preghiere, sacrifici e soldi per le missioni e i missionari. I nostri fedeli offrono tutto per tutta la Chiesa Universale e per tutte le Chiese locali. Se
27 l’universalità cattolica viene servita dalla dimensione pontificia delle POM che in maniera complementare si esprime sia nei Segretariati Internazionali che nelle Direzioni Nazionali, la loro collaborazione trasparente, onesta e dedicata esprimerà la dimensione episcopale delle Chiese locali per servire uomini e donne, cristiani e non, con un annuncio operoso del Vangelo e una edificazione locale della Chiesa. Come si legge nella Redemptoris Missio, “essendo del Papa e del Collegio episcopale, anche nell’ambito delle Chiese particolari queste opere occupano «giustamente il primo posto, perché sono mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dall’infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire un’adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni, secondo le necessità di ciascuna»” (RM 84).
Ai Segretariati Internazionali vengono richieste maggiore capacità e audacia nell’ascolto oculato e attento delle realtà locali, dei loro bisogni espressi e mediati attraverso le Chiese locali e i Direttori Nazionali. A questi ultimi si richiede capacità di andare ben oltre un fundraising senza volto e senza anima. Ogni sforzo autentico di fundraising rispetta la dignità umana dei nostri fratelli e sorelle che nel bisogno esprimono una cristiana provocazione alla nostra solidarietà e aiuto.
Evitare qualsiasi strumentalizzazione sentimentale ed emotiva della sofferenza altrui, del bisogno e del disastro, aiuta Direttori Nazionali, il Presidente delle POM e i Segretari Generali a dare testimonianza della carità che nasce dalla Chiesa mantenendosi distanti da ogni egocentrico bisogno di apparire e rendersi visibilmente indispensabili per l’aiuto.
Le visite fraterne dei Segretari Generali, gli incontri continentali ogni due anni, le Assemblee Generali e Speciali, i comitati esecutivi mensili, le varie forme regionali di collaborazione, gli scambi formativi per raggruppamenti linguistiche ci aiutano ad una maggiore comunione ed unità. Un unico nome, un unico “common brand” devono esprimere un’unità che, lontana da qualsiasi tentazione di uniformità, aiuti tutti, direzioni piccole e grandi, paesi piccoli e grandi, Chiese piccole e grandi, a sviluppare nuovi rapporti di intercambio e messa in comune di attività e materiale per l’animazione missionaria delle nostre diocesi, parrocchie, scuole e organismi pastorali. Dobbiamo incrementare lo scambio generoso e libero di informazioni su attività, iniziative, programmi, materiali usati tra le Direzioni Nazionali nel mondo. Dobbiamo chiederci come possiamo favorire questi scambi che possono generare fattiva unità di comunione tra le POM.
Grazie all’intensa attività di animazione missionaria, di preghiera, di visita ed offerta della sofferenza dei nostri cari malati, attività che si svolge nei tempi più salienti per gli appuntamenti missionari, tra cui la Giornata Missionaria Mondiale, ci impegniamo a non limitarci alla raccolta fondi. Tutte le Chiese locali, grazie all’operato della nostra animazione, dovrebbero essere pervase dallo spirito della missione che offre il giusto contesto affinché anche l’aiuto economico, essendo
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per tutte le Chiese, per tutti i cristiani, per tutti i bisognosi, possa mantenere l’anonimato evangelico e l’efficacia del dono disinteressato.
Concludo dicendo che queste provocazioni richiedono di essere meglio riflettute, pensate, analizzate e pregate. Non si tratta di fare tutto e subito. Non si tratta di violenti stravolgimenti. Si tratta piuttosto di un cambiamento di mentalità e di modalità del lavoro apostolico delle Pontificie Opere Missionarie. Più mettiamo al centro del nostro interesse, della nostra passione, i veri bisogni della missione, maggiore sarà la nostra conversione, come morte al protagonismo e nascita al servizio ecclesiale, fraterno ed evangelico che salva. Più siamo orientati verso il Signore Risorto e la sua Missione pasquale, meno saranno le preoccupazioni nazionali ed internazionali di una gestione chiusa, provinciale ed autoreferenziale delle nostre Opere, che proprio perché pontificie sono chiamate ad essere universali, aperte al mondo intero e sempre in uscita verso tutti.
Grazie per la vostra attenzione. Auguro a tutti noi una feconda e fruttuosa settimana di fraterno lavoro e costruttiva riflessione. Maria Santissima, Madre del Signore Risorto e Regina delle Missioni, assieme ai nostri Santi Patroni Francesco Saverio, Teresina del Bambin Gesù e al beato Paolo Manna ci assistano e ci accompagnino in questi giorni di Assemblea Generale.
29 PMS GENERAL ASSEMBLY
Rome, May 29, 2017
Archbishop PROTASE RUGAMBWA PMS President