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Rigore e prudenza emergono in definitiva dalle risposte del Santo Stefano, non disgiunti tuttavia da una maggiore disponibilità nei casi meglio

inquadra-bili nella sfera delle competenze veceregie, o comunque nei quali l'intervento

del viceré non tocca le aree riservate alla prerogative regie né rischia di innesca-

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re conflitti di competenze o produrre pericolosi accumuli di potere in una dire-zione o in un'altram.

Quanto al sovrano, egli accorda intanto una pioggia di grazie — come nota Loddo Canepa sulla scorta del Tola — a chi si è ben distinto nel corso del Par-lamento: un segnale, certo, di disponibilità dopo la dura repressione ordina-ta al San Germano, e zelantemente da questi eseguiordina-ta. Cariche, concessioni, prebende per il marchese di Villasor, per il reggente Sisternes, per Giuseppe Delitala (creato governatore di Cagliari e Gallura), Francesco Sanjust (gover-natore di Sassari), e ancora, Roger, Carnicer e molti altri. Al sindaco Pinna una sostanziosa pensione e riconoscimenti vari alla città di Cagliari, al Caval-lero, al Demonte, a Gaspare Carnicer; agli avvocati Murra e Muro, ai sinda-ci di Iglesias e Castellaragonese, nonché ancora al Segui, sindaco del Capito-lo di Alghero.

E però importante segnalare l'atteggiamento del sovrano sui temi più delica-ti in campo: del tutto negadelica-tivo in ordine alla 'giunta' speciale di 12 membri, a fronte di una promessa generosità nella concessione di impieghi e uffici ai regnicoli e di una concreta adesione alle richieste di ribasso delle sacas di espor-tazione del grano e contro la solleciespor-tazione di donativi straordinari.

Allo stesso modo, le risposte regie sono rassicuranti circa l'impegno ad inter-venire presso la Santa Sede in materia di inquisizione e di giurisdizioni inquisi-toriali, ma ancora nettamente negative a proposito della dislocazione delle guar-nigioni a presidio del Castello e della città di Cagliari, pur riconoscendo la neces-sità di riformare alcune modalità e comportamenti dei militari. Inoltre, il sovra-no si mostra propenso a riqualificare la carica di governatore di Cagliari ed a rispettare alcune prerogative nobiliari (porto d'armi, limiti all'incarcerazione), ed anche í diritti dei sudditi e vassalli a non subire eccessive gravezze, ma è d'av-viso contrario a consentire l'utilizzo di quote del donativo per le fortificazioni del Regno, nonché estremamente cauto nel rimettere pene agli implicati nei tor-bidi culminati nell'omicidio del Camarassa, e persino nel rimuovere i segni pla-teali delle punizioni comminate ai maggiori responsabili delle stesse vicende.

Relativamente alle richieste specifiche avanzate da singoli richiedenti, a Cagliari e ai cittadini cagliaritani vengono accordate, o ribadite, importan-ti grazie: sostanziale esonero dagli obblighi delle ronde; tutela dei poteri e competenze dei consiglieri in materia annonaria; riconoscimento dei requisiti, e connessi diritti, per concorrere a pubbliche cariche e in mate-ria di giustizia. Più severa la risposta regia circa i giudici di appellazioni, che si era reclamato fossero nativi della città e residenti in essa.

Per Sassari, deluse le aspettative della equiparazione con Cagliari in vari

111 ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 683-705.

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punti, e di vedere rimesse le pene a quanti si erano distinti, in negativo, nel delitto e nel processo Camarassa, nonché a proposito dell'utilizzazione 'mirata' di porzioni del donativo per fabbriche di pubblica utilità; mentre qualcosa in più la città consegue circa le prerogative dei propri consiglieri, e su talune age-volazioni fiscali e commerciali.

Nel caso di Oristano (e Campidani) importanti concessioni vengono fatte sui diritti degli abitanti a non essere costretti a prestazioni indebite. E risposte sostanzialmente positive concernono il divieto di invio dei commissari per le esenzioni dei salari; il rispetto delle prerogative dei consiglieri; gli opportuni limi-ti alle inizialimi-tive dei tribunali ecclesiaslimi-tici. Negalimi-tivo l'avviso del sovrano, invece, a proposito della richiesta concessione di ulteriori sacas di grano e della possibili-tà di utilizzare parti del donativo per le fortificazioni e per restauri delle mura.

Le precarie condizioni materiali di Castellaragonese fanno breccia, nel senso che inducono il sovrano a valutare positivamente le richieste per maggiori e più libere estrazioni di grano, direttamente dal proprio porto, come anche alcune altre riguardanti l'attività delle `coralline' e prerogative istituzionali (podesteria esercitata dalla città nel passaggio da un titolare all'altro; immatricolazione dei jurados). Niente da fare, invece — come del resto per gli altri richiedenti la stes-sa costes-sa —, per l'utilizzo del donativo per opere pubbliche difensive.

Sulla stessa linea la condotta regia nei confronti di Alghero e delle sue mol-teplici richieste. Il sovrano consente su punti anche importanti di carattere isti-tuzionale (godimento capitoli; equiparazione col trattamento riservato in deter-minati ambiti a Cagliari), ma non transige sullo storno di fondi provenienti dal donativo o sull'ampliamento delle sacas (esportazione di grano). Prudente anche il pronunciamento sulle competenze del `veghiere' — che la città vorreb-be più ampie e in certi casi surrogatorie — o sui limiti della giurisdizione del governatore nel confronti del veghiere stesso. Con qualche vivacità e insistenza Alghero chiede che si tenga conto della sua posizione, consentendo interventi tesi ad alleggerire i carichi fiscali, o ad essere esonerata dal contribuire in occa-sioni quali le visite dei viceré.

Anche Bosa punta molto sulle difficili condizioni in cui versa per avanzare sostanziose richieste, ma in verità ottiene poco (libera estrazione dei suoi frutti dal porto). Né migliore sorte conseguono i capitoli di carattere istituzionali (veghiere) e quello relativo alla non attribuzione di uffici ai forestieri, benché naturali del Regno.

Al Capitolo bosano, poi, non si consentono l'apertura di una peschiera né l'attribuzione di terre non disboscate agli ecclesiastici, in conformità col primo responso viceregio. Favorevole accoglienza, di contro, per la richiesta a favore dei Gesuiti (edificazione di una casa in città).

Iglesias, dal canto suo, chiede molto in materia di rapporti economici e com-merciali, di tutela delle prerogative del governo locale, e, al solito, di riservare ad uso proprio fondi provenienti dal donativo. Le risposte regie, appena possi-

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