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Quanto ad Alghero (sindaco Olives) il panorama delle richieste rimanda all'immagine di una città in gravi difficoltà economiche e sociali, costretta ad

avanzare istanze di concessioni straordinarie in materia di conferimento ed estrazione di grani, di esenzioni fiscali, di agevolazioni per l'attività delle bar-che coralline e di quelle adibite al trasporto del vino, nel quadro di una sostan-ziale protezione da accordare al proprio porto ed alle sue attività99. Ma non meno impellenti e significativi sono i richiami all'opportunità che alla città sia

I capitoli di Sassari, in ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 305-321v.; v. pure E. COSTA, Sassari cit.

e Gli Statuti sassaresi Economia, società, istituzioni a Sassari nel Medioevo e nell'Età moderna, a cura di A. Mattone e M. Tangheroni, EDES, Cagliari, 1986: in particolare, il contributo di A. MAT-TONE, Gli Statuti sassaresi nel periodo aragonese e spagnolo, pp. 409-490.

98 Per le richieste dell'incontrada della Barbagia di Belvì, cfr. in ASC, Parlamenti, 179 cit., cc.

331-338v.

" In particolare, quanto al vino, vedi Storia della vite e del vino in Sardegna, a cura di M. L.

Di Felice e A. Mattone, Laterza, Roma-Bari, 1999.

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riservato lo stesso trattamento di cui gode Cagliari, in generale e in materie par-ticolari, nonché insistiti riferimenti alle prerogative, funzioni e poteri del

`veghiere', come anche, ma in subordine, dei consiglieri, e infine, alle esigenze di sicurezza e alla necessità di subordinare il ruolo delle incontrade delle ville del Capo di Sassari e Logudoro ai prioritari bisogni di Alghero. Su quasi tutti i punti, e in ogni caso per quelli ritenuti più importanti, i richiedenti presentano altresì il supporto di una consistente documentazione 'storica', vale a dire riguardante i precedenti, omologhi e favorevoli a quanto reclamato nella circo-stanza. Le risposte del viceré ricalcano l'orientamento piuttosto rigido già riscontrato a proposito di quelle riguardanti le richieste di Sassari: poche le approvazioni piene, numerose le rimessioni al sovrano per le opportune deci-sioni e diversi richiami all'osservanza delle disposizioni già in vigorem°.

Assai consistente la serie di richieste sottoposte in pari data (23 luglio) all'ap-provazione del viceré da parte del sindaco di Oristano, Tommaso Serra.

Tra le preoccupazioni maggiori, la puntigliosa delimitazione delle spettanze del `veghiere' e del suo ufficio in corrispondenza delle prestazioni e delle fun-zioni, all'occorrenza anche estese, comunque, ad ambiti di 'supplenza' (custo-dia degli atti dei notai morti). Assieme a questa, la rivendicazione della tutela della condizione dei diritti dei vassalli a fronte dei molteplici abusi ai loro danni, in particolare da parte degli arrendatori di saline. La città tende comun-que a preservare rango e ruolo propri nei confronti dei Campidani, chiede di potere esportare mille starelli di grano (oltre la quota proveniente dagli ammas-si) con il cui ricavato finanziare la ripartizione delle mura; esercitare la facoltà di visita alle torri del Marchesato.

Anche per Oristano è ovviamente importante la conferma di tutti i privilegi concessile in passato ed effettivamente goduti, con particolare riferimento per quello che vieta l'utilizzo dei cittadini e dei loro beni al servizio del viceré e degli officiali regi (Carlo V) e l'altro circa le procedure per le nomine degli offi-ciali dei Campidani (Ferdinando d'Aragona). Le risposte del viceré sono improntate a una certa disponibilità, salvo che per quei casi in cui ritiene, per la delicatezza della materia (sicurezza, Tribunale dell'Inquisizione, esportazio-ne di grani), di dover respingere il capitolo o rimandare i richiedenti diretta-mente al sovranowl.

Un discreto numero di richieste proviene poi direttamente a nome dei Cam-pidani e ne riflette l'ambiente socio-economico (pastorizia, allevamento) e le relative esigenzeme.

100 I1 caso Alghero in ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 361-371v.

" ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 414-425.

102 I capitoli oristanesi, ibidem, cc. 426-437; i privilegi fondativi della città (1478), in Llibre de regiment, a cura di E Uccheddu, Oristano, 1997. Relativamente ai Campidani di Oristano, nella fonte ripetutamente citata, ASC, Parlamenti 179, cc. 448-456v.

Per la città di Castellaragonese, il sindaco Maiolo presenta un ristretto nume-ro dí capitoli, il cui motivo ricorrente sembra il tentativo di ottenere lo stesso trattamento riservato alla ben più importante Cagliari. Ciò sia nel caso dei sei-mila starelli da poter immagazzinare che in quello dell'estensione alla propria città delle procedure in uso appunto a Cagliari nelle immatricolazioni per l'ele-zione dei giurati, o della possibilità di esercitare, sia pure provvisoriamente, l'ufficio della podestaria rimasto vacante. La città, che rivendica la propria fedeltà apprezzabile tanto più in ragione della cruciale posizione strategica, deve tuttavia segnare il passo rispetto alle richieste agevolazioni per le barche coralline impegnate a pescare nelle proprie acque e in quelle dell'Asinara, per-ché — come sottolinea il viceré — recherebbero pregiudizio a Sassari. Altri due capitoli di interesse per Castellaragonese vengono infine presentati dal vescovo di Ampurias, in materia di uffici e dei luoghi fuori città da destinare apposita-mente alle esecuzioni capitali".

Prevedibilmente assai estesa e corredata con abbondanti pezze d'appoggio la serie dei capitoli presentati dal sindaco di Cagliari, Antonio Murta y Quen-sa. Il fulcro delle richieste risiede nell'affermazione e la difesa della condizione privilegiata e preminente della città di Cagliari, del suo governo locale come dei suoi abitanti, e in prima istanza delle prevalenti attività mercantili/commercia-li, reclamando al riguardo, in più di un caso, che alla capitale venga riservato il trattamento vigente per Barcellona. Di qui, con la puntigliosa riserva di rango e di funzioni costantemente espressa a favore dei consiglieri e delle loro com-petenze in ogni settore della vita pubblica, sociale e civile cittadina e in materia economica e fiscale, in particolare anche la ribadita opposizione alle interferen-ze nell'ambito delle attività e prerogative della città da parte di qualunque altra autorità, inclusi il viceré e il reggente la Reale Cancelleria, in evidente polemi-ca con le più recenti censure e lagnanze fatte pervenire da Madrid direttamen-te dal re Carlo e dalla regina-madre Marianna a carico dell'amministrazione cagliaritana.

La città, in ogni caso, intende premunirsi e giocare d'anticipo, per così dire;

si preoccupa in effetti di dimostrare che quanto chiede è nella maggior parte già stato richiesto e concesso in passato; che essa può e deve porre ordine in materia istituzionale come in quella annonaria, associando a sé anche i cittadi-ni delle 'appendici' (e in questo caso la richiesta va nel senso della equiparazio-ne tra la condizioequiparazio-ne di questi ultimi e quella dei cittadini di Cagliari). Significa-tive al riguardo le rivendicazioni in ordine all'attribuzione delle cariche pubbli-che locali, con connesse procedure, nonché limitazioni ed esclusioni, o provve-dimenti riguardanti l'approvvigionamento di grano, di carne e di viveri in gene-re, nonché la relativa commercializzazionem. E indicativa, su altro terreno,

101 ASC, Parlamenti, 179, cc. 459-61 e 468-76.

104 Importanti concessioni risalivano appunto al secolo XVI, puntualmente registrate in

appare pure la proposta di fare accedere ai Parlamenti, previa abilitazione e dunque ammissione al voto, i "generosi".

Da osservare che, accanto al gruppo delle 31 richieste approntate per il 23

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